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Messaggi - Eutidemo

#2296
Ciao Anthony. :)
Hai perfettamente ragione nel sostenere che, se il tragitto di Moro veniva cambiato ogni giorno, questo sarebbe verificabile controllando:
- la regolamentazione delle scorte di quel tipo (Moro non era certo il solo ad essere scortato);
- le registrazioni radio di tutti gli altri giorni dei percorsi di Moro.
***
Al riguardo, preciso quanto segue:
a)
Quanto alla regolamentazione delle scorte di quel tipo, almeno a quanto ne so ed a quanto (almeno qualche volta) ho visto personalmente, la "variazione del percorso", almeno sui tragitti abitudinari dei personaggi importanti, era, ed è, la regola; non è che ciò avvenisse "necessariamente" tutti i giorni, però avveniva in modo casuale e "randomico" così frequente, che, salvo complicità ed accordi preventivi, era tecnicamente impossibile sapere in anticipo, con certezza, il tragitto che avrebbe fatto Moro il 16 marzo 1978.
Questo anche considerando che molto spesso il "servizio percorsi", variava il tragitto dei soggetti controllati non solo per ragioni di sicurezza, ma anche nel caso di ingorghi, manifestazioni ecc.
b)
Quanto alle registrazioni radio di tutti gli altri giorni dei percorsi di Moro, onde verificare "se" e "quanto spesso" essi venissero variati, a quanto ne so su di essi è calato una sorta di "segreto di Stato"; ed infatti non solo non è stata esaudita la richiesta della Commissione d'inchiesta di poter visionare almeno le registrazioni del 16 marzo 1978, ma non mi risulta che siano mai stati resi note neanche quelle degli altri giorni.
***
Ufficialmente si è solo dichiarato "anapoditticamente" che "Moro era solito fare sempre lo stesso percorso", però:
- tutti coloro che facevano con lui tale percorso, sono stati assassinati, e, quindi, non potranno mai rivelare se questo era vero o meno;
- le registrazioni radio di tutti gli altri giorni dei percorsi di Moro, che avrebbero potuto rivelare se questo era vero o meno, non sono mai state rese note.
.
QUALCHE RAGIONAMENTO DEDUTTIVO
.
1)
Ora, ragionando deduttivamente, se veramente Moro non variava mai il suo percorso, coloro che hanno fatto tale gratuita affermazione, ben potevano :
- esibire le le registrazioni radio di tutti gli altri giorni dei percorsi di Moro, che avrebbero potuto confermare la loro affermazione;
- oppure sostenere che tali registrazioni, nel caso di Moro, non erano mai state eseguite (spiegando il perchè).
Ma coloro che hanno affermato che Moro non variava mai il suo percorso, non hanno mai fatto nessuna delle due cose, limitandosi a prendere per buone le dichiarazioni dei brigatisti;  i quali, stranamente, sono stati rilasciati dalle carceri in tempi insolitamente brevi (come se avessero fatto un "accordo" con le autorità che erano in grado di concederglielo).
.
2)
Sempre ragionando deduttivamente, se veramente Moro non variava mai il suo percorso, qualora fosse vero che i brigatisti hanno fatto "tutto da soli", senza nessuna complicità dei "servizi di Stato", è OVVIO che, per assicurarsene, i brigatisti avrebbero dovuto "pedinare automobilisticamente" il convoglio di Moro per parecchio tempo.
Altrimenti come avrebbero potuto sapere che faceva sempre la stessa strada?
***
Ora, una "regola ferrea" di tutte le scorte del mondo, sia se variano il percorso, e, a maggior ragione, se non lo variano, è di controllare se sono seguiti o meno; per cui,  a mio parere, è da escludere che la scorta di Moro non si sia resa conto che, da parecchio tempo, il loro convoglio era seguito da vetture sospette.
***
Pur non avendo mai partecipato ad una scorta, io stesso conosco molti modi per scoprire se qualcuno sta seguendo la mia macchina; il più semplice è mettersi a girare intorno ad uno stesso isolato, e controllare se c'è qualche automobile che ci segue facendo lo stesso insensato girotondo (ma ci sono molti altri metodi, ancora più efficaci).
Per cui, a meno che la scorta di Moro non fosse composta da suore orsoline intente a recitare il rosario, secondo me è "impensabile" che nessuno degli agenti di scorta si sia reso conto che, da parecchi giorni, il loro convoglio era seguito da vetture sospette; anche perchè, si solito, uno degli agenti di scorta, appositamente addestrato allo scopo, ha tale compito esclusivo.
.
3)
Per cui, ammesso e non concesso che il convoglio di Moro facesse sempre (stoltamente) lo stesso percorso, i casi sono due:
- o i brigatisti lo sapevano per averlo seguito, ma allora è davvero molto improbabile che la scorta di Moro non se ne sia accorta;
- oppure i brigatisti lo sapevano perchè qualcuno che doveva proteggere Moro, e che quindi conosceva tale suo abituale percorso, lo aveva tradito, rivelandolo loro.
"Tertium non datur"!
***
Quanto a come sia possibile mantenere la menzogna, in una versione ufficiale, su una cosa del genere, questa non sarebbe certo la prima volta che accade in Italia.
***
Un saluto! :)
***
#2297
P.S.
Io ho visto personalmente come funzionava la "centrale percorsi" della polizia di Roma (nel 1975/1976), però non ero lì il 16 marzo 1978, per cui non posso testimoniare cosa sia avvenuto in tale giorno,
Pertanto non ho documenti di sorta che comprovino quello che ho scritto riguardo alla variabilità  dell'itinerario di Moro, nè posso personalmente testimoniare che il 16 marzo 1978 lui  fu pilotato "a tradimento" nel luogo della trappola; non ho quindi nulla di nuovo da rivelare al fatto quotidiano, o a report, o a quelli di fanpage, per farne uscire un bello "scoop".
La mia sarebbe solo una "fake news".
Ed infatti le mie sono solo deduzioni logiche basate su fatti noti, ma non costituiscono assolutamente testimonianze dirette!
Se ne avessi avute da fare, probabilmente sarei già morto da parecchio tempo; come parecchi protagonisti della triste vicenda.
P.S.
I brigatisti in carcere che hanno appoggiato la tesi ufficiale, invece, sono stati tutti messi fuori dopo solo pochi anni di reclusione.
#2298
Ciao Anthony
Alessandro Barbero è uno degli storici (e delle persone) che stimo di più.
Ed infatti è:
- informatissimo;
- intelligentissimo;
- assolutamento privo di "spocchia"
- simpaticissimo.
