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Messaggi - bobmax

#2296
Citazione di: Vito J. Ceravolo il 21 Febbraio 2020, 18:34:01 PM
È così difficile parlare della vita... guardo la vostra scioltezza e mi galvanizza, a me che riesco a dire una cosa sulla vita ogni 100 pagine di teoretica...
Le forme e i concetti più astratti mi aiutano solo a non perdermi nella grande confusione del caos fenomenico... nella vita, nell'uomo, nella politica sino all'arte, il cuore, ma anche presso la più bruta delle materie.
È un argomento stupefacente la vita. Dovrebbe essere nostro compito disegnarla quanto più bella si possa, senza paura di trovare un limite.
Peccato che io sulla vita ho poche parole.

Aver poche parole, riguardo alla vita, è già un buon punto di partenza.

Perché rivela, a mio parere, la necessità di fare un passo indietro.
Avviene sempre così, quando avvertiamo il sacro.

Le parole verranno. Quando la teoria non basterà più.
E allora le parole saranno per te dense di significato, cifre di ciò che è inesprimibile.

Ma non sarà facile comunicare.
Perché l'autentica comunicazione è rara, il più delle volte vi è solo mero chiacchiericcio...
#2297
Grazie Sariputra per la tua chiarificazione riguardo al Nulla.

La sua "cosificazione" è davvero difficile da evitare. Ma è necessario sforzarsi, perché in caso contrario non possiamo che cadere da superstizione in superstizione.

D'altronde cadiamo in errore pure nella cosificazione dell'Essere.
In sostanza nel medesimo errore, essendo l'Essere lo stesso Nulla.

Riguardo al peccato originale, vorrei osservare che seppure questo "peccato" non è certo una colpa, è però l'inizio di ogni colpa.

Dimenticando che l'Essere e il Nulla sono l'Uno, ci siamo affannati a spiegare in qualche modo il male in noi stessi. Volendo salvare capra e cavoli: la realtà duale (Dio e mondo) e il perché del male in noi.

Invece nella Bibbia vi è già la risposta!

L'evoluzione ci ha fatto diventare consapevoli del bene e del male.
Non per niente Caino è il moderno contadino rispetto all'arcaico pastore Abele.
Nel dialogo di Caino con Dio è infatti sufficiente sostituire "Dio" con la coscienza di Caino ed ecco la colpa!, e l'inevitabile dannazione...

Se vi è un aspetto davvero triste del nostro tempo, è la fuga dalla colpa. Trattata come inutile orpello.

Mentre la colpa è il prezzo da pagare necessariamente per amore  della Verità.

Dio ama se stesso.
#2298
Il peccato originale è un'allegoria che descrive un evento epocale: la nascita della consapevolezza del bene e del male.

Dallo stato bestiale, dove l'istinto di sopravvivenza dominava ogni nostro pensiero, siamo evoluti iniziando a percepire la realtà del male.

Il male c'era evidentemente anche prima, ma non ne eravamo consapevoli.

Il cibarsi del frutto proibito rappresenta l'avvento della consapevolezza, che si traduce nella sofferenza per il male che c'è e che noi stessi siamo.

Ed è in Caino che abbiamo l'effetto di questa presa di coscienza: la dannazione per il male fatto.

Chissà quanti prima di lui avevano ucciso senza alcun rimborso, Caino è il primo.
Difatti il suo dialogo con Dio altro non è che la sua coscienza, ormai consapevole del bene e del male.

Caino è quindi il primo uomo degno di questo nome.

Gesù, con il suo comandamento: "Ama il prossimo tuo come te stesso" segue la stessa strada iniziata con il peccato originale.

In sostanza, il peccato originale non è che il racconto dell'Uno che inizia ad essere consapevole di se stesso.
#2299
Tematiche Spirituali / Re:Perchè la vita è bella?
19 Febbraio 2020, 11:50:57 AM
La bellezza o meno della vita è una valutazione squisitamente personale.
In funzione delle proprie esperienze, delle fortune e delle sfortune, la vita può dirsi bella oppure no.

Da parte mia posso affermare, essendo il più fortunato che conosca, che la vita è bellissima!

