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Messaggi - bluemax

#212
Citazione di: Duc in altum! il 09 Dicembre 2016, 13:56:37 PMBah, sarà pure, rispetto la tua fede, ma preferisco la gioia nella speranza che domani mi farò violenza nella mia psicosi mistica pur di non tradire mio fratello, alla tristezza di essere un personaggio programmato rassegnato, senza meriti e difetti, nel video-gioco accidentale (perdipiù!!) dell'Universo,

Ma per favore... :o  penso che il giornalista stesso (impazzito quanto un "profeta") abbia elaborato questa estrosa teoria, giacché nella pratica, andando oltre la percezione dei sensi, in quella misteriosa ma diligente coscienza, si afferra intuitivamente che la responsabilità della scelta/decisione è direttamente proporzionale con la nostra libertà e quindi la susseguente serenità esistenziale o perfetta letizia che essa contiene.
Aspetta... la mia è ricerca (che non ha nulla a che fare con la fede. Fedele lo sono i cani, spesso per tornaconto, le persone si spera siano leali) da non confondere col buddismo.
Il buddismo parla di rinascita e continuità della mente sia prima che dopo la morte (che poi la morte per il buddismo è semplice cambiamento semplice effetto di  cause). Proprio per questo volevo sapere se il concetto di "rinascita" è comunque un qualcosa che il nostro "sè" crea per non affrontare la sua inesistenza. La domanda è tutta qua. Il buddismo viene prima di questo, quindi non parlare in termini religiosi ti prego. Io sto' cercando di andare oltre ;)

ciao :)
#213
Citazione di: Apeiron il 09 Dicembre 2016, 12:55:59 PM
Il Buddha non ha mai dichiarato apertamente che "Il Sé (Atta/Atman) non esiste". Ha dichiarato invece che non bisogna identificarsi con nulla ("questo non sono io, questo non è mio, questo non è il mio sé"). In sostanza Anatta non significa inesistenza del sé ma è un processo di disedintificazione. Da quello che ho capito io è simile al Neti-Neti dell'Advaita Vedanta con la differenza che questo "metodo" alla fine ti fa trovare il "vero Sé" mentre l'Anatta non ti fa mai trovare il Sé. Da qui a dire che il sé non esiste però c'è una bella differenza.

Chiedo conferma a Sariputra su questo punto comunque, lui ne sa sicuramente di più.

Quanto alle neuro-scienze non hanno stabilito che l'io non esiste. Siamo ben lontani da ciò. Inoltre se "siamo" uno spirito immateriale le neuro-scienze non lo troveranno mai perchè non è il loro campo di indagine. Non confondiamo le cose!
Inoltre il buddismo non è stato "confermato" dalle neuro-scienze: la dottrina dell'orginazione dipendente si fonda sui dodici Nidanas e non sulla causalità materiale. Inoltre le neuro-scienze sono per definizione riduzioniste (metodologicamente lo devono essere) quindi la teoria dei cinque skhandhas, le rinascite, la vacuità ecc non possono essere comprese con un approccio scientifico (altrimenti si cade nel "western buddhism").

Comunque qui http://www.canonepali.net/ trovate molti discorsi del Buddha. Partirei da qui per farmi un'idea del buddismo...

Il Buddha poi non è un determinista...
Ti ringrazio molto per la tua collaborazione (con il link riportato). Unico appunto che mi sento di darti è quello che è ovvio che le neuroscienze non hanno negato l'esistenza di un sè... effettivamente è oggetto di studio quindi deve per forza esistere... ma hanno confermato che quella "sensazione" è solo illusoria... anche una illusione esiste se ci pensi... ma è cosa diversa dalla realtà e le neuroscienze studiano appunto tale "fenomeno" insieme alla "coscienza".
Considera che nell'ultimo anno sono stati fatti passi da gigante sull'indagare su questo fenomeno. Già testi dell'anno passato sono ormai superati se confrontati con i nuovi studi, farmaci e scoperte relative al cervello. :)
E' stata confermata persino l'illusione che il "sè" ha di essere "continuo ed ininterrotto nel tempo" ... eppure la nostra sensazione di coscienza ha numerosissimi tempi di pausa durante l'arco di 24 ore... (basti pensare a quando dormiamo e la coscienza viene temporaneamente sospesa dal cervello perchè inutile spreco di energie).

Ma siccome sono ormai due decenni che sto studiando seriamente il buddismo (inizialmente la via del diamante per poi approfondire con il mahayana) è ovvio che ad un certo punto... la crescita interiore (almeno per me) necessità di andare sempre piu' a fondo nelle cose. E da qui la mia ricerca su concetti fondamentali del buddismo quali vacuità, impermanenza, nobili verità, 4 sigilli ecc... ecc... ecc... 

