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Messaggi - Lou

#226
Citazione di: Ipazia il 18 Aprile 2019, 22:07:12 PM
Citazione di: Lou il 18 Aprile 2019, 21:28:34 PM
Citazione di: Ipazia il 18 Aprile 2019, 20:43:07 PM
Non ho nerettato ad capocchiam "all'interno"  :) 7


Demetafisicizzare il valore "bene" riconducendolo alla sua vitale fisicità non può che fare bene alla filosofia morale. Che siano gli anglosassoni o i marziani ad affermarlo non cambia nulla. Purtroppo gli anglosassoni hanno rimetafisicizzato il bene come merce. E questo non va "bene" perché la vita non è mercificabile, trascendendo incontrovertibilmente il nume Mercato.
Ricondurlo ( sono assai in accordo su questo punto ) senza però, integrerei in questo modo, esaurirlo nella fisicità. Come ben dici, dopo, ci sono beni non consumabili, non mercificabili e non troppo fisicizzabili, uno di questi è la conoscenza, il teorema di Pitagora lo si può impiegare più e più volte senza consumarsi né usurarsi. Forse esiste una vitalità che "trascende" in qualche modo la fisicità, pur trovando in quest'ultima la sua origine, l'humus originario.

Certamente. La vita fisica è la conditio sine qua non. Ma una volta data si apre tutto lo spazio "trascendentale" umano: metafisico e tecnico. Rammento che anche eti-ca e politi-ca sono techne. E che arte è la quintessenza della techne. La quale demonizzata techne merita (pure lei) una sua metafisica a prova di apocalittico postmoderno.
Comprendo quanto affermi ( e concordo ) eppure in un certo senso stiamo invertendo i termini della questione, senza underground metafisico che resta del ground fisico ? Cerco di spiegarmi meglio, uscire dalla metafisica significa uscire da quella che ?è? la conditio sine qua non per la vita fisica. Senza metafisica, banalmente, potremmo concepire qualcosa come "vita fisica"?
Facendo un passo di lato, l'impossibilità di una filosofia senza metafisica, sancisce in un certo senso, la stessa impossibilità di una vita detta "fisica".
#227
Citazione di: Ipazia il 18 Aprile 2019, 20:43:07 PM
Non ho nerettato ad capocchiam "all'interno"  :)


Demetafisicizzare il valore "bene" riconducendolo alla sua vitale fisicità non può che fare bene alla filosofia morale. Che siano gli anglosassoni o i marziani ad affermarlo non cambia nulla. Purtroppo gli anglosassoni hanno rimetafisicizzato il bene come merce. E questo non va "bene" perché la vita non è mercificabile, trascendendo incontrovertibilmente il nume Mercato.
Ricondurlo ( sono assai in accordo su questo punto ) senza però, integrerei in questo modo, esaurirlo nella fisicità. Come ben dici, dopo, ci sono beni non consumabili, non mercificabili e non troppo fisicizzabili, uno di questi è la conoscenza, il teorema di Pitagora lo si può impiegare più e più volte senza consumarsi né usurarsi. Forse esiste una vitalità che "trascende" in qualche modo la fisicità, pur trovando in quest'ultima la sua origine, l'humus originario.
#228
Citazione di: tersite il 15 Aprile 2019, 20:28:53 PM
@Tersite,
anche se non si è per nulla d'accordo con l'interlocutore, questo  non giustifica l'essere irrispettosi, ironici e tenere un tono dileggiante verso costui, con battute offensive.
L'aria di "io so tutto e voi non capite un ..." non è certamente molto produttiva in una discussione.
Il risultato è quello di allontanare l'altro, non certo di convincerlo (visto che qui nel forum nessuno è mai riuscito a convincere nessuno... ;D ).
Anzi l'altro, di solito, si fa una pessima idea dell'interlocutore, e magari invece questo ha delle idee interessanti da proporre. E quindi il tutto diventa un'occasione persa per entrambi...
Ciao  :)


questa invece è on topic ?
<< se mi dai tempo, leggo ogni intervento. Stai tirando un tantino troppo la corda terside. Ovviamente come ho scritto sopra il regolamento vale per ogni utente, e Sariputhra non fa eccezione>>
#229
<<sgiombo, ho cestinato pure il tuo di intervento, se non si è d'accordo con i moderatori, ci sono strumenti per valere le proprie rimostranze, i regolamenti valgono per tutti. Nessuno escluso. >>
#230
<<terside, come ho detto gli off topic non saranno più tollerati, per questa ragione il tuo il tuo ultimo intervento è stato cestinato.>>
#231
Citazione di: tersite il 11 Aprile 2019, 23:29:06 PM
--------> E attenzione, in base a quel che sostieni, la stessa dicotomia dualismo/ monismo a cui riduci la questione  potrebbe inscriversi benissimo in quella che tu dici essere frutto di un " processo storico", che da vita a una "concezione della realtà".

