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Messaggi - green demetr

#2101
Citazione di: Pio il 23 Aprile 2019, 13:29:13 PM
Quello che va superato non è la tecnica in se ma il dominio della Tecnica sul soggetto. La Tecnica impone al soggetto la suddivisione schizzofrenica e nevrotica in categorie. La storia della Tecnica è la storia delle categorie umane. La storia della Tecnica è quindi una storia di dominio dell'uomo sull'uomo. Il dominio della Tecnica impone la prevedibilità del soggetto. Questo dominio e questa storia vanno rigettati. La Tecnica è un idolo. È come il Vitello d'oro. Se non adori Dio, che è Soggetto e che da senso al tuo essere soggetto, adori il Vitello.

mmm si quasi! lo riscrivo La tecnica è il dominio del soggetto sull'oggetto.
intrinsicamente è umana, quanto umano è il trascendente che ci abita.
Il problema nasce quanto il soggetto smette di essere tale, ossia una volta eliminato il trascendente, l'epoca moderna tende a fare dell'uomo un robot, ossia un ente, come se fosse un oggetto inanimato (appunto senza anima).
Dimodo che anche il soggetto che domina un altro soggetto, è visto come tecnica.
Le bioscienze, stanno facendo passi da gigante su questo controllo del soggetto come se fosse un oggetto.
Ora questo desiderio di controllo dell'altro, si riverbera nel suo successo, come nuovo idolo.
In nome della tecnica viene non solo amputato fisicamente proprio il desiderio trascendente, ma viene anzi cercato con veemenza (ossessivamente).
Non ci si accorge che il desiderio diventa un desiderio mortale (thanatos) esattamente come lo è la corsa agli armamenti, e la necessità di usarli.
Io prego di non vivere l'età della psichiatria di massa. Esattamente come chi vive nella pace prega di non vivere negli eccidi di massa che caratterizzano ogni guerra.
Il vil denaro caro Pio, il vil denaro.
#2102
"Esiste solo una sintassi e molte semantiche semmai.Ci deve essere solo una regola che è essenza che coniuga le semantiche, come le regole della matematica per i numeri, come le regole grammaticali per le parole, ecc." cit Paul

Nella matematica si devono inventare ogni giorno nuovi simboli per andare avanti nelle ricerche, i numeri naturali sono da tempo passati.

L'unica regola grammaticale è il segno, so benissimo che è la tua ricerca.
Io non penso che esista una semiotica originaria, spero si capisca.
Ma nemmeno posso dirlo con certezza, quindi se dentro di te vi è questa urgenza fai bene a postulare il tuo preambolo.
#2103
Citazione di: Phil il 23 Aprile 2019, 20:07:38 PM
Concordo con davintro sull'utilità argomentativa del distinguere metafisica e religione: la metafisica della/nella religione è teologia, che non è l'unico tipo di metafisica.
Ad esempio, che l'ontologia filosofica (pilastro della metafisica classica, anche se oggi non si può quasi più affermare) si stia eclissando dietro le scienze naturali, non è una questione che chiami in causa necessariamente il divino; che il pensiero antropologico abbia imparato(?) anche a svilupparsi in modo meno deduttivo-assolutistico e un po' più induttivo-contestualistico, non ha a che fare semplicemente con "la morte degli dei" (idealismi e ideologie non sono solo di matrice religiosa).

Credo che il "comune sentire" attuale abbia perlopiù (non sempre e non ovunque) introiettato la distinzione (e la possibile complementarietà) fra le proposte religiose-spirituali e le informazioni tecnico-scientifiche, metabolizzando e superando i dualismi escludenti e belligeranti del medioevo.

Come già accennato, la differenza fra la meta-fisica in senso etimologico e la metafisica in senso filosofico, pare si stia attenuando sempre più (questo topic credo lo dimostri) e ciò è probabilmente uno dei sintomi "popolari" del cambiamento storico-semantico che sta attraversando la metafisica come disciplina (che poi i suoi contenuti peculiari e il suo vocabolario stiano perdendo la presa sul mondo, per sopravvivere principalmente come metafore ed estetica esistenziale, è solo una mia personale e discutibile opinione, così come quella di non voler "inquinare" lo statuto della metafisica classica avallando il parlare di metafisica pur in assenza di contenuti essenzialmente metafisici, con il risultato di assimilare riduttivamente «metafisica» a «riflessione astrattiva»).