Se la ricerca finisce, sempre secondo me, si ha quella sgradevole sensazione di avere il SAPERE... e di conseguenza la bruttissima sensazione di essere nel giusto e gli altri nello sbagliato e da qui... l'oblio mentale e spirituale. Del resto... "se incontri buddah... uccidilo... :D ) 

grazie di cuore...  ciao :)
#214
Citazione di: Duc in altum! il 09 Dicembre 2016, 12:18:29 PM
**  scritto da bluemax:
Citazionebeh... io per libero arbitrio intendo la possibilità di compiere una scelta differente nelle medesime circostanze spazio-temporali.
La risposta è unanime. Ed è che non vi è alcuna possibilità di fare una scelta differente da quella fatta.
Non sono ben sicuro di aver compreso la tua risposta, spero di non sbagliarmi, quindi tu sostieni che se domani io tradisco mio fratello non avrei altra possibilità?  ???
Spero, stavolta, di essere stato io ben chiaro.  :-[
Se domani prenderai la decisione di tradire tuo fratello, potevi prendere solo quella decisione e nessun altra :) 

questo video lo spiega in modo molto semplice... anche se dietro di esso ci sono migliaia di processi mentali INCONSCI quasi istantanei... 

https://www.youtube.com/watch?v=83weUO1vhgA
#215
Citazione di: sgiombo il 09 Dicembre 2016, 10:37:23 AM
Citazione di: bluemax il 08 Dicembre 2016, 17:14:23 PM
Citazione di: bluemax il 08 Dicembre 2016, 17:14:23 PME' evidente che c' è stato un fraintendimento da parte mia.
Infatti avevo inteso la tesi buddista da te accennata in apertura di questa discussione ("Il concetto di vacuità (ossia l'assenza di esistenza intrinseca o a se stante di tutti i fenomeni ma il suo esistere dipende solo da cause e condizioni esterne. Questo vale anche per la mente) è altro capisaldo del buddismo") nel senso che, se questo vale anche (e dunque non solo) per la mente, allora vale anche, esattamente allo stesso modo per il mondo materiale, cervello compreso (cioé per tutti i fenomeni, per quelli materiali esattamente come per quelli mentali).
Da quanto scrivi ora evidentemente non è così, dal momento che tu (e con te il buddismo?) ritieni (secondo me erroneamente) i cervelli (e credo, e se segui fino in fondo la Churchland è certamente così, la materia in generale) non affatto "vacui", ovvero privi "di esistenza intrinseca o a se stante", come "tutti i fenomeni" il cui "esistere dipende solo da cause e condizioni esterne".
E' evidente, se segui la Churchland, che per te solo la mente, e non il cervello é "vacua" in questo senso, mentre la materia (che comprende i cervelli) non è affatto priva "di esistenza intrinseca o a se stante", come "tutti i fenomeni" il cui "esistere dipende solo da cause e condizioni esterne".
Mi dispiace per il fraintendimento: " come non detto" ciò che affermavo nel precedente mio intervento.

no... forse siamo andati fuori percorso :) colpa mia... ti spiego cosa intendevo dire in poche parole.
Il buddismo asserisce (e secondo me giustamente avendo fatto studi scientifici è del tutto logico ed evidente) che ogni fenomeno "composto" è per sua natura impermanente, (1° sigillo), ogni fenomeno è privo di un sè (4° sigillo). 
Ovviamente sia la materia (il cervello) che gli stati mentali (pensieri) sono per loro natura impermanenti e privi di un sè intrinseco ed indipendente ma sono semplici manifestazioni.
E questo è (almeno per me) un caposaldo sia a livello spirituale che a livello scientifico.

Da qui poi il dubbio...

avendo capito che questo corrisponde al vero (almeno per me) ed avendo intuito che quel sè che pensiamo esistere in modo intrinseco ed indipendente dal resto dell'universo mi ha portato a studiare la cosa da un punto di vista neuroscientifico e mi sono accorto che le neuroscienze confermano il tutto. Sia con deduzioni logiche sia con esperimenti su pazienti che avevano perso la sensazione del "sè" (in alcuni casi, persone avevano paura delle loro stesse mani perchè non sapevano di chi fossero. Ma questa è altra storia).

Da qui la domanda... 

Mi chiedevo se il concetto di "rinascita" o "reincarnazione" (per non parlare della creazione mentale di una divinità o paradisi ecc... ecc... ) sia frutto del fatto che il cervello non ha possibilità di funzionamento senza la creazione di questo "sè" illusorio dato che nel buddismo si da molta enfasi al concetto di "rinascita" (diverso da reincarnazione).
Il cervello infatti, non potendo fare a meno del "sè", non puo' pensare ad uno stato dove questa illusione non esista. E quando pensa al nulla, o all'infinito o alla sua "fine", dato che non puo' fare a meno di se stesso, per non andare in "corto-circuito" trova una soluzione inventandosi una "rinascita" o una divinità per "tranquillizzarsi".