Inoltre non ho mai visto uno che riuscisse a fare così bene "divulgazione", fornendo però, nel contempo, informazioni storiche così precise ed accurate.
***
Nel caso del tragitto di Moro, lui non ha fatto altro che attenersi alla "storia ufficiale" divulgata al tempo; uno storico, legittimamente non esperto di come funzionava e tutt'ora funziona il "servizio scorte", non poteva fare altrimenti.
Ma, in questo caso, non per sua colpa, ha fornito una indicazione, che, almeno secondo me, è assolutamente inesatta.
Ed infatti occorre tenere conto di due fattori:
.
A)
LA LOGICA
Moro, così come Barbero, era un professore universitario, per cui, probabilmente, non si è mai posto il problema "tattico" di eventuali agguati; ma gli agenti della sua scorta, e, soprattutto, il loro capo, sapevano benissimo di girare per Roma con un bersaglio appeso sulla loro schiena.
Per cui, se sei costretto a girare per Roma con un bersaglio appeso sulla schiena (cioè dovendo trasportare un pezzo da novanta come Moro), il minimo che puoi fare è rendere difficile il lavoro agli eventuali sicari variando il tragitto ogni giorno (o quasi) per evitare che essi si appostino lungo un percorso arcinoto.
Almeno per quanto riguarda i percorsi più frequenti, come quello dalla casa di Moro verso il  Parlamento.
E' una regola logica universale, che vale sia per le scorte "pubbliche" che per quelle "private".
.
B)
IL PROTOCOLLO
Il "protocollo" è figlio della logica, o, almeno, dovrebbe esserlo, per cui il tragitto dei "personaggi sotto scorta" veniva (e tutt'ora viene) variato e monitorato via radio quasi ogni giorno dalla "centrale percorsi" della polizia, coadiuvata dai servizi segreti; e di tali comunicazioni via radio si conservava memoria sui nastri magnetici (ora su "file").
Ed infatti la "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2" ha richiesto l'esibizione dei nastri magnetici del 16 marzo 1978, ben sapendo che ne era obbligatoria la conservazione; però gli è stato risposto che di tali nastri non si trovava più traccia negli archivi della polizia.
Vedi, al riguardo, quanto al riguardo riferito da Gero Grassi, membro della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2":
E, almeno secondo me, è molto strano che siano spariti proprio i nastri magnetici sui quali erano registrate le trasmissioni radio tra la centrale operativa e le macchine del convoglio di Moro; perchè così non sapremo mai quale percorso era stato ordinato alla scorta.
Nè si può dimostrare che gli fosse stato ordinato di svoltare proprio in via Fani, che era in direzione opposta al percorso per Montecitorio.
***
Oltretutto non è ben chiaro perchè, nonostante le proteste della sua scorta:
a)
Il convoglio non sia stato dotato di macchine blindate; come quelle di altri "pezzi da novanta" della DC.
Secondo Cossiga fu Moro a rifiutarle; il che mi sembra strano, perchè un conto è fregarsene della propria pelle, ed un altro conto è fregarsene di quella degli uomini della propria scorta.
Ed infatti la famiglia di Moro nega che fu lui a rifiutarle.
b)
Il convoglio, nonostante le vibrate e ripetute proteste del capo scorta, sia stato organizzato dai nostri servizi di "intelligence" con l'alfetta di scorta a distanza troppo ravvicinata alla 130 Fiat di Moro; posizione pericolosissima in caso di agguato.
Come dimostra:
- il rapimento avvenuto il 5 settembre 1977 del presidente della Confindustria tedesca Hanns Martin Schleyer ad opera della "Rote Armee Fraktion" (RAF), di cui quello di via Fani fu l'esatta replica (con il tamponamento delle troppo ravvicinate macchine del convoglio);
- il tamponamento avvenuto il 15 marzo 1978 delle stesse due macchine del convoglio Moro in piazza Galeno, che sembra quasi essere stata una "anteprima" di prova, del sequestro avvenuto il giorno dopo il 16 marzo 1978.
***
Per cui, almeno secondo me, è evidente che l'agguato a Moro era stato accuratamente programmato, e, di sicuro, non solo dalle Brigate Rosse; le quali avrebbero potuto programmarlo da sole, solo se il convoglio fosse stato tanto "fesso" da avere costantemente un percorso "fisso".
Il che, a mio avviso, è "impensabile"!
***
Un saluto!
***
#2299
Secondo la relazione della polizia scientifica del giugno 2015, relativa all'agguato al convoglio di Moro del 16 marzo 1978 (N.224/SCA DIV. 1 A /Sez. 3/9306/15 Roma, 12 giugno 2015), si può dividere l'agguato in due fasi distinte:
PRIMA FASE
Una prima fase in cui vengono esplosi colpi da sinistra verso destra, anche a raffica, come dall'immagine a pag.59:
SECONDA FASE
Una seconda fase in cui alcuni colpi vengono esplosi anche da destra verso sinistra, come dall'immagine a pag.60:
***
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INTERPRETAZIONE DEGLI EVENTI
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PRIMA FASE
La prima fase in cui vengono esplosi colpi da sinistra verso destra, è senz'altro attribuibile ai brigatisti in divisa di piloti dell'Alitalia; i quali, all'inizio dell'attacco, hanno utilizzato esclusivamente dei fucili mitragliatori.
I mitra erano:
- un Fna (Morucci);
- un M12 (Fiore);
-una TZ45 (Gallinari);
- un altro Fna (Bonisoli)
- un Mab 38/42 (Moretti)
Quest'ultimo non appare nella ricostruzione della sparatoria, perchè il suo Mab 38/42, si è inceppato subito e quindi non ha sparato neanche un colpo; anche tre degli altri mitra si sono inceppati quasi subito, e solo uno ha sparato regolarmente senza mai incepparsi.
***
Il che, secondo me, si spiega per il fatto che nessuno dei cinque brigatisti in questione aveva mai usato in vita sua un fucile mitragliatore, per cui quattro su cinque hanno commesso il classico errore che commette chi usa un mitra per la prima volta; cioè, per evitare il rinculo ed il rilevamento dell'arma, mentre sparavano con la mano destra, hanno afferrato il "caricatore" dell'arma con la mano sinistra (come si vede fare spesso, erroneamente, nei film).
Ma non è certo così che si impugna un fucile mitragliatore, perchè in questo modo è sicuro che lo si fa inceppare; così come ci dimostra un "campione mondiale" di incompetenza in tutti i campi!
***
Va bene che non si può pretendere che impugni correttamente un fucile mitragliatore, chi non sa impugnare nemmeno una forchetta!
