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Messaggi - niko

#2281
Citazione di: Alberto Knox il 16 Agosto 2022, 19:28:42 PMha a che fare con l'esperienza Niko, di tutto ciò che possiamo fare esperienza si può parlare, di ciò che non è esperienziale non ne possiamo parlare. Quindi male, essere felici o tristi ecc...sono concetti che derivano dall esperienza del bene, del male, dell essere felici e dell essere tristi. é questa antinomia che la vita ci consegna, non si può dire, "ah ma dio avrebbe potuto fare diversamente.."


Se poniamo come premessa che Dio sia onnipotente E buono, ne consegue che egli avrebbe dovuto fare IL MEGLIO per noi...

E non credo che QUESTO sia il migliore dei mondi possibili, tu che dici?

#2282
Citazione di: Alberto Knox il 15 Agosto 2022, 23:34:06 PManche questo è un concetto poco filosofico, come si fa a sapere di essere felici se non si conosce la tristezza? come si può compiere un opera di bene se non si conosce il male? come si fa a dire di amare se non si conosce l'odio? come si fa a pensare se non si possono dire i se, i ma , i però, i forse.


Non credo che il male serva a farci conoscere il bene per opposizione dialettica, se è questo che intendi.

Bene e male in fondo riguardano la volontà, non la conoscenza, e, in una concezione non banale della vita, vi è contraddizione, se non anche gerarchia di priorità, tra conoscere e volere.

Il male ha a che fare con il principio di individuazione, non con la conoscenza. Il male é differenza/differimento tra desiderio e realtà. Diverso per tutti e uguale per tutti. Un contrasto tra essere e volere.

Qualcosa contro cui si invoca il potere del tempo, come metafora di una richiesta di amore all'altro. Il tempo, che sembra sovvertire tutto, verrà a sovvertire anche il male? La differenza, implicita nel desiderio, si risolverà in uguaglianza? Si risolverà in una comunità almeno duale di desiderio tra il sé e mondo, tra sé e l'altro?

Questa secondo me è la domanda umana sul male. Una domanda che chiede se l'altro voglia quello che vogliamo noi. Se la comunità e la legge siano possibili nel desiderio.

Che va oltre, il principio stoico per cui si conosce il bene tramite il male. Il bene è l'oggetto del desiderio, ma in natura si è nemici, con chi ha il nostro stesso oggetto del desiderio, e amici con chi ha, in modo più "immediato", e condiviso, il nostro stesso desiderio, a prescindere dall'oggetto. La pace è la dinamica degli uomini che si tolgono i desideri, tra di loro, la guerra quella degli uomini che si tolgono gli oggetti del desiderio, tra di loro. La comunità di intenti la fa il male, non il bene. L'esperienza, non la conoscenza.









#2283
Secondo me Il bene e' l'oggetto variabile e indefinibile universalmente della -propria- volonta', (sono eticamente prospettivista) dunque la volonta', incerta, di un eventuale Dio, rispetto a quella, certa, del concreto e verificabile uomo vivente, e' ridondante (vana) od ostacolante (ostile) per definizione.

La volonta' esiste in un contesto di altre e precedenti volonta' , e sente la differenza che la genera come contrasto.

La questione del sacro e della volonta' di potenza.

Le volonta' di cui e' costituito il mondo si vogliono tra di loro per dominarsi e al limite per servirsi. Secondo l'ordine del tempo esse si vogliono -prima o poi-  tutte, ma non certo tutte contemporaneamente.

In altre e piu' semplici  parole, non necessariamente tutto il bene e' piacere o riconducibile al piacere (edone') , ma certamente nessuno (nessun altro) conosce il bene di un uomo piu' di lui stesso colto nell'attimo stesso del suo conoscere; non c'e' un "giudice" assoluto dei vari possibili giudizi degli uomini; se quello che un uomo considera il suo bene nel corso della sua vita cambia, possiamo forse dire che quell'uomo attraversa un'evoluzione etica o spirituale, ma non possiamo puntare il dito e dire quale dei beni possibili, che sono -e sono stati- relativamente veri a giudizio di quel qualcuno secondo l'ordine del tempo sia "il piu' vero" : la verita' e' il loro stesso cambiare, il loro stesso movimento.

Dunque se amiamo e facciamo nostra quella che crediamo essere la volonta' di Dio,  comunque la amiamo e la facciamo nostra in modo strumentale, perche' dia un senso alla nostra vita.

La volonta' del Dio biblico ad un certo punto smette di fare epoca ed essere al centro del mondo perche' e' pensata come eterna, come volonta' eterna, mentre l'uomo moderno ad un certo punto della sua storia comincia ad essere maturo per confrontarsi con la realta' di una volonta' che vuole cambiare e che cambia, che e' essa stessa flusso.

La teodicea delle principali religioni monoteiste poi secondo me e' assurda fin dall'inizio, fin dalla creazione stessa del mondo che, si badi bene, da ortodossia non puo' essere considerata un panteismo o un'emanazione proveniente da un dio buono, ma va considerata una creazione in senso forte: se una creazione e' reale e non solo artificio, ne consegue che in essa si crea l'altro e il differente da se, e l'archetipo minimo della differenza risiede eracliteanamente nell'opposizione e nella contrarieta' , quindi la pura logica filosofica a mio modesto giudizio vincolerebbe un dio assolutamente buono a creare il male.

