Citazione di: Fharenight il 07 Febbraio 2017, 17:33:59 PMA proposito della "libertà religiosa per tutti", bisognerebbe considerare che le nostre Costituzioni nacquero, furono scritte per noi stessi, per noi Occidentali, per stabilire dei principi che per "noi"erano assodati, riconosciuti, nessuno all'epoca pensava di trasformare le nostre società in mescolanze etniche, culturali e religiose cosí massicciamente da porci nuovi problemi.
Le nostre costituzioni, e la nostra in particolare, furono scritte sotto dettatura degli americani, sulla falsariga dei principi che loro, i vincitori della seconda guerra mondiale, avevano utilizzato per redigere la famosa "dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" che è servita ad esportare in tutto il mondo il loro "way of life". Se la libertà religiosa poteva avere senso in America in cui si erano formate, nei secoli, numerose comunità con usi, costumi e religioni diverse e quando i primi coloni si erano stabiliti laggiù vi era ancora l'eco delle sanguinose battaglie combattute fra cattolici, protestanti e anglicani, non l'aveva per niente in Europa ove le nazioni avevano religioni omogenee (le religioni diverse da quella cattolica erano in Italia e in Spagna un'infima minoranza, come del resto quella cattolica lo era in Germania o in Scandinavia) tanto è vero che il Cattolicesimo rimase "Religione di Stato" fino al 1948, poi le cose cambiarono con la proclamazione dell'uguaglianza religiosa in Costituzione (anche se ufficialmente rimase tale fino alla riforma dei Patti Lateranensi nel 1984). La religione di stato non è incompatibile con la libertà religiosa (molti paesi buddhisti hanno la religione di stato ma nel contempo anche le chiese cattoliche e le moschee, e anche nei paesi islamici sono esistite da sempre minoranze cristiane) e nemmeno con la separazione Chiesa/Stato, poichè quest'ultima di fatto esiste, in Italia, almeno dalla breccia di Porta Pia. La religione di stato serve semplicemente a dire: noi siamo questi, queste sono le nostre radici e i nostri valori; chi viene qui e vuole esercitare un culto diverso è tollerato, ma se per caso contrasta con i nostri (millenari) valori saranno questi ultimi a prevalere. Se invece si proclama l'uguaglianza di tutte le religioni allora non vi potranno essere valori prevalenti. La Corte Costituzionale nel 1989 stabilì con una sentenza (emessa sulla questione del crocefisso nelle scuole e negli uffici pubblici) che in Italia vige il principio di laicità: ma che cosa contiene tale principio? che valori positivi esprime? Secondo la Corte Costituzionale "il principio di laicità implica un regime di pluralismo confessionale e culturale e presuppone, quindi, innanzitutto l'esistenza di una pluralità di sistemi di valori, di scelte personali riferibili allo spirito di pensiero, che sono dotati di pari dignità e nobiltà". Sulla base di tale enunciato come si può quindi affermare la prevalenza di un valore rispetto ad un altro? O di un rito rispetto ad un altro? O di un principio rispetto ad un altro? Il principio di laicità dichiara nella sostanza che l'Italia è una terra culturalmente "vergine" in cui ognuno può affermare qualunque tipo di cultura gli garbi poichè nessuna prevale sull'altra. Sulla base di queste norme (che noi ci siamo dati e che non sono state imposte da nessuno) non è difficile comprendere come si possa essere arrivati alla situazione attuale di confusione culturale e intellettuale e di conflitto permanente non solo fra italiani e stranieri ma anche fra italiani e italiani e fra stranieri e stranieri. Mala tempora currunt...