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Messaggi - InVerno

#2251
Attualità / La falsa dicotomia energetica
18 Novembre 2021, 09:26:38 AM
Beh, non credere che le persone siano molto più propense ad ospitare nuovi e più grandi tralicci dell'alta tensione intorno a casa, perchè se vuoi prendere energia da mezzo territorio italiano non puoi certo sfruttare la stessa infrastruttura studiata solamente per la consegna. Ci sono centinaia di progetti di fonti rinnovabili bloccati perchè la rete non li può servire, il mio stesso piccolo impianto fotovoltaico è in blocco il 50% del tempo perchè la rete non è adeguata, e ci ho messo quattro anni per convincere un vecchietto ad ospitare un ponte radio che era convinto facesse venire il cancro, poi fortunatamente è intervenuto il comune. Allo stesso modo lo stato ha l'esproprio, o magari può semplicemente smettere di calmierare  le bollette così magari a qualcuno verranno improvvisamente in mente i vantaggi di essere energeticamente indipendenti, tipo non finire sul lastrico per bollire la pasta.
Sarebbe assurdo che il fotovoltaico fosse obbligatorio, essendo una tecnologia altamente contestuale e che per essere economica ha bisogno che una serie piuttosto importante di condizioni favorevoli, installare obbligatoriamente fotovoltaico su un tetto esposto a nord in una valle che vede il sole 3 ore al giorno e quelle tre ore c'è nebbia, è un grosso regalo ai produttori di pannelli e niente più. Diverso è, come è stato fatto, incentivare sistemi di riscaldamento elettrici al posto di quelli a gas, in questo modo se uno ha la possibilità economica di fare fovoltaico lo farà per servire il suo appartamento già predisposto, che è sicuramente meglio di venderla per due spiccioli. I pannelli solari per ACS invece sono già obbligatori, ma perchè per quelli non essere economici serve davvero una sfiga marcia e nel 99% dei casi sono un ottima soluzione.
#2252
Attualità / La falsa dicotomia energetica
17 Novembre 2021, 18:39:43 PM
Citazione di: anthonyi il 17 Novembre 2021, 16:50:29 PM
Ma che il nucleare non emette co2 lo sappiamo. Infatti emette qualche cos'altro. Poi vedi, inverno, non è vero che sul nucleare l'intelligenza italica non si sia impegnata, infatti noi italiani il nucleare non lo produciamo, ma ne compriamo tanto, in particolare la notte, a prezzi di saldo perché Svizzera e Francia non sanno che farsene a quell'ora, e lo trasformiamo in energia idroelettrica facendo funzionare le turbine al contrario.
In fondo è un po' la stessa filosofia (ed intelligenza italica) con la quale la Raggi, contraria agli inceneritori, poi mandava la monnezza negli inceneritori degli altri.
Ma fare andare alle turbine al contrario è anche l'unica, fino ad ora, soluzione di accumulo sensata delle fonti rinnovabili, proprio in Svizzera sono campioni nel mandare l'acqua a monte, e va bene. Effettivamente però la nostra "intelligenza italica" è talmente ancorata al concetto di difesa del proprio giardino, che si finisce a compiacersi semplicemente se la merda finisce nel giardino dell'altro. Molto lontani dall'afferrare l'idea di "problemi non locali". Tutta questa paura sugli incidenti nucleari, quando sono sessant'anni che l'inquinamento da fonti fossili ammazza le stesse persone che morirebbero se ne scoppiasse una a settimana. Ma tant'è.. il cancro verrà "a qualcun altro".
#2253
Attualità / La falsa dicotomia energetica
17 Novembre 2021, 16:15:19 PM
Mentre le più importanti masse celebrali italiche da ormai due anni si sono spostate dal discutere di diritto marittimo per arginare i flussi migratori all'epidemiologia campestre, concorre, nelle sedi dove ancora la politica non ha ancora abdicato al provincialismo e alla difesa del sacro giardino individuale, la discussione sul nucleare. Nucleare si, o nucleare no? E sopratutto: rinnovabili o nucleare?
In questo rinnovato spirito manicheistico, dove due soluzioni che potrebbero tranquillamente convivere, vengono poste una contro l'altra per nessun motivo evidente, o forse salvaguardare gli interessi della lobby di riferimento, qualche indomito si lancia in interventi a gamba tesa. Pars pro toto, stamattina ad esempio leggo, Ignazio Corrao con questo articolo sul FQ.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/17/esiste-un-nucleare-sostenibile-il-piano-francese-non-e-supportato-da-alcun-dato-scientifico/6394499/

