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Messaggi - niko

#2191
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 12:00:10 PM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 02:03:09 AMCaro niko, non capisco proprio questa polemica verso lo spiritualismo.

Lo spiritualista non nega la realtà, semplicemente dà valore a qualcosa che sta piu in alto.
Se tu ti senti felice a vedere il tuo pino, bene così.

(non per fare il pignolo: il nevrotico pensa che quello che gli succeda nella testa sia in reltà, nel quotidiano e non il contrario come tu affermi).



Non c'è niente, che stia più in alto della realtà.

Lo spiritualista è un nichilista, perché da valore al niente, che secondo lui STAREBBE più in alto della realtà.

La PERCEZIONE/PENSABILITA' della realtà dipende da un rapporto tra soggetto e oggetto.

Non la realtà in se', che del rapporto tra soggetto e oggetto se ne infischia.

Il reale non è razionale.

Se si preferisce asimmetricamente il soggetto, come fa lo spiritualista, ecco che il rapporto tra soggetto e oggetto CREEREBBE la realtà.

E qui ognuno sceglie che pillola prendere. A proposito di nevrotici.



#2192
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 01:22:18 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 00:59:50 AMA me pare che ti contraddici, se sei solo materia perchè poi citi hadot e il miele dell'esistenza?

La posizione idealista si concentra sulle sfere alte del conoscere, ma non nega in alcuna maniera quelle inferiori della materia.

Giusto per stemperare un po la polemica, che nemmeno ho capito da dove scaturisca.


Perché altrove mi veniva chiesto della natura e dello scopo della filosofia.

Sul conoscere prevale il volere, e la filosofia deriva da una istanza volitiva, non da una conoscitiva.

E sul conoscere prevale il volere perché io sono solo materia, e se la mia materia costituente un bel giorno si preoccupasse "disinteressatamente" di conoscere, io mi preoccuperei, e tanto, per "Lei"
-personificata-.


#2193
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
19 Gennaio 2023, 23:06:04 PM
Citazione di: Ipazia il 19 Gennaio 2023, 22:34:55 PMNon necessariamente. Se siamo consapevoli di essere una unità psicosomatica ...

... che sottostà a leggi naturali, in cui il corpo solitamente fa lui da padrone e le cui ragioni sa ben far valere contro ogni illusione integralisticamente "spirituale"

Purtroppo per il povero noumeno, l'unica verifica della sua esistenza non può essere che fenomenica. E se non esistesse non se ne accorgerebbe nessuno. Altra cosa sono i fondamenti, l'archè: cosmogonici (physis) ed etici (ethos). I primi si affermano da soli, ma per i secondi non si ottiene nulla senza (auto)coscienza, collettiva e individuale.

Mai affermato il contrario. Fossimo puri spiriti potremmo nutrirci di cibo celeste.

Certamente. La ricerca è un atto d'amore verso la vita e la consapevolezza dei propri limiti salva dall'hybris. Da quella degli autoproclamati padroni del mondo e da quella dei tamarri di borgata.


Se non esistesse il nuomeno non se ne accorgerebbe nessuno, perché non esisterebbe, nessuno.

E guarda che nel dire questo ho illustri precedenti almeno quanto i tuoi.

----------------------------------------------------------

L'unità psicosomatica è sospetta.

E' sospetta nel tempo, e non solo nell'eternità.

E' sospetta nella relazione.

E' sospetta praticamente in tutto.








#2194
Citazione di: Duc in altum! il 19 Gennaio 2023, 14:52:09 PMFino a una certa età le scelte potrebbero dipendere da chi siamo o da cosa c'hanno inculcato che siamo.
Poi si matura, si cresce, e le scelte dipendono solo da chi o cosa abbiamo deciso di essere (remember Pablo Escobar o Nelson Mandela).
Altrimenti pure Fidel Castro o Hitler sarebbero non imputabili delle loro scelte.

Sull'atto sessuale omosessuale (cosa differente dall'omosessualità) non replico, visto che il pensiero cattolico su di essa è più che conosciuto.
Bene, spero di chiarire al meglio.
Dire io credo in Dio che esiste ed è il Padre di Gesù, per poi non cambiare nulla nelle mie: "...opinioni, congetture e ipotesi, sulle quali baso le scelte che la vita mi costringe a prendere... (cit. @Phil)", mentre quel che Dio dice è che devi non solo cambiare, ma addirittura invertire totalmente tutto ciò, significa essere o indifferenti al progetto divino (pensando che basta il solo credere che Dio sia vero), oppure essere ipocriti (come tanti pseudo-cattolici e fac-simile nelle varie confessioni, religioni o spiritualità).
Dispiace dirtelo @Eutidemo, ma la parresia è parresia: istruisciti e informati un po' sulla teologia sacramentale, sei a un pessimo livello se pensi che l'interpretazione sia superiore alla fede.

