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Messaggi - acquario69

#211
Attualità / Re:Africa: come aiutarli a casa loro?
22 Dicembre 2017, 07:02:31 AM
Citazione di: Domingo94 il 20 Dicembre 2017, 02:56:29 AM
Per anni le varie potenze mondiali hanno usurpato e depredato l'Africa e gli africani e i ministri di quei paesi si sono lasciati comprare, ora è il minimo che tutta quella gente sbarchi da noi dopo che non gli abbiamo lasciato più nulla, in pratica è una guerra tra poveri; chiamatemi complottista ma per me è tutto già voluto e programmato.
...Chi semina vento raccoglie tempesta

Il debito e' la nuova forma di colonialismo.
I vecchi colonizzatori si sono trasformati in tecnici dell'aiuto umanitario (!)
Ma sarebbe meglio chiamarli tecnici dell'assassinio.
Sono stati loro a proporli i canali di finanziamento..i finanziatori dicendo che erano le cose giuste da fare per far decollare lo "sviluppo" del nostro paese, la crescita del nostro popolo e del suo..benessere (!) :o
(Parole queste che da qualche anno a questa parte mi sembra suonino piuttosto "familiari" anche da noi! - vedi pure promoter finanziari/banche fallite/grecia/euro...)
...Questi finanziatori ci sono stati consigliati, addirittura raccomandati ci hanno presentato pacchi di dossier e prospetti finanziari ... (da noi saranno mica i cosiddetti governi "tecnici"?)  :)
...Ma ora ci troviamo indebitati per i prossimi 50,60 anni e forse più
(su questo si sbagliava perché e' un indebitamento che non potrà mai essere ripagato)
...hanno fatto in modo che ciascuno di noi oggi e domani sia uno schiavo finanziario.

-------

Queste sopra sono le parole di Thomas Sankara (presidente del Burkina Faso,dall'84 al 87) nel 1987 e difatti "regolarmente" ammazzato subito dopo perché andava contro gli interessi della finanza globale,delle multinazionali e del neoliberismo.
dai pure un occhiata qui sotto..che ci sta tutta!
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/essi-vivono/

Qui sotto un piccolo documentario fatto davvero bene e a lui dedicato e che spiega davvero tutto..e non solo sull'africa.  
https://www.youtube.com/watch?v=GPCNq-T7yDY&list=PLUk1yc5kyOGkYniSFyQfiSPrnNFitJEnM
#212
Interessante..

In effetti anche secondo me andrebbe fatta una prima riflessione sull'idea che abbiamo (noi oggi) di felicita e se sia stata davvero sempre la stessa per tutti o se addirittura non vi siano state delle civiltà che non ne sentivano manco l'esigenza...sembrerebbe strano ma secondo me e' cosi, anche perché e' proprio la nostra di civiltà che ha fatto della felicita un esigenza, quindi un bisogno e un desiderio e che alla fine non poteva che diventare paranoia...e nel momento che accade questo..e' la stessa felicita a non presentarsi. 
#213
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2017, 21:14:04 PM
Gli spacciatori delle peggiori bballe (sì, con due "B"!) belliciste e antiumane, dalla tragicomica "strage di Timisoara", la "madre di tutte le bufale moderne"), alle "orrende carneficine di civili nermi" attribuite ai Serbi nelle guerre civili yugoslave, alle "armi chimiche di Saddam", alle pretese (non come quelle perpetrate per davvero oggi dall' "Euroooooooppa" tramite i suoi satrapi locali) "stragi di migranti di Gheddafi", ai "dissidenti nordcoreani fatti sbranare vivi dai cani di Kim" (poi ricomparsi vivi e vegeti in pubblico senza un graffio, ma anche senza alcuno straccio di smentita da parte dei bufalari professionali), agli oroscopi che quotidianamente ospitano sui loro disgustosi fogliacci e nei loro miserabili palinsesti televisivi, ecc., ecc., ecc., oggi sono forsennatamente in fregola per cercare di censurare anche Internet (dove, contrariamente a stampa e TV ufficiali, fra tante "fake news" trapela anche qualche barlume di verità)!
Orrenda, ipocritissima Boldrini in testa, naturalmente!

(Parafrasando una vecchia conzonaccia anarchica alquanto truculenta)

Compagni, dobbiamo stare al passo coi tempi:

"con le budella dell' ultimo giornalista* impiccheremo l' ultimo manager**, magari bocconiano!".

* I preti ingannatori del popolo di oggi.
** I sovrani di oggi.

be' dopo anni e anni di spudorate menzogne, voglio ancora sperare che la gente si stia finalmente svegliando...certo nel frattempo quanti danni!  ..secondo me manco una guerra ne avrebbe fatti cosi tanti e sopratutto mai cosi devastanti perché la differenza e' che tale devastazione non e' stata solo materiale ma ha investito sopratutto le coscienze...e credo proprio che il cambiamento per verificarsi davvero e non solo a chiacchiere, può avvenire soltanto da li. (Come scrivevo pure l'altra volta: il mondo esterno e' la fedele riproduzione del nostro mondo interiore..e che e' evidente e' stato molto trascurato, anzi eliminato quasi del tutto..e qui sotto la spiegazione di questa "eliminazione")

praticamente andrebbe rovesciato tutto!...analogamente a quanto detto sopra,sono tutti i "valori" (e che sono stati appunto introiettati) di questo odioso sistema,in sintesi quelli neoliberali e "progressisti" (individualismo-competitivita-economicismo-materialismo eccetera eccetera...)
#214
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
13 Dicembre 2017, 10:51:24 AM
Idioti di tutto il mondo unitevi !

