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Messaggi - niko

#2191
Citazione di: InVerno il 01 Novembre 2022, 12:58:16 PMStatisticamente normale è quante volte è uscito l'88 sulla ruota di Bari, la formulazione delle tue domande non ha alcun senso. Se la Meloni è il primo ministro donna in Italia vuol dire che tutti i pm precendenti (uomini) hanno tutelato anche i diritti delle donne, visto che sono cresciuti sotto il comando di uomini, mentre la Meloni, donna, vuole ridurli. Non c'è alcuna correlazione tra il sesso di un politico e le politiche che avvoca, solo nella mentalità tribale è vero il contrario. Le donne hanno ottenuto il diritto di voto 1-2-3 generazioni dopo gli uomini, che a loro non lo possedevano salvo essere ricchi. Il fatto che ci siano società o partiti politici che usano libro dell'etá del bronzo per giustificare politiche anacronistiche, è la dimostrazione dimostrata di quello che sostengo.


Statisticamente l'88 sulla ruota di Bari dovrebbe avere la stessa probabilita' di uscire di tutti gli altri numeri, e, sui grandi numeri, uscira' ne' piu' e ne' meno che un novantesimo delle volte, dato che che numeri totali del bussolotto sono novanta.

La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini, mentre le donne sono circa la meta' della popolazione italiana, quindi, postulando la parita' dei sessi nell'accesso alle cariche massime di potere, ci aspettiamo un risultato effettivo nella distribuzione di uno su due, insomma  cinquanta per cento: ci aspettiamo la serie di trenta premier suddivisa in, circa, quindici e quindici tra uomini e donne; troviamo invece che la REALTA' contraddice la nostra ASPETTATIVA con un bell'uno su trenta, con una bella serie di trenta risultati possibili divisa in ventinove da una parte e uno e uno solo dall'altra, quindi, delle due, l'una:

* o abbiamo vinto la lotteria della sfiga del discostamento assolutamente casuale dei numeri dalla media, una cosa che "succede", o meglio puo' suuccedere, in una distribuzione possibile su un milione di milioni di distribuzioni  possibili, (tiro una moneta non truccata: faccio ventinove volte di fila croce e infine una testa?!)

* oppure le probabilita' di questo sorteggio intrinsecamente non sono del cinquanta per cento e non lo erano fin dall'inizio, e' un normalissimo risultato medio come potrebbe essere quello otrenuto da un dado poliedrico con ventinove facce con su disegnata la C di croce, e una e una sola con la T di testa.

Ma se delle due che ho segnato con l'asterisco scegliamo la seconda, come spiegazione verosimile, allora una donna non ha le stesse probabilita' di un uomo di diventare premier.

Cosa c'entra tutto questo che ho detto fino ad ora con l'orientamento politico della Meloni, o con quali politiche fara' o non fara' la Meloni, lo sai solo tu, InVerno.

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Veniamo all'argomento:

"Le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo due o tre generazioni dopo gli uomini, quindi piu' o meno sono pari"

Falso, falsissimo, perche' in precedenza alcune élites di uomini in molte delle le societa' statualmente organizzate del mondo, sia pure anche solo selettivamente per censo o per diritti di stirpe e di casta acquisiti, bene o male, in un modo o nell'altro VOTAVANO, hanno comunque fatto l'azione di votare nel flusso della storia umana, come prassi sociale considerata in se' stessa e avulsa da un contesto di cui capsiosamente qui si pretende l'universalita'; mentre il voto alle donne e' stato un unicum temporale che si e' prodotto da un certo punto in poi a prescindere dal voto delle élites maschili dominanti anche su altri maschi.

Quindi, se riaggiustiamo i dati temporali con la considerazione anche del voto elitario e producentesi per élites, e rimettiamo il discorso con i piedi per terra, possiamo dire che gli uomini, maschietti, volavano in modo significativo per la vita di uno stato nel senso pieno del termine  quantomeno fin dall'Atene di Alcibiade e di Pericle, se non fin da prima; le donne donne italiane invece, fin dal secondo dopoguerra.

Intendo insomna che prima non c'era mai stato nulla di simile, a livello di uno stato evoluto non tribale di cui si conosca la storia scritta, non c'era mai stato un voto alla donne, neanche per élites, o per censi, o per caste privilegiate di donne.

Le due categorie, secondo verita' dunque, si distaccano tra di loro di qualche migliaio di anni, non di un paio di generazioni.


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Per quanto riguarda la tua definizione:

"Le politiche dell'isis e dell'Iran sono ANACRONISTICHE"

falso, falso nel senso di edulcorato, ottimstico, eufemistico:

Le politiche dell'isis e dell'Iran, sono PATRIARCALI, e MASCHILISTE.

Non derivano certo  da un libro sacro che si e' "inventato" il maschilismo dal nulla, calando dall'alto in una societa' che in precedenza era paritaria o femminista; derivano da un libro sacro che e' maschilista perche' scritto in una societa' che gia' al tempo della sua stessa redazione era patriarcale e maschilista: l'idolatrazione assoluta del libro, non ha fatto altro che cristallizare, e far perdurare, il momento del tempo, momento storico gia' maschilista, in cui esso fu scritto.





#2192
Il patriarcato e' un at
Citazione di: InVerno il 01 Novembre 2022, 10:50:33 AMFai bene a tirare fuori altri regimi di sfruttamento sistematici, infatti un analisi comparata potrebbe facilmente dimostrare che il patriarcato non ha niente a che fare con essi. Una caratteristica di questi sistemi è che appioppano sistematicamente i peggiori posti della società agli sfruttati, nel patriarcato al contrario gli sfruttatori occupano simultaneamente le posizioni apicali e quelle basali. Bizzarro. Non ho mai sentito per esempio di donne usate come carne da macello degli eserciti, ne di latifondisti seduti sull'aia fumare il sigaro mentre il loro harem lavora nei campi, né di donne mandate a lavorare nelle industrie mentre i patriarchi le aspettano a casa per mettere nella cassaforte la paga e gestire le spese del focolare, ancora oggi il 99% delle morti sul lavoro sono da contarsi tra i presunti dominatori, un eguaglianza che non interessa particolarmente raggiungere. A che pro perciò usare retorica incendiaria e lessico guerresco, se non l'odio, la frustrazione, la paranoia ? Il "patriarcato" può tornare con uno schiocco delle dita al mutare delle condizioni socioeconomiche, non ha importanza quante bombolette spray e cartelloni mandi in ucraina, dal 22 febbraio il bicipite è tornato di moda. Allora il preservare di quelle condizioni favorevoli diventa esiziale per salvare le conquiste sociali. Ho detto in un altro topic che l ineguaglianza economica è uno dei più importanti predittori di un collasso sociale. Un altro è il numero di maschi, giovani, disoccupati, celibi e a bassa scolarizzazione. Siccome stanno aumentando vertiginosamente, chiunque abbia a cuore la conservazione di questo stato delle cose dovrebbe interessarsene, ma se ideologicamente sono persone da trascurare per rivalse storiche, schiavisti che meritano di espiare, il conto arriverà quando raggiungeranno massa critica. Fortunatamente si tratta di teorie di minoranze molto rumorose , e la reciprocità e il mutuo soccorso sono ancora valori fondativi di persone sane che vogliono società sane.