D'altronde, anche per accettare Lutero, Zwingli o Calvino, c'è bisogno di "fede", si necessita scommettere.


Due saluti!


Se mi avessero dato cento euro ogni volta che hai usato Fidel Castro come esempio di anima all'inferno, adesso sarei miliardario.

Cosi' tanto per dire.

Tu non credi veramente nella possibilita' del perdono divino per i comunisti.

La tua fede non e' forte.

Io sapevo che le vie del Signore erano infinite.

Stai facendo vacillare anche la mia.

Smetti ti prego.



#2195
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
19 Gennaio 2023, 14:10:20 PM
Citazione di: Ipazia il 19 Gennaio 2023, 12:24:32 PM@niko

Condivido la critica all'antropo -morfismo e -centrismo, su cui si reggono le retoriche metafisiche, ma non fino al punto di demonizzare l'autocoscienza e le sue strategie epistemiche, dei cui limiti peraltro l'epistemologia tiene conto ed è giudice severo.

Il reale è razionale a livello fisico, non metafisico: è la dima che guida la nostra visione del mondo nel modo migliore possibile. Il rapporto reale-razionale non è hegelianamente biunivoco: quando il reale confligge col razionale "consolidato" è il razionale che si deve adeguare e ritarare le sue bussole.

L'universo avrà pure di meglio da fare, ma gli umani - autocoscienti - hanno le loro (buone) ragioni che l'universo non conosce. Vediamo di convivere in pace.

Concordo con l'interpretazione delfica sui limiti, che sono una parte (importante) del tutto di quel monito. La deificazione dell'umano è una fesseria quanto la sua demonizzazione. Al massimo possiamo dire che siamo un ben strano prodotto evolutivo (@daniele22), ma preso atto di ciò non possiamo cullarci sulla stranezza, ma illuminarla e  razionalizzarla.

In attesa di maggiori certezze possiamo pure noumenizzare la fenomenologia naturale, ma mi pare un passaggio inutile, un tenere in vita, attaccato ad un respiratore, un cadavere metafisico che non ha futuro. Seppelliamolo e accontentiamoci di verità contingenti verificate. Come gli effetti, non falsificati, della cosiddetta "forza di gravità".





Io demonizzo la "componente" identitaria/identificativa dell'autocoscienza, (dunque l'autocoscienza come realta' dell'etnia e della radice egoica ed umana) e non quella riflessiva e immaginifica che e' intangibile, al di la' del bene e del male: l'autocoscienza c'e', come parte tra le parti, ma non e' ne' l'io ne' il sum cartesiano.

Non ci dobbiamo identificare con l' "auto" dell'autocoscienza, perche' l'autocoscienza e' fenomeno naturalistico e cosmico, ha delle cause, che ci producono come uomo-effettuale.

Se ci identifichiamo con essa, ne siamo dominati.

E appunto l'autocoscienza, se creduta "vera", vale solo come proggetto di dominio sul corpo da parte di una mente alienata dal corpo, quindi come fonte di continua, e per giunta inespressa, sofferenza.

L'uomo dell'autocoscienza e' fenomenico, e' un uomo-fenomeno, e pensare che tutto il mondo sia fenomenico, pensare che tutto il mondo sia COME l'uomo, o PER l'uomo, attuale ed attualista nelle sue scelte identitarie ed identificative, rinunciare al noumeno, e' il delirio di onnipotenza (se non di riferimento) dell'uomo/effetto, dell'uomo/autocoscienza.

Sono i nostri limiti, in una morale delfica della misura, che ci fanno incontrare la phisis, la natura.

Per superarli, bisogna comprenderli, se non addirittura amarli.