Ovvio che per me sia il cervello (materia) che un suo prodotto (mente) risponde pienamente al concetto di vacuità ma, siccome ho percepito in meditazioni molto profonde, l'illusione dell' IO mi sono chiesto e chiedo a sariputra se il concetto di rinascita sia ancora valido. Anche perchè dopo aver compreso il concetto di vacuità del se, la rinascita o reincarnazione o altro... perde di ogni significato... nel senso che è tutto perfetto cosi' :) tutto va come deve andare :) 


ciao e grazie del tuo intervento... ci sono delle osservazioni molto acute :)
#216
Citazione di: Duc in altum! il 08 Dicembre 2016, 21:56:39 PM
**  scritto da bluemax:
CitazioneSpiega molto bene la mancanza del libero arbitrio o meglio... come il cervello si illude di avere la possibilità di compiere una scelta.
Dunque se il cervello s'illude, di chi è il merito (giacché la soddisfazione si percepisce, ...eccome!) di aver compiuto una scelta piuttosto che un'altra?
beh... io per libero arbitrio intendo la possibilità di compiere una scelta differente nelle medesime circostanze spazio-temporali.
La risposta è unanime. Ed è che non vi è alcuna possibilità di fare una scelta differente da quella fatta.

Praticamente, ogni volta che il nostro cervello sceglie (da notare come il nostro "io" illusorio si riferisce al cervello come "a quello" mentre in realtà è proprio il cervello che stà formulando questo ragionamento :) ) non fa altro che "pescare" dalle precedenti esperienze una situazione simile che ha avuto un esito "registrato" come positivo e dopo aver scelto la comunica al proprio "io" vestendola come scelta. Il libero arbitrio è una sorta di "illusione necessaria" per poter migliorare le scelte future. In sostanza, se siamo davanti una scelta es il nostro illusorio io ci suggerisce di prendere la pillola blu anzichè la rossa, in realtà il cervello ha già pescato qualche istante (ma proprio istante) di tempo prima la risposta più adatta basandosi sul subconscio (insieme di ricordi, scelte e risultati effettuati in passato ecc... ecc... ) che ovviamente non è da "noi" controllabile. Soltanto in un secondo momento la decisione (che non è una nostra decisione) ci arriva alla coscienza travestita da libera scelta :)
#217
Citazione di: sgiombo il 07 Dicembre 2016, 22:07:50 PM
Citazione di: bluemax il 07 Dicembre 2016, 16:45:14 PM
Citazione
le neuroscienze studiano il cervello comprese le sue necessarie correlazioni con i fatti di coscienza.

Ma questi ultimi in linea di principio potrebbero anche non accadere affatto e il funzionamento del cervello, così come tutto il resto della natura materiale di cui esso fa parte e che le scienze naturali -in particolare le neuroscienze- studiano accadrebbe esattamente così come accade (essendo inoltre di fatto, ma non necessariamente in linea di principio, accompagnato, in talune sue determinate evenienze, dalla coscienza): come ha notato il filosofo australiano David Chalmers, qualcuno o anche tutti gli altri uomini con cui abbiamo a che fare potrebbero in linea teorica, di principio, essere dei meri zombi privi di coscienza, e non potremmo accorgercene in alcun modo, nulla di nulla cambierebbe per le neuroscienze.

Qui "finiscono le neuroscienze" (non é poco, ma le loro "competenze" di scienze naturali volte alla conoscenza scientifica dei dati empirici del mondo fisico, non si estendono a eventuali -e sempre più che lecite, ovviamente- "elucubrazioni ulteriori" di natura metafisica).
La filosofia ci può fare ipotizzare (ed eventualmente credere; ci può indurre a considerare, non dimostrare) che le sensazioni interiori o mentali siano manifestazioni fenomeniche a un soggetto in sé delle sensazioni in generale -l' "io"- di un oggetto a sua volta costituito dal, o coincidente con il, soggetto stesso; e che le sensazioni esteriori o materiali siano manifestazioni fenomeniche al soggetto in sé delle sensazioni in generale -sempre l' "io"- di oggetti in sé dal soggetto stesso diversi, distinti, altri.
Ma le sensazioni interiori o mentali (le manifestazioni fenomeniche dell' oggetto in sé "io") sono comunque
altrettanto reali (nè più, né meno) di quelle esteriori o materiali, delle quali fanno parte i cervelli (le manifestazioni fenomeniche di oggetti in sé "diversi, altri dall' io"). Cioé esattamente allo stesso modo sono reali unicamente come insiemi e successioni di enti ed eventi fenomenici reali unicamente in quanto tali, cioé unicamente se e quando e fintanto che accadono in quanto insiemi e successioni di sensazioni.

Il cervello (il quale é reale nelle esperienze coscienti di chi -direttamente o indirettamente- lo esperisce empiricamente; e non viceversa: le esperienze coscienti non sono reali nei cervelli, contrariamente a neuroni, assoni, potenziali d' azioni, eccitazioni e inibizioni trans.-sinaptiche, ecc.: ben altre cose!) é "illusione fenomenica, apparenza sensibile esattamente come (né più né meno de-) i pensieri, i sentimenti, desideri, appagamenti e non appagamenti di desideri, ecc.

