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Messaggi - paul11

#2176
Se mi è consentito un veloce inserimento.

Keynes non è stato affatto geniale. Semplicemente come in qualunque sistema se si capovolgono gli ordini dentro una dinamica ho un modello e se questo modello è accettato diventa un paradigma, così come oggi ci sono altri indicatori economici che ordinano l'economia e sono capovolti i paradigmi. Questa è solo volontà politica di scelte per determinare configurazioni che premiano i privilegiati a scapito del popolo.
Ma è stata proprio la manovra  keynesiana aumentando i debiti pubblici(quindi dello Stato) per fare investimenti e creare falsi redditi e occupazioni gonfiando le economie, ad aumentare a dismisura il potere del doppio circuito bancario .
La ricetta keynesiana doveva servire ,come ha fatto,  a guarire dalla grande crisi del 1929. Il problema è che non doveva diventare modello per parecchi decenni. Ma la scelta fu politica, di convenienza, di patto sociale con le forti rivendicazioni salariali e di diritti da parte dei lavoratori in tutto il mondo occidentale contrapponendo il modello socialdemocratico keynesiano al comunismo reale in Russia. Crolla il modello del comunismo reale, non ha più necessità di esistere il modello keynesiano e passa il modello della scuola di Chicago di Friedman con il presidente Regan e la Tatcher in Gran Bretagna.

Se non capiamo che gli Stati sono indebitati con le Banche che finanziano i debiti pubblici e lo immettono sul mercato, non capiamo il ruolo ricattatorio del potere finanziario sugli stessi Stati.

E' storia che quando Napoli volle nobilitare la sua città costruendo molte chiese  si finanziò attraverso la famiglia  Medici di Firenze,la cui origine è appunto commerciale. Il rapporto fra sovrani e commerci, come la potente famiglia ebrea dei Rothschild, più potente degli imperi europei che finanziavano le guerre attraverso loro, è la lunga storia fra desiderio di potenza dei sovrani e potere reale di chi detiene le redini del credito e ricatta attraverso il debito.(ne sanno qualcosa , nel loro piccolo, chi apre un mutuo con garanzie fiduiussorie  e ipoteche)

O finisce questa storia ridimensionando il potere finanziario o saranno i popoli a subire le continue "bolle " finanziarie, grosse o piccole, attraverso il fisco statale(che attualmente è enorme con la sua pressione divenendo un enorme peso per poter far ripartire lo sviluppo economico) che serve a ricostruire il rapporto fra Stato e circuito finanziario delle banche.
Ma dobbiamo sapere che non saranno i parlamenti degli Stati a creare riforme autolesioniste per loro , perchè il ricatto è chiaro ,più a debiti lo Stato è più le banche possono farlo fallire, più il sistema bancario  è in crisi e meno lo Stato può aprire linee di conto di credito per indebitarsi e quì entra in gioco il potere delle banche centrali ,europea e statunitense.

Chi veramente vuole cambiare politica economica deve necessariamente fare i conti con il doppio circuito finanziario delle banche d'affari, e adatto che loro finanziano il potere dei partiti e dei politici finanziandone le campagne elettorali dando un credito e volendo un favore dal politico:pensate che questi politici vadano contro il potere finanziario bancario?
#2177
Mi piacerebbe risponderti in maniera più profonda, che significherebbe sapere cosa sia in sostanza il job act francese, anche se ne immagino i contenuti.
Come il job act italiano ,sono manovre politiche per asservire i capitalisti.Sembrerà un'affermazione ideologica ,ma è un dato di fatto.
Dare elasticità al mercato del lavoro e abbassare il costo del lavoro in generale. E' la solita politica che a suo tempo fu definita dei due tempii, ma che mette in gioco il diritto del lavoratore, dell prestatore d'opera subordinato,quindi il rapporto di prestazione con il datore di lavoro spostando l'ago della bilancia del diritto e togliendo democrazia nel mondo del lavoro.
Non servirà a nulla, perchè se viene precarizzato il rapporto di lavoro succede che anche chi lavora non avendo sicurezze sul futuro tenderà a consumare meno. Quindi  la domanda interna negli Stati difficllmente aumenterà, ma soprattutto  non è vero che gli investimenti internazionali arriveranno e che gli industriali competono sul costo del lavoro. I settori a basso valore aggiunto sono già stat delocalizzati a suo tempo (come il tessile) nei Paesi asiatici. Sono i costi di capitale quelli più importanti e direi anche la qualità imprenditoriale di avere una "vision" di mercati costruendo innovazioni di prodotto e di processo, cosa gli italiani hanno eseguito poco abituati come sono ad essere sostentati dallo Stato con favori come il credito agevolato, le decontribuzioni, agevolazioni fiscali.
Nonostante tutto ciò l'economia non parte. E' il processo di avvitamento della deflazione, non cresce il consumo interno per mancanza di disponibilità di denaro spendibile da parte del consumatore soprattutto nell'incertezza economica, e la precarizazione aumenta tutto questo,.

