Ancora filmsssss questa volta Don't look up : https://www.youtube.com/watch?v=DhYXSqz8H-o
La chiave del film, e il motivo per cui lo trovo un esperimento interessante anche dal punto di vista filosofico (ma è una mia speculazione che non sono andato a verificare in alcuna maniera) è peculariarmente racchiusa nel nome della casa di produzione: Hyperobject productions che è stata fondata per finanziare questo film e appare nei primi secondi della pellicola, in maniera quasi declamatoria. Una volta terminato il film appare molto chiaro che il pericolo imminente di estinzione di cui si sta parlando nel film, specialmente quando la narrazione si addentra nei meandri più ragionati e satirici della critica sociale con riferimenti precisi (anche troppo), non è per niente una cometa ma è il riscaldamento globale, ovvero l'iperoggetto per eccellenza.
Si potrebbe sostenere che anche la pandemia potrebbe rientrare nella metafora, ma ci rientra solamente essendo un iperogetto a sua volta, i riferimenti specifici indicano in maniera inequivocabile il problema ecologico. Essendo che per le sue caratteristiche spaziotemporali l'iperogetto non può essere racchiuso in un film, l'autore decide di rappresentarlo come un oggetto che comodamente rientra nei margini di una pellicola: la cometa. I protagonisti del film, tuttavia si comportano esattamente come se stessero avendo a che fare con un iperogetto: non vi sanno interagire funzionalmente, lo scalfiscono solamente all'esterno e tentano di approcciarvisi con le stesse modalità con cui si approccerebbero ai normali oggetti a seconda delle proprie inclinazioni, il politico prova a sfruttarlo elettoralmente, il capitalista prova a sfruttarlo economicamente, i media provano a cavalcarlo come un virus informativo. Nessuno, a parte la ragazza coprotagonista che funge da "bocca della verità", pare riuscire a vedere il "re nudo", anche lo scienziato DiCaprio, facendosi irretire dai media, dovrà prima superare un momento catarchico (onestamente, mal scimmiottato dal monologo di "Quinto potere"). La vis comica è fondata continuamente sul paradosso di un oggetto, la cometa, che le persone trattano con la stessa insipienza ed impotenza che ci si potrebbe aspettare di fronte ad un iperogetto, e che tale artificio è riuscito lo dimostra il fatto che si tratta di una commedia che va ben oltre il tabù dei 90minuti ma è ben conscia di poter arrivare a 145 senza paura di perdere per strada qualcuno.
Non fermandosi nemmeno per un secondo di attaccare con le unghie e con i denti la civiltà della "levitas infinita" dove il rifiuto della "gravitas" è talmente radicato che neanche l'impatto di un asteroide può fermare, il film segue le fasi del lutto e termina con l'accettazione, del lutto dell'umanità intera, inadeguata ad affrontare problemi che trascendono così radicalmente la dimensione del primate, gli iperogetti appunto. Don't look up aspira ad essere per la catastrofe climatica ciò che il Dottor Stranamore è stato per la guerra atomica, e ci riesce piuttosto bene a parte alcune parti secondo me un pò claudicanti, e la mancanza di un "autore forte" come Kubrik poteva essere.. ulteriori elucubrazioni sarebbero decisamente dovute, ma essendo che dovranno per forza di cose contenere spoilers, le rimanderò semmai a futuro intervento. C'è una bella citazione di autore cileno che purtroppo non riesco più a rintracciare e dovrò maltrattare a memoria e che più o meno diceva "non ci estingueremo tra i funghi nucleari e le guerre, ma tra le risate e le feste" .. il film ne è assolutamente convinto, e va fino in fondo nel rappresentarlo.
