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Messaggi - niko

#2311
Citazione di: Ipazia il 09 Novembre 2022, 21:36:11 PMUn assist ad InVerno da parte del nuovo ministro "dell'istruzione e del  merito". Buona Giornata della libertà:))

Accidenti, gravissimo che un ministro del governo si permetta di scrivere una lettera del genere, di pura propaganda e indottrinamento, con questi deliranti toni...

Citando a casaccio Pascal si permette dall'alto del suo piccolo e mediocre potere di dare delle bestie ai comunisti... ma lo sa questa BESTIA che la COSTITUZIONE ITALIANA che lui dovrebbe in quanto ministro rappresentare e' stata scritta anche da dei comunisti?

E che se tradisce e infanga il suo paese e le tradizioni storiche, politiche e culturali che ne rappresentano l'arco costituzionale (a differenza di altre...) dovrebbe andare sotto processo per tradimento?

Ah gia' la Costituzione, quella che loro vorrebbero modificare per dare alla zarina poteri di diritto divino...

E poi dicono che questo governo non ha derive pericolose, di chiara ascendenza nera...

Se proprio questi qui devono mandare la letterina motivazionale del giorno della cosiddetta liberta' perche' non hanno individuato niente di piu' urgente da fare per la scuola, almeno avessero il coraggio di scrivere oggi, Novembre 2022, agli adolescenti d'Italia che i comunisti novecenteschi erano gente che voleva che tutti gli uomini del mondo fosse data la CASA, il PANE e la PACE, bestie...

Bestie ignoranti...



#2312
Le navi ong contribuiscono solo per il 16% al flusso totale dell'immigrazione clandestina, quindi se domani per assurdo con un colpo di bacchetta magica sparissero tutte le navi ong, il flusso di immigrati clandestini non sparirebbe, ma si ridurrebbe al massimo del 16 percento.

Grande brutta notizia questa, per i populisti della bacchetta magica, ma comunque, benvenuti nella statistica e, dunque, nella realta'.

Se il fenomeno dell'immigrazione fosse un complotto :D :D :D , bel complotto, un complotto che funziona solo per il 16% del flusso, e tutti gli altri aspiranti migranti "complottizati" dai poteri forti occulti rettiliani si arrangiano in altri modi.

Il fatto che la gente fugge e fuggira' sempre dalla fame forze e' troppo semplice per essere accettato come vero, non so.

Ma il "bello", bello per modo di dire, e' che se domani con un colpo di bacchetta magica sparissero tutte le navi ong, a parita' di altre condizioni il flusso degli immigrati diminuirebbe di molto meno del 16% , perche' la legge, giuridica ed anche etico-umana, appunto a parita' di altre condizioni, obbligherebbe comunque a soccorrere i dispersi in mare laddove questi rendano nota la loro presenza, ad esempio con un sos, o laddove questi vengano avvistati; solo che, essendo nella nostra ipotesi assurda sparite tutte le nani ong, il soccorso dovrebbe farlo chi? Ma naturelmente la nostra marina e la nostra guardia costiera, con grande dispendio di mezzi e soldi, soldi nostri, delle tasse, e riduzione, come dicevo, di molto meno del 16% del flusso, anzi, nell'ipotesi che la marina e guardia costiera facciano in un futuro indeterminato tutto quello che fanno ora le  navi ong, a parita' di altre condizioni, riduzione del flusso nulla, solo che il tutto ci costerebbe ancora di piu'.

Ovviamente, non e' questo quello che vorrebbero quelli che non vogliono gli immigrati.

Quello che vorrebbero e' che, insieme alle navi ong, venissero abolite con un colpo di bacchetta magica davvero magica (o dovrei dire tragica)  anche tutte le leggi giuridiche e le convenzioni etiche e di senso comune che obbligano al soccorso in mare, cosi', finalmente, alla scomparsa delle navi ong, corrisponderebbe l'effettivo "diritto" di lasciare gli esseri inferiori tutti a morire di fame e affogati, magari di far finta di non vedere, e non ci sarebbe il mero "trasferimento" dell'obbligo di soccorrere da un soggetto ad un altro.