La differenza fra francesi e italiani e che i primi hanno sempre avuto più coscienza del diritto rispetto agli italiani .
Secondo aspetto i sindacati italiani dei lavoratori sono collusi con i partiti e con lo Stato. Nulla hanno fatto per organizzare proteste contro la legge pensionistica Fornero che è un delirio sui diritti (non a caso hanno vinto persone di casse mutue diverse dai dipendenti privati con sentenze dei tribunali) e il job act  italiano è un altrettanto delirio sul diritto in quanto si passa dal reintegro all'indennizzo, minando l'impianto dello Statuto dei lavoratoti ,che fu una forma di bilanciamento dei diritti nei rapporti del lavoro costruendo una forma di democrazia economica nel mondo del lavoro.

Chi ha coscienza ha anche l'indignazione della rivolta; chi non lo ha ha la servilità della disperazione individualistica, incapace di socializzare i propri problemi.Così da altre parte vanno in piazza e dimostrano volontà di diritto e da noi si suicidano.(spiace scriverlo).
#2178
forse non sappiamo che lo scienziato è spesso un ricercatore di base o di un procedimento da industrializzare ,dipendente da enti pubblici o imprese commerciali. Forse non sappiamo che un avvocato difende un criminale e un medico presta cura a un disgraziato.
La deontologia è una parte dell'etica, per cui la conseguenza di una innovazione o scoperta ricade su chi brevetta la scoperta e troppo spesso è industria privata commerciale o un ente pubblico; così come non è responsabilità dell'avvocato cosa farà dopo un processo il criminale o il disgraziato dopo le cure mediche. E' colpa di Enrico Fermi e dei fisici se l'energia atomica è stata utilizzata per costruire bombe atomiche e sganciarle su città? L'uomo qualunque scoperta e innovazione abbia compiuto ha sempre due possibilità, o utilizzarle per il benessere umano o per utilizzarle ai fini di potenza. E già questa è la dicotomia della natura umana nella pratica,cioè nel comportamento morale.
Come fanno ad  esistere venditori di armi, da chi ricevono le conoscenze e le tecnologie per costurire armi all'avanguardia se non dalla Nasa e dal Cern ,cioè i più alti livelli di applicazione e strumentazione fisica, comprando scienziati e acquisendo conoscenze. Come è possible che Paesi in via di sviluppo abbiano armi atomiche e batteriologiche ,chi gli ha  dato le conoscenze ?. Le applicazioni sono lasciate volutamente alle industrie commerciali perchè la salute è un enorme giro di affari e interessi commerciali.E se della malattia si fa commercio ,pretendiamo che sia "un topo di laboratorio" a decidere le sorti del mondo? Abbiamo sbagliato i ruoli degli attori sociali.
Lo scienziato pazzo non lo fermerà la deontologia e il topo di laboratorio non è responsabile del suo datore di lavoro.
Gli unici attori che possono determinare attraverso regole legislative e il controllo sono gli Stati o organizzazioni sovrannazionali con accordi internazionali.Ma non lo faranno, prima dovrà accadere qualche conseguenza nefasta.