:D :D :D
Però dai brigatisti che hanno sequestrato Moro, ci si sarebbe attesi una competenza un tantino migliore.
***
Va bene che, mentre il mitra di Salvini aveva ben visibile la "manopola" da impugnare, diversamente, dei quattro tipi di mitra usati dai brigatisti, soltanto uno aveva l'apposita "manopola" (la "pistole machine" M12), mentre gli altri tre "fucili mitragliatori" ne erano sprovvisti e andavano quindi afferrati per il fusto; per cui, chi non conosce bene come funziona un'"arma a raffica", anche per imitazione dei film, era istintivamente portato ad afferrare erroneamente il caricatore con la mano sinistra.
***
Il che, nel sequestro Moro, ha avuto effetti tragicomici; ed infatti Gallinari e Bonisoli, ad un certo punto, hanno buttato via bestemmiando i loro mitra inceppati, ed hanno continuato a sparare con le loro pistole:  una S&W  39 e una Beretta 51 cal. 7,65.
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SECONDA FASE
Dopo la prima confusa (e difettosa) prima fase dell'agguato, dal lato sinistro della strada, che era stata effettuata ad opera di "dilettanti" , la "polizia scientifica" ha però accertato che, dal lato destro della strada, l'operazione fu conclusa da uno (o due) "professionisti"; come si vede dall'immagine a pag.60 della perizia.
***
Ed infatti, durante la prima fase dell'agguato, l'agente Iozzino aveva cominciato a sparare ai terroristi, in quanto si trovarono in terra, vicino al suo corpo due bossoli inequivocabilmente sparati dalla sua Beretta 92 S; per cui, evidentemente, mentre sparava ai terroristi sul lato sinistro della strada, doveva necessariamente dare le spalle al lato destro della strada.
Lato dal quale, sino ad allora, non era provenuta alcuna aggressione, e che sembrava deserto; a parte una Austin Morris parcheggiata dove di solito si trovava il furgone di un fioraio (che quella mattina non era potuto venire, perchè gli avevano squarciato tutte e quattro gli pneumatici del furgone).
***
Però, ad un certo punto, qualcuno (forse sbucato fuori proprio dalla Austin Morris parcheggiata sul lato destro della strada)  cominciò a sparargli alle spalle per interrompere la sua reazione armata; cioè, anche dal lato destro della strada.
Ed infatti, dalla perizia autoptica risultò quanto segue (pag.35).
"Un proiettile penetrò in prossimità della spina iliaca postero-superiore sinistra, raggiunse l'addome...per arrestarsi nel cavo pleurico di destra...(ritenuto)"
"Un proiettile penetrò nella regione sacrale...fu rinvenuto nel contesto dei muscoli lombari."
"Un proiettile penetrò anch'esso nella regione sacrale...fu rinvenuto in regione sub-frenica (ritenuto) (tra diaframma e fegato)"
"Due proiettili attinsero il gluteo di sinistra...raggiungendo la regione lombare controlaterale (ritenuti)."
***
La mattina dell'imboscata, come detto, sul lato destro della strada, al posto del furgone del fioraio, al quale era stato impedito di parcheggiare al suo solito posto, si trovava invece parcheggiata una Austin Morris targata Roma T53054, di proprietà della SRL "Poggio delle Rose"; la quale, come pure risultò dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", collaborava con i nostri servizi segreti.
Ed è ancora più singolare la coincidenza,  che tale società avesse la sede  in Piazza della Libertà 10, allo stesso primo piano dove, di fronte, c'era la sede della SRL "Gradoli Immobiliare".
***
Sul lato sinistro della strada, davanti al bar Olivetti era stata parcheggiata una "Mini Minor" di proprietà di un certo Tullio Moscardi, milite della Decima MAS di Valerio Borghese; il quale, poi, dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2",  risultò essere, un consulente  dei nostri Servizi Segreti.
***
CONCLUSIONE
Da quanto sopra, una sola cosa emerge chiaramente; e, cioè, che il convoglio delle auto di Moro, quel giorno, è stato "pilotato" appositamente nella trappola di via Fani dalla "centrale percorsi" della polizia; altrimenti i brigatisti (ed i loro "ignoti" alleati) non avrebbero potuto sapere in anticipo, con sicurezza, che lui sarebbe passato di lì.
E' evidente, per una mera questione di logica, che qualcuno lo aveva fatto sapere loro con un preavviso di giorni!
Ed infatti solo dei mentecatti con tendenze suicide avrebbero ripetuto abitualmente tutti i giorni lo stesso percorso, per giunta con automobili prive di blindatura; ed il capo scorta ed i suoi collaboratori, non potevano assolutamente ignorare tale elementare cautela, per cui, secondo me, è ovvio che, quel giorno, seguirono il percorso ordinatogli via radio  dalla "centrale percorsi" della polizia.
Altre ipotesi non mi sembrano assolutamente plausibili!
***
P.S.
A pag.56 della perizia, viene evidenziato come "E' possibile osservare immediatamente una discrepanza tra la posizione dei gruppi di bossoli B, Z e K e le posizioni delle origini degli spari nel caso le autovetture fossero state attinte nella posizione in cui sono state rinvenute."

Ed infatti, come da me sostenuto nel mio post Geometria topografica dell'"imboscata" ad Aldo Moro, la "mini morris", al momento dell'attentato, doveva essere parcheggiata quasi parallellamente all'altra vettura, per consentire l'"effetto tappo" della trappola.
#2300
Citazione di: Alberto Knox il 09 Dicembre 2022, 22:27:12 PM1/18 di secondo , la nostra percezione del tempo è compresa in una banda temporale che parte  da un minimo di 1/18 di secondo circa. Quale frazione sarà la percezione del tempo per quella libellula se l arco della sua intera vita di un ora e mezza corrisponde temporalmente a 90 anni della nostra?
La tua domanda è molto interessante; però, purtroppo non sono abbastanza bravo in matematica per effettuare io tale calcolo.
Mi piacerebbe che qualcuno in questo FORUM, più portato di me per la matematica, ce lo calcolasse. :)
#2301
Ciao Iano. :)
Il fatto, come scrivi tu, che "la nostra percezione sia il risultato di una nostra interazione con la realtà", è senz'altro possibile; però si tratta soltanto di una mera "congettura".
***
Ed infatti tutto dipende dalla nostra fede nel "nesso di causalità" tra il presunto "noumeno" (cioè il "fuoco in se stesso"), ed il "fenomeno" (cioè il "fuoco per come si presenta alla nostra mente" la luce, il calore ecc.); cioè noi diamo per scontato che l'oggetto esterno "fuoco", per via sensoriale e poi percettiva,  provochi l'effetto mentale interno "fuoco".