E la coscienza e l' autocoscienza che accompagna il funzionamento dei cervelli (unicamente di quelli umani, secondo me, per quanto riguarda l' autocoscienza) non ha alcuna funzione biologica evolutivamente spiegabile, contrariamente ai fatti meramente materiali della neurofisiologia (del funzionamento dei cervelli) che ad essa necessariamente si accompagnano e biunivocamente corrispondono (ma anche viceversa).

ciao :) 
c'è un bellissimo libro uscito da poco si intitola "il cervello come IO" e raccoglie le ultime scoperte in ambito neuroscientifico riguardante lo studio del cervello. E' un libro a dir poco "illuminante".
Spiega molto bene la mancanza del libero arbitrio o meglio... come il cervello si illude di avere la possibilità di compiere una scelta. Parla di come funzione la coscienza... come mai quando dormiamo questa sensazione di coscienza svanisce... e sopratutto affronta quello strano fenomeno che si crea in determinate situazioni (perchè non sempre la coscienza del sè è presente, ad esempio quando dormiamo svanisce totalmente) che ci fa credere di essere "qualcuno".

Vi sono esempi molto calzanti... 
la spiegazione è anch'essa di una semplicità estrema.
Il compito del cervello tra le varie cose (quali regolare il battito cardiaco, la temperatura corporea, il respiro ecc... ecc... ) è unicamente quella di favorire le cellule del nostro corpo che lo hanno "eletto" come "governante" (scusami l'esempio poco calzante ma questa cosa viene trattata in diversi capitoli).

Quando il cervello viene INVASO da miriadi di luci e colori (la retina viene sollecitata dai fotoni) durante l'evoluzione si è creato un problema. E' il mondo esterno a "muoversi" (le luci esterne si muovono) oppure è l'occhio o il collo o le gambe che stanno compiendo un movimento quindi siamo "noi" a spostarci ? (praticamente la sensazione che si prova in treno quando vediamo il treno a fianco a noi muoversi. Solo dopo capiamo se siamo noi a muoverci o il treno accanto).

Bene... questo problema evolutivo è stato risolto con la creazione da parte del cervello di un illusorio "IO" da mettere in relazione con il mondo circostante. Se la retina è invasa dalle luci e la sensazione tattile del movimento degli organi non c'è il cervello deduce che è il mondo esterno a muoversi. In caso contrario sono "io" (notare le virgolette) :) 

Quando dormiamo ad esempio l' IO scompare... non esiste... ma il cervello continua ugualmente a compiere le sue azioni. 
La sensazione di coscienza invece è un po' piu' complessa in quanto è (in poche parole) l'interesezione delle mappe mentali che il cervello usa per svolgere le proprie funzioni. :) 
ogni suono, ogni colore che genera una forma, ogni sensazione tattile, ogni gusto usa una MAPPATURA. 

beh... ora non voglio farla lunga anche perchè leggo solo libri di neuroscienze, non sono un neuroscenziato (anche se la cosa mi piacerebbe molto :D ) ed in questi libri ci trovo moltissimo degli insegnamenti buddisti.

Unica cosa che non capisco... appunto... è la cosidetta "rinascita" che per quanto mi riguarda non è ne necessaria ne tanto meno logica. e per questo chiedevo a sariputra se questa "voglia" di esistere che ha il proprio IO (che il cervello per funzionare non puo' farne a meno) sia la risposta a questo concetto di "rinascita".

Che per altro, studiando da ormai 12 anni buddismo mahayana, non mi pare che buddah ne abbia mai parlato... :) 

ciao :)
#218
Citazione di: Sariputra il 07 Dicembre 2016, 15:54:12 PM
@bluemax scrive:
ora la domanda... quando viene compresa la vacuità penso (forse erroneamente) che il resto degli insegnamenti perda di importanza (se non di significato) o qualcosa mi sfugge ?

Perdono di importanza e di significato se si raggiunge la buddhità (Nibbana). Ma le cause dell'attaccamento alle idee condizionate non si esaurisce semplicemente con la comprensione intellettuale del concetto di vacuità. Pertanto, come giustamente scrivi:

E' importante però non limitarsi ad una mera comprensione intellettuale, ma cercare invece di praticarlo quotidianamente anche se molto difficile.