Resta comunque in sospeso la domanda che testa e tasta il "polso fisico" della metafisica in quanto filosofia:
Citazione di: Phil il 13 Aprile 2019, 12:33:31 PM
qual'è lo "stato dell'arte" della ricerca metafisica, oggi, al di là delle sue analisi storicistiche e filologiche?
Se il fatto che le grandi correnti metafisiche sono oggi, se non erro, ridotte alla amatoriale metafisica fai-da-te (da forum o poco più) fa eco a quanto avviene spesso con la religione, ciò non giustifica comunque un'improvvida identificazione delle due.
Se le risposte alla domanda sono: i paralogismi di Severino (avulsi dalla vita esperenziale); l'esigenza psicologica di rimuovere ad ogni costo il nichilismo (capro espiatorio tanto remissivo quanto inconscio); l'anelito monistico ad un "punto zero" (postulato ed infalsificabile) che spieghi la "matematica del mondo" e/o il suo "senso"; l'astinenza da analgesica panacea per schizofrenie e paranoie della cultura che ci circonda (e qui la religione ha effettivamente liberato un po' di spazio), etc. allora, tutto ciò significa che le metafisiche (se proprio ci teniamo a chiamarle così) hanno ancora il loro alveo in cui scorrere, anche se, come è noto, non è più lo stesso fiume in cui si bagnarono Aristotele, Kant e Bontadini.

Ciao Phil è una vita che non ci si sente, ho trovato questo post molto interlocutorio, nel senso però di una sospensione indefinita nel giudizio.

Infatti la domanda è cosa è dunque la filosofia e cosa è la metafisica oggi?

Voglio comunque dire qualcosa sulle tue critiche ad alcune metafisiche che seguo.
Mentre mi pare siamo d'accordo sulla dipendenza analgesica dalla schizofrenia del mondo.
Non è che sono molto contento della critica al nichilismo.
Non è che vi un inconscio desiderio di rimuoverlo, bensì di attraversarlo direbbe Nietzche.
Il desiderio di rimuoverlo è invece molto cosciente e presente nel materialismo monistico di cui questa epoca è intriso. Ossia è un effetto ideologico, di nuovo analgesico.
Per quanto riguarda l'anelito non è che è aprioristicamente monista.
Sarebbe grave! Sarebbe ancora la metafisica 1.0 che combatto, come se fossi uno scientista pure io.
E' che una volta posto l'anelito si è costretti a porre, per motivi proprio di senso, di ricerca di senso, IPOTETICI cammini.
Che nella storia si sono chiamate religioni.
Certo che poi bisogna distiguere tra anelito divino e anelito di potenza.
Ovvio che se quel cammino diventa OBBLIGO, qualche problemino ce l'abbiamo.

In questo senso trovare un linguaggio simbolico che descriva il mondo, che mi pare il sogno tuo, quello di Davintro e di Paul, può servire fare distinzioni tra ontologia metafisica, e metafisica religiosa.
Ma questo servire in che orizzonte si pone? E lo so che tu sei l'unico a capire questo passaggio, anche se finisce nell'aporia come risposta.  ;)
#2104
"Non si possono opporre altri argomenti (a livello amatoriale) che la retorica anticlericale (o qualcosa di analogo)laddove esistono "verità" che debbano essere solo argomentate e non discusse."
cit odradek


Ciao odradek benvenuto.(è raro trovare nuovi utenti così preparati, dopo Pio lei, una piacevolo sorpresa in poco tempo).
Purtroppo Davintro non ha risposto alle mie domande, o perchè non le ha viste, o perchè non è in grado.

Allora apro discussione a latere qui.

Perchè mi pare che lei sembri criticare di fatto l'atteggiamento del metafisico amatoriale che continua a riferirsi a verità universali.
Nel mio caso però questo non è vero, infatti tempo fa imbastii in particolare con l'utente Phil, un discorso di controllo del discorso della metafisica.

Ma di fatto una cosa sola la metafisica non può fare a meno, e cioè del suo carattere di "mancanza".
Questa mancanza che magari ha assunto nella grande letteratura di Dostoevsky o nella ermeneutica Kierkegardiana, passando certo per Juan de la Cruz, nomi diversi, nichilismo, angoscia, e appunto il "manc" giovanneo.
Risponde ad una urgenza.

Gli attributi della metafisica classica, sinceramente ne sono solo una specie di corollario.
Certamente laddove la scolastica, la teologia, non hanno più saputo far fronte al compito di ravvivare questa urgenza. Si è visto una progressiva rigidità quasi regolamentare dei corollari, fino a farla diventare guerra di protocolli, morale. Ossia appunto una chiesa.

La discussione sui corollari è oziosa se prima non riusciamo a ravvivare in noi quel potere indagante che è racchiuso nella disperazione delle vite bucate dal destino.

Ora una discussione sull'angoscia, rischia ugualmente di rimanere una sterile rissa di parole.
Ma chi sente quell'angoscia, quella voce, per lui è inderogabile il doverla seguire e impossibile dimenticarla.

Ora l'angoscia non è qualcosa della morale, non è niente dell'etica, niente dell'estetica, è una questione solo del vivente e del suo affacciarsi alla morte.

Quanti hanno indagato questo rapporto? Da dove ripartire nell'indagine?