Il contrario esatto della storiella del: "ci ama e ci ha creati perche' ci ama" .

Viceversa un dio buono che crea altro bene (quindi che accresce o duplica se stesso, di fatto non crea nulla) lo vedo come completamente svincolato dalla logica, e quindi di scarso interesse filosofico, e un pieno antropomorfismo della comune esperienza di accrescimento e culminazione del bene nel suo umano troppo umano aspetto di conquista predatoria e di naturalistico piacere.

Anche ammesso che abbia in qualche modo creato il mondo come reale altro da se pur non creandolo intrinsecamente malvagio, poi ha avuto pieta' di noi che ci siamo condannati a soffrire da soli e ha mandato se stesso a morire sulla croce per salvarci da se stesso.

Crearci intrinsecamente non liberi ma SOLO felici sarebbe stato troppo semplice.



#2284
Scienza e Tecnologia / Re: Dieci miliardi di ...
15 Agosto 2022, 15:17:55 PM
Per la scienza Dio e' (o almeno dovrebbe essere, in uno spirito scientifico fedele al metodo e sincero) un'ipotesi inutile, un'ipotesi che pur formulabile non passerebbe il fatidico rasoio di Ockham: potrebbe anche ben esserci Dio, ma, nell'ambito specifico della scienza, e' esplicitamente "vietato" spiegare X con Dio (o meglio, con l'ipotesi/Dio) laddove si stia cercando spiegare X.

(X=qualsiasi cosa o fenomeno osservabile, al limite anche l'intero universo).

I primi scienziati erano cristiani, eppure facevano scienza.

Quindi mi sento di affermare, senza polemica con nessuno, che la scienza moderna e' un grande sforzo conoscitivo volto a dimostrare, non gia' l'inesistenza, ma molto di piu', la RIDONDANZA di Dio come artefice e creatore  dell'universo.

Lo scienziato parte dall'ipotesi che l'universo in se' stia in piedi e "funzioni" senza Dio, che egli sia credente o no.

Rispetto alle radicate e millenarie abitudini mitopoieiche e cosmogoniche dell'umanita', la relativa novita'  della scienza consiste nel mettere a disposizione dell'umano pensante qualcosa di altro/da/Dio al fine di spiegare l'universo.

Dico relativa novita', perche' , a postulare altro da Dio per spiegare il cosmo, ci erano arrivate anche molte altre filosofie, pseudo religioni e visioni del mondo precedenti. L'altra è piu'  radicale novita', propria della scienza moderna, e' naturalmente il metodo, sperimentale e matematico.

E per me ben venga spendere miliardi per la scienza; se ne spendono altrettanti per cose molto piu' inutili, tipo la pubblicita' e gli armamenti.

#2285
Scienza e Tecnologia / Re: Natura e sessualità
07 Agosto 2022, 02:27:22 AM
Purtroppo, nel caso specifico dell'uomo, la prospettiva di sopravvivere alla sua stessa evoluzione (tecnica) umana (e quindi intendo di sopravvivere all'incompatibilita' sessuale stessa degli attuali con i posteri, o dei vicini con i distanti in una eventuale disseminazione implicante l'isolamento, quale segni comuni del mutamento di specie negli animali) in quanto forma disincarnata di coscienza e' una prospettiva estremamente realistica: la comunita' delle coscienze GIA' QUI E ORA non e' la comunita' degli individui di una specie, non vi corrisponde e non puo' corrispondere. 

Un cataclisma che spazzi via tutti i corpi ha buone possibilita', di spazzare via anche tutte le coscienze, ma non la certezza.

La goccia contro la pietra dell'evoluzione, che spazza via per natura ogni forma animale, ha pessime possibilita' , di per se', di spazzare via l'uomo, o meglio quello che oggi intendiamo per uomo, quindi lo spirito, l'autocoscienza dell'uomo. Anzi quasi nulle. Si tratterebbe di far regredire l'autocoscienza alla sua stessa mancanza, non di modificare o codificare i corpi.

Le coscienze non fanno sesso e non fanno figli, tramandano istruzioni e possibilita' di plasmazione nel comportamento di corpi interpretati come generici tramite la relazione significativa e la parola.

Quello che impedisce la fertilita' dei rapporti sessuali non e' la stessa cosa di quello che impedisce la trasmissibilita' di queste istruzioni, basti pensare ad esempio alla condizione dei figli adottivi.

L'uomo e' arbitrariamente violento con gli atri uomini viventi e a lui vicini che non abbiano la parola o che non abbiano la sua stessa lingua o parola, e arbitrariamente tollerante e inclusivo con tutte le varie componenti -animali, divine o tecnologiche- del suo ambiente che ritiene abbiano la parola pur non essendo essendo esse propriamente umane, o pur non essendo esse propriamente viventi o vicine in senso stretto.

Noi parliamo al vento, alle stelle,  ai morti, agli dei, ai telefoni, ai robot, agli animali, proviamo perfino a parlare con gli extraterrestri.

Non parliamo solo tra di noi, anche se a volte ci piace pensarlo.

Il proggetto dell'uomo e' la separazione della comunita' virtuale delle coscienze e dei parlanti dalla comunita' corporea degli individui reali.

I figli si concepiscono in una notte e poi si plasmano alla loro piena "umanita' " con la parola. Per mesi ed anni.

