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Messaggi - sgiombo

#2281
Citazione di: paul11 il 02 Novembre 2017, 13:08:00 PM
Sgiombo,
tu fai "casino" fra determinismo e libero arbitrio.
Forse sarebbe corretto non utilizzare più i termini determinismo e indeterminismo se generano confusione.
Un corpo celeste o un fenomeno e "imprigionato" in una legge fisica .
Nessuna legge  può descrivere il comportamento umano.
La dimostrazione è che le leggi universali fisiche del dominio naturale spiegano  i fenomeni, mentre le leggi umane tentano di limitare le libertà individuali, per cui il piano della causa-effetto è completamente rovesciato.
La libertà o libero arbitrio, significa essere se stessi causa attraverso la volizione di scelte che rompono o possono rompere lo schema causa effetto, generando altre cause effetto e quindi non è prevedibile il comportamento umano.

Sono convinto che grosso modo la pensiamo uguale, ma c'è confusione sui termini

ciao
CitazioneA me sembra invece che la pensiamo molto diversamente, quasi "al contrario".

Fra l' altro il corpo umano fa parte a pieno titolo (con tutti gli "annessi e connessi", "a tutti gli effetti") della natura materiale, e dunque non può non divenire (qualunque cosa faccia, oltre che qualunque cosa subisca) ineccepibilmente secondo le leggi che ne regolano il divenire (se la conoscenza scientifica é possibile e vera: tutto ciò non é dimostrabile -Hume"!- ma é una conditio sine qua non della conoscenza scientifica).
#2282
Tematiche Spirituali / Re:Essere umili servi di Dio
02 Novembre 2017, 20:37:55 PM
Condivido le ultime considerazioni di inVerno sull' assurdità (anche, fra molto altro delle religioni) delle esigenze di culto, venerazione, adorazione, servizio, obbedienza da riservare a un ente (pardon: Ente!) per definizione "perfetto", e dunque non bisognevole di alcunché da parte di soggetti imperfetti e pieni di difetti come noi uomini.

Quanto alle considerazioni sul rapporto fra vegetali e animali addomesticati e uomo mi sembra un ulteriore rimasticatura (particolarmente penosa) delle solite farneticazioni antiscientifiche (e ideologiche, al servizio delle classi dominanti per lo meno di fatto, anche in caso di non "diretto pagamento", ma solo indiretto, attraverso carriere, diritti di autori per libri venduti dietro potentissimo "pompaggio mediatico", prebende varie) di chi (anche scienziati di professione) pretende ad ogni costo di "interpretare" (soggettivamente!) la biologia come se i geni (nel senso dei costituenti il genoma, non degli uomini intelligentissimi, che per la cronaca costoro di certo non sono) ne fossero i "dominatori" o gli esclusivi "attori protagonisti", portatori di una sorta di "volontà di potenza di shopenaueriana - nietzchiana ascendenza" anziché impersonali elementi fra i tantissimi altri: assurdità non minori e non meno al servizio della conservazione sociale di quelle delle religioni.
#2283
Presentazione nuovi iscritti / Re:Buonasera...
02 Novembre 2017, 20:15:40 PM
BENVENUTO !
#2284
X Domingo94
 
E' da quando ero un imberbe ragazzino che non considero più i Cristiani " come trogloditi antiscientifici o ignoranti che si basano su un libro".
Ma non per questo smetto di cercare di criticare razionalmente le loro credenze (come quelle di chiunque altro).
Per parte mia la mia realizzazione la trovo (o tendo a trovarla) proprio nel cercare di analizzare razionalmente il mondo in cui vivo e nel suo ambito me stesso, e non invece "nella pace con Cristo".
 
I frutti dei nostri sbagli e dei nostri peccati possono essere più o meno gravi e dolorosi, ma certamente non possono essere costituiti da un' eterna, infinita efferata tortura (casomai questo, se fosse, potrebbe essere opera di una qualche entità soprannaturale malvagissima).
 
Confido (anche se non posso esserne certo: chi vivrà vedrà) di non rivolgermi a Cristo (o a profeti di altre religioni) sul punto di morte, anche perché sono convinto che se pure tutto finisse qui, allora la vita (almeno la mia vita; non quella di altri più sfortunati di me, purtroppo!) non sarebbe affatto (stata) severa e ingiusta, ma meravigliosa; e circa la sua durata finita, effimera rispetto all' eternità, penso che "a caval donato non si guarda in bocca".
 