A te sembra statisticamente normale che la Meloni sia la prima premier donna in questo paese?

Ti sembra statisticamente normale che i femminicidi siano numericamente dieci volte di piu' dei corrispettivi "maschicidi", pur possibili, a parti invertite, che eventualmente si producano per gli stessi identici motivi per cui si producono i femminicidi, quindi motivi di possessivita', gelosia e oggettificazione del corpo e della persona dell'altro?!

Ti sembrano statisticamente normali paesi e forme statuali come l'ISIS, l'Iran e compagnia cantando?

Che le donne anche in QUESTO paese votino da meno di cento anni (spannometricamente due generazioni umane) e siano denominate nel codice civile come "pari al marito" da meno di cinquanta, anni (spannometricamente una e una sola generazione)?

Anche questo, statisticamente normale?

Che possano trasmettere il cognome ai figli per comune accordo della coppia di genitori anche se esiste un partner maschio che comunque legalmente riconosce i figli da meno di cinque, anni?

E quindi, di che cosa stiamo parlando?!

Del mondo come esso e', o di quello come ci piacerebbe che fosse?


#2193
Citazione di: Ipazia il 31 Ottobre 2022, 20:15:22 PMIl maschio patriarcale, sempre più misogino man mano che prende coscienza della sua decadenza, funziona come la Nato, che prima di sparire deve dichiarare guerra al mondo. Nel caso del maschio patriarcale, al mondo femminile. Muoia Sansone con tutte le filistee. Te credo che di fronte a questo suon di mitraglia solo una piccola percentuale è disposta a dichiararsi bersaglio del maschio patriarcale, ovvero femminista. E fa bene, visto che anche il femminismo è la proiezione negativa, vista dal maschio, del maschilismo.

Io sono una donna e lotto da donna senza bisogno di aggiungere alcun ismo alla mia lotta. È lotta tout court, come quella dello schiavo, del negro, e viene prima di qualsiasi ideologia, ennesima trappola patriarcale.



Pero' te ne fotti delle lotte degli altri, se non sei disposta a rispettare le lotte degli lgbt.

Lotti SOLO in funzione di quello che sei.

O peggio che credi di essere.

O forse hai argomenti per sostenere che la violenza patriarcale contro i gay e i trans sia storicamente finita, mentre quella contro le donne perduri.

Il Sansone dell'eteronormativita'.

Ammesso che ad oggi non sappiamo se si nasca gay o trans o ci si diventi... anche ammesso questo...

Chi lotta per difendere il suo essere e' piu' degno di rispetto di chi lotta per difendere il suo divenire?

Chi onora e difende la sua nascita e' piu' comune e piu' comunista di chi onora e difende la sua adolescenza?

Se una donna biologica e fisica ha il "diritto" di emergere e lottare, perche' mai il lato femminino di un uomo in un uomo invece... no?

E questo chi l'ha stabilito?

La metafisica stessa dell'essere?






#2194
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 16:19:00 PMA parte che tiri in mezzo cose che non ho mai detto, tipo mai parlato di amore e varie coniugazioni dell'atto sui vivi e i morti, tutto molto interessante quanto sproporzionato al semplice monito di non giudicare il passato con gli occhi di oggi. Con gli occhi di oggi vedo che mentre i 4/5 delle persone sono a favore di pari diritti, solo una minoranza di donne è disposta a definirsi femminista (percentuali variabili ma per fare un minestrone-media dal 10 tedesco al 30% svedese) e la motivazione principale, ma non l'unica, è che lo vedono come un movimento misandrico. Sai com'è alcune sono madri di maschi. Io ascolto le donne, e tu? Saluti  ;)


Io amo che vengano posti problemi reali in contesti reali, e quindi non scelgo in modo scontato e buonista tra spirito di parita' e spirito di rivalsa; tra questi estremi rifiuto di scegliere, laddove invece credo che tutti i bravi borghesi posapiano, evangelizzati e vagamente progressisti, se fosse per loro, sceglierebbe a mani basse lo spirito di parita', e abborrirebbero lo spirito di rivalsa.

Chi e' stato schiavo, deve sognare la parita', o deve sognare la vendetta sul padrone e contro il padrone?

Le verdi colline della Georgia (del famoso sogno di Martin Luther King) o le pantere nere?

Il fatto e' che se per duecento di anni lo schiavo e' schiavo, e poi si passa a uno stato di parita' in cui la schiavitu' viene abolita, a queste idilliache condizioni non c'e' vendetta, quelli che sono stati padroni di schiavi per duecento anni, in parole semplici, e brutali, non la pagano.

La schiavitu' secolare di un gruppo etnico riconoscibile anche nell'idillio di una riconciliazione parificante rimane insensata, perche' invendicata.

Non dico che la soluzione sia il carnevale in cui lo schiavo diventa padrone e il padrone schiavo, dico solo che questo, questa alternativa tra parita' e rivalsa e' un problema filosofico, un problema aperto.

Come bianchi e neri, cosi' uomini e donne. Borghesi e proletari.

Un problema aperto tra parificazione e rivalsa. Tra perdono e giustizia/vendetta.

Io non sono cristiano. Non sono perdonista. Non sono anima bella. In alcune situazioni, situazioni socialmente incancrenite, "c'e' in giro" un odio giustificato perche' c'e' un debito -di sangue e di esistenze negate- da pagare, e' inutile girarci intorno. E' inutile non riconoscerlo.

La parita'. O la misandria. Sono d'accordo con il problema. Con la posizione in termini generali del problema. Non sono d'accordo con il dare per scontata la soluzione.