Quindi no, la natura non elimina per inerzia ogni antropomorfismo, anche se in un certo senso elimina ogni categoria fissa, ogni tradizione e ogni ideologia.

Rimane il campo generico dell'autocoscienza, il grande palcoscenico meta-riproduttivo ed istruttivo di tutto l'uomo, che per quanto ne sappiamo di per se' non e' una vittima predestinata dell'evoluzione naturale: una volta posto,  ha durata e ripetibilita' indefinita, superando immensamente non solo la vita media degli individui, ma anche quella delle specie.

L'eliminazione degli antropomorfismi, se deve essere, deve essere attiva.

L'inerzia della fisica e della natura in questo non ci assiste.

Non compie il lavoro (nichilista) di tale eliminazione per noi o al posto nostro.

Le cose materiali, e al limite i corpi dei viventi, sembrano fluire in una metamorfosi continua in cui nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma; ma la vita come autocoscienza, viceversa, sembra venire dal nulla e tornare nel nulla. 
Quella della vita intesa come pathos e sentimento del vivere sembra una questione che implica il nichilismo come sua descrizione naturalistica piu' minimale e semplice, con buona pace di Severino.

Insomma la vita non ha la stessa connotazione dinamica lawoiseriana della materia. Il venire al nulla e tornare nel nulla significa quantomeno discontinuita' nella trasformazione, se non negazione, della trasformazione.

Ritornare, al flusso stesso della trasformazione, riguadagnare il proprio "posto", dinamico, in una trasformazione conservativa dell'eterno, dicendo "no!" alle imposture di essere e nulla, e' quanto di piu' nobile la vita possa fare.

Ma non e' scontato che lo faccia.



#2286
La mia riflessione e' sempre che il passato e' una dimensione temporale CHIUSA alla volonta' /progettualita' umana e APERTA all'umana coscienza/conoscenza.

Viceversa il futuro e' quella dimensione temporale CHIUSA alla coscienza/conoscenza e APERTA alla volonta' /proggettualita'.

Se si collocano il bene e il male in queste due dimensioni temporali, allora abbiamo una differenza etica esperienzialmente vissuta come una differenza temporale, un sentimento etico del tempo.

Se vi era lunga e consolidata abitudine a collocare il bene nell'una e il male nell'altra, quando qualcuno o qualcosa improvvisamente le "scambia", ci fa vedere il mondo in prospettiva temporale opposta, allora abbiamo una "rivoluzione".

Che pero' va pensata come rivoluzione nel sentimento del tempo.

Come rivoluzione nella priorita' "salvifica" tra conoscenza e fede/volonta' , tenendo conto pero'  che conoscenza e fede/volota' non sono la stessa cosa perche' preferiscono, per loro natura, delle dimensioni temporali diverse, "operano", in dimensioni temporali diverse.

Dal nostro presente vediamo "nitidamente" il nostro passato, ma non abbiamo alcun potere su di esso.

Non vediamo, o vediamo solo nebulosamente il futuro, il luogo e il tempo stesso dell'indeterminato, ma, soprattutto tramite l'istinto e la tecnica, abbiamo entro certi limiti potere su di esso e lo determiniamo.

Lo scegliamo. Lo plasmiamo con la nostra volonta' avvantaggiandoci proprio della sua indeterminatezza.

Lo scambio tra futuro e passato e' effettivamente uno scambio tra conoscenza e potere, opposti che in una loro sovrapposizione brutamente "immediata", istantanea, non potrebbero proprio coesistere, in quanto la conoscenza, essendo determinazione, crea un ordine esteriore/esterno al conoscente, e il potere, senza la conoscenza, si riduce al doloroso fallimento e all'arbitrio.

Fatta questa lunga o sono sostanzialmente d'accordo con quei filosofi, tra cui sicuramente il nostro contemporaneo e per certi versi molto criticato Galimberti, che hanno sostenuto che l'importanza del cristianesimo risiede nella "rivoluzione" intrinseca nell'accordare, da parte del cristiano, finalmente la preferenza etica al futuro, in un mondo platonico (memorico e decadente), che aveva sempre accordato la preferenza etica al passato.

"Verra' il regno di Dio" sostanzialmente significa che il futuro (il regno di Dio) sara' migliore del passato (il tempo dela prova).

Non importa, a questo fine, se la rivoluzione la faremo noi, o se la fara' Dio stesso.

Importa il fatto stesso che il futuro sara' migliore del passato.

La rivoluzione non e' etica, non e' politica, non e' religiosa, ma e' posizionale e prospettica rispetto al sentimento stesso del tempo.

Un pensiero della decadenza, preferisce il passato. Un pensiero dell'eskaton e delle cose ultime, preferisce il futuro.

Il cristianesimo non e' un puro platonismo, ma solo perche' il vero e originario platonismo vive di conoscenza e reminiscenza, colloca il mondo delle idee, (e dunque il bene) nel passato; il cristianesimo viceversa  vive di fede e di folli anticipazioni, colloca il mondo delle idee (e dunque il bene) nel futuro.