I lettori più attenti alle parole e alla loro forma educata mi perdoneranno per quest'avvio decisamente un po' sboccato, ma prima di cominciare quest'articolo una cosa la devo dire: la maggioranza della gente, oggigiorno, è composta da coglioni cui piace essere coglionati.
Detto altrimenti: da babbei che godono nell'essere presi per i fondelli sistematicamente ed in maniera plateale, ma senza che abbiano di ciò alcun sentore.
La certezza inscalfibile che le cose stanno così l'ho maturata nel tempo, sulla base dell'osservazione del comportamento e delle reazioni di molte persone che anche di fronte alle più abbacinanti prove di ciò che di nocivo viene ordito a loro danno dal potere continuano o a far finta di nulla o a ritenere che chi denuncia l'estrema nocività e malvagità di questo potere è un povero "complottista" pazzo. Un autore di "fake news", per accodarsi al cicaleccio di politici e media.
L'elenco degli argomenti sui quali questi scemi allo stadio terminale della malattia urlano al "gombloddo" è lungo e mette pena passarlo in rassegna, perché si ha la possibilità di scorrere tutto il campionario di raggiri e truffe che questo potere c'impone, grazie e soprattutto alla coglionaggine dei predetti soggetti che col loro comportamento costituiscono la base di consenso di questo regime.
In ordine d'importanza partiamo con la "truffa del debito". Non c'è niente da fare: tu puoi sgolarti e raccontare che la proprietà della moneta dovrebbe essere dello Stato e non di signori privati (i grandi banchieri); che la moneta, in teoria, non è una merce; e che, rebus sic stantibus, le tasse sui redditi sono una colossale rapina e del denaro guadagnato con fatica e del tempo di chi lavora. Con certi soggetti convinti che il problema, dal punto di vista monetario, siano "l'evasione" e "l'inflazione", per non parlare di chi ancora crede ai "falsari" tipo Totò e Peppino, non vi è alcuna speranza di rinsavimento.
Potresti farli parlare con lo "spirito intelligente" di Hjalmar Schacht, il banchiere coautore del miracolo economico tedesco a partire dal 1933, e quelli continuerebbero a tenersi stretti i loro ridicoli euri, stampati da una tipografia e venduti agli Stati al valore nominale anche se costati pochi centesimi. A questi allocchi che chiedono irrigiditi lo scontrino per il caffè convinti di condurre una battaglia sacrosanta non servirà affatto far leggere i radiodiscorsi di Ezra Pound o le opere di Giacinto Auriti. Anzi, le rigetteranno come la peste, affidandosi piuttosto agli "economisti" telegenici alla moda messi lì apposta per non far capire a nessuno come funziona la truffa del "debito pubblico".
Come le più remissive pecore da tosare, al momento di acquistare una casa, costoro non si chiederanno se il mutuo sia un meccanismo diabolico fatto passare per "normalità" allo scopo di mettere un giogo sul loro collo con la minaccia di perdere la casa già pagata attraverso il ricatto dell'ipoteca. "Tutti lo fanno...", e allora dritti in banca a misurare la corda con la quale impiccarsi.
Passando al lavoro, direttamente collegato al problema monetario (perché è il lavoro che crea il denaro, non il contrario), la disperazione nell'osservare le idee della maggioranza dei nostri contemporanei aumenta. Essi pensano che l'uomo esista per lavorare, non che il lavoro esista per l'uomo, per fornirgli i mezzi per vivere. Così si accetta qualsiasi contratto capestro, e per motivi di spazio non mi dilungherò ulteriormente su cos'è diventato questo famigerato "mondo del lavoro" da quando sono state diffuse dagli "economisti" di cui sopra le parole d'ordine della "flessibilità", del "precariato" e della "mobilità". Basti dire che la famosa "legge della giungla" è, al confronto, un ordinato ed etico sistema di norme e tutele.
"Idioti di tutto il mondo globalizzatevi!". Questo potrebbe essere lo slogan di successo di un movimento che assomma questa massa di asini a suo modo "rivoluzionaria". Rivoluzionaria perché col suo comportamento scellerato e la sua ignavia sta picconando letteralmente tutto ciò che di sano e naturale, e dunque degno di essere custodito e rinforzato, sussisteva ancora nei differenti domini dell'esistenza. Si pensi alle feste comandate: sono state talmente svilite e snobbate che alla fine questi pescecani detti "datori di lavoro" hanno colto la palla al balzo mettendo al remo tutti quanti il sabato, la domenica e pure a Pasqua e a Natale. Vi sta bene!
Dal "lavoro" cosiddetto (meglio sarebbe dire servitù della gleba), si passa direttamente ad un altro tema, ad esso strettamente correlato (in realtà tutto lo è, ma alcuni nessi sono senz'altro più evidenti): l'immigrazione di massa.
Gli stessi scimuniti patentati che, va ribadito, rappresentano lo zoccolo duro del consenso residuo di cui gode questo potere illegittimo, sono fermamente convinti che "tutto il mondo è paese", nel senso che considerandosi "cittadini del mondo" non si chiedono se sia il caso, in mezzo ad una crisi epocale, di "accogliere" migliaia di stranieri al giorno. Ma per questi pifferai dei "mondo unito" la quantità di stranieri da insediare ed accudire di tutto punto, inversamente proporzionale al numero di italiani che vorrebbero vedere ancora vivi e vegeti, non è mai sufficiente. "Straniero è bello" per partito preso, e chi se ne frega se zone intere d'Italia sono stravolte e la sicurezza diventa una chimera: saranno sempre pronti a rispondere a tono brandendo "i delinquenti italiani che già c'erano" ed accusando di "razzismo" l'interlocutore perplesso sullo "ius soli" ed altre manovre tese a stravolgere l'identità di questo paese.
