Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#226
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
25 Novembre 2024, 16:14:11 PM
CitazioneFreud e altri ancora oggi ,non hanno capito questo rivissuto di specie negli individui e hanno attribuito a homo sapiens sapiens tutta l'età evolutiva.
In realtà ,il bambino sapiens sapiens è attratto dai genitori e vive pulsioni colorate vagamente di sesso e aggressivitá anche e, forse, soprattutto, a causa di queste tracce.
Freud l'aveva capito benissimo: non ti dice niente il complesso di Edipo?
#227
Attualità / Re: Libano
25 Novembre 2024, 07:00:48 AM
Citazione di: anthonyi il 25 Novembre 2024, 03:31:35 AMCerto che sei forte, jacopus, dici di non demonizzare il "capitalismo" però...
La libertà diventa un feticcio, oltretutto alternativa alla sicurezza, come se i sistemi autoritari dessero sicurezza.
E anche la "giustizia sociale", concetto tutto da definire, lo poni in antinomia con il famigerato "capitalismo", come se appunto i sistemi "collettivistici", nei fatti autoritari, dell'Asia, ne avessero in abbondanza.
E naturalmente le guerre sono un prodotto esclusivo dell' hybris del "Capitalismo" mica dei sistemi autoritari.
Almeno niko da che parte sta lo dichiara esplicitamente, tu no.



Se proprio ti interessa sto dalla parte della giustizia e non credo che essa sia perseguita nè dai paesi liberali nè dai paesi socialisti. Non sono un " fedele " di una causa e cerco di vedere i "pro e i contra" di ogni pensiero, dottrina, dichiarazione. Penso che le dottrine egalitarie siano in errore, per un semplice fatto biologico: noi non siamo tutti uguali e lo sviluppo umano dipende da questa disuguaglianza (anche). Ma nello stesso tempo, siamo esseri sociali, collaborativi. L'attuale ideologia capitalistica oscura queste attitudini (anch'esse biologiche) e diventa così tossico, perché fa credere che "ognuno può salvarsi da solo". A questo punto perché dovrei abbracciare una causa se le ritengo entrambe errate, così come sono oggi? Mi andava bene il capitalismo "sotto osservazione", del pre-muro di Berlino. Perché il capitalismo, come le personalità antisociali, ha bisogno di un Locus Of Control esterno, rappresentato in quel caso, dal Socialismo reale. Oppure, nel passato, il capitalismo doveva dimostrare di essere migliore del sistema feudale ancora in vigore. Non a caso i nostri tempi somigliano molto a quelli della fine Ottocento. Pertanto non mi schiero. Come avrai capito sono agnostico e critico sia in campo religioso che in campo politico.
#228
Attualità / Re: Libano
24 Novembre 2024, 23:18:47 PM
Citazione di: anthonyi il 24 Novembre 2024, 22:51:24 PME' accettabile la definizione individualistic a per l'Europa, ma per l'Asia parlare di "collettivismo" può portare ad interpretazioni sbagliate. L'Asia é stata soprattutto una realtà di grandi imperi terrestri. Se parliamo di collettivismo questo é un collettivismo forzato, frutto del l'oppressione dell'individuo. E' chiaro poi che popolazioni abituate all'oppressione più facilmente si adattano anche ai regimi collettivisti di stampo comunista, ma questi sono solo varianti rispetto al modello fondamentale, che é fondato sull'oppressione.
Lo si vede chiaramente nel rapporto tra Russia e Ucraina, un rapporto da secoli conflittuale per lo spirito Ucraino che é uno spirito libertario, che rifiuta l'oppressione, e la propensione Russa ad usare l'oppressione.
Tale scontro continua sia con sia senza il comunismo, a di mostra ione che non é il comunismo il carattere essenziale del confronto storico tra Europa ed Asia.