Altra notizia davvero sconvolgente per quelli che ancora credono al mito del:

"Siccome l'Italia  e' un paese di passaggio, gli stranieracci invasori arrivano tutti qui, e a noi toccano molto piu' immigrati che al resto d'Europa (del resto, potrebbe essere un complotto dell'Europa stessa per distruggere la pura razza italiana)."

Esistono delle quote di smistamento dell'immigrazione stabilite a livello europeo, e queste quote vengono rispettate, e vedono paesi europei  piu' grandi e piu' ricchi, come Francia e Germania,  accollarsi molti piu' immigrati di quanti se ne accolli l'Italia.

Ovviamente, siccome il meccanismo di smistamento funziona su tempi lunghi, e l'Italia e' davvero per ragioni geografiche un paese critico di arrivo, succede che ci siano emergenze temporanee e criticita' permanenti in alcuni luoghi come a Lampedusa, perche' quelli che dovrebbero accollarsi la loro quota di immigrati su quelli che, quantomeno in senso geografico, davvero "arrivano tutti qui", prima o poi come da regolamenti europei lo fanno, ma non sempre nei tempi giusti e non sempre in tempi rapidi.

Ma il mito del:

"siccome arrivano qui poi hanno diritto a rimanere qui e noi siamo penalizzati rispetto al resto d'Europa"

E' appunto in grandissima parte un mito.


#2313
Citazione di: InVerno il 09 Novembre 2022, 13:39:09 PMRasenti la malafede tu, attribuendomi cose che non ho mai detto. La questione preistorica non riguarda l'assetto familiare, ma il dilemma uovo-gallina religione/comunità, l'assetto familiare ha a che fare con il feudalesimo. Tuttavia, Marx non distrugge niente, sappiamo sia di grandi gruppi tribali, sia di sparuti nuclei di "rousseiani", e c'è ampio posto per ulteriori alternative e mix di ogni sorta. Le teorie macroeconomiche riducono la complessità ad una polaroid.
Ma guarda te, l'unico che sa usare un martello va in città a fare il fabbro, e quando assume un garzone diventa uno schiavista. Hanno venduto Gesù per trenta denari, il fabbro non può neanche vendere un martello. Nessuno lo ha mai accusato di schiavismo, perchè gli serviva la competenza del fabbro, altro che schiavista.
"Gli illusi epicuri" erano parecchi nel tempo che intercorre dal medioevo e l'industrializzazione, è questo il punto della questione, sono loro con qualche Diogene alla bisogna. Furono anche i coloni americani che, essendo una moltitudine di proprietari terreri, armati individualmente ed alfabetizzati, dimostrarono le capacità del nucleo familiare in confronto a quello tribale. I latifondisti spagnoli vennero sconfitti dagli indigeni, la loro struttura centralizzata ed oligarchica non gli permesi il controllo del continente che consideravano unicamente loro. I sudisti persero la guerra di successione per gli schiavi, per voler mantenere la loro società tribalistica. Il sud italia, la grecia, la spagna: l'evasione come forma di rinforzo delle strutture familiari-tribali in aperto antagonismo alla società dei nuclei. E' la corruzione delle mafie italiane, cinesi, russe e giapponesi. E' la squadra nera del "me ne frego", e il soviet del "potere al popolo". E' anche la grande corporation, il latifondista, ma alle regole dello stato, e quelle liberali classiche non contemplavano il "laissez-faire". Lo stato come male necessario, ma necessario a cosa, se non a difenderci dal presentarsi di queste pagine, che l'individuo non può affrontare. Ma forse meglio la squadra di facinorosi armati di clave, quando lo stato è decadente,  arriva il profeta a chiamare a raduno la massa.
Hai ragione, molto meglio annullare la questione naturale-armoniosa, sono i tempi giusti per esclamarlo, io anzi ne farei un motto. Attento che ti mettono una camicia di forza.


Ho capito, tu proponi il liberalismo dei cowboys che massacrano gli indiani, e degli scagnozzi piemontesi che massacrano i briganti.

Forti del loro familismo post-ecclesiale, e, dunque, post-tribale.

E delle loro armi da fuoco migliori.