Una coscienza sociale da parte del popolo su queste problematiche non esiste, anzi la ritengo ambigua e contraddittoria..
Animalisti e ambientalisti sono contrari ad esperimenti suglia animali e alle sementi brevettate da grandi imprese private commerciali, come la  Monsanto,  con semi geneticamente modificati. Ma sul trattamento e manipolazione di embrioni, geni umani c'è coscienza  sociale? C' è il contrario, sono le persone che richiedono alla scienza di dargli più benessere dandogli ciò che la natura gli ha tolto. Ecco perchè vincerà il biotech e nessuno normificherà. Il diritto sarà definito oltre l'ordine naturale.
quindi la natura umana è ambigua e non accetta la condizione dettata dallì'ordine naturale, per cui tutte le scienze tenderanno ad andare oltre il limite che nessuno conosce se non come modello da dati sul passato e lo stanno facendo passare  come diritto ad essere felici.Il problema è l'uomo ,prima ancora dello scienziato.
#2179
Chiedo scusa se utilizzo il rasoio di Ockam sulle vostre interessanti argomentazioni.
1)    O l'etica diventa prassi in una legislazione e quindi diritto ,oppure è " legge della jungla"
2)    Né la scienza ha certezze sulla natura umana,così come non ne ha la filosofia. Ma la pratica impone che la scienza "faccia" senza chiedersi cosa e come verranno applicate le sue scoperte e innovazioni, così come la legge esiste a prescindere dalla nostra sapienza o ignoranza.
E' la dialettica fra libertà di fare e sicurezza sociale che  le stesse legislazioni pongono in maniera ambigua; esempi banali, dal diritto d'autore di una innovazione procedurale genetica, alla privacy di utenti/pazienti.
3)    Se le normative vigenti , e non mi riferisco solo allo Stato italiano, non si prendono carico delle proprie responsabilità di governo, sarà fra solo una generazione che il diritto di famiglia e delle successioni ereditarie porranno seri problemi  sul concetto e definizione di "embrione" inteso come definizione di un diritto.
Saranno i giudici che dovranno dirimere liti legali con giurisprudenze e soprattutto legislazioni anacronistiche.
 Voglio vedere, ad esempio,  "madri in affitto" che camperanno diritti , o "banche del seme" anonime in un mondo dove anche le società off shore possono essere svelate.
 

Per quanto mi riguarda il diritto nasce con il concepimento naturale, altre manipolazioni non sono ammesse su embrioni.
#2180
E' fuori di dubbio che nessun scritto Sacro ha la firma certificata di Dio, diversamente non esisterebbe l'esegesi, l'ermeneutica delle Scritture Sacre ,così come tutti altri libri spirituali di compendio di maestri spirituali che hanno chiarito .
La Torah ad esempio secondo la tradizione è stata scritta da Mosè sul Sinai dettata da Yahweh e riguarda proprio i capitoli Esodo  20 con i Dieci Comandamenti e il  21 con altre norme(come quella citata)

E' chiaro che lo Spirito non ha tempo, ma l'uomo vive nel tempo storico, in un  luogo e in un  tempo. 
Sicuramente oggi Dio direbbe altre cose, ma non il concetto spirituale che deve essere salvaguardato dai tempi e luoghi.
Quelle norme quindi sono dentro gli usi e costumi di quel popolo in quel tempo , non si spiegherebbe nemmeno i Libri di Numeri e Deuteronomio che è tutta la parte legislativa e giuridica dell'ordinamento di un popolo dentro una potestà divina.

Avrebbe forse dovuto dire come costruire il socialismo, diversi millenni, fa, o promulgare la Costituzione repubblicana .

Proprio questo è ciò che dovrebbe farci pensare, Dio non entra direttamente nella storia umana.
I Dieci Comandamenti sono sopravvissuti alla storia , non quelle norme che ci appaiono stridenti con i concetti dii diritto moderni.
#2181
nel post iniziale della discussione facendo riferimento a quanto sosterrebbe Giuseppe "il sentire" non equivarrebbe al sapere.
E' vero che coscienza e conoscenza non sono la stessa cosa, per cui quel sentire apparterrebbe alla coscienza.
C'è per chi ha letto "fenomenologia dello spirito" di Hegel un passaggio che Giorgio Gaber riprese in un suo spettacolo che è illuminate:
"La coscienza è come lì'organo sessuale, o da  la vita o fa pisciare".

Hegel divide  la conoscenza astratta da quella concreta, ponendo il movimento dialettico in cui la coscienza è l'origine che muove la conoscenza che si esplica nel mondo fenomenico fisico, per poi ritornare alla coscienza e diventare concetto nell'autocoscienza..
Pensare che la verità, tipico della scienza, sia la dimostrazione del fenomenico fisico, significa obnulare la coscienza originaria che muove la conoscenza. Ritenere che esista un'oggettività come se le sintassi e semantiche fossero là fuori in sè e per sè, significa prendere cantonate(per dirla in breve). 

Il secondo aspetto è il concetto di verità.
Il problema che fu al nocciolo prima nella filosofia e poi nella teologia è che senza uno statuto ontologico dell'Essere tutto diventa opinione  e opinabile. Detto in parole povere, o esiste un concetto fermo ed eterno da cui dipartono tutti gli altri concetti a lui relazionati e quindi è un paradigma fondamentale, oppure si passa agli enunciati e assiomi che di volta in volta possono essere modificati mutando le sintassi relazionali di un modello conoscitivo.(che è il modello matematico-geometrico e scientifico di almeno un secolo a questa parte).

