Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - green demetr

#2161
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
11 Ottobre 2018, 19:14:45 PM
cit Sgiombo

@Sgiombo

"Ma infatti io invece non credo ad alcun più o meno metafisico "destino" ma invece al condizionamento in ultima analisi della struttura economica sulle sovrastrutture ideologiche, politiche, culturali, ecc."


Ma è un errore banale, il materialismo storico non credo possa arrivare a dire una cosa del genere, sarebbe il ribaltamento di Marx. (lo ribaltano lo stesso, ma credo sopratutto a livello politico, o almeno mi auguro).
Sono le sovrastrutture che decidono dell'economia.


"Come diceva Ippocrate "la scienza é lunga e vita é breve", e sono  molto contento di aver letto Hume piuttosto che Freud e Friederich Engels piuttosto che Friederich Nietzche."

E va bene così.

"Mi piacerebbe sapere a chi mai sia rivolta questa obiezione.

Ovviissimamente di certissimo non a me!!"


;D  è vero! era una notazione generale.


"Chiaramente non per chi ritenga razionali Severino, Heidegger e magari Nietzche!"


;D  Nietzche è una delle persone più brillanti a livello razionale. Hai ragione, dimentico da che posizione guardi le cose.

"Infatti non mi interessa punto (se é così l' impresa di intenderci é pressocché disperata)"

Si quando parlo generalmente io uso una visione del mondo che non ti interessa, non ha senso volersi intendere in quello.

Rimane comunque il lavoro di intendersi su cose molto più pratiche e politiche.

Forse altrettanto disperato, ma non possiamo saperlo prima ;)

Il progetto Marx, viene dopo il progetto Hegel. Ci vuole pazienza.

"...Pericoloso parlare di politica fra noi due (conto sul fatto che prenderai la battuta nel verso giusto)."

Al massimo parte qualche innocua invettiva verso altri (si spera ;) )

Si c'è una cosa che proprio non possiamo intenderci, ma ho capito, e la lascio perdere.
(lgbt etc)
#2162
cit Sgiombo

@Sgiombo


"Io invece ho sempre inteso la questione nel senso che per i realisti gli universali esistono concretamente da qualche parte ("iperuranio" di Platone, "terzo livello delle realtà" di Popper, ecc.) come "esemplari" prototipici o archetipici o stereotipici.
Invece per i nominalisti sono caratteristiche della realtà non sussistenti di per sé ma invece unicamente in quanto "presentate da" o "proprie di" oggetti (enti e/o eventi) reali concreti, che il pensiero può astrarre dai casi concreti e considerare teoricamente "di per sé)."


Non saprei magari hai ragione tu, e sono io che inverto i termini-


"Allora anche tu sei nominalista (per i realisti -oltre a poter essere pensato, come per i nominalisti- c' é da qualche parte un qualcosa di concretamente esistente che costituisce "l' insieme totale degli oggetti")"

Si come tutti uso gli universali, e ovviamente sono nel mio caso nominalisti.
E proprio perchè sono realista (o il contrario secondo le tue definizioni, continuo per ora con le mie...poi faccio breve ricerca per capire se ho toppato) ritengo questo nominalismo qualcosa di utile solo a livello grammaticale.



"Concordo, da nominalista."

Nel tuo senso o nel mio, non ho capito.  ;)


"Concordo (a parte la discordanza di aggettivo sostantivato neutro e aggettivo "puro; o aggettivo e basta" maschile: scusa la pedanteria).

Platone era un fottuto reazionario illiberale che, in evidente carenza di argomentazioni per confutarli, cercò (secondo il solitamente attendibile Diogene Laerzio) di arraffare tutte le copie degli scritti dell' atomista Democrito per distruggerle (almeno in questo, un Goebbels ante litteram)."


Assolutamente si.



"Infatti, qui ci intendiamo!"

Vedi che è possibile, una volta capiti i reciproci vocabolari!  :D


"Io credo che l' idealismo sia sbagliato perché l' esistenza reale della materia é altrettanto immediatamente evidente all' empiria (e dunque meramente fenomenica!) che quella del pensiero."

L'idealismo non ritiene l'empiria inesistente, la ritiene esistente, ma conoscibile solo dal soggetto.
E' un problema filologico, di chi non ha letto i libri di Kant ed Hegel presupporre il contrario. (dico i sedicenti professionisti, non tu sgiombo, che hai seguito una strada tua). Cacciari o Sini non perdono mai l'occasione di ricordarlo.


"Sono realista di entrambe esattamente allo stesso modo, ma solo in quanto meri fenomeni."

Sei un idealista allora  :o . D'altronde Kant emerge proprio dalle ceneri di Hume.

Mi chiedo allora semplicemente, perchè non hai mai approfondito l'aspetto fenomenico mentale, cone quello fenomenico materiale? (che è poi il vero lavoro che fanno gli idealisti, a partire da Kant ma sopratutto dopo, e che a te non interessa).

Veramente è solo per la questione del rasoio di Occam? (mi rendo conto che già te l'avevo chiesto).
#2163
Citazione di: paul11 il 11 Ottobre 2018, 00:01:25 AM
ciao Green,
il Brihat Parasara Hora Shastra (BPHS), qualcuno stima che abbia cinquemila anni è l'astrologia indiana di ispirazione vedica.
L'autore è Parasara, il padre di Vyasa, l'autore del Mahabharata, del Bhagavata Purana, ecc..

Sono un pò restio a tornare sui testi indiani. Credi che ci sia collegamento con il medio-oriente?
#2164
Citazione di: paul11 il 11 Ottobre 2018, 00:44:47 AM
Citazione di: green demetr il 10 Ottobre 2018, 17:30:04 PM
La differenza è sempre dovuta a un concetto fondamentale per il cattolicesimo.

La libertà di scelta. O anche chiamato principio di responsabilità dall'ultima teologia.
Se noi introduciamo la reincarnazione, rientroduciamo il concetto di KARMA, che è un controsenso.
O si è liberi o si è prigionieri della ruota karmica.

D'altra parte invece la religone antica compresa l'ebraismo è una religone gnostica.
Per le antiche religioni la salvezza è possibile solo tramite una lotta tra mondi paralleli.
Non è data tutta questa importanza alla libertà umana, anzi se si è decenti a livello intellettuale, si capisce che alle antiche religioni piace vedere l'uomo come schiavo.