C'era pure un vecchio proverbio della frontiera selvaggia che ribadiva il concetto:

"Quando l'uomo con la tribu' incontra l'uomo con la famigliola del mulino bianco (bianco in tutti i sensi), l'uomo con la tribu' e' un uomo morto."

Abbiamo anche visto come il patriarcato e' finito nell'anno mille: caccia alle streghe, fiore all'occhiello della prima modernita' quattro e cinquecentesca... non pervenuta. Tantomeno nel cervello bacato dei settecenteschi (!!!) coloni di Salem.

Del resto, lo sanno tutti che la famigliola del mulino bianco non e' patriarcale.

Anche la piccola mugnaia (bianca) contribuisce a fare i tegolini.

Quando poi sono andati in Svizzera, hanno fondato una corporazione di liberi mulini con basi anche in america e hanno inventato la nestle'.


#2314
Citazione di: InVerno il 09 Novembre 2022, 08:00:33 AMSe Marx si limitasse a prendere cantonate nella preistoria dove non aveva le informazioni che abbiamo oggi, o sull'antisemitismo in un tempo dove l'antisemitismo era come il rock and roll, sarebbe anche poco e perdonabile. Perdonabile perlomeno ad un normale pensatore, non per un profeta "bocca-della-verità" che deve subire scrutinio ben più approfondito. Marx sostiene anche che il nucleo familiare occidentale si origini per mezzo del capitale, con le industrie che chiamano all'urbe i campagnoli e spezzano i legami tribali. E mentre questo è stato certamente un moltiplicatore, non è per niente l'iniziatore. Dopo il crollo dell'impero romano le dinastie europee sono disintegrate, corrotte, nessuna casa nobile europea riesce a rintracciarsi prima dell'800, e l'europa che affronta l'anno mille è estreamente frammentata in ogni senso, politico, economico e familiare. La chiesa cattolica (che per Marx è "oppio") bandisce i matrimoni tra cugini, e pone incredibile attenzione sull'incesto ed altre forme di cannibalismo intrafamiliare, creado i primi nuclei familiari. Questo è il punto di origine, secondo me e altri, dell'individualismo, del liberalismo, della rivoluzione scientifica, e di tutto quello che ci rende "occidentali" ed "europei": l'abbandono della struttura tribale, dove l'etica minuscola del gruppo ha sempre la meglio "comunità", ma la morale astratta di "società" che condividono diritti pur non conoscendosi, spesso non parlando la stessa lingua, ma riconoscendosi culturalmente. E' nell'anno mille che le donne per la prima volta ricevono in eredità proprietà, per via dei nuclei ristretti, capitava persino che i re dovessero lasciare ereditariamente delle regine, man mano che si smantella la società tribale, si smantella anche quella "patriarcale". Diverso è il caso tribalistico. Caterina II è una zarina russa, ma prende il potere attraverso un colpo di stato. Le società tribalistiche non combattono contro l'aristocrazia per diritti da reclamare individualmente, ma la sostituiscono semplicemente con una che gli piace di più, mentre gli ultimi, i lavoratori, rimangono gli stessi pezzenti di prima. La "coscienza di classe" eufemismo per chiamare la "mentalità di gregge" o "mentalità tribale" a seconda dei contesti, è la negazione di tutto ciò che in occidente ha migliorato le condizioni degli emarginati e degli ultimi, che in occidente hanno patito meno che altrove. Questa forza, non il marxismo, nella storia ha portato alle maggiori conquiste sociali e del diritto, finchè la sinistra non prende Marx e lo manda sui banchi della destra (così la smettiamo pure di parlare di "rossobrunismo") non si va avanti.



Rasenti la malafede, visto che proprio a Marx si deve il rovesciamento della precedente concezione illuministica (tipica di Hobbes, di Locke, ma soprattutto di Rousseau) in cui l'uomo PREISTORICO e' immaginato come individualista e atomizzato e l'uomo STORICO come gregario (insomma secondo gli illuministi prima il branco di lupi, poi il leviatano; prima le case, e le grotte sparse di campagna, poi la grande citta; come se la storia e i suoi dispositivi fossero una questione paesaggistica), in favore di una concezione molto piu' realista e storicistica dell'individualismo e della sua cronologia da rimettere coi piedi per terra, in cui, al contrario, l'uomo preistorico e del passato in generale e' pensato come gregario, mentre l'uomo moderno e', e sempre piu' tende ad essere, individualizzato, frammentario e -dunque- individualista.