 Cioè, appunto, che la nostra percezione sia il risultato di una nostra interazione con la realtà.
***
Ovviamente, lo do per scontato anch'io, però mi rendo conto che è solo una "congettura"; come è una "congettura" l'esistenza del resto del mondo, amici, parenti, scienziati, medici e psicologi  compresi, perchè di nessuna di queste cose io ho mai avuto una "esperienza" veramente "diretta".
E' tutta roba che mi si è manifestata solo al livello mentale!
***
In effetti, a voler essere pignoli, il "nesso di causalità" noi lo riscontriamo solo tra "fenomeni" (cioè l'"immagine mentale" del fuoco causa l'"immagine mentale" del calore), ma non abbiamo modo di riscontrarlo tra il presunto inconoscibile "noumeno" e il constatato conoscibile "fenomeno" (cioè che esista fuori della mente un "fuoco in se stesso", che causa attraverso i presunti sensi l'"immagine mentale" del fuoco, la quale, a sua volta, causa '"immagine mentale" calore).
Si tratta di due livelli diversi, uno "presunto" ed uno "constatato", tra i quali è quindi un po' azzardato dedurre un nesso di causalità; tutto quello che è stato scientificamente dimostrato al riguardo, infatti, potrebbe essere soltanto un sogno della mia mente.
***
Il che sarebbe però paradossale, a meno che non si tratti di un "sogno della mente di Dio", di cui la "mia mente" è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare.
Il "solipsismo individualistico" non ha senso!
Ma qui il discorso comincerebbe a farsi troppo complesso ed O.T., perchè bisognerebbe "spaziare" da San Paolo a Meister Eckart ed all'Advaita Vedanta; quindi è meglio evitare di "allargarci" troppo!
***
Un saluto! :)
***
#2302
Ciao Daniele 22 :)
Ridurre tutto ad un sogno del nostro "IO" individuale, secondo me,  sarebbe paradossale, a meno che non si tratti di un "sogno della mente di Dio" (il mio "SE'"), di cui la "mia mente" (il mio "IO") è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare.
Il "solipsismo individualistico", a mio parere, non ha senso!
Ma qui il discorso comincerebbe a farsi troppo complesso ed O.T., perchè bisognerebbe "spaziare" da Meister Eckart ed all'Advaita Vedanta; quindi è meglio evitare di "allargarci" troppo!
***
Un saluto! :)
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#2303
Ciao Viator. :)
Il tuo ragionamento è complessivamente condivisibile, però necessita di alcune precisazioni.
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1) FUORI DI NOI (cioè della nostra mente)
Che si verifichino degli eventi fuori di noi, è senz'altro "possibile", ma è soltanto una "supposizione"; ed infatti noi non ne abbiamo una "esperienza diretta".
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2) DENTRO DI NOI (cioè nella nostra mente)
In realtà noi (o meglio, dovrei dire "io") abbiamo una "esperienza diretta" soltanto di ciò che avviene nella nostra mente (dovrei dire solo nella "mia"), non di quello che avviene "fuori" di essa.
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Il "battito cardiaco", se veramente esiste, è "fuori" di noi, cioè della nostra "mente"; e potrebbe esistere nella nostra mente a prescindere dalla sua esistenza "esterna" nel corpo e nel cervello (ed infatti, in alcuni stati alterati di coscienza, noi sentiamo un battito cardiaco che in realtà non è il nostro).
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Tutto dipende dalla nostra fede nel "nesso di causalità" tra il presunto "noumeno" (cioè il "fuoco in se stesso"), ed il "fenomeno" (cioè il "fuoco per come si presenta alla nostra mente" la luce, il calore ecc.); cioè noi diamo per scontato che l'oggetto esterno "fuoco", per via sensoriale e poi percettiva,  provochi l'effetto mentale interno "fuoco", ma è solo una illazione.
Ovviamente, lo do per scontato anch'io, però mi rendo conto che è solo una "congettura"; come è una "congettura" l'esistenza del resto del mondo, amici, parenti, scienziati, medici e psicologi  compresi, perchè di nessuna di queste cose io ho mai avuto una "esperienza" veramente "diretta".
E' tutta roba che mi si è manifestata solo al livello mentale!
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In effetti, a voler essere pignoli, il "nesso di causalità" noi lo riscontriamo solo tra "fenomeni" (cioè l'"immagine mentale" visiva del fuoco causa l'"immagine mentale" tattile del bruciore), ma non abbiamo modo di riscontrarlo tra il presunto inconoscibile "noumeno" e il constatato conoscibile "fenomeno" (cioè che esista fuori della mente un "fuoco in se stesso", che causa attraverso i presunti sensi l'"immagine mentale" visiva del fuoco, la quale, a sua volta, causa '"immagine mentale" tattile del bruciore).
Si tratta di due livelli diversi, uno "presunto" ed uno "esperito", tra i quali è quindi un po' azzardato dedurre un nesso di causalità; tutto quello che è stato scientificamente dimostrato al riguardo, infatti, potrebbe essere soltanto un sogno della mia mente.
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Il che sarebbe però paradossale, a meno che non si tratti di un "sogno della mente di Dio" (il mio "SE'"), di cui la "mia mente" (il mio "IO") è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare.
Il "solipsismo individualistico", a mio parere, non ha senso!
Ma qui il discorso comincerebbe a farsi troppo complesso ed O.T., perchè bisognerebbe "spaziare" da San Paolo a Meister Eckart ed all'Advaita Vedanta; quindi è meglio evitare di "allargarci" troppo!
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Un saluto! :)
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#2304
Citazione di: daniele22 il 09 Dicembre 2022, 10:56:14 AM
All'idea di Dio associo spesso l'idea di Tempo. Eutidemo, mi intriga assai che un uomo che si intende di legge apra un argomento il cui protagonista sia il Tempo. Quando penso al Tempo devo dire che da molto tempo ho smesso di pensarvi in termini di flusso continuo, avendolo inquadrato per lo più come un ordine di attenzione, e una legge è senz'altro un ordine di attenzione. Pertanto la mia visione del Tempo assomiglia molto ad un'opera teatrale in cui vi è un incipit dettato da un ordine di attenzione, una storia che fluisce all'interno dell'ordine imposto dall'incipit, e naturalmente una fine. A prescindere ora dalla legge intesa come norma giuridica vorrei dire che il fluire continuo del tempo venga determinato dalla sottomissione ad un ordine di attenzione. In parole povere un determinato ente, animato o inanimato che sia, verrebbe assoggettato ad un fluire del Tempo dall'ordine di attenzione che questi impone quando possa influire più o meno sull'eventuale ente che lo percepisce
Trovo estremamente acuta ed arguta la tua idea di considerare il tempo come un "ordine di attenzione" dettato da un essere superiore; anche questo mi ricorda molto la concezione di Berkeley, secondo la quale,  nel suo "Trattato sui principi della conoscenza umana" del 1710, in sostanza, tutto ciò che esiste (in quanto percepito), non è altro che una sorta di "sogno di Dio"! 
