Citazione di: Socrate78 il 09 Dicembre 2022, 12:01:29 PMQuindi non è possibile il dialogo tra te e un credente, perché per definizione è impossibile il dialogo tra chi considera illogico il punto di vista di un altro, è la stessa identica cosa di quando l'inquisitore nel Seicento considerava per forza errato il punto di vista dell'eretico di turno e non era disposto a rivedere mai le sue teorie, anche l'ateismo (soprattutto di tipo materialista) sa essere dogmatico come le tradizionali religioni monoteiste. Tanto valeva quindi che non aprivi nemmeno questo post, poiché per te chiunque è contro la tua visione (non solo nella religione, anche in altri ambiti mi sembra di comprendere....) è nell'errore.
Ma la scienza stessa, che è spesso arrogante, in realtà non sa rispondere a tutta una serie di domande, ad esempio da dove ha origine la coscienza? Dove si trova esattamente nel cervello? E' un prodotto del cervello oppure è indipendente da esso? Sono tutte questioni APERTE, solo che i materialisti le vogliono ritenere questioni chiuse e quindi non sono disposti come te al dialogo con chi la vede diversamente, infatti liquidano qualsiasi racconto sul trascendente come un'allucinazione, una visione.
Inoltre se dopo la nostra vita ci fosse il Nulla, che senso avrebbe ad esempio imparare e studiare? Non avrebbe alcun senso ultimo, perché tutte le nostre conoscenze si perderebbero, quindi tutto sarebbe azzerato. Ancora di più, che senso avrebbe amare? Assolutamente nessun senso, anzi, sarebbe meglio non avere legami affettivi con nessuno, perché così non si soffrirebbe quando le persone a cui siamo legati muoiono. Come vedi se io assumo che dopo la morte vi è il Nulla, il modo di considerare il senso della vita cambia di molto, e se si è atei coerenti non si può che essere NICHILISTI. Saluti.
Per un piu' ampio dibattito filosofico, andrebbe compreso che la posizione nichilista per cui nulla avrebbe valore dato che la vita termina col nulla, si puo' anche rovesciare, e, a livello di storia del pensiero e' effettivamente stata rovesciata, nel suo opposto:
se la vita termina con il nulla, ogni anche apparentemente piccola ed effimera cosa della vita HA VALORE INFINITO, perche' la vita per noi e' la nostra unica ed estrema occasione, contrapponibile solo ad un'infinita', e ad un'eternita', di "nulla".
Insomma il carpe diem oraziano, riscoperto nelle posizioni decadentiste ed estetizanti alla D'annunzio, o nel titanismo, spesso politico o esistenziale, dei pensatori del romanticismo ottocentesco.
In realta' la mia posizione e' che il nulla non valorizza ne' svalorizza la vita: per quanto cio' possa essere difficile, bisogna riuscire a pensare oltre il presunto valore salvifico (come ricorreva nella precedente discussione su Schpenahuer) del nulla, e, allo stesso tempo, oltre il problema nichilista e pessimista della morte intesa come un sonno senza sogni eterno, insomma oltre il -cupo- problema del "terminare", dopo la morte, nel nulla.