Forse lei ha dei consigli. Saluti.
#2105
Per capire il fenomeno degli haters via internet, ci vorrebbe un nuovo trattato di antropologia.  ;D


A me non rimane che vedere come anche nella vita reale, i giovini si identificano solo riguardo i successi altrui, e viceversa come senza che loro minimamente se ne accorgono creano una identità dell'immagine, alienante la loro di identità.
A questo punto l'alienazione è il buco da riempire, l'insuccesso loro, diventa per mimesi, l'insuccesso degli altri, da trovare ossessivamente.


Invidia in effetti è già troppo per loro.  :(
#2106
Ipazia avversario proprio no.
Sai che me ne frega se uno vuole rimanere robot: che ci rimanga.
Ma quale kulturkampf! E' invece proprio il contrario, che chi dà opinioni diverse da quelle della ideologia imperante, viene chiamato sistematicamente fascista. Sveglia! Ascoltati qualche video di Fusaro. Io non ciò voglia di spendere tempo su queste cose.
In merito:
Guarda ti ripeto che in questa discussione la religione non c'entra assolutamente niente.

Per quanto riguarda la pata-metafisica, sono in parte d'accordo, ma solo per autori minori, o per i primi novecenteschi come Scheler che forse hanno iniziato un modo di fare filosofia esistenzialista, che si contrapponeva ai nuovi neopositivismi.

Per quanto riguarda Heideger e Severino invece la questione è meramente analitica, un semplice prender coscienza dei rapporti di forza tra uomo e il prodotto delle sue scienze.
Basterebbe pensare alla bomba atomica. O alle armi a gas. Se proprio non si riesce a capirne il mero rapporto astratto.  ::)


Ma poi perchè tutta sta invettiva? Mah, mi risulta nuova oltre che indigesta. Voi robot dovete solo subire, niente ribellione  ;D
#2107
Ciao Ipazia Paul Mauro Pio Menandro Viator


Ipazia la tua pochezza filosofica è veramente irritante.
Confondere l'ideologia della metafisica falsa della Chiesa, con quella Razionale della tradizione teologica negativa, è un errore da matita rossa.
Se poi secondo te non esiste un problema della tecnica....beh vuol dire che l'intero pensiero novecentesco ha preso un granchio, meno male che si sei tu a darci le dritte giuste. Già dritte che immancabilmente non ci sono.
E' tipico del robot non volersi svegliare dal suo sonno meccanico e profondamente teologale.

"Allora si tratta di coniugare l'aspetto logico razionale che è una costruzione argomentativa con le esigenze umane: il mondo delle idee con quello della fattualità." cit Paul

Ma certo Paul mi pare evidente che debba essere così.
Le esigenze umane e il contraccolpo della fattualità, dovrebbero essere all'ordine del giorno in Filosofia.
Cosa che non è per via delle ideologie dilaganti.
Allora si tratta di dileguare prima quelle ideologie.
E' il contraccolpo fattuale che esilia il filosofo, ossia la fine della università umanista, e la dismissione dell'essere umano. (Proprio pochi giorni fa, l'ordine psichiatrico ha rilasciato al governo un dossier sulla perdita di umanità, come fattore predominante e pericolosissimo della nuova società).
Non rimane che l'attività di piccoli gruppi privati.
Che non vedo. (escluso questa oasi di forum).

"Non vince la ragione, vincono i rapporti di forza." cit Paul

Paul ti rispondo per garbo, ma la logica non è reale, mentre i rapporti di forza si.
La verità, è da sempre la legge ebraica di Abramo: ossia non idolatrare.
Come il talmud ci insegna riguardo la cosa che ha fatto scegliere a Dio lui e non altri.
La mimesi è una forma di idolatria, in fin dei conti.
Dio non ha forma è l'unica verità attingibile dalle religioni primitive.
Per quanto riguarda la fattualità, io non mi sogno di dire che è mimesi.
La fattualità è l'oggetto su cui si piega il soggetto, e cioè si forma.
E' la seconda verità, Dio e la cosa: semplice, semplice.
E' l'identità e la sua presunta logica ad essere la mimesi.

Comunque non è che non capisco cosa stai dicendo, Severino riguardo la tecnica ha capito molto più di altri inserendo il concetto di niente, nientificazione, e altre circoli paranoici.


"Sono più intelligenti quelle culture che non lo nominano e neppure lo rappresentano come icone, nelle pitture, nei santini." cit Paul

Ma certo tra persone intelligenti alla fine ci si capisce. A quello andiamo. :D

"Se ogni fatto fosse un' 'interpretazione" non c'è scampo, vince il più forte." cit Paul

Il fatto che un fatto sia una interpretazione non impedisce ad cerchia di amici, di stabilire i segnavia per il comunitarismo.

Questo per dire che la catena paranoica del "vince il più forte" si può ampiamente superare.

