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Messaggi - viator

#2356
Scienza e Tecnologia / Re:Patafisica e pseudoscienza
01 Dicembre 2019, 21:22:31 PM
Salve bobmax. Perdonami. E-sistere per me significa "E-"(fuori) + "sistere" (giacere), identificando quindi ciò che è-giace fuori (del soggetto, in questo caso noi stessi). Cioè più o meno il contrario di quanto sostieni tu.

Quindi esistere = star fuori, far parte di ciò che è estraneo al soggetto..........insistere = star dentro, risultare interni al soggetto, poggiare su di esso, .................. sussistere  = star sopra od accanto, risultando ben evidenti. .............consistere = trarre la propria natura da quell'aspetto di cui stiamo parlando.

"Esserci" io lo interpreto come "essere in modo consapevole", quindi lo considero termine da riservare unicamente alla presenza umana all'interno di una qualche genere di scenario concreto od astratto. Vedo giusto ? Saluti.
#2357
Scienza e Tecnologia / Re:Patafisica e pseudoscienza
01 Dicembre 2019, 18:37:09 PM
Salve Bobmax ed Ipazia. Premetto di essere d'accordo con Ipazia, alla quale faccio i miei complimenti per la scelta del tema, quindi mi dedico a qualche debole commento : [IPAZIA]: ""la "materia" filosofica coincide con l'immanenza e comprende anche l'energia, la "materia" scientifica coincide con la massa ed esclude l'energia, il tempo, lo spazio,...". Infatti dal mio punto di vista (patafisico anche perchè lecitamente filosofico) l'insieme di materia (immanenza dell'essere) ed energia (potenziale trascendenza del divenire) costituisce l'unità della SOSTANZA e dell'OGGETTIVABILE.
Opposta o (a piacere) integrata dal SOGGETTIVABILE, cioè dal binomio spazio-tempo, i quali due sono enti FORMALI.

[IPAZIA] : "Ma non ovunque. Certamente no nella meccanica classica inclusiva dei fenomeni gravitazionali entro i cui limiti possiamo considerare la massa proprietà intrinseca della materia (epistemologica e ontologica), formulandola e calcolandola".
Effettivamente la materia in condizione inerziale assoluta (condizione impossibile a verificarsi) verrebbe a consistere nella presenza di pura "materia in sè". Che sia quest'ultima la versione patafilosofica della "cosa in sè" ?.

[BOBMAX] : "Che la materia non esista di per sé, così come il vuoto di per sé, è una considerazione squisitamente filosofica".
Qui non sono d'accordo, ma si tratta certamente di pure confusioni terminologiche : "materia" e "vuoto" sono termini fisici: i corrispondenti filosofici sarebbero "sostanza" (cioè materia più energia) e "nulla". In fisica, quindi, la materia in sè NON  E' INDIVIDUABILE (esistere è termine filosofico !!) ed altrettanto deve dirsi del vuoto privo sia di materia/massa che di energia.
[BOBMAX] : "L'assoluto non può sussistere con il relativo".
Qui diventa questione di ambito. Diciamo che l'assoluto è escluso dall'ambito fisico, costituito unicamente dai relativi, ma possiede un'esistenza, congiuntamente ai relativi, in ambito filosofico. Senza inoltrarmi ancora una volta in simili - a quanto sembra infruttose - distinzioni, mi limito ad autocitare la mia personale definizione di assoluto che già altre volte ho dato: "Ciò che contiene senza essere contenuto da altro più grande di esso". Ovvero ciò che consiste nell'insieme di tutti i relativi senza risultare in relazione con nessuno di essi. E' un poco come per la Legge ; riguarda tutti ma non deve dipendere da nessuno. Saluti.
#2358
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
30 Novembre 2019, 21:38:46 PM
Salve Isfrael. Credo che ad un ventenne dei nostri tempi si possa perdonare la dimostrata immaturità di comportamento.
I giovani vengono al mondo ovviamente immaturi e ciò comporta automaticamente che :


  • siano sempre pronti a rinfacciare ai genitori il fatto di non aver scelto di venire al mondo.