Eh già, perché bisogna tenere sempre a mente che non si ha a che fare con gente che accetta il contraddittorio. No, questi soggetti – con una "cultura", ed anzi proprio a causa di quella – s'impancano sempre sul pulpito della loro "superiorità morale". Tu sei "immorale" e loro no. Ma sono i primi a postare sui loro "profili" la celebre frase attribuita a Voltaire sulla "libertà d'espressione". Che si dimostrerà pura aria fritta al primo contrasto d'opinioni...
Non si provi infatti, con una di queste brillanti ed acute menti, ad esporre le proprie vedute non proprio alla moda su "matrimoni gay" ed "utero in affitto", pardon su "unioni civili" e "maternità surrogata". Si rischia il linciaggio, non solo verbale. Come minimo che ci venga tolto il saluto (il che se può talvolta dispiacerci da un punto di vista umano, non può che alleggerire la nostra esistenza). Ma qui come su altri temi "caldi" se solo questi sciagurati si fermassero a pensare, o meglio ad ascoltare la loro coscienza sommersa da abbondanti strati di "moralmente corretto", si accorgerebbero che sono caduti nella trappola della propaganda di questo regime, che li gira e li rigira come vuole, facendogli amare quello che fa comodo ad esso per motivi che nemmeno subodorano. Così c'è quello che va al "Gay Pride" convinto di fare una cosa "buona" (riecco il moralismo sotteso) e chi non ce la fa a non immaginare un'Italia completamente multietnica, e per ciò stesso "migliore", per incanto, perché... "basta la parola".
A suggellare lo stato comatoso di subumani che mettono angoscia al solo pensiero ci si è poi messa l'ultima puntata di questa triste storia di degrado dell'uomo al livello della scimmia antropomorfa che per tal via invera, ma al contrario, la teoria dell'evoluzione. Si tratta delle vaccinazioni obbligatorie, e comunque di tutto ciò che va sotto il nome di medicina (ridotta a tecnica deresponsabilizzata dai "protocolli") e di quel che dovrebbe essere la salute, ovvero il nostro bene più prezioso.
Ora, non pretendo che questi pitecantropi sappiano che cosa sia la salute integrale (corpo, anima e spirito), ma almeno – sempre che per avventura si ascoltassero una volta, invece di prestare orecchio alla voce del padrone – potrebbero ambire alla sola salute psico-fisica, smettendola di delegare sempre altri a tale imprescindibile compito che grava, provvidenzialmente, su ciascuno di noi. Perché è proprio questo il banco di prova sul quale si misurerà tutto il resto, una volta che lasceremo questo stato dell'essere (ridotto a causa di questi soggetti alla proverbiale "valle di lacrime").
Invece no, ci si vaccina allegramente, condividendo così il destino del bestiame e dei polli in batteria, e per ogni avvisaglia di malessere c'è sempre la pastiglia, col culmine della superficialità raggiunto quando viene diagnosticato un "tumore" e subito si viene impacchettati per la chemio e la radioterapia. Là fuori, nella giungla dei nemici del Progresso, ci sono i "naturisti", i "vegani", gli "sciachimisti". I "no vax"! C'è sempre qualche "nemico" predefinito dal potere per giustificare la propria esistenza piatta e mediocre.
Non pretendo qui di esaurire il campionario di fanfaronate che alberga nelle menti di questa massa informe e bruta che letteralmente ci fa violenza con la sua pura e semplice esistenza insolente ed ingombrante. Potremmo proseguire illustrando sinteticamente le loro opinioni precotte sulla Storia e la Politica, sulla Geopolitica e le Relazioni internazionali (queste sconosciute: il tutto si riduce a "cattivi" – Russia, Cina, Corea, Iran, Siria, Musulmani eccetera – e "buoni" – America, Israele, Occidentali; a "libbertà" con due B contro "dittatura"). Ne uscirebbe il resoconto di un compitino indegno di un bambino delle elementari, tutto teso a prendere un bel voto ripetendo la lezioncina impartita dalla maestra. Ecco, questi soggetti non sono mai cresciuti: è una vita che s'illudono di "pensare con la propria testa" ma in verità non l'hanno mai fatto, e si capisce anche perché oggigiorno, dopo che lo smantellamento di un precedente ordine è quasi giunto a compimento, non c'è più alcuna urgenza di ripetere loro che il pensiero autonomo è una cosa positiva.
Di più, è la stessa libertà di pensiero (ché quella della parola divulgata, scritta e parlata, sta svanendo) che viene messa in discussione ogni giorno che passa. Gli psicopoliziotti, telematici e non, sono in crescita esponenziale, arruolati nella "rivoluzione" che, dando la caccia alle "fake news" e agli "untori della rete", si ripropone di ripulire ogni spazio per preparare finalmente il "mondo nuovo". Il regno della "tolleranza" e del "rispetto" universali traboccante di "ammore". Quello delle "notizie vere" e "certificate". Quello della "scienza" applicata persino alla politica e, perché no, alla religione.
Quello di una "rivoluzione", definitiva, l'ultima, contro "il passato" e il "vecchiume", la "superstizione" e il "Medioevo", condotta da una massa di coglioni col titolo di studio e lo smartphone. Ieri alla Bastiglia, oggi nelle scuole a scovare i non vaccinati e al bar con la carta di credito per pagare il caffè: "Coglioni di tutto il mondo, unitevi!".

Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59898
#215
Tutto cio che ti e' stato detto finora (e che continuano a dirti ) e' falso...

Ecco un altra categoria di servi,a favore del sistema che li foraggia e contro l'umanità:
Giornalisti e opinionisti massmediatici 


"Che ne sarà di noi giornalisti se non riusciamo più a influenzare l'opinione pubblica?"


durante la notte delle elezioni americane, Giovanna Botteri si è lasciata andare alla disperazione: «Che ne sarà di noi giornalisti se non riusciamo più a influenzare l'opinione pubblica?»
In coda di filmato il doppio giochista e vero "nazista" nemico del popolo e della democrazia Alan Fridman scopre le sue carte.

Video qui sotto:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=125&v=qlRCrKRh2Lk
#216
Sgiombo scrive
CitazionePerché movimenti come quello di Tsipras in Grecia e il M5S in Italia, dopo aver proclamato ai quattro venti di voler cambiare tutto, iniziando inevitabilmente con l' uscita da quella autentica moderna "prigione dei popoli" che é l' attuale così impropriamente della "Euroooooooopa", hanno miseramente chinato il capo di fronte ai tiranni?

Secondo me la risposta ancor prima di essere politica  e' "filosofica" e per certi versi e' riassunta in quest'altra tua considerazione finale qui sotto;

CitazioneE chi pretendesse di negarlo o é uno sprovveduto in buonafede, oppure un privilegiato sfruttatore o un ascaro al servizio dei privilegiati e sfruttatori in malafede.

E tradotto in altri termini,il marcio che ce' fuori non e' altro che il riflesso speculare di quello che sta dentro
#217
Citazione di: Kobayashi il 09 Dicembre 2017, 16:10:56 PM
Forse bisognerebbe lasciar perdere il discorso politico (almeno fino al crollo definitivo del sistema bancario-finanziario mondiale... perché poi quando i bancomat sputano fuori aria calda anziché banconote voglio vedere se le persone non iniziano a pensare seriamente alle virtù della ghigliottina...) e concentrarsi sulle possibilità della dimensione comunitaria 

condivido !
sui bancomat...e in definitiva sui contanti:
ci si potrebbe in effetti chiedersi quali siano i (veri) motivi per cui viene propagandato a tutto spiano l'invito a non usarli e a breve di eliminarli definitivamente.
a quel punto basterebbe un semplice "click" informatico e un apposito chip sottopelle per decidere chi può continuare a vivere e sopratutto in che determinate condizioni
#218
Citazione di: Phil il 07 Dicembre 2017, 23:58:00 PM
Partendo da questa constatazione, si può forse calcolare una portata realistica delle eventuali correzioni alla trasformazione antropologica, senza demonizzare troppo i vizi (atavici) della società in cui essa accade, perché, proprio come ci insegna la sapienza antica, cambiano le epoche, le lingue, i confini degli stati e i libri di scienza, ma non il comportamento dell'uomo e della massa (parola che, beninteso, non uso con tono dispregiativo, perché ci sono di casa  :) .

Non rovesciamo e confondiamo le cose come al solito, innanzitutto la Sapienza antica con la massa non centra proprio un bel niente

L'uomo massa (o la massa) ha avuto le sue prime comparizioni dopo la rivoluzione francese, trasformandosi definitivamente in società di massa tra la fine e l'inizio del novecento.
Prima di questi eventi non esisteva nemmeno e se proprio si volesse fare una comparazione (forzata) al suo posto cera il popolo

..ed il comportamento della massa e' lontano anni luce da cio che fu quella del popolo.
Il popolo nella sua "ignoranza" aveva in realtà una profonda cultura che la massa non se la sogna nemmeno..perche di cultura con la c maiuscola non sa manco più cosa significa.

Altro periodo storico significativo che ha dato la radicalizzazione definitiva alla massa e a renderla irrimediabilmente insipiente, vuota, "meccanica" e completamente eterodiretta e' il dopo guerra.

Carlo levi e Pasolini hanno dato eccellenti descrizioni del fenomeno e in particolare quest'ultimo aveva capito gia 50 anni fa che la trasformazione in atto sarebbe stata fatale e che da quel momento in poi sarebbe stato sempre più difficile persino incontrare un "banalissimo" essere umano...ed aveva perfettamente ragione!
All'epoca della sua disamina (trasformazione antropologica) si era appena agli inizi ed in confronto ad oggi era paragonabile ad uno scherzetto, tanto questa trasformazione e' penetrata in profondità e a 360 gradi ..e che come volevasi dimostrare non se ne ha nemmeno più la consapevolezza a riprova del fatto che la trasformazione e' arrivata al massimo del suo compimento
#219
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La donna è mobile
06 Dicembre 2017, 13:22:28 PM
Citazione di: Jacopus il 06 Dicembre 2017, 12:33:29 PM
Ma abbi pazienza Acquario (con la c), tu la rispetti la donna equiparandola ad un cavallo da domare? Ma ti rendi conto di quello che scrivi? Se proprio vuoi spiegati meglio ma le parole che hai scritto a me davvero sono sembrate orribili e originate da un passato oscurantista. Poi ovviamente posso anche sbagliarmi.

ps: "però" in italiano si scrive con l'accento.

Non posso farci niente se per te le mie parole sono sembrate orribili e oscurantiste...dipende dal tuo livello di comprensione (che e' evidentemente modellato al solo pensiero unico corrente) e di saperne cogliere la reale portata e il reale senso,per cui e' inutile volermi rimandare indietro quelli che sono i tuoi stessi stereotipi
#220
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La donna è mobile
06 Dicembre 2017, 11:47:26 AM
CitazioneUn uomo che in cuor suo volesse rispettare la donna, non potrebbe sentirsene offeso? E un uomo che non volesse rispettarla, non ne sarebbe avvantaggiato?