Estratti..

"a oggi però non è in alcun modo supportata da alcun dato scientifico, sia a livello ambientale, che a livello di costi e tempistica."

Chissà cosa legge Corrao, andiamo a vedere gli ultimi dati forniti dall'IPCC
https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/06_figure_7.6.png
Quindi i costi in co2 infrastrutturali (non esistono emissioni dirette) e di produzione del nucleare sono assimilabili ad eolico ed idroelettrico,  mentre sono un terzo per il fotovoltaico su tetto, un quinto del fotovoltaico a struttura indipendente, e la metà del fotovoltaico concentrato. Alla domanda iniziale perciò se il nucleare è "green", la risposta è "almeno tre volte di più dei pannelli che sicuramente hai sul tetto, Corrao, e parimenti "green" rispetto alle altre rinnovabili".

Sullo smaltimento dei rifiuti si spiega che non esiste ancora, in tutto il mondo, un deposito geologico profondo per i rifiuti ad alto livello in funzione.
Similarmente, non esiste il riciclo dei pannelli fotovoltaici, che attualmente finiscono in discariche africane. Entrambi i problemi vengonospesso declinati al futuro dai proponenti di entrambe le tecnologie, perciò se "ci sarà" il riciclo dei pannelli, "ci saranno" anche depositi geologici.

Per quanto riguarda l'estrazione dell'uranio, va ricordato che la maggior parte delle miniere si trova al di fuori dell'Ue e non è soggetta alla sua regolamentazione o al suo controllo

Invece dove si trovano, Corrao, le miniere per i minerali rari necessari alla costruzione dei pannelli fotovoltaici? Bassano del Grappa? Pizzo Calabro? Oppure in Cina e Africa, fuori dalla giuristizione UE?

Con questo voglio finirla di leggere Corrao, lasciando irrisolto il proverbiale dubbio se ci è o ci fa, ma indirizzare verso il vero punto della questione, ovvero questa artificiosa contrapposizione tra due tecnologie che hanno pro e contro molto diversi, e che potrebbero, e anzi dovrebbero, coesistere completandosi una l'altra.

Se il nucleare è una fonte energetica con un inerzia molto importante, utile per fornire il cosidetto "carico di base" su una linea elettrica, le rinnovabili non avendo nessuna inerzia ma una fortissima modulabilità sono meglio adatte a gestire picchi e carichi temporanei.
Se il nucleare ha molto più senso per servire un grande agglomerato urbano, le rinnovabili hanno molto più senso negli ambienti rurali e a scarsa urbanizzazione oltre che nelle nazioni in via di sviluppo.
Se il nucleare necessariamente sarà gestito da grandi capitali, le rinnovabili possono essere gestite in maniera sia economicamente che gestionalmente più diffusa..
Se il costo al kw dell'energia nucleare è più basso di quello delle rinnovabili, può aiutare a calmierare le bollette mentre la griglia energetica viene rinnovata per supportare un maggior apporto delle rinnovabili, comprese soluzioni di accumulo..