"Perchè sono gli strumenti mentali aprioristici che permettono la lettura fenomenologica, fenomeno-logica." cit Paul

Paul non sono gli strumenti mentali, bensì Dio.
E' l'incontro tra il trascendentale, ossia il conosciuto del soggetto.
Ossia, in sè, il soggetto, e le idee apriori, ossia divine.
Non ha alcun senso porre una fantomatica Ragione, Kant ha fallito.
Nemmeno la sua presunta soluzione ossia di una ragione estetica, varrebbe come sostituto rispetto agli infiniti sensi che Dio dà.
Pensare a Dio come una Estetica è questo l'errore di Kant.
Ma ripeto il punto è proprio quello, il soggetto non è l'identità, il soggetto si forma, non si dà come ente puro, o eterno etc....

"L'essenza è la sintassi ,Dio sarebbe semantica. Sono due cose diverse.
L'essenza, la struttura, è la rete logica su cui poggiano le semantiche che quindi unifica sinteticamente le semantiche, le unifica in una regola comune razionale, se è logica." cit Paul

Concordo, e continuo a notare un certo ondivagare da parte tua.
Prima infatti parlavi di mentale, ora correttamente di Dio, come datore di senso. Il parallelo con la semantica mi convince.Ottimo

"Se togli l'ontologia, la gnoseologia è un continuo errare per il mondo senza senso e scopo,fatto di domande inevase che rimbalzano, di blocchi emotivi per non aver trovato un senso logico alle cose, una mancanza di relazione fra le cose appaiono e si manifestano e il loro.............essere per quello che sono" cit Paul

Non sono d'accordo Paul, non esiste una semantica, ma infinite semantiche.
E ovviamente infinite sintassi, che se vuoi possiamo correlare alla gnoseologia.
Io non credo che possa esistere una sorta di semiosi definitiva. (ma su questo tu e davintro potete indagare proficuamente: è comunque una delle possibile semantiche). Piuttosto che parlare di ontologia dico.

"Vagli a spiegare fenomenologicamente il rapporto essere ed esistenza, di un bimbo che muore,
di guerre, di odi" cit Paul

Ma Heideger è ateo, figurati se gli interessa la teodicea. Almeno credo.  :P

"La vita è centrale, ma deve avere regole comuni(essenze) e condivise su caposaldi.
Ma siamo noi, intesi come singole persone o come tutta l'umanità, a decidere il percorso ."  cit Paul

Certo, va da sè che la semantica filosofica, deve ragionare non dire idiozie.
Ma questo lo dò per scontato, o non se ne esce più.

Mauro si sono d'accordo con tutto. Infatti che Dio "sia" è una presunzione, non una certezza. 

"Ciao a tutti  
La soggettivita dell' uomo moderno è deforme perché separata dal suo senso che non può essere altro che Dio. L'uomo moderno, cioè io, è deforme, sono un mostro deforme perché penso di trovare un senso  alla mia vita guardandomi allo specchio." cit Pio

Anzitutto benvenuto.
Stringato ma eccellente, è esattamente questo il senso della mia intuizione da cui il 3d. Complimenti!
Bellissimo l'io che si guarda allo specchio per trovarsi deformato, alienato come in un racconto di Pirandello.


"Per cui molti si trovano (giustificatamente dal punto di vista psicologico) costretti a trovar soddisfazione in ciò che non vedranno mai, creandosi allo scopo la convinzione dell'esistenza di un Dio tutto preoccupato dei destini nostri." cit Viator

Si concordo, anche se poi non dovrebbe mancare mai la parte critica.  ;)
#2108
Ciao Paul, Mauro, Davintro e Menandro.


"Heidegger e Levians se pensano all'essere come nulla" cit Paul


Ma questa è una supposizione di Severino, che si disinteressa del vero problema dell'incontro tra Essere e Cosa, ossia l'uomo.
Infatti Severino si disinteressa dell'uomo, basta ascoltare la sua visione apocalattica della storia.
E' inutile soffermarsi sulla formalità logica Essere e non Essere, visto come niente.
Per me è ovvio che il niente non esiste, è solo un modo di narrare la tragedia della fenomenologia.(su questo siamo d'accordo)
Ma questo narrare è infinitamente più vivo della filosofia tombale e mummificata di Severino.
Per quanto riguarda il nichilismo, ossia questo presumere del niente che finisce nel niente, e di cui solo Severino se ne fa voce, io vorrei ricordare proprio come Heideger, ricordi che la filosofia greca ha indagato la cosa, teknè, ma si sia dimenticata l'uomo.
Il nichilismo è la dimenticanza dell'uomo, ha ragione Mauro a liquidare sommariamente Severino, la sua filosofia è l'ennesimo prodotto della Tecnica.

