Citazione di: niko il 19 Novembre 2024, 22:57:31 PMMolto semplicemente, se ci fosse la reincarnazione, il paradiso e l'inferno non sarebbero definitivi: un'anima dannata potrebbe a un certo punto salvarsi, rivelandosi, con cio', non definitivamente dannata (comportandosi bene in una vita terrena successiva) e un'anima beata, potrebbe a un certo punto dannarsi (vivendo una vita successiva, e comportandosi male in essa).Il mio messaggio, da te commentato, conteneva delle distinzioni cui tu non hai badato. Il ragionamento che tu hai fatto è corretto e descrive le contraddizioni che accadono quando si vuol pensare la dottrina cristiana secondo dei termini ad essa estranei, senza coscienza di tale estraneità.
Ricordati che ognuno ha il libero arbitrio e per ognuno deve valere la piena significativita' della vita attuale e presente che egli vive, quindi, chi nasce a questa terra provenendo dall'inferno, ha una incredibile e immeritata occasione di rimediare a tutto, e cambiare il suo destino, e chi nasce provenendo dal paradiso, ha una inquietate e assurda occasione di rovinare, tutto.
Per non parlare del fatto che le anime dannate dovrebbero desiderate con tutte le loro forze la reincarnazione (loro hanno tutto da guadagnare, e niente da perdere, in caso tocchi loro un "altro giro" su questa terra) e le anime beate, temerla con tutte le loro forze (loro hanno tutto da perdere e niente da guadagnare). Ci sarebbe di conseguenza speranza, tanta speranza, pure all'inferno, e paura e terrore, tanta paura, pure nel paradiso, insomma l'impianto dottrinario salterebbe tutto.
Per non parlare, peggio ancora, del fatto che, dato che le anine beate devono temere la reincarnazione, e le anime dannate desiderarla, un dio che concedesse la reincarnazione un po' a caso ogni tanto a tutte e due le categorie, sarebbe un dio buono con i cattivi, e cattivo coi buoni.
Avrebbe senso, solo se si reincarnassero ciclicamente sempre e solo le anime dei cattivi, non mai quelle dei buoni, in prospettiva di svuotare tutto l'inferno e ricreare un mondo perfetto in un lasso di tempo infinito, o comunque lunghissimo. Cosa che curiosamente, se fosse vera, implicherebbe che, mentre la popolazione di uomini sulla terra per quel che ne sappiamo noi sembra aumentare, in realta' la popolazione complessiva di esseri senzienti dell'universo/cosmo, non farebbe altro che diminuire, nel tempo, se il piano fosse quello di svuotare l'inferno dando sempre nuove possibilita' di salvezza a tutti i dannati in esso contenuti.
Ma ancora peggio, pare che, secondo i cristiani, un bel giorno, ogni anima dovra' riprendere e reindossare il proprio corpo. Se a un'anima dovesse corrispondere una serie di ventisette corpi, perche' la tale anima si e' reincarnata ventisette volte, come la mettiamo? Centro di controllo multiplo da remoto? C'e' farsi girare la testa magari, la serie e' di diciannove uomini, e otto donne...
Di casini direi che ce ne sono abbastanza, per dire che cristianesimo e reinarnazione, sono incompatibili....
Il fatto che tu non ci badi, è evidente da come menzioni biblicamente il corpo senza avvederti in quale ottica ti sei messo.
Se facciamo riferimento alla dottrina buddhista, che ha la maggiore profondità in questi dilemmi tra tutte quelle 'orientali', corpo è l'aggregato materiale, il prodotto del divenire cosmico, destinato a disintegrarsi. Nella dottrina cristiana corpo è ciò di cui Dio ci ha dotati per esistere in quanto uomini (e donne).
Il fondamentalista, dico di quello che non ha il vero fondamento ma solo un suo riflesso che può essere distorto, convinto che il messaggio di Gesù sia unico e superiore e gli altri inferiori e non veri dirà che il concetto di creazione nega le dottrine orientali della materia. Senonché gli aggregati cosmici sono nel pensiero del Buddha, che fa da base per gli altri dello stesso tipo, l'apparenza, realtà senza verità. Parimenti il darci un corpo da parte di Dio, secondo il messaggio di Gesù, non accade separatamente dai rapporti cosmici e materiali. Ma questi non sono l'oggetto diretto della riflessione cristiana così come l'assoluta Alterità non è l'oggetto perspicuo della meditazione buddhista.
Se antagonismi ci devono o possono essere, non sono sul piano della smentita dei veri rispettivi fondamenti.
Allora, se "niko" cercasse di inquadrare esattamente i dogmi cristiani e i relativi saperi e ugualmente quelli agli antipodi, si accorgerebbe che nel cristianesimo paradiso e inferno, Spirito e carne, non sono termini cosmologici ma teologici, di una dottrina che si rapporta al Creato, prima che a universo, mondo, cosmo... E dato che l'ordine cosmico è da Dio, non si troverà mai conflitto essenziale fra le dottrine religiose materialiste (orientali) e quelle spirituali (occidentali).
Se accade in pratica, si tratta di questioni diverse.
MAURO PASTORE