#2195
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 08:00:24 AMSei ai piedi di una colata lavica, é l unico modo che hai per assistere ad un eruzione del passato da vivo, certo che l'entropia è zero, certo che è cristallizzata, certo che sei l'unico volente in un mucchio di pietre. Ma perché sei lì? Per un mucchio di pietre? O perché quelle pietre erano magma? Hai solo l'immaginazione e la tecnica fantastica per vedere l'eruzione, la vita che le ha animate. Ma no, sono solo pietre che volevano schiacciare altre pietre, si sono ammucchiate, al massimo ne prendi una e ci fai un portacenere per le tue teorie. Erano vita, se non ci vedi vita ma solo morte e sopraffazione, è un problema tuo.  Generazioni di persone aggrappate con le unghie e coi denti alla vita, che hanno lottato per la vita. La decadenza è vedere solo pietre.

Volere e desiderare e' un prerequisito ineludibile, per essere persone, non un optional.

O almeno per essere considerati persone da me, che non sono un umanista, ne' in generale un pensatore accomodante.

Ora, che cosa vogliono i morti?

Probabilmente nulla.

Che cosa hanno voluto -in passato- essi?

Probabilmente tutto.

Per questo ho scritto che lo scopo del passato e' quello di passare.

Amare la "persona" nel morto, e' amare la volonta' nel, e del,  morto, e, nel caso specifico del morto, la negativita' di questa volonta', il suo essere una volonta' non piu' attuale, fa problema.

Possiamo amare solo se capiamo. Solo se abbiamo empatia con l' "oggetto" amato e con lo stato vero e reale dell'oggetto amato.

Non si tratta qui di amare il ricordo. L'empatia con chi non c'e' piu' e' un caso limite, la cui comprensione si puo' guadagnare solo comprendendo in che modo e in che senso i morti "sono" con noi, e viceversa, in che modo e in che senso anche noi, come loro, "non ci siamo piu' ".

La volonta', (e quindi anche la "personificabilita' " in senso umano e umanista, giusto per sforzarmi di parlare la tua lingua) del passato, e dei morti che il passato contiene, e' una volonta' conchiusa, finita.

Il problema dei morti non e' che essi non hanno mai voluto, ma che hanno finito di volere. Essi hanno finito, portato a termine, non un loro specifico e concettualmente separabile compito, ma proprio  quello stesso identico compito che, dal punto di vista dei vivi, e' invece infinito: il compito stesso del volere.

Non sono certo obbligato ad amarla, la volonta' dei morti, ma, semmai la amo, la devo amare per quello che e', (amare di amore sincero), e non per quello che mi piacerebbe incidentalmente che fosse (amare di amore ipocrita).

Volonta' dei morti, e quindi Volonta'-con-la-morte, volonta' che proprio e specificamente qui, nel discorso sul lutto piuttosto che in quello sulla storia, si compone anche e soprattutto della sua finitudine (seppure non si esaurisce in essa), volonta' finita.

Se io proprio qui nel mio attimo presente la devo vivificare, se la devo servire, se la devo sentire forte in me stesso, una volonta' cessata e all'istante presente non piu' operante (come altro mai potrei, senno', amare di amore SINCERO dei MORTI?! Amare non la loro inessenziale e inattuale memoria, ma amare il loro "velle", il loro essere, per me finanche attualmente, esseri di volonta', stati della volonta'?), ebbene io, che in quanto vivente sono in linea di principio fuorcluso, dall'esperienza e dalla comunione "pura" di una cessazione di volonta' (sono obbligato dalla mia condizione di vivente a volere) insomma sono fuorcluso dal provare e dal poter provare fino in fondo quello che "prova" un morto, devo CONTESTUALIZZARE, rappresentarmi per analogia quella che dal punto di vista (attuale) del morto concepisco come una CESSAZIONE, di volonta' -perche' amo il morto nella sua "natura" di morto- , con quella che, dal MIO punto di vista, DI  VIVO, non puo' che essere una TRASFORMAZIONE della volonta', un volere altro.

Ogni fine e' anche un inizio, e la vita, a differenza della morte, lo sa.

Per questo la vita ha le sue regole, la sua grammatica, per comprendere in se' la morte rimanendo vita.

Io posso ridefinire lo smettere di volere dei morti, la loro appartenenza alla grande consolatrice,  come un volere di piu', come un incominciare da un certo punto in poi a volere altro, perche' io volente o nente, modestamente o immodestamente, vedo piu' lontano dei morti, guardo come un nano da sopra le loro spalle; perche' anche geometricamente, quello che in un segmento piu' breve e' "meramente" un punto terminale, l'ultimo punto, in un altro segmento piu' lungo su cui sovrapponiamo parzialmente  il segmento piu' breve e' un punto divisivo tra due meta', un punto di svolta.

Il segmento e' il velle, la volonta', dove la stessa identica liminarita' che per il morto vale come cessazione, come ultimo punto, per il vivo vale come marchio di differenza, punto di svolta.

Per questo ho scritto che diciamo si' o no al passato pur senza modificarlo.

Per questo ho scritto che il passato e' la dimensione temporale in cui termina la continuita' plastica e inconcussa delle opzioni, e inizia quantomeno la discretezza e la discrezionalita' numerabile delle opzioni, la necessita' di dire di si e no ad un blocco unico, o quatomeno di fare una lista biunivoca, del tipo uno corrisponde ad uno, delle cause e degli effetti.

Questo e' il passato visto dalla nostra volonta', dalla parte piu' veritativa di noi.

Una cosa decontestualizzata tende a terminare con una fine assoluta, con un grande o piccolo nulla, quella stessa identica cosa ma visualizzata in un contesto ad essa piu' ampio, tende a terminare con una sua propria "fine" che e' anche un inizio di altro, un inizio di qualcos'altro

Banalmente, se il pesce e' nell'acqua, il pesce non termina nel nulla, termina a nell'acqua.

Se un pesce di volonta' e' in un'acqua di volonta, e' sempre la maggiorita' e la sovrabbondanza relativa dell'acqua rispetto ad esso che ci permette di riformulare in un contesto piu' ampio il suo terminare -non piu' assoluto- in quello che si rivela essere piuttosto un cambiare, in un divenire, di volonta'. Una essere parte di un ente di volonta' maggiore e composito, che si compone di esso ma non solo di esso.

Non e' il Nietzsche della sopraffazione, che mi interessa qui, ma il Nietzsche del "cosi' volli che fosse" e del superamento della spirito di vendetta.

