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Messaggi - Eutidemo

#226
Le principali critiche al "Cogito ergo sum" cartesiano, e le repliche di quest'ultimo a tali critiche  (effettive o solo ipotizzate), secondo me  sono sono molto ben sintetizzate nello schema di cui al seguente LINK; ovviamente, come tutte le sintesi estreme, anche quelle dello schema da me riportato non possono che risultare molto "semplicistiche" e " sommarie " (difetto inevitabile).
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Non intendo certo diffondermi qui ad esaminare in dettaglio tutte tali obiezioni, più o meno opinabili, e le relative repliche di Cartesio; ed infatti mi limiterò, qui, alla "critica più opinabile di tutte", che, forse, è quella che prospettai io al mio professore di filosofia del Liceo.
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LA MIA "GIOVANILE" CRITICA AL "COGITO ERGO SUM"
Il mio ragionamento era "tel quel" il seguente: <<Se la proposizione di Cartesia si basa sul cosiddetto "principio di evidenza" e/o sulla cosiddetta "intuizione" (sulle quali due cose ci sarebbe comunque molto da discutere), secondo me i termini della sua proposizione avrebbero dovuto essere invertiti nel seguente modo: "Ego sum, ergo cogito!" Ed infatti, per poter "pensare" qualsiasi cosa, per prima cosa devo previamente e necessariamente "presumere" e/o "intuire" come "cosa evidente" di esistere "io" come "ente individuale" in grado di pensare (premessa); soltanto dopo aver preso atto che "io" esisto come "ente individuale" in grado di pensare , e, cioè, che "io sono", ne consegue che, poi, posso anche "pensare" ed attribuire i "pensieri" che mi passano per la testa al mio "io", quale "ente individuale" con una "precisa identità".  Ovvero, in altre parole se io non fossi, non potrei pensare un bel niente (conseguenza logica)." >>
***
Quindi, secondo me, il cosiddetto "principio di evidenza" e/o la cosiddetta "intuizione", avrebbe dovuto riguardare principalmente la "percezione dell'esistenza del mio io"; condizione "necessaria" (ma, purtroppo, non per tutti anche "sufficiente") per poter  "pensare".
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A tale mia argomentazione, il mio professore replicò, più o meno: <<Però il fatto che tu pensi, è la prova che tu esisti; ed è questo che voleva dire Cartesio>> ;)
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Il resto della nostra discussione, non lo rammento più!
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I MIEI "SENILI" DUBBI SUL "COGITO ERGO SUM".
Partendo dalla tesi "pro-Cartesio" del mio professore, o, almeno, dalla sola che vagamente ricordo, e, cioè <<Il fatto che tu pensi, è la prova che tu esisti; ed è questo che voleva dire Cartesio>>, non rammento se all'epoca e/o successivamente, mi è venuta in mente la seguente replica: <<Quindi, quando sono sotto anestesia, poichè "non penso", allora "non esisto"; ma allora chi è che è sotto anestesia?>>
Se sono sempre "io", allora vuol dire che io continuo ad esistere anche quando "non penso"; con tanti saluti al "Cogito ergo sum".
Oppure, sotto anestesia, non sono più "nessuno" perchè non sono in grado di pensare (e neanche di sognare); il che, in effetti, non è affatto un assunto da poter escludere in modo categorico.
***
A parte questo particolare aspetto, a dire il vero, quello che io realmente sperimento, quando non sono sotto anestesia, è solo un "flusso di pensieri"; ma la circostanza che sia "io" a pensarli, in effetti e solo una mia "illazione" (sebbene, a dire il vero, molto persuasiva).
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In realtà, paradossalmente, potrebbe essere proprio il famigerato "demonietto cartesiano" a farmi credere che "io" stia davvero pensando, di mia iniziativa, quello che "credo" di pensare autonomamente; mentre invece, magari, sono soltanto i pensieri suoi, che, ingannevolmente, mi persuade a credere che siano i miei. ::)
***
Tuttavia, in tal caso, se il famigerato "demonietto cartesiano" mi inganna in tal modo, sarebbe lui stesso a fornirmi la prova che esisto; ed infatti, se io non esistessi, come diavolo farebbe a ingannarmi? ;D
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In conclusione, ormai, non nutro più certezze, in un senso o nell'altro, circa la correttezza o meno del "Cogito ergo sum" cartesiano; sebbene, ripensandoci, tutte le "masturbazioni mentali" che mi sono fatto sin qui, sebbene frutto anche del mio rimbambimento senile, potrebbero costituire un argomento a favore del suo famoso e storico assunto!