E si potrebbe andare avanti per ore.. è evidente che quello che non può fare il nucleare possono fare le rinnovabili e viceversa, ma per qualcuno tutto ciò non è per niente evidente, ed in nome del "meglio", argomentato solitamente come fa Corrao, cioè alla cazzo, sacrificano il bene. Il nucleare è di destra, le rinnovabili di sinistra, e Corrao viene dal partito che diceva che sinistra e destra non esistono più ma esiste il buon senso, anche se evidentemente adoperarlo non è così semplice come parrebbe..
#2254
Addendum:

Stavo facendo ricerche proprio riguardo la storia del consenso sul cambiamento climatico (per motivi esterni al topic), quando mi sono imbatutto in una storia simpatica. Infatti, al di là degli studi che bene o male potrebbero essere considerati di origine/finanziamento pubblici, pare che tra i più attivi  nella ricerca in america sul cambiamento climatico fossero, prima degli anni 80, nientepopodimeno che... Exxon. Intendo quella Exxon che oggi è più che altro pioniera del finanzialmento sulle fake news riguardo il riscaldamento climatico:
https://edition.cnn.com/2021/07/01/business/exxon-tape-video-keith-mccoy/index.html

Nel 1959 ExxonMobile finanzia il primio studio interno alla compagnia (Brannon Daughtry Perry et al.) che si conclude dicendo quello che già la maggior parte degli studi esterni stavano evidenziando, ovvero il collegamento tra co2 e riscaldamento globale. Nei venti anni successivi seguono ben CINQUANTA studi sul fenomeno interni a Exxon o finanziati dalla stessa, che nel frattempo aveva organizzato spedizioni polari e marine, che culminano nel 1977 con il reseconto interno tenuto ad un board meeting da uno scienziato in capo di Exxon, tale Jack Black, che a riguardo conclude:  "there is general scientific agreement that [..] burning fossil fuels is capable of increasing the average global temperature from 1° to 3° C"

E' il 1980 e ad Exxon sono talmente sicuri che la situazione è grave, e che quando anche l'opinione pubblica ne verrà a conoscenza il business del petrolio potrebbe finire sotto una valanga di tasse e regolamentazioni, che l'allora presidente Ed David Jnr scrive "Few people doubt that the world has entered an energy transition away from dependence upon fossil fuels and towards some mix of renewable sources that will not pose problems of co2 accumulation [...] i will focus on that goal".

Quindi la domanda lecita che ad uno verrebbe da porsi è: se Exxon nel 1980 voleva passare a produrre energia rinnovabile, che cosa è successo nel frattempo che gli ha fatto cambiare idea? Loro si aspettavano che il governo gli tagliasse le gambe, e invece il governo gli ha regalato un paio di sci!

