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Messaggi - doxa

#211
Riflessioni sull'Arte / Re: "The golden fish"
29 Agosto 2024, 17:07:26 PM
ci sono alcune versioni della fiaba "Il pesciolino d'oro".

Le più conosciute sono quella scritta dai Fratelli Grimm, pubblicata nel 1812, e quella dello scrittore e poeta russo Aleksandr Sergeevič Puškin, pubblicata nel 1832.

Comincia così:

"Sul mare-oceano, sull'isola di Bujan, c'era una volta una piccola casetta, un'izba decrepita, nella quale vivevano due persone anziane e povere. Lui confezionava le reti da pesca e andava al mare per prendere i pesci. Ne prendeva solo quanto ne bastava per il vitto quotidiano.

Una volta l'uomo lanciò la rete, cominciò a tirare e si accorse che era molto pesante. Guardò: la rete era vuota; c'era solo un pesciolino, ma d'oro.

Il pesciolino con voce umana disse al vecchio: "Non prendermi. Se mi lasci tornare nell'azzurro mare ti sarò riconoscente: farò quello che vorrai".


illustrazione del pittore russo Valentin Alexandrovich Serov, Il pesciolino d'oro.

Il vecchio ci pensò, poi disse al pesce: "Che bisogno ho di te? E lo lanciò in mare, poi tornò a casa e... ebbe problemi con la moglie ...

#212
Varie / Villa Pisani, mostra fotografica
28 Agosto 2024, 18:22:24 PM
Villa Pisani


Villa Pisani, situata nella riviera del fiume Brenta, a circa 10 minuiti da Padova e 20 minuti da Venezia.

L'edificio ha 114 stanze. Fu la villa "estiva" della nobile famiglia Pisani, del patriziato veneziano.  Ospitò dogi, re e imperatori.

Questa residenza del Settecento oggi è un museo nazionale che conserva arredi e opere d'arte del Settecento e dell'Ottocento, tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo "Gloria della famiglia Pisani", affrescato sul soffitto del maestoso salone da ballo.

Nel parco c'è lo scenografico labirinto di siepi, l'orangerie, le serre con piante tropicali.

In questa villa-museo fino al  27 ottobre c'è la mostra fotografica di Federico Garolla (Napoli, 1925 - Milano, 2012). 

Questo  bravo giornalista  e fotografo colse la vita culturale italiana in una serie di racconti fotografici che ritraggono pittori, scrittori, musicisti, attori e attrici di cinema e teatro, ma anche la gente comune, le tematiche a sfondo sociale; con empatia colse il realismo del dopoguerra: la quotidianità di tante persone che cercavano di sottrarsi alla miseria facendo lavori molto faticosi, adatti ai buoi o ai muli 

La seguente immagine è eloquente


nei pressi di Villa Pisani, Stra (prov. di Padova)
#213
Riflessioni sull'Arte / "The golden fish"
26 Agosto 2024, 10:13:05 AM

Paul Klee, "The golden fish" (il pesce d'oro),  olio e acquerello su carta, 1925,  Kunsthalle di Amburgo

In questo famoso dipinto il pesce d'oro sembra mettere in fuga gli altri pesci.

Nel mare blu ondeggiano piccole piante acquatiche. E' evidente  il contrasto tra la centralità del lucente pesce d'oro e i colori tenui  degli altri pesci che si  dirigono verso  gli angoli del quadro.

Oltre  per l'uso del colore, "The Golden Fish" si distingue anche per le sue forme astratte e geometriche.

"Se si pesca il pesce d'oro e lo si lascia tornare in mare, ogni desiderio potrà essere esaudito", afferma un detto popolare russo.

Invece il cantante Fabrizio De André nella canzone titolata "Le acciughe fanno il pallone"  dice:

[...] Bottiglia legata stretta
Come un'esca da trascinare
Sorso di vena dolce
Che liberi dal male.
Se prendo il pesce d'oro
Ve la farò vedere
Se prendo il pesce d'oro
Mi sposerò all'altare".
[...]

Il pittore Ernst Paul Klee (1879 – 1940)  con i colori esprimeva le sue emozioni e gli stati d'animo.
Fu un esponente dell'astrattismo, il movimento artistico che esula dalla rappresentazione di oggetti reali. Usa un linguaggio visuale di forme, colori e linee per creare composizioni pittoriche e scultoree.

