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Messaggi - bobmax

#2281
Tematiche Filosofiche / Re:Libri di filosofia
10 Marzo 2020, 15:30:11 PM
Secondo me, dovresti mettere a frutto le conoscenze che hai acquisito, approfondendo la materia tecnica che più ti interessa. Vi è tutto un mondo là dietro che ti aspetta.

Inoltrandoti in quel mondo, con lo sguardo sempre proteso in avanti, farai necessariamente oltre che scienza e tecnica anche filosofia.

Concreta implicita filosofia, che difficilmente potresti incontrare nei percorsi canonici. Dove si fa più che altro "storia" del pensiero filosofico, e poca autentica filosofia...

Quando poi inizierai a sentirti a tuo agio in quella scienza o tecnica che avrai scelto, potrai allora cercare un completamento presso i filosofi, con cui svilupperai così la "tua" filosofia, fondata sulle conoscenze scientifiche che avrai prima acquisito.

Se viceversa dovessi intraprendere uno studio universitario prettamente umanistico, ho paura che rischieresti di finire insoddisfatto di entrambi i tuoi indirizzi di studio.
#2282
Citazione di: Ipazia il 07 Marzo 2020, 15:24:25 PM
Cucù  8) : da qualche tempo, anche in metafisica non proprio d'antan, i ta onta, di cui si occupa l'onto-logia sono gli esist-enti, per i quali il minimo di dignità metafisica richiesta é una rigorosa definizione del loro campo di esistenza.

Infatti l'ontologia nasce dalla volontà di dominio sull'oggetto.
Per cui pone l'Essere "dopo" l'ente.

Diversa è la periecontologia di Jaspers, per la quale l'Essere "passa per primo" e dona ad ogni ente significato senza a sua volta ridursi a oggetto.

Con l'ontologia si perde inevitabilmente il senso dell'Essere, della sua nullità, in quanto non c'è. Perché è!

L'ontologia in sostanza manifesta la mancanza della fede nella Verità.


#2283
Citazione di: Ipazia il 08 Marzo 2020, 19:33:51 PM
Ringrazio per gli auguri, ma non credo che il senso della vita stia nel dimorfismo sessuale umano, ma nella vita tal quale.

Non è la differenza in sé. Neppure l'attrazione. E nemmeno ciò che troppo spesso chiamiamo superficialmente "amore", mentre è solo appropriazione.

È invece la mancanza, sempre presente anche nell'estrema vicinanza. È la promessa di una impossibile totale felicità, a donare senso alla vita attraverso la donna.
#2284
Citazione di: Ipazia il 07 Marzo 2020, 16:33:30 PM
Citazione di: baylham il 06 Marzo 2020, 14:51:23 PM
Se l'Essere è il comune denominatore di ogni ente, che cosa è ciò che differenzia un ente dall'altro?

Ma ancora più difficile: cosa accomuna un ente all'altro (il fatidico A=A  ;) ) ?
In effetti, nel nostro inoltrarci nel mondo il due viene prima dell'uno.

Perché all'inizio non può che esservi l'indeterminato. A cui è seguita una scissione, che ha comportato la nascita del determinato. Che era tale, solo in quanto distinto dal resto. E così comparve il cielo, separato dalla terra, che a sua volta si separava dalle acque e così via...
Ma non ve n'era "uno", così come non vi erano i molti.

Solo quando la determinazione mostrò delle similitudini tra determinati, ecco che nacquero i molti. La similitudine generò il due, che so, due alberi simili.
E una volta nato il due, ecco l'uno! Uno di questi due.
Ma senza il due... nessun uno.

Erroneamente, ci siamo invece convinti che l'uno fosse all'origine del nostro inoltrarci nel mondo, mentre ne è stato solo una conseguenza...

E così abbiamo stabilito come l'A=A fosse "verità" assoluta. Mentre è solo uno strumento, utile, indispensabile, ma che non è la Verità.

****
Approfitto Ipazia per fare a te, e a tutte le donne, i miei migliori auguri. Senza di voi la vita non avrebbe davvero alcun senso.
#2285
Citazione di: Ipazia il 05 Marzo 2020, 09:02:13 AM
Citazione di: Eutidemo il 05 Marzo 2020, 07:14:21 AM
Ciò che "diviene" a mio parere, non è l'<<essere assoluto>> (cioè il minimo comun denominatore di tutte le cose), bensì le sue <<manifestazioni>> fenomeniche...cioè l'<<esistere relativo>> delle singole cose.
L'essere dello schermo, non cambia col mutare delle immagini proiettate su di esso...che prima sono una e poi un'altra.

L'essere dello schermo qual'è ? Tela, tubo catodico, cristalli liquidi, plasma, ...? E il minimo comune denominatore di tutte le cose ? La particella di Dio ? L'Universo, che per somma sfiga dell'Essere diviene anche lui ? E forse diverrebbe anche Dio, se esistesse davvero.