Se l'essenza del mondo e' il divenire e non l'essere, il proggetto dell'uomo non puo' che essere un progetto unitivo, e risolutivo di una solo apparente differenza: un proggetto che tenda a far coincidere la volonta' DEL passato (e quindi la tradizione, il pensiero che il presente sia sostanziamente decadente) con la volonta' PASSATA (il tradimento, l'amore per il nuovo). Non cosi' fu, ma cosi' volli che fosse.

Amo ogni cosa nella sua natura, le cose finite in quanto finite, le cose attuali in quanto attuali.

Non mi illudo che il passato si continui laddove esso su un piano di realta' non si continua, o che il presente si concluda laddove esso su un piano di realta' non si conclude.

Amare ogni cosa e' fare la volonta', di ogni cosa.

La volonta' finisce perche' si trasforma, e si trasforma perche' finisce.

Vivi e morti possono amarsi, possono servirsi, possono comunicare, perche', e nella misura in cui, hanno qualcosa in comune tra loro.

Venire per divenire. Forse tornare

Chi sopravvive e' sempre la figura necessitata di colui che si e' chiesto il come, e non il perche', della vita.

E cosi' forse, un giorno, la volonta' del passato coincidera' con la volonta' passata (e non meramente con il passato della volonta', il che implicherebbe ancora una volta la verita' dell'irreversibile e del tempo come durata), la tradizione con il tradimento, la grande illusione della decadenza con la grande illusione  dell'eskaton.

Dire che le dimensioni temporali passato presente e futuro siano, alla lunga, uguali, equivale a dire che non se ne puo' preferire una alla altre, che non si puo' eticizzare arbitrariamente una delle tre "parti" fondamentali del tempo per l'uomo e metterla su un piedistallo.

Non si puo' dire: questa qui, delle tre, e' il bene, qui e solo qui, abita il bene.

Il ridicolo, deve colpire colui che lo fa, in quanto costui mette sul piedistallo una parte del tempo semplicemente uguale alle altre parti, uguale alle altre due.

La giustizia, alla fine, prevale contro l'ordine.

Una risata, nichilista nel senso buono, seppellisce l'antichita' classica, lo scientismo e il cristianesimo.



#2196
Citazione di: InVerno il 30 Ottobre 2022, 15:51:08 PMIo ho perso la vis polemica per questo argomento parecchio tempo fa, solo tristezza, come quando nel cunicolo che porta alla cappella Sistina vedi gente infilarsi per la fast exit per il souvenir shop. Inizialmente ti viene da prenderli per il braccio, poi capisci che è futile. Ricordo le mani rugose ed incallite dei vecchi, un uomo e una donna proteggere una fievole fiammella di speranza con tutte le forze, presi per il culo dai figli dell' aria condizionata e la lavatrice. Un professore mi disse "prendono a martellate le statue di Churchill perché gli fanno ombra, generazioni del nulla che cercano la luce martellando il passato" . Continua pure  ::) 


Lo scopo del passato e' passare.

E' proprio perche' il passato e' immodificabile, proprio perche' e' un "blocco" -un diamante- se non unico, quantomeno unitario, dove si infrange lo scalpello della  volonta' e della tecnica, proprio perche' esso e' il luogo della teoresi e della visione (accecante... in tutti gli altri sensi), che o lo si ama o lo si odia: non ci sono mediazioni possibili.

La complessita', del presente e del futuro, si riduce, in ampiezza di opzioni e varieta', quando si tratta del passato.

Noi siamo enti volenti, esseri di volonta'.

E proprio in quanto enti volenti, proprio in quanto esseri di volonta', siamo invitati dalla vita e dalla nostra posizione nel tempo a scegliere, oppure a non scegliere, il blocco visivo e visionario DEL passato in quanto tale, e in quanto totalita', proprio perche' tandenzialmente NEL passato, dentro il passato, tra i dettagli, e i bivii del nostro passato, non c'e' un bel niente, da scegliere.

Quando prende questo strano "oggetto" ad oggetto -il passato- la volonta' , l'evoluzione tecno-logica che tanto ci inorgoglisce, e' costretta all' aut aut, e' costretta a inglobare o a rifiutare radicalmente,  qualcosa di definitivamente dato proprio perche' stavolta, con questo speciale "oggetto", non puo' fare il suo solito lavorio, non puo' fare quello che fa con tutti gli altri oggetti: non puo' plasmare ne' manipolare.

Non c'e' al mondo nulla di piu' infinito dell'uomo, semmai c'e' al mondo qualcosa di piu' duro, di piu' resistente, dell'uomo e di tutte le sue arti e tecniche.

Il passato e' un luogo di bassa entropia. E' meno probabile del presente e del futuro. E piu' ordinato.

Il passato non ha, o tende a non avere, macrostati nel senso fisico del termine; non contiene grandi effetti sintetici o sovraunitari scatenati da una pluralita' indefinita e convergente di cause: il passato e' il luogo ideale in cui e' vero che a una e una sola causa corrisponde uno e un solo effetto, e che allo stesso numero di cause, corrisponde lo stesso numero di effetti.

Insomma il passato e' prima, che noialtri avessimo la parola e le mani.

Anche l'umana volonta', che in fondo in fondo non e' idiota, semmai lo vede, lo vede come tale.

Lo ha sempre visto, come tale.

Come un "luogo di bassa entropia", improbabile e ordinato, che chiede solo di essere se stesso.

Il passato e' il panorama, e' luogo che gli antichi, (i quali, rispetto a noi, erano piu' osservatori e meno progressisti) dicevano di avere davanti agli occhi, laddove il futuro, gli era, in quanto invisibile, dietro la nuca: e' il luogo della teoresi.

Un paradiso dove finalmente cantano tutti quegli esseri di volonta', tutti gli stati della volonta', innamorati della componente salvifica della loro teoresi, o al limite identificati, con la loro teoresi.

La volonta' del passato, e' quella di passare.

E chi lo ha amato, lo ha lasciato passare.

La decadenza invece, e' quando l'apparente amore verso passato si esprime fatalmente invertito in odio verso il passare: in odio quindi della volonta', e dell'essenza, e della richiesta implicita, del passato stesso.

Ma questa e' volonta' di dominio e, peggio, di autodominio.

Desiderio che si rivolge alla permanenza del desiderato nel tempo perdendo di vista il panorama, tradendo il suo oggetto originario. Desiderio di incompiutezza.