Per Klee l'arte non è riproduzione della realtà: "L'arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è."  Egli descrive la sua arte come una delle sole forme capaci di riprodurre l'invisibile, distaccandosi dalla percezione sensibile.

Il pittore deve rendere visibili gli altri mondi possibili, andando oltre la realtà del visibile, così inquieta le coscienze, tende al mistero, rivela quella bellezza che si manifesta come un'epifania sempre nuova.  :)
#214
Riflessioni sull'Arte / Estate
21 Agosto 2024, 17:54:19 PM
A Milano, in piazza della Scala, fino  al 29 settembre nel museo Gallerie d'Italia c'è la mostra dedicata al pittore piemontese Felice Carena (1879 – 1966). Sono esposte oltre cento sue opere.

La mostra antologica, divisa in sei sezioni espositive,  ricostruisce i passaggi della sua ricerca estetica, esistenziale e spirituale.


Felice Carena, Estate (L'amaca), olio su tela, 1933, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino

La giovane donna dorme tranquilla su un'amaca tesa tra due alberi, in un paesaggio naturale.

Indossa un abito bianco. Ha la testa poggiata su un cuscino. Un telo decorato protegge il corpo dalla rete.

La ragazza e l'amaca sono realizzate con colori chiari e creano un'ampia zona illuminata nel primo piano.

Il formato orizzontale del dipinto asseconda la rappresentazione del corpo disteso.
#215
Ultimo libro letto / Scontri di potere
20 Agosto 2024, 10:40:38 AM
1783: nella grande sala del Palazzo dei Normanni, c'erano i rappresentanti del Parlamento siciliano: principi e marchesi, conti e baroni. Uno di essi si rivolse al viceré di Sicilia, il marchese Domenico Caracciolo, riformatore e illuminista, dicendogli: "Eccellenza, il popolo lo vuole".

Il marchese Caracciolo con voce imperiosa rispose loro: "Quale popolo ? Quello che comandate voi, quello che è vostro schiavo ?".

"Il popolo si diverte e spende, ma in cosa ? In veri e propri baccanali. Altro che festa e festino, sembra arrivato ogni volta il regno di Satana ...".

Il rimprovero del marchese Caracciolo lasciò silenti i nobili presenti.

Ma dopo,  re Ferdinando IV di Borbone, re delle due Sicilie, accolse la petizione dei nobili palermitani e concesse che la festività in onore di Santa Rosalia durasse, come da tradizione, 5 giorni anziché 3, come sobriamente pretendeva il viceré.

All'inizio  del caldo  e afoso mese di luglio 1783, la popolare festa religiosa in onore di Santa Rosalia si trasformò in scontro di potere, da una parte gli "aristocratici arroganti e pieni di pregiudizi, arretrati nella gestione del potere, come nel Medioevo", dall'altra l'uomo che proprio il re Ferdinando IV aveva mandato a Palermo per fare le riforme, a cominciare dal fisco (utili a far uscire l'isola da una drammatica condizione di arretratezza economica e sociale) e limitare la strapotere  dei baroni, ostili a Napoli e arroccati nei privilegi feudali.

Modernità contro conservazione retriva. Diritti contro poteri capricciosi e irresponsabili. Leggi dello Stato contro il "merum et mixtum imperium", locuzione latina medievale, allude  alla delega  del sovrano ad un feudatario del  potere di amministrare la giustizia nel  feudo.

Il feudatario, deteneva il potere assoluto sull'intero suo territorio, ad eccezione dei beni della Chiesa, che erano immuni dalla sua giurisdizione.

I contadini rimanevano umiliati nei vincoli dei servi della gleba.

E' questo lo sfondo in cui Silvana La Spina ambienta il suo romanzo titolato: "L'ombra dei Beati Paoli" (edit. Neri Pozza).

Ha come protagonista "l'uomo del viceré", il barone Maurizio di Belmonte, bravo investigatore e persona gentile, che Caracciolo, dopo un periodo come diplomatico nelle corti di Londra e Parigi (dov'era diventato amico di Voltaire e di altri illuministi) aveva salvato dall'angoscia del "cupio dissolvi" e portato con sé a Palermo, quasi all'alba della Rivoluzione francese.