 
X Paul11
 
La storia dimostra che fior di deterministi non erano affatto passivi giustificatori dello stato di cose presenti (nei rispettivi tempi), ma anzi spesso trovavano proprio nel loro determinismo (talora ingenuamente ottimistico) energie e motivazioni per agire con grande vigore e "determinazione" (-!- concetto non casualmente usato comunemente, spessissimo per esprimere questi fatti ...) contro le ingiustizie e per un futuro migliore dell' umanità.
 
Il determinismo afferma che "il destino é segnato" (se vogliamo usare questa espressione non troppo felice), ma il destino di ciascuno può essere in certi casi quello di (in varia misura) subire passivamente, in altri quello di agire vigorosamente.
Il determinismo dice semplicemente che se uno esercita una più o meno grande forza di volontà (per cambiare il modo, come per cambiare se stesso), lo fa per proprio merito, perché é tale da farlo (forte d' animo), mentre il libero arbitrio, a ben vedere, afferma che lo da senza che ciò sia determinato dal suo proprio modo di essere, cioè non per merito suo, ma invece per caso.
#2285
Citazione di: Jacopus il 31 Ottobre 2017, 20:48:20 PM

Come ho già scritto da qualche altra parte, l'Europa Occidentale è il luogo più sicuro del mondo e della storia, con 1-2 omicidi ogni 100.000 persone. Un livello mai raggiunto prima. Eppure in Europa Occidentale non esiste più la pena di morte ed anche l'ergastolo sta lentamente scomparendo. La Norvegia è uno dei paesi più sicuri in assoluto, eppure a Breivik sono stati inflitti appena 21 anni (La Norvegia affitta le proprie carceri alla Svezia per mancanza di materia prima).
"Quindi secondo te, Jacopus, il principio evangelico va bene ma l'esistenza dell'anima no!!!! Che contraddizione!!! " "Già proprio così!!!!"
CitazioneNon so come si possa affermare che l' Europa Occidentale é il posto più sicuro del mondo (i quartieri Spagnoli di Napoli fanno parte dell' Europa Occidentale, come anche gli stadi inglesi e italiani e i loro dintorni, e anche quelli di molti altri paesi europei occidentali in occasione di varie partite di calcio.
Personalmente mi sentirei molto più sicuro a Cuba (a parte gli attentati terroristici talora perpetrati da anticastristi, spesso con l' aiuto provato e la protezione ex post del governo USA).

Credo invece di poter dire senza tema di smentite che la criminalità in Russia e nei peesi dell' Europa Orientale sia aumentata vertiginosamente dopo l' 89...
#2286
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2017, 19:57:25 PM
Citazione di: Apeiron il 31 Ottobre 2017, 14:38:10 PM@InVerno. Quei precetti non sono "criminogeni". Se davvero sono interiorizzati secondo me aiutano ad essere "prudenti" nelle proprie azioni. Ti fanno capire anche l'altro in misura maggiore e così via. Il problema è conciliare questi precetti con la necessità socio-politica di mantenere in vita la società. Al livello giuridico devo ammettere che la non-violenza non è applicabile (motivo per cui è chiaro che servano le forze dell'ordine) ma deve essere vista come un "male necessario", qualcosa che bisogna sforzarsi di evitare.
Non voglio andare offtopic quindi taglio corto. Leggili meglio, non sono mere reinterpretazioni della regola aurea, se li interiorizzi realmente non sarai capace di fermare un crimine nemmeno se esso si svolge davanti ai tuoi occhi (chi sei tu in fondo per giudicarlo un crimine?) E a parer mio quel "laissez faire" che alcuni hanno verso il crimine è da imputarsi proprio a questa finta umiltà - non certo esclusiva cattolica -(finta perchè siccome è inapplicabile totalmente come un assoluto morale vorrebbe, viene applicata a discrezione) criminogena nello stessa maniera dell'omertà, della codardia o della connivenza.
CitazioneSi, credo che il perdono sia facoltativo (e in generale lodevole secondo me), non dovuto a chi o chiede, cosa che contraddirebbe la giustizia.
#2287
Per Domingo94 e Paul11

Ma se noi siamo stati creati da Dio, allora siano come siamo a seconda di come Dio ci ha creati, e di conseguenza agiamo: bene nella misura in cui Dio ci ha creati buoni, male nella misura in cui ci ha creati malvagi.