Il concetto compreso di "vacuità ( shunyata) dovrebbe spingere alla pratica della realizzazione esistenziale , se così si può dire, della condizione.  Il rischio è di diventare degli "adoratori" della vacuità. Ovviamente questo sarebbe un assurdo dal punto di vista del Dhamma...
Quando , nel sutra del Cuore, il bodhisattva Avalokiteshvara si rivolge al mio omonimo Sariputra rivela: "Forma è vuoto, vuoto è forma. Così anche per i quattro restanti skandha".
Normalmente si mette l'accento sulla prima parte ( forma è vacuità di forma), ma bisogna considerare anche la seconda parte (La vacuità è forma). Questo per non cadere in due errori basilari: ritenere che la vacuità esista indipendentemente  dalla forma (questo porterebbe all'estremo positivo dell'eternalismo, darebbe uno statuto ontologico alla vacuità) e quello di ritenere che la forma venga annientata dalla sua vacuità ( quest'altro porterebbe all'estremo negativo del nichilismo, ambedue chiaramente rigettati dal Buddha come concezioni erronee della realtà). La vacuità è essa stessa priva di esistenza intrinseca, infatti se ne può parlare solo in rapporto alla forma: se non c'è forma , non può esserci vacuità della forma. L'aspetto più problematico è l'aspetto paradossale o "illogico" del concetto di Shunyata. Come può un elemento della realtà essere e non-essere nello stesso identico istante? Per risolvere, o almeno mitigare questo dilemma, dobbiamo tenere bene a mente che la concezione intellettuale della Vacuità non è la Vacuità di per sé. La prima è un'astrazione proiettata e creata dalla mente degli uomini, mentre la seconda è un'esperienza diretta in cui ci si imbatte nell'Illuminazione. questo significa che la Shunyata concettuale è enormemente differente dalla Shunyata esistenziale. Possiamo crearci un concetto di Shunyata, ma non possiamo percepire direttamente la Shunyata in sè mediante la concettualizzazione. Se anche sembra che il concetto di Vacuità sia in contrasto con quello di Essere ( bhava ), la Shunyata in sé non è in opposizione con gli esseri.
Se la Shunyata fosse qualcosa si potrebbe dire che è in opposizione a qualcos'altro, ma siccome la Shunyata non è per niente un "qualcosa", come potrebbe essere in opposizione o in contraddizione a qualcosa? "La forma è vuoto e il vuoto è forma" è una descrizione di una realtà esistenziale, non una teoria filosofica astratta. Quando il bodhisattva Avalokiteshvara dice "la forma è vuoto", non ha intenzione di dare a chi lo ascolta un'idea o un concetto; tenta solamente di riferire, con i limiti strutturali del linguaggio, un'esperienza di prima mano assai, assai difficile da descrivere. Dal momento che tutti i nostri concetti sono per natura limitati dal linguaggio stesso, qualsiasi concetto di Vacuità fallisce necessariamente il suo scopo. Così si finisce che la formulazione di un concetto di Shunyata annulla di solito il suo fine. Per questo i "saggi illuminati" rimangono in silenzio... :)
Come possiamo fare per non considerare la vacuità un qualcosa ?  La difficoltà mi pare inevitabile e può essere smantellata solo tramite realizzazioni dirette, esistenziali della vera vacuità. Però aggiungerei che, anche se la Shunyata non è di per sé un concetto, farsi un concetto della stessa può aiutare a colpire un bersaglio altrimenti irraggiungibile. Ovviamente, anche qui, come la famosa zattera che ci porta all'altra riva, va abbandonato una volta che si è centrato il bersaglio...
Nel suo fondamentale trattato Madhyamika-Karika (13.7), Nagarjuna dice:

Se ci fosse una cosa che è non-vuota,
Allora ci dovrebbe essere qualcosa che è vuoto.
Dal momento che niente è non-vuoto,
Come ci potrebbe essere una cosa vuota?
I Vittoriosi affermano la Vacuità
Allo scopo di rifiutare tutti i punti di vista;
Colui il quale afferma che c'é una Vacuità
Tutti i Buddha lo diranno incurabile.

ti ringrazio tantissimo per la tua risposta... effettivamente ha aggiunto piccoli tasselli alla con - prensione di tale concetto.
cosa ne pensi per quanto riguarda il concetto di vacuità del sè ? Se posso chiedertelo ?

Effettivamente le neuroscienze hanno ormai confermato che la coscienza e la sensazione di "io" sono mere illusioni del cervello... questo significa che quell' io a cui siamo tanto attaccati è illusione necessaria per compiere le funzioni basilari biologiche e preservare la salute delle "cellule" che compongono i nostri "AGGREGATI" psico-fisici. 
Sorge quindi una nuova domanda...

dato che quell' IO è illusione e dato che tutta la realtà percepita è fondamentalmente limitata dalla nostra mente che non riesce a vedere come un qualcosa di "manifesto" e non come "oggetto". Puo' darsi che la "speranza" di una rinascita (diverso da reincarnazione) sia sempre una illusione dell' IO che non vuole "cessare" in quanto necessario al nostro cervello ?


Ti diro'... quando ho compreso l'illusione dell' io ho passato istanti terribili... ho ancora il ricordo... mi è tremata per un attimo la terra sotto i piedi, mi sono sentito svenire, un terremoto cerebrale mai provato prima... seguito istantaneamente dal puro PANICO per qualche minuto... 
Poi... una tranquillità estrema... un abbandono a quel che è stupendo... una pace mai provata prima... :) ho pensato che in fondo... se l'io è illusione, come gli studi confermano, non vi è nulla di piu' 'piacevole'  al mondo di questa situazione dove io sono il semplice risultato di cause e condizioni e cosi' i miei pensieri... ecc... ecc....