La trama del romanzo:  il marchese Camille de Gubernatis viene assassinato,  alcune lettere minacciano la nobiltà palermitana e tra alcuni aleggia il dubbio del ritorno di una setta di giustizieri, quella dei "Beati Paoli".

L'autrice del romanzo descrive anche le tensioni politiche e l'impetuosa forza di rinnovamento dell'Illuminismo, ma per responsabilità della corte borbonica a Napoli e le resistenze reazionarie della nobilità siciliana, si perde l'occasione del cambiamento, la possibilità di interrompere gli antichi privilegi nobiliari ed ecclesiastici.

Il re Carlo III di Borbone avrebbe voluto modernizzare il suo regno. Il suo Segretario di Stato, Bernardo Tanucci, ne rafforzava le convinzioni. Dialogavano di commerci e relazioni internazionali, scienze, nuove idee sul potere, i diritti e i doveri.

Poi Ferdinando IV ereditò le ambizioni del padre, Carlo III,  e Tanucci decise di impiegare l'intelligenza e il saper fare di Caracciolo per rinnovare anche la Sicilia. Venne studiata la riforma del catasto e il miglioramento delle condizioni sociali della povera gente. Ma nobili e clero non volevano i cambiamenti,  rifiutavano il pagamento delle tasse  sui loro grandi feudi e sui lussuosi palazzi e conventi.  E la volontà riformista del re Ferdinando si attenuò. L'influenza di Lord Acton sulla corte borbonica, in nome degli interessi della Gran Bretagna, bloccò il rinnovamento.

Leonardo Sciascia nel suo romanzo "Il consiglio d'Egitto" poneva sulle labbra sorridenti del viceré Domenico Caracciolo, in procinto di lasciare Palermo nel 1786 perché richiamato a Napoli come primo ministro, il seguente ambiguo quesito rivolto al suo amico avvocato Francesco Paolo Di Blasi: "Come si fa ad essere siciliani ?"
#216
Percorsi ed Esperienze / Giro di boa
16 Agosto 2024, 17:08:12 PM
Il 15 agosto è come un "giro di boa". Nelle gare nautiche la frase allude alla virata intorno alla boa per cambiare direzione, invece per molti  vacanzieri significa la fine del "tempo sospeso", l'intervallo tra il prima e il dopo, senza essere condizionati dallo scandire delle ore e dei giorni, dalla dittatura dell'orologio. 

Ci sono persone che hanno difficoltà ad adattarsi nello spazio-tempo sospeso, svuotato dai ritmi e dalle abitudini. Gli psicologi consigliano di non viverlo passivamente tale periodo.

I Righeira cantando direbbero che "L'estate sta finendo"... Fra circa un mese saremo avvolti dalla stagione autunnale.

Ripenso al mio tempo sospeso quando ero bambino e poi adolescente. Trascorrevo  le vacanze estive (tre mesi in un luogo di mare, l'Adriatico)  dai nonni e zii del ramo paterno.

Da adolescente io e lei andavamo in bicicletta sul tortuoso sentiero costiero, tra oliveti e vigneti, campi di grano e di girasole.





sullo sfondo le cime innevate del massiccio della Maiella

Quel sentiero s'inerpica su piccoli promontori che danno la sensazione di essere come un guardiano del faro che osserva dall'alto l'amato golfo: le onde mosse dalla brezza che si frangono sulla scogliera ed i gabbiani che cabrano sul mare turchese.





Reminiscenze..., pensieri che volano nel luogo dei ricordi...


gabbiani in volo sul mare
#217
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Pleiadi
12 Agosto 2024, 21:44:05 PM
Grazie Pandizucchero per la tua collaborazione nel far conoscere meglio le Pleiadi. 

Nel precedente post ho scritto

CitazioneAlle nostre latitudini appaiono alla fine della primavera e sono visibili fino all'inizio dell'autunno.
Un astrofilo mi ha fatto notare che ho sbagliato.  Ha detto che alla nostra latitudine le Pleiadi sono visibili dall'autunno e soprattutto in inverno. In questo periodo iniziano ad apparire in nottata.

La confusione con la visibilità dalla primavera potrebbe essere originata dal fatto che all'equinozio sorgevano prima dell'alba, la cosiddetta levata eliaca, verso il 2500 a.C. e che per i popoli mesopotamici significava l'inizio dell'anno e probabilmente erano legate anche all'agricoltura visto il periodo.

