Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - bobmax

#2191
Racconti Inediti / Re:7 di cuori
20 Maggio 2020, 14:58:41 PM
Se un amore finisce, vuol dire che amore non era.
Perché l'amore non è un qualcosa che inizia. E ciò che non inizia, non può finire.
Semmai non c'è mai stato.

Magari vi sono stati dei tentativi. Si sono aperte delle fessure nel nostro guscio, attraverso le quali si è provato ad amare. Ma senza esito.

E in effetti, nella ricerca della Verità, è inevitabile domandarsi se possa esistere il "vero" amore.
Perché davvero difficile è amare.

D'altronde, come non mi è possibile volere di volere, allo stesso modo non posso voler amare. Amo o non amo non dipende da me.

Tante sono le occasioni affinché l'amore si manifesti. Essere figlio, genitore, amico, e certamente l'attrazione sessuale sono circostanze che permettono un'apertura all'altro.

Se l'occasione è sprecata abbiamo il fallimento.
È fallita la possibilità per l'amore di manifestarsi finalmente.

Una manifestazione che comunque, anche nelle storie di vita più belle, non è mai completa.
Vi è sempre qualcosa che manca, un'ombra.
Nel mondo, l'amore è sempre mancanza.
#2192
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
19 Maggio 2020, 06:45:33 AM
@Cvc

Dio non è un'ipotesi.
Ma ciò che rende possibile ogni ipotesi.
Ipotizzarlo, significa averlo già perduto.

È l'unica realtà.

Essendo l'Uno, non ha alcun senso attribuirgli o meno l'esistenza.
Esiste solo il molteplice.

L'anima, il libero arbitrio, sono sovrastrutture che possono essere utili per iniziare la ricerca. Ma poi devono essere abbandonate, perché illusorie.
Mantenerle significa perdere Dio.

La rinuncia è infatti indispensabile.
Dio è supremo distacco.

"Come in cielo così in terra"
#2193
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
18 Maggio 2020, 14:17:22 PM
Non può esservi nessuna "prova" di Dio.

Per rendercene conto, è sufficiente riflettere su cosa significhi "provare", "dimostrare".

La prova, qualsiasi prova, è tale soltanto perché ha un fondamento.
È il fondamento che sostiene la validità della prova.

E il fondamento a sua volta può essere provato tramite un altro fondamento a cui rimanda, oppure essere proprio il Fondamento! Che non rimanda più a niente.

Ciò che c'è, per il fatto stesso di esserci rimanda ad altro. Questo "altro" è il suo fondamento.

Di modo che, il Fondamento assoluto, che non ha quindi niente che lo fondi, è per forza di cose il Nulla.

Essendo Dio il Fondamento non può essere provato. E appare come Nulla.

Difatti Dio può essere inteso come negazione della negazione.

Il principio di falsicabilitá è universale. E la falsicabilitá consiste proprio nella possibile negazione del fondamento di ciò che è provato.
Vale per tutto quello che c'è.

Ma Dio non può essere falsificato. Essendo negazione della negazione.
Appunto, il Fondamento.
#2194
Jacopus, insisti con il mettere il carro davanti ai buoi...

La sintesi può avvenire solo dopo aver completato l'analisi. Se la si anticipa, è solo un pregiudizio.

E se l'analisi conduce di fronte al limite... occorre resistere alla tentazione di chiudere gli occhi!

E anche la predeterminazione, che c'entra?
Altro pregiudizio.
Su che base tutto dovrebbe essere predeterminato?

La macina può benissimo avviarsi in ogni istante!
Che ne sappiamo?

Quando sogni, è predeterminato ciò che avviene nel sogno?
Se nel sogno qualcuno ti parla, chi è che lo fa parlare?
Dovresti essere ancora tu...
Ma sai già, prima che lui parli, cosa poi gli farai dire?

Guarda, che non solo la determinabilitá o meno è un pregiudizio, pure la causa-effetto alla fin fine deve essere messa in discussione!