"Se non fosse così ogni vita particolare sarebbe una verità assoluta e troppe vite reclamerebbero la propria assolutezza." cit Paul


Ma ti rendi conto della cosa orribile che hai scritto? Certo ogni vita, in quanto vita richiede la propria assolutezza! il fascismo di decidere della vita altrui lo lascio a Severino.  :o

"Questa è semplicemente "consapevolezza" perchè ovviamente non piovono dal cielo le verità, ameno che crediamo aquelle rivelate religiose" cit Paul


Non capisco il concetto di verità, rispetto a che? la consapevolezza è invece proprio quella religiosa, non ve ne sono altre. La comunione con Dio.

"Noi confrontiamo esistenza e verità, perchè necessitiamo di un parametro critico che indirizzi i nostri pensieri, i nostri affetti, il nostro cammino."cit Paul

Chi indirizza è il potere, non ciascuna vita.

"Se la metafisica ci raccontasse di una verità, ma la vita non saprebbe coniugarla nella prassi, quella verità sarebbe comunuque sterile, priva di senso "  cit Paul

E' proprio legarla alla prassi (teknè) l'errore mondano della filosofia, che si dimentica dell'uomo, come incontro con Dio. Datore di senso.

"La dialettica fra due domini :mondo dei fatti  e pensiero delle idee è il luogo in cui esistiamo"  cit Paul

Sciocchezze, ogni fatto è solo una interpretazione. (Nietzche)

La dialettica va intesa solo come lotta di classe, lotta di potere.



"L'essenza è modello ideale, archetipico, intelligibile, incorruttibile, in questo senso non può essere il prodotto di una causa efficiente di un'esistenza arbitraria e diveniente che lo precede. L'essenza è possibilità, e ogni possibilità è un'ente logico avente significato trascendentale, che resta tale indipendentemente dalle circostanze contingenti riguardanti il suo corrispettivo esistente" cit Davintro

Ma questo è l'esatto opposto dei traguardi Kantiani.
Kant smonta definitivamente Platone.
Trascendentale non è trascendente!!

"sul superamento dell'identità parmenidea essere-essenza (che continua a valere per Dio, ma non per le sue creature), non implica affatto un'assolutizzazione nichilista del divenire, con tutte le implicazioni teoriche e pratiche (fede in un'onnipotenza della manipolazione tecnica ecc.), la trovo una forzatura ermeneutica"  cit Davintro

Non capisco come possano essere antecedenti Platone e Aristotele, che continuano a pensare l'essenza come essere e quindi come ente.
Sono d'accordo invece sul fatto che l'unico essente che è "essere" è Dio.
Sono d'accordo sulla forzatura ermeneutica come ho già detto a Paul

"Il divenire è conseguenza dell'interazione della molteplicità di enti in relazione fra loro, ma ciò non toglie che le modalità di relazioni discendano pur sempre dall'identità costitutiva di ogni singolo ente, che se da un lato è condizionato dall'azione di un ente esterno, dall'altro preserva un suo livello di immutabile essenza che fissa un limite, oltre il quale alcune possibilità di divenire sulla base delle influenze esterne risultano comunque impossibili, proprio perché contraddittorie con tale essenza." cit Davintro

Questi sono di nuovo Platone e Aristotele che aborro.
Chi decide di cosa una essenza è fatta? Il filosofo re? il filosofo taumaturgo?
Io odio i fascismi.E' più forte di me.
Sono invece d'accordo sul fatto che ciò che chiamiamo divenire è la diversita di relazione degli enti, solo intesi in termini fenomenologici però.
Al bando qualsiasi ontologia.


"Da quel momento (dal "parricidio") l'Essere sarà inteso appunto come ricerca di un fantomatico
"substrato delle cose", ed anche in Heidegger si manterrà tale, individuato prima nel tempo
come "possibilità dell'esser-ci di progettarsi nel futuro", poi, dopo la "svolta", nella
physis."
cit Mauro (0xdeadbeef)

Sono d'accordo sulla tua critica all'ontologia, ma Heideger rovescia completamente Platone e Aristotele.
Chi afferma che Heideger fa lo stesso di Platone, non ha capito nulla sulla centralità del tempo che è rispetto all'uomo, non rispetto l'Essere.
Infatti per Heideger l'uomo è la sua temporalità anzitutto.
Nessuna reminiscenza però, e ditemi se è poco rispetto all'idealizzante mondo ontologico-platonico.
E' la fenomenologia a misura d'uomo, il cardine di Heideger, la cui svolta è proprio nella misura trovata annichilente, distruttiva, della logica del fenomeno.
E' proprio nella fenomenologia il cuore del discorso non affrontato.
Siccome questo è un forum di ontologisti, non mi aspetto molto d'altro invero. Però a volte la vita di ciascuno squarcia la corazza ontologica, e vengono fuori pensieri originali che apprezzo.