:'(
#218
Tematiche Culturali e Sociali / Pleiadi
12 Agosto 2024, 18:34:59 PM
Nel biblico libro  in lingua latina dedicato alla "Genesi",  c'è scritto: "Vocavitque Deus firmamentum Caelum. Et factum est vespere et mane, dies secundus" (= Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno; Gn1, 8).

Nella Bibbia il cielo è denominato "firmamentum", in quanto "firmatum", ossia reso stabile da leggi razionali e immutabili (ratis legibus fixisque).

Nel cielo c'è anche l'ammasso stellare delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Alcune di quelle stelle sono visibili ad occhio nudo: Alcione, Elettra, Atlante, Maia, Merope, Taigete, Pleione, Celeno e Asterope.



Alle nostre latitudini appaiono alla fine della primavera e sono visibili  fino all'inizio dell'autunno.

Sette di loro vengono dette le " Sette sorelle" e, secondo il mito greco, amano la danza. Esse sono:
Alcione, Celeno, Elettra, Maia, Merope, Sterope (o Asterope) e Taigete. 


Elihu Vedder, Le Pleiadi, olio su tela,  1885, Metropolitan Museum of Art di New York.

La più giovane, Merope, sposò il mortale Sisifo ed ebbe vari figli. Le altre si unirono con divinità dell'Olimpo: 
Maia, la più anziana, si unì a Zeus e generò  Hermes; anche Elettra e Taigete  preferirono unirsi a Zeus ed ebbero figli;  Alcione  e Celeno come partner preferirono Poseidon; Asterope, invece,  si accoppiò con Ares.


William-Adolphe Bouguereau, La Pleiade perduta (citata anche come "Merope abbandona le Pleiadi"),  olio su tela, 1884, collezione privata

Le Pleiadi hanno ispirato  artisti, scrittori e  poeti, cominciando da Omero, che nell'Iliade  le cita quando descrive lo scudo  che Achille usò per vendicare Patroclo uccidendo l'eroe troiano Ettore (libro XVIII, versi 478 – 608).

L'antico poeta greco Esiodo nel suo poema didascalico "Le opere e i giorni"  all'inizio del capitolo riguardante l'agricoltura, dice che quando sorgono le Pleiadi, figlie di Atlante, è tempo di  iniziare a mietere;  poi ad anno inoltrato, quando tramontano, è tempo di arare il terreno per prepararlo alla nuova semina.

Il "vate" Gabriele D'Annunzio decise di denominare i sette libri della sua raccolta  "Laudi" come le sette stelle delle Pleiadi, ma pubblicò solo cinque libri, cioè Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope.
#219
Estratti di Poesie d'Autore / "Il fiume e l'oceano"
11 Agosto 2024, 11:23:18 AM


"Il fiume e l'oceano"

"Dicono che prima di entrare in mare
il fiume tremi di paura.

Guarda indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vortici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.

Vede di fronte a sé un oceano in cui può
solo sparire per sempre.

Il fiume, però,
non può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell'esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
ed entrare nell'oceano.

Solo entrando nell'oceano
il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell'oceano,
ma di diventare oceano"
.

(Khalil Gibran)

Il noto  scrittore e poeta Kahlil Gibran nella sua poesia titolata "Il fiume e l'oceano"  simbolicamente evidenzia il timore per il cambiamento, insito nel nostro essere.

Infatti la nostra esistenza è come un fiume: con le sue anse, i vortici e le rapide,  ma procedendo ci  accorgiamo che si sta avvicinando la fine del viaggio: la foce si avvicina e s'intuisce l'immensità dell'oceano in cui stiamo per scomparire. Capiamo che dopo non sarà più ciò siamo, ma sarà altro, e parte di qualcosa di nuovo.

La paura della fine del  "viaggio"  viene superata pensando l'ingresso nell'eternità. In questa luce la morte è una frontiera, oltre la quale si presenta la parte nascosta della vita rispetto a quella dei giorni terreni.

Per chi non crede nell'immortalità è forse terribile morire senza essere vissuto davvero ed essere semplicemente esistito.
#220
Attualità / "Tormentoni estivi"
10 Agosto 2024, 07:18:26 AM
"Tormentoni estivi"



Stamane vi offro "canzoni".  Non fanno parte dei miei interessi culturali ma soltanto dal punto di vista sociologico.