#2196
Scienza e Tecnologia / Re: Il supercecchino!
19 Gennaio 2023, 02:01:00 AM
Citazione di: Eutidemo il 17 Gennaio 2023, 17:25:37 PM
Ciao Niko. :)
Le tue considerazioni sono "teoricamente" ineccepibili e molto intelligenti; ma si vede subito che tu non hai molta "esperienza pratica" al riguardo.
***
Sebbene sia ormai passato molto tempo io sono stato "tiratore scelto" (e poi "primo tiratore" divisionale); ma ti assicuro che riuscire ad "anticipare" il movimento (imprevedibile) di un bersaglio oltre i 1.000 metri è roba da fantascienza.
***
Più recentemente, con ottiche non certo trascendentali da 4x20, ho anche vinto dei trofei per "tiro dinamico" (cioè con bersagli in movimento tattico, in qualsiasi direzione); ma ti garantisco che oltre i 1.000 metri è quasi impossibile, non solo per me, ma anche per tiratori esperti molto più giovani ed allenati di me.
***
Ed infatti anche un bersaglio che si avvicina o si allontana in linea perfettamente retta, senza alcuna componente orizzontale del movimento relativo (cosa molto rara nella realtà) non si può considerarlo un bersaglio fermo, perchè avvicinandosi o allontanandosi altera il calcolo parabolico del tiro del cecchino; il che, a distanza relativamente breve -direi fino a circa 500 metri- conta poco, ma, oltre, comincia ad incidere sempre di più sul MOA (minute of angle) verticale.
***
Ovviamente, se il cecchino e' un "maestro assoluto" nella sua arte, come lo era Simo Häyhä, penso che possa fare qualsiasi cosa!
***
Un saluto :)
***
P.S.

Comunque, per fortuna, io di mestiere, non faccio il cecchino; per cui tutte le mie considerazioni vanno prese con le molle.  ;)



Hai ragione: non avevo considerato che il proiettile fa una parabola: a grandi distanze non si puo' approssimare questa parabola a una retta, il cecchino deve tenere conto che sara' proprio una parabola, e quindi qualsiasi movimento del bersaglio in qualsiasi direzione puo' far sbagliare il colpo, anche se si partisse da una ipotetica condizione di allineamento perfetto tra i due...


#2197
La teoria del nib bang non dice che l'universo nasce dal nulla, semmai dal vuoto o da uno stato precedente sconosciuto.

Quella dell'universo nato dal nulla e' la versione divulgativa antropomorfica e (dunque) nichilista, della teoria del big bang.




#2198
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
18 Gennaio 2023, 22:52:00 PM
Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2023, 21:41:46 PMPiù che la complessità il problema è la "risoluzione". E la risoluzione fisica e metafisica della problematica opposta da jano sulla onda-particella è che siamo ai limiti delle nostre tecnologie di indagine sui fenomeni naturali, per cui dobbiamo accontentarci della loro scarsa risoluzione e dobbiamo rassegnarci ad assemblare fotografie discontinue del fenomeno, non essendo in grado di fotografarlo tutto istantaneamente.

Che le cose esistano indipendentemente dall'essere osservate è una banalità dal punto di vista empirico di cui anche la metafisica deve farsene una ragione, dopo tutti i fallimenti della sofistica nel prospettare una realtà altra da quella empiricamente riscontrabile.

La quale può essere falsificata, ma solo da strumentazioni empiriche, osservazioni, e calcoli più sofisticati, aumentando la risoluzione del fenomeno, non certo da argomentazioni metafisiche.

Il noumeno è altra cosa e lo sganciarsi della verità scientifica da esso è un progresso epistemico. Una volta che noi diamo significato e significante ad un referente e ne specifichiamo i limiti del campo di esistenza non lo abbiamo cristallizzato in una verità noumenica, ma poniamo una verità per noi, fenomenica,  funzionale alla nostra transeunte intellezione dell'universo. Il realismo si limita a questa operazione asseverativa di cui riconosce e accetta la falsificabilità.


A me pare che qui c'e' gente che continua a confondere interconnessione, e quindi "vacuita'" nel senso orientale del termine, inesistenza della singola cosa, con spiritualismo e solipsismo.

E non sono io, che cado in questo equivoco.

Il reale non e' razionale perche' ci sono istanze, realta' , volonta', destini, desideri, che vanno oltre la nostra ragione, cosi' come c'e' materia che non ricade entro il nostro orizzonte percettivo, cosi' come ci sono cose non viste.

La ragione che marcia orgogliosa verso se stessa e' una infima parte della realta', e non il tutto.

Identificarsi con l'autocoscienza e' l'uomo, e' la scelta dell'uomo, e io sono un baluardo contro l'antropomorfismo del dire che l'uomo sia il tutto.