Ma qui siamo ancora troppo acerbi.
#2195
@Iano

O si tratta invece di un procedimento giornaliero per mantenere l'illusione del libero arbitrio?

Se potessimo tornare al momento di quella scelta, nella stessa identica situazione, sia fisica sia psicologica, identica insomma!, davvero potremmo scegliere diversamente?

Da cosa sarebbe infatti determinata questa ipotetica scelta diversa?
Perché una scelta differente implica che qualcosa di diverso che la causi vi debba pur essere!

Almeno che si imputi questa causa a un che di trascendente... Ecco la superstizione!

Ma il molteplice, non è tale proprio perché privato di una propria libertà?
Non è infatti la libertà un'esclusiva dell'Uno?

La scissione genera il divenire, dove nessun asino di Buridano è possibile.
La macina è in moto.
#2196
Sono anch'io convinto dell'utilità della statistica. Se usata correttamente permette la messa in discussione di tanti pregiudizi che ci condizionano.

Non penso però che il pregiudizio in sé sia un male. Perché valutare correttamente, implica solitamente un impegno e un approfondimento difficili da realizzare in ogni diversa situazione.
Non ne abbiamo né i mezzi, né l'energia e neppure il tempo necessari.

D'altronde la nostra stessa sopravvivenza dipende in fondo da convinzioni non verificate. Intuizioni che non abbiamo mai davvero problematicizzato. Perciò spesso non corrispondenti alla realtà, anche perché epidermiche, confuse.

Tuttavia, questo sentire approssimativo, sovente anche erroneo, ha permesso all'animale uomo di evolvere.
Ben venga quindi la statistica, per rivedere questi nostri istinti grossolani e magari pure obsoleti, perché utili un tempo, quando le condizioni umane erano diverse, ma che ora si rivelano d'intralcio.

Vorrei far notare, che vi è pure un altro aspetto per il quale la statistica può essere d'aiuto.
Mi riferisco alle coincidenze.

Ossia alla propensione ad attribuire la coincidenza di eventi, altrimenti inspiegabile, ad una qualche forza soprannaturale o al caso.
Ciò che pareva davvero impossibile avverarsi, ce la troviamo davanti agli occhi!
E' allora facile attribuire questa altamente improbabile coincidenza a un che di trascendente il nostro mondo, a un qualcosa che se ne sta fuori. Appunto al soprannaturale o al caso.

La statistica può venirci in aiuto, per dipanare quell'assurdo che noi, intuitivamente, avevamo dato per certo.
Ridimensionando l'improbabilità della coincidenza, la statistica può, se non risolvere del tutto la nostra perplessità, almeno ricondurci nel mondo "naturale". Dove tutto quello che avviene non era poi così improbabile che avvenisse...

Questo altro ambito in cui può essere utilizzata la statistica, lo definirei "metafisico".
Nel senso che permette di migliorare la nostra distinzione tra "fisico" e "metafisico".
Allargando giustamente il primo a scapito del secondo.

Destino del metafisico, infatti, è scomparire.

Non vi è nulla che stia oltre il fisico.
Non vi è nulla di trascendente.

E questa, seppur paradossalmente, è "prova" di Dio: il suo stesso non esserci.
#2197
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Materia e vita
15 Maggio 2020, 09:15:55 AM
Citazione di: Ipazia il 15 Maggio 2020, 08:28:01 AM
Senza differenze è 0 gradi K, è prima-del-Bigbang. Nulla, concordo. Ma perchè chiamarlo Dio ? Potrebbe offendersi !

Anche adesso. Pare proprio che la somma faccia 0.

Ma Dio è Nulla, Ipazia!
Comunque l'ho detto apposta...

Anche per forzare un po' il gioco.
Ma è necessario.
Perché Dio = Nulla =...Bene

Superstizione?
Non penso.

Perché che il Nulla sia il Bene dipende solo da te.