Non dobbiamo confondere la libertà da coercizioni che impediscano di agire come si vuole con la casualità del volere 
Ingiusto é negare a qualcuno la libertà di agire come vuole, impedendoglielo con la violenza.
Ma uno vuole agire come vuole agire a seconda di come é (e costringerlo ad volere diversamente da come vuole o a non avere la volontà che ha sarebbe pure ingiusto, e non significherebbe concedergli alcuna libertà); ed é (se l' ha creato Dio) a seconda di come Dio l' ha creato.
Dunque agisce a seconda di come Dio l' ha creato.

Se le pene dell' inferno fossero semplicemente il rimorso per il male fatto (che però a occhio e croce mi sembra una tesi un po' eretica), non credo che ciò dovrebbe durare in eterno: di solito quando uno si pente di qualcosa dopo un tempo più o meno lungo se ne fa una ragione e pensa ad agire meglio nel futuro.
Se così non fosse, dal momento che tutti siamo, chi più chi meno, "peccatori", la vita diventerebbe ben presto insopportabile per chiunque.

Mi sembra che tutto ciò che é per qualche riguardo infinito (per esempio la durata del' inferno) dovrebbe avere senso piuttosto nel dominio dello spirito divino (che per definizione é infinito) e non nel dominio degli uomini (che sono di fatto finiti).
#2288
Citazione di: Domingo94 il 31 Ottobre 2017, 02:39:30 AM
Vi parlo da evangelico battezzato e convinto di ciò in cui credo e quindi parlo per esperienza di vita:
Dio è buono ma Dio è anche giusto. Che giusto sarebbe se non punisse il malvagio e quindi metterebbe alla pari una persona che per una vita ha cercato
di fare il suo volere ed una persona malvagia?
L'Inferno c'è poichè c'è anche il male (da sempre la contrapposizione al bene), da quando Lucifero invidiò Dio si creò il male che purtroppo è sempre insito nella nostra natura umana
sotto forma di ciò che noi chiamiamo "Carne", Dio ci dà tutte le possibilità per evitare l'inferno:
Dapprima accettare Gesù come unico salvatore
poi leggere la sua parola e farla nostra attraverso la nostra vita
e poi ovviamente anche aiutando gli altri a conoscerlo.

Io sono nuovo del forum, mi sono presentato nell'apposita sezione, spero di poter parlare a lungo con voi  :)
CitazioneBenvenuto nel forum!

Avrei subito alcune grosse obiezioni da opporti.

Innanzitutto, poiché Lucifero l' ha creato così com' é (cioé invidioso e malvagio) Dio, allora Dio é malvagio (almeno un po', altrimenti non lo avrebbe creato, oppure lo avrebbe creato buono in generale e in particolare non invidioso).

Poi rilevo che infiggere torture "efferatissime" di durata eterna, infinita é profondamente ingiusto, quali che siano le colpe che così si intendono punire: giustizia significa punizione proporzionata alla colpa, e nessuna colpa umana possibile può essere infinita (casomai, per assurdo, potrebbe esserlo, una "colpa divina"), e dunque degna di un supplizio infinito.
Altrimenti avrebbero ragione anche quei derubati che inseguono per decine di metri o più i ladruncoli e li uccidono sparando ripetutamente loro alle spalle ...e magari la cosiddetta (in-) "giustizia" umana, come già accaduto, vergognosamente li assolvono per (il-) "legittima difesa".
#2289
Citazione di: viator il 30 Ottobre 2017, 13:14:25 PM
Salve. L'essenza di qualcosa sarebbe ciò senza la quale quella cosa non sarebbe quella ma un'altra.
In pratica è l'ingrediente "sine qua non" oppure il contenuto, l'attributo, l'ingrediente appunto che rende quella cosa distinguibile da tutte le altre.
Naturalmemte, nella pratica, le definizioni letterali di cui sopra vengono facilmente e frequentemente stravolte.
CitazionePerò mi sembra che le espressioni "ciò senza la quale una certa cosa non sarebbe quella ma un'altra" e "l'ingrediente "sine qua non" oppure il contenuto, l'attributo, l'ingrediente appunto che rende quella cosa distinguibile da tutte le altre" mi sembra una tautologia; come: dire "il fatto che una determinata cosa sia quella determinata cosa e non altro".

Inoltre qui sorge inevitabilmente un problema.

