In genere anch'io preferisco la saggistica alla narrativa. E credo che se uno è più portato al ragionamento astratto, come è nel mio caso, la saggistica è molto più "naturale" come lettura (personalmente mi piacciono molto anche i dialoghi filosofici, che strettamente parlando non sono né narrativa né saggistica. Mi piacciono perché la forma dialogica permette facilmente di seguire le argomentazioni).
Nel mio caso, però è anche vero che penso molto anche per immagini (anche se in misura minore rispetto al pensiero "verbale"), mi piace visualizzare i concetti ecc. Però, non riesco spesso a "usare" questa "facoltà" per visualizzare una narrazione per tempi lunghi a meno che la storia non mi appassioni veramente (e in tal caso, avviene che mi immagino percorsi della storia non seguiti dall'autore e, quindi, mi perdo via).
Se è un limite... Beh, dipende. Probabilmente, riuscire a leggere libri di narrativa può aiutare a "leggere" anche le interazioni sociali. Nel mio caso, leggo molto più volentieri le narrative dove posso facilmente immedesimarmi. Faccio molta più fatica a seguire le storie dove non riesco ad immedesimarmi nei vari personaggi. Ed effettivamente nel mio caso, talvolta non riesco a "capire" il punto di vista altrui e quindi, in pratica, finisco per "capire" meglio le persone che un po' mi somigliano... Ovviamente, ciò vale per me. Ad un altro, può semplicemente non piacere la narrativa. Però nel mio caso, effettivamente, c'è una "corrispondenza" con la "vita vissuta"
Lo stesso vale anche per film, serie TV ecc. Se non ci sono personaggi che, in qualche modo, mi somigliano difficilmente riesco a farmi piacere la storia. Anche se, in questo caso, mi è più facile perché non devo costringermi a "visualizzare" la storia.
Nel mio caso, però è anche vero che penso molto anche per immagini (anche se in misura minore rispetto al pensiero "verbale"), mi piace visualizzare i concetti ecc. Però, non riesco spesso a "usare" questa "facoltà" per visualizzare una narrazione per tempi lunghi a meno che la storia non mi appassioni veramente (e in tal caso, avviene che mi immagino percorsi della storia non seguiti dall'autore e, quindi, mi perdo via).
Se è un limite... Beh, dipende. Probabilmente, riuscire a leggere libri di narrativa può aiutare a "leggere" anche le interazioni sociali. Nel mio caso, leggo molto più volentieri le narrative dove posso facilmente immedesimarmi. Faccio molta più fatica a seguire le storie dove non riesco ad immedesimarmi nei vari personaggi. Ed effettivamente nel mio caso, talvolta non riesco a "capire" il punto di vista altrui e quindi, in pratica, finisco per "capire" meglio le persone che un po' mi somigliano... Ovviamente, ciò vale per me. Ad un altro, può semplicemente non piacere la narrativa. Però nel mio caso, effettivamente, c'è una "corrispondenza" con la "vita vissuta"
Lo stesso vale anche per film, serie TV ecc. Se non ci sono personaggi che, in qualche modo, mi somigliano difficilmente riesco a farmi piacere la storia. Anche se, in questo caso, mi è più facile perché non devo costringermi a "visualizzare" la storia.

).
) in dipendenza da una "realtà" indipendente dalla nostra coscienza (noumeno), allora secondo me se fosse possibile una conoscenza completa del fenomeno, tale conoscenza ci darebbe una conoscenza parziale anche del noumeno (visto che tra le varie "proprietà" del fenomeno, vi è quella che appare in dipendenza da una realtà indipendente dalla nostra coscienza). Inoltre, visto che l'inferenza applicata all'esperienza, la "fede" e la speculazione intellettuale non ci danno alcuna conoscenza del noumeno, risulta necessariamente (secondo me) che non è nemmeno conoscere in modo certo totalmente il fenomeno (visto che sapere "che appare in dipendenza dal noumeno" implica che si conosca anche il noumeno)