https://www.youtube.com/watch?v=dN_yCBdeJ2A
#2256
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
15 Novembre 2021, 13:53:54 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Novembre 2021, 11:49:17 AM
Ci mancherebbe altro che dopo tutto il martellamento mediatico la maggioranza della gente la pensasse e agisse come me, ma il resto del tuo post è la conferma della mia visione della Covidemia. Da "andrà tutto bene" all'InVerno che rifiuta di pagare l'ennesimo obolo alla "Scienza" si delinea il piano inclinato in cui la Covidemia (metapandemia al quadrato) ha trascinato la scienza e la sua comunità.
No guarda, le cose non stanno così. A parte che non saprei come pagare oboli a qualcosa che non è un ente, ma un metodo di studio e un corpus di informazioni,e a parte che corredo quanto affermo a due studi del Lancet che rivelano che la terza dose nella mia fascia di età ha effetti dimenticabili (diverso è per le prime due e per i +50) io sono stufo al massimo di pagare oboli ad una società che non mi rappresenta. Questa pandemia era prevedibilissima, l'ho prevista io quando ne avevo già visto accadere altre venti in fauna e flora (ma chi se ne frega no?), l'aveva prevista Bill Gates che normalmente si occupa di software, l'aveva prevista l'OMS, ma a quel tempo tutti avevano il "diritto all'aperitivo" e alla tartina al mango perciò non si potevano aumentare i controlli biologici negli scambi commerciali, quel presunto diritto continua in varie forme per chi accosta al nazismo la situazione attuale, e altre amenità.. e a un certo punto viene da dire: avete vinto, godetevela, e aspettare che madre natura faccia il resto, io ho dato, grazie e arrivederci.
#2257
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
15 Novembre 2021, 11:15:04 AM
Citazione di: Ipazia il 14 Novembre 2021, 18:13:09 PM
Il regime covidemico ha sparato troppe bufale, trascinando con sè la scienza indipendentemente dalle sue aggettivazioni.
Stai confondendo in maniera plateale (a proposito di "meta") che cosa è successo nel mondo con cosa accade nella tua testa. Sei tu che continui a buttare il bambino con l'acqua sporca, è inutile che cerchi di dipingerlo come fosse un fenomeno globale, la stragrande maggioranza delle persone non la vede come te. In ogni caso comincio a nutrire sempre più forti dubbi riguardo alla possibilità di una terza dose, mi sono assunto il rischio delle prime due in gran parte  per motivazioni altruistiche,  il mio stile di vita è tra i più riparati dal virus e non è un caso ma una scelta, statisticamente sono nella fetta di popolazione che probabilmente non ne subirebbe conseguenze mortali (anche se le conseguenze croniche mi tengono allerta),il greenpass non mi serve nè per lavorare nè praticamente a niente (non l'ho nemmeno mai scaricato), in più sono una persona ottimista e penso di prendere a calci il virus.
Ma sono anche abbastanza stufo di vedere che precipuamente quella fetta di popolazione che andrebbe maggiormente protetta, esclusi gli over70 che bontà loro docilmente accettano o rifiutano senza voler tirare giù il mondo, è la più restia ad aiutarsi da sola, ma anzi la maggiormente vocale nel giocare al massacro sociale e ad acuire gli effetti dell'infodemia. In più, effettivamente, non immaginavo che la copertura di questi vaccini fosse temporalmente così scarsa, l'idea di  andare a siringarmi ogni tre mesi non mi alletta per niente, in parte perchè penso che a suon di giocare al lotto prima o poi "si vince", in parte perchè più che una terapia, comincia ad assomigliare all'accanimento terapeutico. Non sono state prese misure di nessun tipo che non fossero di natura emergenziale, e onestamente questo gioco del gattopardo sta anche un pò stufando. "Preratevi per la prossima pandemia" qualcuno che pensa di essere "avanti" dice, ma magari fare qualcosa prima? Detto questo, non mi sogno nemmeno di trasformare le mie motivazioni personali in qualcosa di diverso, ci rifletterò ancora, ma se dovessi decidere di saltare la terza, me ne prenderò interamente le responsabilità individualmente anzichè volermi tirar dietro il mondo.
#2258
Citazione di: viator il 14 Novembre 2021, 16:44:16 PM
Salve InVerno. Anche tu ti aggiungi all'ormai lungo elenco di quelli che fanno confusione tra i meccanismi ipercollettivi di una intera e qualsiasi specie ed i comportamenti individuali di un singolo soggetto perdipiù umano, perdipiù in possesso di facoltà umane, perdipiù motorizzato, perdipiù dotato di nickname Viator.