Perché solo tu lo sei.
#2198
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Materia e vita
15 Maggio 2020, 08:07:53 AM
Considerazioni profonde.
Di chi scava, incurante dell'orrore che può emergere da questa sua ricerca.
Perché più si scava e più le "differenze" sbiadiscono.
Ed erano proprio le differenze a coprire l'orrore.

Senza differenze resta il deserto.

Ma di fronte a questo deserto, che la ricerca infine ha mostrato, occorre specchiarsi: "Chi sono allora io?"

Senza più differenze, senza più trascendenze immanenti, in quel vuoto dove nulla più mi sostiene, vi è la certezza di Dio.
#2199
Tematiche Filosofiche / Re:Realtà e verità.
15 Maggio 2020, 05:04:21 AM
Il Vero non è ciò di cui sono convinto.

Perché anche quello in cui credo fermamente, e per il quale potrei persino sacrificare la vita, potrebbe non essere Vero.

La mia "verità" è sempre relativa, mai assoluta.
Infatti richiede che ogni volta mi rimetta in gioco in prima persona. Rischiando.

In nome di che cosa?

In nome del Vero!

Che non possiedo, e mi appare perciò come Nulla.

Questo Nulla, la Verità, è la stessa Realtà.
#2200
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
14 Maggio 2020, 11:36:41 AM
@Iano

Apprezzo molto questa tua apertura al mondo. Che riesci a mantenere anche quando sembra del tutto inutile.

Nel mio caso invece non vi riesco. Oscillo, aprendomi per poi chiudermi nuovamente. Il mondo è necessario, ma non è facile.

Intervenendo in questo tuo argomento, ho introdotto il concetto di necessità al posto di quello dell'ordine.
Perché ho dato per scontato che con ordine tu intendessi "funzione".

La scienza si occupa di come funziona il mondo.
Lo stesso pensiero razionale è pensiero di funzioni, ed è funzione esso stesso.
La cosa in sé non è pensabile, la cosa è tale solo in termini funzionali.

Ora, la funzione altro non è che una possibile descrizione della legge di causa-effetto, ossia della necessità.

Ma la necessità richiede soltanto che dato un effetto vi debba essere la causa!
Di modo che la necessità prescinde dal poter determinare o meno, quindi da qualsiasi altra regola, da qualsiasi ordine comprensibile. Ma li racchiude in sé, superandoli.
È sufficiente la causa.

Rimanendo invece tu nell'ambito dell'ordine, finisci per prestare il fianco alle contestazioni più fantasiose e in sostanza illogiche.
La cui illogicità è nascosta dall'ambiguità del termine "ordine", limitandone arbitrariamente il significato a regola conosciuta.

Abbiamo così che una sequenza binaria non è ordinata bensì casuale!
Desumendo impropriamente, come rileva giustamente Viator, il caso dall'assenza di una regola.
Mentre il caso si contrappone alla necessità.

Considerazioni perciò da incorniciare, come l'annullamento reciproco di leggi fisiche! Che contrapponendosi genererebbero il caso...

Insomma, libero sfogo a chi ne pensa di più grosse!

#2201
Citazione di: Ipazia il 13 Maggio 2020, 08:23:59 AM
La cura, comincia con la lettera successiva "s" e consiste nell'andare a vedere cosa c'è dentro il fulmine di Zeus. Col tempo si è capito che si tratta di differenza di potenziale tra corpi meteorici ed è finita lì.

In realtà.. non è finita lì.
Perché niente è mai davvero finito.

Abbiamo solo spostato un po' l'asticella.
Che poi questa sia stata effettivamente spostata più in alto, è tutto vedere...

Perché ci siamo solo inoltrati di un altro passo nel mondo. E quella che è stata la soluzione di un enigma ha subito generato nuove, più impegnative domande.

Da quella differenza di potenziale siamo passati alla meraviglia delle onde elettromagnetiche. Che si muovono nel vuoto aggrappandosi alle stringhe dei propri stivali!