Ed è singolare che un empirista inglese, abbia espresso un concetto, per molti versi, simile all'"Advaita Vedanta".
#2305
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2022, 07:42:45 AMPersino il tempo cronologico convenzionale (il cronometro) "percepito" dall'universo non è costante ma varia secondo la velocità dell'oggetto e la forza di gravità cui è sottoposto.

"Tempi" grami per chi cerca un centro di gravità permanente.
Esattissimo! ;)
Ed infatti un orologio misura il tempo più lentamente al primo piano di un grattacielo, dove la gravità è maggiore, che non al trentesimo piano dello stesso grattacielo, dove la gravità è minore; in realtà la velocità delle lancette è identica, ma è il "tempo" che scorre più lentamente o più velocemente a seconda della  forza di gravità cui è sottoposto. ???
Lo stesso accade per un orologio posato su una scrivania, ed un altro, sincroinizzato, che fa il giro del mondo su un jet ipersonico ???
P.S.
Ovviamente lo scarto temporale è infinitesimale!
#2306
Accellerando di 24.192.000 di volte la velocità di sboccio, di crescita e di appassimento di una rosa, che, secondo il nostro "metro percettivo temporale" avviene in circa "due settimane", possiamo vedere svolgersi l'intero evento in "un solo secondo".
***
D'altronde, un evento che avviene in "un solo secondo", se lo rallentiamo di 24.192.000 di volte, potremmo metterci circa circa "due settimane" a vederlo completato; come questo proiettile, che viaggia a "velocità supersonica", prima che arrivi al bersaglio.
***
Ma i "secondi" e le "settimane", di per sè, "non esistono"; sono soltanto le "unità di misura convenzionali" con le quali noi valutiamo la lunghezza del tempo per come appare a noi; ovvero, per come noi lo percepiamo attraverso i nostri cinque sensi (umani).
Ovvero, più esattamente, il cosiddetto "tempo" consiste nelle unità di misura convenzionali con le quali noi valutiamo "quanto ci mette a svolgersi un determinato evento"; almeno secondo il nostro orologio.
***
Peraltro, convenzione dell'orologio a parte, è provato scientificamente che la percezione della durata del tempo, varia da persona a persona; e può variare anche per una stessa persona a seconda delle circostanze. :(
***
Se poi consideriamo gli altri esseri senzienti, la loro percezione della durata del tempo può essere "abissalmente" diversa dalla nostra; ad esempio, l'"effimera", un piccolo insetto che assomiglia alla libellula, vive al massimo "un'ora e mezza", che corrispondono circa ai nostri "90 anni".
Dopo un'ora, è già stanca di campare ed è oberata di ricordi, rimpianti e rimorsi; e non vede l'ora di abbandonare la sua "valle di lacrime"!  :)
***
Ciò premesso, viene da chiedersi se il tempo abbia una "realtà in sè", a prescindere da come viene "percepito".
***
Ed infatti:
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a)
Accellerando ipoteticamente all'infinito il "tempo", cioè le unità di misura concettuali con le quali noi valutiamo quanto ci mette a svolgersi un determinato evento, (che noi, per convenzione, chiamiamo "tempo"), l'evento del Big Bang e quello della cessazione dell'Universo verrebbero sostanzialmente a coincidere; per cui l'universo stesso risulterebbe una sorta di illusione.
La rosa e l'universo sboccerebbero già istantaneamente "appassiti" per la seconda legge della termodinamica (entropia).
.
b)
Rallentando ipoteticamente all'infinito il "tempo", cioè le unità di misura concettuali con le quali noi valutiamo quanto ci mette a svolgersi un determinato evento, (che noi, per convenzione, chiamiamo "tempo"), l'evento del Big Bang verrebbe congelato nello stesso istante in cui sta per espandersi, per cui, anche in questo caso, l'universo stesso risulterebbe una sorta di illusione.
Overo il proiettile e l'universo non uscirebbero mai dalla "canna" della realtà, producendo nè uno "small" nè un "big" BANG.
***
Cioè, in modo più "icastico", si potrebbe dire che, in realtà, "il tempo non esiste" (o meglio, non ha una "realtà" propria ed autonoma), anche se noi abbiamo l'impressione che esista qualcosa del genere; mentre invece noi, denominandolo per convenzione "tempo", non stiamo affatto misurando l'effettivo svolgimento del "reale", bensì stiamo soltanto misurando le modalità con cui noi lo percepiamo (magari anche accellerandolo o rallentandolo in un videoclip, come ho fatto io).
***
A meno che anche il "tempo", come tutto il resto, non si riduca ad un "esse est percipi"   ("l'essere significa essere percepito"), secondo il celebre aforisma di George Berkeley, nei "Dialoghi tra Hylas e Philonous" del 1713; che ho appena finito di rileggere.
***
Ma queste sono solo mie divagazioni in libertà, con le quali non intendo dimostrare assolutamente "niente"; anzi, forse, per certi aspetti, sono anche considerazioni un po' "balzane", come di solito accade quando si lasciano un po' troppo le briglie sciolte alla propria "immaginazione razionale" (se mi consentite l'ossimoro).
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Quindi mi dispiace di avervi fatto "perdere tempo"; sebbene tutto dipenda da come lo avete "percepito" voi!
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Un saluto a tutti! :)
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#2307
Ciao Anthony. :)
Come al solito, le tue sono tutte osservazioni intelligenti ed intriganti, per cui cercherò di rispondere ad esse una per una:
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1)
Abitando a Roma, posso garantirti che, non avendo particolare fretta, e facendo dei percorsi e dei giri assurdi (come quello per via Fani), ci sono dozzine di tragitti diversi per partire da quella chiesa ed infine arrivare a Montecitorio.
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2)
Quanto al tragitto di Moro era modificato ogni giorno via radio (poco dopo la partenza del convoglio); ma, secondo il protocollo, i diversi itinerari dovevano essere non certo pochi, e avrebbero dovuto essere tutti decisi "randomicamente" sul momento.