***
#227
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
29 Settembre 2024, 12:39:07 PM
Vi ringrazio per i vostri interessantissimi interventi; i quali, a seconda dei diversi punti di vista, possono considerarsi tutti "veri"!


;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;)
#228
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 18:34:33 PM
A tutti gli intervenuti! :)
In realtà molte ambiguità sono dovute alla confusione tra il "concetto" e l'"oggetto", in quanto:
- un conto è la "rossità";
- un altro conto è l'oggetto "rosso".
***
Ed invero, solo il secondo esiste "concretamente", e, appunto, "oggettivamente", e noi lo definiamo "rosso" non perchè sia tale "in se stesso", ma solo perchè corrisponde al nostro concetto astratto di "rossità";  però la "rossità", in quanto tale, non esiste da nessuna parte, se non come una nostra mera "modalità di classificazione mentale", in base ai dati "raggruppati" che ci pervengono dai sensi, , osservando determinati oggetti che hanno in comune un colore che ai nostri occhi risulta uguale, e che noi denominiamo in un certo modo, cioè "rosso".
I test comportamentali dimostrano, invece, che, ai cani manca la capacità di vedere la gamma di colori compresa tra il "verde" e il "rosso", in quanto essi possono identificare soltanto le sfumature di "giallo" e di "blu": in pratica, questo significa che il cane percepisce il mondo in "giallo", "blu" e "grigio".
Per loro, quindi,  la "rossità", non solo non esiste da nessuna parte, ma non esiste neanche come "modalità di classificazione mentale" del colore di un oggetto; ammesso che potessero esprimercelo a parole. 
***
Allo stesso modo:
- un conto è la "vita";
- un altro conto è "un essere vivo".
Solo il secondo esiste "concretamente", e, appunto, "oggettivamente", e noi lo definiamo "vivo" solo perchè è nato, si nutre, cresce, si riproduce (e poi muore); il che corrisponde al nostro concetto astratto di "vita".
Però la "vita", in quanto tale, non esiste da nessuna parte, se non come una nostra mera "modalità di classificazione mentale", in base ai dati "raggruppati" che ci pervengono dai sensi, osservando determinati esseri che hanno i caratteri comuni sopra indicati.
***
Per concludere, alla stregua di quanto sopra:
- un conto è la "verità";
- un altro conto, invece, è una "affermazione vera".
Solo la seconda esiste "concretamente", e, appunto, "oggettivamente", e noi lo definiamo "vera" solo perchè corrisponde al nostro concetto astratto di "verità";  però la "verità", in quanto tale, non esiste da nessuna parte, se non come una nostra mera "modalità di classificazione mentale" della nostra sperimentazione della realtà.
Ad esempio, diciamo che:
- è "vero" che il "fuoco scotta", perchè ci siamo bruciati una mano sulla fiamma di una candela;
- è "falso" che il "ghiaccio  scotta", perchè non ci siamo mai bruciati una mano sul ghiaccio (a meno, ovviamente, che non si tratti di "ghiaccio secco", che, alla pressione atmosferica, ha una temperatura di –78°C, e quindi provoca ustioni e congelamento delle zone cutanee che ne venissero a contatto).
***
Quanto alle "verità metafisiche", in realtà, si tratta semplicemente di mere  "credenze"; cioè di cose che a ciascuno di noi (me compreso) piace credere che possano "vere, pur non avendone alcuna prova.
E che non sapremo mai se siano tali, se non (forse) dopo che saremo morti.
***
Un cordiale saluto a tutti gli intervenuti! :)
***
#229
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 17:32:48 PM
Ciao Green Demetr. :)
Sono pienamente d'accordo con te!
