Il serpente per me non è quello che si mangia la coda!
Al contrario! Il serpente è quello della Pizia, quello del mio avatar, esso è l'originario! sepolto dall'apollineo.
Il serpente diventa per la grecia patriarcale, la cannibale di Troia, la maledetta della veggente.
Un simbolo di potere. Un potere voluto fortemente. Un potere che serpeggia in tutta la cultura greca, che si sposa con l'orfismo. Con le infinite significazioni, le nominazioni del più grande poeta mondiale, Rilke, i suoi sonetti ad Orfeo. Inarrivabili, forma suprema della resistenza di GEA.
E' Gea che parla tramite il potere tombale del serpente. Un potere divinatorio, fantastico, inestinguibile persino nella sconfitta.
Non la nominazione di Gea, che mi pare sostenga i deliri degli illuminati, del pensiero Zeitgeist, del nuovo ecologismo filosofico (delirante, ossessivo, orripilante alle mie orecchie e al mio cuore), fino alle proposte dei 5stelle (non dico quelle superficiali politiche, che hanno anche un senso, intendo proprio la filosofia che lo anima, e che si rifà sempre allo gnosticismo).
Dio o Natura, diceva Spinoza, in quella frase che nega la libertà. Che nega il cristianesimo più vero.
Non il cristianesimo attuale, con il suo giusnaturalismo bigotto e asservito.
Il serpente sono le forme infinite della nominazione consapevole al sembiante. Non è nient'altro che la dialettica Hegeliana, come pure aveva (per metà) capito Kojeve.
La morte non è quella reale, come per Kojeve, vi è un gran confusione in questo. Neppure Heidegger intende la morte così, la morte è la morte delle nominazioni provvisorie. Le nominazioni, i simboli, NON i soggetti.
E' solo chi pensa che il simbolo è per sempre, che può fare un errore così grave. Dopo Heidegger la filosofia è morta, in questo sua presunzione, talmente ingenua e grave, che non ho mai avuto parole, per bestemmiarla abbastanza.
Ci vuole tutta la sapienza del maestro Sini. Tutto il suo disprezzo per le filosofie contemporanee, liquidate con un "chi parla?" quale soggetto sta parlando? da quali prassi egli viene? etc...
In fin dei conti i tempi moderni sono una eclissazione del soggetto. Laddove il soggetto emergeva sempre più problematico, sempre meno definibile dalle forze del positivismo, in contrapposizione al modernismo (cartesiano, duale), sempre più la scienza ha tentato di eliminarlo. Fino ai tempo buj che vediamo. L'inizio del tunnel del nichilismo non è la caduta di tutti i valori, ma la loro falsificazione. La scienza è il nemico. Ahimè!
La scienza come monismo, come riduzionismo, come assoggettamento, non come prassi di adattamento alla natura matrigna terribile. La scienza arrogante. La scienza lobotomizzante (nel senso reale della parola).
Al contrario! Il serpente è quello della Pizia, quello del mio avatar, esso è l'originario! sepolto dall'apollineo.
Il serpente diventa per la grecia patriarcale, la cannibale di Troia, la maledetta della veggente.
Un simbolo di potere. Un potere voluto fortemente. Un potere che serpeggia in tutta la cultura greca, che si sposa con l'orfismo. Con le infinite significazioni, le nominazioni del più grande poeta mondiale, Rilke, i suoi sonetti ad Orfeo. Inarrivabili, forma suprema della resistenza di GEA.
E' Gea che parla tramite il potere tombale del serpente. Un potere divinatorio, fantastico, inestinguibile persino nella sconfitta.
Non la nominazione di Gea, che mi pare sostenga i deliri degli illuminati, del pensiero Zeitgeist, del nuovo ecologismo filosofico (delirante, ossessivo, orripilante alle mie orecchie e al mio cuore), fino alle proposte dei 5stelle (non dico quelle superficiali politiche, che hanno anche un senso, intendo proprio la filosofia che lo anima, e che si rifà sempre allo gnosticismo).
Dio o Natura, diceva Spinoza, in quella frase che nega la libertà. Che nega il cristianesimo più vero.
Non il cristianesimo attuale, con il suo giusnaturalismo bigotto e asservito.
Il serpente sono le forme infinite della nominazione consapevole al sembiante. Non è nient'altro che la dialettica Hegeliana, come pure aveva (per metà) capito Kojeve.
La morte non è quella reale, come per Kojeve, vi è un gran confusione in questo. Neppure Heidegger intende la morte così, la morte è la morte delle nominazioni provvisorie. Le nominazioni, i simboli, NON i soggetti.
E' solo chi pensa che il simbolo è per sempre, che può fare un errore così grave. Dopo Heidegger la filosofia è morta, in questo sua presunzione, talmente ingenua e grave, che non ho mai avuto parole, per bestemmiarla abbastanza.
Ci vuole tutta la sapienza del maestro Sini. Tutto il suo disprezzo per le filosofie contemporanee, liquidate con un "chi parla?" quale soggetto sta parlando? da quali prassi egli viene? etc...
In fin dei conti i tempi moderni sono una eclissazione del soggetto. Laddove il soggetto emergeva sempre più problematico, sempre meno definibile dalle forze del positivismo, in contrapposizione al modernismo (cartesiano, duale), sempre più la scienza ha tentato di eliminarlo. Fino ai tempo buj che vediamo. L'inizio del tunnel del nichilismo non è la caduta di tutti i valori, ma la loro falsificazione. La scienza è il nemico. Ahimè!
La scienza come monismo, come riduzionismo, come assoggettamento, non come prassi di adattamento alla natura matrigna terribile. La scienza arrogante. La scienza lobotomizzante (nel senso reale della parola).