Secondo me è sempre una questione di misura. È il mesotes greco che dovrebbe guidarci, in quanto Occidente. Perché entrambi i modelli hanno forza e punti deboli. Sono d'accordo sul fatto che spesso il collettivismo è stato pagato con l'oppressione, ma ricordo anche altre esperienze. La comunità ROM di Genova, proviene in parte dalla ex Jugoslavia. In Jugoslavia, Stato socialista, i rom erano integrati, avevano case popolari, non erano ghettizzati nei campi. Guarda caso a Genova, hanno smantellato un campo ed hanno assegnato le case popolari ai rom e nel giro di pochi anni la criminalità dei rom si è abbassata. Personalmente non demonizzo il capitalismo, credo che la libertà dei mercati abbia molto a che fare con la libertà di pensiero, ma se il capitalismo è soggiogato dalla sua hybris, non ci saranno case popolari ma solo campi nomadi e polarizzazioni e guerre. Al punto che, l'altra polarizzazione, quella autoritaria (Asiatica?), diverrà gradevole. Baratteremo libertà in cambio di sicurezza. Senza la ricerca di giustizia sociale, la libertà è un feticcio, un simulacro. Che me ne faccio della libertà di sciopero se non ho un lavoro? Oggi il capitalismo è effettivamente piuttosto necrofilo, a differenza di altre epoche e di altri capitalismi.
#229
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
24 Novembre 2024, 20:14:25 PM
Lo ripeto per l'ultima volta, visto che qui sono tutti improvvisati psicoterapeuti, a tutela di quanto la medicina e la psicoterapia offrono oggi. Non esiste alcuna competizione fra farmacoterapia e psicoterapia. Le due cure sono anzi promosse insieme e si ottengono i migliori risultati da una modalità di cura multidisciplinare che non si limita a farmaci e psicoterapia ma anche a trattamenti socio-educativi, alla frequenza di centri diurni, alla disponibilità di borse-lavoro e di altre occasioni di socialità. Infatti, scoprendo l'acqua calda, il disagio psichico è spesso collegato a marginalità, povertà, arretratezza culturale, e traumi innescati da marginalità e povertà e arretratezza culturale (come ad esempio l'incesto visto come pratica normale in certe culture arcaiche contadine). Non sempre ma molto spesso. Le malattie mentali maggiori (psicosi e depressione) sono sicuramente di origine ambientale ma sono anche di origine endogena, poichè la metilazione di alcune catene genetiche e la loro espressione può essere causata dall'ambiente, ma i presupposti esistono a livello genetico, a loro volta trasmessi geneticamente dai genitori, che li hanno acquisiti per via genetica. Questo è stato già dimostrato, ad esempio, con i discendenti dei campi di concentramento, che pur vivendo in contesti tranquilli postbellici, hanno comunque un livello di risposta all'ansia molto elevata, spiegabile solo in termini genetici (o meglio, epigenetici).
Inoltre, alcuni interlocutori non hanno alcuna esperienza rispetto alla malattia mentale per pensare quello che scrivono. Non tutti i malati mentali si riconoscono come tali e non sono disponibili nè alla psicoterapia nè alla farmacoterapia, ma di fronte ad agiti gravi, che pregiudicano sia la propria che l'altrui salute, bisogna pur fare qualcosa. L'alleanza terapeutica è il primo passo e quindi è necessario avere di fronte persone "umane" e non "dispensatori" di pillole della felicità, ma non è sufficiente. A meno che lo psicoterapeuta sia Budda in persona, non basta certo un colloquio a settimana per modificare strutture di pensiero profonde. Tra le altre cose, anche questo è stato studiato, la morfologia del cervello di una persona schizofrenica è molto diversa da quella di una persona normale, poichè le parti dove circola la dopamina si attivano molto più velocemente, innescando flussi di neurotrasmettitori molto più cospicua, quindi un effetto strettamente fisiologico. Ripeto però, che servono sia psicoterapia che farmacoterapia ed infatti lo psicologo e lo psichiatra devono collaborare insieme ad una équipe che può comprendere assistente sociale, educatore e tecnico della riabilitazione psichiatrica (in un mondo ideale, ovviamente).