Non la divisione del lavoro sociale (che sta solo nella testa delle anime belle), ma la divisione sociale del lavoro, scandisce i corsi e i ricorsi della storia.

Altroche' socializzare solo per il baratto o per il sesso. Se un uomo preistorico vero prova a fare l'individualista, semicemente crepa. E crepa male.

E chi non capisce la differenza, non capisce Marx.

Che per primo intravede la realta' di un surplus di ricchezza urbanamente, alienatamente e schiavisticamente prodotto.

Surplus che a sua volta permette all'archetipo sociale del materialista e dell'atomista "ingenuo", e quindi all'Epicuro di turno -colto, disilluso dalla politica e dalla societa' e appartenente alla classe privilegiata-, di farsi i cavoli propri con i suoi ben selezionati amichetti nel proprio giardino, e fondare cosi' il concetto filisofico, e dunque eudaimonistico, di individuo.

Concetto di individuo di cui il cristianesimo sara' la consacrazione animico-soteriologica, e dunque propriamente indentitaria, ma che non sarebbe mai stato possibile se l'epicureismo, e in un certo senso tutto il disincanto ellenistico dai valori particolaristici comunitari, non ci avesse messo la componente, e la piu' remota base, pratica.

L'utopia individualistica e' perversa perche' presuppone che basti un rapporto armonioso con la natura, (translata o no nella grazia e nella creazione) per essere felici, senza affrontare la questione sociale.

Quello che per il padrone e' giardino, per lo schiavo e' orto e campo.

La citta' non solo non e' natura, ma neanche lo diventa, come per magia, nelle sue versioni privatizzate o miniaturizzate.

L'individuo, concetto che Marx ci mostra come storicamente prodotto, e' anche fondamentale per realizzare la rivoluzione, e con essa "ritornare" eternamente alla societa' che lo produce come tale ma in condizioni inedite e palingenetiche, alla societa' intesa come societa' degli individui. E dunque, quanto c'e' di "buono" nel capitalismo e nella  societa' di classe e' proprio la produzione e la separazione, anche giuridico economica degli individui, prodromica alla loro liberazione.

La preistoria e' societa' e basta, e' orda, e' il branco di animali umani; la storia liberata, la storia vera che verra' sara' societa'-degli-individui; la storia non liberata attuale e' pensata come curva sull'opera, sul lavoro, pratico ideologico, di fondare e creare gli individui, che nella preistoria non vi erano.

Il tribalismo, che gia' il capitalismo distrugge, in quanto creazione del gruppo e' uno stato incompiuto nella creazione dell'individuo, una emancipazione parziale dalla preistoria.

Il rapporto di Marx rovescia gli illuministi perche' pensa il suo pensiero a partire da un concetto di individuo finalizzato alla rivoluzione, e non alla conservazione, della societa'.

Anzi non ha bisogno di pensarlo, perché lo vede, vede le glorie e le miserie dell'individuo sradicato e sciolto da tutti i suoi precedenti legami tribi e feudi che il capitalismo riversa nelle sue citta' e nelle sue colonie.

Incarcerato e ospedalizzato, quando non impiccato, per vagabondaggio. Ma che di fatto non ha niente altro da fare, che non vagabondare.






#2315
Tematiche Filosofiche / Re: L amore è follia
08 Novembre 2022, 12:14:28 PM
Scusandomi se sono troppo pedante faccio un piccolo appunto anche ad Alberto: quando, come in questo caso, gran parte del tuo post, e anche di un tuo commento, e' un copia incolla di un autore famoso, come Galimberti, penso che dovresti indicarlo come fonte.

Sicuramente condividi appieno il suo pensiero e non volevi intenzionalmente creare equivoci, ma indicare le fonti di pensieri non competamente propri e' sempre corretto ed importante ai fini di un buon dialogo filosofico :).


#2316
Tematiche Filosofiche / Re: L amore è follia
07 Novembre 2022, 21:55:40 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2022, 12:43:04 PMSe vogliamo scomodare Platone, raccontiamola tutta la storia.