Lo è per le innumerevoli volte in cui l'altro mi si è mostrato come l'amato.
E l'altro non è certo limitato ad un essere umano, è infatti qualsiasi cosa mi sia venuta incontro nella vita come amore.

La questione perciò non è la vita, che si è offerta a me con mille occasioni d'amore, ma io stesso.

La bruttezza infatti non è mai là, nella vita, ma in me stesso.
Per tutte le volte che non ho riconosciuto l'amore che mi veniva incontro.

Una colpa, per non aver corrisposto l'amore ricevuto, che ha come esito l'inferno.
#2300
@Ipazia

È proprio perché non c'è condivisione che tenga che esiste l'inferno.

Inevitabile destino di cerca la Verità.
#2301
I più grandi logici dell'umanità erano anche poeti.

L'autentica poesia nasce infatti dall'insoddisfazione del pensiero razionale che vuole trascendere se stesso. Un'insoddisfazione etica, che il mondo sempre alimenta.

Mi riferisco, tra i tanti, a Dante, a Leopardi e pure a Platone.
Ben consci di quanto la Verità sia lo stesso Bene.

Ma pure il contadino, che vive con dedizione la "logica" del proprio lavoro, è ben consapevole di come il Vero sia nient'altro che il Buono.

Viceversa, paradossalmente ma non troppo, la logica spesso assurge a feticcio, diventa un assoluto, presso chi c'è l'ha tutta nella testa, e poco nel mondo.
#2302
Dall'immanenza non si può trarre alcun fondamento. In quanto l'immanenza è il regno del relativo.

Tuttavia c'è solo immanenza.

Di modo che la ricerca della Verità coinvolge inevitabilmente noi stessi, nella nostra profondità. Senza alcun appiglio a cui poterci aggrappare, se non in definitiva a noi stessi.

L'Etica non è perciò qualcosa di "condiviso" ma deve necessariamente scaturire da noi stessi.
Esposti continuamente al rischio di scegliere il male.
Una scelta che conduce all'inferno. Destino inevitabile, almeno per quel che mi riguarda.

All'inferno il Bene è certo, è Verità, ed è ciò che si è perduto per sempre.

#2303
L'Uno è la stessa Verità.
 
Come è possibile anche solo supporre che vi siano più verità?
Davvero si può ritenere che vi sia una "verità" spirituale e una "verità" filosofica?
 
La Verità è l'Uno! Che altro dovrebbe mai essere?
Ed essendo l'Uno equivale al Nulla.
 
Altro che incontrovertibilità!
 
E invece, presi dal pensiero razionale che si avvita su se stesso, si finisce per considerare la Verità una conclusione logica...
Mentre è proprio la Verità il fondamento di ogni possibile logica!
 
Ma questo è il segno dei tempi.
#2304
@Sariputra

La negazione della menzogna è, nel nostro esserci, una verità relativa, condizionata.

Questa "verità" dipende infatti dalla stessa menzogna che nega.

È perciò un passo della ricerca ma non il suo completamento.

Questo è il limite della "verità" nell'esserci: necessita della falsità per poterla negare.

Ma la Verità assoluta non ha alcun condizionamento. Non necessita di alcuna falsità da negare.
Infatti la Verità è negazione della negazione.

Di modo che la Verità è solo questione di fede.
L'unica autentica fede.
Senza la quale vi è solo malafede.