Se quella umana e' una scelta, non sta in piedi da sola, ne' eticamente, ne' razionalmente, ne' fisicamente, ne' in nessun senso: sorge da una rosa di opzioni piu' ampia.

L'universo ha di meglio da fare, che identificarsi con la (nostra) autocoscienza, e anche la nostra autocoscienza, non e' che un riflesso, una conseguenza del nostro istinto, della nostra piu' basica volonta'.

Io ne ho -da dire- tanto per i solipsisti, quanto per gli spiritualisti.

Io non rinuncio al noumeno, e ritengo che il nuomeno sia la struttura, la struttura profonda della realta', quello che tutti sperimentiamo quando soffriamo e quando incespichiamo davanti all'oblio, quello che solidamente si oppone alla volonta' e alla coscienza/conoscenza, essendone oltre.

Di modo che la realta' ultima e' l'incompiuto, il fieri, che e' tale e per la conoscenza e per la volonta'.

Il Vero e' (una) parte, con buona pace di Hegel.

"Conosci te stesso" va inquadrato nel contesto di una morale delfica della misura, secondo me significa principalmente "Conosci i tuoi limiti", stai nel tuo.

Tanto per rispondere anche alla questione del Dio spirito uscita fuori in un'altro argomento.

Dio spirito che, se uno non sta nel suo, cioe' se non interpreta la massima delficamente, guardacaso richiede sempre l'ascesi , il distacco.

L'odio del mondo, l'odio di se stessi.






#2199
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
18 Gennaio 2023, 20:01:44 PM
Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 18:43:04 PMNon ricordo chi ha scritto qui, credo Bobmax, che la complessità è l'idolo alla moda della scienza, che segue all'informazione, e così via passando da un idolo all'altro .
Cosa proporrà la nuova collezione primavera- estate?
Un coordinato- interoggetivo?
Sono curioso.


Sempre meglio del ridicolo, di fondare l'esistenza su solipsismi individuali o collettivi.

Sempre meglio del banale, di interpretare il dualismo onda/particella come il dualismo spirito/materia.

Mentre a logica esso dovrebbe essere il dualismo:

Materia 1/ materia2.  E spirito non pervenuto.

Ma prima bisognerebbe fare lo sforzo di capire.

E aspetto ancora le prove di come l'umanita' possa rendere reale la realta'.

I fossili di dinosauro?

Quelli esistevano, e ruggivano, pure senza uomini a guardarli.


#2200
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
18 Gennaio 2023, 16:42:48 PM
Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 15:33:43 PMIo mi meraviglio di te che continui a darmi del solipsista nostante i miei argomenti contro. Nel mio caso, ho provato ad argomentare dovrebbe trattarsi semmai di un  solipsismo relativo all'umanità, cioè condiviso dagli individui umani, e in quanto tale non-solipsismo.
Mentre ho dichiarato un solipsismo individuale possibile quanto privo di interesse per me.

Per quanto riguarda la meccanica quantistica non l'ho tirata in ballo perchè non mi piace vincere facile, ma visto che mi passi incautamente l'assist, come la mettiamo con l'esistenza duale della particella-onda che non è  dunque  in sè materia, né non-materia, perchè essere contemporaneamente le due cose significa non essere alcuna delle due.
Non è Everest né spirito che aleggia sulle montagne. Allora quale esistenza possiede in sè?
Facciamo entrare tutte le nuove entità che bussano alle porte del regno delle cose in sè, senza chiedergli la parola d'ordine?
Io direi di si, però poi non possiamo più chiamarlo regno delle cose in sè.
In alternativa potremmo dire con Einstein che la teoria funziona, ma non è completa, sottintendendo che lo scopo delle teorie è duale, di funzionare e contemporaneamente dirci la verità.
Gli scienziati però, dopo averci ragionato a lungo hanno deciso che la verità non è affar loro, ma dei filosofi, e la teoria sta bene così.
Io non sono scienziato, ma sopratutto non sono filosofo, nel senso che non posseggo l'armamentario culturale per potermi così fregiare, ma forse proprio per questo, non portando il peso di una cultura specifica, accetto agevolmente ogni novità che contro quella cultura possa andare , ma non certo per odio verso di essa, anzi, verso la quale mi sento invece manchevole.
Però non tutto il male vien per nuocere.
Da non filosofo però dico, insieme a Bobmax, che non può esistere una nuova filosofia slegata dall'esperienza umana, e in particolare quella scientifica,  e che  rimastichi perciò sterilmente sempre lo stesso cibo.
Perciò, visto che condividiamo lo stesso interesse per la scienza, mi aspetterei che di questa nuova filosofia fossi tu portatore sano.