In realta' ci sono fondate ragioni per ritenere che nel corpus platonico il punto di vista del personaggio di Socrate sia in qualche modo privilegiato su quello degli altri personaggi; quindi da un punto di vista strettamente ermeneutico qui ha ragione Alberto, (al netto del suo modo di esprimersi un po' "vivace") nel sostenere che il punto di vista di Socrate, (dell'amore come follia, mancanza e mediazione tra umano e divino) sia piu' importante, quantomeno nelle plausibili intenzioni originali di Platone in quanto autore, del punto di vista di Aristofane (dell'amore come nostalgia per l'unita' perduta), che, per altro, nel Simposio viene confutato.

Per equiparare in importanza  il il discorso di Socrate a quello di Aristofane, cosa che pure si puo' fare, bisogna in un certo senso sposare una linea interpretativa, diciamo cosi', iper-moderna, secondo la quale in Platone non vi sono punti di vista privilegiati perche' in sostanza il vero "protagonista" del corpus platonico non e' il personaggio di Socrate, ma la filosofia stessa, come nascente metodo e stile di vita, e quindi il dialogare paritetico di tutti i personaggi.

"
#2317
Mah, io continuo a pensare che scontiamo la nostra stessa "scelta", e intendo scelta evolutiva in senso lato, che abbiamo collettivamente compiuto in quanto specie umana, di identificarci con un quanto definito di coscienza e di conoscenza, destinandoci ad affrontare l'oblio e l'assolutamente inconoscibile che culmina nel fatto stesso della morte.

La nostra non -esistenza e' oblio, perche' gia' da ora la nostra esistenza e' conoscenza, ed e' esperienza... e noi vogliamo, abbiamo osato volere, che sia tale.

La morte e' anche il limite della nostra conoscenza attuale e presente, l'insieme di cose sconosciute di cui le cose conosciute e "illuminate" dal piccolo lume della coscienza sono un minimo ritaglio, uno spiraglio fi visione e di visibilita', che ha limiti tutto intorno.

Se c'e' un contrappasso per i "cattivi", siamo tutti colpevoli, tutti cattivi e tutti destinati ad affrontare questo contrappasso, nel senso che siamo tutti la specie "animale" che ha scelto, come strategia di sopravvivenza e come oggetto sommo a cui equiparare e con cui rappresentare la vita, la conoscenza.

Per contrappasso, dovremmo tutti saltare nell'oblio.

Sapendo fino all'ultimo istante di doverci saltare.

Anche perche' gia' da ora la nostra conoscenza non e' una conoscenza totale, e' una conoscenza racchiusa dentro una conoscenza piu' grande, o forse dentro una follia, piu' grande.

#2318
Certo, si puo' pensare di continuare a sopravvivere nei ricordi e nella catena di causa-effetto innescata dalle nostre azioni: l'universo "ha bisogno" di ogni suo benche' minimo dettaglio per essere perfettamente identico a se stesso -e non un altro universo ad esso stesso simile-, e, come l'apporto attuale di ogni vivo rende il mondo esattamente quello che e', anche l'apporto di ogni morto, ai fini del ricordo e della catena di causa effetto, rende il mondo esattamente quello che e'.

Tutto questo e':

* tanto piu' consolatorio quanto piu'  pensiamo che l'ipseita' dell'universo sia un bene, cio' quanto piu' "ci inorgoglisce", in senso buono, il fatto in se' che questo universo sia proprio se stesso e non un altro.

Puo' essere anche una maledizione, insomma l'universo e' proprio identico a se stesso sia per "merito" nostro, che per "colpa" nostra, a seconda di quanto ci piaccia, o no, il fatto che esso sia proprio identico a se stesso.

* E tanto piu' reale quanto piu' noi pensiamo che il reale stesso sia piu' reale del possibile; infatti sono ben possibili -infiniti- universi senza di noi dentro, che esprimono la "possibilita' di noi mai nati" o di noi morti nell'oblio e nell'inerzia senza lasciare ricordi o conseguenze significative, solo che essi sono, o meglio sarebbero, universi vagamente dissimili dal nostro, e dalla specificita' esattamente intesa del nostro.