Ed infatti, dal punto di vista "formale", esistono senz'altro affermazioni di carattere universale  (a prescindere di quelle matematiche o di tale tipo analogico), che possono ritenersi sicuramente vere, anche nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate!
***
Resta però da vedere :
- quali sarebbero tali affermazioni;
- se tutto il ragionamento di cui al mio topic iniziale, non comporti un indebito passaggio dal piano meramente "semantico" e "formale" a quello "ontologico" (come io sono propenso a credere)
***
Tuttavia non ritengo affatto questi rompicapo "ridicoli", quando gli Stati stanno cedendo il passo alle norme che di fatto permettono ai privati non eletti di decidere il brutto e cattivo tempo in base ai loro profitti e non in base alla Nostra (del popolo) Storia.
***
Ed infatti:
- un conto è la "filosofia";
- un altro conto è la "politica".
Da me trattata nei seguenti LINK:
***
.
***
Un cordiale saluto! :)
***
#230
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 17:21:13 PM
Ciao Iano. :)
Quella che tu citi è una "domanda", e non un'"affermazione": e cioè  "Esistono affermazioni di carattere universale, ad esclusione di quelle matematiche (o comunque vere a priori), che possano ritenersi sicuramente vere, nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate?"
***
E' la risposta che di solito si dà a tale domanda (anche da parte mia), che risulta "autorefutativa" per gli esposti motivi: "Non esistono affermazioni di carattere universale, ad esclusione di quelle matematiche (o comunque vere a priori), che possano ritenersi sicuramente vere, nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate!".
***
Anche io, come te, credo che di affermazioni "verificabili" non ne esistano, esistendo solo affermazioni "falsificabili" o "non falsificabili" (o meglio "finora non falsificate"), le prime delle quali attengono alla "fisica", e le seconde alla "metafisica"; tuttavia resta che l'affermazione di cui sopra, almeno sotto il profilo "formale", resta risulta senz'altro "autorefutativa" .
***
Comunque la circostanza che l'unica verità possibile rimane quella "matematica", è già considerata nella domanda e nella risposta "autorefutativa", le quali, espressamente, escludono le "verità matematiche" (o comunque vere a priori).
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Quanto a "disabimbiguizzare"  l'utilizzo del termine ''universale'' al posto di ''verità'', si tratta di due "lessemi" che non sono affatto "alternativi", bensì grammaticalmente "collegati", in quanto:
- ''verità'' è il sostantivo;
- ''universale'' è il suo predicato aggettivale.
***
Quanto alle leggi della fisica;
- sono sicuramente "universali" (come la legge di gravitazione);
- però, la circostanza che, fino ad oggi, risultino senz'altro "verificate", non significa che continueranno ad esserlo necessariamente anche in futuro.
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Un cordiale saluto! :)
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#231
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 16:50:24 PM
Citazione di: Phil il 28 Settembre 2024, 14:11:05 PMCredo troverai interessante la "teoria dei tipi" di Russell; mentre per chi volesse contestualizzare meglio il discorso della D'Agostini, questo è l'articolo di riferimento.
Ciao Phil :)
Grazie dei LINK, che consulterò sicuramente (anche se il secondo già lo conoscevo, e ne ho anche citato un passo).
Un cordiale saluto :)
#232
Tematiche Filosofiche / Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 12:28:31 PM
Più esattamente e correttamente la questione che si pone è: "Esistono affermazioni di carattere universale, ad esclusione di quelle matematiche (o comunque vere a priori), che possano ritenersi sicuramente vere, nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate?"
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Di primo acchito, verebbe senz'altro da rispondere di NO!
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Cioè, esplicitando il "no", di primo acchito, verrebbe da rispondere:  "Non esistono affermazioni di carattere universale, ad esclusione di quelle matematiche (o comunque vere a priori), che possano ritenersi sicuramente vere, nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate!".