Come nell'ondivago Paul

"Come ho scritto o la metafisca aiuta la vita oppure è sterile.
A mio parere è infatti Aristotele a originare il dilemma della Tecnica,(come indica anche Menandro) quando inizia a focalizzare più la prassi che la teoretica.
Forse involontariamente, sposta l'asse filosfico  nelle prassi, che è in divenire, a sua volta contraddicendo la teoertica di Dio." cit Paul

Perfetto!  :D  (per riconciliarci come lo spirito pasquale impone  ;) )

Buona Pasqua a tutti.
#2109
Ciao Mauro e Paul.

Dunque voi vi fermate alla questione formale, Paul accettandola e Mauro negandola, di fatto.

La questione formale, che a questo punto certo potremmo anche dire tecnica, è riscritta. Dal punto di vista Eterno dell'Essere, esistono solo enti infiniti eterni.

Ma Severino ha insistito tante volte che la sua non è una filosofia formale, bensì dialettica.

La dialettica sta nel fatto che si scontrano 2 mondi il primo quello che lui chiama della terra, e il secondo quello degli eterni.

La follia dell'uomo risiede nella terra isolata, ossia nel pensiero disgiunto a quello degli eterni.

Ora Paul questa distinzione a me sta bene, e fa di Severino un grandissimo filosofo.

La sua critica della tecnica è esattamente coincidente con la storia della filosofia occidentale, che finisce nel nichilismo della tecnica.

Fin qui penso tutti e 3 ci dovremmo trovare.

Ossia la volontà di potenza di cambiare l'ente in qualcosa d'altro, ossia di accettare che l'ente sia e non sia allo stesso momento.

Dicevamo del PDNC, certo non amo aristotele, ma devo dargli merito di aver capito l'essere, come substrato.

Ma il substrato, ossia l'ente nascosto della Physis di tutta la filosofia greca, in cosa consisterebbe?

E' quella la domanda mai risposta di Severino.

Nella tradizione io credo che questa impossibilità di risposta, ossia il famoso limite greco, sia stata fissata da Kant, come l'oggetto in sè.

Ossia qualcosa che DEVE esistere in quanto facente parte del substrato delle cose.

Questo oggetto in sè, è uno, non esistono gli oggetti in sè.

Quel deve come sappiamo a livello scientifico, non si saprà mai per via del principio di indeterminazione di Heisenberg.

Dunque quell'Eterno che è poi il substrato della forma e della materia, è irrevocabilmente PRESUNTO.

Ma allora perchè a mio parere la filosofia fondamentale rimane tale?

Perchè secondo me, il substrato non è l'eterno, ma è la stessa Vita.

Del fatto che io soggetto sia vivente non ho dubbi.

Non del fatto che io sia, perchè appunto,uno è alla fine a ben vedere solo un fenomeno.

Il vivente non è l'essere.

L'essere è presunto. Io essendo vivente, originariamente lo presumo per induzione.

L'Essere di Severino non è L'Essere di Heidegger, perchè il primo è monoliticamente una presunzione teologica, il secondo invece è esattamente l'Essere teologico, ossia da interpretare  solo religiosamente.
E' il Dio adveniens della gelassenheit.

Se non ci fosse questo dramma, non esisterebbe nemmeno la filosofia.
Severino invece proprio formalmente decide che questa dramma sia solo una follia.

Ma l'errore è di confondere la funzione del substrato, o degli eterni.
Per lui questa funzione è la Gloria.
Ossia banalizza le forma drammatiche della esistenza, benchè le intenda.

Il fatto che esistano diversi fenomeni, è di fatto la vera filosofia, il vero dramma, il vero trauma di cui pur lui aveva capito tutto.

La fenomenologia, intesa come metafisica fondamentale, o originaria.
E' la questione stessa dell'ermeneutica della metafisica fondamentale.

La funzione non è la Gloria, perchè mi scuserà il maestro, ma mi pare una cosa assai teologica. Una accettazione passiva.

La gelassenheit invece Necessita per essere tale di una infinita ermeneutica.

Un continuo ripensamento. Un continuo mettersi in discussione proprio a partire dal fatto che noi sentiamo il divino, non dal fatto che lo presuppiamo necessario da PNDC, che per è una mera formalizzazione senza alcun senso.


Grazie comunque dei contributi, sebbene non accetti il vostro fermarvi alle soglie della questione.  ;)
#2110
Tematiche Spirituali / Re:Lotta all'idolatria
17 Aprile 2019, 04:41:40 AM
Non mi sembra possibile unire questi 3 fenomeni come l'idolatria, lo stato psicotico maniacale, e la nascita assistita, come facenti parte della stessa idea.

Se gli umani possono essere riprodotti si farà, è così che va il mondo secolare.

Che senso ha dover trovare una motivazione religiosa per una azione politica, e assai poco religiosa, come il voler la morte che contraddistingue in calce al tuo avatar?

Mi pare che tu stia nell'ambito di una spiccata nevrosi, attento che non diventi una psicosi. attento che l'idolatra che vuol essere Dio, non lo diventi tu!!!