Si certo.  E' una diretta conseguenza delle mie affermazioni. Sta il fatto che io non mi irrito, non mi imbufalisco e non mi indigno.
Se la dicotomia a cui riduco la questione si inscrive in quella che io dico essere frutto di un processo storico allora analizziamo sia la mia affermazione sia il contesto storico. Non mi indigno, non mi irrito e non mi sdegno. Come potrei pensare avere la verità se io stesso sono frutto di un processo storico...
Forse si potrebbe supporre che si appartenga alla verità, più che altro, lanciandosi all'idea che le risultanti di processi storici non siano estranei alla verità. E sempre che la processualità storica sia qualcosa di non alieno e totalmente irrelato alla veritá, o, meglio, che la processualità sia la verità della storia.;)
Citazione
-----> Ora, banalmente, che differenza intercorre tra realtà e concezione della realtà? E poi che intendi per "realtà"?

La realtà è quello che i nostri sensi ( e le loro amplificazioni tecnologiche ) ci rivelano.
La realtà è la nostra finestra percettiva.

La concezione della realtà è quello che la nostra mente (nella mia opinione un "ente" passeggero in attesa di ulteriori chiarimenti) ci fornisce dopo che il cervello ha "messo insieme" i dati sensibili.  Per "mettere insieme" i dati sensibili intendo funzioni che attingono al riconoscimento delle forme, dei movimenti, che non avvengono a livello mentale, a meno che come me tu non attribuisca una mente anche a tutti quei viventi che sembrano rispondere ai comandi.
Ora, posso sapere se anche tu pensi ci sia una "concezione della realtà" ed una realtà ?
A me interessa più che altro, ammettendo l'ipotesi che mi paventi, sapere che relazione intercorre tra concezione della realtà e realtà, in fondo quale delle due è realtà, mi chiedo, o, che nesso sussiste tra le due. Ma credo sia un problema di premesse, sulla cui verità, dimmi tu.
Una cosa, io tendo a non ridurre  ed esaurire la realtà a "finestra percettiva" più o meno potenziata sia, al contrario, ritengo che la cornice concettuale entro cui mi muovo, lasci spazi a realtà che la percettività limita.
#232
@davintro
"la domanda che vorrei fare é: ma una volta eliminata l'idea di una "meta-fisica" che senso ha occuparsi o interessarsi di filosofia (eventualmente anche partecipare ad un forum di filosofia)? Se si ritiene che non ci sia nulla di "oltre", "meta" rispetto alla fisica, quale sarebbe il valore aggiunto della filosofia? Non sarebbe del tutto sufficiente fermarsi allo studio della fisica e delle sue derivate scienze naturalistiche sulla base epistemica dell'osservazione dei sensi, senza alcuna possibilità di concepire un contenuto altro da essi? Personalmente io trovo che ogni filosofia senza metafisica sia inconcepibile e assurda."
Ritengo che la domanda etica rimanga, e l'interrogazione sia fisica che metafisica ne sia in qualche modo il terreno su cui entrambe le prospettive si radicano, forse perché penso che la filosofia, sia in primis una postura etica.
#233
Citazione di: tersite il 11 Aprile 2019, 20:41:06 PM
La questione è più semplice e meno psicologica e si riduce alla questione dualismo monismo.
Spinoza parlava di "sostanza" unica.
Io l'ho sempre chiamata materia ma d'ora in poi la chiamerò sostanza.
Io non nego validità alla metafisica, nego validità alle affermazioni strampalate.
Come dici tu la metafisica è un livello della realtà, ed anche forse il più elevato; ma la "concezione della realtà" è un processo storico a cui la metafisica necessariamente appartiene. 
La realtà cambia con la storia e quindi la metafisica cambia con la storia.
La metafisica del 1600 ho forti dubbi possa rappresentare un livello di realtà analogo a quello che potrebbe rappresentare una metafisica del 1980.
Sostanza e materia non sono sinonimi, e non è una mera questione lessicale, almeno per Spinoza. Come saprai, leggendo in giro, la materia è uno tra gli infiniti attributi della sostanza, in Spinoza.
E attenzione, in base a quel che sostieni, la stessa dicotomia dualismo/ monismo a cui riduci la questione  potrebbe inscriversi benissimo in quella che tu dici essere frutto di un " processo storico", che da vita a una "concezione della realtà". Ora, banalmente, che differenza intercorre tra realtà e concezione della realtà? E poi che intendi per "realtà"?
#234
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
11 Aprile 2019, 18:59:29 PM
@Ipazia
<<L'approfondimento è una cosa, le tue o altre valutazioni sulla lettura e interpretazione di Nietzsche di altri utenti  (vedi #315) si possono fare direttamente nei topic dedicati, citando ció che si intende valutare o, almeno , utilizzando la funzione link>>
#235
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
11 Aprile 2019, 18:19:43 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 10 Aprile 2019, 17:52:13 PM
Citazione di: Lou il 09 Aprile 2019, 21:38:55 PM
@Ox
"Nel sempre più marcato oblio di ogni "altro-dall'io" (e l'organizzazione comunitaria appunto lo
è), i singoli individui gestiscono i loro rapporti mediante lo strumento più efficace: il "contratto
fra due parti private" "