L'esistenza non e' fondata ne' sull'io ne' sull'umanita' / intersoggettivita'.

Ne' sull'io ne' sul noi.

E' fondata sulla complessita' , e quindi su una sorta di inter-oggettivita'.

Su un "noi" dato, che e' interazione, automatismo molto piu' spesso di quanto non sia conoscenza.

La conoscenza, vale perche' e' rara.

L'amore, vale perche' e' raro.


Tu puoi "vedere" in senso lato, quindi anche: pensare e percepire, delle "cose" entro un certo "campo".

Se prendiamo l'intera umanita', il campo aumenta di tanto, rispetto al tuo, ma rimane sempre minimissimo, esiguo, rispetto al mondo, rispetto a quello che davvero esiste.

Per quel che mi riguarda, l'umanita' puo' essere ignorante quanto un singolo uomo.

Ma non e' la conoscenza, che ha il potere di fondare la realta', e' la realta' che non solo, fonda la conoscenza, ma puo' fare infinite altre cose, oltre che fondare la conoscenza.

Essa puo' lavorare per se stessa, oltreche' per noi.

Fondare la conoscenza e' una -singola- potenzialita' della realta', ma non la esaurisce.

Quindi esistono pini non visti da nessuno.







#2201
Citazione di: Ipazia il 17 Gennaio 2023, 20:58:11 PMMe, come mi riconosco
dalla nascita alla morte,
quando mi scotto un dito,
guardo un tramonto,
apro la finestra all'alba
inondo di sole e colori
la mia tana e mi preparo
al giorno in cui non sarò più.
 







Dalla nascita alla morte, dormiamo circa ventimila vollte.

La versione non poetica del prepararsi a morire.

Che poi e' un prepararsi davvero, non uno fatto di parole.

O forse si' poetica, perche' nel dormire c'e' un prima e un dopo.

Gloria "eterna" all'unita' reale dell'autocoscienza, e dello psicosoma.

Mentre Sora Nascita dal nostro punto di vista pare avere solo un dopo, e Sora Morte solo un prima.



#2202
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
18 Gennaio 2023, 13:35:29 PM
I pazzi per quanto mi riguarda sono i solipsisti e gli spiritualisti...

Basta con questo giochetto del confondere la parola con la cosa, il significante con il significato.

La materia esiste al di fuori della parola che la dice e dell'intelligenza che la pensa.

Volete fare i relativisti della conoscenza, i posapiano noOlogici, e il bello e' che lo volete fare senza accettare la realta' naturale e naturalistica dell'ignoto, che sola potrebbe giustificare il CORRETTO relativismo della coscienza e della conoscenza, ovvero la materia/tempo/spazio che si estende liberamente entro e oltre i limitati campi di osservazione dei viventi.

Vera liberta' fondamentale fondante, questa della materia di poter entrare e uscire dai nostri piccolissimi e mediocrissimi campi di osservazione rimanendo se stessa, altroche' arbitrio, altroche' liberta' dello Spirito.

Gli prende un colpo, a Daniele, se qualcuno gli spiega che, oltre all'Everest, che lui ha studiato sul libro di scuola ed esso e' nella sua testa, anche il MONTE SENZA NOME del pianeta senza nome della stella senza nome nella galassia senza nome esiste benissimo in virtu' dello spazio, del tempo, della materia e delle loro possibili, viventi e non, COMBINAZIONI, anche se lui, quel monte lontano tremila anni luce proprio "non lo conosce", ed esso non e' "nella sua testa"?

E che il MONTE SENZA NOME sul pianeta lontanissimo, mai guardato da occhi e pensato da teste esisterebbe ugualmente e beatissimamente di suo addirittura se tra tutti i viventi presenti, passati e futuri del cosmo non lo conoscesse mai nessuno, e se esso non transitasse mai "nelle teste" e sotto gli occhi di nessuno?

Perche' esistere non significa "esistere per qualcuno", non significa "essere osservati"....

Esistere significa esistere....

I nevrotici, pensano che la realta' stia dentro la loro testa...