Temo che l'Essere continui ad essere, aldilà dei sotterfugi logici, una questione ontologica e se ne venga fuori metafisicamente (e fisicamente) con un perentorio: L'Essere non è  :)

Sì, seppur paradossalmente, l'Essere non è.

Essere e Nulla sono infatti il medesimo.

E' solo la tracotanza del pensiero logico/razionale, che tutto vorrebbe sottomettere a sé, a pretendere di fissare la regola dell'essere!
Un pensiero razionale che ha perduto la consapevolezza del proprio stesso fondamento.

E il fondamento è l'Etica.

Che importanza potrebbe mai avere un qualsiasi costrutto logico, un principio di non contraddizione, un principio d'identità, se non perché fondati sull'Etica?
Cosa me ne faccio di un A=A, se questo stesso A=A non è fondato sul Bene?

Follia del pensiero razionale, che se ancora sfugge all'abisso nichilistico è soltanto per la sua stessa scarsa capacità intellettiva.

Un pensiero che ha rinnegato la propria fede nella Verità.
Che non c'è. E proprio per questo non può essere posseduta, sottomessa.

Ciò che conta è l'Etica, che è lo stesso Essere, e quindi il Nulla.

Tuttavia ogni malafede brucia inevitabilmente all'inferno, dove Dio è certo. Così come la mia dannazione.

Ma per Dio tutto è possibile...
#2286
Citazione di: Sariputra il 04 Marzo 2020, 10:40:50 AM

Mi sembra insensato postulare un 'essere' senza ciò che appartiene all'essere. Un essere senza alcuna determinazione  non è immaginabile.  Non possiamo  affermare l'"essere" di un cane senza le caratteristiche del cane. Se leviamo , ad una ad una, tutte le caratteristiche del cane, leviamo anche l'essere del cane. Come potrebbe esistere uno 'spirito' privo di ciò che gli appartiene?L'essere si manifesta quindi attraverso i fenomeni, ossia le caratteristiche apparenti. Se l'essere è lo 'sfondo' su cui appaiono i fenomeni non può esserci 'separazione' fra sfondo e ciò che vi appare. Senza fenomeni apparenti infatti lo sfondo non è uno sfondo, perde la sua 'qualità' di "essere" sfondo.  Privato dei 'gunas' il purusha non si manifesta. Il Brahman non è privo di 'qualità', cioè di ciò che gli appartiene. Infatti si dice che è 'satchitananda': oceano d'esistenza, conoscenza e beatitudine. L'esistenza sono i fenomeni apparenti, la conoscenza è la consapevolezza di essi, la beatitudine  è la "gioia terribile" ( e quindi anche l'orrore spirituale,la consapevolezza della propria vacuità, che lo fa 'ritrarre'...) che l' "essere" prova  osservandosi nei fenomeni...

Infatti, è proprio per questo che Essere e Nulla sono il medesimo.

Per superare l'orrore, vi è solo una strada: la fede nel Bene.
#2287
La psicologia ha avuto senz'altro molti pregi, aiutando ad inoltrarci nella nostra mente. Tuttavia, ha comportato pure una grave perdita.
Perché è servita a nascondere a noi stessi l'orrore del Nulla.

Come aveva ben messo in luce Martin Buber, affrontare razionalmente le crisi esistenziali può essere efficace, sui sintomi, ma impedisce di affrontare il "limite", riducendolo a mero incubo.

Mentre il limite è, nella sua incomprensibilità razionale, segno imperscrutabile dell'Essere.

"Beati i poveri in spirito" perché affrontando il limite vedranno Dio.

Viceversa, chi è ricco in spirito, sta ancora giocando, nel giardino dell'esserci. Fino a quando, s'imbatterà nel limite che non potrà nascondere a se stesso, e si troverà allora povero.
Pronto per la notte oscura.
#2288
Sono intervenuto su questo argomento al solo scopo di evitare che un eventuale lettore ne fosse fuorviato.

In effetti, temo che difficilmente possa qui giungere un lettore animato da autentica ricerca, ma non si sa mai.

Solo una precisazione, rivolta all'ipotetico improbabile lettore:

Che il vuoto non sia nulla dovrebbe essere di tutta evidenza. Essendo il pieno e il vuoto la modalità con cui lo spazio appare.
Semmai, potrebbe essere l'assenza dello spazio una considerazione interessante riguardo al nulla.
#2289
Secondo la teoria del Big Bang l'universo non si espande nel "vuoto", in quanto crea esso stesso lo spazio. E non è limitato, ma illimitato, pur non essendo infinito. Difatti l'universo è finito e illimitato.