Chi stabilisce e in base a quali criteri quali sono le "coese esistenti" (e quali ne sono le sostanze -o i criteri- che le fanno essere ciò che sono e non altro)?

Ogni distinzione nell' ambito della totalità conoscibile non può che assere arbitraria, così come i criteri per stabilirla.

In linea teorica, di principio vale secondo me una sorta di "principio di arbitrarietà mereologica" per il quale la realtà può essere "ritagliata" (presa in considerazione) teoricamente ad libitum.

Per esempio non c' é nessun motivo obiettivo perché non si possa "legittimamente", sensatamente considerare teoricamente il seguente enti/evento:

Giulio Cesare delle ore 22, 23 minuti e 7 secondi del 7 Gennaio 65 a.C. (non so come si chiamerebbe nel calendario latino) alle ore 3, 46 minuti e 33 secondi del 5 Giugno 52 a. C., più i tre quarti settentrionali della Sicilia dal 9000 a. C. al 2222 d. C., più i primi sette canti di un certo determinato volume di una determinata edizione della Divina Commedia, più l' albero di Cedro nel giardino del mio vicino di casa dalla mezzanotte del tre Gennaio 1845 al mezzodì del 15 Agosto 2019, più ...chi più ne ha più ne metta... 

Nessuno che sia comunemente considerabile sano di mente di fatto considera  enti-eventi siffatti, ma solo perché del tutto inutili ai fini pratici (compreso quel particolare genere di pratica che é la ricerca della conoscenza scientifica); in pratica ben altri enti-eventi possono servire, distinti secondo "generi naturali", i quali però non sono comunque che "ritagli arbitrari" nella totalità del reale, tali da consentire di compiere induzioni circa il divenire ordinato (peraltro indimostrabile: Hume!) e conseguentemente di cercare di raggiungere (arbitrari) scopi (purché realistici) attraverso adeguati mezzi nelle circostanze in cui ci si trova a desiderarli.

#2290
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è il piacere?
29 Ottobre 2017, 08:46:23 AM
Ma non é un' interpretazione corretta della selezione naturale quella, largamente corrente e favorita anche da alcune infelici espressioni usate dallo stesso (comunque grandissimo!) Darwin, per la quale si conserverebbero e diffonderebbero solo e unicamente quelle caratteristiche fenotipiche (morfologiche e comportamentali), derivate da mutazioni genetiche casuali, che fossero le più adatte alla sopravvivenza e riproduzione rispetto a tutte le altre.

Un esempio eclatante é, nella specie umana, il sublime piacere della musica, che non potrebbe che essere dannoso per la sopravvivenza e la riproduzione: mentre ti delizi ascoltando o producendo una bella melodia ti puoi distrarre e cadere preda di un grosso carnivoro, oppure un più rozzo tuo conspecifico si può trombare "al tu posto" una femmina in calore presente non troppo nelle vicinanze, i cui fenormoni, poco concentrati, necessitano per essere sentiti, di non essere distratti dal piacere della musica.

In realtà, anche già in tutte le specie che ha prodotto precedentemente, ma in maniera spettacolarmente evidente nell' uomo, la selezione naturale non agisce "in positivo" salvaguardando e diffondendo solamente "il più adatto" a scapito di tutti gli altri, ma invece "in negativo", eliminando solamente "i troppo inadatti" (a un ambiente che muta costantemente, ragion per cui per una specie avere anche membri che sopravvivono e si riproducono presentando caratteristiche fenotipiche un poco inadatte "oggi" può significare avere una chance per sopravvivere e non estinguersi "domani", al primo serio mutamento ambientale).
Ciò spiega fra l' altro anche come con la selezione naturale in generale sia perfettamente compatibile, sebbene le sia pure in qualche misura contrastante, la selezione sessuale, la quale ha favorito per esempio lo sviluppo di corna nei cervi e di code nei pavoni maschi oggettivamente alquanto poco adattive rispetto ad alternative "più sobrie" che ha invece eliminato.