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3)
In ogni caso anche se la centrale operativa avesse deciso soltanto "su pochi itinerari differenti per cui si potevano fare delle previsioni" (come scrivi tu), in tal caso gli agguati avrebbero dovuto essere predisposti su tutti i possibili tragitti, ma mai su uno solo in modo specifico; come invece è avvenuto in via Fani.
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4)
Di conseguenza, la circostanza che il convoglio sia stato premeditatamente "eterodiretto" via radio proprio sul luogo dell'imboscata, dimostra in modo eclatante che Moro è stato "tradito" da organi dello Stato; resta solo da accertare se erano "deviati" o meno.
Questo, secondo me, non è soltanto "probabile", bensì è assolutamente "sicuro"; perchè altrimenti non si può spiegare in altro modo quello che è successo!
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5)
D'altronde Moro stesso deve averne avuto sentore, perchè prima di essere rapito, e poi ucciso, disse ad un suo studente universitario: "Ma voi davvero credete che io non sappia che sto per fare la fine di Kennedy?"
Si ricordava benissimo che Kissinger, considerata la sua "apertura a sinistra", lo aveva espressamente minacciato dicendogli: "O lasci perdere la tua linea politica o la pagherai cara!".
E Moro fu rapito il giorno stesso in cui, appunto, aveva cominciato a realizzarsi la sua "linea politica".
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6)
Quanto all'ipotesi che a sparare non siano stati i soli brigatisti, hai perfettamente ragione; io non ho citato il fatto per non complicare troppo le cose, ma, secondo la "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", sembrerebbe che due colpi siano stati sparati anche dal lato destro della strada (contro il maresciallo Oreste Leonardi).
Il che, secondo me, è possibile ma "tatticamente" molto poco probabile, in quanto:
a)
Se un agguato viene effettuato "dall'alto" delle finestre di palazzi ai due lati di una stessa strada, il "fuoco incrociato" è micidiale per le vittime dell'agguato, ma non presenta alcun pericolo per gli assalitori; ed infatti i proiettili volano solo verso il basso.
b)
Se, invece, un agguato viene effettuato ad altezza d'uomo, con "alzo zero" sulla via,  "il "fuoco incrociato" dai due lati della strada è, sì, micidiale per le vittime dell'agguato, però presenta un gravissimo pericolo per gli assalitori, che rischiano di spararsi addosso l'un l'altro; ed infatti i brigatisti erano tutti schierati sul solo lato sinistro della strada.
Se qualcuno ha veramente sparato sul convoglio anche dal lato destro della stessa strada, ha corso un rischio gravissimo; ma, ovviamente, è un'ipotesi che non si può escludere.
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7)
Dal reperto balistico, risulta che a sparare sono state sei armi, sia mitra che pistole; e i mitra, di cui erano dotati i brigatisti, sono senz'altro "armi militari", visto che sparano a "raffica".
a) I mitra
I mitra erano:
- un Fna (Morucci);
- un M12 (Fiore);
-una TZ45 (Gallinari);
- un altro Fna (Bonisoli)
- un Mab 38/42 (Moretti)
Quest'ultimo mitra, il Mab 38/42, si è inceppato subito e quindi non ha sparato; il che non mi stupisce affatto, perchè è un'arma che ai miei tempi (anni '70) conoscevo molto bene, e che, in effetti, si inceppava spesso:
- sia perchè risaliva alla seconda guerra mondiale, e gli esemplari rimasti solitamente non venivano assoggettati a nessuna forma di efficace manutenzione ;
- sia perchè molto probabilmente Moretti, che non era un esperto di mitra, imitando quello che vedeva nei film, lo ha afferrato per il caricatore con la mano sinistra (che è il modo migliore per farlo inceppare).
Però anche qualcuno degli altri mitra, a quanto sembra, ha subito degli inceppamenti (l'M12 e il TZ45), pur avendo sparato dei colpi.
b) Le pistole
Oltre ai mitra, i i brigatisti disponevano anche di pistole:
- una S&W 39 (di Gallinari, che ha anch'essa sparato dei colpi);
- una Beretta 51 cal. 7,65 (di Bonisoli, che ha anch'essa sparato dei colpi);
-  tre Browning HP (di Moretti, Morucci e Fiore, che, invece, non hanno sparato colpi di sorta).
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8 )
Questi, sono, messi a confronto:
- la relazione della polizia scientifica;
- il memoriale di Morucci.
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9)
Quanto ai "personaggi sensibili" identificati sul posto, l'unico individuato per puro caso da un giornalista (che lo conosceva) era il colonnello dei carabinieri Camillo Guglielmi; il quale richiamava l'attenzione come "un albero in mezzo ad un bosco", perchè, dopo la strage, il luogo pullulava di carabinieri.
Non ce l'aveva mica scritto in fronte, all'epoca, che era il vicecomandante di Gladio, a capo del Settore K ("K" come "killer"), cioè quello destinato alle "esecuzioni".
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Un saluto! :)
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#2308
Si è trattato diffusamente, in molti articoli, libri, film, documentari ecc., del famoso "sequestro" di Aldo Moro; però, a mio avviso, non si sono mai analizzate in modo adeguato le modalità "geometrico-topografiche" dell'"imboscata" di cui sono rimasti vittime lui e la sua scorta.
Le quali, secondo me, sono invece "estremamente" rivelatrici di quanto è accaduto; e di chi può esserne ritenuto responsabile (diretto o indiretto).
Ed infatti, in base al resoconto tratto dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", risulta una "geometria topografica" dell'"imboscata" ad Aldo Moro, che lascia pochi dubbi su chi ne fosse coinvolto; ed infatti, a parte i "killer" delle Brigate Rosse , che ne sono stati senza alcun dubbio gli esecutori in "nome" e per "conto" proprio,  emerge chiaramente che all'imboscata hanno senz'altro partecipato anche altri soggetti.
Ed infatti:
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A)
GIORNO DELLA NASCITA DEL GOVERNO ANDREOTTI IV
La mattina del 16 marzo 1978, il Presidente della DC Aldo Moro, dopo aver assistito ad una messa nella chiesa San Francesco D'Assisi al Trionfale, stava recandosi con la sua scorta in Parlamento, per votare la fiducia al Governo Andreotti; che fu poi infatti votata quello stesso giorno (nonostante il suo rapimento), con 545 voti favorevoli, 30 contrari e 3 astenuti, e al Senato con 267 voti favorevoli e 5 contrari.
Ed infatti, come appunto auspicato da Moro, quello fu il primo governo della storia repubblicana appoggiato dai Comunisti; per cui mai nessun governo, nè prima nè dopo, ebbe mai un appoggio così esteso (anche se in parte "esterno").
Ma torniamo a Moro!