Il passato e' il luogo della conoscenza, ma e' stato proprio l'evento -e l'avvento- dell'affermare con forza, da un certo punto del tempo in poi,  che non salva la conoscenza, ma salva la fede, a svalutare eticamente il passato. E quindi a "sovvertire" la gerarchia delle dimensioni temporali che era propria dell' originario platonismo.
La vita non e' piu' valutata a partire da un suo ipotetico stato di prenascita, ma da uno di postmorte. Sembra quasi lo stesso, ma a ben vedere cambia tutto.
Non si tratta piu' di recuperare un punto di vista (genuinamente gnostico o platonico) sull'increato, un punto di vista in cui la creazione, proprio come la nascita, non sia la realta' ultima; ma di giustificare per davvero la nascita e la creazione, di prenderle sul serio.

Questa e' la vera implicazione del paradiso e della resurrezione, non importa se siano futuri o immanentemente presenti, se siano una realta' o una metafora. La vita deve attraversare la morte per valutarsi, e quindi anche la nascita, l'incarnazione, e' una necessità. E' un fatto, che il MATERIALISTA Aristotele piacque ai cristiano medioevali europei piu' dello SPIRITUALISTA Platone.

"Il maestro di color che sanno". Uno che diceva che l'anima era mortale e Dio aveva senso solo in quanto Dio del mondo. Se fosse stato un loro contemporaneo, lo avrebbero messo al rogo in cinque minuti. Ma sostanzialmente piacque piu' di Platone perche' non spiegava solo la possibilita' astratta del mondo, ma la sua concretezza e necessita'. Non il suo prima, ma il suo dopo.

Il tempo in senso umano esiste perche' la volonta' se ne fa qualcosa del tempo, preferisce nel tempo, preferisce delle parti e delle fasi del tempo a delle altre.

La realta' ultima e' la volonta', non il tempo.

L'eskaton e la decadenza sono giudizi sul male e sulla sofferenza dati dall'umano e dal presente, il vero oggetto del contendere e' l'irreversibile, non il tempo.

Se poniamo che il bene abiti nel passato, allora il male e' irreversibile. E' qualcosa che segna il tempo facendolo andare verso il peggio a partire dal punto della sua manifestazione.

E il desiderio, in quanto desiderio del bene perdibile o perduto,  si rivolge al bene nella sua purezza. All'eterna primavera in cui non si soffere neanche nella memoria. All'innato e all'increato. E' il desiderio che il passato sia noto, e che la dimensione del noto contenga solo il bene.

Se il bene abita nel futuro, allora il male e' reversibile.

Il desiderio si rivolge non al solo bene, ma alla fase temporale frammista della trasformazione del male in bene. "Liberaci dal male".

Il male non serve solo da lezione, ma da criterio di intendimento diretto; per chi e' nel male il bene significa la trasformazione del male in bene, un processo che si avvantaggia spontaneamente del flusso del tempo, non uno che ne sia ostacolato.

Il tempi e' creato dal bene per il bene, l'ordine del tempo prima-e-dopo non puo' che essere un ordine migliorativo, col maggior bene dopo e il minor bene prima.

Il sacrificio stesso di Cristo non viene a restaurare, ma a migliorare. E' il concetto della misericordia e della provvidenza.

E' dunque il giudizio sulla possibilita' del bene e sulla reversibilita' del male, se vogliamo il giudizio sulla morte, che e' cambiato nel cambiamento dal pensiero della decadenza a quello dell'eskaton, non il giudizio sul tempo in quanto tale.

E' questa la dialettica tra preferenza etica del passato e preferenza etica del futuro: la prima racchiude e maschera  un nichilismo della volonta' (come forza attiva) , la seconda un nichilismo dell'oggetto di coscienza (e quindi potenzialmente anche di ogni possibile oggetto voluto); e solo contemplandoli entrambi si puo' capire il presente come punto di rottura, come punto di osservazione e di azione del desiderio.

La stessa cosa la ritroviamo identica nel passaggio da un'etica sostanzialmente intellettualistica come fu quella originaria platonica e greco-classica, a un'etica delle intenzioni e del libero arbitrio, come fu quella compiutamente cristiana.

L'intellettualismo etico socratico trova il suo limite e il suo essere controintuitivo nel fatto che svaluta, o meglio automatizza, rende inumana e impropriamente generica la volonta' , per valutare ed elevare al massimo grado quello che non e' volonta' ma semplice discernimento:

"tutti gli uomini vogliono il bene ma (purtroppo) non tutti gli uomini conoscono il bene."

Il problema dell'etica consiste nel far conoscere il bene agli uomini. Una volta che gli uomini conosceranno il bene, automaticamente, inevitabilmente lo sceglieranno. Chi non sceglie il bene, dimostra solo di non conoscerlo fino in fondo, di non averlo nella mente e nel cuore.

Qui il bene e' sempre l'oggetto del desiderio e solo a volte l'oggetto della conoscenza, quindi la differenza la fa la conoscenza, con la sua accessibilita'  e i suoi contenuti.

Il concetto teologico del libero arbitrio, anche se nelle formulazioni piu' raffinate si tenta, in modi piu' o meno riusciti, di farlo derivare dall'intellettualismo etico socratico, in realta' funziona in modo diametralmente opposto: svaluta, nel senso che automatizza, universalizza impropriamente, il discernimento del bene e del male, per valutare al massimo grado la volonta':

Tutti gli uomini sono creati da Dio e hanno in se' la scintilla positiva del discernimento del bene, ma (purtroppo) non tutti gli uomini fanno il bene.
Semplicemente perche' tutti sono liberi e alcuni non lo vogliono fare.