Infatti!...cosa credono di volersi attirare le donne in tali atteggiamenti...di sicuro coloro che non le rispettano.
poi pero (e contraddittoriamente) se ne lamentano!

(E questa e' la pura e semplice realtà, che con la "modernità" non centra un fico secco! Ed e' pure inutile nascondersi dietro un ditino)

...e subentra - e non a caso - a loro favore lo "strisciante" politicamente corretto che le vuole assoggettate allo stesso sistema che le degrada e le sfrutta al tempo stesso.

Con questo ho risposto anche a jacopus

--------

Ps: in italiano acquario si scrive aCquario con la C

--------

Ppss: ..ed eccoli qui (sotto) i risultati della vostra "modernità" ... chissà cosa ne pensano davvero le donne (!)

https://www.youtube.com/watch?v=USUYDKGQ5Bk
#221
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La donna è mobile
06 Dicembre 2017, 06:56:24 AM
Citazione di: cvc il 05 Dicembre 2017, 12:12:45 PM
Questa aria del rigoletto che il più delle volte si ascolta o canticchia con aria scanzonata, in realtà racchiude a mio parere l'essenza della condizione umana dell'uomo di fronte all'altro sesso. C'è tutto, non c'è bisogno di aggiungere altro, non resta che meditarci sopra.
D'altra parte anche la donna può vedervici rappresentati i motivi che la rendono spesso incomprensibile agli uomini. Anche se non credo si tratti tanto di rendere comprensibile l'incomprensibile, quanto piuttosto di accettarlo in quanto incomprensibile. Forse questa è anche l'essenza del rispetto: accettare ciò che non si può comprendere.


La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento - e di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, - è menzognero.
È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida - mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno - non liba amore!


Secondo me sul motivetto che rispecchia più o meno fedelmente una sua naturale predisposizione o un diverso modo di essere, non dovrebbero esserci dubbi.
Quando ero molto giovane mi veniva spontaneo provare a capirle, di immedesimarmi nelle loro diversissime tipologie (ragazze all'epoca) forse era pure il mio modo di avvicinarle,sicuramente,oltre alla naturale attrazione,mi suscitavano pero anche una forte curiosità, come se avrei voluto entrare dentro la loro testa  :)  per arrivare a capire che cavolo cera dentro!  :o ... quando pero arrivavo a conoscerle meglio poi rimanevo spiazzato perché in un modo o in un altro quello che immancabilmente ne veniva fuori era sempre una versione incarnata della contraddizione  ???

Quindi a un certo punto ci ho proprio rinunciato a capirle, e infatti era non solo inutile ma anche molto controproducente..a mio avviso credo le interessi molto molto poco ed anzi nutre pure un certo disprezzo nemmeno tanto velato.
Io penso che la donna in cuor suo vuole soltanto "essere presa" che trovi qualcuno che la "domi" e che sappia perciò canalizzare le sue incredibili facoltà ed energie che andrebbero disperse e che altrimenti la "distruggerebbero" ...il resto per lei rimangono solo chiacchiere incomprensibili

Ce da aggiungere secondo me che la cultura "consumista" degli ultimi 50-60 anni non ha certo contribuito a ravvicinare i due sessi ma al contrario a metterli in competizione e separarli, come rientra d'altronde nella stessa logica di questo stesso modello..

(l'idea che veniva ad insinuarsi di una certa "liberazione" in parte anche legittima ma che in realtà l'avrebbe poi confinata ad un "ruolo" che non le sarebbe stato naturale..sono pure convinto, nonostante tutto che sia in atto una certa controtendenza e che siano non poche le donne che oggi cominciano a rendersene davvero conto...dal caos in cui siamo giunti, devono per forza di cose spuntare i germi del nuovo futuro)

..ed inoltre ha fatto si che venivano valorizzati solo gli aspetti più superficiali e "mercificati"..con tutto cio che per la donna stessa ne consegue e che si può star sicuri che non l'ha avvantaggiata per niente.

E' anche vero (sempre secondo me) che se esistono tante donne "troppo volubili" ci sono anche delle donne, certo molto molto rare, che per intelligenza e superiorita sono ineguagliabili e a mio avviso sono coloro che non si sono fatte incantare rimanendo nel loro intimo fedeli a cio che la natura ha dato loro di diverso nel suo essere femminile autentico,valorizzandolo!..anziché degradarlo come finora avviene ed e' avvenuto di solito da diversi decenni a questa parte..
#222
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
05 Dicembre 2017, 10:21:02 AM
Il capitalismo (figlio del liberismo e nipote dell'illuminismo :)  ...mancherebbe l'ultimo -e in tutti i sensi- il Globalismo,cioe' il figlio del figlio del figlio di questa genesi..e della nostra generazione in atto)