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B)
IL TRAGITTO DI MORO
Chiunque abiti a Roma, sa benissimo che, per recarsi dalla chiesa di San Francesco D'Assisi a Piazza Montecitorio, dove si trova il Parlamento, bisogna scendere lungo tutta la Via Trionfale, per raggiungere il Tevere e poi attraversarlo; solo un imbecille svolterebbe da Via Trionfale in via Fani, che va, invece, in direzione opposta.
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C)
LA "TELEGUIDA"
Ovviamente il "pilota" della scorta non era certo un imbecille, e Roma la conosceva benissimo, ma era "teleguidato via radio" (come si diceva in gergo) da un operatore della centrale di polizia, "coadiuvato" dai servizi segreti; il quale, come da protocollo, pressochè ogni giorno variava il percorso di Moro per evitare che, utilizzando ogni giorno lo stesso tragitto, potesse cadere vittima di un attentato.
Si tratta di un accorgimento che si usava, e tutt'ora si usa, in quasi tutti i Paesi del mondo, per proteggere i propri politici più importanti.
Se ben ricordo, fino agli anni '60, si lasciava "variare" il percorso, a sua scelta, dal "capo scorta"; ma poi ci si accorse che la cosa poteva risultare pericolosa.
Ed infatti, un "singolo individuo", per quanto fidato, può sempre "tradire": 
- o per denaro;
- o perchè ricattato (ad es.tenendo sotto sequestro o sotto minaccia la sua famiglia).
Diversamente, (sin dai primi anni '70) "teleguidando via radio" la vettura da una centrale, tale rischio può essere evitato, perchè tutti gli agenti della scorta ascoltano il radiomessaggio; e, quindi, l'autista non può fare di testa sua, ma deve seguire le indicazioni pervenutegli via radio.
Premesso quanto sopra, non c'è niente di strano nel fatto che il "pilota" della scorta di Moro abbia svoltato a sinistra per via Fani, se questo era l'ordine pervenutogli via radio; nè poteva essere altrimenti, perchè non stava certo a lui decidere la variazione giornaliera del percorso.
Se ci avesse provato, gli altri agenti glielo avrebbero impedito!
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D)
SPARIZIONE DEI NASTRI MAGNETICI
E' invece molto strano:
- che siano spariti i nastri magnetici sui quali erano registrate le trasmissioni radio tra la centrale operativa e le macchine del convoglio di Moro (la "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2" le ha richieste e cercate vanamente);
- che le BR conoscessero in anticipo il percorso che la centrale operativa avrebbe impartito alle  macchine del corteo di Moro il giorno 16 marzo 1978.
Tanto è vero che la notte prima dell'attentato, per tenersi sgombra la zona, i brigatisti tagliarono tutte e quattro le gomme del furgone del fioraio (parcheggiato sotto casa di quest'ultimo), che ogni giorno soleva recarsi e sostare nel luogo dell'attentato; cioè poco prima dell'incrocio tra via Fani e via Stresa.
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E)
MANCANZA DI UNA RICOSTRUZIONE GRAFICA "UFFICIALE"
Un altro aspetto singolare della vicenda, è che, per il più banale incidente stradale, le parti coinvolte, di solito, redigono subito un accurato disegno di quanto è accaduto sul C.I.D. (Constatazione amichevole di incidente - Denuncia di sinistro); altrimenti, se chiamata sul posto, ci pensa la polizia a redigere un verbale, con tanto di "ricostruzione grafica" che riassume l'evento.
Per quanto invece riguarda l'attentato a Moro, ammesso e non concesso che, sul momento, sia stato redatto un verbale contenente un'"ufficiale",  accurata ed eloquente "ricostruzione grafica" di quanto era accaduto, di essa non sono riuscito a trovare alcuna traccia; ho rintracciato soltanto delle ricostruzioni giornalistiche e cinematografiche non tutte collimanti tra di loro, e non tutte affidabili.
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F)
RICOSTRUZIONE GRAFICA PERSONALE
Di conseguenza ho cercato di effettuare una "ricostruzione grafica personale" dell'evento, basata sui "dati certi", tratti dalla "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2"; la quale pure, però, va presa con cauto beneficio d'inventario, soprattutto per quanto concerne l'esatto posizione degli elementi della "geometria topografica" dell'"imboscata" ad Aldo Moro.
1)
La mattina dell'imboscata, sul lato sinistro della strada, davanti al bar Olivetti era stata parcheggiata una "Mini Minor" di proprietà di un certo Tullio Moscardi, milite della Decima MAS di Valerio Borghese; il quale, poi, dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2",  risultò essere, un consulente  dei nostri Servizi Segreti.
2)
La mattina dell'imboscata, sul lato destro della strada, al posto del furgone del fioraio, al quale era stato impedito di parcheggiare al suo solito posto, si trovava invece parcheggiata una Austin Morris targata Roma T53054, di proprietà della SRL "Poggio delle Rose"; la quale, come pure risultò dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", collaborava anch'essa con i nostri servizi segreti.
Ed è ancora più singolare la coincidenza,  che tale società avesse la sede  in Piazza della Libertà 10, allo stesso primo piano dove, di fronte, c'era la sede della SRL "Gradoli Immobiliare".
3)
La mattina dell'imboscata, sempre sul lato destro della strada, più tardi, poco prima dell'attentato, parcheggiò la vettura che avrebbe tagliato la strada al corteo dell'onorevole Moro.
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G)
LA "TRAPPOLA"
Non appena avvisata dell'arrivo del corteo, la vettura di cui al punto 3 scattò fuori dal parcheggio, e chiuse il varco tra la vettura 1 e la 2; in modo tale da impedire al convoglio di Moro, indicato al n° 4, di effettuare la "manovra di disimpegno" denominata "zeta escape", e, cioè, di aggirare da destra o da sinistra la macchina che gli aveva tagliato la strada (nella quale manovra tutti gli agenti, specie quelli di scorta, sono tutti ben addestrati).
Contemporaneamente, dal lato del bar Olivetti, i brigatisti travestiti da piloti dell'Alitalia, indicati al n° 5, aprivano il fuoco sul convoglio con le loro armi automatiche; uccidevano tutti i componenti della scorta, e rapivano Aldo Moro.
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H)
IL "TAMPONAMENTO"
A distanza di tanti decenni, pare che la "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", abbia accertato che l'auto di Moro aveva i "fendinebbia assolutamente integri"; e che, quindi, non ci fu mai nessun tamponamento.
Ma questo, in fondo, ha un'importanza relativa.
.