La libertà dalle dittature dipende certo dalla negazione delle menzogne su cui si reggono. Ma la "verità" che nega le menzogne da dove scaturisce?
Ogni volta dalla fede nella Verità assoluta!
#2305
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
14 Febbraio 2020, 10:49:58 AM
Citazione di: Sariputra il 14 Febbraio 2020, 10:06:04 AM
Ma quale sarebbe poi il motivo per il quale l'uomo debba "evolversi" o "rivoluzionarsi"? Per diventare "migliore"? Rispetto a quale metro di misura? Il "progresso" ? Rispetto a cosa? Qual'è il "senso" di dover far fatica per "migliorarsi" ? Il "benessere"? E chi lo stabilisce qual'è il bene-essere? La scienza? Una statistica? Un sondaggio? Un'inchiesta? Quanto è lunga la vita? Quante volte facciamo l'amore alla settimana?Il fatto che ognuno può "godersela" come vuole? Di quante volte diminuiamo l'impronta di CO2? Qual'è il metro? Chi stabilisce l'unità di misura? E perché "andare avanti" invece che "tornare indietro" o "stare fermi"? Perché si sta meglio? Rispetto a cosa? E chi sta "meglio"? Rispetto alla "natura"? Ma chi stabilisce che alla natura interessi il bene-essere ? L'"umanità"? Il socialismo? La religione? Perché lo pensa mio cugggino? Perché così fan tutti? Perché "non lo so ma mi adeguo"? Perché ho visto, fuori in strada, tutti correre e corro anch'io? Perchè l'han detto gli intelligenti? Perché al telegiornale lo dicono? Perché è "giusto"? E chi stabilisce che è "giusto"? E perché lo stabilisce lui cos'è "giusto"? Perché è un filosofo? Un prete? Uno scienziato?Un politico? E perché loro sanno cos'è "giusto" per me e io non lo so?Perché è l'"evoluzione"? Perché è il tempo? Perché non ho tempo per pensarci da me stesso? Perché è faticoso ed è meglio che ci pensino gli altri? Perché non sono "all'altezza"? Perché "è così da sempre e non puoi farci niente"? Perché sono un dalit?...
Tante domande senza risposta...
Ma sono sicuro che arriva di certo qualcuno per darmi la sua... ::)

Ma Sariputra, è proprio la mancanza di una "risposta" a permettere il nostro esserci!

Se vi fosse una risposta... game over.

Senza risposta lo Spirito continua a giocare. Ritraendosi.

Tuttavia lascia pure delle tracce, cifre, che alludono a una risposta possibile. Perché il gioco possa infine concludersi.
#2306
@Niko
 
Che siamo qui per caso è la constatazione originaria dell'esserci. E' lo stupore di esserci!
Dopo, solo dopo questa evidenza stupefacente, cerchiamo un senso, una causa, magari pure un fine...
Ma l'evidenza del nostro essere in vita è la constatazione di essere qui per caso.
 
D'altronde pure il pensiero razionale, una volta che si è messo a cercare di "comprendere", determinando cause ed effetti, soppesando probabilità, ipotizzando tutto quello che vuole... deve infine necessariamente arrendersi: tutto è iniziato per caso.
 
Citazione
Che l'evento di germinazione spontanea della vita (abiogenesi) sia rarissimo è autoevidente per il fatto che non lo si osserva mai avvenire, esattamente quanto rarissimo non lo sappiamo, ma che sia rarissimo alle attuali condizioni terrestri certo che lo sappiamo, anche senza bisogno di essere scienziati, semplicemente perché non vediamo mai la vita nascere dal nulla e per caso, e pur con tutta la nostra inelligenza e tecnologia, non siamo affatto in grado di produrre noi artificialmente la vita a partire dalla materia inerte o di simularla correttamente al computer, e il non riuscire a fare una cosa volontariamente, depone ulteriormente a favore dell'estrema improbabilità che essa si verifichi per caso.

Non capisco cosa c'entri "il non riuscire a fare una cosa volontariamente" con il caso... La volontà è per te fenomeno casuale?
Se così è, l'io che vuole è per te il Caos?
 
Magari ho capito male, ma un lungo periodare mi è difficile da seguire.
#2307
Concordo con Ipazia.

Etica è la fede nella Verità.
Una fede che non vuole ingannarsi in alcun modo.

Di modo che invece di fantasticare su progetti intelligenti o multi universi si dovrebbe a mio avviso accettare l'evidenza: siamo qui per caso.

Sì, il puro caso ha fatto in modo che io fossi qui, ora.

Il caso, che non ha niente a che fare con la probabilità, ma è semplicemente la manifestazione del Caos.