Scusami, ho bisogno di una spiegazione di questo passaggio che non mi fila, ogni singolo individuo è di per sè stesso io e altro dall'io, il contratto tra privati sancisce questo: le parti sono l'una per l'altra e viceversa altro rispetto all'io, o no? La dividualità e l'individualità, l'altro e l'io sono supposti e presupposti per un contratto tra parti, altrimenti perchè un contratto se viene a mancare la coppiona io/altro?
L'altro dall'io siamo sicuri sia comunità?

Ciao Lou
Naturalmente non che l'"io" non sia consapevole che esista qualcosa che non è il "sé medesimo" (ad es.
in Fichte vediamo ipotizzato un "io" e un "non-io"): è che esso tende a ridurre a se stesso questo
qualcosa che è "altro".
Nell'individualismo odierno ritengo centrale il concetto di "contratto fra due parti private", che
lungi dall'essere una rappresentazione giuridica o commerciale illustra molto bene quelli che sono
i rapporti in un insieme di singoli "io" (la "società" di una volta...).
Nel progressivo oblio di qualsiasi "comune sentire" (perchè questo già comporterebbe la consapevolezza
di un "altro" a me irriducibile, e verso il quale "io" dovrei pormi in una situazione che comporta
in ogni caso una "responsabilità"), i due "io" sono l'uno di fronte all'altro.
E quando due "io" sono l'uno di fronte all'altro senza la mediazione costituita da un comune sentire,
vi è SEMPRE (quindi a prescindere dalla volontà di predominio) il tentativo di uno dei due di ridurre
a se l'altro.
In altre parole, è a parer mio sempre il "corpo intermedio" (costituito dal "comune sentire" cioè, nella
prassi, da una organizzazione collettiva) che, impedendo l'affermazione totale di uno degli "io", rende
im-possibile la riduzione dell'"altro" all'"io" (cioè la riduzione di uno degli "io" all'altro "io").
L'esempio pratico più evidente e banale di quanto vado dicendo sono i contratti di lavoro, sempre meno
collettivamente intesi e, di conseguenza (cioè in quanto sempre meno collettivamente intesi), sempre più
coercitivi per una delle parti private dello "scambio" (naturalmente la parte debole: il lavoratore).
saluti
Quello che sostengo che un "contratto tra parti private" presuppone il rapporto io/altro. Perchè? L'ho scritto già precedentemente, in un contratto tra parti private tu sei x e io y: y rispetto a x è altro, così come x rispetto ad y è altro, sono altro, l'uno per l'altro.
Ora, su questo punto, che ne pensi?
#236
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
11 Aprile 2019, 17:48:32 PM
<<Se si intende proseguire su questa linea il topic sarà chiuso. Come sapete c'è spazio e tempo per aprire topic dedicati su come ognuno si relaziona agli interventi altrui e per approfondire le dinamiche comunicative >>
#237
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
09 Aprile 2019, 21:38:55 PM
@Ox
"Nel sempre più marcato oblio di ogni "altro-dall'io" (e l'organizzazione comunitaria appunto lo
è), i singoli individui gestiscono i loro rapporti mediante lo strumento più efficace: il "contratto
fra due parti private" "