In questo senso capisco sempre più perchè molti intellettuali abbiano sposato le tesi del terribile cristianesimo.
Perchè in esso vi è potenzialmente un grande slancio vitale, un grande messaggio di Amore, e contrastro all'odio.
(che nella realtà combacia con l'esatto sui opposto ovviamente, ma qua ci serve la filosofia per capirlo).
ciao Green,
molte tradizione credevano alla reincarnazione.
Socrate ,nel Fedone dice espressamente della metempsicosi e lo indica nella dottrina orfico-pitagorica.
Orfeo veniva dalla Tracia e gli influssi esoterici del "pitagorismo" sono egizi.Quindi significa che tutta la fascia Medio Orientale conosceva le dottrine originarie ispirative.
Tant'è che S,Agostino,, nato nel Nord Africa in origine era manicheista e credeva alla reincarnazione.
Fu il concilio del 533 che condannò la reincarnazione, significa che ancora a quell'epoca era presente.

Il problema fondamentale è come l dottrine sostengono il rapporto corpo-anima,all'altro fondamento dottrinario della resurrezione:dei corpi ,delle anime, dei corpi-anime?
Se si accetta una resurrezione  dei corpi è chiaro che diventa difficile dire che un'anima è passata per cento corpi ad esempio in ciclo, e con quale corpo resuscita, l'ultimo della serie?

L'ebraismo ha poco di gnostico, almeno in origine, ed è  materiale.Il cristianesimo semmai è trascendentale.

C'è un interessante studio del filosofo contemporaneo Agamben sul dispositivo culturale della responsabilità di
S. Paolo.

L'uomo nasce come schiavo, lo dicono i testi della tradizione sumero-accadica precedente agli scritti della  Genesi ebraica .

Il cristianesimo è sociale e universale, questo è forse una delle sue forze.Il sociale solleva delle problematiche come appunto la libertà, responsabilità,ecc.

Devo ancora leggere quel libro, o ascoltarne nelle conferenze.

Ok, ma non capisco se è una critica a me, perchè mi sembra che stiamo dicendo la stessa cosa.

Platone credeva l'uomo schiavo nella grotta no?

Si ebraismo che a che fare con Cabala. Non so se esista uno che non ha a che fare. Scusa sono proprio agli inizi.
#2165
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
11 Ottobre 2018, 18:18:58 PM
cit Sgiombo

@SGIOMBO

"E poi da seguace del materialismo storico ho la presunzione di conoscere quali sono i meccanismi sociali "strutturali" determinanti (in ultima analisi, attraverso molteplici, complesse mediazioni dialettiche) le "sovrastrutture" ideologiche e teoriche."

Appunto presumi, non ho mai letto di critiche al soggetto, in quanto soggetto.
Le tue sono critiche ad personam, che vanno ad indagare nelle politiche altrui, non nelle loro presunzioni.Come invece dovresti.(anche, dico).


"Presumo di comprendere i pericoli derivati all' umanità dalla tecnica odierna molto meglio degli Heidegger e dei Severino, come conseguenze non di un fato ineluttabile, ma invece del persistere dei rapporti di produzione capitalistici in una fase in cui sono ampiamente superati oggettivamente dallo sviluppo delle forse produttive (vivi e vegeti ma putrefatti, come degli zombi): Ogni fase della lotta di classe si conclude o con la realizzazione di "superiori" rapporti di produzione adeguati allo sviluppo delle forze produttive oppure con la rovina comune delle classi in lotta (Marx e Engels, Manifesto del Partitio Comunista, 1847)."

Si sono d'accordo, ma come prima: Bisogna anche fare una critica del soggetto in quanto tale! Ti voglio ricordare che Marx, comincio' proprio dall'idea di alienazione.
Ossia quando il prodotto decide della vita altrui.
Queste cose forse le dai per scontate ma non lo sono.
Perchè il problema è "come mai l'uomo si comporta così?"
Tu ne fai sempre, a quanto poco ho letto, ad una questione politica individuale.
Morale. Ma la morale è figlia delle prassi. E se le prassi sono quelle della corruzione. Allora uno si adegua? o continua ad andare dritto come un prete delirante le fiamme dell'inferno per i peccatori? Spero la metafora valga!

"Io propongo che la "tematica" dei rapporti di produzione é "superiore" (condizionante) la "tematica" della tecnica (che non é una sorta di mostruoso Leviatano indomabile, come credono Severino, Heidegger e compagnia cantante)."

Dirlo nell'epoca del pensiero unico, è paradossale. Andiamo Sgiombo!
Se leggi Severino e Heidegger ti spiegano che l'uomo tecnico, è un destino.
Non hanno mai scritto che è una cosa negativa. Il punto sono le azioni per mediare tra quello che siamo, e la nostra sopravvivenza in quanto uomini pensanti.


"Dissento.
Molti hanno agito e molti tutt' ora agiscono "per dogma divino".
E il concetto di "utilità" lo trovo molto povero, impreciso, poco chiarificatore circa il comportamento umano."


Non posso stare qui a spiegarti i moralisti francesi e Nietzche!
Utile per se stessi. Mai utile per gli altri. Non è colpa mia se ti mancano le basi rudimentali della filosofia. Quando dal medioevo si passò all'età moderna! Per chiarirci ancora meglio. Per dare qualche spiraglio di chiarificazione.


"Per me é il capitale (che usa anche la scienza, la quale non prescrive ma descrive, non dà ordini, non suggerisce finalità ma invece dà mezzi utilizzabili per i fini più disparati)."

Il capitale vuole la scienza. Per potersi ampliare.(si anche) Ma non dipingiamo lo scienziato come un monaco penitente dedito alla sola osservazione. Sono uomini come noi, con le loro idee, e le loro passioni carnali.

"Francamente non vedo minimamente Paul correre il rischio di cadere sotto il dominio (per me preteso) della "tecnica"; piuttosto (se mi é concessa questa valutazione) mi sembra inclinare verso l' "irrazionalismo inane alla Heidegger - Severino", un  po' l' "estremo opposto")."

Non vi sopporto più amici miei, ok anch'io fatico a capire Paul, ma irrazionale proprio no!!!!!  :(


"Qui francamente non riesco a seguirti (eccessiva disparità di atteggiamento di fronte alla vita?)"

non credo, semplice diversità di vocabolario. il mio lo desumo dalla psicanalisi e dalla metafisica idealista, che a te non interessa.