Complimenti alla tua apertura mentale, la quale è sicuramente più ampia della mia, visto che non riesco a spiegarti il concetto per il quale, se non esistessero predatori, aree troppo aride e stagioni troppo fredde, il pianeta sarebbe dominato dalle zanzare. Salutoni.
La mia apertura mentale è stata sufficiente a prevedere questa tua risposta, confidavo però e mi appoggiavo alla antecedente risposta di Phil (anche per non tediare e ripetere) riguardo alla nostra ipotetica capacità di "coscienza di specie" e quanto essa si riduca alla somma degli individui. Invero, la sfida è proprio questa, cominciare a ragionare come specie nell'interpretazione e risposta a fenomeni non locali (le prove generali con la pandemia non stanno andando benissimo). Ad oggi  le nazioni, o per esteso le infosfere linguistiche, sono gli agglomerati sociali più ampi in grado di autodeterminare limitazioni, compresi i limiti di velocità che non sono per niente "individuali". Essendo che non esiste nessun organo sociale in grado di determinare le priorità "della specie", è tautologico non vederne  gli effetti, ma non esiste neanche un limite tecnico alla possibilità che esso vedo la luce, al massimo, che le persone si sentano da esso rappresentate vista la distanza tra i rappresentanti e i rappresentati. Ci sono comunque esempi di "governance mondiale", per esempio i patti di non proliferazione nucleare che precipuamente sono stati fatti (e in qualche misura rispettati) proprio per evitare nefeste conseguenze globali.
#2259
Citazione di: viator il 14 Novembre 2021, 13:30:51 PM
E' quindi impensabile che una specie "decida" oppure "risulti programmata" per cessare di riprodursi e di espandersi una volta raggiunta una certa qual soglia. La "soglia" di contenimento (o di eventuale pericolo di estinzione) delle specie è rappresentata solamente da fattori ESTERNI ALLA SPECIE STESSA, cioè la concorrenza di altre specie, dei violenti sovvertimenti naturali, l'esaurimento delle risorse. Ti saluto.
Cioè, intendi dire, che solamente ciò che rappresenta il limite, o l'attrito con il limite stesso, è in grado di - e contrariamente alle volontà del limitato che sarebbero di crescita continua - di agire in senso limitante? O sono diventato dislessico o continuo a non capire.. devo dedurre che tu quando sali su un  automobile metti il piede sul gas finchè non incontri un muro e solamente il muro può ridurre la tua velocità? Pensavo che la capacità sinestetica del linguaggio fosse grado di produrre previsioni multifattoriali e che queste previsioni, prima ancora che il muro incontri il tuo naso, fossero in grado di suggerirti di moderare la velocità... ma se è vero il contrario, per piacere dammi il tuo numero di targa che se possibile vorrei evitare di trovarti nell'altra corsia.. Saluti anche a te, e guida piano!
#2260
Citazione di: viator il 10 Novembre 2021, 12:35:03 PMSalve. Come da titolo, nessuna specie si autolimita. Ciò che provvede a limitare od a far estinguere le specie è un meccanismo (lasciamo perdere l'ennesimo e mai abbastanza accettato o compreso riferimento all'entropia) esterno ed in sè indipendente dalla specie, quindi includente e governante le specie stesse, trattandosi della intera "forma" della struttura biologica generante la- (ma non consistente nella-) specificità.
Perciò l'agitazione di Greta e compagnia produrrà - ahimè - solo un poco di polverone mediatico, percorso inoltre da robuste infiltrazioni modaiol-culturali.
Non ho capito per niente quale sarebbe il punto della discussione, sicuro che questo ti farà adirare, non posso che esternarlo platealmente..

