LA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI
Il Commissario Agresti, dopo aver bussato, entrò nell'ufficio del Vicequestore, posandogli sulla scrivania dei tabulati telefonici ed esclamando: -Sono stato uno stupido a non pensarci subito; eppure qualche sospetto lo avevo avuto sin dal principio!-
- Cioè?- chiese incuriosita Nardi.
- Ma ti pare che il Dott. Costa, che è un medico, non si è accorto che la moglie era ancora viva dopo che lui l'aveva colpita in fronte?-
- Va bene, ma questo non prova niente! Poteva benissimo non essersene accorto, essendo in preda al panico!-
- Già, ma non era certo in preda al panico, quando, dopo averla legata ed imbavagliata, due ore dopo circa è tornato indietro, a casa, per tagliargli con tanta precisione l'"arteria carotidea"!-
- Anche un "killer professionista" avrebbe potuto fare la stessa cosa!- obiettò il Vice Questore.
- No, mia cara Livia, un "killer professionista" ti taglia la gola da orecchio ad orecchio, recidendoti contemporaneamente sia l'"arteria carotidea" che la "vena jugulare"; il che è efficacissimo, ma molto brutale ed alquanto doloroso.
Ed invece, mia cara Livia, un "medico professionista" sa benissimo che, per far morire qualcuno in modo sicuro, rapido e quasi indolore, è sufficiente incidere in modo quasi chirurgico, con un piccolo taglio, soltanto l'"arteria carotidea"; che è quella che porta il sangue al cervello, recisa la quale si muore in pochi secondi.
Non serve tagliare anche la "vena jugulare", che riconduce il sangue dal cervello al cuore; ed il cui taglio comporta la morte solo dopo qualche minuto-
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- Già, però abbiamo scoperto che Maria Costa aveva anche lei un amante, Alessandro Grandi; il quale era medico pure lui, e che, per giunta, non ha un alibi, mentre suo marito sì!
Inoltre, così come lo sai tu, anche l'assassino/a poteva essere al corrente che far morire qualcuno resecandogli l'"arteria carotidea" poteva far pensare ad un medico; e, quindi, l'ha fatto apposta per depistarci!-
- Certo che lo so, ma dubito che sarei in grado di farlo con tanta precisione!- replicò Agresti.
- Resta il fatto che uno dei due medici in ballo non ha un alibi, ma neppure un movente (Grandi), mentre l'altro il movente ce l'avrebbe pure, però ha un alibi a prova di bomba!-
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- Ed è qui che "casca l'asino"!- eclamò il Commissario - Guarda quei tabulati!-
- Li ho già guardati, ma non mi dicono niente, a parte il fatto che Silvio Costa è sempre rimasto nel parcheggio.-
- Ed invece, mia cara, se guardi bene gli asterischi in fondo alle "telefonate perse", vedrai che, come lui stesso ci ha detto, Silvio Costa era talmente scosso che non voleva parlare, comprensibilmente, quasi con nessuno; per cui ha risposto al telefono solo tre o quattro volte per tutto il tempo che è stato lì.-
- E allora? Come hai detto tu è una cosa assolutamente comprensibile, non dimostra niente!-
- Già, ma, forse, sia tu che lui non sapete che, oggi, dai più recenti tipi di tabulati di controllo, siamo in grado di distinguere:
- le telefonate rimaste senza risposta perchè interrotte manualmente dall'utente;
- le telefonate rimaste senza risposta perchè nessuno rispondeva per il periodo prestabilito dalla compaglia telefonica (cioè suonando a vuoto).
E se guardi i tabulati noterai che:
- dalle 20,20 alle 22,40 il telefono di Costa è rimasto sicuramente posizionato nella vettura parcheggiata vicino alla stazione;
- dalle 20,20 alle 21,40 le telefonate in arrivo, salvo una o due senza importanza a cui ha risposto, sono rimaste senza risposta perchè "interrotte manualmente dall'utente";
- dalle 21,40 alle ore 22,20, però, le telefonate in arrivo sono rimaste "tutte" senza risposta perchè perchè nessuno rispondeva, ed il cellulare ha quindi continuato a suonare sempre a vuoto, "senza che nessuno interrompesse mai manualmente la chiamata!;
- dalle 22,20 alle 22,40, infine, così come era accaduto per le telefonate dalle 20,20 alle 21,40, le telefonate in arrivo, salvo una o due senza importanza a cui ha risposto, sono rimaste senza risposta perchè interrotte manualmente da Silvio Costa.