Scusami, ho bisogno di una spiegazione di questo passaggio che non mi fila, ogni singolo individuo è di per sè stesso io e altro dall'io, il contratto tra privati sancisce questo: le parti sono l'una per l'altra e viceversa altro rispetto all'io, o no? La dividualità e l'individualità, l'altro e l'io sono supposti e presupposti per un contratto tra parti, altrimenti perchè un contratto se viene a mancare la coppiona io/altro?
L'altro dall'io siamo sicuri sia comunità?
#238
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
04 Aprile 2019, 12:15:54 PM
Citazione di: sgiombo il 04 Aprile 2019, 11:29:17 AM
Concordo che Kant non sia un "propugnatore" a  dell'esistenza di dio particolarmente impegnato  a sostenerla (ma comunque un credente in essa: non é per lui esperibile né conoscibile alla stregua di una sedia, ma non per questo meno reale di essa).
Non è un propugnatore dell'esistenza di dio perchè non può farlo, non può asserire che "dio è  esistente" poichè l'esistenza, come è elaborata nella CRP, è un dato sintetico perciò si rende necessario uscire dal concetto e andare a vedere.
In merito all'esistenza di dio, la posizione kantiana sarebbe corretta in questi termini: qualcosa che esiste è dio, se esiste.
#239
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
04 Aprile 2019, 10:12:00 AM
@sgiombo
CitazioneA me interessa Kant "in toto", non solo il Kant della critica della ragion pura (non vedo perché mai il resto che ha scritto, che non é poco, debba essere ignorato: non lo avrebbe pubblicato se non lo avesse ritenuto suo pensiero al 100% esattamente come quello della Critica della ragion pura).
"Agnostico" significa "che si astiene dal pronunciarsi, che sospende il giudizio", e non "che Non dà dimostrazione nè indimostrazione":  si può credere anche senza dimostrare.
Due mie puntualizzazioni:

- sul primo punto, a mio parere non deve essere ignorato che sia la critica della ragion pura che la critica alla ragion pratica che del giudizio sono opere che trovano nello stesso terreno il fondamento metodologico aperto dalla critica della ragion pura. Non dico che il resto che ha scritto debba essere ignorato, dico che non si ha da ignorare il terreno comune prima indicato da cui le critiche successive alla pura dipendono. Detto ciò tutto Kant certo non si esaurisce alle tre critiche, tuttavia direi che sono l'elaborazione pregnante e caratterizzante la rivoluzione copernicana operata in ambito filosofico da Kant

- sul secondo punto, concordo con la tua precisazione, sono stata poco precisa, tuttavia mi pareva un tantino azzardato fare di Kant il propugnatore dell'esistenza di dio. Nei confronti del concetto di dio la svolta operata da Kant è radicale, la ragione si pone dei problemi che trascendono l'esperienza, e dio è uno di questi concetti. Inconoscibile e non esperibile alla stregua di una sedia, ma pensabile è un concetto che in Kant avrebbe una funzione di ideale regolativo.
#240
Tematiche Filosofiche / Re:L'Io e l'Altro
03 Aprile 2019, 21:24:41 PM
<<chiedo venia sgiombo ho fatto un caos con i pulsanti e non riesco ancora a ripristinare l'inserimento originale tuo, lo riporto.>>
***
Post di sgiombo:

Citazione di:  Lou il 03 Aprile 2019, 18:29:36 PM
Scusami sgiombo, la posizione kantiana sull'esistenza di dio è agnostica. Non c'è dimostrazione nè indimostrazione in Kant dell'esistenza di dio (anzi semmaisi assiste a una decostruzione delle prove e dimostrazioni a suo carico) poichè manca, come ogni idea trascendentale, di una fondazione fattuale, sebbene dal punto di vista concettuale sia possibile, alla stregua del noumeno. Poi c'è da dire che in un certo qualmodo rientra dalla finestra, tuttavia il Kant epistemologo è e non può essere altrimenti che agnostico in merito all'esistenza di dio.

Appunto: "Poi c'è da dire che in un certo qualmodo rientra dalla finestra".

A me interessa Kant "in toto", non solo il Kant della critica della ragion pura (non vedo perché mai il resto che ha scritto, che non é poco, debba essere ignorato: non lo avrebbe pubblicato se non lo avesse ritenuto suo pensiero al 100% esattamente come quello della Critica della ragion pura).
"Agnostico" significa "che si astiene dal pronunciarsi, che sospende il giudizio", e non "che Non dà dimostrazione nè indimostrazione":  si può credere anche senza dimostrare.

Risposta che rivolgo anche a Paul11:

Citazioneha perfettamente ragione Lou, per le ragioni metodologiche che ha scelto Kant e che non bisogna mai dimenticare se si vuole studiarlo.
E' agnostico per l'indimostrabilità di Dio, avendo scelto che il luogo veritativo che lo possa giustificare è il mondo fattuale e questo risponde in primo luogo ai sensi percettivi.
...e se non vedo e non sento....Dio non c'è.
Il presupposto su cui Kant ha costruito la sua filosofia era "scientificizzare la filosofia" e la scienza ha scelto il mondo dei fatti, non delle idee seguendo il dettame empirista.