#2197
Citazione di: InVerno il 30 Ottobre 2022, 08:58:25 AMPartendo dall'assunto del "patriarcato" (come binomio problema->soluzione) si può agire da top, down, left and right, è come domandarsi qual'è il giusto modo di far penetrare nella società i Savi di Sion. Esempio: lezioni di inglese in Kenya, ragazze di 13-14 anni, arriva signora femminista di Parigi per due ore di emancipazione della donna. Prima ora: gli assorbenti come strumento del controllo patriarcale, la libertà del "free flowing" del sangue sulle gambe, le ragazze si guardano negli occhi: mai visto un assorbente, e se avessero visto probabilmente l'avrebbero usato, comunque idea dell'igiene sicuramente superiore alla signora. Seconda ora, una serie di consigli su come liberarsi del patriarcato, tra i quali prendersi la libertà di circolare liberamente nelle ore notturne in assenza di "patriarchi". Passano i giorni, la signora è già tornata a Parigi a bersi il suo Martini, un gruppetto delle ragazze decide di essere diligenti e segue il suo consiglio, una finisce in ospedale, portata in spalla da un patriarca benevolo che interrompe i tragici eventi. Diapositiva perfetta di cosa succederebbe dando una macchina del tempo ad una femminista che crede che  ogni norma sia l'arbitrario risultato di una struttura oppressiva. Io non avrei girato solo di notte, perchè il mio colore della pelle significa "preda dal portafoglio gonfio" in metà del mondo, sarà il negrantato?  Se un antropologo arriva in una tribù africana circondata di nemici agguerriti, probabilmente troverà un "patriarcato" dove la maggior parte del potere politico è in mano a degli uomini. Se sbarca su un isola sperduta nel pacifico dedidica a pesca e agricoltura, magari parlerà di "matriarcato". Dico magari, ma se proprio non riesce a fare un analisi più dettagliata e usa le cartoline del tabacchino per capire il mondo che vede. Termini descrittivi e riflessivi delle condizioni socioeconomiche, l'idea che si tratti di un complotto da parte di un genere per opprimerne sistematicamente un altro io lo chiamerei più che altro "dementato", nel senso che è evidentemente un popolo di dementi, problema che di solito si risolve da solo quando vengono conquistati dalla tribù vicina, perchè disfunzionali. Esistono sovrastrutture ossificate dalla tradizione che hanno perso di senso e possono essere abbandonate? Migliaia.. i cognomi, una di tante citate. Valutazioni storiche retroattive? Conoscendo quello di cui si parla.. Pungolarle continuamente per vedere se la società ne ha ancora bisogno o stanno lì a fare le statuine? Sacrosanto. Distruggerle punto e basta in quanto risultato dell'oppressione? Poche possibilità di successo, probabilità di danni gravissimi, comprese di corse all'ospedale. Vien da piangere a sapere che ci sono persone che leggono la storia mettendosi queste lenti, è una disgrazia educativa che offusca l'immenso lavoro che uomini e donne, insieme, hanno fatto per arrivare fin qui. Consiglio di visione: La città delle donne di Fellini.


Tutto giustificazionismo becero del patriarcato...

le donne sono state per millenni escluse dai diritti politici e considerate alla stregua degli schiavi, considerate oggetti di vendita e di
proprieta', escluse dalle arti e dalle scienze, dalle professioni forensi, dal sacerdozio... fino a pochi anni fa l'occidente aveva il delitto d'onore, ll matrimonio riparatore e lo stupro considerato reato contro la morale e non contro la persona, e l'Itaia aveva  un codice civile che recitava testualmente:

"il marito e' il capo della famiglia".

Il personaggio proncipale della bibbia al limite in un certo senso posso concedere che non ha sesso, ma guardacaso il personaggio principale del vangelo un sesso ce l'ha, ed e' maschio.

E il suo cadaverino sta appiccicato in tutte o quasi le scuole del regno/repubblica.

In Italia ci e' voluto il massacro del Circeo per far riconsiderare lo stupro reato contro la persona e non contro la morale.

Tutte queste e molte altre  non sono "differenze culturali", sono oppressione sistematiche di un sesso/genere su un altro.

Rientrano nell'odioso ambito di quelle specifiche "differenze culturali" che vanno a vantaggio sistematico sempre degli stessi "alcuni" contro gli stessi "altri," rientrano appieno in una dialettica di oppresso ed oppressore e quindi non sono "mere" differenze culturali.

Non c'e' e non c' e' mai stato nessun motivo pratico o utitaristico di una distribuzione asimmetrica del potere simile, con tutti gli uomini al comando e tutte le donne escluse, solo semmai il motivo universale della sete umana di potere in generale,  che spinge a concentrare il potere in poche mani per perpetuarlo.

Escludendo la meta' dell'umanita' dal potere, ci abbiamo perso in giustizia.

La considerazione (considerazione di destra, perche' destra e sinistra hanno ancora significato, con buona pace di alcuni)  che forse pero' , pur avendoci perso in giustizia , ci abbiamo "guadagnato" in ordine, disciplina, prevedibilita' degli schemi sociali e autoperpetuazione di uno status quo evolutivo e tecnologico, a me, che sono di sinistra, non mi interessa.





#2198
Citazione di: InVerno il 29 Ottobre 2022, 17:29:26 PMCome ben saprai le femministe si dividono(tra di loro, non io) in ondate, ed è molto comune che quelle della seconda (quelle della prima son morte) o non partecipino o siano critiche della terza e quarta ondata, dicendo pressoché quello che dice ipazia, non si tratta per niente di una minoranza, è che l atomizzazione sistematica della società prevede che non ci sia neanche un solo un femminismo, ma decine, che si accusano l un l altra di mille cose. Io sono un femminista della sesta ondata, la mia previsione è che a quel punto i gruppi saranno individuali e ognuno sarà femminista a modo proprio e critico di tutti gli altri perché servi della dominazione di migliaia di altri gruppi. Per una società migliore, ovviamente.


Per fortuna invece lo sono, una minoranza... veterofemminsmo... non se le fila piu' nessuno ...


#2199
Citazione di: hystoricum il 29 Ottobre 2022, 11:46:13 AMTutto qui?
Leggo reiterazioni di affermazioni e un infantilismo emotivo coperto da essi.
Questo vale anche per le altre discussioni , meglio lasciarvi nel quieto vivere culturale del vostro utero forense.