Si potrebbe pensare all'autocreazione della materia, autopoiesi, ma daccapo o gli si da uno statuto ontologico divenendo panteismo nelle sue varie forme oppure non muta nulla rispetto al  non crederci. 

Perchè l'aspetto sostanziale del Dio,Verità, paradigma logico, è che le stesse relazioni sono forti(ad esempio la morale) ,per cui o la conoscenza ridiventa coscienza nella fermezza, o nessun concetto essendo opinione potrà costruire fermezza nella coscienza e di nuovo  la stessa esistenza diventa opinione e i significati perdono senso :questa è infatti la cultura attuale; dove più conoscenza non genera più coscienza , ma frastorno, ridondanza, rumore di fondo ,confusione i che nulla toccano e aggiungono   l'inane esistenza.
#2182
E'  difficile rispondere a tematiche così vaste e generali .
Si tratterebbe di capire cosa nel pensiero del passato ha influito negativamente sulla cultura, sapendo che comunque oggi si vive meglio che un secolo fa.
Perchè concetti come democrazia, libertà uguaglianza oggi più che mai sono in crisi.
Qual è il rapporto fra politica ed economia, come si costruiscono le classi dirigenti e il significato attuale di giustizia .
Se mutano i suonatori ,ma la suonata è sempre quella significa che c'è qualcosa di sistematico che riproduce e reitera continuamente
le stesse problematiche senza soluzione di continuità.
Ciò che si nota sono i grandi "bluff". ciò che predicano intenzionalmente le costituzioni, così lontano da una pratica a loro contraddittoria.
Si tratterebbe allora di capire se sono  falsi i concetti che nei secoli hanno costituito le basi del pensiero attuale e delle organizzazioni umane, oppure se le pratiche ,come sembra sia, possono ovviare quei principi senza rispondere delle loro responsabilità a nessuno.
Il fallimento, sembrerebbe, delle democrazie, è proprio il fatto pratico per cui il governate non risponde al popolo, come il capitalista può anonimamente speculare negativamente nelle attività umane producendo contrasti sociali.
E' mancata capacità di controllo e senso di responsabilità che erano dentro le leggi costituenti di tutte le organizzazioni occidentali .

Il mio giudizio personale, sempre in via generale, è che non sono così falsi e contraddittori  i concetti prodotti storicamente dal pensiero umano culturale e filosofico ; il vero problema è stato proprio il disattenderli, cioè non averli appllicati fattivamente.Le classi dirigenti hanno imparato a rubare legalmente, ad aggirare gli organismi di controllo a costruire conflittualità con gli organi giudiziari , a non essere trasparenti. Ed è proprio in sintesi le contraddizioni che lo stesso pensiero umanistico da Hobbes, Kant. Hegel fino alla contemporaneità avevano messo in evidenza. 

Faccio un esempio reale.
[font=Georgia, 'Times New Roman', Times, serif]Articolo 3 della Costituzione Italiana[/font][/size][/color]
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 237 c. 148 c. 151 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8,19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

E' UN ARTICOLO FONDAMENTALE, vi pregherei di leggerlo attentamente. 
Quella Costituzione istituita dai padri dell'assemblea costituzionale, sapevano delle condizioni sociali ed economiche che limitano di fatto la libertà. 
Vuol dire due cose fondamentali.
1) la nostra Costituzione non si ferma all'atto istitutivo di costruzione di uno Stato democratico e repubblicano, ma è un PROGETTO
2) LA VERA DEMOCRAZIA SI COMPIE QUANDO SARANNO RIMOSSE LE CONDIZIONI SOCIALI ED ECONOMICHE CHE IMPEDISCONO LA PIENA LIBERTA'