"Lontano dalle sirene metafisiche credo (e spero) di esserlo.
Disperato per niente anche se pessimista (della ragione ...ma con quel che segue)."


Ah sono contento, a volte penso che il tuo sia un pessimismo assoluto.


"Purtroppo continuo a non capire."

Mi sono riletto, in effetti l'ultimo pezzo è illegibile sorry.

Il problema della legge è legato al discorso sulla natura, di Paul.

L'ultima frase è per Paul. Volevo farla diventare per tutti....ma non si può me ne accorgo solo ora. sorry-

Non mi sembra di ritrovarlo nel tuo discorso metodologico. Non me la sento di portelo come critica.

Al massimo forse se mai un giorno riusciremo a parlare di politica, potrebbe emergere come tema.

ciao
#2166
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
11 Ottobre 2018, 17:37:24 PM
Citazione di: paul11 il 10 Ottobre 2018, 23:03:43 PM
ciao Green,
dovresti chiarire meglio le tue argomentazioni che hanno spunti interni interessanti.
La metafisica, se potessi banalmente definirla, la spiegherei come il polo Nord di una bussola.
mi serve per orientarmi non necessariamente per raggiungerlo fisicamente, quindi come esistenza.

Il punto fondamentale è l'uomo e la sua natura.Se ritieni che possa diventare il superuomo di Nietzsche o rimarrà un homo lupus.
Se lo lasci libero dai condizionamenti e si perderà in quanto finalmente libero ma privo di orientamento, o si ritine che assumerà una vera emancipazione.
Io non vedo nella storia nessuna qualità umana, perchè diquesto si tratta. che mi mostri che l'insieme dell'umanità non possa ancora ricadere nei soliti errori secolari e millenari.Abbiamo davvero imparato dagli errori storici? E mi dici di seguire l'utilità?
La volontà di potenza nietzscheana o arriva a vette assolute o si inabissa nella bestialità e sinora è accaduto quest'ultimo.
Non credere che questi non mi costi; il giovane paul11 era anarchico e libertario ( e intimamente  lo è ancora) ma è la vita, la storia, l'esperienza, la conoscenza, vale a dire proprio questa realtà reclamata e invocata in antitesi alla metafisica, che mi insegna che non è nella prassi priva di un senso relazionato a un principio, la soluzione morale, intesa come evoluzione culturale come miglioramento.

Ma tu pensi che le mie reminiscenze anarchiche invochino l'etica di uno Stato? Pericle o Nerone, il Re sole o Caligola?
Non ho mai creduto alla politica culturale imposta dall'alto, soprattutto da quando la sovranità non ha più nulla di morale, ma è occupazione di un potere, di un'autorità spesso autoreferenziale.Ma questo è il dispositivo culturale dal diritto romano ad oggi,
via via è scemato dalla legge il principio morale, divenuto astrazione, diventa fondam4ntale l'utilità economica e infatti le leggi parlano di proprietà, di res, intesa come cosa materiale priva di ogni significazione che non siano egoica.
Quando l'umanità si divide nella priorità di ciò che è mio diviso da ciò che è tuo, prova a trovare un'identità culturale che ci ritrovi in una comunità.E finiremo dopo la morte di Dio, in "Così parlò Zarathustra"ad adorare un asino al posto di Dio, perchè semplicemente non abbiamo superato le nostre contraddizioni e più che una storia lineare si continuano a vedere cicli, loop, avviluppati, solo la tecnica aumenta stritolandoci.

Daccapo, il padre rispetto al figlio, non ha solo un ruolo fisico o emotivo, è il principio che il figlio accetta osi scontra.
Se togli il padre il figlio con chi si confronta?
I principi metafisici svolgono questo ruolo fondamentale. L'importanza di Platone non è l'iperuranio, ma il confronto he possiamo fare con il suo pensiero, poi lo accettiamo o meno e scegliamo o meno altre strade.
Ma altre strade che si fidano delle prassi umane hanno portato a due mila anni di storia a chiederci oggi cosa sia divenuta la  democrazia di Pericle cosa sia la libertà, cosa sia la dignità umana.
Da se mi è concesso conoscitore di economia e politica, si vede oggi, che vincono gli interessi economici, sopra gli argomenti culturali sopra argomenti morali, Di cosa oggi possiamo comunicare quando il clima è daccapo lo scontro, mai l'incontro?
Se la politica è esaltare l'atomo umano e non vedere l'universo, ho già fatto la mia scelta di campo.

Paul sono 10 anni ormai che seguo Sini. E'ovvio per me che le pratiche (anche quelle economiche) determino l'uomo.

Però Sini ha insistito tutta la vita a distinguere tra pratiche e linguaggio.
Il linguaggio è solo una delle pratiche.

La filosofia etica invece continua a credere che sia il linguaggio a determinare l'uomo.

Il punto è che vi è un uomo tecnico, il cui destino è quello delle prassi.

E vi è un uomo spirituale, il cui destino è la metafisica.

Forse il secondo si nutre di solo linguaggio, come Heidegger sbagliò a dire.

Non è vero, anche lo spirito si plasma tramite le pratiche.

Però certo, se leggo una poesia, mi sento più a contatto con la metafisica.

La metafisica è per me ben più di una semplice bussola.

E' esattamente come ha detto Heidegger, c'è l'Essere, e c'è l'Esistente che ad esso si conforma, è quello spazio psichico, inconscio, mentale (se proprio vogliamo dire), che apre sul soggetto stesso, nelle idee di MONDO ANIMA E DIO.

Poichè Essere dà l'idea di essere qualcosa, ossia dà proprio l'idea di DIO.
Heidegger ha corretto quella parola con l'ESSERE SBARRATO, risolvendolo a livello grafico.

Ovviamente è impossibile darne tutto il valore concettuale, perchè in realtà si tratta semplicemente della NEGATIVITA'. Quella di Hegel e di Marx.

E' passata per la storia della filosofia che questa idea di negatività fosse il preambolo agli stati etici.

Non si è ancora capito che è la negatività stessa a formare l'eticità, non il suo resto, la sua traccia (come Sini brillantemento nomina questi passaggi di concetto).

L'uomo che non si occupa dei resti continui della negatività, è un uomo morto.

Come un uomo è costretto ad occuparsi di se stesso per l'eternità. Come Nietzche sin da giovane capisce.

Non c'è possibilità di sapere se vi sarà futuro. Come Sini l'anno scorso pesantemente invocava è la morte a decidere della vita e non viceversa.