E' solo ridicolo cercare micro dettagli sensoriali e geometrico/matematici per argomentare contro la curvita' terrestre quando tutti hanno la ovvia contezza del dato di esperienza minimo che la terra e' curva in quanto a lungo andare il viaggio lineare porta al ripetersi delle posizioni e al ritorno al punto di partenza (come avrebbe fatto il famoso esploratore Magellano a circumnavigare la terra se la terra NON fosse sferica? C'e' bisogno di avere un amico ingegnere per capire questo?).

E tutti hanno la contezza che un mitico "bordo" della terra con una morfologia distinguibile non e' mai stato avvistato, se non appunto nei miti e nelle leggende.

Non c'e' bisogno di parlare di binari e barche a vela per capire quante persone umane bisognerebbe coinvolgere in un complotto internazionale immenso al fine di nascondere il reale percorso di tutte le rotte nautiche e aeree comunemente battute se la terra fosse piatta, e dell'impossibilita' fisica e organizzativa di vietare o impedire a tutti gli "estranei al complotto" , quindi la gran parte dell'umanita', di intraprendere ogni spostamento lineare che porti all'avvistamento del "bordo", avvistamento che e' semplicemente cio' che deve logicamente e necessariamente succedere al posto della ripetizione di posizione e ritorno al punto di partenza nell'ipotesi in cui la terra sia piatta.

Quindi gia' portare argomenti sottili, "osservativi" e "scientifici" a sostegno della terra piatta e' demente, quando gia' tutti gli argomenti ovvi, comprensibili da tutti e attinenti alla pura e semplice organizzazione sociale umana che comporta l'assoluta impossibilita' a lungo termine di nascondere o manipolare una simile verita', sono contrari all'ipotesi.



#2200
Citazione di: InVerno il 29 Ottobre 2022, 09:12:15 AMMa hai qualcosa per provarlo o è solo un pregiudizio nero? Qualcosa peer reviewed possibilmente. No perché di solito è una teoria che piace molto ai nazionalisti, poco alle persone non motivate politicamente, forse anche tu devi lavorare sulle tue radici nere e patriarcali.

Ipazia interpreta semplicemente una branca del femminismo chiamata TERF, non è sola o pazza, sono quelle femministe che hanno le chiavi del cancello sul vittimismo , hanno imparato da quelle più diffuse che sostengono che il maschio non può mai essere vittima se non vittima di sé stesso, ed estendono il concetto ai trans. Non mi scandalizzano le prime perché dovrebbero le seconde? Stessa ratio ma estesa.


Non sono d'accordo, il femminismo e' un'ideologia nobile e dignitosa, le versioni terf e swerf del femminismo sono secondo me  solo le degenerazioni cattocomuniste  di esso, che non vanno confuse con il femminismo vero, o comunque migliore.

Per chi non lo sapesse, terf sta per versione del femminismo che odia i trans o comunque sostiene che una persona trans non potra' mai essere una "vera" femminista; swerf sta per femminismo che odia o commisera in modo peloso le prostitute e sostiene che una prostituta professionista, escort o simili, almeno finche' non si "redime", non potra' mai essere una "vera" femminista.

Naturalmente, quasi tutte le femministe terf, sono anche swerf, e come ciliegina sulla torta odiano la pornografia che vedono come strumento del patriarcato, finendo complessivamente per avere posizioni morali e di apertura mentale simili a quelle del papa emerito Ratzingher.

Ancora piu' naturalmente, quasi tutte le femministe nel 2020 non sono ne' terf ne' swerf.

Maschile e femminile possono essere politicizzati in quanto componenti dell'anima e non in quanto sessi o generi.


#2201
Citazione di: Ipazia il 28 Ottobre 2022, 15:19:19 PMConcordo con freedom, ma non farei di tutta l'erba delle rivendicazioni femminili un unico fascio. Le demenze linguistiche schwa e * prevengono dalle frange bisessuali del genderismo rampante e poco hanno a che fare con la liberazione ed emancipazione femminile. Lo stesso dicasi della tartufesca imbiancatura del sepolcro sociale denominata: "politicamente corretto".

Oltretutto, le istanze gender hanno aperto un vaso di Pandora tra uteri in affitto e transessualità indotte perfino sui bambini, che appartengono più al museo degli orrori umani che a reali processi di liberazione. Le prime ad opporsi sono state proprio le femministe d'antan che prima di altri hanno colto gli obrobbri di queste forme di "liberazione sessuale" in perfetta sintonia col "libero mercato" della putrefazione etica liberal-liberista.

Quanti pregiudizi in un post solo...

E non solo Ipazia eh, anche da altri ne ho lette, di affermazioni viziate da pregiudizio.

Rispondo pero' a queste, come rispista che vuole valere anche per altre.

* La pratica dell'utero in affitto e' solo marginalmente legata al transessualismo o all'omosessualita', perche' anche normalissime coppie eterosessuali (bianche e conformiste... ) vi ricorrono, naturalmente in caso di sterilita' della donna della coppia e al fine di avere un'esperienza il piu' simile possibile alla preclusa genitorialita' "naturale" nonostante la sterita' della donna della coppia.

Quindi una tecnologia a cui ricorrono ANCHE i gay e i trans, viene in una certa insulsa retorica presentata come la tecnologia SOLO dei gay e dei trans per deprecarla e per dare addosso ai diritti dei gay e dei trans.

Per fortuna che a volte l'etero saccente si ritrova lui personalmente alle prese con la tragedia umana ed esistenziale di essere sterile o di aver sposato un partner sterile, e si ricrede, riguardo ai suoi pregiudizi sull'utero in affitto come una tecnologia biomedica "da froci".

* l'utero in affitto e' una tecnologia assolutamente etica e innocua di per se', la retorica bruna delle destre o rossobruna di certa sinistra antiquata confonde le degenerazioni possibili di questa pratica (laddove ad esempio alcune donne possono essere costrette ad affittare l'utero per miseria, con la pratica in se') con la pratica in se'.

Il problema, se di problema si puo' parlare in questa pratica, e' che l'utero sia "in affitto" (e non ad esempio in dono,  "in regalo" o mediato da altri possibili o futuribili  rapporti di organizzazione interumana e/o di potere) , cioe' che questa tecnica venga messa in opera in un'era dominata dalla forma merce e in cui la forma merce media le manifestazioni di potenza e di liberta' umane, ma la demonizzazione della tecnica in se', che nella peggiore retorica avviene a prescindere dal suo pur mercificato contesto, (come se il problema qui fosse la tecnica, e non il contesto) e' pur sempre la demonizzazione di un ritrovato utile e razionale della medicina volto a rimuovere ostacoli corporei e fisiologici  ad una esistenza piena e felice e a far stare meglio le persone, una cosa che io trovo francamente trogloditica.