La resposabilita' del male fatto e' nostra perche' Dio, al netto delle prove e delle tentazioni, ci crea abbastanza perfetti da distinguere il bene dal male. Se poi il male lo facciamo o no e' una pura questione di volonta', in cui la conoscenza entra solo marginalmente.

Qui il bene e' sempre l'oggetto della conoscenza e solo a volte l'oggetto della volonta'.

E' possibile ed eticamente tematizzabile una cattiva volonta'.
La differenza, qui la fa la volonta'.

Ma la volonta' agisce sul presente e sul futuro, la conoscenza e' sempre conoscenza del passato.

Eticizzare la conoscenza, o eticizzare la volonta' e' sempre eticizzare alcune dimensioni temporali piuttosto che altre.

Solo se passato e futuro sono uguali, sono in assoluto inadatti a contenere e "descrivere" bene e male.
L'uguale contiene l'uguale. E noi vogliamo che bene e male siano diversi, che non siano contenuti in due termini di una qualsiasi eguaglianza.

L'eterno ritorno, l'idea nietzscheana che attribuisce eguaglianza di contenuto a futuro e passato, insegna a non sentire la differenza etica (bene e male) come differenza temporale (passato e futuro).

A farsene qualcosa di ulteriore del bene e del male che non sia collocarli in passato e futuro. In nessuno dei "due" ordini storici finora classicamente e religiosamente sperimentati.

E' oltre cristianesimo e platonismo. Oltre ogni pensiero dell'eskaton o della  decadenza.

Bisogna dire che passato e futuro sono uguali contro l'ipocrisia, o comunque contro la falsita', degli uomini che li hanno usati alternativamente per contenere il bene o il male, lo spirito o la materia.

Uguali ed autocausati. Una dimensione temporale non e' causa dell'altra. Due termini di un'uguaglianza non si causano tra di loro. Un nuovo senso in cui possiamo pensare il nostro essere liberi. Lo spartiacque libero del tempo.



#2287
Citazione di: Ipazia il 01 Agosto 2022, 14:21:47 PMAnche prima non è che brillasse, ma dopo la covidemia la triplice si merita il peggio del peggio. Ignobile cinghia di trasmissione della finanza globale, con pacche sulla spalla da parte del sicario di riferimento della colonia italiana.

Non credo che molti lavoratori perseguitati siano stati così solidali con l'edx "sindacato di classe" dopo l'irruzione di FN.


A me non interessa la retorica trita e ritrita contro i sindacati scaldasedie e corrotti semplicemente perche' nel caso specifico mi interessa di piu' la realta' : la cgil e' stata colpita in quanto gli organizzatori della "protesta" passante li' vicino erano fascisti.

Un branco di fascisti.

Punto e basta.

Nella loro zucca marcia, quello era un obbiettivo di sinistra. Piu' a sinistra di loro sicuramente.

Cone vedi, si puo' parlare di un fatto reale anche con parole reali, intendo anche senza populismo (onnipresente laddove non serve) e senza retorica.

#2288
Citazione di: Ipazia il 01 Agosto 2022, 08:18:27 AM"Quando la menzogna prende l'ascensore, la verità sale le scale, ma alla fine arriva"

Celebrazione di Luc Montagnier da parte di Vanni Frajese, noto nar con tirapugni in tasca, che spiega, entrando nei meandri della "scienza", perché la menzogna è menzogna:

https://www.byoblu.com/2022/07/26/vaccino-covid-e-o-non-e-una-terapia-genica-il-dilemma-spiegato-da-giovanni-frajese/


Il mio riferimento agli ex nar col tirapugni in tasca e ai carabinieracci in pensione in cerca di una nuova "giovinezza" in tutti i sensi, era naturalmente agli estremisti di destra Fiore (l'assaltatore tra l'altro della sede cgil) e Pappalardo, a Roma molto noti e agitatori di personaggi obbiettivamente abbrutiti e violenti, magari ogni altra citta' avra' realta' fetenti locali simili abbastanza note; e tu te lo sei pienamente meritato, il riferimento, affermando che si puo' votare "chiunque" prometta di liberarci del regime covidemico: proprio "chiunque" no, visto che in una delle manifestazioni anti ditratura covid, in quanto organizzata da fascisti, c'e' stato l'assalto a un sindacato.

C'e' modo.nelle cose, e anche nelle sparate.

#2289
Attualità / Re: Elezioni 2022
31 Luglio 2022, 23:04:58 PM
Jacopus e Eutidemo sensati, Antony Ipazia e Inverno mi sembrate pazzi, con il vostro tanto peggio tanto meglio o con la vostra draghianita' di fondo.

Ipazia, non so se ti rendi conto che al momento attuale non sappiamo neanche se esistera' o meno un'emergenza pandemiaca con la triste gestione dittatoriale a cui siamo abituati a settembre/ottobre, o se il covid se ne andra' finalmente nel museo degli orrori passati, almeno a livello di emergenza liberticida, e le priorira' e le emergenze demenzialmente imposte e gestite saranno tutt'altre (crisi energetica?).