Se attribuiamo realta' a queste "infinite possibilita' che ci escludono" (e, ai fini un uso, anche quotidiano, della ragione, della sopravvivenza e della progettazione tecnica in una certa misura non possiamo NON farlo) viene meno l'ipseita' "meravigliosa" di questo specifico universo, insomma la sottile differenza che separa la possibilita' reale in quanto emersa singolarmente dalla gamma delle innumerevoli possibilita' virtuali; e con essa viene meno anche la "meravigliosita' " del nostro apporto, che e' sempre apporto (sia pure eterno nella catena causale e nel ricordo) ad un universo specifico, e non gia' ad una classe di universi simili.


#2319
Citazione di: InVerno il 07 Novembre 2022, 10:09:24 AML'unione sovietica è stata certamente eurasiana, infatti è stata una brutale dittatura fallita. Sei tu che non sei mai stato né sovietico, né euroasiano, perciò è assurdo che lo esclami, all'inizio pensavo scherzassi.



Il saggio e' sempre, cittadino della Repubblica.

L'unione sovietica e' stata eurasiana, io sono spiritualmente sovietico, dunque eurasiano.

Eternamente grato ai nomadi della steppa.

Libero.

Stupido come una capra e impulsivo come un orso: se e mi danno del mongolo, lo prendo in senso buono.

Gia' ho schifo del nascimento, figuriamoci del ri, nascimento.








#2320
Non solo non so cosa ci sia dopo la morte, ma penso anche che avere un termine e un confine "individuale" e "personale" nell'ignoto sia connaturato al proggetto e allo sforzo intenzionale, specifico dell'uomo, di identificarsi con la propria coscienza e conoscenza.

Il fatto di non sapere cosa ci sia dopo la morte non e' solo una proposizione scettica o agnostica che posso formulare in astratto con il mio pensiero, e' anche il riflesso, e l' "ombra", della mia stessa volonta' che gia' da ora, in vita, ancora e connette il mio senso dell'io e del se' alla mia coscienza e attenzione come condizione basilare della mia vita e sopravvivenza, insomma della volonta' di vivere che mi porta a identificare il mio essere con la mia coscienza: se l'essere e il voler-essere di un uomo e' la sua coscienza, il suo non essere e il suo non-voler essere e' il suo oblio, e la sua inconsapevolezza, e in un certo senso lo e' necessariamente, che egli sia agnostico rispetto al destino nell'oltretomba o no.

Ma l'oblio, come concetto, e' un nulla gnoseologico e non un nulla ontologico, tende a corrispondere alla prospettiva agnostica del non sapere il proprio destino dopo la morte e non a quella della certezza dell'annullamento, rivelando, proprio in questa differenza sottile, la volonta' di vita e di sopravvivenza soggiaciente all'equiparazione squisitamente umana di vita e coscienza, equiparazione che "addomestica" l'abisso e il nulla riformulandolo come "mero" sonno e oblio.

Il sapiens, cioe' l'uomo, muore nel suo sapere di non sapere, nel suo non poter scegliere -e dunque sciogliere- il mistero della morte.


#2321
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2022, 19:09:37 PMCerto che esistono fascisti e comunisti, ma non sono quelli additati dal bordello mainstream...

Oddio, a volte, rare volte, anche si'...

Nel bordello c'e' tutto e il contrario di tutto, e' molto piu' facile per la dialettica del bordello contraddirsi, piuttosto che mentire...

#2322
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2022, 17:00:54 PMOrmai "antisemita" è diventato una bufala retorica a 360 gradi come "fascista" e "comunista".  Sublime la riduzione, di osservanza Nato, dell'antisionismo ad antisemitismo.

Per Marx il giudaismo era un pensiero teocratico, al pari dell'islam, e, in misura minore, del cristianesimo, ed in quanto tale inaccettabile per la prospettiva politica socialista. La stato d'Israele gli ha dato totalmente ragione. Così come la significativa componente ebraica nella cricca di Davos. Due piccioni con una fava profetica.

Vabbe', Io preferisco pensare che l'antisemitismo esista e sia sempre esistito, ma che non c'entri niente con Marx e Lenin...

Come dici sempre tu, simplex sigillum veri.