difficilissimo da spiegare, anzi scusami... arrivo alla domanda...
quindi puo' essere che il concetto di "rinascita" sia una forma di EGO che vuole sopravvivere ? Ti spiego perchè dopo aver provato quella comprensione per qualche minuto, sinceramente non è piu' importante che vi sia qualcosa come la rinascita o simile... va bene cosi'... :) 

ciao e spero di essermi spiegato :)  (scrivo di fretta)
#219
Citazione di: giona2068 il 07 Dicembre 2016, 11:20:37 AM
Io rispetto i Buddisti e i loro insegnamenti che impediscono all'uomo di scivolare nell'iniquità e aiutano a migliorarsi, ma non vanno oltre un certo livello perché manca la conoscenza della verità tutt'intera. Il Mistero umano non è nella mente ma nel cuore. La differenza fra Buddismo e cristianesimo è che il primo s'interessa principalmente  della mente mentre il secondo si occupa del cuore che è l'unico modo per miglioraci in modo risolutivo, ciò che si chiama salvezza.


ciao... io rispetto moltissimo ogni tipo di religione e sono stato cattolico prima di essere buddista. 
Motivo per cui la domanda non era improntata su quale religione è la migliore anche se ho volutamente sottolinearne le differenza ma,  Essendo stato (forzosamente) cattolico, e poi evoluto nel buddismo (evoluto naturalmente è soggettivo) posso dirti che la mente, nel buddismo, comprende anche cio' che nel cristianesimo viene definito "cuore".

grazie comunque della tua risposta :) te ne sono grato
#220
Citazione[font="Trebuchet MS", Trebuchet, sans-serif]Sorrise e levò lo sguardo a una foglia di pippala stagliata contro il cielo azzurro, la cui punta ondeggiava verso di lui come se lo chiamasse. Osservandola in profondità, Gautama vi distinse chiaramente la presenza del sole e delle stelle; perché senza sole, senza luce e calore, quella foglia non sarebbe esistita. Questo è in questo modo, perché quello è in quel modo. Anche le nuvole vide nella foglia, perché senza nuvole non c'è la pioggia e, senza pioggia, quella foglia non poteva esistere. E vide la terra, il tempo, lo spazio, la mente: tutti presenti nella foglia. In verità, in quel momento preciso, l'universo intero si manifestava nella foglia. La realtà della foglia era un miracolo stupefacente.

Generalmente si pensa che una foglia sia nata a primavera, ma Gautama vide che esisteva già da tanto, tanto tempo nella luce del sole, nelle nuvole, nell'albero e in se stesso. Comprendendo che quella foglia non era mai nata, comprese che anche lui non era mai nato. Entrambi, la foglia e lui stesso, si erano semplicemente manifestati. Poiché non erano mai nati, non potevano morire. Questa visione profonda dissolse le idee di nascita e morte, di comparsa e scomparsa; e il vero volto della foglia, assieme al suo stesso volto, divennero manifesti. Vide che è l'esistenza di ciascun fenomeno a rendere possibile l'esistenza di tutti gli altri fenomeni. L'uno contiene il tutto, e il tutto è contenuto nell'uno.

La foglia e il suo corpo erano una cosa sola. Nessuno dei due possedeva un sé permanente e separato, nessuno dei due poteva essere indipendente dal resto dell'universo. Vedendo la natura interdipendente di tutti i fenomeni, Siddhartha ne vide perciò la natura vuota: tutte le cose sono vuote di un sé separato e isolato. Comprese che la chiave della liberazione sta nei due principi dell'interdipendenza e del non sé. Le nuvole correvano nel cielo, come uno sfondo bianco dietro la foglia traslucida di pippala. Forse quella sera stessa, incontrando una corrente fredda, le nuvole si sarebbero trasformate in pioggia. Le nuvole erano una manifestazione, e la pioggia un'altra manifestazione. Le nuvole, che non erano mai nate, non sarebbero mai morte. Se le nuvole potessero capirlo, pensò Gautama, avrebbero certo cantato di gioia cadendo sotto forma di pioggia sulle montagne, le foreste e le risaie.[/font]

tra le varie differenze con le altre religioni che ricordo brevemente: 


  •  Non vi è alcun Dio onnipotente nel Buddismo per il semplice fatto che non potrebbe esistere, non esiste alcuna entità in grado di giudicare e distribuire ricompense o punizioni, non esiste nessun giorno del giudizio;