Siamo dunque doppi, costretti a non far perdere la traccia di noi stessi (crisi del soggetto) e aperti a questa negatività diffusa, a questo DIO (metafisica delle idee ANIMA MONDO E APPUNTO DIO, ossia IL SENSO DELLA FILOSOFIA).


Ora il fatto di essere doppi, significa che siamo originariamente nevrotici.

I deliri di onnipotenza, con le loro esplicazioni nelle idee di MONDO, che sono di volta in vota politiche, o scientifiche, o ideali, sono le forme con cui la nevrosi tenta di farci rimanere in vita. Sono i sintomi.

Parlare di politica senza sapere ciò è grave. Per questo il problema etico, rimarrà a lungo un dura barriera per il filosofo politico. Ovviamente è questo il problema comunitario di cui vado parlando da 10 anni (ok 9 per ora).
Nietzche è su questo fronte. Lo associo all'idea di MONDO.

La metafisica più strettamente speciale, riguarda invece cose individuali, le nostre idee di Anima e Dio, fondamentalmente.
La tua ultima analisi ha virato molto sull'idea di MONDO.
Forse mi sto confondendo, forse in effetti, anche la tua idea di NATURA, è ancora legata, a quelle idee politiche. Forse questo tuo bisogno di capire la parte strutturale del mondo è legata alla politica. Più che a DIO. O mi sbaglio amico?
#2167
Citazione di: paul11 il 10 Ottobre 2018, 23:42:41 PM
Citazione di: green demetr il 10 Ottobre 2018, 16:57:14 PM
Citazione di: paul11 il 03 Ottobre 2018, 10:39:04 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Ottobre 2018, 16:56:07 PM
Citazione di: paul11 il 02 Ottobre 2018, 01:14:17 AM
Prendere il linguaggio e attribuire la lui il ruolo veritativo significa a mio parere scambiare le ontologie :è impossibile.


CARLO
...E dove altro vuoi trovare la verità, se non nel linguaggio? La verità, per definizione, non è che il corretto rispecchiamento della realtà nel linguaggio. Senza linguaggio non esiste alcuna verità.

PAUL11
Nulla come il linguaggio verbale, gestuale, ordinario, specialistico, logico, matematico, artistico, ecc, è sfuggevole.

CARLO
Infatti, il linguaggio non serve solo per esprimere la verità, ma anche per mentire, per ingannare, per nascondere la verità nel modo più sfuggente. E' per questo che chiamiamo verità, non le chiacchiere, ma la concordanza/complementarità delle chiacchiere con l'oggetto a cui esse si riferiscono.
Basta errare inventandosi un fondativo, una tautologia e su queste costruirci postulati.............e cambia il mondo.
Mi interesso da troppo tempo dei fondativi, e per me sono i dispositivi culturali che reggono le volte culturali.
Guarda i fondativi delle  matematica del 1900, guarda il postulato sulle parallele che reggeva l geometria euclidea e le nuove costruzioni delle geometrie sferiche e d iperboliche.
Guarda i postulati delle scienze economiche e vi troverai l'edonismo e l'utilità egoistica.
Le logiche procedono e non precedono i postulati e gli enunciati.Posso inventarmi Batman come fondativo e poi seguire correttamente tutte le logiche e ti accorgerai che tutto è vero(corretto direi meglio) linguisticamente ,ma falso come "essente".Perchè è l'intuito
iniziale che cambia le prospettive del mondo

E quindi perchè perseveri nel credere che esistano questi fondativi? cosa ne pensi della teoria dell'etere?
ciao Grren,
la modernità ha reso "plastico" i fondativi, li ha assiomatizzati,e penso di aver capito qualcosa.
L'importante non è credere in una verità in questo tempo che non vuole verità: vince chi ci crede di più e anche ferocemente.
fosse anche una non verità.
Puoi inventarti anche la teoria del topo Gigio,perchè l'uomo segue qualunque cosa che gli dia conforto in un tempo privo di riferimenti,Siamo tutti più soli

Non ti preoccupare per me la teoria della relatività, quella dell'etere e della quantistica equivalgono a semplici curiosità.
Il lavoro vero è altrove (filosofia e metafisica).

Non hai risposto comunque alla mia domanda sul fondativo, che anche tu come Pierini e me in un certo senso, siamo convinti esista.

Non dovremmo esserlo! dico solo questo.
#2168
Citazione di: Ipazia il 10 Ottobre 2018, 21:53:13 PM
Sto parlando di invasione di campo del pensiero irrazionale nella ricerca scientifica e dello scientismo nella dialettica della società umana. Sono invasioni reali, non fantasmatiche, nè legittimamente legiferate. Sulla dialettica sociale in senso marxista sono d'accordo. Sul suo irrigidimento deterministico assai meno dopo che il Soggetto ha sbriciolato l'Oggetto. Forse qualche formula andrebbe rivista  ;)

L'invasione è reale, sono d'accordo, una parola come "disagio" non entra per caso nel linguaggio dei giovani per esempio. (che lo usano a vanvera ovvio).

Sugli effetti del soggetto delirante che distrugge gli oggetti davanti a se, ci sarebbe a dire molto e a lungo. La cronaca nera basterebbe per fare capitolo a sè.

Ma io preferisco le cause ai sintomi.
#2169
Citazione di: paul11 il 10 Ottobre 2018, 21:39:22 PM
Citazione di: green demetr il 10 Ottobre 2018, 16:36:23 PM
Citazione di: sgiombo il 02 Ottobre 2018, 09:47:34 AM
Citazione di: green demetr il 01 Ottobre 2018, 21:36:31 PMAl di là di una divergenza di fondo (palesemente non nuova fra noi!), dato che sono nominalista sugli universali (e ora capisco alcuni dei deliri di CarloPierini: lui é realista!), non comprendo il tuo considerare Platone è il male, anzi "il male assoluto" e allo stesso tempo il tuo scagliarti contro il nominalismo (ho sempre ritenuto Platone un po' il "fondatore" del realismo circa gli universali).

Forse intendiamo diversamente i termini.

Il nominalista crede che la creazione del segno, valga come atto in sè.
Il realista crede che la creazione del segno è subordinata alla cosa in sè, che la sottende, e che la informa.

Gli universali sono sempre nominalisti, in quanto non esiste qualcosa come "l'insieme totale degli oggetti".