Rispetto a Freud, si laureò in medicina, e seguì gli studi di Charcot a Parigi sull'isteria. Charcot era un neurologo. Va detto che in tutto l'800 la distinzione fra neurologia e psichiatria era tutt'altro che semplice e appianata. In Germania vi fu un contrasto lungo decenni fra Somatiker e Phisikicher. Freud si istruì e crebbe fra i Somatiker, ma la superò. Di fronte all'attuale situazione conoscitiva, nessun psicoanalista ritiene i farmaci inutili e probabilmente neppure Freud se fosse ancora vivo.
#230
Attualità / Re: Libano
24 Novembre 2024, 18:16:39 PM
Premesso che distinzioni così ampie sono necessariamente vaghe e imprecise, esiste però un modello di pensiero diverso fra Asia ed Europa. L'Euro-America è portatrice di un modello individualistico di società. L'Asia di un modello collettivistico. Il Grande Inquisitore di Dostoevskij è la rappresentazione del modello Asiatico, Edipo è la rappresentazione del modello Euro-Americano. Si tratta di una distinzione didattica, ci saranno sicuramente individualisti in Asia così come collettivisti in Europa ma la storia, il suo lungo respiro, come ben sa chi ha letto Nietzsche, è una cornice solida dei nostri pensieri e delle nostre società. Con ciò non mi schiero completamente a favore dell'una o dell'altra, ma sono due ideal-tipi (direbbe Weber) che esprimono due modi diversi di agire nel mondo.
#231
La natura viola in continuazione le sue leggi, tanto che nell'infinitamente piccolo le regole sono diverse dall''infinitamente grande. Noi siamo homo sapiens e non bacteria, per tutta una serie di variazioni genetiche che possono essere considerate violazioni della regola della trasmissione genica. La teoria inflazionistica, che è una delle teorie più accreditate rispetto alle origini dell'universo, si fonda sull'avvento di una variazione fra i rapporti delle quattro forze fisiche fondamentali, ovvero una violazione del loro equilibrio. La natura ha leggi che non sono affatto perfette ed è proprio grazie alla loro imperfezione che si è sviluppata la vita.
In ogni caso, qui, spero che si parli di assolutismo e relativismo in ambito etico e sociale, poiché, se applichiamo le regole scientifiche al mondo umano, torniamo a commettere un errore, come esemplificato, ormai da più di un secolo dal darwinismo sociale, una specie di imitazione scorretta e manipolatrice della teoria evoluzionistica.
Inoltre, è vero che l'assolutismo non è ipocrita ma paga l'assenza di ipocrisia con la violenza e la polarizzazione bene/male, fino agli eccessi di Arnaldo di Citeaux e di chiunque crede di avere in mano la verità etica da imporre con la forza.
C'è un quadro, di A. Lorenzetti, che si può ammirare a Siena, nel palazzo Pubblico, dove c'è una rappresentazione della Giustizia, sovrastata dalla sapienza che la regola dall'alto e collegata con dei fili alla Concordia, che la regola dal basso e che rappresenta le mille voci della società. Già allora, agli albori del rinascimento, si considerava la giustizia un fatto ben poco assolutista. Ogni visione assoluta è l'anticamera della tirannia, e in ciò comprendo anche la visione assolutista del denaro, che è l'attuale tirannia.