* l'utero in affitto e' una pratica simile, al netto della tecnologia, alla pratica dell' "adozione in grembo" cioe' degli accordi finalizzati all'adozione di un nascituro tra due coppie umane di cui una sterile e una no, accordi  che iniziano e vengono stipulati prima ancora che il bimbo nasca, e a volte prima ancora che venga concepito.

Se l' "utero in affitto" come pratica biotecnologica  esiste da qualche decina d'anni, l'adozione in grembo come versione simile e non tecnologia di questa pratica esiste fin dall'eta' del bronzo, e' continuata allegramente e nemmeno tanto criticata per tutta l'era cristiana, e quelli che si stracciano i capelli per la potenzialmente dura vicenda psicologica della madre che porta in grembo il bambino il poi lo deve cedere a terzi, solo in malafede o per ignoranza possono ricondurre questa vicenda alla realta' specificamente medico/tecnologica dell'utero in affitto, perche' tale vicenda, al netto di una recente  "piccola" modificazione tecnologica del suo specifico prodursi di per se' psicologicamente e psichicamente irrilevante va in scena, sulla scena delle comuni prassi umane, appunto fin dall'eta' del bronzo.

* che le coppie transessuali o di mente aperta verso il transessualismo inducano alla transessualita' i figli minori con gravi danni psicologici per loro, come si e' qui piu' o meno apertamente insinuato e' semplicemente falso, una calunnia ingiuria che lascia il tempo che trova.

In generale, anche su questo forum, i pregiudizi contro bisessualita' e transessualismo si sprecano.

Pensavo che non sarei mai stato costretto a ricordare in questa sede che una persona bisessuale non e' una persona "indecisa", e' una persona che fa una scelta degna di rispetto come tutte le altre, e intendo in tutti i sensi, come tutte le altre persone, che sono degne di rispetto,  e come tutte le altre scelte, che sono degne di rispetto.

Compreso il transesessualusmo.

Che e' una scelta etica rispettabile, e non unan ideologia, ne' un complotto.

* anche io trovo ridicola la battaglia delle schwa, del linguaggio inclusivo  e degli asterischi portata avanti da certi ambienti gay e di sinistra (indifendibile, in tutti i sensi) pero' non mi sembra quella il massimo dei problemi di questa era, e non mi piace che si risponda cose e battaglie stupide con altre cose e battaglie stupide.

Detto da uno che quando ha fatto la tesina di laurea si e' ritrovato la professoressa femminista che mi correggeva la dicitura "uomini" o "uomo'" per indicare genericamente l'intera umanita' e mi ha fatto riscrivere ogni volta la dicitura "esseri umani" perche' quello secondo lei era linguaggio inclusivo in quanto "esseri umani" secondo lei era piu' presumibile che includesse anche le donne.

Avrei anche potuto scrivere "organismi umani" o "esseri umani e esseri umane" ma il fatto e' che ci sono in giro professori universitari che al nobile fine di portare rispetto alle donne non portano rispetto all'italiano, lingua in cui "uomini" in certi contesti puo' ben voler dire "umanita' ".






#2202
Citazione di: PhyroSphera il 27 Ottobre 2022, 10:27:15 AM...Che il diavolo vi porti...

Che il troll vi porti...
#2203
Citazione di: InVerno il 26 Ottobre 2022, 11:55:28 AMParlo di comunismo perchè si parla di sinistra come la puttana di Marx, dove se non c'è Marx non è vera sinistra, e rigetto totalmente questa assurdità. Non ho affatto, come sostieni, del benaltrismo "a-la foibe", ho detto che i "morti di fame" non mi sembrano un argomento convincente, nonostate ci siano come sostiene Anthonyi parecchie argomentazioni a favore, perchè è indubbio che globalmente i morti di fame siano drasticamente dimuiti con la liberalizzazione dei mercati internazionali. Al massimo ho sostenuto che essendo la prerogativa di un libero mercato delle merci, quella di un libero mercato delle idee, in assenza del primo, viene a mancare anche il secondo, e ciò si configura con quello che è accaduto ovunque, in tutti i regimi comunisti senza esclusione. Non è un problema geografico di chi lo applica, non è un problema storico di quando capita, è il prezzo sistematico da pagare per costringere all'eguaglianza chi eguale non è mai stato: che il diverso venga eliminato, fisicamente, culturalmente, moralmente, che la soggettivà scompaia per essere sostituita dall'oggetto della pianificazione. Ed è un trauma talmente forte e disumano, che  la guarigione è intergenerazionale, la cicatrizzazione è caustica, il superamento è eroico. E no, non è che se lo avessi fatto tu o qualcun altro domani avrebbe altri risultati, i termini non sono cambiati, le domande non sono cambiate, i mezzi (a parte internet) non sono cambiati, le persone non sono cambiate: farebbe schifo lo stesso.


La storia è storia di lotta di classe, la sinistra senza Marx è quella del PD.

#2204
Citazione di: anthonyi il 26 Ottobre 2022, 11:49:28 AMQuesta é l'unica affermazione dotata di senso del tuo post, e quindi merita risposta.
Il libero mercato non é un'etichetta che si affibia ad un paese per questioni simboliche, é una forma di organizzazione complessa che segue la storia umana ed é fatta di progressive costruzioni che poi evolvono nel tempo.
E' nel tempo che i paesi aderiscono a certi meccanismi organizzativi che sono nazionali e sovranazionali. Ho letto nei tuoi post precedenti che tu porti addirittura la Russia come esempio di paese di libero mercato, ed é evidente che con questa libertà di interpretazione si può dire tutto e il contrario di tutto, cioè si possono dire cose prive di senso.
Nei paesi dove si muore di fame non ci sono sistemi produttivi efficienti, non c'é la capacità da parte degli individui di produrre in maniera efficiente e il solo sistema che si conosca per ovviare a questi problemi é quello del libero mercato che non é una bacchetta magica, ma alla lunga ha dimostrato di funzionare perché gli uomini, lasciati liberi di scegliere entro certi vincoli di compatibilità con gli altri, tendono ad imitare il meglio, e quindi fanno sempre meglio.
Il risultato é che concretamente, quando nel 1848 Marx criticava i sistemi di libero mercato parlando di "libertà di morir di fame", e allora era problematico sfamare il miliardo di individui che c'erano, oggi i sistemi produttivi di quei paesi dove possiamo pienamente dire sia effettivamente sviluppato il libero mercato danno da mangiare a 3-4 miliardi di individui e lasciano che poi gli altri si sfamino da soli imitandone più o meno bene il modello economico.
Certo ci sono paesi ostinati che seguono altre vie, religiose o ideologiche, ma sono piccola cosa, contano poco, delle riserve antropologiche dimostrative delle molteplici tappe dell'umanità sulla via della civilizzazione.