Se non potessimo più fare alcun passo avanti, se l'asticella fosse inesorabilmente inchiodata per sempre, probabilmente saremmo perduti.
Anche il solo supporre un possibile completamento della ricerca dovrebbe far rabbrividire.

PS
Permettimi, Ipazia, di fare una considerazione off topic.

Sto notando un qual diffuso cinismo, in special modo nelle menti del gentil sesso particolarmente dotate razionalmente.
Ritengo che ciò dipenda dalla sofferenza che una mente razionale deve necessariamente sopportare quando è pure sensibile.

E la sensibilità è la dote che più contraddistingue il genere femminile.
Ma come ogni dote anch'essa ha il suo onere: una maggior esposizione al dolore.

Tuttavia il dolore, magari accentuato da una forte sensibilità, è una forza fondamentale della meccanica spirituale.
Senza il dolore, senza l'inferno, non potremmo evolvere.
#2202
Sì Eutidemo, la superstizione si riferisce di norma a sovrumane potenze occulte. Tuttavia si usa pure parlare di superstizione scientifica laddove vi è la pretesa di considerare assolute delle"verità" scientifiche.

Il complottismo si riferisce invece alle persone.

Però nella sostanza vi è sempre un forzare il gioco. Cioè la pretesa di conoscere ciò che è vero, senza però averne sufficienti prove.

In queste situazioni la comunicazione è davvero difficile.
Proprio perché la razionalità si rivela insufficiente.
Siamo infatti di norma a livello di pulsioni istintive.

Perché una comunicazione possa comunque  avvenire, occorre o abbassarsi all'istinto oppure inalzarsi verso l'assoluto.

La prima strada non porta da nessuna parte.

Mentre la seconda è davvero difficile, anche perché obbliga noi stessi alla traversata nel deserto.
Ma è l'unica che offra una speranza.
#2203
Il complottismo in buona fede rientra a pieno titolo nel variegato ambito delle superstizioni.

Superstizione è infatti il credere vero ciò che non mostra il proprio fondamento.

Poiché si tratta di una forzatura, di una menzogna fatta noi stessi, in quanto si pretende sia vero ciò che non è però provato, la superstizione prescinde dalla razionalità.

Vi prescinde trovando alimento in ciò che sta "prima" di ogni pensiero razionale.

Istinti, pulsioni viscerali, angosce... sono all'origine della superstizione.

Poiché il pensiero razionale di per se stesso non è fonte di alcuna Verità, la superstizione non può essere combattuta attraverso la sola razionalità.

Occorre perciò andare oltre la razionalità, evocando ciò che la fonda.
Ciò richiede uno slancio etico, che coinvolge in prima persona.

Quindi sofferenza, nel diventare consapevoli del male insito nel pretendere di conoscere la Verità.

Ed è proprio la sofferenza ciò che deve essere proposto per combattere la superstizione.
#2204
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
12 Maggio 2020, 10:24:14 AM
@Giopap

Il caso non può essere dimostrato!

Per la semplice ragione che ogni possibile dimostrazione si fonda sulla necessità.

Il caso è la negazione della necessità. Punto.

Non è altro che questo.

Chi afferma che un certo evento è davvero casuale non sa cosa sta dicendo.

Se poi ritiene di averlo dimostrato, non sa neppure in cosa consista una dimostrazione.

Sono intervenuto sull'argomento nel vedere Iano alle prese con chi non ha evidentemente alcuna idea di cosa lui stia dicendo.

E poiché è altrettanto evidente che non vi sia alcuna volontà di cercare di capirlo, mi fermo qui.
#2205
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
11 Maggio 2020, 22:34:06 PM
@Giopap

Proprio non ci siamo.
L'ipotizzare non ha nulla a che fare con la casualità.

Prima di affermare che un qualcosa è casuale occorrerebbe riflettere sul significato di "caso".

E allora probabilmente si eviterebbero queste affermazioni avventate.

Spacciarle poi per "dimostrazioni", quando sono solo affermazioni arbitrarie, pregiudica un qualsiasi confronto.