Non ho mai ascoltato un discorso di Thumberg&Co fatto salvo per gli estratti che i media mi sparano in faccia a forza, sarò presuntuoso ma non mi faccio prendere per la manina dai bambini per spiegarmi ciò che studio da vent'anni, è una figuraccia che lascio ad economisti, governanti e compagnia cantante..
Perciò sono piuttosto curioso, che cosa sarebbero questi propositi di autolimitazione destinati a fallire? Quali delle proposte della signorina ritieni impossibili (ma fa delle proposte?) ? A me pareva, che il punto fosse proprio quello di smontare il mito della cornucopia, della ricchezza illimitata, e attraverso la "scoperta" di questi limiti, porre dei freni..ma evidentemente mi sbagliavo? Evidentemente nessuno sta ragionando nel vuoto di una volontaria e riflessiva azione di autolimitazione, ma proprio in ragione dei limiti che vogliamo evitare di superare.
#2261
Non sono per niente d'accordo con questa ricostruzione, che in verità mi pare un gran minestrone, ma probabilmente mi manca il contesto del libro. Non so quanto può essere interessante andare a confutarla, ma proverò a essere breve..
Il global dimming non si "riteneva" ma si ritiene tutt'ora un fenomeno di raffreddamento del pianeta basato su una serie di gas e particolati volatili. Non so a che passato si riferisca Behringer ma la verità è che si tratta di un fenomeno che non ci è stato possibile studiare empiricamente prima della chiusura dello spazio aereo statunitense a seguito della caduta delle torri gemelle, dove effettivamente abbiamo potuto misurare un aumento delle temperature dovuto alla caduta dei particolati e la diminuizione degli aerosol. Con i lockdown pandemici, le misurazioni di tale effetto si sono fatte più precise ed approfondite. Stiamo effettivamente raffreddando il pianeta di (stime variabili) 1-2 gradi, e smettendo di inquinare ci dovremmo aspettare un aumento della temperatura dello stesso tenore, esattamente perchè l'atmosferà rifletterà con meno efficacia le radiazioni solari. Non è una teoria bislacca del passato, è la realtà attuale. Il resto della ricostruzione, compresa di teorie militari o di anonime ipotesi di fare questo e quello, non c'entrano niente con quello che già negli anni '60 era il consenso scientifico riguardo all'effetto della CO2. Il global dimming è un fenomeno che si basa su particolati a velocissimo riassorbimento/caduta (parliamo di settimane) la CO2 per essere riassorbita ha bisogno di secoli. Se domani chiudessimo i rubinetti di tutte le fonti inquinanti avremmo un drastico ed immediato aumento delle temperature, che in questo momento sono "mitigate" dal global dimming.
#2262
Niko, gli effetti della co2 sul clima sono noti dalla fine dell'ottocento, e già alla fine della WWII il quadro scientifico riguardo alle questioni che stiamo trattando era consolidato e avrebbe dovuto portare ad un cambio di rotta, negli ultimi settanta anni dal punto di vista scientifico non sono arrivate altro che conferme. Gli scienziati che studiavano la questione, se non ignorati, sono stati accolti da pernacchie, e gli ecologisti passavano per "bislacchi abbracciatori di alberi", ora che nel 2021 non si è ancora fatto niente dal punto di vista sistemico, il problema sarebbe l'emergenza? E' un pò come arrivare all'ospedale con il cancro in metastasi e lamentarsi che i dottori vogliono fare terapie invasive..
#2263
Citazione di: Alexander il 08 Novembre 2021, 17:33:19 PM
Buona sera InVerno


Fa specie che proprio tu che , nei tuoi post, grondi di cinismo ironico mi sollevi questi malcelati insulti.  :D
Tra l'altro non hai nemmeno compreso il significato del mio intervento che non è affatto cinico, ma sconsolato, per l'inevitabile traguardo dell'ingiustizia umana. Proprio oggi leggevo di uno studio che, se la temperatura supererà i 2 gradi dall'epoca pre-industriale, questo provocherà un aumento di difficoltà di sopravvivenza a circa 2 mld di persona. Ma non saremo probabilmente né tu né io...