***
Però, a ben vedere, anche la formulazione di cui sopra costituisce una "affermazione di carattere universale", la quale:
- o è "falsa", e quindi esistono affermazioni di carattere universale, che possono ritenersi "sicuramente vere", anche nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate;
- oppure è "vera", ed allora è comunque "autorefutativa", poichè, essendo anch'essa una affermazione di carattere universale che non può essere verificata, ne consegue che non può considerarsi una "affermazione sicuramente vera".
***
Avrete sicuramente notato che tale ragionamento assomiglia molto al cosiddetto "paradosso del mentitore"; ma, in realtà, è logicamente differente.
Ed infatti, come giustamente osserva F. D'Agostini, essa: "...assomiglia al 'paradosso del mentitore', ossia all' 'io mento', o a "questa proposizione è falsa", ma con un tipo di generalizzazione che muta sensibilmente i termini della questione. Ed infatti , mentre "questa proposizione è falsa",  se è falso è vero e se è vero è falso, la negazione della verità se è vera è falsa, e se è falsa è semplicemente falsa. Così si dice che il "paradosso del mentitore" è paradossale, ossia genera la ricorrenza di "è vero" e "non è vero", mentre la negazione della verità è semplicemente 'autorefutativa': cioè ammette indirettamente di essere falsa." (F. D'Agostini, "Aut Aut" 2001, pag. 185).
***
Ne consegue, pertanto, che, almeno dal punto di vista "formale", esistono affermazioni di carattere universale  (a prescindere di quelle matematiche o di tale tipo analogico), che possono ritenersi sicuramente vere, anche nel caso in cui le stesse non possano essere in alcun modo verificate!
***
Resta però da vedere :
- quali sarebbero tali affermazioni;
- se tutto il ragionamento di cui sopra, non comporti un indebito passaggio dal piano meramente "semantico" e "formale" a quello "ontologico" (come io sono propenso a credere)
***
#233
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
27 Settembre 2024, 16:36:50 PM
Ciao Iano. :)
In effetti, mi sembra che tu abbia formulato i termini della questione in modo più chiaro ed esauriente di quanto non sia stato in grado di fare io.
Grazie e cordiali saluti! :)
#234
L'art.20 del "ddl sicurezza", autorizza gli agenti di polizia al porto, senza licenza e fuori servizio, di "rivoltelle o pistole di qualunque misura".
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***
Ora, a parte il "merito" di tale molto opinabile  disposizione, essa denota la grossolana "incompetenza" del nostro attuale legislatore in materia di armi; ed infatti le "rivoltelle" e le  "pistole" si differenziano per il loro "calibro", e non certo per la  loro "misura".
Solo i bambini di 10 anni valutano le loro "pistole giocattolo" in base alle loro dimensioni; più o meno grandi!
***
Ad esempio, si noti la differenza di dimensioni tra:
- la SMITH&WESSON AIRLITE, che pesa 334 grammi ed lunga 16 cm, la quale spara proiettili calibro .357 MAGNUM, e che è in grado di fermare la carica di un bufalo infuriato.
- la SMITH&WESSON 617 che pesa 1250 grammi ed lunga 28 cm, la quale, però, spara proiettili calibro .22 LR, e che, "forse", è in grado di fermare l'aggressione da parte di un ratto, ammesso che non sia troppo grosso.

***
:)) :)) :))
***
#235
L'art.15 del "ddl sicurezza" prevede che  nell'ipotesi di lesioni personali cagionate a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell'atto o a causa dell'adempimento delle funzioni, si applica la reclusione da due a cinque anni; in caso di lesioni gravi o gravissime, la pena è, rispettivamente, della reclusione da quattro a dieci anni e da otto a sedici anni.
***
Al riguardo osservo quanto segue:
.
1)
Giuridicamente le lesioni personali sono classificate, in base alla "prognosi" del soggetto leso, in:
- "lievissime";
- "lievi";
- "gravi";
- "gravissime".
Quindi, poichè l'art.15 del "ddl sicurezza" prevede che, in caso di "lesioni gravi o gravissime", la pena è, rispettivamente, della reclusione da quattro a dieci anni e da otto a sedici anni, ne consegue implicitamente che, per eventuali "lesioni lievi o lievissime" cagionate ad un agente di polizia, si finisce in carcere dai due ai cinque anni; sanzione, questa, che, secondo me è senz'altro "sproporzionata" rispetto a tale tipologia di lesioni.