#232
E' un discorso antico come la filosofia. Da una parte la posizione eleatica, per cui il "Tutto è uno e non è il molteplice" e dall'altra la posizione socratica, che non vedeva "nulla di strano se qualcuno mi vedesse come uno e molti". (Dal Parmenide di Platone, (128 B, 129 C). Il volersi affrancare dall'inevitabile presenza del tutto e del molteplice (presenza inscindibile) è la causa di molti mali umani e, contemporanemente, di beni. Se l'uomo non si fosse considerato assoluto (ab-solutus) e unico, staremmo ancora nell'Eden, in completa armonia con la natura ma preda della natura stessa e dei suoi sicari (tigri dai denti a sciabola nel macro, e yersina pestis nel micro). Oggi quella assolutezza mostra un volto nuovo, e nuovi sicari. Sicari sistemici e creati dallo stesso apprendista stregone chiamato uomo. Il relativismo ed il molteplice necessariamente emergono da questa incapacità dell'ab-solutus di governare il mondo ed anche da processi culturali, da teorie scientifiche (il relativismo è anche una teoria scientifica piuttosto nota), dalla comprensione che il relativismo baratta certezze in cambio di mitezza dei costumi e della legge.
L'assoluto risiede, giustamente come fa notare Iano, dentro di noi. Non siamo parte di una colonia pluricellulare, ma siamo ognuno di noi separato tragicamente da ogni altro essere vivente. Eppure è vero anche l'opposto. Noi siamo come dice Socrate, uno e molti: unus ego et multi in me è una frase ricorrente nella cultura elleno-latina. Forse l'ha coniata Zenone, ma ha trovato un grande successo, fino ad essere riproposta da M. Yourcenair, quando, due millenni dopo fa parlare l'imperatore Adriano.

Forse il modo più umano (e più difficile) di affrontare questo problema è quello di accettare la coprensenza di assolutismo e relativismo. L'ambivalenza tragica è ciò che ci rende propriamente umani.
#233
CitazioneIl relativismo va combattuto.
Alcuni esempi di civiltà dove il relativismo è stato combattuto: 1) socialismo reale, 2) nazifascismo 3) società medioevale, 4) attuali società islamiche integraliste.

Alcuni esempi di civiltà dove il relativismo non è stato combattuto: 1) antica Grecia e antica Roma, 2) Rinascimento, 3) Mondo occidentale.

Ho ovviamente tagliato con l'accetta una storia molto più complessa, ma se vogliamo restare in un ambito didattico, direi che le differenze fra i due tipi di civiltà, pro o contro il relativismo, sono notevoli. Altra cosa è cercare un fondamento non relativista in un ambiente che però deve accettare la presenza di principi e valori non assoluti e totali. Questa è la vera difficoltà della nostra epoca ed anche il nostro incubo, poichè da un lato si sentono le voci di chi vagheggia un ritorno a società chiuse nei loro valori assoluti e dall'altro chi, relativizzando tutto, distrugge ogni valore. 
#234
CitazioneIo comunque sia prima ancora di capire se e quando un comportamento sia etico, devo poter stabilire cosa vuol dire un comportamento etico. I comportamenti umani sono scelte, queste sono scelte consapevoli, ovvero sono fatte per ottenere un risultato migliore, o piu giusto, o anche etico. La natura invece non ha dei comportamenti, ma segue delle regole e delle leggi. Queste leggi naturali avevano creato le montagne e le foreste. Siamo arrivati noi e abbiamo bucato le montagne e abbattuto le foreste. 
Che questo sia stato sbagliato o meno, le nostre sono state scelte. Per cui i comportamenti etici saranno altre scelte, forse continueranno ad essere sbagliate, ma si differenzieranno da ciò che non è 
Assolutamente. È proprio così. O meglio il nostro repertorio di scelte è estremamente più vasto di quello di un cane o di una scimmia e ciò dipende ancora una volta dall'interazione fra un cervello complesso e una cultura complessa, l'uno e l'altra contemporaneamente causa e conseguenza dell'altro. Rispetto a gallerie, cellulari, penicillina e bidet, ovvio che sono miglioramenti della nostra condizione, ma bisogna considerare il rovescio della medaglia. Se nel Pacifico c'è un'isola di rifiuti di plastica grande come la Francia, bisogna riconoscere che il nostro forgiare il mondo, se da un lato ci fa vivere più comodamente, dall'altro crea le premesse, in futuro, per farci vivere molto scomodi.