"Tormentone estivo": espressione utilizzata in Italia per indicare una canzone che durante l'estate  ha ampia diffusione massmediatica, ma anche in discoteche.

La tradizione dei tormentoni estivi è duratura quanto attesa, inesorabile appuntamento di stagione che nessuna crisi economica, climatica o internazionale può scalfire.

Essi irrorano con letizia  il tempo delle vacanze con ritornelli vaporosi,  ritmi e melodie facilmente orecchiabili e ripetitivi,  testi di facile riconoscimento, spesso legati alla stagione estiva.

In una stessa estate possono essere individuati vari "tormentoni", anche se alcune canzoni hanno più successo di altre.

Da quanto leggo su giornali e libri, le estati degli italiani sono cambiate e molto, da quando nel 1960 arrivarono sul mercato musicale le prime "creature", da annoverare tra le avanguardie dei tormentoni. Ne elenco alcune. Lascio a voi le integrazioni e le correzioni.

Nel 1959 venne incisa la canzone "Tintarella di luna", portata al successo da Mina nel 1960. Da allora, ogni estate, arriva l'onda anomala di motivi musicali festosi che evocano spiagge e balli.

Nel 1961 il cantautore italiano Nico Fidenco lanciò il brano "Legata ad un granello di sabbia".

Negli anni '60 ebbero successo le canzoni di Edoardo Vianello,, considerato il "re  dei tormentoni estivi", con brani come "Abbronzatissima", "Guarda come dondolo" e "I Watussi".

In quel periodo altre hit da considerare tormentoni estivi sono: "Stasera mi butto" di Rocky Roberts, "Azzurro" di Adriano Celentano, "Acqua azzurra, acqua chiara" di Lucio Battisti.

Negli anni '70 hit estive di successo interpretate da giovani cantautori, ad esempio Umberto Tozzi con "Ti amo", "Tu", "Gloria"; Donatella Rettore con "Splendido splendente", Alan Sorrenti con "Tu sei l'unica donna per me" e "Figli delle stelle".

Negli anni '80 il primo esempio si ha con il brano "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto, del 1981, un semplice ballo di gruppo: il testo indica i gesti da eseguire; nel 1983  il duo "I Righeira" cantarono tormentoni estivi di grande successo: "Vamos a la playa" e "No tengo dinero",  nel 1985 "L'estate sta finendo.

Nello stesso decennio come dimenticare Giuni Russo con "Un'estate al mare", "Tropicana" del Gruppo Italiano, "Lambada" dei Kaoma nel 1989. 

Gli anni '90: "Un estate italiana" di Edoardo Bennato e Gianna Nannini; "Mare mare" di Luca Carboni; "Solo una volta (o tutta la vita)" di Alex Britti; Macarena dei Los del Rio nel 1993.

Negli anni 2000 i tormentoni estivi sono brani dal successo effimero: "Tre parole" di Valeria Rossi, "Vamos a bailar" di Paola e Chiara; "La camisa negra" di Juanes, "Bruci la città" di Irene Grandi.

Gli anni 2010 e 2020 consolidano il successo del rap. Da ricordare "Non vivo più senza te" di Biagio Antonacci; "Riccione" dei Thegiornalisti", "Makumba" di Noemi.

Al rito non si sfugge nemmeno quest'anno. Il "martellamento" è costante. Vincitori sono "Sesso e Samba" di Tony Effe e Gaia;  Mahmood con "Ratata".

Mettere a segno un tormentone estivo, ancora, oggi, è una delle maggiori ambizioni dei cantanti. Serve per non arenarsi, per non essere inghiottiti dal vuoto cosmico.  :)
#221
Quanti anni aveva Lucia  Mondella? Ne "I Promessi sposi"  Alessandro Manzoni non lo dice.

Nel settimo capitolo del romanzo descrive la "sperada" della ragazza:  spilloni o spadine disposti  a semicerchio per bloccare le trecce intorno al capo: 


"I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de' raggi d'un'aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami. Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand'in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare".

In Brianza la "sperada" veniva denominata "guazza", nome derivato da "coazza", che significa chioma intrecciata. Veniva anche detta "raggiera".

I capelli venivano raccolti  ai lati della testa in due trecce, poi unite per formare un cerchio sulla nuca e successivamente bloccate inserendo gli spilloni all'attaccatura dei capelli, all'altezza dei lobi delle orecchie.