.
2)
In secondo luogo, sanzioni così sproporzionatamente gravi, dovrebbero essere subordinate all'obbligo degli agenti di polizia in servizio di indossare e tenere sempre attive delle apposite "bodycam"; le quali sono, sì, in dotazione agli agenti, ma non ne viene prescritto per legge l'utilizzo obbligatorio.
La mancanza di tale prescrizione, secondo me, costituisce una gravissima carenza del "ddl sicurezza", perchè impedisce di verificare (appunto "con sicurezza") se le lesioni non siano state subite dall'agente di polizia a causa della "legittima difesa" da parte di un libero cittadino o di un recluso da lui ingiustamente aggredito.
.
3)
In terzo luogo è deprecabile che non siano state obbligatoriamente previste delle "sigle identificative alfanumeriche" sulle divise degli agenti, sia nella parte anteriore che in quella posteriore, di dimensioni tali da poter essere agevolmente "lette" da eventuali videocamere di sorveglianza situate nelle pubbliche strade, ovvero da testimoni presenti alla scena.
A mio parere, anche la mancanza di tale prescrizione costituisce una gravissima carenza del "ddl sicurezza", perchè impedisce di verificare (appunto "con sicurezza") se le lesioni non siano state subite dall'agente di polizia a causa della "legittima difesa" da parte di un libero cittadino, ingiustamente aggredito durante una pacifica pubblica manifestazione.
***
.
***
Secondo me, quindi, assieme ad altri aspetti del ddl, che mi riservo di trattare in altra apposita sede, tali dettagli costituiscono il chiaro indizio dei primi timidi passi, sia pure ancora striscianti, verso la configurazione di uno Stato di carattere "poliziesco", o, quantomeno, di carattere molto più "autoritario"  di quanto non sia quello attuale; cosa, questa, che trovo molto preoccupante!
***
#236
Attualità / Re: Profezia elettorale USA
27 Settembre 2024, 11:18:19 AM
Citazione di: anthonyi il 15 Settembre 2024, 11:15:12 AMLa tua profezia, Eutidemo, é ambigua come tutte le profezie che si rispettino, altro che circostanziata.
Ex post potrai adattarla al vincitore, come meglio credi.
Come potrete constatare "a posteriori", la mia è una profezia senz'altro "criptica", ma tutt'altro che "ambigua"! :)
#237
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
26 Settembre 2024, 18:41:40 PM
Forse molti non se ne sono ancora accorti, ma l'Inferno è già qui; anche se magari ancora non ci tocca personalmente, in quanto, almeno per ora, riguarda solo coloro che muoiono di fame o di sete, oppure vivono mutilati dalle bombe.
Ma prima o poi toccherà anche a noi: col cancro, la SLA, o altre ORRIBILI forme di malattia e di morte!
Solo un Dio davvero sadico potrebbe immaginare un Inferno peggiore di quello in cui ci ha fatto nascere, dopo che noi si sia finalmente morti! :'(
#238
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
26 Settembre 2024, 18:28:20 PM
Ciano Niko. :)
Questa volta il tuo intervento, almeno a mio giudizio:
- è interessantissimo;
- in buona parte condivisibile.
Complimenti! :)
***
Ed infatti:
a)
Un conto è calcolare le probabilità per fenomeni ben conosciuti e ben studiati, come i giochi di carte, o la roulette, o i giochi da casino' in generale.
b)
Un altro conto, invece, è calcolare le probabilità per fenomeni ben più complessi, come, ad esempio:
-  studiare il comportamento di un raro pesce che vive in una punto remoto e profondo dell'oceano, difficilissimo da raggiungere e da esaminare;
- ovvero un archeologo che lavori su dati frammentari e rari e debba produrre una teoria su di un popolo scomparso per produrre la quale ci vuole molta immaginazione, oltreche' molta pazienza;
- oppure ancora un economista che debba analizzare dati econometrici intricatissimi e magari prendere decisioni di responsabilita' in merito.