I)
IL BAR OLIVETTI
Ha invece una rilevante importanza che, dalla "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", risultò che:
a)
Il bar Olivetti era di proprietà di un certo Tullio Olivetti, titolare dell'esercizio, coinvolto in un'inchiesta su un presunto traffico d'armi.
b)
Il bar era frequentato dal colonnello Camillo Guglielmi, vicecomandante di Gladio, a capo del Settore K ("K" sta per "killer"), cioè quello destinato alle "esecuzioni".
La mattina del 16 marzo, alle 9,30, lui era lì: e, interrogato al riguardo, rispose che stava recandosi a pranzo dal suo amico D'Ambrosio, che abitava nei pressi.
Un'ora invero davvero insolita per pranzare.
c)
Il bar era frequentato anche da altri singolari e discutibili personaggi; tra cui spicca anche Enrico de Pedis (detto "Renatino"), famosissimo boss della banda della Magliana.
.
L)
IL BAR ERA APERTO O CHIUSO, AL MOMENTO DELL'ATTENTATO?
La versione ufficiale è che fosse chiuso; e, malgrado l'impegno profuso dalla "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", le nuove testimonianze che indicano l'apertura del bar sono poche e contradittorie.
La più circostanziata è quella del giornalista televisivo Diego Cimara sentito dalla commissione Moro il 22 luglio 2015, il quale, come scritto nella prima relazione della commissione:
"Avendo necessità di effettuare una telefonata in redazione, si era accorto che il bar Olivetti era aperto. Nel farvi ingresso ha incrociato il proprio collaboratore Alessandro Bianchi che, dopo avere consumato un caffè, stava uscendo. Cimara ha descritto con estrema precisione alcune delle persone che quella mattina aveva notato all'interno del bar: segnatamente due addetti al servizio, uno alla cassa ed uno al bancone, i suoi colleghi Monteforte de Il Messaggero e De Persis dell'agenzia ANSA e tre persone dai tratti somatici del Nord Europa, che – tenuto conto delle uniformi dell'aeronautica da essi indossate e di alcune parole pronunciate da uno di loro – potevano provenire da un'area geografica di lingua tedesca. Il giornalista ha, altresì, aggiunto che all'interno del bar si trovavano molti esponenti delle forze dell'ordine o comunque degli apparati di sicurezza che, ad un certo punto, avevano abbassato la saracinesca esterna del locale invitandolo risolutamente ad uscire." (CPM2, 1° Relazione sull'attività svolta, 10/12/2015, pag. 117)
***
Ma la questione del bar aperto o chiuso, secondo me, in fondo conta poco circa la plausibilità o meno della mia ricostruzione; dalla quale, almeno in parte, emergono inequivocabili responsabilità nel sequestro da parte dei nostri servizi di "intelligence" (o, quantomeno, di quelli "deviati").
                                    AVVERTENZA
Il presente topic è limitato:
- alla pura e semplice "meccanica" dell'imboscata al "convoglio moro";
- a chi vi ha partecipato, direttamente o indirettamente;
- a prescindere dai loro "moventi", circa i quali penso che aprirò un topic a parte, ma che qui sono sono assolutamente O.T.
Tutte le altre questioni (di cui alcune già da me ampiamente trattate in altre sedi), devono considerarsi "off topic".
#2309
Esistono dei mazzi che si vendono già truccati; cioè fatti in modo tale da poter riconoscere le carte da impercettibili segni sul loro dorso.
Però mi sono accorto che anche i mazzi regolari, in genere, possono essere facilmente truccati "in modo casareccio"; per cui bisogna stare molto attenti a controllare il retro delle carte prima di giocare.
Ovviamente, solo se si gioca a (molti) soldi, e con persone con le quali si ha scarsa confidenza.
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Ad esempio, le seguenti sono cinque carte da poker di un mazzo "regolare"; però io ho truccato il retro della quarta, per riconoscere "da dietro" il dieci di cuori.
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Se il vostro PC ha abbastanza risoluzione, potete provare a trovare da voi l'impercettibile alterazione del dorso; altrimenti ve la faccio vedere io.
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In pratica, occorre far riferimento alle prime tre file di stanghette bianche:
- la prima segnala i "semi" (cuori, quadri, fiori, picche)
- la seconda segnala i "numeri" (da 1 a 10)
- la terza segnala le "figure" (Jack, Regina e Re).
Nel caso di specie, io:
° ho accorciato con una penna blu la prima stanghetta della prima fila, che sta per "cuori";
°ho accorciato con una penna blu la decima stanghetta della seconda fila, che sta per "dieci".
Per cui sul davanti c'è il 10 di cuori.
E' molto difficile notare l'alterazione, se non si controlla molto bene più di una carta!
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Ovviamente, infatti, tutte le altre carte possono essere truccate allo stesso modo; e, sia pure in modo diverso, ho avuto modo di verificare che quasi qualsiasi altro mazzo (ciascuno a modo suo) può essere alterato ad arte.
Io, in vita mia, mi sono accorto tre volte, che volevano coinvolgermi in una partita di poker con carte truccate; ma non è escluso che, qualche altra volta, nonostante i miei controlli, io sia rimasto fregato lo stesso!
Per cui state sempre in campana!
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P.S.
Di solito, ci sono due tipi di rilevatori di carte segnate in modo invisibile:
- le lenti a contatto per inchiostro invisibile;
- gli occhiali a infrarossi.
Per cui diffidate di chi gioca con occhiali di natura sospetta, perchè potrebbero essere ad "infrarossi" per leggere segni sul dorso invisibili ad occhio nudo; però esistono anche le lenti a contatto "a luce blu", e di quelle non ve ne potete proprio accorgere (salvo che non ve le procuriate anche voi)!
#2310
Storia / Re: I cardinali con il colore sbagliato!
04 Dicembre 2022, 05:27:24 AM
Citazione di: viator il 03 Dicembre 2022, 11:16:04 AMSalve Eutidemo. Citandoti : "............. ma, poichè sono di natura (forse eccessivamente) curiosa, se qualcuno sa fornirmi tale spiegazione gliene sarei grato".

Io invece sono di natura (forse eccessivamente) ingenua.

Secondo me il cambiamento di colore si è verificato a partire dal momento in cui sono comparse le lavatrici e - soprattutto - I DETERSIVI CHIMICI.

(il mio bianco è più bianco del tuo...... vuoi che il mio rosso sia meno rosso del tuo !?....tiè!!). Saluti. 
Può anche darsi che il motivo sia quello che dici tu; sebbene mi sembri strano che il colore delle loro tonache sia identico, come se tutti usassero la stessa lavatrice e lo stesso sapone.
Comunque grazie per la tua ipotesi! :)