Platone credeva che le idee fossero il principio, il sostrato che andava recuperato con la nominazione del Vero.
Ovviamente questo è puro delirio. Le idee sono sempre figlie del proprio tempo.
Non esiste il BONUM ASSOLUTUS.
Platone è anzitutto un politico, la arroganza del suo Socrate è palese, la sua retorica il grimaldello per tutte le sofistiche a venire (ma non la sua???).

ciao Green,
Platone deduce l'assoluto, non lo inserisce come principio privo di relazione e quindi di senso.
La dimostrazione è che i dialoghi socratici sono serie di argomentazioni,
Socrate non crede agli dei, perchè come gli uomini sono litigiosi .La pluralità degli dei viene superata come unicità divina, come totalità che diventa unico soggetto e non come pluralità dei soggetti divini.

Le idee inevitabilmente sono figlie del tempo dell'agente conoscitivo(in questo caso Socrate).E possono accadere semplificando due processi, o si relativizzano o diventano principi universali.Nella relativizzazione cadono nell'opinione della pluralità litigiosa degli umani, oppure come assoluti  si astraggono in principi, come parametri, come misura.(il metro nel sistema di misura estensivo non può mutare opinione per luoghi  tempi, così come i principi filosofici o sono parametri per misurare la distanza fra loro e gli umani o negandoli l'uomo stesso diventa parametro di se stesso).
La difficoltà semmai è che l'assoluto, come "sistema di misura" anche morale, visto che nell'Eutifrone si discute di santità,deve essere dedotto razionalmente attraverso confronti con il dominio della realtà empirica naturale umana, nell'esistenza.
Nell'esempio del parametro del metro lineare, è una misura asrtatta che però si relaziona all realtà di una parte del meridiano terrestre.
Così deve essere l'assoluto, il parametro di riferimento relazionato all'esistenza

Non ho alcun dubbio che la tua lezione da Platone sia per così dire, illuminata, ma è proprio sul piano dell'esistenza che quella che potrebbe essere una buona lezione di circospezione, diventa solo un modello, applicato poi al non esiste giustizia ma solo giudici, a cui S.Agostino arrivò prima della conversione.

Se la probezza di Platone è quella di confutare, poi come pretende di instaurare la Repubblica?

Non c'è dunque altra confutazione che la sua?  E infatti la giustizia è nelle mani dei giudici, degli avvocati, come dirà S.Agostino prima della conversione.

E' per questo che ritengo Socrate l'ennesimo Sofista, ma non è una posizione originale la mia, in realtà ho letto che questa lettura ha un suo posto in letteratura accademica.

Poi è ovvio che se a uno piace Platone come a te, può trovare buone illuminazioni nei dialoghi.

Ma i veri problemi dell'etica non sono certo risolti lì. Come invece un Badiou o un Preve credono e credevano.
#2170
Citazione di: 0xdeadbeef il 10 Ottobre 2018, 20:07:10 PM
A Ipazia e Green Demetr
La sinistra non esiste più da tempo. O forse, parafrasando Montanelli che parla della patria, essa è esistita
solo nei sogni degli sprovveduti che hanno avuto la sventura di crederci (come me, del resto).
La sinistra "vera" (i vari gruppuscoli che si richiamano esplcitamente al comunismo) è vicina ai "sovranisti",
ed è questa, forse, la posizione più coerente (perfino un sindacalista "verace" come M.Landini, sembra
prossimo segretario della CGIL, lo è).
L'altra sinistra, quella dei Prodi, dei Renzi, dei Cacciari (del PD, insomma...) propone per le prossime
elezioni europee, udite udite, un grande raggruppamento anti-sovranista che va da Tzipras a Macron, inglobandovi
presumibilmente  gli Juncker, le Merkel e compagnia cantante. Bah, poco male, avevamo del resto già ampiamente
capito che questa  "sinistra" è in realtà una formazione politica di stampo liberale (e quindi liberista in economia).
Per una questione di dignità personale (null'altro...) trovo che quelli come Cacciari, che si definiscono
"intellettuali di sinistra" dovrebbero acquisire il buon gusto di dire, almeno ogni tanto, le cose come stanno.
Hanno in tutto e per tutto assorbito quella cultura liberale anglosassone che, dal settecento e attraverso tutto
l'ottocento, arriva fino agli anni 70 del novecento (quand'è soppiantata dal più attuale e coerente "spontaneismo").
Una cultura, dunque, stantia in quanto espressione di un mondo che non c'è più; una cultura che poneva al centro
della propria riflessione la libertà individuale (che i nostri valenti "intellettuali" chiamano "diritti civili")
ed il merito individuale (che, sempre i nostri valentissimi, hanno fatto proprio riempiendosi letteralmente la
bocca del termine "meritocrazia"), cioè categorie politiche che nulla hanno più a che vedere con l'attualità (anzi,
diciamo che l'attualità ha profondamente mutato).
E' troppo chiedergli di "mettere nel Pantheon" (una espressione che sembra piacere assai a costoro...), che so,
Hume, Adam Smith, Spencer e Stuart Mill (e con essi sostituire Berlinguer, Don Milani, Mandela etc.)?
saluti

La disanima della questione e delle forme della neolingua liberale sono impietose, e mi trovano d'accordo.

Permettimi però di rimanere perplesso su questo tuo improvviso "cedimento ideologico".

Sfogati pure amico ma poi bisognerà pure riprendere in mano la questione a sinistra.

Per quanto utopica sia, fin quando esiste, dà la possibilità di riallacciarsi ad essa.

Ovviamente una utopia seria, fatta di proposte concrete. Non idealistiche come ero solito ascoltare da te. Cosa che se da una parte mi appagava, perchè quell'idealismo lo sposo, e dall'altra mi muoveva a pensiero critico.

Ma non ti rendi conti che la fine dell'ideologia è esattamente quel pensiero unico, disfattista di cui parla spesso Fusaro?

Naturalmente sono d'accordo anch'io che è un esagerazione, ma bisogna intenderlo come discorso riduzionista, ossia di un reale che piega ogni discorso ai confini applicati.

E invece il pensiero di sinistra sposta sempre quei margini, non foss'altro per via di quel processo dialettico, che forse non porterà all'abolizione della proprietà privata, ma che dà la possibilità a discorsi egualitari.

Ugualità in potenza, non ugualità imposta. Mi sembrano concetti diversi e che mai la sinistra si impegna a distinguere.