Il che vuol dire che, tra le 21,40 e le 22,20 , Silvio Costa ha abbandonato il cellulare acceso nella macchina, per precostituirsi un alibi, e, con un taxi, è tornato a casa sua ed ha ucciso la moglie; che, precedentemente, aveva legato ed imbavagliato ad una sedia, affinchè non potesse gridare aiuto una volta rinvenuta dal colpo che le aveva assestato in fronte.
Poi ha messo in scena la simulazione di una rapina, portandosi via collana, orologio e borsetta, e lasciando in terra il coltello zingaro con il quale aveva tagliato la carotide alla moglie dopo averlo ripulito delle sue impronte; questo al fine di indirizzarci verso il campo Rom lì vicino.
Il cellulare col geolocalizzatore dentro, invece, lo ha lasciato lì!-
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- Diabolico!- commentò la Nardi - Ma perchè non ha cercato di simulare anche lo scasso della serratura, per avvalorare la sua messa in scena di una effrazione?-
- Perchè è troppo furbo, e, non essendo lui un ladro, ha capito che noi ci saremmo accorti subito che era solo un tentativo di depistaggio da parte di uno che di scassi non se ne intendeva affatto.
Per questo ha detto che, forse, fuggendo, la porta l'aveva lasciata aperta lui; come sicuramente ha fatto-
- Astuto!- sorrise con un smorfia il Vice Questore.
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- Ma ancora più scaltra è stata la sua idea di spruzzare il sangue dal coltello, lungo le scale che portavano all'appartamento della Grandi: il che costituiva il suo "piano B".
Ed infatti, evidentemente, ha pensato che se noi non avessimo abboccato allo "specchietto per le allodole" dell'omicidio per rapina, avremmo probabilmente esteso le indagini fuori dell'appartamento; e, trovando quel sangue, avremmo sospettato della Grandi, ben sapendo che il marito se la faceva con sua moglie!-
- Però non aveva previsto che, proprio quella sera, la sua amante Versa Solis avrebbe avuto la pessima idea di andare a far visita alla moglie- osservò la Nardi - E che, per giunta, si sarebbe incontrata per le scale proprio con Tina Grandi!-
- Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi; per cui, secondo me, l'assassino è senz'altro Silvio Costa!-
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- Hmm, ma questi sono solo indizi circostanziali!- commentò il Vicequestore - Tra le 21,40 e le 22,20 Costa può essersi addormentato in macchina, e, quindi non aver sentito il telefono che squillava, no?-
- Addormentarsi in automobile in quelle condizioni di stress, e con il rumore del traffico circostante, mi sembra molto improbabile- obiettò Agresti - Senza considerare che la suoneria del suo telefono, che riproduce a tutto volume il "Can Can di Hoffenbach", avrebbe risvegliato un morto.
Inoltre abbiamo identificato il tassista che lo ha portato a casa tra 21,40 e le 21,55; sebbene lui abbia fatto di tutto per non essere riconosciuto sedendosi alle sue spalle, e cercando di nascondersi nel buio della notte.
Ma il tassista lo ha riconosciuto lo stesso:
- dalla voce;
- da un confronto all'americana.-
- Come ben sai i riconoscimenti testimoniali lasciano il tempo che trovano!- commentò, scettica, la Nardi.
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- Va bene, ma chi altro avrebbe mai fatto quel tragitto, in quell'orario, dalla stazione al suo indirizzo di casa, e poi viceversa?- replicò Agresti.
Inoltre, al ritorno verso la stazione, tra le 22,05 e e le 22,20, ha fatto fermare un attimo il taxi per gettare una busta in un cassonetto delle immondizie ben lontano dalla sua abitazione; il tassista ci ha portato lì, e ci abbiamo trovato dentro l'orologio la collana e la borsetta della moglie, con le sue impronte digitali sopra (che non aveva ritenuto necessario cancellare)!-
E nel dire questo depose dei reparti incellophanati sulla scrivania del suo capo.
- Be', il suo avvocato eccepirà sicuramente che è normale che le impronte del marito si trovino sull'orologio la collana e la borsetta della moglie!- osservò la Nardi.
- Forse- ghignò Agresti sollevando uno dei sacchetti con i reperti -Ma non è normale che le sue impronte digitali e il suo DNA si trovino anche sulle monete di mancia che ha lasciato, quella sera, al tassista; ormai, per sua sfortuna, sono rimasti in pochi a conservare quest'abitudine!-
- Già!- convenne il Vice Questore.
- E, invece per nostra fortuna, il tassista si e messo in tasca quella monete in una giacca che non ha più usato fino a che noi non lo abbiamo rintracciato!-
- Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino!- concluse il Vice Questore.