Comunque togliamo quel motto è contro qualsiasi netiquette, e contro il buon senso.
Se vuoi puoi argomentare, come qui, ma non puoi metterlo in calce all'avatar!
#2111
Tematiche Spirituali / Re:Esoterismo religioso
17 Aprile 2019, 04:29:08 AM
Citazione di: Socrate78 il 13 Aprile 2019, 15:37:37 PM
Con tutte queste storie mi avete fatto semmai l'effetto contrario, cioè mi avete fatto venire una matta voglia di andarci a Poveglia, magari ne trarrò anche l'ispirazione per qualche racconto horror, a volte mi diletto a scriverli.

Se scrivi horror, avrai una dimestichezza su come controllare le paure. Magari pensandole proprio come cose letterarie. E va bene, ma certi luoghi, non si perchè, sembra che risvegliono paure ancestrali.
Ma forse il vero horror è di quelle che parla, per poterle sublimare.
#2112
Il terreno d'elezione dove cercare questo tipo di sapere "che guarda dall'alto" è solo e
soltanto il terreno della politica.
La metafisica, dunque la filosofia stessa (che per me si identifica con la metafisica),
 E', intrinsecamente, "politica". cit ox (Mauro)

Concordo, fa il paio con quanto scritto sopra a Davintro.

Per quanto riguarda il pensiero debole, che non sa farsi forte, sono d'accordo che la questione stia nel pragmamtismo.
Ossia la divergenza d'opinioni è derimibile? se rimaniamo a livello pragmatico senza analisi, niecciana e lacaniana, no.
E dunque si tornerebbe alla lotta di classe prevista da Marx.
In questo non avete torto tu e davintro a trovare qualcosa del pramatismo che contenga lo spirituale.
Ma secondo Marx, questo è invece il presupposto, che porta ad una analisi non spregiudicata della realtà.
Ossia che ogni spiritualità è prorio presupposta ad ogni pragmaticità.
Ecco che l'analisi dei conflitti si tramuta in una fissazione della gerarchia politica.
Invece per Marx, la spiritualità va eliminata, per far veder meglio la questione politico-economica, che la presupponeva (quella spiritualità).
#2113
x davintro

e proprio il discorso epistemico è centrale per la metafisica, e ne segna la peculiarità." cit davintro

Si ma l'episteme, è proprio la relazione, la intellettualità. Il logos, ossia ciò che unisce ciò che sennò rimarrebbe separato.


"E la razionalità inevitabilmente chiama in causa il momento critico, cioè l'accertamento, come scrivevo prima, dell'adeguatezza degli strumenti metodologici che utilizziamo in relazione al livello oggettivo di realtà che ci interessa indagare. " cit Davintro

Si certo urge una metafisica diversa, lo vado dicendo da anni, ma la meta - metafisica, riguaderebbe quali strumenti? Ne abbiamo parlato all'infinito anche con Phil.
Perchè a distanza di anni reiteri la possibilità di trovarli, quando è evidente che possono essere solo linguistici, e come tali poco empirici. Dovresti inventare una semiologia ad altissimo tasso di complessità, mi viene in mente solo questo nella tua direzione.
Per me la meta-"metafisica" si chiama psicanalisi, ossia l'analisi del soggetto, del parlante, dell'emittente nel discorso lingustitico alla Saussurre.


"In questo senso epistemologia e metafisica si implicano reciprocamente, e stavolta il circolo non è vizioso, ma virtuoso: non si tratterebbe di un reciproco fondarsi in cui una pregiudizialmente ammette la validità dell'altra in relazione a uno stesso obiettivo, bensì di una interazione nella distinzione dei ruoli." cit Davintro


Sarei anche d'accordo, ma nella realtà nessuno rispetta il suo ruolo, perchè ogni ruolo è una minaccia per l'altro.
Ma su questo non posso esserti d'aiuto genericamente, ma solo di volta in volta vedendo la follia dello scienziato, e le tristissime forme di asservimento dei filosofi agli scienziati.
E' una questione di rilevanza dei ruoli.
Se persino il maggior filosofo italiano Sini, è sceso così in basso a dire che la filosofia per come la abbiamo conosciuta è finitia. capisci quanto la questione del vivo-morto sia mordente.
Certo questo non è nemmeno nel dibattito pubblico.
Comunque se vogliamo chiudere gli occhi di fronte a questo, sono d'accordo sulla iterazione necessaria.
Ma in che modo articolarla non lo vedo ancora. Forse la filosofia della percezione? Ma come immettere la questione spirituale, come (novità per me) hai ammesso di voler fare?