Pensare che non esistano piu' fascisti e comunisti e' fusaresimo puro.

O meglio, e' quello che piacerebbe a lui.

Che non esistessero piu'.

Il pensiero dominante dei tecnocrati e degli ottimisti a prescindere dei nostri giorni e' basato sul concetto di:

* "Piu' parole, piu' idee"

Il fusaresimo che specularmente gli si vorrebbe opporre su quello del:

* "Nessuna parola, nessuna idea."

Al netto di qualche verbosita' del Maestro.

Chissa' se un giorno tra questi due "estremi" (per modo di dire :)) ) sorgera' una via di mezzo.



#2323
Citazione di: InVerno il 05 Novembre 2022, 11:14:50 AMFortunatamente non sono idee mie, è un estratto di quanto linkato. Raffinato, antisemitismo, che gioca a eliminare le differenze tra "giudaismo" e "attività finanziaria" e parla di eliminazioni "vaporose" delle coscienze, se l'avessi scritto io mi sarei tagliato la mano. Ma d'altro canto è il segreto di pulcinella, che spiega anche tante vicende moderne:

Lenin 1919: Gli ebrei e gli abitanti delle città in Ucraina devono essere presi con guanti di pelle di riccio, inviati a combattere in prima linea e non dovrebbero mai essere ammessi in posizioni amministrative (tranne una percentuale trascurabile, in casi eccezionali, e sotto il [nostro] controllo di classe)



L'Ucraina, insieme alla Siberia, e' stata una delle regioni piu' irriducibilmente antibolsceviche di tutta la Russia e ha dato molto filo da torcere a Lenin nella guerra civile Russa: nella fase finale del conflitto, i "patrioti" ucraini preferirono perfino allearsi con gli odiati nemici polacchi pur di non essere riannessi alla Russia bolscevica.

Le parole ostili di Lenin contro le compagini urbane ed ebraiche dell'Ucraina riportate nella citazione, pronunciate nel 1919, cioe' in piena guerra civile e con solo parte dell'Ucraina riconquistata, vanno inquadrate nel loro contesto storico, come parole di odio contro un particolare e ben definito gruppo di ebrei, gli ebrei UCRAINI, a torto o a ragione accusati in quella fase di essere antibolscevichi e nemici della rivoluzione, contrari al ritorno dell'Ucraina nella grande madre Russia (vi ricorda qualcosa?), e non come parole razziste contro tutti gli ebrei.

Pensare che Lenin avrebbe dovuto riporre fiducia e amicizia nella popolazione urbana ed ebrea dell'Ucraina del 1919, e' un po' come pensare che il generale Grant avrebbe dovuto riporre fiducia e amicizia nella componente sudista della popolazione americana a guerra in corso, quella che volente o nolente si era ritrovata dalla parte opposta del suo fronte: una cosa un po' troppo ottimista.

Senza voler assolvere o giustificare nessuno per gli eventi che seguiranno, e' un fatto che l'ostilita' bolscevica e sovietica contro Polonia e Ucraina deriva dalla posizione reazionaria da questi stati assunta durante la rivoluzione, e dal loro ruolo di punti di partenza e teste di ponte per invasioni del territorio russo perpetrate in nome della reazione.

Si tratta, e si tratto' sempre, comunque, di nemici resi tali dal fronte di una guerra civile (e per procura), e non da qualche gabola etnica o religiosa.

La guerra della Russia rivoluzionaria contro il resto del mondo.

Lenin, per altro, sostenne sempre la tesi che l'antisemitismo in generale nella storia era millenario fumo negli occhi per far odiare tra di loro ebrei e cristiani perche' non si ribellassero contro i padroni e I potenti; e, dalle parole ai fatti, appena pote', aboli' tutti i ghetti e i di segregazione e residenza forzata ebraica che vi erano in Russia, ghetti e luoghi di segregazione voluti tanto tempo prima dal governo ZARISTA, e soprattutto lasciati tranquillamente in essere dal governo REPUBBLICANO, quello che piaceva, e tuttora piace tanto, ai borghesi posapiano tanto per intenderci.