***
Nei primi due casi, però, secondo me, non entra in ballo tanto il "calcolo delle probabilità", quanto, piuttosto, l'"osservazione attenta dei dati esaminati", e delle "ipotesi scientifiche" che possono effettuarsi al al riguardo; il "calcolo delle probabilità" è invece essenziale per il terzo caso!
***
E' del tutto corretto, peraltro, quanto scrivi dopo, e, cioè: "Non tutto e' facile e riproducibile come un lancio di dadi.In cui c'e' davvero una infinita' di lanci, studiata con la precisa intenzione fin dall'inizio di studiarla, e c'e' davvero un modello teorico che  ci dice che tutto in ogni singolo lancio e' "casuale" cioe' dipende da cause non controllabili o attivabili dall'uomo."
***
Non sono, invece, del tutto d'accordo sul fatto che, se ti imbatti nel caso strano che si verifica per motivi strani, tipo una serie di comportamenti improbabili del pesce nell'oceano, tu possa fare un paragone con la serie di nove rossi di fila che esce alla roulette per puro caso; ed infatti il pesce  ha "memoria degli eventi passati", e quindi (sbagliando o meno) "sceglie che cosa fare", mentre la pallina della "roulette" non può scegliere nulla, e, quindi, agisce soltanto in modo "meccanico" e "statistitico".
***
Comunque il tuo, almeno secondo me, è un bellissimo intervento; che dà da molto da pensare.
Chapeau!
***
.
***
Un cordiale saluto. :)
***
#239
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
26 Settembre 2024, 17:44:23 PM
Ciao Iano. :)
Sempre fermo restando, come tu hai giustamente scritto, e che io sottoscrivo, che: "Una volta che gli uomini hanno tratto dalla loro esperienza su questa terra la teoria delle probabilità,  avendone verificata la efficacia, hanno iniziato ad applicarla alla realtà su larga scala", hai anche senz'altro ragione quando, molto più correttamente di me, una volta accettata, a fini pratici, la  "teoria delle probabilità", al riguardo scrivi che: "la probabilità non è cosa che si preveda, ma che si calcola al fine di fare una previsione"; calcolo che io, comunque (salvo che per i casi più elementari) non sono in grado di effettuare.
***
Però, almeno secondo una "logica di carattere pratico", io ritengo che la probabilità del verificarsi di "una stessa sequenza di eventi uguali consecutivi", poniamo, ad esempio, l'uscita di 10 "teste" di seguito, sia "inversamente proporzione al numero di lanci complessivi e consecutivi" di una determinata moneta, che viene assunta come "campione di riferimento".
***
Cioè, esemplificando:
a) 10 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca sempre "testa",  ESTREMAMENTE BASSA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
b) 100 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta, una sequenza di 10 "testa" di fila,  MOLTO BASSA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
c) 1.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta,  una sequenza di 10 "testa" di fila, BASSA, ma molto più ALTA della precedente (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
d) 100.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta,  una sequenza di 10 "testa" di fila, MOLTO ALTA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
e) 100.000.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
 Probabilità che esca, almeno una volta, una sequenza di 10 "testa" di fila, ESTREMAMENTE ALTA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
***
Sei d'accordo?
Mi farebbe davvero piacere conoscere il tuo parere :)
***
Credo, comunque, che uno statistico saprebbe benissimo calcolare le esatte percentuali di "probabilità a b c d e; che potrebbero anche non coincidere, con quelle che io ho ipotizzato "a spanne".
***
Sono anche d'accordo con te che alcuni dei risultati della teoria della probabilità sono palesemente contrari al nostro "senso comune"; come, ad esempio, il cosiddetto "paradosso dei compleanni", ben illustrato qui su WIKIPEDIA.
Però, almeno in una circostanza, ho potuto verificare che è proprio così!
***
Ciò premesso, mi sembra che, in fondo, noi si sia sostanzialmente d'accordo.
***
Però ora mi è venuto un altro dubbio: come si fa a stabilire il "CAMPIONE DI RIFERIMENTO" che possa definirsi davvero "oggettivo"?