Ho capito, il capitalismo e' come il Dio di Aristotele e dei filosofi, non e' ne' causa formale ne' efficiente del mondo, semplicemente governa le forme in quanto e' valore ed e' desiderato, muove il mondo come oggetto d'amore.

"L'amor che move il sole e l'altre stelle."

Lo intuivo, o meglio sospettavo, che c'era qualcosa di profondamente sbagliato nella teologia di Ipazia, adesso si' , che credo di aver compreso...

#2205
Citazione di: InVerno il 26 Ottobre 2022, 08:33:22 AM@Niko, i sottotitoli si attivano con il primo tasto in basso a destra. Parlavo della Russia comunista, perchè è di comunismo che parliamo, contrariamente alla vulgata nella Russia odierna gli arresti realmente politici, cioè basata su un analisi qualitativa del pensiero, si contano sulle dita di una mano, non è importante ciò che pensi, è importante che non ti arroghi l'autonomia di esprimerlo. E il motivo per cui nel '91 questo è il massimo della libertà che sono riusciti a ritagliarsi, è da rintracciarsi nel trauma di mezzo secolo di regime ossessionato con il controllo del pensiero. A riguardo posso linkare un ulteriore fonte, più leggera nel minutaggio, link che tralaltro è uno dei pochi non-russi (ma di origine) che ci capisce qualcosa.

@ Anthonyi, va da se che il "libero mercato" è più efficiente nel far arrivare le risorse dove servono e diminuisce le possibilità di "morire di fame", ma anche partendo da questo assunto, escludere a priori possa accadere, espone semplicemente alla realtà che questo accade, quotidianamente. In parte perchè non esiste un mercato davvero libero, ci si può aspirare, ce ne possono essere più liberi degli altri, ma tutti i mercati sono altamente regolati, non ho ancora visto funzionare l'anarco capitalismo, e se ci si provasse, rapidamente si arriverebbe alla conclusione di regolamentarlo di nuovo. Peraltro, vedremo se il "libero mercato" sarà in grado di mantenere queste premesse anche in uno scenario radicalmente diverso, dove la crescita (neanche economica, ma proprio demografica) è sbarrata. E' una sfida nuova, vedremo.


No, a questo punto siete voi, che parlate di comunismo, (non e' "di comunismo che parliamo") io volevo solo affermare che nei sistemi di libero mercato, o almeno in alcuni, si muore di fame.

Saltarsene su con i morti e gli incarcerati del "comunismo" (novecentesco) per contestare l'affermazione che nel libero mercato si muoia di fame, e' come quelli, di solito fascisti, che saltano su e dicono "e allora le foibe?!" ogni volta che si parla dei morti del nazifascismo (e certo, non hanno altri argomenti): il livello "dell'allora quell'altro" e' in generale un livello di discussione a cui vi lascio volentieri, facendo solo notare che non si puo' usare l'argomento dell' "allora quell'altro" per contestare un dato di realta' come quello che nel capitalismo si muoia di fame: anche se "e allora le foibe!?" i morti del nazifascismo esistono lo stesso, e nessun giudice reale in un tribunale reale assolverebbe, per fare un esempio, Mario dall'accusa di essere un assassino solo perche' a un certo punto l'avvocato di Mario salta su e dimostra che ANCHE Marco, un altro tizio a caso e attualmente non coinvolto nel processo, e' un assassino (e allora le foibe?!).

Ugualmente, i morti di fame del capitalismo, esistono lo stesso, anche se "e allora gli incarcerati del comunismo!?" "E allora gli unicorni rosa!?" eccetera.

Divertente, su fa per dire, l'arrampicata sugli specchi di Antony, che, per difendere la sua affermazione che nel capitalismo NON si muoia di fame, cambia perifrasi a partire da una perifrasi di per se' insignificante ogni volta che gli si fa notare il  suo errore, errore statistico si badi bene, e non di opinione, perche' la scienza che si occupa di dimostrare, tra le tante altre cose, che nel capitalismo si muore di fame e' la statistica, non la filosofia, o la storia, o le scienze politiche.

Prima, i paesi di libero mercato in cui si moriva di di fame, erano, secondo Antony paesi di libero mercato, ma senza la "cultura" del libero mercato.

Adesso ci illumina dicendo che sono paesi di libero mercato ma che non hanno sviluppato appieno tutte le "potenzialita' ", del libero mercato.

Addirittura le multinazionali del cibo (tipo nestle', cinquita, macdonald?!)  sono entita' salvifiche da ringraziare perche' bene o male danno da mangiare a ben sette degli otto miliardi di persone che siamo.
E' proprio quella la loro priorità, sfamare gli affamati, e chi vede il miliardo di uomini che questi benefattori del cda di nestle' e macdonald pur con tutta la buona volonta' proprio non riescono a sfamare, vede il bicchiere mezzo vuoto, perche' non vede i sette miliardi che invece vengono sfamati, e magari pure ingrassati di grasso fritto nell'unto, super-ruttocola e cereali al quadruplo cioccolato.
Forse qualcuno qui ha pure il poster del pagliaccio di macdonald in camera.

Il fatto che siamo otto miliardi su un fazzoletto limitato di terra, non vi fa venire in mente che la mancanza di un governo mondiale (comunismo) capace di prendere decisioni mondiali e farle rispettare, quantomeno al fine di controllare le nascite, sia oggettivamente un problema.

Un sistema che ci ha portato ad essere otto miliardi di simpaticoni non vi sembra abbastanza "anarchico", come sistema,  vi sembra "strettamente regolamentato", dalle regole mitigatrici del libero mercato che sorgono spontaneamente in ogni societa' , o dai complotti degli onnipotenti di bieldemberg.