  • Il Buddhismo non è una religione intesa come fede e culto ad un essere soprannaturale;
  • Nessun concetto di Salvatore nel Buddhismo. Il Buddha non è un salvatore e anche se un buddhista cerca rifugio in lui, come guida incomparabile nella via della purezza, non è servile nei suoi confronti. Un buddhista è consapevole che egli non può ottenere la purezza semplicemente cercando rifugio nel Buddha o per un semplice atto di fede. Non è nel potere di un Buddha lavare le impurità degli altri;
  • Buddha non è l'incarnazione di un Dio. La relazione tra Buddha e i suoi discepoli è quella di insegnante/studente;
  • La liberazione di se stessi è unica responsabilità di se stessi. Il Buddhismo non richiede una fede cieca ed indiscutibile, bensì richiede fiducia in se stessi, auto-disciplina sforzo individuale ed analisi;
  • Prendere rifugio nella Triplice gemma (Buddha, Dharma e Sangha) non significa auto-abbandono o affidamento totale su una agenti esterni per un aiuto o per la salvezza;
  • Il Dharma esiste indipendentemente dal Buddha. Siddharta Sakyamuni il Buddha storico ha scoperto e condiviso gli insegnamenti e le verità universali con tutti gli esseri senzienti, non è né il creatore di tali insegnamenti, né il profeta di un Dio onnipotente per trasmettere tali insegnamenti;
  • Nel Buddhismo tutti gli esseri senzienti hanno la Natura di Buddha. Pertanto tutti possono diventare un Buddha a tempo debito, se si pratica con diligenza e si raggiunge la purezza della mente;
  • Nel buddhismo l'obiettivo finale è l'illuminazione e la liberazione dal samsara, piuttosto che andare in un luogo quale il paradiso;
  • Il karma è un capisaldo e riguarda il concetto metafisico sulla correlazione tra le proprie azioni e le loro conseguenze, sul mistero del cosiddetto destino e della predestinazione, in ultimo anche sulla disuguaglianza evidente del genere umano.
  • Il concetto di vacuità (ossia l'assenza di esistenza intrinseca o a se stante di tutti i fenomeni ma il suo esistere dipende solo da cause e condizioni esterne. Questo vale anche per la mente) è altro capisaldo del buddismo.

penso che la piu' bella e piu' importante sia il concetto di vacuità:

La vacuità è fonte di liberazione per il praticante, perché attraverso la meditazione sulla stessa, l'individuo realizza un graduale distacco dal proprio egocentrismo. E' importante però non limitarsi ad una mera comprensione intellettuale, ma cercare invece di praticarlo quotidianamente anche se molto difficile.
Per definizione, la vacuità è l'assenza di esistenza intrinseca o a se stante di tutti i fenomeni, intendendo qui per fenomeni sia la realtà sensibile sia i diversi aspetti dell'Io umano. 
e qui, anche grazie all'aiuto delle neuroscienze viene il bello...
Tutti i fenomeni hanno due modi di esistere; il primo è un modo di esistere convenzionale, così come è percepito dai nostri sensi ordinari, mentre il secondo è la vacuità di esistenza intrinseca. 

Quel sè illusorio che nasce nella nostra mente, che le neuroscienze definiscono come "sensazione" essenziale e prodotta dal nostro cervello per mettersi in relazione con l'ambiente esterno è, quando compresa, di una bellezza unica. La spiegazione finale e la cessazione di ogni turbamento.

ora la domanda... quando viene compresa la vacuità penso (forse erroneamente) che il resto degli insegnamenti perda di importanza (se non di significato) o qualcosa mi sfugge ?


ciao :)
#221
Citazione di: Freedom il 04 Dicembre 2016, 09:49:18 AM
Tutti gli anni che torna Natale si apre un conflitto dentro di me. Il Natale cristiano, quello VERO, quello che parla di Cristo che viene a farsi ammazzare per salvare noialtri è quasi interamente ignorato e sostituito da riti pagani e umani che nulla hanno a che fare con lo Spirito. E' la festa della famiglia quando va bene. Ma, più frequentemente, è la festa del consumo. Il dio consumo, in tutte le salse e a tutte le latitudini, viene adorato. E gli auguri, le mangiate (sempre tristi perché si pensa a chi non c'è più e si pasteggia in situazioni spesso artificiose), i patetici scambi di regali inutili quando non dannosi: stantii e folcloristici usi e costumi ridondanti e fastidiosi. Non serve aggiungere altre parole perché è sotto gli occhi di tutti la realtà che ho sinteticamente esposto.

Ed allora mi chiedo: non sarebbe meglio rendere segreto o quantomeno riservatissimo l'adorazione del Natale. Festa, vera festa seconda solo alla Pasqua? Farla rientrare nei nostri cuori strappandola alle rozze mani di coloro che la profanano in maniera insopportabile?

Comprenderei una sola piccola eccezione: Babbo Natale per i bimbi. Oramai è troppo radicato in tutti noi e mi sentirei il Grinch a negarlo......  8)  ;D E poi in questo caso qualcosina di vicino all'essenziale lo si può ritrovare......
Di diro'... leggendo la prima riga mi sono soffermato molto a lungo su quel "VERO" scritto in maiuscolo... e la cosa mi ha fatto un po' sorridere. 
La data di nascita del Gesù storico non è nota, e gli è stata assegnata la data del solstizio d'inverno perchè quel giorno in cui il sole comincia il suo "ritorno", i pagani celebravano il "Dies Natalis Solis Invicti". La cosa bella e affascinante è che la data del 25 dicembre è una data che veniva festeggiata da tantissime popolazioni di cultura e religione diversa proprio in virtu' del fatto che, in qualche modo, si festeggiava il "rinascere" del ciclo naturale. 
Mi pare di avvertire piu' che altro dei sensi di colpa per la doppia funzione contemporanea che il natale svolge.
Personalmente non ci trovo nulla di male nello scambio dei doni (in effetti porta del piacere sia nel farli che nel riceverli) come nulla di male nell' utilizzo di tale data per le mangiate e gli scambi di auguri. Trovo invece del "male" pensare che "altri" stiano profanando una festa che tu ritieni di tua proprietà. Si questo è strano. :) considera il fatto che la realtà, quella che osserviamo o meglio quella a cui diamo "importanza" è differente per ognuno di noi. Al momento in cui veniamo in contatto con qualsiasi componente del "reale" ecco che la nostra mente gli associa inconsciamente un "giudizio" del tutto personale :) .