Con il Big Bang nasce lo spazio e nasce il tempo.

Lo spazio si espande, così come il tempo.
Ma non si espande in qualcos'altro...
Non vi è uno spazio che contiene il nostro spazio, o un tempo che contiene il nostro tempo.
Il supporlo può solo servire per sfuggire all'orrore del Nulla, ma non risolve la questione.

Dove si trova il centro dell'universo? Dove sei.
Può sembrare paradossale, ma tu sei proprio nel centro dell'universo!

E poiché il tempo ha un inizio... (Non è un qualcosa che inizia, ma il tempo!) Ebbene tu sei ancora lì, in quell'istante iniziale.

Il vuoto non è altro che l'assenza di materia. E la materia non è nient'altro che l'assenza di vuoto.
Non vi è nessun vuoto di per sé, e neppure nessuna materia di per sé.
Donano senso uno all'altra in un gioco senza fine. Ma di per se stessi... non esistono!

Eraclito e Parmenide non erano in contrapposizione, dicevano la stessa cosa. Negavano cioè l'oggettività in sé.
Eraclito attraverso il divenire, Parmenide tramite l'essere, ma il loro scopo è il medesimo: nessuna cosa è in se stessa.
Non è il divenire ad essere negato da Parmenide e neppure l'essere da Eraclito, ma la cosa in sé!

Severino si era fissato sull'essere, e così ha tirato fuori gli immutabili. Combatteva l'erronea fede nel divenire perché origine del nichilismo.
Ma, come ho avuto più volte modo di contestargli direttamente, pure la fede nell'essere molteplice alimenta il nichilismo.
Perché per noi "essere" altro non è che ciò che resiste al divenire e il "divenire" l'annichilimento di questo essere.
Ma entrambi necessitano uno dell'altro, in un gioco senza fine.
Di per se stessi infatti non sussistono. L'essere ha senso solo in confronto al divenire: se nulla divenisse non vi sarebbe alcun essere.
E il divenire ha significato solo ipotizzando un essere: senza essere sarebbe divenire di che?

Se viceversa vogliamo intendere con Essere l'Uno, allora non è più questione del gioco "essere" – "divenire". L'Uno infatti coincide con il Nulla.

Considerazioni queste, tra le tante possibili, che dovrebbero, a mio parere, far insinuare il dubbio che Essere e Nulla siano il medesimo.
Ma tant'é...
#2290
Tematiche Filosofiche / Re:Sileno
28 Febbraio 2020, 14:25:45 PM
Se teniamo ferma la nostra fede nella Verità, è necessario fare tabula rasa di ogni "certezza" che diamo solitamente per scontata.

Potremmo così ritrovarci con una possibile chiave interpretativa radicalmente diversa.

È infatti sufficiente chiederci cosa si dovrebbe intendere con "Stirpe misera e caduca, figlia del caso e dell'ansia"

Non si intende forse l'io?
L'illusione dell'io?

Se così è, "morir subito" indica la fine dell'illusione.

Meglio sarebbe stato non illuderci mai di essere un io.
Ma poiché l'illusione c'è, la cosa migliore sarebbe lo svanire dell'illusione.
#2291
Se per te non sono stati gli ebrei ad essere la "vera" causa della morte di Gesù, ma i romani, ne prendo atto.

Per me non è affatto così.

Comunque non era questo l'argomento in discussione, bensì la dannazione eterna.

Come in altre occasioni si parla del dito e non della luna.
Dal mio punto di vista, non trovo alcun interesse a discutere del dito.
#2292
Citazione di: InVerno il 24 Febbraio 2020, 19:25:28 PM
Citazione di: bobmax il 24 Febbraio 2020, 18:02:07 PM
Non i romani, che furono meri esecutori, ma gli ebrei, che furono invece i mandanti.
Lo avrebbero messo a morte prima, anche senza passare dai romani,
non appena Gesù avesse manifestato il proprio convincimento.

La sua idea prescinde dalla visione apocalittica. Perché questa visione esprime soltanto il pathos giudeo che brama Dio, ma nulla aggiunge di concreto alla verità di Gesù.

Difatti, ciò di cui Gesù era convinto, è di una tale estrema semplicità che sfugge ai più.

Una volta colta l'idea, ogni cosa torna: tutto è Uno.

Gesù aveva compreso di essere Dio!
E Dio ama se stesso.
Gesù afferma chiaramente di essere Dio solamente nel vangelo di Giovanni, che è un testo a dir poco atipico e il più tardo. Nei sinottici Gesù afferma di essere il Messiah, ossia il pretedente al trono di Israele della stirpe di Davide, e questa è una cosa che sicuramente poteva portare a persecuzione da parte dei romani, ma mai di essere Dio, neanche Paolo ne parla. In ogni caso i romani non avrebbero messo in croce uno perchè diceva di essere Dio, al massimo gli avrebbero chiesto "quale?". Al contrario di quanto affermi l'apocalitticismo è l'esatto contrario del monismo, contempla infatti un mondo dualistico governato dalle forze del male che deve essere annichilito dall'apocalisse, che poi questa abbia valenza politica o spirituale dipenda dai punti di vista, i romani chiaramente la videro come una minaccia alla loro egemonia terrena.