#2183
Non conosco Summe Teologiche che eludano il problema di natura e ragione quando descrivono la fede.
La prima cosa che ci mostra la natura del sensibile è una sua potenza interna autorganizzata a prescindere dall'uomo.
L'Opera nella natura si mostra nella sua potenza attraverso il mondo sensibile.
L'uomo vi inserisce la ragione, l'atto che legge l'opera naturale.La fede è ciò che lega l'opera naturale al suo creatore Dio.
Non può esistere una mente umana che non legga l'autoorganizzazione della natura, ciò che la scienza chiama leggi.
O questa organizzazione è autopoietica o esiste una"mano" creatrice che ha determinato un ordine.
Ma ancora di più, quale è il significato della nostra singola esistenza dentro un vettore spazio/temporale.
Tutto finisce in polvere come gioe e sofferenze o rimangono da qualche parte? 
La fede è la relazione fra uomo-natura-Dio, per dare un significato eterno ad ogni singola esistenza,che va oltre alla potenza del mondo sensibile naturale. E' illusione o tutto finisce in nulla? Domanda insolvibile, ma non per questo ineludibile,torna nei frangenti di ogni esistenza prima o poi. Sono i significati le chavi di lettura,i tentativi di risposta che costituiscono il credente e il non credente e sono importanti perchè determinano una cultura.
#2184
La filosofia,soprattutto morale, necessariamente condiziona le scelte e gli indirizzi, perchè ragiona su premesse ontologiche e intenzionalità. Il suo limite è la difficoltà nel saper fare, nel rendere protocollare un'attività, che vorrebbe dire passare dalle coscienze alle prassi attraverso la legge positiva. Dall'altra la scienza essendo legata al rapporto finanziario dove la ricerca è commissionata e alla fine veicolata da interessi (commerciali,militari,ecc.) reclama libertà d'invenzione e di attività.
Intanto abbiamo visto soprattutto negli ultimi decenni che le coscienze di massa se unite e numericamente consistenti, possono per ragioni speculative(il voto politico) far mutare o riconoscere dei diritti;pensiamo alle battaglie ambientaliste ad esempio,delle coppie di fatto od omosessuali,ecc. 
Infine oggi il ruolo del filosofo non è quello di alcuni secoli fa. Con la società di massa è l'anchor man, "l'opinionista", i mass media a veicolare l'informazione che ha spodestato il ruolo del filosofo.Quest'ultimo può semmai adattarsi a scrivere un editoriale,
Quello che fu il rapporto fra il ruolo del principe e del filosofi, oggi è un rapporto fra governo istituzionale(poco o nulla), ma soprattutto proprietari dei mass media o responsabile editoriale e filosofo..
Nella problematica specifica del filosofo sul bios contro il biotech scientifico è la definizione di vita, identità, autenticità nei loro relati,Da ciò ne deriva ciò che viene ritenuto manipolabile oppure immodificabile.Il filosofo non può che limitare,condizionare poichè la scienza non si pone premesse, ma obiettivi in questo caso assolutamente suadenti:debellare malattie ereditarie,allungare la vita.E' importante la contraddizione dell'opinione pubblica su questo argomento, che ha un ruolo decisivo fra il filoso e lo scienziato: chiede diritti agli animali, è contro gli organismi geneticamente modificati;ma si chiede cosa sia la vita,identità, autenticità e aggiungerei dignità? E' la stessa opinione pubblica che chiede alla scienza...."avanti tutta"
Daccapo ,l'opinione pubblica è a sua volta la manipolazione delle menti per indirizzare un pensiero di massa.
Adatto che alla fine sono le persone e le organizzazioni dei ruoli dirigenti a tutti i livelli che veicolano la cultura, facciamoci un'idea della loro"consistenza"e abbiamo davanti l'immediato futuro generazionale.
L'unico isituto che è contrario alla manipolazione della vita è la Chiesa: è ovvio.Ma non solo nei contenuti, ma nel metodo, perchè la fermezza dogmatica non può a sua volta diventare opinione, quindi il paradigma morale teologico si scontra con la pretesa di una libertà di intraprendenza. Andrebbe definito quindi anche il concetto di libertà che vale per la scienza e l'economia e sempre meno per il singolo individuo dentro le organizzazioni sociali di quella cultura.

Hai giustamente spiegato anche gli allontanamenti e specificità di ruoli e funzioni nel biotech, come la separazione di sessualità e riproduzione. Si evince infatti che dalla modernità ad oggi per i rami specialistici che hanno ruolificato la conoscenza in scienze hanno contribuito anche alla separazione medica del concetto di corpo fisico , mente e spirito.
Se la natura ha accompagnato nelle tassonomie nei rami più evoluti alla riproduzione gamica accompagnandola ad un rapporto sessuale piacevole, separando i due concetti in due funzioni diverse si vuol separare la problematica così da poterla risolvere in maniera diversa. Questo approccio è fortemente ambiguo.Se la vita è un insieme inseriamo innumerevoli sottoinsiemi che complicano l'approccio, volutamente deviano i contesti dal vero problema:cosa intendiamo per vità non solo  in termini biologici?
Cosa vieta costruire corpi fisici atti a compiti militari, a innesti organici con materiali nanotecnologici,ecc.
Dove il biotech può alleviare sofferenze e dolore senza compromettere identità, autenticità, dignità? La cellula di un corpo umano è una cellula singola se vista al microscopio, ma è parte funzionale di un organismo che pensa riflette agisce.