Quello che è ancora difficile da capire è la capacità sempre più limitata da parte del mondo fisico di assorbire il nostro "consumo" del mondo. Leggi Serge Latouche su questo argomento. È molto istruttivo. Con questo concordo con te sul fatto che homo sapiens non è più natura, né naturans nè naturata.
#235
A me sembra che la natura, a certe condizioni, sia più etica dell'umana specie. La legge del più forte è una legge tutta umana. In Natura una legge del più forte, in termini di semplice potenza, non funzionerebbe perchè minerebbe l'equilibrio vitale fra le specie. Esattamente quello che sta facendo l'uomo in questa epoca, innescando la sesta estinzione di massa. Prima estinzione di massa provocata da una singola specie. In realtà io penso che homo sapiens sia stato fornito, come in una sorta di esperimento, di un "eccesso" sia nel bene che nel male, soprattutto un eccesso di ricerca di potenza. E inoltre abbiamo creato una cultura di artefatti umani così complessa che ormai incide sulla nostra stessa struttura biologica. Artefatti culturali che ci persuadono di essere etici o malvagi a seconda della prospettiva, mentre la pulsione primordiale del resto del mondo animale è fondato esclusivamente sulla ricerca del mantenimento della vita.
La cultura, unita ad un cervello notevole, ci ha condotto ad un intraprendere un viaggio che nessuna altra specie aveva sperimentato sul pianeta terra. In questa relazione sbilenca fra umanità e natura, dobbiamo domandarci se vale la pena sentirci superiori e diversi dal resto della natura, se questa diversità diventa l'alibi per distruggere la natura e contemporaneamente noi stessi.
#236
ciao Aspirante. Premesso che faccio un tentativo assolutamente da principiante e senza voler recarti danno in alcun modo, il sogno potrebbe dirti, con il linguaggio dei sogni, che ognuno di noi deve accettare la propria condizione, per quanto essa sia "oscura".
Credo che ti piacerebbe avere più luce nella tua casa "reale" e ciò si avvera attraverso il prato all'inglese, ma subito dopo, inesorabili arrivano tre alberi e non due. Il sogno addirittura sembra dirti non solo di accettare la nostra condizione, ma che essa potrebbe adirittura peggiorare. Chi vuol essere lieto sia....
Dimmi se ti sembra accettabile come interpretazione....
#237
Applausi Visechi.
#238
Storia / Bambino e acqua sporca
15 Novembre 2024, 16:53:35 PM
Sulla scia di Eutidemo che ci diletta con i suoi excursus storico-filologici vi racconto come è nata l'espressione "buttare il bambino con l'acqua sporca". Nel Medioevo l'acqua era un bene prezioso e serviva molta forza muscolare per trasportarlo dove serviva. Per questo pulirsi a fondo si faceva una volta all'anno, in prossimità dell'estate, per via del fatto che c'era più acqua e si cambiava l'abito invernale con quello estivo (di solito uno a persona). Il lavaggio era un rito e iniziavano gli uomini con l'acqua ancora cristallina, poi toccava alle donne, poi i giovani maschi e poi le giovani femmine ed infine i bambini. A quel punto l'acqua era talmente sporca che, se non si faceva attenzione, si rischiava di buttare via l'acqua sporca e qualche bambino ancora all'interno della tinozza. Metaforicamente il significato è diventato quello di sapere distinguere all'interno di un argomento gli aspetti positivi (il bambino) da quelli negativi (l'acqua sporca) senza sacrificare i primi ai secondi.
#239
Il problema che in alcuni casi divento idrofobo verso alcuni utenti e non va bene. Viator mi irritava con il suo tono irrisorio nei confronti della cultura e della competenza ma aveva sicuramente degli estimatori e con il senno del poi avrei potuto anche essere meno rigido, ma ci sono in ognuno di noi dei punti deboli (devo lavorarci su). In ogni caso è stato lui a decidere di andarsene. Io mi limitavo a non fargliene passare una.😆
#240
Viator l'ho fatto arrabbiare io.