E tu parti gia' in quarta contro i mulini a vento: pretendere di sapere tu personalmente una cosa che non la sanno neanche gli scienziati, ne quelli onesti ne quelli corrotti, cioe' se tornera' o no l'ondata psico/somatica di demenza covid, e' una cosa assurda.

Credere come allocchi a qualunque politico prometta di abolire il regime covidemiCo per raggranellare i voti di un certo tipo di insoddisfatti pure, e' una cosa assurda, se quel politico non ha a monte un retroterra di credibilita' , pur condividendo qualsiasi odio per il regime da te chiamato covidemia.

Ripetutamente, di recente, fascisti e "carabinieri in pensione" vari, obbiettivamente  "non rappresentati in parlamento" hanno parlato contro quella che tu chiami  la covidemia.

Alcuni hanno anche devastato la sede di un sindacato e fatto un raduno pubblico sotto il nome di "marcia su roma".

Gente in buona parte gravitante intorno agli ambienti del tifo violento e della piccola e grande criminalita'.

Gente che probabilmente gira col coltello e/o col tirapugni in tasca.

Gente che probabilmente appena puo' e pensa di farla franca, aggredisce per strada chi ha un taglio di capelli o un colore della pelle a che  non garba al conformismo destroide italiano.

E noi Che facciamo,  se si presentano li votiamo?

Perche' anche loro dicono dicono di essere contro la dittatura sanitaria?

Capeggiati da un ex maresciallo dei carabinieri e da un ex nar?

Suvvia...

#2290
Anche ammettendo (scusate per il fuori tema) che tutti gli stati siano etici (quindi "etici" nel senso in cui lo intende Ipazia), penso che sia apprezzabile il tentativo storico, specifico della tipologia di stato liberale, di superare, negare o comunque obliare la propria eticita', trasferendola nella/e frammentaria/e eticita' del cittadino.

A me interessa il lavorio storico sulla consapevolezza -complessiva e individuale media-  dell'eticita' dello stato, e mi continua a interessare vieppiu' nell'ammettere che tutti gli stati siano etici; allora rilancerei il problema affermando che comunque non tutti gli stati, che lo sono, sanno di esserlo, etici, e in questo si distingue forse la specificita' storica dello stato liberale, come stato che vive dell'oblio/negazione della propria eticita'.

#2291
Citazione di: Ipazia il 29 Luglio 2022, 14:10:01 PMLa Russia ci ha liberato dall'Isis sponsorizzata Nato e tanto basta. Quanto al polverone sul fascismo, citando Forrest Gump, fascista è chi fascista fa.

Dopo le guerre Nato, il golpe ucraino, la covidemia, Monti e Draghi, non c'è partita per stabilire obiettivamente chi "fascista fa". Perfino togliendo lo scettro a Casa Pound e FDI. E pure alla Lega.


Ipazia, veramente non capisco come fai a continuare a presentare Lega e Fratelli d'Italia come il male minore anche dopo che negli usa, per colpa di partiti che, diciamo così, "strizzano l'occhio", per usare un eufemismo, alla feccia fascista e fanatico religiosa esattamente come fanno loro, è saltato il diritto all'aborto.

Io lo stato etico non lo voglio. Vatti a  vedere le posizioni della Meloni sul fine vita e come essa ha contribuito al tempo, con la sua infamità, a prolungare l'agonia di Eluana Englaro.

Se salteranno aborto e fine vita anche qui in Italia, sapremo chi ringraziare.

Masse di analfabeti funzionali e di idioti che, magari giustamente esasperati dalle recenti politiche economiche, sanitarie e guerrafondaie fallimentari, avranno pensato bene che votare partiti dal chiaro retroterra
clerico-fascista fosse una valida alternativa. In funzione puramente anti pd e anti cinque stelle naturalmente.
Insomma votiamo fascista perché pd e cinque stelle obbiettivamente hanno rotto le scatole. Mica perché siamo fascisti anche noi. Perché l'analfabeta funzionale vota sempre CONTRO qualcosa, mai PER qualcosa.

E perché è risaputo che i fascisti, quando vanno al potere, non fanno niente di male.

Non toccano aborto, fine vita e diritti civili. Non perseguono il nostro glorioso passaggio da una colonia degli usa a una colonia del vaticano. Non aumentano il già consolidato diritto della nostra polizia ordinaria e penitenziaria a uccidere e torturare.

Se ci sono ambiguità sul sostegno di Meloni e Salvini a Putin, non ce ne sono sul loro sostegno a Trump, quello che ha salutato il disastro dell'aborto negli usa... come una vittoria dei diritti della vita e dei piccoli fetini.

Per forza, ce li aveva messi lui, i giudici che hanno combinato il disastro.

C'è il decreto che la Meloni a suo tempo ha firmato per continuare a tenere Eluana attaccata a delle macchine.

Alleanza nazionale. Fiamma tricolore. Togliatti. Un paese che non ha mai liquidato il fascismo, ma l'ha amnistiato.

E quello che hanno in comune i fascisti e gli stalinisti, mi dispiace dirlo, è proprio lo stato etico.

Il primato nazionale e lo stato etico.

I -veri- comunisti ci vomitano sopra, sul primato nazionale e sullo stato etico.


#2292
Tematiche Filosofiche / Re: L'essere funzionale
28 Luglio 2022, 17:59:37 PM
La parola è il primo essere funzionale, e non si supererà mai l'uomo finché non si supererà la parola.