#2171
Citazione di: 0xdeadbeef il 24 Agosto 2018, 21:21:50 PM
http://www.neldeliriononeromaisola.it/2018/08/236853/

Lo dico brutalmente: a me sembra la solita aria fritta e rifritta.
Tante, ma neanche poi tante, parole senza davvero dire qualcosa di significativo. Un bla-bla pieno zeppo di
luoghi comuni sottoscritti da personalità che non in pochi hanno, tristemente, definito "intellettuali" (poi
ci si meraviglia del distacco con il "popolo" - ma questo comincia già con queste definizioni).
Si salva in minima parte solo la risposta di Cuperlo, il quale perlomeno cerca di dire qualcosa di meno
generico.
Cacciari parla di "pensiero unico intriso di rancore e risentimento". Bah, rancore e risentimento forse sì;
ma pensiero unico no, davvero.
Pensiero unico, semmai, quello dei partiti liberali ancor oggi egemoni (chiaramente Popolari e Socialisti
tali sono), ma di questo Cacciari finge o fa finta di non accorgersi...
"Ossessione per il problema dei migranti" non direi. Semmai ossessione per un problema nel quale l'Italia
non può essere lasciata sola.
Quanto a Visegrad perchè non si sanzionano quei paesi? O magari perchè non li si espelle dall'UE?
Mica sarà perchè il "popolare" (inteso come PPE) Orban e i suoi amichetti tornano comodi in materia di
delocalizzazioni o roba simile? Mah, farò peccato a pensar così male?
Quanto al "più vasto schieramento di destra dalla fine della Seconda guerra mondiale" ho moltissimi
dubbi (sul fatto che questo schieramento sia catalogabile come destra).
Fino a prova contraria, miei cari "intellettuali", a farci lavorare con contratti a termine da fame e a farci andare
in pensione solo dopo aver conseguito il certificato di decesso ci ha pensato l'altro schieramento,
quello dei liberali: il vostro.
saluti


Ascoltatevi questa cosa dal canale youtube.

Casa della Cultura Via Borgogna 3 Milano-18_09_26-Massimo Cacciari, Elio Franzini, Roberto Mordacci_ _SONO ANCORA TEMPI MODERNI_


Il discorso di Cacciari non è quello della sinistra politica, ma è quella dell'intellighènzia di sinistra, che ha lanciato questo appello generico contro le nuove forze popolar-nazionali.

Appello ridicolo? si, non c'è dubbio, ma necessario.

Non è tanto nella miopia intellettuale di Cacciari che non ho mai sentito dire nulla contro il potere dei privati, e che anzi nella sua figura di sindaco, ha sempre e solo elogiato, per fini pratici e utilitaristi, gli stessi che hanno chiuso la piazza ai barboni.

E' tipico della sinistra voler giungere a patti, ma a fare i patti con il diavolo si perde l'anima.

Ci voleva forse un pò di nerbo in più, ma non sarebbe cambiato nulla. In Italia la mafia ancora c'è.

Siamo appena usciti da mafia capitale, alcuni giornalisti hanno parlato di ostia mafiosa.

Sono già sotto scorta. Con Salvini si sono viste alcune mosse di piccolo raggio forse, ma importanti, per far capire che qualcosa si può smuovere.

Più che il liberalismo, sono le forze nazionali a dare l'impressione di poter reagire.

Che lo scotto sia un ritorno al revanchismo nazionale, mi pare ridicolo al limite dello sfottò-

Sono proprio i liberali e i socialisti a minacciare direttamente lo stati Italia!!!

Parlano di guerra economica, di spread tutte cose poco amichevoli!!!!

La sinistra è veramente allo sfascio e alle bugie più odiabili di questi giorni di bombardamento mediatico già preavvisate dal filosofo fusaro.

Quindi ridicolo è pure poco, necessario perchè la sinistra rischia veramente di implodere definitivamente ANCHE INTELLETTUALMENTE, se non ci sono voci di RILANCIO. (purtroppo è un rilancio poco credibile! c'è bisogno di gente con le palle, pronta a morire, a sacrificarsi per gli ideali di sinistra, come fecero i miei nonni.
Io vedo solo fantasmi pallidi, riciclatori nel miglior dei casi di vecchi moti popolar socialisti. Ridicoli!!! Gira per Milano gli anni scorsi e capivi che l'immigrazione è un problema serio!
Ascoltati l'ultimo intellettuale serio di sinistra ZIZEK (a proposito auguri maestro, spero ti riprendi dal tuo problema di infiammazione facciale ! non lasciarci soli proprio ora!!!)
e forse capivi che l'immigrazione è un problema SERIO REALE!!!
Cosa c'entra il fatto che questo problema reale abbia come conseguenza di rinfocolare la cattiveria umana??? e tu cosa hai fatto per fermarlo....ANZI COSA FAI!!! sinistrorso schifo immondo del MONDO. REMI CONTRO!!! IMMONDIZIA! eccotela qua la rabbia, e sono di sinistra mai mi sognerei di votare lega....e continui a non AFFRONTARE I TUOI PROBLEMI; A FARE SPALLUCCE; A leccare il culo dell'IMPERO!!! SUL SERIO!!!!

Siamo in un mare di guai amici miei, al di là del finto sfogo. Una sinistra per essere tale deve conoscere i problemi reali, e aiutare il paese a uscire dalla crisi, quindi in questo momento devono solo aiutare questa coalizione nazional-ecologista. Dimostrare di capire che i problemi reali vanno affrontati, una volta fuori, puoi dire ok. abbiamo fatto il nostro dovere di base. ora RILANCIAMO con proposte europeiste etccc.....

MA PRIMA DEVONO DIMOSTRARE!!!! E INVECE sono ancora addentro ai vecchi concetti della politica che oggi è morta!


Mai andare contro se stessi, prima regola che un politico deve rispettare, lo so per esperienza. sono regole scritte amici miei,ma sul serio non lo sapevate?

anzi viene prima una regola d'oro, NON CONFONDERE IL PROPRIO SIMBOLO CON QUELLO DELL^AVVERSARIO.....ma ci rendiamo conto!!!!! parlano di dialogo, e di fatto è ipocrisia perchè ci sono queste regole interne, non dette, ma che tutti sono tenuti a rispettare!!!

LA POLITICA ERA IPOCRISIA; perchè sapevano che tutto è mass mediatico, è fruibile come merce informazione, e come ogni merce, essa ha il suo valore, in base all'uso di scambio!!

