@iano
Confesso che la tua immagine "siamo la trasposizione digitale del manicomio che sta là fuori" mi ha fatto proprio ridere: azzeccatissima e tragicomica. Un motivo in più per prendere come faro guida per l'etica la ragione
@Alberto Knox
Rispondo a te per tutti dato che vorresti avvalorare un poco la mia tesi e ritorno al finale del mio post d'esordio, il numero 22:
"A mio giudizio ci sarebbero almeno un paio di cose che sarebbero d'ostacolo all'attuazione di un'etica più "sana" di quella che da sempre viviamo. Con buona pace dei filosofi che fino ad oggi si sono cimentati nell'impresa, il primo ostacolo sarebbe dovuto alla presenza di ciò che noi chiamiamo il "dono" dell'autocoscienza che tanti pomi avvelenati produsse e produce ancor oggi tanto da chiedersi se si tratti più di una malagrazia che di un dono".
Lasciamo stare questo primo ostacolo e ragioniamo sul secondo, la proprietà privata, costituitasi spontaneamente come conseguenza probabile dell'autocoscienza.
Allora io dico che fintanto che esista la proprietà privata esisterà sempre qualcuno che tenta di rubarla. Questo è perfettamente normale, dato pure che se diamo per buona la massima della Arendt "nessuno ha il diritto di obbedire" se ne dovrà dedurre logicamente che tutti si abbia il diritto a disobbedire.
Per rispondere alla tua domanda quindi, e di riflesso a quel satanasso di Green, dirò intanto che sono un relativista che trova l'assoluto nella ragione, proprio come Einstein lo trovò nella velocità della luce. La ragione naturalmente sarebbe quell'involucro dove dovrebbe trovarsi la capacità raziocinante retta dalla logica. Sono inoltre un anarchico, un ribelle che non riconosce alcun ordine costituito da altri, e nemmeno, eventualmente, da quello formalizzato da altri anarchici nei loro vari scritti ... diciamo che mi piace Fabrizio De André ... Conseguentemente sono per forza di cose un fuorilegge e in un certo senso rappresento la "materia oscura" del sistema società. Non che io sia necessariamente un contravventore tout court perché non corrisponde a questo il mio senso per la vita, la mia spiritualità. In questa stessa chiave cioè, se gli indiani nordamericani non capivano perché i bianchi mentissero, nulla toglie che anche loro potessero farlo, almeno in determinate situazioni. Ma evidentemente, a loro vedere, per i bianchi era proprio un vizio. Pertanto, e rispondendo finalmente alla tua domanda, assecondando la mimesi, uno può benissimo imitare il ribelle, il fuorilegge. Ricorda comunque che ho pubblicato l'articolo perché era favorevole alla mia tesi, ma l'articolo a me non dice nulla di nuovo a trent'anni di distanza dalla scoperta dei neuroni specchio ... scoperta scientifica coi tempi della scienza, ma già intuibile da ben prima da parte di persone che avessero l'abitudine di guardarsi attorno. Non so pertanto quali siano le conseguenze sull'etica e sulla politica ventilate dal professore perché non ne fa certo menzione, ma, per dirla alla Virgilio, temo i professionisti e i doni che recano, Cacciari compreso visto che lo nomina. In quanto al "condividuo", manco fosse un sugo da cacciare sulla pasta, non vedo proprio la necessità di tale creazione mentale. Anche perché non dice nulla di nuovo rispetto a un più semplice e comprensibile "l'individuo è egoista e altruista di riflesso". Tra l'altro, alla domanda il noi viene prima dell'io, risponderei perentoriamente no!, e non in modo ambiguo. L'io viene prima del noi perché il dolore dell'altro, per quanto compartecipato, non è il mio, e questo fa tutta la differenza. Concludendo, io propendo sempre per una morale eteronoma; questo naturalmente è da intendersi non come scelta, ma come dato di fatto. Accade del resto anche per la conoscenza. La mia conoscenza non è autonoma, ma, giusto per offrire uno spiraglio alle tue istanze, come si diceva tempo fa con Phil, ognuno ci mette un po' di farina del suo sacco. La mia pretesa quindi, in virtù del traviamento di una mente da correggere, è che non siano i sentimenti, a volte assai bizzarri, a regolare il nostro comportamento, ma la ragione. Il corollario che ne esce dice quindi che la libertà di scelta, fandonia di una mente traviata, non esiste, mentre esiste la possibilità di cambiamento nei comportamenti quando si realizzino nuove consapevolezze. Certo che se uno invoca Dio o un alieno come creatore dell'umano e della sua autocoscienza, da ribelle, agnostico, ma soprattutto da rivoluzionario radicale quale mi ritengo, non posso che dire che non ne scorgo ancora la necessità