L'uomo è un animale. La differenza principale è qualitativa: gli altri animali immaginano, prevedono l'immediato futuro, l'uomo il lontano futuro. Daniel Gilbert ha evidenziato questa differenza in modo per me convincente in Stumbling on Happiness.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Ipazia il 22 Dicembre 2022, 07:54:28 AMLa convivenza di ogni vivente con la sua (auto)coscienza non è questione logica, bensì bio-logica.L'unità è l'uomo di cui la coscienza è parte. Perciò non esiste l'unità o la relazione tra l'uomo e la sua coscienza, come non esiste l'unità tra l'uomo e il suo naso o dito. L'uomo è l'insieme, la sua coscienza, il suo naso, il suo dito sono elementi dell'insieme. L'insieme e gli elementi dell'insieme sono su due piani logici distinti, separati.
L'unità psicosomatica è indissolubile, restando nel campo dell'umano che alimenta la sfera "spirituale" di pensiero e azione. La scissione è possibile, ma come patologia: individuale e sociale.
Citazione di: Ipazia il 20 Dicembre 2022, 17:17:29 PMCon lo "spirito" si deve, bene o male convivere, altrimenti i teisti ti prendono in castagna sulle domande metafisiche fondamentali: da dove veniamo, dove andiamo, che senso - come direzione e valore - ha la nostra vita, ha il mondo, l'universo, cos'è bene e cos'è male, ecc...?
La mia scommessa è rifondare lo spirito sull'immanenza, scansando tanto la reazione confessionale che l'inumanesimo scientista. Una terza via, come piace a Phil.
Citazione di: Phil il 20 Dicembre 2022, 10:23:31 AM@baylhamLa cessazione della vita di un individuo, la morte, è un processo oggettivo, nel senso di riconosciuto dagli uomini collettivamente. Ma per quanto riguarda la nascita e la morte, sia individuale che collettiva, per non parlare dello "spegnimento dell'essere", penso che non siano oggettivamente disponibili come traguardo o fine dell'uomo, e che quindi siano l'ennesima missione impossibile alla quale preferisco non partecipare.
L'"oggettività" (non a caso posta fra virgolette) di un certo buddismo non sta nel postulare un ciclo di rinascite, tutt'altro che oggettivo, ma nel porre alla fine (e come il fine) la cessazione della vita, similmente a quanto accade, appunto oggettivamente (senza virgolette), sulla terra. Capisco l'esaltazione della soggettività, tipica della responsabilizzazione individuale che propone ogni religione, ma non colgo in che senso l'estizione del ciclo delle rinascite sia «esaltazione della volontà e della potenza», considerando come tale cessazione non sia solitamente voluta (v. suddetto attaccamento alla vita, "fame di eternità", etc.) e non sia espressione della potenza umana (se non piuttosto espressione dell'impotenza umana di fronte all'impermanenza dell'essere).
Citazione di: Phil il 19 Dicembre 2022, 18:13:30 PMQuesto perché la prospettiva di un'eternità, sia essa premio o punizione (v. comportamentismo elevato alla trascendenza), è quello su cui tutti vogliono "istintivamente" puntare. O meglio, quasi tutti: c'è una "religione" che, in alcune sue diramazioni, propone come traguardo ultimo l'estinzione, la cessazione del ciclo delle (ri)nascite. Tuttavia, non a caso, anch'essa è stata recepita a livello popolare come "promessa di paradiso", mentre "in realtà" (dottrinalmente parlando) il Nirvana è negazione, spegnimento (etimologicamente) dell'"esistenza condizionata", senza più eternità né sete di essa. Al netto delle narrazioni dottrinali e del ruolo etico-spirituale di tale credenza, quella del "sommo traguardo" come cessazione dell'esistenza, se ci si pensa attentamente, è una prospettiva piuttosto disincantata e "oggettiva" della vita; magari non rincuorante per tutti, certo, ma non è detto che la verità debba per forza esserlo sempre.Il buddismo non mi appare affatto una prospettiva "oggettiva" della vita. Proporsi addirittura il "traguardo ultimo dell'estinzione del ciclo delle (ri)nascite" mi appare come la massima esaltazione della soggettività, della volontà e della potenza umana.
Citazione di: Socrate78 il 09 Dicembre 2022, 12:01:29 PMInoltre se dopo la nostra vita ci fosse il Nulla, che senso avrebbe ad esempio imparare e studiare? Non avrebbe alcun senso ultimo, perché tutte le nostre conoscenze si perderebbero, quindi tutto sarebbe azzerato. Ancora di più, che senso avrebbe amare? Assolutamente nessun senso, anzi, sarebbe meglio non avere legami affettivi con nessuno, perché così non si soffrirebbe quando le persone a cui siamo legati muoiono. Come vedi se io assumo che dopo la morte vi è il Nulla, il modo di considerare il senso della vita cambia di molto, e se si è atei coerenti non si può che essere NICHILISTI. Saluti.Non capisco l'associazione tra ateismo e nichilismo, al contrario da ateista sono certo che il nulla non esiste. Sono morti miliardi di viventi e di uomini, ma alla loro morte non è subentrato il nulla. Lo stesso accadrà con la mia morte.
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2022, 14:47:17 PMEmbè, se questo è l'argomento è come chiedere a Zelensky se la Crimea è russa o ucraina, all'oste se il vino è genuino, al ciarlatano se il suo siero immunizza,...
Ma cosa vuoi che dicano gli armatori stranieri della flotta negriera ? Noi armiamo le navi e ce li portiamo tutti a casa invece di scaricare il "carico" in Italia ? Magari qualche argomento giuridico più serio, no
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2022, 07:49:39 AMLa prima norma da far valere è la territorialità del traghetto impiegato. Uovo di Colombo che finalmente un ministro della giustizia, Nordio, ha tirato fuori dall'impolverato armadio delle collusioni.Dimostrando che di diritto internazionale non ci capisce nulla.