Citazione di: Koba II il 19 Gennaio 2024, 11:19:32 AMil riferimento a Dio, del quale si dice però "non so che cosa sia", e via dicendo, in un continuo turbinio di dottrine antiche e moderne (il riferimento alla fisica quantistica non manca mai...).Se Dio non so che cosa sia, non è che della casualità, e relativa ipotesi, so dire di più, se non che con l'ipotesi della casualità si ha la presunzione di partire da cosa nota, la materia, che però quanto più la si indaga tanto più assume contorni metafisici. Allora sembrerebbe più onesto riferirsi a Dio, come metafisica dichiarata, ammettendo di non poterne fare a meno.
Non sto polemizzando, mi sto chiedendo se abbia senso oppure no questo sforzo metafisico, al di là di ogni conflitto tradizionale tra materialismo e visioni in qualche modo legate al teismo.
Perché il problema di come la casualità possa produrre un fenomeno finalistico rimane aperto. E la spiegazione riportata da Ipazia fa ridere quanto quella di Leibniz (è solo più superficiale, in linea con i nostri tempi).
La materia è sostanza metafisica mascherata, per dire che da una metafisica si può non partire. Che possiamo scegliere fra il farlo e non farlo, Falso.
Cosa succederà al materialismo quando il carattere metafisico della materia verrà del tutto conclamato?
Più la si indaga e più appare piena del suo contrario, il vuoto.
E dove dunque la materia perde guadagna spazio il vuoto in un crescendo apparentemente nichilistico, se non fosse che questo vuoto non è più solo difficile tecnicamente da ottenere, ma impossibile proprio da pensare, perchè c'è un campo sempre pronto a interferire.
Vuoto e materia non sono più necessari, soppiantati dai campi, che sono un ibrido fra materia e matematica, sempre più teoria e sempre meno sostanza.
Materialismo e idealismo sono parimenti superati, nel senso che oggi ogni loro ibrido è ammesso, mostrandosi per quel che sono come strumenti da dosare ad hoc nelle nostre mani.
Che la vita sia nata a caso, o che qualcuno l'abbia creata, non riesco a vedere dove stia l'alternativa, perchè nessuno sa dire cosa sia Dio quanto sappia dire cosa sia il caso, anche se ne esistono in terra apprezzate, più o meno verosimili riproduzioni , che già da sole giustificano il tanto parlare che se ne fa.
Uno è l'estrapolazione del nostro genitore e l'altra l'esaltazione dei nostri limiti previsionali.