Quando voglio insultare insulto, pare che forse anche tu non hai letto bene, specialmente la prima riga. In ogni caso, si, a qualcuno toccherà peggio che agli altri, ma l'idea che sia un processo quasi casuale o determinato da qualche dinamica "macro", è forse la migliore delle ipotesi ma anche la più irrealistica.
Una delle cose che pochi si rendono conto sta accandendo, è che si stanno determinando delle corsie preferenziali estremamente nette e per niente fruttodi dinamiche spontanee causate magari da regolatori impersonali. Per farla breve: la maggior parte delle soluzioni proposte e su cui si poggiano le speranze dei tecnofili non hanno alcuna capacità per essere applicate non solo al cosiddetto "terzo mondo" ma neanche a grossa parte del "primo". La risposta a questo criticismo che spesso viene data è "economia di scala", e la risposta è semplicemente sbagliata. Esempio:se una batteria per essere efficiente deve contenere percentuali di platino, oro, e (iperbole) polvere di diamanti, non c'è economia di scala capace di rendere quella batteria un bene acquisibile alla maggior parte della popolazione, forse in qualche diagramma di qualche economista "cornucopista", ma non nella realtà. Non è un errore, non è una svista, è un progetto scientemente perseguito.
Quello che si sta delineando è quella che io ho qualche volta chiamato "apartheid energetica" dove la maggior parte delle persone semplicemente non avrà le capacità di entrare a far parte del circolo dei "green" e volgarmente "si attaccherà al tram", i cosidetti "gilet gialli" sono le prime avvisaglie di un "terzo mondo" che nasce in nuce al "primo", e che non se la vedrà tanto meglio dei classici "poveracci globali".
#2264
Citazione di: Alexander il 07 Novembre 2021, 17:40:36 PM
Buona domenica a tutti (con e senza Green pass)


Non vedo dove sta il problema, se anche, poco a poco (perché non si sparirà tutti insieme dalla sera alla mattina), l'umanità scomparisse. Si avrebbe un indubbio vantaggio per l'ecosistema che potrebbe così, nel tempo, ripigliarsi dalle devastazioni subite da parte della specie umana e non essere più definito da alcuno come "ecosistema". In più un ipotetico osservatore alieno, potrebbe trarre un significato al percorso dell'uomo sulla Terra, una lezione salutare: Perirono tutti per la loro ingordigia. Se invece, cosa più probabile, sparissero solo i poveracci, perché i benestanti sicuramente sopravviveranno in qualche zona del pianeta meno toccata dalla catastrofe ambientale profetizzata, l'ipotetico osservatore alieno potrebbe trarre un'altra lezione:Accumula ricchezze più che puoi perché chi non ha accumulato sparirà (salvo naturalmente quelli che serviranno per lucidare le ricchezze dei grandi accumulatori e preparare loro pranzo e cena).  :(
Posso capire e anche apprezzare l'intento provocatorio di queste opinioni, immagino che qualche volta avrò detto lo stesso, ma c'è una parte di me a cui viene in mente: prova a raccontare questa storia ai tuoi figli o in una scuola, sei proprio sicuro che questo supposto stoicismo, questa distanza a cui ti poni che ti  permette quasi di ammirare lo svolgersi degli eventi come un estraneo,  non verrà visto invece come il culmine di un degrado morale talmente disgustoso da scaturire violenza? C'è gente che ha ancora voglia di vivere, sopratutto tra i più giovani, se piace tanto giocare ai bramamorte,conviene fare dei gruppi psichiatrici. Io non credo l'estinzione sia uno degli esiti più probabili, ci sono sicuramente una serie di "sorprese" lungo il percorso che potrebbero renderla possibile, ma tenendo una mediana degli scenari possibili, ciò che dovrebbe preoccupare non è la morte ma una vita di torture. E purtroppo è proprio questo finto stoicismo in ciabatte a tenerci ancorati al presente, uomini deboli e malconci che corrono a siringarsi dal raffreddore, che si immaginano presenti osservatori di ecatombi ed ere glaciaci a favore di chissà quali riequilibrazioni. La morte individuale o collettiva può essere un comodo escapismo, peggio sarebbe essere costretti a vivere respirando sopra un mare di diarrea.
#2265
Percorsi ed Esperienze / La Grotta
07 Novembre 2021, 19:22:32 PM
Sono invece rimasto seriamente impressionato dal documentario su Stanislaw Szukalski, di cui metto trailer, e che consiglio vivamente:
https://www.youtube.com/watch?v=sPkoW4cmqT8

Non tanto per il documentario in sè, che è a mio avviso ben confezionato ma nulla di più, ma sopratutto per la storia del personaggio, e la sua arte, che assolutamente, e direi quasi criminalmente non conoscevo. Come vedete ho pure voluto aggiornare il mio avatar per omaggiare il suo Copernico, mettendo in cantina il Newton di Blake.