#2324
Citazione di: InVerno il 05 Novembre 2022, 20:06:56 PMForse perchè Weber non si intrattiene nell'ipotizzare soluzioni che avrebbero evaporato i protestanti e il loro spirito nella cultura? La finanza non è un problema etnico, Shakespeare, nel ghetto della Venezia repubblica capitalista, è molto più astuto di Marx in ogni senso, perchè de-etnizza l'ebreo ricordando che è umano, la società è l'unica responsabile. Questo considerare la finanza come una "cabbala del malaffare" che emana un tanfo esistenziale, quando è semplicemente un ramo dell'economia astruso e aristocratico, è un filone sempre ricco di pensatori molto vivaci e interessanti, alcuni russi, alcuni fuggiti in argentina. Non è mica antisemitismo, è antisionismo... un pò come gli "euroasiatici".


I protestanti lo sono gia', cattolici evaporati nello spirito e nella cultura...

Ben sciocco sarebbe, aspettare che evaporino ancora di piu'.

Ma i protestanti, intesi qui come archetipo di tutti coloro che "protestano" al vento senza fare o completare rivoluzioni, sono anche il fratriarcato: la versione democratica, orizzontale ed edipica del vecchio patriarcato biblico-romano.

Ben sciocco sarebbe aspettare che facciano il ruttino, a rivelare che si sono, collettivamente, mangiati il padre e spartiti le "sue" donne.

L'esperienza sovietica e' stata eurasiana; senza dilungarsi, basterebbe questo, per essere fieramente eurasiani senza essere fascisti.

Ma tu, che credi di dare del rossobruno a me, hai il cervello foderato di ideologia, e di subalternita' ad una presunta egemonia culturale americana che gia' ora, qui in eurasia, esiste solo secondo te.

Di ariano, in eurasia, c'e' solo l'eresia di Ario.

E il suo riverberae nell'orto-dossia del monopatrismo, e di tutte le gnosi che abbiano mantenuto un concetto ascendente e unionistico di eros.

Altroche' filioque. E fratriarcato.

Il mondo e' salvo nella bellezza, e non nella croce.


#2325
Citazione di: InVerno il 05 Novembre 2022, 09:26:04 AMA volte la toppa è meglio del buco. Consideriamo l'ebreo reale mondano, non l'ebreo del Sabbath, come fa Bauer, ma l'ebreo di tutti i giorni. Cerchiamo il segreto dell'ebreo non nella sua religione, bensì cerchiamo il segreto della religione nell'ebreo reale. Qual è il fondamento mondano del giudaismo? Il bisogno pratico, l'egoismo. Qual è il culto mondano dell'ebreo? Il traffico. Qual è il suo Dio mondano? Il denaro.  Ebbene. L'emancipazione dal traffico e dal denaro, dunque dal giudaismo pratico, reale, sarebbe l'autoemancipazione del nostro tempo. Un'organizzazione della società che eliminasse i presupposti del traffico, dunque la possibilità del traffico, renderebbe impossibile l'ebreo. La sua coscienza religiosa si dissolverebbe come un vapore inconsistente nella vitale atmosfera reale della società. D'altro lato: se l'ebreo riconosce come non valida questa sua essenza pratica e lavora per la sua eliminazione, egli si svincola dal suo sviluppo passato verso l'emancipazione umana senz'altro, e si volge contro la più alta espressione pratica dell'autoestraneazione umana.





Marx era contro tutte le religioni, e nessuna critica seria delle religioni puo' prescindere da una critica dell'ebraismo, e del monoteismo etico in generale.

Anche Nietzsche nella sua persona (maschera...) tragica piu' grande vestira' i panni del suo apparente rivale Zaratustra, per rivelare, e accettare, e sentire dentro di se' il pullulare della volonta' di potenza dietro ogni religione dell'assoluto: in principio era il lupo... e non il Pastore.

La successiva critica di Weber associera' il denaro e lo scambio al protestantesimo, ma pochi si straccetanno i capelli e le vesti per questo: forse perché Weber non voleva fare una rivoluzione, o forse perché il denaro e lo scambio erano ormai usciti dal campo "visibile" della storia e della societa', per passare a pieno titolo in quello sfondo eterno che e', o che noi pensiamo sia,  la natura: grazia ricevuta... natura piu' fertile. E saccoccia piu' piena.