La vita non solo tende a incrementarsi quantitativamente, ma anche a variare qualitativamente!
#2291
Tematiche Filosofiche / Re:Materia oscura
29 Ottobre 2017, 08:13:57 AM
Citazione di: iano il 28 Ottobre 2017, 23:47:37 PM

No,questo è il collaudato metodo scientifico.
Si dubitava dell'esistenza degli atomi perché non era possibile vederli,proprio come non è possibile vedere la materia oscura.
Poi Einstein dimostrò che l'esistenza degli atomi era una buona ipotesi per spiegare un fenomeno invece ben visibile,come il moto Browniano.
Altre conferme indipendenti sono venute per l'esistenza degli atomi a toglierci ogni dubbio.
Altre conferme indipendenti si cercano per la materia oscura.
A proposito della dimostrazione di Einstein là si trova pari pari,seppur senza l'ausilio della matematica moderna usata da Einstein,nel De rerum natura di Orazio.
Quello che in più ha aggiunto Einstein rispetto ad Orazio è stato il calcolo delle dimensioni degli atomi.
CitazioneMa le ipotesi atomistiche risalivano a decine di secoli prima dell' inizio del '900 (correggo in proposito un banale lapsus: ovviamente il De rerum natura é del grandissimo -per me- Lucrezio, non del grande -idem- Orazio), ed erano suggerite da molteplici, disparate osservazioni fisiche e chimiche, mentre quelle della "materia (della massa e dell' energia) oscura" hanno un' unica motivazione: far "quadrare i conti" delle teorie cosmologiche conformistiche (ovvero che vanno abbondantemente per la maggiore fra gli "addetti ai lavori", le uniche -noto en passant- per le quali siano a disposizione finanziamenti, anche molto cospicui, per sottoporle a verifica sperimentale) con le osservazioni empiriche disponibili, che senza tali ipotesi ad hoc (comunque da verificare; e che mi ricordano molto gli epicicli dei seguaci di Tolomeo contro Copernico) le falsificherebbero.

Comunque staremmo (o meglio: staranno i posteri) a vedere (se ce ne saranno ancora, non essendo stata la specie umana condotta all' estinzione "prematura e di sua propria mano" dalle applicazioni tecniche ed economiche della scienza conformistica).
#2292
Dunque mi sembra di poter dire che concordiamo ...succede anche nelle migliori famiglie!
#2293
Tematiche Spirituali / Re:Paradisiaci dubbi
28 Ottobre 2017, 12:02:43 PM
Citazione di: Sariputra il 28 Ottobre 2017, 09:42:35 AM



P.S. Ho raggiunto con questo i 1.000 post. Sono tanti e molti penso siano stati anche superflui o poco interessanti... Vabbè! A volte la passione per lo scrivere travalica il senso del limite e del buon gusto... Voglio ringraziarvi tutti per l'attenzione riservatami e la pazienza nel leggermi... :-[
CitazioneSiamo noi a ringraziare te (penso proprio, alquanto presuntuosamente, di poter parlare anche per gli altri) per la saggezza che ci sai proporre (quanto all' inutilità di alcuni interventi, come disse un tale: "chi é senza peccato scagli la prima pietra!").

Altri mille di questi interventi!
#2294
Tematiche Filosofiche / Re:Materia oscura
28 Ottobre 2017, 11:54:57 AM
Citazione di: anthonyi il 28 Ottobre 2017, 05:44:00 AM
C'è un'errata interpretazione, la materia oscura è stata "inventata" per giustificare proprio il mancato funzionamento della legge gravitazionale.
Il problema è che le stelle ruotano attorno alle galassie troppo velocemente rispetto a quanto potrebbe spiegare la legge gravitazionale ordinariamente.
Propongo di riformulare il tema del 3d: "E' corretto, metodologicamente, inventare enti non osservabili per forzare la conferma empirica di una teoria scientifica?"
Non corriamo il rischio di ricadere in una visione magica della realtà?
CitazioneUna evidentissima "ipotesi ad hoc"!

Con Ockam (e credo con te, se intendo bene la domanda come retorica) ritengo che "entia non sunt multiplicanda preter necessitatem".