Ci consideriamo i detentori della scienza. Siamo indiscutibilmente certi che corrisponda alla verità, che sia lei la sola capace a spiegare il mondo, la sola legittimabile ad essere impiegata per governarlo.
Sulle ali della scienza – ma ormai sarebbe più opportuno chiamarla tecnologia – abbiamo sorvolato sulle faccende umane. Come un google ante litteram ne abbiamo preso le coordinate con il progetto di regolamentarle, organizzarle, identificarne la struttura numerica, riprodurle, clonarle.
Così, credendo che l´esperienza si possa trasmettere, abbiamo creato l´esportazione della democrazia, per la quale era necessaria la guerra, che quindi non poteva che essere giusta. Abbiamo proseguito imperterriti nonostante i danni collaterali assolutamente plausibili, ammissibili, necessari. Perché allora rinunciare al capitalismo giusto? Il capitalismo doveva essere cosa buona, lo è mai stata?
Secondo Adam Smith (seconda metà '700) e John Stuart Mill ('800), il capitalismo esprimeva appieno il senso di progresso la cui fragranza andava diffondendosi nel mondo con la prima industrializzazione del lavoro. Quel profumo avrebbe comportato la distribuzione della ricchezza e la riduzione delle ore di lavoro, elevando così la condizione della popolazione del pianeta. Togliendo l'uomo dal fango, dalla fame, dal freddo, dalla miseria, regalandogli invece una vita leggera colma di accessori e di tempo libero. Dall'alambicco dell'economia capitalista sarebbero cadute gocce di benessere. La profezia era basata su due aspetti entrambi accessibili a tutti. Il primo era che la meccanizzazione del lavoro avrebbe aumentato la produzione, togliendo nel contempo gran parte del carico di lavoro dalle braccia degli operai. Il secondo che quella distribuzione di ricchezza, avrebbe progressivamente allargato il potere d'acquisto, con il quale sarebbero cresciuti i consumi, i quali avrebbero comportato un aumento della domanda e – ci siamo – che la maggior produzione, garantita dall'industrializzazione, avrebbe saputo soddisfare. Così semplice da sembrare vera, la profezia. Tralasciamo la condizione di vita e i diritti dei proletari sulle cui schiene era appoggiata la piramide in cima la quale avrebbe dovuto gocciolare l'alambicco. Marx ('800) aveva presto fatto presente alcune zone d'ombra sia umane che economiche: l'alienazione del lavoratore; la mercificazione del lavoro e dei beni, quindi quella dell'uomo stesso. Vere bombe a orologeria. Sono particolari, detonano per pressione psicosociale, esplodono, nel corpo e nello spirito, silenziose come un'epidemia. Gli esperti economici constatano la presenza e la diffusione e si interrogano del male popolare, chi di loro si pone interrogativi sull'origine, questa resta a lui sconosciuta. In ogni caso annaspano nel buio. Nonostante ciò, prescrivono vincolanti ricette di austerità, al momento del tutto inefficienti per le società colpite ma incommensurabilmente fruttuose per le multinazionali farmaceutiche e non solo. Più che i partiti e le rivoluzioni, quelle bombe, ci ha pensato il tempo a farle esplodere. E la brillatura non è che all'inizio.
Scrive Max Weber che «... la prevalenza assoluta del capitale produttore, spesso anonimo, sul prestatore di lavoro; la preminenza della macchina e il possesso della macchina da parte dello stesso capitale; la quantità intensificata della produzione e le possibilità, supposte sconfinate, di accrescerla; la conquista dei mercati, ecc. ecc.» erano assolutamente predominanti su «elementi spirituali, di solito espressi con sottintesa valutazione etica: avidità di denaro, tendenza all'accumulo di sempre maggiore capitale; assenza di scrupoli, invadenza, spirito di sopraffazione, sfruttamento, ecc»
E siamo a ieri. La guerra era finita, la nazione si era formata, l'italiano aveva sostituito e spesso anche reso negletti i dialetti. La scienza era ora identificata da tutto un popolo – non solo in Italia – come un valore indiscutibile, come verità accertata e certa. La longa manu dei positivisti aveva colpito il lato destro del cervello.
Nel momento delle lotte operaie ('900), la pessima situazione dei diritti era migliorata. Anzi, per merito dei salari indicizzati, autoregolamentati dalla produttività, liberi dal rischio dell'inflazione che non consumava così il potere di acquisto della busta paga, i lavoratori erano riusciti sostanzialmente a farsi considerare uomini e donne come i loro simili in camicia bianca, tailleur, pochette e Bentley, pretendevano per sé stessi. Tuttavia del progetto redistributivo non si era vista realizzazione, a meno che non si voglia omologare come tale la lambretta e la tv per tutti. Conquiste di un'apparente soddisfazione, ma sostanziale sirene al comfort come valore e necessaria pasturazione utile a dissolvere quella coscienza di classe della quale oggi non se ne trova più neppure in dosaggi omeopatici, sostituita - sic -  da individui innocentemente orgogliosi di sgomitare per il benefit aziendale, di recitare nella pubblicità della Coca Cola, del dado Knorr. Inoltre, evidentemente, il bigoncio di raccolta del gocciolamento aveva delle perdite strutturali. Il percolamento non arrivava mai alle schiene, ai piani superiori della piramide c'era chi aveva collegato il proprio personale rubinetto. «Per più di un secolo, gli economisti hanno convenzionalmente accettato come dato di fatto la teoria che afferma che le nuove tecnologie fanno esplodere la produttività, abbassano i costi di produzione e fanno aumentare l'offerta di beni a buon mercato; questo, in conseguenza, migliora il potere d'acquisto, espande i mercati e genera occupazione. Tale assunto ha fornito il supporto razionale sul quale si sono fondate le politiche economiche di tutte le nazioni industrializzate. Questa logica sta conducendo a livelli mai registrati finora di disoccupazione tecnologica» (Rifkin Jeremy)
