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Mostra messaggi MenuCitazione di: bobmax il 04 Gennaio 2023, 17:17:47 PMVi è una sostanziale differenza tra "credere", "sapere" e "essere".Il tuo ragionamento può essere sintetizzato nella famosa frase ""Est fides sperandarum substantia rerum, argumentum non apparentium!" (Paolo Lettera agli Ebrei (XI, 1).
Tutti e tre si riferiscono alla verità.
Ma con gradi e modalità diversi.
Il credere implica necessariamente il dubbio. Credo in quanto dubito.
Se non dubitassi non crederei.
Mentre il sapere ritiene di poter fare a meno del dubbio. Io so, quindi non dubito.
La conoscenza non necessita di alcuna credenza.
Viceversa l'essere prescinde da un eventuale sapere e non ha alcuna necessità di credere.
Io sono, non ho bisogno di sapere né tanto meno di credere.
L'essere basta a se stesso.
Probabilmente il sapere è il più ambiguo dei tre. Fino a che punto posso davvero fare a meno del dubbio?
Invece l'essere sembrerebbe impossibile.
Tuttavia ho conosciuto, e continuo a incontrare, persone che mostrano di essere, per davvero.
Magari solo in alcuni momenti, ma in quei brevi istanti loro sono.
Sì, anche questo è un mio sapere... ma non un sapere di qualcosa... è percezione di Dio.
Citazione di: anthonyi il 04 Gennaio 2023, 20:11:43 PMSe ci fai caso, eutidemo, nella differenza tra fiducia e fede é implicita la scelta tra un'interpretazione materialistica o spirituale.Esatto!
La fede in quanto ispirazione interiore deve essere ispirata da qualcosa di immateriale, a meno che non si voglia credere che la fede venga dall'eredita genetica dell'individuo.
La fiducia, invece, cioè il credere perché tanti ti hanno raccontato quella cosa, da una spiegazione materiale.
Citazione di: Phil il 04 Gennaio 2023, 11:29:02 AMSe ne parlava giusto una decina di giorni fa con Duc (qui e dintorni); parafrasando Platone: non si può scegliere di credere davvero in una divinità se non si crede che essa esista, non si può decidere a piacimento in cosa credere, per cui qualunque mano che il Cielo ci porge (o qualunque sacralità che un libro ci propone) non viene vista come tale e, di conseguenza, non viene accolta come sacra. Tale cecità, se onesta e in buona fede, non è stata scelta a priori e punire per tale cecità è un po' come "sparare sulla croce rossa"; fermo restando che, se una divinità esiste, non deve per forza essere compassionevole e comprensiva verso la nostra cecità (come noi, eventualmente, vorremmo lei fosse).Sottoscrivo parola per parola; hai espresso discorsivamente il mio pensiero, molto meglio di quanto non sia stato capace di farlo io
Se qualcuno decide di sventolare una banconota da cento euro davanti agli occhi di un non vedente e, quando viene a sapere che questi è morto di fame, commenta l'accaduto assolvendosi e dicendo che in fondo gli sarebbe bastato prendere la sua banconota, costui certamente è libero di avere tale beffarda opinione (che, se spontanea, non ha nemmeno scelto di avere). Tale burlone potrebbe anche andare oltre, sospettando che il non-vedente abbia volutamente ignorato la banconota per evitare il viaggio e la fatica di andare a comprare il cibo (di "vita eterna") che gli avrebbe salvato la vita; la conseguenza di tale pigrizia sarebbe dunque una "ben meritata" morte di fame.
Se piuttosto che sventolare la banconota davanti ad occhi ciechi, gliel'avesse lasciata in mano, avremmo di certo risolto i dubbi sulla pigrizia del cieco e chissà come sarebbe andata a finire... tuttavia, come già detto, persone e dei non hanno necessariamente sempre una "natura" amorevole (e possono davvero scegliere di averla? Si può decidere di cambiare senza sentire prima la propria condizione come carente? Platone dice di no).
Citazione di: Ipazia il 03 Gennaio 2023, 16:09:02 PMMi pare che il catechismo cattolico sia più razionale, sintetico ed esaustivo di tanta metafisica teologica e giuridica. Andando a memoria, i peccati sono di 4 tipi:MADDAI!!!!
pensiero, parola, opere, omissioni.
Anche i reati sono degli stessi tipi, con esclusione del pensiero, finché non diviene pubblico e manifesto negli altri 3 tipi.
In realtà, il diritto nella società totale contemporanea persegue, prevenendoli, anche i "reati" di pensiero con la psicopolizia mediatica che indottrina le menti a pensare nel modo funzionale al sistema. Una specie di repressione preventiva. Questo da sempre, ma con tecniche di omologazione sempre più perfezionate.
Covidemia docet.
Citazione di: daniele22 il 03 Gennaio 2023, 08:05:19 AMCiao Eutidemo, citandoti:- mentre il "reato" consiste in un presunto danno arrecato all'intera collettività o a singoli individui, secondo l'opinione di chi governa tale collettività in un certo tempo ed in un certo luogo, tale per cui il responsabile di tale atto verrà giudicato dal governante nei modi e nelle forme da lui stabiliti;
"Ed infatti, almeno secondo me, sarebbe molto più aderente alla realtà affermare che:– il "peccato", invece, consiste in una presunta offesa arrecata a Dio, secondo l'opinione di chi pretende di poter interpretare la volontà di Dio in un certo tempo ed in un certo luogo, tale per cui il responsabile di tale presunta offesa verrà giudicato soltanto da Dio (però sempre secondo l'opinione dei suoi sedicenti interpreti, come, ad es.Dante Alighieri)."
Sono senz'altro in linea con quanto affermi. In relazione invece all'ultimo post che hai fatto stamattina debbo segnalarti un errore ... sai com'è, ogni tanto faccio dei controlli a campione. L'affermazione di Giovanni compare su "Altre lettere", pertanto sarebbe corretto che tale pensiero venga inquadrato dalle coordinate 1Gv,3-15 e non Gv, 3-15. Un saluto