Che il Caos sia poi Amore dipende solo da me.
Da me, figlio del Caos.
#2308
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
11 Febbraio 2020, 14:30:23 PM
Citazione di: Ipazia
CitazioneVi sottostà al punto... che la cosa non esiste per niente di per se stessa, ma solo nella concatenazione di cause-effetti. Ossia nelle relazioni.
Ciò che c'è è infatti pura relazione.
Per questo la modernità ha dovuto, constatata l'inaccessibilità dell'Essere (copula autoerotica auto- e panto- cratica), rassegnarsi alla condizione cadetta, il più confortevole possibile (ma anche no: anche il dramma è un fatto optabile), dell'esserci, nella sua calda, ma un po' sudaticcia, relazionalità. Come dice il paraninfo di "Così fan tutte": "se non può ciò che vuole, vorrà alfin ciò che può".

Sì, diciamo "essere" ma in realtà è sempre e solo "esserci". Pura relazionalità.

Difatti l'identità è un'illusione, perché mai A è uguale ad A.
L'identità è solo una semplificazione della razionalità, che forza il gioco imponendo che A = A.
Una semplificazione necessaria, indispensabile per il pensiero razionale, ma che non è la Verità.

La copula "è" dovrebbe essere sempre intesa come un "c'è". E ciò che c'è sono sempre e solo relazioni.

Relazioni che sono una concatenazione di cause ed effetti, senza soluzione di continuità.

Lo stesso pensiero lo immaginiamo composto da concetti ben definiti, stabili, che come mattoni mettiamo uno sull'altro per comporre il medesimo pensiero.
Ma non è affatto così!

Mantenere nella mente che A=A è il risultato di un continuo sforzo prodigioso della mente, che deve, per pensare, rinnovare ogni volta quel A=A.
Tuttavia si tratta solo di una semplificazione, utile, ma che ha come risvolto il nichilismo.
#2309
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
10 Febbraio 2020, 22:50:58 PM
Citazione di: iano
La situazione è paradossale.
Io non capisco Viator, che non capisce te, mentre io ti capisco.
Anzi è proprio la chiarezza del tuo esposto che mi rende facile criticarlo.
Io penso che le cause vadano cercate e pesate , ma se non riesci a trovarle non significa che non ci siano.
Quindi non si potrà mai dimostrare l'esistenza del Caos , e anzi non credo che ne esista una definizione vera.
Non è neanche definibile come il contrario dell'ordine.
Al massimo si può identificare col nostro stato d'animo quando disperiamo di trovare le cause.
Noi siamo in grado di fare ordine , ma non di fare caos , ma la massimo di simularlo.
Possiamo trovare ordini di diverso grado , magari diciamo così sempre decrescente , o se vuoi più complesso , fino ad approssimare il caos.
Ma non c'è un grado di ordine dopo il quale regna il caos.
È il concetto stesso di ordine ad avere carattere egemonico.
Non c'è un caso , che sia descrivibile , che non vi sottosta'.
È quelli che non sembrano descrivibili sono solo in attesa di descrizione .
Non so' se tu capisci me.

Sì, Iano, ritengo di capirti.
E condivido il tuo pensiero.

Noi non possiamo "fare" caos.

Perché il caos è l'irrompere del caso. Che non c'è.
Se il caso fosse davvero esistente non vi sarebbe cosmo bensì caos.
E non sarebbe possibile alcun esser-ci.

Di modo che le cause certamente ci sono SEMPRE.
Basterebbe un solo evento, una sola cosa, che per davvero non avesse alcuna causa... e il nostro cosmo svanirebbe nel caos.
#2310
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
10 Febbraio 2020, 20:31:42 PM
Non vi è nulla che sia in sé.
La "cosa in sé" non è che l'illusione dell'esistenza dell'oggetto di per se stesso. Mentre l'oggetto è sempre nella sua relazione con altro da sé.
 
La legge causa/effetto è indispensabile per dare un senso a ciò che avviene.
Ogni cosa deve necessariamente sottostare a questa legge.
Se non vi sottostesse sarebbe il caos. E il caos non è semplicemente disordine... ma l'annichilimento di ogni possibile determinazione, cioè di ogni cosa.
 
Vi sottostà al punto... che la cosa non esiste per niente di per se stessa, ma solo nella concatenazione di cause-effetti. Ossia nelle relazioni.
Ciò che c'è è infatti pura relazione.