Nessuno ha mai visto l'equivalente materiale di una parola, eppure la parola forgia la società e la dimensione dell'intersoggettivo, mette d'accordo gli uomini riguardo alle cose.

Diventare consapevoli di fingere -dissimulare, ovvero uno degli aspetti del nichilismo- aiuta a scegliere se e cosa fingere, e responsabilizza il fingitore di turno nella scelta situazionale della finzione, guadagnando un grado minimo di indeterminazione e forse di libertà per l'uomo nichilista, mentre chi finge senza sapere di fingere (l' "idiota" metafisico) finge -amoralmente- sempre nello stesso modo, o quantomeno sempre nello stesso modo al ricorrere delle stesse situazioni e degli stessi stimoli.

Rimane però il fatto che fingere qualcosa è necessario, perché il mondo di per sé non ha senso agli occhi dell'uomo, e dunque la "funzione" stessa della maschera presso la tragedia: il "vero" motivo per fingere e di fingere è la sofferenza, tutti gli uomini soffrono e tutti gli uomini passano necessariamente da una finzione all'altra, e il tipo umano del dissimulatore, colui che passa da una finzione all'altra entro certi limiti volontariamente, non è destinato a maggior gloria o felicità rispetto al simulatore, colui che passa da una finzione all'altra secondo il caso/la tradizione.

Dimenticare che si finge, deriva dal dimenticare perché si finge, sostanzialmente perché il mondo vero non è bello e non è buono e allora ce ne costruiamo un altro inesistente a misura d'uomo, e dunque l' "eticità" della simulazione sta nel migliorare il mondo pur essendo falsa, mobilitando la cooperazione degli uomini che in essa credono.

Quando non fa più nemmeno questo, quando non soddisfa i bisogni di coloro che vi partecipano, una simulazione non è più eticamente accettabile nemmeno come simulazione.

Giudicare di una simulazione, vuol dire dunque aver giudicato prima riguardo alla sua causa.

La natura cooperativa delle simulazione, deriva forze dal fatto stesso che la causa della sofferenza è la nascita stessa e il principio di individuazione, quindi di solito, in quanto individui sofferenti noi non vogliamo sostituire una realtà individualizzante con una simulazione altrettanto individualizzante, ma una realtà individualizzante con una simulazione erotica e cooperante.

La simulazione "naturale", o spontanea, per la condizione umana, è oppositiva, alla realtà, ne cambia il segno; non ha motivo di essere riproduttiva, della realtà, di mantenerne il segno, perché il problema sta, risiede, nella realtà stessa.

Anzi, di più, si simula sempre verso l'altro, la simulazione è l'unità perduta di chi viene al mondo e fa due con il mondo, un principio di non-individuazione, perché una simulazione nella sua essenza è "riuscita" quando almeno un altro essere -non- la riconosce.

L'assurdo di una società che per simulazione produce il concetto estremizzato e feticizzato dell'individuo, come la nostra, non è normale e non è ricorrente in altre forme di società: simulare l'individuo è tradire lo scopo originario stesso che fu della simulazione, cioè quello di esorcizzare e superare la sofferenza individuale figlia proprio del principio di individuazione (il non-volto della maschera, che fu indossata, appunto, dall'attore tragico, nella situazione tragica, ma funzionale, di simulazione originaria).

Noi siamo dunque nell'iper realtà di una società che ormai simula direttamente con il volto, e non più con la maschera.

Il problema dell'individuo/individuazione è aumentato, anzi sdoppiato, non risolto, da questo tipo, vano, di simulazione.





#2293
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
22 Luglio 2022, 15:24:27 PM
Citazione di: Ipazia il 22 Luglio 2022, 14:39:54 PMI profeti definiscono "preistoria" dell'umanità quella caratterizzata dalla dominazione di classe e dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, totalmente effettuale anche sotto il dominio del Capitale che ha aggiunto di suo un surplus "scientifico" di inumanità.

Ciò non dipende da una non meglio identificata "natura umana" né dall'antitesi semplicistica egoismo/altruismo, ma da specifiche dinamiche storiche che hanno perpetuato la dominazione di classe in forme mutate e rafforzate (stato, ideologia, diritto, violenza repressiva e militare, espropriazione, alienazione).

Che i profeti non siano nichilisti lo dimostra l'antitesi preistoria/storia, declinata in senso squisitamente umanistico.



La storia, se risiede nel futuro, con ogni probabilita' non esiste.

E a ben guardare nemmeno la preistoria, se essa retoricamente la facciamo risiedere nel presente.

Cio' che risiede nel passato poi, e' inattingibile alla volonta'.

Lo spettacolo deve ancora cominciare.



#2294
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
22 Luglio 2022, 12:50:17 PM
Nel marxismo l'uomo.non e' ne buono e ne' cattivo, e' determinato dalla struttura
socio-economica , quindi e' indefinitamente variabile al variare della struttura stessa.

Non e' difficile da capire come concetto, ne deriva per altro il rifiuto del terrorismo anarchico piccolo borghese alla Gaetano Bresci o Sante Cafiero, per dire, perche' ammazzare fisicamente i singoli potenti e' inutile se non cambia la struttura, la struttura, se immutata, produrra' altri potenti identici in fotocopia a quellia appena ammazzati; il rifiuto del terrorismo e' dunque eminentemente pratico, non morale.