RIcordo ITALIA DIETRO alla NIGERIA!!! come libertà di stampa....è così da anni!!!!

QUesta DEMENTE mentecatta sinistra-politica-massificante-annullatrice di pensiero. VIENE PRIMA DI QUALSIASI PENSIERO Di sinistra.


Siamto alla fine però, l'uso mediatico si fa solo se la gente sta bene di testa.

Ma se ti vedi la gente extracomunitaria che ti guarda male, che si aggira minacciosa che un giorno sì e un giorno no sta nella cronaca nera-----

Se lo vedi presso di te, accanto a te....ma la gente sragiona!!!! la mass medio merce, non ha più influenza vince la paura. la paura dello straniero....la stessa la cui idea di EUROPA DA ROMA IN POI ha combattuto e vinto come discorso dell'occidente. Discorso violento a dire il vero. Ma nondimento che ha fruito di periodi di pace e progresso rilancio.

La sinistra non ha fatto i conti con queste cose!!! e usa vecchie categorie che non funzionano più-

L'attacco ai beni di stato è comunque pronto il liberalismo controllore del turbocapitalismo sta per sferrare un attacco, nelle tasche del cittadino.
Vuole scacciare una paura con una paura più grande, lo spettro della povertà.

Ha già funzionato in america, nel periodo di rinascita comunista americana, funzionerà anche qua. A meno che qualcuno con le palle istituzionali protegga gli attacchi speculativi.

E' tutto lì-. Protezione uguale chiara uscita dall'europa e presa in onere degli sventati cittadini abituati alla manna di stato.

O così o la vedo male, malissimo!!!




#2172
Citazione di: Lou il 10 Ottobre 2018, 17:47:53 PM
@green, per intanto dico la mia.
"Il mercurio è il mercurio chimico, o è quello zodiacale?"
Genealogicamente direi che il mercurio "zodiacale" acquisisce i caratteri del mercurio "al-chimico", tuttavia senza lo zodiaco l'al-chimico sarebbe orfano di immaginazione, quella stessa immaginazione che con gesti creativi unì con linee immaginarie le stelle dando vita a costellazioni e a una volta celeste animata di figure, attivatrici psicologiche.

Ad ogni modo, buon viaggio.

Grazie Lou! Sì la penso come te riguardo l'attivazione psicologica, infatti sto stendendo un diario spirituale, su come influiscano su di me queste attivazioni. Sperando che i negromanti mi lascino in pace. Vediamo se ci sono pure qua. ;) A proposito se qualcuno sa come si fa a proteggersi senza amuleti mi fa solo un piacere, scrivetemi in privato ovvio!
#2173
Tematiche Spirituali / E Dio aleggiava presso le acque
10 Ottobre 2018, 18:12:39 PM
Veramente affascinante questa visione, mi chiedo perchè l'acqua, e come poi fuoco aria e terra siano entrate in contatto con DIO?

Egli dice che crea la terra che divide le acque. Come possiamo leggerlo? La terra come iniziatore?
Coinciderebbe con la profezia dello zodiaco che inizia con il TORO, animale, che per primo trascina lo zodiaco.

Inizia con la TERRA lo ZODICAO, inizia con gli animali dunque, perchè gli animali e fra essi l'uomo, sono entrati nella vita per abitare la terra.  Rimangono fuori da questa cosmogonia simbolica l'aria e il fuoco.

Ma rientrano quando DIO emette il soffia che dà vita all'uomo, e finisce con la cacciata dal paradiso protetto da un angelo con la spada di fuoco.

Elementi misteriosi quelli di ARIA E FUOCO, VITA E PROTEZIONE, CUORE E SCUDO.

SCUDO CROCIATO. Ma tutto è all'interno dell'acqua e della terra.

Simboli a due a due. Acqua che si oppone a terra, e fuoco che si oppone ad aria.

Questo complica le cose.

Lettori dell'akasha e del talmud fatevi avanti!
#2174
Citazione di: Ipazia il 10 Ottobre 2018, 17:10:26 PM
Citazione di: green demetr il 10 Ottobre 2018, 16:46:51 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Ottobre 2018, 17:32:08 PM
Detto in poche parole: Fatta la tara della dipendenza deterministica del secondo dal primo, non è possibile applicare la medesima logica al determinismo dell'universo fisico e all'indeterminismo dell'universo antropologico. Concordo con Gadamer, e chiunque altro la pensi come lui, che il linguaggio è il medium delle funzioni superiori dell'indeterminismo antropologico: il Santo Graal, la pietra del contendere. Perchè è strumento operativo comune alle due logiche. E quindi necessita di un regolamento di condominio e di esperti amministratori.

Sì ok, ma cosa c'entra allora la dialettica? su cosa si baserebbe, se sono solo regole fissate da fantasmatici legislatori?
1) La dialettica è tecnica del confronto e della discussione e quindi c'entra sempre, tanto nelle scienze fisiche che in quelle umane. Ma più nelle seconde che nelle prime, che hanno già formalizzato un loro metodo di ragionamento soddisfacente di tipo induttivo/deduttivo;

2) I legislatori non sono fantasmatici e non sono neppure legislatori. Sono amministratori del flusso continuo di conoscenze e il loro compito principale è prevenire le invasioni di campo, che negli ultimi tempi hanno invertito il senso (dell'invasione).

E chi decide quale siano le invasioni di campo? Non è forse un legislatore fantasmatico? La dialettica è invece che una discussione( quella semmai possiamo chiamarla razionalità, pensiero critico, financo sono disposto a parlare di logica.) una opposizione di fattori reali  
ossia di cambiamenti di assestamenti della politica. La discussione è solo il mezzo, non è la dialettica in sè, che sono invece le conseguenze, le negatività, le criticità. ;) altrimenti finisci come la triste sinistra che non fa i conti con la realtà. (nel senso proprio che tutt'ora sono fissati sui loro sproloqui. alla faccia anche del dialogo! figuriamoci della realtà)
#2175
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
10 Ottobre 2018, 17:51:25 PM
Citazione di: Sariputra il 10 Ottobre 2018, 17:13:53 PM
@Green demetr

Anche se sono spesso in disaccordo su varie questioni che sollevi, voglio farti i complimenti per la passione e il disincanto che traspaiono dai tuoi scritti. A volte ho quasi l'impressione di un tono 'profetico', che mi piace molto. E' originale. Non sto scherzando o facendo ironia; lo penso davvero.
C'è a volte un bel problema di punteggiatura (la punteggiatura grammaticale è importantissima! E' uno dei fondamentali... ;D).
Ho ripreso questa tua frase:

La cui formula l'uomo è una macchina, è già e diventerà sempre più così. il leit motiv del prossimo secolo. (dei prossimi secoli).
Bisogna dire che Sgiombo su questo lato è in realtà un alleato della critica alla Tecnica, anche se non ne capisce gli orizzonti più ampi.