(Ipotesi che sarebbe giustificata solo se fosse l' unica spiegazione possibile, in assenza di altre "ontologicamente più parsimoniose", per spiegare le osservazioni dei fatti, e le interpretazioni correnti di questi ultimi fossero ritenute incontrovertibili).
#2295
Citazione di: Apeiron il 27 Ottobre 2017, 22:53:35 PM
@Sgiombo (ma direi a tutti quelli che sono intervenuti in questa discussione),
La scienza può sì dare una spiegazione sul perchè "preferiamo" l'amore rispetto all'odio, l'altruismo rispetto all'egoismo... Ma e questo lo aggiungo io, seguendo (in parte in realtà) Wittgenstein, "Ebbene questo Libro [scritto da un fantomatico "uomo onnisciente" che conosce tutti i fatti e gli stati mentali di ogni uomo...] conterrebbe la totale descrizione del mondo; e quello che voglio dire è, che se questo libro non contiene niente che possiamo chiamare un giudizio etico e niente che logicamente implica un tale giudizio... Se per esempio nel nostro Libro leggiamo una descrizione di un omicidio con tutti i suoi dettagli psicologici e fisici la mera descrizione di questi fatti non contiene nulla che possiamo chiamare una proposizione etica. L'omicidio apparirà allo stesso livello di ogni altro evento, per esempio la caduta di una pietra. Certamente la lettura di questa descrizione potrebbe causarci dolore o rabbia o ogni altra emozione, o noi potremo leggere qualcosa a riguardo del dolore o della rabbia causata da questo omicidio in altre persone quando ne hanno sentito palare, ma ci sarebbero sempre fatti, fatti, e fatti ma non ci sarebbe l'Etica... non potremo scrivere un libro scientifico, il cui argomento sia intrinsecamente sublime o superiore rispetto ad ogni altro"

CitazioneMa tra questi fatti descritti in tale libro ci sarebbero appunto anche i fatti "etici" (dai quali si può astrarre una caratteristica comune da chiamare "eticita", astratta ma reale) costituiti dalla reale tendenza alla riprovazione che suscitata il delitto, pur senza che sia razionalmente dimostrabile la sua "riprovevolezza", in chiunque ne viene a conoscenza e lo considera con un minimo di attenzione (compreso il suo autore, che pure può pentirsene, o anche non pentirsene, cercando di compensarla e superarla con altre pretese giustificazioni irrazionali avvertite dentro di sé).
E questo in conseguenza di come di fatto gli uomini (e almeno in qualche altra misura anche altri animali) "sono fatti" a causa dell' evoluzione biologica per mutazioni genetiche e selezione naturale.



Wittgenstein ci sta dicendo che se anche la scienza ci spiega il motivo "biologico" per cui "preferiamo" certi comportamenti, nessuna spiegazione ci sarebbe data su cosa è questa "preferenza". Prendendo poi spunto dal Tractatus Logicus- Philosophicus proposizione 6.41 (da qui in poi TLP 6.41):
"Nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v'è in esso alcun valore - né, se vi fosse, avrebbe un valore.

Se un valore che ha valore v'è, dev'esser fuori d'ogni avvenire ed essere-così. Infatti ogni avvenire ed essere-così è accidentale"

CitazioneNon é esatto: fra il "tutto" che avviene (ben all' interno dell' "avvenire universale") nel mondo vi sono di fatto i valori morali che, pur indimostrabili razionalmente, sono universalmente avertiti (forse salvo improbabili e difficilmente immaginabili gravissime patologie mentali) irrazionalmente (come é tipico non dei mezzi, che sono o sono ritenuti e sperati essere razionali, ma di tutti i fini) per lo meno nell' ambito dell' umanità, e non "accidentalmente", ma invece in conseguenza dell' evoluzione biologica.



Il "valore", la ricerca di esso, impone una gerarchia nei fatti e nelle proposizioni, ma questa gerarchia non può essere ricavata dalla scienza o dalla mera osservazione dei fenomeni materiali (anzi per certi versi precede tale osservazione e tale ricerca). La scienza non può dimostrare che "ogni avvenire ed essere-così non è accidentale" - ossia che ci sono fatti, valori, ecc più importanti di altri.

Ossia per dirla in termini più comprensibili il fatto che noi cerchiamo ciò che ha valore suggerisce che l'Etica abbia una radice molto più profonda nel nostro essere rispetto alle contingenze. Anzi è l'etica che ci fa ricercare qualcosa "ch'è più alto" (TLP 6.42). Se la scienza può solo descrivermi le cose, dirmi perchè noi preferiamo questo o quello ma non riesce a spiegarmi cosa è il valore allora rimaneggiando la proposizione TLP 6.42: "le proposizioni" (scientifiche) "non possono esprimere nulla ch'è più alto."
CitazionePerfettamente d' accordo!