Per la sua arte chioserò immediatamente, in quanto essendo notoriamente questione di gusti, posso dire semplicemente che per quel che ho visto (e per quel che è possibile vedere, essendo andata persa la maggior parte delle opere) a mio avviso e da profano, non è per niente un sensazionalismo "traileristico" quello di paragonarla a giganti come Michelangelo, veramente incredibile, e penso che mi adopererò per trovare delle repliche..

Il documentario tenta di accostarlo ad altri geni del grottesco underground, tra i quali Robert Crumb (altro protagonista di documentario che andrebbe visto tassativamente se non altro per il suo valore psichiatrico) ma è un accostamento sbagliato, perchè il grottesco di Szukalski è coronato da un aura di solennità quasi religiosa per nulla underground, ci si trova di fronte ad una maestosità e ad un eleganza mescolata ad un misticismo carnale che è più consona ad un Bosch o appunto un Blake, che ai fumettisti di cui si circondò Szukalski nella seconda parte della sua vita. Un uomo che ha imparato anatomia vivisezionando il suo amato padre, è un uomo che è veramente capace di entrare dentro la grotta a testa alta.

Gli autori fanno sapere che indagando per il documentario si sono imbattuti in una "verità scomoda" e ci girano intorno come se avessero trovato chissà quale merda sotto le scarpe, per scoprire semplicemente che Szukalski partecipò al periodo nazionalistico polacco degli anni 30 come figura artistica centrale, invischiandosi anche in alcune sciocchezze antisemite.. Wao! Non penso non andasse raccontato o celato, ma l'idea di fare un chiaroscuro con delle sciocchezze del genere è veramente patetica, può avere senso solamente per spiegare come mai i neonazisti polacchi lo usino indebitamente oggigiorno, ma riguardo alla sua personalità, sembra quasi che gli autori non abbiano mai incontrato narcisi iper-estroversi e quanto duttili siano di fronte alle seduzioni del potere.

Un vero caso di morte dell'autore, la perdita di tutte le sue opere nel bombardamento di Varsavia, totalmente dimenticato dalla Polonia comunista  e dagli USA che lo impiegarono in una fabbrica, riscoperto quasi per caso dopo decenni, senza avere più in mano nulla di quell'arte meravigliosa, ma capace di rievocarla  solamente attraverso la sua persona, mentre si cimentava in un opera "da buttare nella stufa" (come avrebbe fatto la Hedda di Ibsen) con l'ambizione di riscrivere la storia umana. Semplicemente meraviglioso, ho incontrato personaggi che potevano assomigliare a Szukalski, ma per quanto ho capito, l'ego di Szukalski avrebbe potuto contenerli tutti.

E' quasi un peccato che sia stato fatto questo documentario, perchè almeno parzialmente penso che aiuterà a "resuscitarlo". Penso che certe cose non dovrebbero mai diventare popolari e rimanere esoteriche, e invidio profondamente il tizio che lo ha incontrato quando era un vecchietto dimenticato e sconosciuto. Penso che vedere questo documentario mi ha portato a rivivere una serie di incontri nella mia vita, dove mi resi conto di aver davanti un genio totalmente sconosciuto, il piacere del venir preso da quell'entusiasmo, come se stessi esplorando un nuovo continente.
Putroppo, la mia esperienza è che più passa il tempo, più questi personaggi sono destinati a deluderti amaramente, alla fine del loro ego sta un baratro, e in un certo senso anche il narratore di questo documentario sembra abbia vissuto lo stesso. Ma finchè dura, è una delle esperienze umane più preziose, una febbre erotica che raramente colpisce, ma il cui ricordo rimane indelebile per tutta la vita.