Ripeto, gli ebrei lo avrebbero messo a morte prima, non i romani.
Mi sembrava di essere stato chiaro.
Che c'entrano i romani?

L'apocalisse non è l'esatto contrario del monismo. Manifesta invece l'impossibilità di vivere l'Uno finché c'è un io.

Difatti la brama di purezza si traduce in cupio dissolvi anche nel nichilista con purificazione del mondo attraverso il suo annichilimento.

L'apocalisse è la caduta di chi aspira all'Uno!

Che il messaggio di Gesù sia l'Uno non mi pare vi possano essere dubbi.
Un messaggio che se esplicitato lo avrebbe condannato a morte da parte degli stessi ebrei.




#2293
Citazione di: InVerno il 24 Febbraio 2020, 17:04:06 PM
Citazione di: bobmax il 24 Febbraio 2020, 15:15:03 PM
Gesù parlava attraverso parabole. Se fosse stato esplicito probabilmente lo avrebbero ucciso prima.

I romani  mettevano a morte chi cospirava (o era sospettato di cospirare) contro l'impero, non chi aveva idee colorite sull'aldilà o sull'aldiqua, altrimenti avrebbero dovuto sterminare il mediterraneo.
Sebbene sia chiaro che Gesù si differenziasse parecchio dagli esseni nel suo modo di interpretare una risposta all'apocalisse, ben poco anacoretico e riservato, è chiaro che i culti apocalittici che predicavano l'arrivo del figlio dell'uomo (probabilmente riferendosi ad Enoch) erano particolarmente diffusi tra gli ebrei del tempo, e non erano perseguiti in alcun modo, gli esseni stessi erano migliaia, e secondo le cronache si convertirono in grande numero al cristianesimo nel primo secolo, a dimostrazione di quanto le due cosmologie fossero affini. Dopo la scoperta della libreria di Nag Hammadi, abbiamo definitivamente chiarito che l'apocalitticismo era una teologia molto comune a quei tempi.

Non i romani, che furono meri esecutori, ma gli ebrei, che furono invece i mandanti.
Lo avrebbero messo a morte prima, anche senza passare dai romani,
non appena Gesù avesse manifestato il proprio convincimento.

La sua idea prescinde dalla visione apocalittica. Perché questa visione esprime soltanto il pathos giudeo che brama Dio, ma nulla aggiunge di concreto alla verità di Gesù.

Difatti, ciò di cui Gesù era convinto, è di una tale estrema semplicità che sfugge ai più.

Una volta colta l'idea, ogni cosa torna: tutto è Uno.

Gesù aveva compreso di essere Dio!
E Dio ama se stesso.
#2294
Gesù parlava attraverso parabole. Se fosse stato esplicito probabilmente lo avrebbero ucciso prima.

Così come il regno dei cieli è presente qui e ora, allo stesso modo l'inferno è un luogo attuale.
Entrambi, il paradiso e l'inferno, sono luoghi dell'anima.
Vi si può accedere in qualsiasi momento.

È senz'altro l'uomo che si autocondanna all'inferno.
Deve necessariamente condannarsi perché così è giusto.

È l'esito inevitabile della ricerca della Verità: l'inferno.

D'altronde l'uomo è al sicuro in soli due luoghi, uno è il paradiso, l'altro l'inferno: soltanto lì Dio è certo.

Finché c'è un io l'uomo non può che andare all'inferno.

L'io può però dissolversi, tramite la Grazia che annulla l'illusione.
Con la fine dell'illusione è la Beatitudine.
#2295
Tematiche Spirituali / Re:Reincarnazione senza memoria?
22 Febbraio 2020, 22:25:39 PM
L'io non vuole dissolversi e così s'immagina possibili soluzioni per continuare a esserci.

Come un aldilà dopo la morte, oppure la reincarnazione...

Ora sta venendo di moda l'idea di poter un domani sopravvivere alla morte del corpo, trasferendo le nostre capacitá mentali, magari anche solo le informazioni che risiedono nel nostro cervello. Perché quello pensiamo di essere...

Tante idee per sopravvivere in qualche modo...
Una più assurda dell'altra.

Nascono tutte da un'illusione, l'illusione dell'io.

Eppure basterebbe chiedersi cosa conta per "davvero" in questa nostra vita.

Dove tutto è nulla, tranne... il Bene.