E mi meraviglio qui anche di Iano, che, avendo una formazione o quantomeno una forte curiosita' scientifica, non ha pensato subito alla meccanica quantistica, che permette di inquadrare correttamente la questione dell'osservatore "realizzante" la realta' senza cadere nel solipsismo o nello spiritualismo: e' ben vero che  l'urto/osservazione/collasso della funzione d'onda "realizza" la realta' e costringe quello che era sovrapposto a collocarsi in uno stato preciso, ma e' ben falso, che l'urto/osservazione/collasso della funzione d'onda implichi necessariamente una azione umana o tantomeno un'azione intelligente, cosciente.

Due enti a-vitali e a-coscienti, come per esempio due particelle o aggregati di particelle,  possono "osservarsi", (cioe' fuor di metafora urtarsi, come nella miglior tradizione atomistica antica) tra di loro realizzando il nesso tra realta' e "osservazione" (ma meglio si dovrebbe dire: tra realta' e interazione!) che si vorrebbe falsamente attribuire allo spirito (nello spiritualismo) o all'ego (nel solipsismo).

La realta' dipende dall'osservazione e tutto e' interconnesso, ma non e' uno scienziato col camice bianco o uno studente che studia l'Everest sui libri di scuola, a creare DAL NULLA, (altro maldigerito e inconsapevole nichilismo della china che sta prendendo l'occidente) la realta'.

Se il SACRO e' radicato nel riconoscimento di cio' che trascende e limita la nostra volonta', il MATERIALISMO e' radicato nel riconoscimento di cio' che trascende e limita le proprieta' cosmogoniche e realizzative della nostra coscienza e conoscenza, quindi ben lungi dall'opporsi al sacro, gli e' cugino.

Scusate per i toni un po' focosi, ma io ritengo che l'ovvio sia che i pini esistono quando nessuno li guarda, la contraddizione all'ovvio che esistono solo se guardati, ed e' chi contraddice l'ovvio che ha l'onere della prova.

E invece che prove, finora, dei pini divinamente realizzati dall'osservazione, finora qui ho letto solo chiacchiere.





#2203
Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 00:56:09 AM@Niko.
Il tuo mi sembra un cinismo gratuito.
Il discorso di Ipazia non è maschilista, perchè varrebbe ancora riadattato  per una società matriarcale. Lei ne ha dato semplicemente la versione attuale corrente.
Vero è che si poteva fare lo stesso discorso senza tirare in ballo il maschilismo, parlando in generale degli aiutini che la cultura corrente sembra riservare ad alcuni e non ad altri, ma che non mancano di controindicazioni come ben dice Ipazia, per cui potrebbe essere saggio rifiutarli.
Allora potremmo chiederci, fra non averli e rifiutarli :
quali differenze?

La condizione con cui ri nasce non e' un aiutino, e nessuno e' chiamato a rifiutarla o accettarla INDIVIDUALMENTE, e' semmai la societa' nel suo complesso, che puo' aiutare gli svantaggiati e livellare verso il basso gli ingiustamente avvantaggiati.

Insinuare che una donna brutta ha piu' possibilita' o volonta' di fare il medico o la professoressa rispetto a una donna bella, mi sembra un discorso maschilista, perche' non e' basato su nessuna statistica, ma sul pregiudizio radicato secondo cui le donne belle "inciuciano" e si fanno mantenere.

E nell'incuiciare, come insito nella loro natura di donne belle, quindi in qualche modo "sataniche", ottengono lo splendido vantaggio di farsi mantenere, ma corrono l'atroce rischio di rimanere vittima di femminicidio, rischio da cui sono esenti le morigerate, e racchie, professoresse emancipate.

Fosse mai che il femminicidio fosse fatto da imbecilli sanguinari mine vaganti di idiozia pura che ammazzano tanto le belle quanto le brutte, tanto le occupate quanto le inoccupate.

Fino a statistica contraria. Nella cui assenza, sarebbe meglio risparmiarsi certe uscite.



#2204
Citazione di: Ipazia il 17 Gennaio 2023, 21:38:58 PMQuando vedo certe gnocche femminicidate mi viene spontaneo pensare: erano meno gnocche forse sarebbero ancora vive. Se erano racchie, sarebbero diventate professoresse o medichesse, e avrebbero corso molti meno rischi, oltre a non avere bisogno di nessuno per la loro autosufficienza. L'esuberanza di doni naturali e sociali spesso è svantaggiosa nella vita, porta alla faciloneria, stupidità e disimpegno, come fosse tutto dovuto. Stimola la gelosia, l'invidia, e alla fine non è un bel vivere. La caduta dal piedestallo (cortigiani, sportivi, attori, artisti, ricchi,...) solitamente è disastrosa.