***
Ed infatti, io ti avevo sfidato a scommettere su un'uscita di "cento teste su cento lanci di una moneta" (e tu non hai risposto); però che che succede se si tratta di una moneta greca del quinto secolo A.C.?
***
Cioè:
- il "campione di riferimento" è solo quello della mia sfida (100 su 100)?
- oppure  il "campione di riferimento" è quello di tutte le volte che, in 2.500 anni, qualcuno ha usato quella stessa moneta per giocarci a "testa o croce" (ad es.10.000.000 di volte, cosa che non sapremo mai)?
Ed infatti, magari, su 10.000.000 di lanci, un'uscita di "cento teste" non si era mai verificata; e, quindi, potrebbe probabilisticamente verificarsi adesso!
***
Lo stesso dicasi della "roulette".
Perchè prendere come "campione di riferimento" solo le "sequenze lunghe di uscite omogenee" di una serata, e non quelle di un mese, o, addirittura, tutte le giocate effettuate su quella "roulette" sin dalla sua entrata in funzione?
***
Ed infatti, a seconda della scelta del "campione di riferimento", cambia il calcolo delle probabilità delle "sequenze di uscita" all'interno del campione prescelto, per quanto lunghe esse siano.
***
Sinceramente, io non saprei cosa pensare al riguardo; e tu?
 Mi farebbe davvero piacere conoscere il tuo parere :)
***
Un cordiale saluto! :)
***
#240
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
26 Settembre 2024, 12:46:33 PM
Ciao Iano. :)
Premesso che, come ho scritto nel mio precedente intervento, in realtà, a livello "filosofico" siamo perfettamente d'accordo, forse non lo siamo del tutto a livello "operativo".
***
Ed infatti, a livello ""operativo", premesso che, almeno secondo me, il sistema migliore di vincere alla "roulette" è quello di non giocarci mai:
a)
Sono perfettamente d'accordo con te che "monitorare le uscite al casino, cioè verificare ciò che accade, non ci aiuta a prevedere cosa accadrà, e cioè le prossime uscite"; ed infatti, come ho scritto più volte, ogni singola uscita è indipendente dalle singole uscite precedenti, poichè, ogni volta, la pallina si ferma, a caso, lì dove le capita.
b)
Però, secondo me (o meglio, secondo la mia esperienza personale), monitorare la "frequenza" delle passate  " sequenze di uscite lunghe" ci aiuta a prevedere, sia pure con "molta approssimazione" la "probabilità" o meno delle prossime " sequenze di uscite lunghe"; ed infatti, poichè, ad esempio, le "sequenze di 10 colori uguali di fila", in una serata, sono statisticamente abbastanza "rari", qualora si siano già verificati con una  notevole frequenza, se tu, dopo l'uscita di 6 colori uguali cominci a giocare al raddoppio sul colore opposto, e, cioè, contro l'eventualità di una ulteriore sequenza di 10 colori uguali consecutivi, "in genere", è abbastanza probabile che tu possa vincere la posta marginale.
Tuttavia:
- potresti perdere anche la prima volta che ci provi;
- se ci provi troppe volte, alla fine perdi sicuramente, perchè, prima o poi, un'altra sequenza di 10 colori uguali può benissimo arrivare.
***
Ma, bada bene, monitorare la "frequenza" delle passate  "sequenze di uscite lunghe", non ci aiuta minimamente a prevedere la prossima "singola uscita"; cioè, qualora, in una serata, si siano già verificati con una  frequenza sopra la media 10 neri di fila, se ti esce una serie di 6 neri di fila, e tu cominci a giocare al raddoppio, la settima singola uscita è del tutto imprevedibile, per cui può uscire tanto il rosso quanto un settimo nero.
Quello che, però, è lecito "auspicarsi" (ma non certo "prevedere") è l'"improbabilità" che si formi un'ulteriore sequenza di 10 neri di fila, in quanto, secondo le statitische, per quella serata se ne sono già verificati parecchi oltre la media.
***
Ed infatti il mio non è affatto un "metodo per vincere alla roulette", ma solo un "modo per giocare pochi soldi e poche volte, senza rischiare perdere troppo"!
***
Un cordiale saluto! :)
***