Possono esserci, a mio avviso, due tipi di resurrezione:
-quella classica dal regno della morte, che può essere resurrezione dell'anima o anche (insieme) del corpo, come nella concezione biblica.
-quella simbolica, come quella di una persona che , dopo aver vissuto per lungo tempo nelle tenebre, all'improvviso o dopo lunga riflessione, risorge a vita nuova; cambia radicalmente, muta fino a rendersi quasi irriconoscibile per coloro che l'hanno conosciuta. Spesso di simili eventi, che succedono magari dopo un periodo di lunga o breve, ma intensa, sofferenza fisica ovvero interiore si dice:"Quel tipo è molto cambiato", oppure "Non lo riconosco più", ma sempre in senso positivo, esaltandone il profondo miglioramento caratteriale, oppure quello spirituale ("Che profondo è diventato Sariputra. Che gli è successo?..." per esempio, si sente dire...).
In questa seconda accezione resurrezione e ri-nascita assumono quasi lo stesso significato. Però, mentre nella concezione tipicamente orientale ri-nascita assume qui un valore negativo, una costrizione che si ripete continuamente e che lega, vincola alla sofferenza dell'esistenza, in quella tipicamente cristiana la rinascita/resurrezione ha il significato di trasformazione da uno stato egoistico ("Ma non è quel Sariputra che andava a donne e pensava solo a stesso?.." si dice , per esempio) ad uno aperto, altruistico e compassionevole, così da arrivare quasi ad attirare spiritualmente altre persone ("Come mai quelle donne vanno tutte da Sariputra?.." si sente dire invece, a titolo di esempio). Il 'risorto/rinato' infatti attira a sé le cose, non è più uno che le 'insegue'.
La resurrezione può inoltre essere personale o collettiva ("Quel popolo è risorto", si dice a volte...), ma anche di coppia. Un tipo letterario di resurrezione di coppia, dallo 'sprofondare' dell' esistere chiusi in se stessi, l'abbiamo nelle mirabili pagine di "Delitto e Castigo" di Dostoevskij. Raskol'nikov e Sonja ri-sorgono alla speranza in ragione dell'amore che provano e che vince ogni loro tentativo di resistere. Spesso, in queste situazione, uno dei due poli attira l'altro a sè e lo 'salva' ("La piccola massaggiatrice shiatsu ha salvato Sariputra" si dice, sempre per fare un esempio esplicativo..).
Infatti anche la resurrezione intesa in senso religioso cristiano (ma il termine E' essenzialmente cristiano, dal tardo latino crist. resurrectio-onis,deri. resurgere/risorgere..) è esattamente questo 'attirare'. Senza resurrezione, nella riflessione teologica, Cristo non avrebbe potuto attirare a sé l'intera creazione perduta nella dualità, dopo essersi cibata dell'Albero della Conoscenza (simboleggiante il delirio non di vera conoscenza, ma bensì d'onni-potenza umano e quindi di separazione...).
-quella classica dal regno della morte, che può essere resurrezione dell'anima o anche (insieme) del corpo, come nella concezione biblica.
-quella simbolica, come quella di una persona che , dopo aver vissuto per lungo tempo nelle tenebre, all'improvviso o dopo lunga riflessione, risorge a vita nuova; cambia radicalmente, muta fino a rendersi quasi irriconoscibile per coloro che l'hanno conosciuta. Spesso di simili eventi, che succedono magari dopo un periodo di lunga o breve, ma intensa, sofferenza fisica ovvero interiore si dice:"Quel tipo è molto cambiato", oppure "Non lo riconosco più", ma sempre in senso positivo, esaltandone il profondo miglioramento caratteriale, oppure quello spirituale ("Che profondo è diventato Sariputra. Che gli è successo?..." per esempio, si sente dire...).
In questa seconda accezione resurrezione e ri-nascita assumono quasi lo stesso significato. Però, mentre nella concezione tipicamente orientale ri-nascita assume qui un valore negativo, una costrizione che si ripete continuamente e che lega, vincola alla sofferenza dell'esistenza, in quella tipicamente cristiana la rinascita/resurrezione ha il significato di trasformazione da uno stato egoistico ("Ma non è quel Sariputra che andava a donne e pensava solo a stesso?.." si dice , per esempio) ad uno aperto, altruistico e compassionevole, così da arrivare quasi ad attirare spiritualmente altre persone ("Come mai quelle donne vanno tutte da Sariputra?.." si sente dire invece, a titolo di esempio). Il 'risorto/rinato' infatti attira a sé le cose, non è più uno che le 'insegue'.
La resurrezione può inoltre essere personale o collettiva ("Quel popolo è risorto", si dice a volte...), ma anche di coppia. Un tipo letterario di resurrezione di coppia, dallo 'sprofondare' dell' esistere chiusi in se stessi, l'abbiamo nelle mirabili pagine di "Delitto e Castigo" di Dostoevskij. Raskol'nikov e Sonja ri-sorgono alla speranza in ragione dell'amore che provano e che vince ogni loro tentativo di resistere. Spesso, in queste situazione, uno dei due poli attira l'altro a sè e lo 'salva' ("La piccola massaggiatrice shiatsu ha salvato Sariputra" si dice, sempre per fare un esempio esplicativo..).
Infatti anche la resurrezione intesa in senso religioso cristiano (ma il termine E' essenzialmente cristiano, dal tardo latino crist. resurrectio-onis,deri. resurgere/risorgere..) è esattamente questo 'attirare'. Senza resurrezione, nella riflessione teologica, Cristo non avrebbe potuto attirare a sé l'intera creazione perduta nella dualità, dopo essersi cibata dell'Albero della Conoscenza (simboleggiante il delirio non di vera conoscenza, ma bensì d'onni-potenza umano e quindi di separazione...).