Siamo al presente e le cose sono cambiate. Gli esperti accennano anche ad una data e a un luogo preciso. 2 giugno 1992, a bordo del panfilo Britannia, della famiglia reale britannica, esponenti del mondo finanziario americano si incontrano con i poteri italiani. Scopo della riunione è l'avvio della svendita di grandi beni istituzionali e industriali made in Italy. La ricetta del capitalismo si è infarcita di finanza speculativa. [...] Almeno fino al 2008, quando la speculazione finanziaria fuori controllo, relativa al mercato immobiliare americano, ha prodotto un indebitamento tale da coinvolgere il sistema economico del pianeta. Naturalmente, i soliti di tipo A (pochi) si sono arricchiti e i soliti di tipo B (molti) hanno pagato. E non è finita. «La finanza, con la sua fortissima capacità di inclusione nelle vicende nazionali, può infatti esautorare il processo democratico quando e come vuole. Lo fa già in molti modi, anche leciti. Il problema è che questo modello economico appare come uno strumento di selezione darwiniana, dove ad una classe politica che non governa le decisioni ma le subisce, si contrappongono manager senza controllo, capaci di provocare crac finanziari di dimensioni globali e dalle conseguenze immani per le comunità nazionali e la vita di interi popoli, senza che ciò provochi alcun sussulto morale. Qui, vale la pena ribadirlo ancora una volta, il punto non è confutare l'economia di mercato ma cercare correttivi profondi in modo che essa sia al servizio dei popoli e non avvenga il contrario. Bisogna abbandonare l'idea salvifica della mano invisibile che tutto regola e guardare la situazione attuale di disastro economico come fatto strutturale e non contingente, traendone motivi per un cambio di passo oltre che di strategia. Mi rendo conto che il quadro è disarmante e contrastare l'idea dell'homo oeconomicus rasenta la pura follia, perché è l'essenza stessa del nostro tempo: l'agire, il pensare, le nostre relazioni personali e professionali, si muovono tutte all'interno di questo modello filosofico-antropologico che è diventato carne e sangue della società occidentale e che si appresta a diventarlo per il resto del mondo» (Luigi Iannone). Gli stessi esperti di prima si danno da fare per farci presente che in fondo si trattava di un evento imprevedibile e che quindi la sua pesante ricaduta era giusto cadesse su tutti. La finanza ha cambiato la ricetta e il livello. Il capitale aveva a che fare con i mercati, le persone, il denaro. La finanza con i governi, i capitalisti, il potere. Le ha cambiate fino a potersi e doversi dotare di eserciti, così come anche le mafie hanno fatto. L'agonia degli Stati è in corso da tempo, a spartirsi il mondo saranno mafie e poteri finanziari. Con i loro eserciti, i loro servizi, sostituiranno quanto facevano le Patrie. Noi avremo modo di scegliere da che parte stare, di chi essere ricchi sudditi o miserabili schiavi. [...]
Nel frattempo, sempre il capitale, o chi ce l'ha, aveva escogitato una nuova idea per riproporre il vecchio ritornello con rinnovata determinazione: la globalizzazione distribuirà ricchezza. Visto che la ricetta si era arricchita di un nuovo ingrediente, serviva una pentola più grande, sovrannazionale. Pietanza gustosa che ha subito soddisfatto il palato lineale degli economisti, altrimenti detti, quelli che senza saperlo sono riusciti a ridurre gli uomini e la vita entro gli assi cartesiani. A mezzo di grafici hanno capito che potevano sostenere la bontà dell'ammaliante jingle, certamente destinato ad essere una hit, sicuramente destinato al top della classifica dei desideri, quindi dei bisogni, delle spese. (L'inglese e gli inglesismi fanno parte del progetto, amalgamano e omologano manager e sudditi.) L'aspetto disumano della globalizzazione non era presente negli occhi dei nuovi scienziati, ma chi lo vedeva li chiamava boia. Quanto era giusta quell'espressione. I piccoli centri non contavano più. Il nuovo sistema li emarginava, oppure li comprava, senza fatica, li eliminava, perché business is business. A loro, non importa che la globalizzazione riguardi il mondo già impigliato nel web, quello che non ha alcuna relazione - se non fagocitante - con quello tribale, rurale, dei piccoli centri bioregionali, quelli che riempiono di autenticità il resto del pianeta.
Contemporaneamente al nuovo entusiasmo, i competenti hanno giustificato il mancato successo del capitalismo puro, non virtuale, quello fatto di denaro tintinnante, per una questione di regole mancanti. Hanno aggiunto che per sistemare le falle del sistema economico è dunque sufficiente stilare opportune regole, e la cosa non si ripeterà. Poi se andavano soddisfatti certi di aver convinto tutti che il capitalismo è buono e giusto.
Più che scricchiolare, la profezia era crollata, eppure, c'era ancora chi votava a favore del sistema. [...]
Il passato è finito. Sul futuro si può dire tutto. Ci si può chiedere se è auspicabile un capitalismo organizzato da regole mirate alla distribuzione della ricchezza. Garanzie di equità e libertà sono compatibili con il sistema capitalistico finanziario? [...]
Da certi osservatori, pare siano in aumento coloro che sostengono che il capitalismo giusto non possa sussistere... che sia un ossimoro. Semmai sostengono che è fisiologico che l'organismo tenda a produrre lobby, corporativismo, leggi illiberali, oligarchie, guerre. Già, neppure queste sono sfuggite alla mercificazione. Il capitalismo non può essere giusto neppure affardellato di regole, perché acefalo, decapitato dal potere finanziario, la cui capacità e potenza corrisponde a una nuova Gleichschaltung, ad un indottrinamento non coercitivo dispiegato con tutti i mezzi del caso: scuola, formazione, comunicazione, informazione.
La società organizzata secondo la logica del capitalismo giusto resta la migliore possibile perché evita di finire nel baratro delle ideologie. O in mano a ciarlatani, nonché spiritualisti. Moniti importanti, dei quali è opportuno tenere conto. Quegli ammonimenti però sono fantasmi di chi li teme, rivenduti come spauracchi, streghe e mostri utili per reclutare chi non ha le idee chiare. Dentro e dietro quelle paure c'è una concezione e una visione del mondo e degli uomini razionalista e meccanicista. 