"In sintesi l'epistemologia opera su un contenuto metafisico, la metafisica trae dall'epistemologia la legittimazione razionale del suo discorso riferito ai suoi contenuti" cit Davintro


Si la direzione è quella, necessariamente, ma gli esiti di tale dispiegamento di forze, è proprio la messa al bando di ciò che
 l'ha ammessa come sua conseguenza. Ossia il rapporto conflittuale del derivato, la scienza, con il suo datore, la metafisica.
Non mi paiono discorsi come dire affiancabili e quindi dimenticabili, perchè il rapporto di forze dei ruoli determina poi anche la veridicità presunta, delle forme di controllo sui discorsi, metafisici o scientifici che siano.
#2114
x sari

"Abe Masao fa notare che, tuttavia, in Heidegger vi è una certa priorità del tempo rispetto all'essere, in quanto il tempo è il luogo in cui si dà l'essere. Mentre in Dōgen, l'identità è assoluta.  (Giancarlo Vianello -studioso della scuola di Kyoto-in "La visione del tempo in Dogen e Heidegger")" cit Sariputra

E' vero, ma questo perchè a rigor di logica credo che Dogen intenda l'identità come quella che non appartiene all'uomo legato ai sensi.

(è comunque buddista l'umus giapponese, giusto)

Nell'esserci ovviamente invece si parla dell'uomo come legato ai sensi, del qui e ora un attimo prima che avvengano.
Direi che invece l'identità assoluta di Dogen dovrebbe appartenere alla storia dell'Essere come manifestazione originaria di Heideger.
Penso che siamo molto vicini anche se le sfumature immagino daranno esiti molto diversi, o forse no, visto il concetto di Abbandono Heidegeriano, molto zen.
Heideger non era nazista, è stato un sostenitore del nazionalismo, ma non era un fascista.
nazismo = nazionalsocialismo + fascismo. Era per la liberazione non per la costrizione insomma.


"l'«essere-per-la-morte» [sein zum Tode] di Heidegger, è una forma di nichilismo a parer mio...in fondo mi sembra che l'idea heideggeriana dell'essere tende al nichilismo proprio per il  suo credere che l'essere «appare» dal nulla."

L'essere per la morte, è una questione dell'esserci, ossia del soggetto, non dell'Essere, questo è un gravissimo errore di un nostro famosissimo (per questa interpretazione abbastanza tendenziosa, che fa coincidere il soggetto con l'Essere, cosa che in Heideger è invece totalmente separata, benchè in relazione, uno dei solito appiattimenti del riduzionismo, che esiste anche in filosofia, non solo nelle scienze) filosofo psicanalista, non ricordo il nome sorry. Pure abruzzese è...che triste.
Ovviamente famoso, i cinici di mezzo mondo non vedevano l'ora di azzannare il Sommo Maestro.

Comunque si heidegger capisce benissimo il nichilismo. Non è che lo appoggi, è che lo vede arrivare.
#2115
Citazione di: Ipazia il 12 Aprile 2019, 08:33:04 AM
Metafisica non è riducibile a Mondo, Anima, Dio più che realtà sia riducibile a processi fisico-chimico-biologici. Metafisica è riflessione e interazione consapevole con physis. Atto filosofico che pone, in rapporto alla scienza, la prospettiva dell'unicità della gnosi/episteme. La questione mente-cervello, in attesa di ulteriori sviluppi neuroscientifici sui quali ogni doxa preventiva lascia il tempo che trova, è sospesa, ma per chi non ha feticismi metafisici da soddisfare la convivenza è soddisfacente e non presuppone alcun dualismo sostanziale, ma solo una distinzione di ruoli all'interno del medesimo contenitore biologico senziente. L'autocoscienza della mente-psiche-atman è la fase 2 dell'evoluzione della materia dallo stadio inanimato. La fase 1 è il passaggio alla vita regolata esclusivamente dall'istinto (DNA). Tale evoluzione ha comportato un aumento del grado di libertà del soggetto evolutivo con caratteristiche "trascendentali" autocoscienti e intelligenti sviluppatesi in rapporto diretto all'aumento della capacità di manipolazione creativa della realtà.

Posto che la metafisica è teoria (tanto filosofica che scientifica) la distinzione effettuale tra scienza e filosofia è che la prima si occupa di physis e la seconda di ethos. Su ciò concordo con Lou. Non è sempre stato così, ma oggi è la miglior divisione possibile del lavoro intellettuale. E, come non bastasse, vi è pure un secondo livello, teorico, di critica dei prodotti dell'intelletto (tutti) di tipo epistemologico. Nel progetto di un sapere aggregato tra filosofia e scienza è obtorto collo riappropriarsi del piano metafisico della conoscenza, non lasciandovi scorrazzare solo le pretese di possesso degli spiritisti e dei loro ippogrifi, garantendo loro un dualismo epistemico fittizio.
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Apprezzo che mi dai del feticista, potrebbe anche essere, ma ti ricordo che per la seconda legge freudiana, la scelta dell'insulto, nascondo proprio il problema dell'insultante.
E' evidente che feticista è la scienza tout court, che tratta le sue cose, come se gli appartenessero, e anzi come se costituissero la sua identità.
Ma che ne sa la scienza dell'identità?