@Garbino,
L'influenza di Eraclito, secondo me, su Nietzsche è enorme. http://www.nilalienum.it/Sezioni/Nietzsche/Opere/FTG.html nella Filosofia dell'Età Tragica dei Greci:
"V'è colpa, ingiustizia, contraddizione, dolore in questo mondo?
Sì, grida Eraclito, ma soltanto per l'uomo limitato che vede per parti staccate e non globalmente, non già per il dio contemplativo; per questi ogni contraddizione concorre ad un'unica armonia, invisibile, è vero, per il comune occhio umano, ma comprensibile per chi, come Eraclito, è simile al dio contemplativo. Dinanzi al suo sguardo fiammeo, nel mondo che gli si effonde intorno non una goccia di ingiustizia sopravvive; e persino quel fondamentale ostacolo, costituito dal modo con cui il fuoco puro possa penetrare in forme tanto impure, viene superato con una sublime similitudine. Un divenire e un trapassare, un edificare e un distruggere, senza alcuna imputazione morale, con eternamente eguale innocenza, sono presenti, in questo mondo, unicamente nel giuoco dell'artista e del fanciullo.
E così come giocano il fanciullo e l'artista, gioca il fuoco semprevivente, costruisce e distrugge, con innocenza ‑ e questo gioco gioca l'Eone con se stesso. Tramutandosi in acqua e terra, a somiglianza d'un fanciullo innalza cumuli di sabbia sul lido marino, ammonta e fa ruinare: di tempo in tempo riprende di nuovo il gioco. Un attimo di sazietà: poi lo riafferra nuovamente il bisogno, così come il bisogno costringe l'artista a creare. Non empietà, bensì il sempre risorgente impulso del gioco chiama altri mondi alla vita. Talora il fanciullo getta via il suo trastullo: ma ecco che subito ricomincia con estro innocente. Appena però costruisce, connette, incastra e foggia a misura di norma e secondo le sue interiori regole.

Soltanto l'uomo esteta riguarda in questo modo il mondo, lui che nell'artista e nel nascere dell'opera d'arte ha appreso come la contesa del molteplice può portare in sé norma e diritto, come l'artista sia contemplativamente al di sopra e agisca all'interno dell'opera d'arte, come necessità e gioco, conflitto e armonia debbano coniugarsi per generare l'opera d'arte.

Chi pretenderà ora da una siffatta filosofia altresì un'etica con i necessari imperativi «tu devi», o addirittura muoverà a Eraclito il rimprovero di una tale mancanza? Sin nelle sue più profonde midolla l'uomo è necessità e assolutamente «non libero» ‑ se si intende per libertà l'insana pretesa di poter mutare a talento la propria essentia a guisa di un abito, una pretesa che ogni seria filosofia ha fino ad oggi respinto con il dovuto sarcasmo. Che uomini coscienti vivano così poco nel logos e conformemente all'occhio artistico onniabbracciante, questo dipende dal fatto che le loro anime sono umide e che occhi e orecchie degli umani e soprattutto il loro intelletto sono un cattivo testimone, se «umido fango tiene le anime loro in sua balia».
Perché sia così, non lo si chiede, così come non si chiede perché fuoco diventi acqua e terra. Eraclito non ha appunto alcun motivo di dover dimostrare (come lo aveva Leibniz) che questo mondo è addirittura migliore fra tutti, a lui basta che esso sia il gioco bello e innocente dell'Eone. Persino considera in generale l'uomo un essere irrazionale: con la qual cosa non contrasta il fatto che in tutto il suo essere si adempia la legge della ragione su ogni cosa sovrana. Questi non assume fatto una posizione particolarmente privilegiata nella natura, la cui massima manifestazione è il fuoco, per esempio come astro, e non già lo stupido uomo. Se costui è giunto, attraverso la necessità, a partecipare del fuoco, è un po' più razionale; ma sintantoché consiste di acqua e terra, la sua ragione si trova in grave difetto.
Un obbligo a riconoscere il logos, per il fatto di essere uomini, non esiste. Ma perché c'è acqua, perché c'è terra? Questo è per Eraclito un problema molto più serio della questione sul perché gli uomini siano così sciocchi e malvagi. Nell'uomo più elevato come in quello più perverso si manifesta l'identica immanente normatività e giustizia. Ma se si volesse avanzare a Eraclito la domanda per quale ragione il fuoco non è sempre fuoco, perché mai sia ora acqua, ora terra, egli si limiterebbe appunto a rispondere: «E' un gioco, non prendetelo troppo sul patetico, e soprattutto non in termini morali!»."