Chi invece è "figlio di un dio minore" deve trovare in sè la forza e l'ingegno per dare un senso alla propria via. La via della stupidità gli è preclusa (stupid is as stupid does) e se i suoi neuroni non sono troppo compromessi può prendersi, agguantandole coi denti, le mete che la natura gli ha reso più difficili di altri, avendone maggiore gratificazione.

L'ottimismo della disperazione è più fecondo e determinato dell'ottimismo della volontà e del pessimismo della ragione. Gli basta sopravvivere, e con ciò chiude il conto con la natura.


Quanto e' maschilista, pensare che le "racchie" tendenzialmente studiano per avere una posizione sociale ed essere autonome (tanto nessun maschione le vorrebbe, ste racchie) mentre (implicito) le "gnocche" che bisogno hanno di studiare e lavorare, mettono in mostra la mercanzia e si fanno mantenere dai patriarchi e dai casanova di turno (insomma tutte casalinghe annoiate se non direttamente tro..., le gnocche), e nel far cio' suscitano le gelosie e gli sguardi lascivii che poi in qualche caso "giustificano" il femminicidio...

Pensa: per quanto sembri strano, ci sono al mondo belle donne che amano studiare e lavorare, e brutte donne che vogliono fare le casalinghe e in qualche modo riescono a rimediare un uomo che le mantenga tramite altri pregi o doti, che rivelazione incredibile...

Ci sono perfino brutte donne vittima di femminicidio....

Ci sono perfino criteri soggettivi per individuare la bellezza e persone per cui ci vuole poco a passare da "brutte" a "belle", secondo gli standard comuni di bellezza, a seconda di periodi della vita in cui si cura o non si cura, dedicandovi tempo e spesso soldi, l'aspetto fisico e il vestiario...

Pure l'elogio degli svantaggiati non e' reale e non ha basi reali, tutti, svantaggiati e non, devono trovare la forza per farsene qualcosa della loro vita, prescindendo un attimo dal senso...

Che alcuni, per giunta, in tutto cio' partano svantaggiati e' un male assoluto in un mondo di merda, un male semmai da risolvere con le tecnologie e con le strutture sociali rivoluzionate e rivoluzionarie che possano annullare lo svantaggio; sara' poco consolante questo mio dire, ma non e' un dire buonista, ne' cattocomunista.




#2205
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
17 Gennaio 2023, 22:28:51 PM
Citazione di: Ipazia il 17 Gennaio 2023, 21:17:37 PMTutto bene ciò che precede, ma perchè l'autocoscienza dovrebbe costituire qualcosa di - vada per l'etereo - liminalmente falso e non veritativo ?



Perche' la SCELTA di identificarsi con l'autocoscienza e' l'uomo.

Appagamento nel dominare sul proprio stesso corpo, appagamento continente, appagamento
auto-aggressivo.

Ma la nostra volonta', che da' l'assenso a questa scelta, puo' in ogni momento cambiare.

Ad esempio, tanto per dirne una, rivalutando il cieco istinto.

Cosa resta a Nietzsche, dopo che ha distrutto il mondo della verita' e pure quello delle apparenze?

Qualcosa evidentemente che non e' ne' verita' ne' apparenza: la volonta' come impulso, la volonta' di potenza, la volonta' che puo' giungere a negare l'uomo.

Ma non e' neanche necessario che l'istinto sia cieco.

Puo' ben essere pieno di tutto.

Basta non dare un assenza identificativo ai colori, ai suoni, ai pensieri che ad esso scorrono contemporanei.

Il divenire deve essere affermato oltre l'unita' psicosomatica, oltre l'unita' dell'autocoscienza.

Possibilmente, prima della morte.

Nella forma del dubbio.

Penso, dunque non sono.

Questo pensiero e' una generica possibita' della natura. Questo pensiero e' l'effetto di una, o piu', cause, come lo sono il soffio del vento o il cadere della pioggia, non mi distingue trascendentalmente dall'inorganico, ne' tantomeno dagli animali.

Senza luogo, senza tempo.

Ogni volta che ci sara' la causa, ci sara' l'effetto.

La mia mente e il mio corpo non sono in rapporto uno a uno, ma N a N, numero indefinito a numero indefinito.