Il finale qui sotto 

(fonte)

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58187


E nel frattempo mi raccomando; preparatevi per le imminenti elezioni !  :)
https://www.youtube.com/watch?v=ikc955eMoJE

Statev bbuon ..direbbe Toto' !
#223
Citazione di: Il_Dubbio il 02 Dicembre 2017, 10:15:16 AM
 Conoscere, ovvero essere consapevoli di un impulso, non ci rende meno determinati dall'impulso, ma ovviamente il fatto di essere consapevoli (quindi coscienti) almeno ci fa agire con consapevolezza e quindi responsabilità. Io però immagino che la consapevolezza sia anche una specie di forza contraria all'impulso. Se l'impulso è molto forte la forza di volontà per respingere l'impulso deve essere altrettanto forte. Ammettiamo che esista questa forza di volontà. Io mi chiedo, se non fossi stato consapevole, avrei questa forza di volontà che per lo meno tenta di sconfiggere l'impulso? Questa consapevolezza quindi serve per il nostro agire responsabile. Siccome però la scienza non sa come nasce questa consapevolezza, non può nemmeno dire che io non sia libero solo perche loro vedono solo impulsi. Per questo motivo io dico si siamo responsabili, lo dico perche do alla consapevolezza un valore che non possiamo registrare tramite le nostre osservazioni scientifiche dove esistono solo impulsi. La coscienza non è un impulso. Magari scatta per un impulso, ma una volta che diventa consapevolezza agisce in modo alle volte anche autoritario, reagendo contro gli impulsi. Chi gliela da questa autorità? Glila da non un impulso, ma solo perchè è diventata coscienza o consapevolezza.

In aggiunta a questa tua corretta osservazione aggiungerei pure un altra riflessione in analogia a come il potere costituito fa di tutto,e attualmente in maniera sempre più feroce,per alimentare i nostri impulsi =(quindi per renderci sudditi e alla fine pure consenzienti in maniera inconsapevole) e contemporaneamente, ed anche come sua stessa diretta conseguenza, all'eliminazione di ogni possibile consapevolezza = (libertà)

Dunque da questo punto di vista siamo responsabili della nostre azioni e della nostra stessa libertà.
fra parentesi, coloro che agiscono per dominare gli altri non sono altrettanto liberi ma sono anch'essi condizionati da altrettanti impulsi, diciamo rovesciati, ma pur sempre tali da cui sono anch'essi dominati.

La liberta e' appunto una totale presa di coscienza o consapevolezza, che si svicola da qualsiasi presa di posizione e che risiede nella nostra più intima natura e che non può dunque essere, per le ragioni sopra,di origine "inferiore", come pure una certa moderna psicologia vuole farci credere, come se dovesse esistere soltanto questa
#224
Un altra semplice breve riflessione...

Il denaro e l'usura in particolare era ritenuto dagli antichi (quelli che usualmente definiamo oggi ignoranti, ingenui, incivili eccetera) come qualcosa di negativo in assoluto...vera e propria maledizione... sterco del demonio!  E veniva naturalmente condannato....

Al contrario per noi da qualche tempo e' invece diventato il nostro "Dio" (!)...e (ma guarda che coincindenza!) il pianeta intero governato da una manciata di strozzini (!)

dunque,non avevano affatto torto e in realtà la sapevano molto molto lunga  :)
#225
Citazione di: Kobayashi il 01 Dicembre 2017, 07:32:04 AM
Acquario69 scrive: "Credo che l'intenzione dei monaci, come nei casi accennati sopra riguarda più semplicemente ( e perciò fuori dai soliti stupidi stereotipi e ottusi pregiudizi di noi "moderni") quello della libertà e perciò della consapevolezza della nostra autentica natura (le considerazioni demoniache altro non sarebbero state che "metafore" che servivano a quei tempi per indicare l'inclinazioni sbagliate che finiscono per rendere schiavo l'uomo) Cristo per i fedeli di questa religione e' il SE'..e' la Libertà..che si ritrova(va) sia pure in diverse altre forme, in diverse altre civiltà,in tempi e luoghi altrettanto diversi..  ma  con la stessa identica essenza".

I demoni sono una metafora per noi, perché ovviamente non crediamo in geni maligni o roba del genere.
Per i monaci si trattava di qualcosa di molto più reale. Possiamo poi interpretare la costruzione di immagini così fantasiose come il risultato di una tendenza a proiettare forze interiori che venivano interpretate come esterne e quindi prendevano quelle forme.

Del resto non è che faccia molta differenza sentirsi posseduto da un demone o schiavo di una malattia o passione...

Sono d'accordo ed e' quello che intendevo anch'io.
Penso che ogni epoca ha le sue diverse forme per esprimere fondamentalmente le stesse cose...se oggi non crediamo più al "diavolo" come lo intendevano loro,possiamo pero liquidare la cosa dicendo che il "diavolo" non esiste e semplificare il tutto come ingenua superstizione?
o non sarebbe invece,da intendere,diciamo cosi,appunto solo come un "simbolo" che bisognerebbe invece sempre tener presente?..

Naturalmente non sto appunto dicendo che esiste il diavolo con le corna e il forchettone :) ma che non si dovrebbe negare qualcosa che farebbe comunque parte di noi e che se viene invece negata questa si ripresenta più forte di prima e pure a nostra insaputa, facendo si stavolta dei veri e propri danni .. sono stato chiaro? :)

Lo sintetizza bene questo aforisma che dice:

La più grande astuzia del diavolo e' farci credere che non esiste...

oppure...

La strada per l'inferno e' lastricata di buone intenzioni