Dirà in seguito che i suoi predecessori nel vedere il mondo come "gioco cosmico" sono Eraclito e (alcuni) Vedanta. In genere le filosofie "della liberazione" vedono sì la nostra moralità come qualcosa di "accidentale" (per riprendere l'espressione di Wittgenstein) però nella loro esperienza meditativa non hanno evidenziato "la volontà di Potenza", "la massima espressione dell'io" quanto al contrario il "dissolvimento dell'io" o l'unione dell'io col tutto (perchè hanno notato che in noi, nel "nostro più profondo essere" preferiamo la Pace rispetto a "Polemos"). Nietzsche e Eraclito ("bisogna sapere che il conflitto è comune a tutti e la giustizia è contesa"... "il conflitto è padre e re di tutte le cose") invece hanno evidenziato il lato "conflittuale" del mondo, il "fuoco". Garbino tu mi dici che sono "volontà di potenza" secondo Nietzsche. Il problema è che lo sei anche tu, lo è anche Green, lo è sgiombo, lo è il Sari... Ma se la "Volontà di Potenza", ossia la massima esaltazione dell'io - ossia della particolare "manifestazione" che io sono- ci mette l'uno contro l'altro? Se questo crea conflitto non dovremo dare retta invece a Schopenhauer o ai preti quando ci dicono che il conflitto è il vero problema? Il problema di mettere al primo posto la Volontà di Potenza mi pare proprio questo. E anche il problema che si potrebbe avere fondando l'etica sulla scienza? Che c'è di etico nell'osservazione del comportamento?
"Ma supponiamo che io dica a uno di voi una bugia assurda e che lui venga da me e dica: "ti stai comportando come una bestia" e io gli dica "so che mi sto comportando male, ma non voglio comportarmi meglio" potrebbe lui dirmi "ah, allora va tutto bene"? Ovviamente no; direbbe "Ebbene tu dovresti comportarti meglio". Qui avete un giudizio assoluto di valore..." (Wittgenstein, Lezione sull'Etica)
Perciò mentre ad esempio un Buddha mi direbbe "comportati così perchè così segui il Dhamma", un Laozi mi direbbe "comportati così perchè segui il Dao", il prete mi direbbe "comportati così per entrare nel Regno dei Cieli" (tutti giudizi assoluti di valore, seppur di tipo diverso ovviamente  ;) ), un nietzscheiano mi direbbe "se la tua massima affermazione è quella, fai pure"?? Vedi questo è il problema di togliere l'addomesticamento e il guinzaglio all'uomo. Concordo che è una sana liberazione da molti bigottismi o ipocrisie ma se o togli una moralità "oggettiva" o se neghi completamente l'etica (abbracciando un relativismo o un nichilismo) il problema è che davvero crei una situazione in cui "giustizia è contesa" per citare Eraclito. Eraclito d'altronde vedeva ovunque conflitto, in ogni cosa l'armonia conflittuale tra forze opposte. Ma una cosa del genere può davvero nel nostro intimo essere soddisfarci? Può la conflittualità essere quel "Sommum Bonum" che cerchiamo?  Però è anche vero che ad esempio nel daoismo si cerca di dare importanza alla "spontaneità" e alla "semplicità" (e con questo seguire il "Dao"), così come nella filosofia vedanta il contemplare il "gioco cosmico" (lila) da un senso di unione e di appartenenza. Ma a differenza della "volontà di potenza" queste tendenze, per così dire, generano in noi compassione per gli "esseri"... La Volontà di Potenza invece mi pare una spinta che tende a distanziare più che ad unire, a mettere gli esseri gli uni contro gli altri. E anche se c'è violenza e prevaricazione nel mondo, se si vede più conflitto che pace, io tendo a dire che comunque (e questo lo so è irrazionalismo) la "spontaneità", la nostra più "vera naturalezza", tende appunto alla compassione, alla pace, alla serenità ecc. Viceversa la Volontà di Potenza - se lasciata "incontrollata" - tende ad andare contro questa "spontaneità".  
Vedi Garbino per questi motivi non riesco a essere d'accordo con Nietzsche.
CitazioneSplendide parole e magnifiche considerazioni, lasciamelo dire!


Che mi ricordano quanto sia limitata e carente la mia cultura, financo a proposito di un "classico dell' Occidente", per quanto antico e giunto a noi moderni molto frammentariamente, come Eraclito (che conoscevo solo per quel poco che mi é stato insegnato, non troppo bene, devo dire, al liceo), le tue citazioni del quale mi hanno letteralmente entusiasmato!