La chiave del film, e il motivo per cui lo trovo un esperimento interessante anche dal punto di vista filosofico (ma è una mia speculazione che non sono andato a verificare in alcuna maniera) è peculariarmente racchiusa nel nome della casa di produzione: Hyperobject productions che è stata fondata per finanziare questo film e appare nei primi secondi della pellicola, in maniera quasi declamatoria. Una volta terminato il film appare molto chiaro che il pericolo imminente di estinzione di cui si sta parlando nel film, specialmente quando la narrazione si addentra nei meandri più ragionati e satirici della critica sociale con riferimenti precisi (anche troppo), non è per niente una cometa ma è il riscaldamento globale, ovvero l'iperoggetto per eccellenza.
Si potrebbe sostenere che anche la pandemia potrebbe rientrare nella metafora, ma ci rientra solamente essendo un iperogetto a sua volta, i riferimenti specifici indicano in maniera inequivocabile il problema ecologico. Essendo che per le sue caratteristiche spaziotemporali l'iperogetto non può essere racchiuso in un film, l'autore decide di rappresentarlo come un oggetto che comodamente rientra nei margini di una pellicola: la cometa. I protagonisti del film, tuttavia si comportano esattamente come se stessero avendo a che fare con un iperogetto: non vi sanno interagire funzionalmente, lo scalfiscono solamente all'esterno e tentano di approcciarvisi con le stesse modalità con cui si approccerebbero ai normali oggetti a seconda delle proprie inclinazioni, il politico prova a sfruttarlo elettoralmente, il capitalista prova a sfruttarlo economicamente, i media provano a cavalcarlo come un virus informativo. Nessuno, a parte la ragazza coprotagonista che funge da "bocca della verità", pare riuscire a vedere il "re nudo", anche lo scienziato DiCaprio, facendosi irretire dai media, dovrà prima superare un momento catarchico (onestamente, mal scimmiottato dal monologo di "Quinto potere"). La vis comica è fondata continuamente sul paradosso di un oggetto, la cometa, che le persone trattano con la stessa insipienza ed impotenza che ci si potrebbe aspettare di fronte ad un iperogetto, e che tale artificio è riuscito lo dimostra il fatto che si tratta di una commedia che va ben oltre il tabù dei 90minuti ma è ben conscia di poter arrivare a 145 senza paura di perdere per strada qualcuno.
Non fermandosi nemmeno per un secondo di attaccare con le unghie e con i denti la civiltà della "levitas infinita" dove il rifiuto della "gravitas" è talmente radicato che neanche l'impatto di un asteroide può fermare, il film segue le fasi del lutto e termina con l'accettazione, del lutto dell'umanità intera, inadeguata ad affrontare problemi che trascendono così radicalmente la dimensione del primate, gli iperogetti appunto. Don't look up aspira ad essere per la catastrofe climatica ciò che il Dottor Stranamore è stato per la guerra atomica, e ci riesce piuttosto bene a parte alcune parti secondo me un pò claudicanti, e la mancanza di un "autore forte" come Kubrik poteva essere.. ulteriori elucubrazioni sarebbero decisamente dovute, ma essendo che dovranno per forza di cose contenere spoilers, le rimanderò semmai a futuro intervento. C'è una bella citazione di autore cileno che purtroppo non riesco più a rintracciare e dovrò maltrattare a memoria e che più o meno diceva "non ci estingueremo tra i funghi nucleari e le guerre, ma tra le risate e le feste" .. il film ne è assolutamente convinto, e va fino in fondo nel rappresentarlo.

) penso che opterei per segnalare preventivamente (non troppo!) le mie intenzioni per esempio mettendomi in posizione per una virata, in modo tale che l'avversario scelga una manovra diversa. Perderei il vantaggio tattico dell'imprevedibilità ma essendo l'impatto uno scenario che entrambi non abbiamo interesse a perseguire, penso che nessuno dei due ha interesse ad arrivare "disinformato" al momento dell'impatto, e neanche di comunicare "fake news" all'avversario. Allo stesso tempo "comunicare" preparando per una virata non aumenterebbe il mio profilo, e sarebbe relativamente sicuro.