Al limite mi permetto un consiglio... lascia stare i sensi di colpa, non servono a nulla, lascia perdere quel che altri ti dicono di fare, tu hai il tuo personale percorso da intraprendere, e sopratutto... lascia che sia... che è tutto perfetto cosi' :) 

ciao :)
#222
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
18 Novembre 2016, 16:40:01 PM
Citazione di: sgiombo il 18 Novembre 2016, 12:34:13 PM
Citazione di: bluemax il 18 Novembre 2016, 11:45:47 AM
Citazionee fino a prova contraria il solo fatto di essere buddista non conferisce competenza in neurofisiologia.
ripeto che non SONO buddista ma STUDIO buddismo.
Come tu non SEI neurofisiologo ma FAI il neurofisiologo.

Sono come estremamente differenti.
Un piccolo appunto. Visto che il tuo EGO pare vantarsi del fatto di "essere" un neurofisiologo (in pratica deve creare una scatola dove mettere il tuo essere) volevo farti notare che puo' essere anche il contrario (non certo per la tua visione del "reale" :) )
ossia che "fino a prova contrario, il solo fatto di "essere" nerofisiologo non conferisce competenza buddista" ;)

Altrimenti si avverte una strana sensazione come se tu fossi nel giusto e gli altri nell'errore... ;) 

ciao :)
#223
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
18 Novembre 2016, 16:28:11 PM
Ho ritrovato su youtube un video che potrebbe aiutare a capire il concetto di coscienza e cosa si intende per "costruzione mentale di un IO virtuale".

Potete passare direttamente al minuto 14 per cominciare (i primi minuti sono presentazioni e convenevoli di rito)
e soffermarvi al minuto 28  (e dintorni).

Secondo me è bellissimo... :)
NEUROSCIENZE: IL MISTERO DELL'UNITA' DELL'IO
#224
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
18 Novembre 2016, 11:45:47 AM
Citazione di: sgiombo il 18 Novembre 2016, 11:20:43 AM
Citazione di: bluemax il 17 Novembre 2016, 22:32:58 PM
Citazione
Ma certamente, senza presunzione ma nemmeno falsa modestia, come medico radiologo di neurofisiologia ne so e comprendo molto più di quialsiasi buddista che non abbia una analoga preparezione scientifica (e anche per questo non mi interessa discuterne nel forum con "profani", buddisti o meno che siano; ma casomai con colleghi).

Ciao.
beh... personalmente sono laureato in ingegneria informatica, studio neuroscienze da 12 anni (senza praticare alcuna università vista la sua utilità (ma questa è personale opinione), e pratico e studio la scuola buddista di Pomaia (che si occupa dello studio della mente) da 11 anni (3 anni di introduzione + 4 anni di basic + 4 anni di master).
considera il fatto, che forse, (notare il forse) qua i profani son altri.
Anche a me piacerebbe discutere con colleghi... ma sai... sono molto interessato alle visioni "differenti" dalle mie, visto che quelle uguali alle mie non hanno nulla da insegnarmi.

ciao :)


















































































PS. Il messaggio di cui sopra non è una gara a chi lo ha piu' lungo come fanno i fanciulli... (cosa che ormai presumo di aver superato da anni)
era un modo personale come possono esservene altri per farti notare come, dopo una tua probabile alterazione (che tu naturalmente negherai) leggendo il messaggio di cui sopra, abbia ben chiaro di cosa stiamo parlando quando si parla di EGO.

Personalmente sono abituato a pensare che non siamo quello che vogliamo far credere...
Io non SONO un  ingegnere... FACCIO l'ingegnere...
come non SONO un buddista ma studio buddismo...
ecc... ecc... 

l'associare un "mestiere" ad un "io" è uno degli inganni che la coscienza crea per "distinguere" quel sè dagli altri "sè" 

riciao :)
#225
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
18 Novembre 2016, 10:15:30 AM
Citazione di: altamarea il 18 Novembre 2016, 08:26:38 AMA molte persone, le neuroscienze, che riportano la vita spirituale ai meccanismi elettrochimici del cervello, procurano turbamento e scandalo, sembrano negare la dignità e la libertà umana, la responsabilità morale, tutto ciò che chiamiamo spirito, togliendo alla vita quel senso dato dalla metafisica e dalla fede. È antica tradizione condannare tutto ciò che è o sembra essere solo materiale.
bellissima :) 
grazie :)