E , quando sento parlare di uomo ormai ridotto a macchina, mi viene in mente il celebre racconto di Harlan Ellison "Pentiti Arlecchino disse l'Uomo del Tic Tac", che non so se conosci. Quindi posto questo commento interessante, a mio parere, trovato nel web:

La società distopica di Ellison vede l'intera umanità resa schiava dal Tempo, incarnato dall'Uomo del Tic-Tac, che governa la stanza dei bottoni attraverso cui può ordinare la morte immediata di un essere umano allorquando questi accumuli un eccessivo ritardo sulla propria tabella oraria. Così, la produttività che nella nostra epoca è valutata in denaro ora è valutata in tempo, e il plusvalore diventa "plustempo", anche questo – come nella teoria marxiana – sottratto ai lavoratori dal Sistema alienante. Contro il Sistema opera invece Arlecchino, un uomo come tanti che però è sempre stato in ritardo nella sua vita e decide di costruirsi un'identità mascherata per sottrarsi all'egemonia dell'Uomo del Tic-Tac e ribellarsi. Con la sua rivolta fa accumulare all'intero Sistema ritardi di ore, fa saltare intere tabelle di marcia, mette in crisi il sistema produttivo e quello repressivo. Quando infine l'Uomo del Tic-Tac, facendo leva sul potere di un'organizzazione ferrea e indistruttibile, acciuffa Arlecchino mettendo fine alla sua rivolta, egli decide di non ucciderlo ma di riconvertire la sua personalità e di farlo pentire pubblicamente attraverso un lavaggio del cervello.
Ellison cita più volte i modelli classici delle opere distopiche: la produzione massificata de Il Mondo Nuovo, le masse di lavoratori che a lento passo di marcia si recano a lavoro o tornano a casa tipiche di Metropolis, il tema del leader mondiale che agisce dietro le quinte e quello della guerra eterna che giustifica la dittatura di 1984, esplicitamente citato poi nel finale in cui il lavaggio del cervello di Arlecchino è paragonato a quello di Winston nel romanzo di Orwell. La forza del racconto di Ellison sta però soprattutto nell'immaginare una società totalitaria la cui perdita di libertà è imputabile a un elemento che già oggi ci schiavizza tutti: l'inesorabile trascorrere del tempo. L'evolversi della civiltà e la sua sempre maggiore complessità necessità di tempi sempre più certi, scanditi, inderogabili. Tanto che, quando il 31 dicembre 2000 tutta la civiltà occidentale trattenne il fiato temendo una nuova apocalisse, non temeva l'avverarsi delle profezie evangeliche ma il millennium bug che avrebbe mandato in tilt gli orologi dei computer, dai quali si decide la vita o la morte di una società asservita alla virtualità. Se così Thoreau, anticipando la Arendt della Vita Activa, sostiene l'importanza di riconquistare il proprio tempo libero, la sfera dell'oikos, del privato, sottratta al pubblico che non è più lo spazio della libertà politica ma dell'asservimento produttivo, Ellison affida ad Arlecchino la sfida di realizzare quella che già oggi ci appare un'utopia. Perché "Arlecchino"? Perché egli tradizionalmente impersona la ribellione del 'servo sciocco' che rovescia il suo padrone, la rivolta dell'individualità contro l'omologazione, rappresentata esplicitamente dai suoi bizzarri vestiti, un pugno nell'occhio della convenzionalità borghese. Un po' come il divino briccone citato da Farmer, o l'elettricista clandestino di Brazil di Gilliam.  Anche quando, alla fine del racconto, Arlecchino è sconfitto e il Sistema sembra trionfante, è evidente che il processo di cambiamento è messo in moto ed è inarrestabile, tanto più che l'Uomo del Tic-Tac e Arlecchino – ai due poli opposti – sono assimilati da quella "maschera" che vuole sottolinearne la somiglianza. Somiglianza che però ne acuisce la differenza, contraria a quell'omologazione a cui l'inesorabile, sempre uguale scorrere del tempo (il "tic-tac" dei nostri orologi) sembra volerci sottomettere.

Ciao

Ciao Sari, lo so che mi apprezzi  ;)   e tu lo sai che non so scrivere.  ;)
Sappi che ho fatto una magra figura in un gruppo wicca di facebook, ho asserito che non esistono divinità nel buddismo...ma mi sono accorto che non è così...ecco questo non me lo spiego! ma è un altro discorso.

Non conosco il tipo del racconto, ma la critica fatta da anonimo mi è piaciuta.

Certo usa il tempo, come tempo in termini di agenda. Nella visione psicanalitica di Verdiglione però si avanza l'ipotesi del tempo come nuova forma della teologia politica, della gerarchia appunto, quelle orwelliane certo, anche.

Molto dovuto anche alle sue vicissitudini giudiziari, per cui, il tempo viene sottratto in nome della produzione di tempo. Il tempo giudiziario irrompe in quello intellettuale.

Devo ancora leggere il suo ultimo libro, è che lui non si fa capire, gioca a non  farsi capire, e a me non piace, aspetto delucidazioni da uno dei suoi discepoli tale Calciolari, che credo spesso ho citato.

A ben vedere è proprio così, il tempo del lavoro crea un tempo, lo quantifica, lo prezzola.
Si perde completmanente la mediocritas latina, giusto per ricordare alcuni temi liceali.

Nella società turbo-capitalista, sembra sian proprio il tema del "tempo", oppure del "dramma dell'agenda" come lo ha chiamato Cacciari ad emergere dall'intellighenzia avanzata.

Quindi certo! sicuramente il tempo come distribuzione, ma aggiungo per elucubrazioni intellettuali ultra avanzate, anche il tempo come produzione del tempo. (ma in fin dei conti anche la banca del tempo, al suo apparire, fece presagire qualcosa di poco buono nell'aria).

Grazie e complimenti per la aggiunta ad hoc!!!!