Lo stesso principio di inerzia storica per cui non si sarebbe potuta fermate la seconda guerra mondiale o i campi di sterminio ammazzando Hitler da giovane o da piccolo, e per cui Hitler non puo' essere considerato il male assoluto, ne' tantomeno un' espressione del male metafisico.

In caso di attentato individualista piccolo borghese eliminate Hitler, sarebbe andato su al potere un altro bastardo al posto di Hitler e tutto sarebbe andato piu' o meno allo stesso modo, insomma la novita' teoretica e' che si comincia a guardare alle circostanze statistiche e massive in generale, e non solo alla lotta di classe in particolare, come motore della storia.
Il che ha implicato una certa, innovativa per i tempi, presa di coscienza e considerazione
(che definirei anticristiana, antikantiana e anti etica delle intenzioni in generale) dell'irrilevanza dei singoli rispetto agli scenari, appunto, massificati e rigidamente strutturati  in cui essi agiscono.

Pensate alla differenza di questa concezione strutturale e statistica della storia con la classica concezione della storia come storia dei grandi nomi e delle grandi battaglie.

Poco dopo Marx, la sociologia come scienza non esatta ma almeno con un certo grado di riproducibilita' e verificabilita' (Comte, Durkhaim eccetera) muoveva i suoi primi passi.

Per Marx il valore delle merci si forma non nell'eterno presente del mercato, ma nel flusso temporale del processo produttivo.

E' il lavoro a conferire valore.

Marx e' anche il primo a parlare di leggi economiche non assolute ma relative al sistema economico: la legge economica fa sistema localmente e momentaneamente, e in questo si puo' leggere il distacco definitivo tra societa' e natura, e il feticismo della merce come l'illusione che una data societa' sia natura, o che la natura sia una data societa'.

La natura sorge nella mante umana dall'oblio stedso dell'artificio, esattamente con lo stesso movimento con cui l'artificio puo' obliare e sovrastare la natura.

In questo contesto, se si chiede:

"Come e' l'uomo, se buono o cattivo, altruista o egoista nel marxismo?"

Nel marxismo l'uomo e' neutro, indefinitamente plasmabile perche' indefinitamente rispondente alle strutture sociali, specchio di tali strutture.

Al di la' del bene e del male.

Contro la linea Fusaro-Preve che afferma che il marxismo sia un antidoto al nichilismo, per me, decisamente, il marxismo e' un nichilismo.

In esso buono, naturalmente, ma sempre un nichilismo.

#2295
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
21 Luglio 2022, 16:41:45 PM
Citazione di: InVerno il 21 Luglio 2022, 15:33:49 PMNon so cosa dovrei commentare del comunismo, non è mancanza di rispetto a te, è semplicemente che è morto e nessuno lo riproporrà mai più, è' un pò come parlare di faraonismo. Potete continuare a sperare quello che volete, nel collasso del sistema, in colpi di stato, in una meteora, rappresentate sempre l'1-2% in tutto il mondo media anni 60, e lo zero tra i giovani, tempo due funerali e sarà storia. anche ci svegliassimo dopo il diluvio universale, faremmo tutto fuorchè il comunismo, sempre che nel diluvio non siano andati persi anche i libri di storia.

Quello che dico riguardo alla guerra è fattuale, potrà cambiare in futuro, ma io direi che le chances che questo conflitto si espanda ulteriormente si sono estremamente ridotte, compreso il fatto che in Russia sta drasticamente calando il consenso verso l'operazione speciale.


se non hanno perso i libri di storia degli ultimi cinquemila anni, sicuramente non istituiranno il capitalismo, la società di classe e nemmeno la proprietà privata dei tre principali mezzi di produzione che si sono "alternati", per modo di dire, nella nostra storia:

schiavi-terra-capitale.

Che poi gli schiavi, in una forma o nell'altra sono sempre rimasti, per questo alternati tra virgolette.


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Comunque, per essere ancora più chiaro per quanto riguarda il resto, a me, proprio personalmente, il fascismo, e dunque anche la degenerazione dell'euromaidan, non fa schifo perché illegale: mi fa schifo intrinsecamente perché fascismo.

Un paese fino a pochi mesi prima multietnico, multilinguistico, multiconfessionale e pacifico, che si trova governato da un pallone gonfiato andato su con lo slogan:

Una (sola) fede, una (sola) lingua, un (solo) esercito.

Una sola, quella pseudo-maggioritaria del branco, e tutti gli altri, che del branco non fanno parte, come dire, "si attaccano al tram".

Questo è il fascismo. Nazionalismo demente ed estremo che degenera nella violenza e nella sopraffazione dell'altro. Non me ne frega niente, se in una data circostanza sia legale o meno, mi fa schifo e basta. Non me ne frega niente, se il pallone gonfiato in questione abbia fatto un colpo di stato, o vinto più o meno truccate elezioni.
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Io sono a posto con me stesso e con la mia coscienza in questo e nel pensare questo, e sono quelli a cui il fascismo fa schifo solo perché è illegale, che invece, secondo me dovrebbero farsi un esame di coscienza e qualche domanda, e soprattutto questa:

Se inventassero una forma legale e legalizzata di fascismo, a voi piacerebbe?

Risolto quello che mi pare individuiate come il problema principale del fascismo, intendo...