C'erano diversi tipi di spilloni, per esempio:

spilloni con due "sponton" (spuntoni) che venivano infilati nelle trecce;

piccoli spilloni a testa piatta detti "spadinn" (spadine), realizzati in diverse varianti e decorazioni;

spilloni a forma di cucchiaino, 2cugiarett", detti "fusellini" o spazzaoregg ("spazzaorecchie") se terminanti a paletta concava.


contadine brianzole con la "sperada",  fine XIX secolo.



Giovanni Segantini, Zampognari in Brianza, olio su tela 1883-1885 circa, Tokyo, National Museum of Western Art
#222
Riflessioni sull'Arte / Ore calde
14 Luglio 2024, 19:30:52 PM
In questo pomeriggio d'estate voglio farvi vedere un dipinto attinente alla calda stagione.


Antonio Maria Nardi, Ore calde, 1938 olio su tavola, cm 120 x 100, collezione Adriano Nardi, nipote dell'autore.

Il dipinto potete ammirarlo insieme ad altri quadri nel Castello Estense di Ferrara, dove è in corso fino al 26 dicembre  la mostra titolata: "Antonio Maria Nardi. I colori della vita".

Questo artista nacque a Ostellato (prov. di Ferrara) nel 1897 e morì a Bologna nel 1973.

La retrospettiva dedicata al Nardi presenta al pubblico oltre settanta opere tra dipinti, disegni a china e acquerelli.


Antonio Maria Nardi, Estate, 1924, olio su tela, collezione privata

Nel castello estense di Ferrara fino al 26 dicembre c'è anche la mostra titolata "Eterna pittura",  dedicata  Maurizio Bottoni, nato a Milano nel 1950. I suoi soggetti preferiti  sono le nature morte, i paesaggi e i ritratti. 

Nelle opere di questo pittore sono numerosi i richiami ai dipinti, ai disegni e alle incisioni di grandi artisti del primo Cinquecento come Albrecht Dürer, ma ha riferimenti anche del nostro tempo, come la figurazione di Giorgio De Chirico e di Pietro Annigoni.
#223
p. s. ho sbagliato, ho scritto Niko, ma il mio post di risposta è dedicato a Pio  ::) :))

#224
Ciao Niko,

perché limitarsi soltanto ad una "onesta badante" ? Se lui e lei per vari motivi sono soli perché non farli  provare a farsi compagnia ? In merito, nel novembre 2022, in questa sezione cominciai un topic titolato: "Che ne diresti di dormire insieme ?" Fu ispirato dal romanzo "Le nostre anime di notte" (titolo originale "Our souls at night"),  dello scrittore statunitense Alan Kent Haruf (1943 – 2014).

Nel post citai lo scrittore e poeta Milan Kundera. Nel suo romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere" scrisse: "Fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse, ma quasi opposte.
L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un' unica donna)". 

Infatti dormire insieme è la dimostrazione di reciproca fiducia,  di intimità tra due persone, ancora di più che fare sesso.

Si accetta di restare incoscienti in balia di  una persona che può scegliere se proteggerci, rassicurarci o approfittarne per farci del male. 
#225
Riflessioni sull'Arte / Re: Angel of grief
06 Luglio 2024, 10:50:51 AM
"Ricordami"

"Tu ricordami quando sarò andata
lontano, nella terra del silenzio,
né più per mano mi potrai tenere,
né io potrò il saluto ricambiare.

Ricordami anche quando non potrai
giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
ricorda e basta, perché a me, lo sai,
non giungerà parola né preghiera.

Pure se un po' dovessi tu scordarmi
e dopo ricordare, non dolerti:
perché se tenebra e rovina lasciano

tracce dei miei pensieri del passato,
meglio per te sorridere e scordare
che dal ricordo essere tormentato".


Christina Rossetti



Questa poetessa nacque a Londra il 5 dicembre 1830 e vi morì il 29 dicembre 1894.

Era la sorella di Dante Gabriel Rossetti, uno dei fondatori del "preraffaellismo".

Questi due personaggi sono a me ben noti, erano figli di Gabriele Rossetti, poeta, critico letterario e patriota antiborbonico;  nacque a Vasto, lo stesso luogo dei miei avi del ramo paterno.