  • non abbiano idea del come e perchè funzioni il mondo.
  • trovino sbagliati un sacco di aspetti di esso.
  • credano di sapere in che modo il mondo andrebbe cambiato.
  • credano di essere perfettamente in grado di migliorarlo.
  • si oppongano per partito preso a scelte e valori tradizionali perchè espressioni delle incapacità di chi li ha preceduti al potere.
  • sanno che il potere degli adulti non si combatte da soli, ma che bisogna coalizzarsi tra coetanei.
  • sanno che per affermare la propria personalità occorre presentarsi come originali e controcorrente.
  • adottano tutte le novità come emblemi di "classe generazionale".
  • purtroppo, per affermare il proprio ruolo generazionale, sono costretti ad adottare tutti quanti gli stessi identici emblemi del momento (mode, tendenze, hashtags).
  • così facendo, contraddicono e vanificano il loro impulso verso l'affermazione individuale, poichè diventano invece dei gregari, cioè dei componenti di un gregge.

Queste, in sintesi, secondo me sono le ragioni per le quali un ventenne può non riuscire a distinguere l'ateismo dalla buona educazione.

Circa il Natale, diciamo che io stesso compresi solo assai tardi il perchè esso viene chiamato "Santo".

Il fatto è che nel Calendario dei Santi (che sarebbe l'elenco ufficiale dei Santi attribuiti ai giorni dell'anno) non esisteva un qualche S.Natale e ciò - mi pare- sollevò i malumori della potentissima e piissima categoria dei mercanti (noti devoti di S.Natale), i quali presero a rivendicare l'attribuzione - alla loro corporazione - di tale figura quale Santo Patrono (centinaia di mestieri e categorie molto meno pie e facoltose godevano invece già di illustri Santi Patroni).

Ecco quindi che un bel dì i loro voti vennero accolti e da allora si cominciò a parlare di Santo Natale, patrono dei Mercanti.

Qualcuno obietterà che - ufficialmente - il Patrono dei mercanti dovrebbe essere tale S.Omobono, ma questa è solo una grossolana bufala messa in circolazione dagli stessi mercanti allo scopo di accostare la propria immagine a quella di chi ("Omobonus") richiama la possibilità di fruire di sostanziosi "bonus" (sconti) nel periodo immediatamente successivo a quello di Natale (cioè nella "canonica" stagione dei saldi !). Saluti ed auguri di Buon Natale.
#2359
Tematiche Filosofiche / Re:Così è se vi pare!
30 Novembre 2019, 16:50:53 PM
Salve. Il riassunto di quanto fin qui è stato detto è semplicemente (cito da myfriend) : "Immateriale e materiale sono due modi di essere (o forme) della stessa cosa".
Cioè un'affermazione non sconvolgentemente originale e comunque da me condivisa, al cui interno si scopre che "i modi di essere" dell "essere" consistono appunto nell'essere immaterialmente e nell'essere materialmente.
Quindi che la famigerata "COSA" consiste semplicemente nell'"ESSERE.

Provando a definire l'ESSERE come "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", essa definizione dovrebbe quindi valere anche per LA COSA (IN SE').

Quindi, all'interno di un qualsiasi evento,  avremmo una COSA IN SE' immateriale alla quale potremo attribuire il ruolo di causa, poi una COSA IN SE' materiale cui attribuire il ruolo di effetto.

Ed è proprio l'accavallarsi simultaneo ed indistinguibile dei due diversi ruoli ciò che ci impedisce di distinguere e di percepire - nella realtà - il materiale dall'immateriale, mentre a livello astratto tale distinzione ci appare del tutto agevole.

Ecco il perchè il dire : "Immateriale e materiale sono due modi di essere (o forme) della stessa cosa" rappresenta un'ovvietà profondamente interessante. Saluti.
#2360
Salve Kephas. Meravigliosa la piccola ode di Dschelal.

Circa il "Possiamo dire però che la materia si evolve sempre verso lo spirituale?", per affermarlo o negarlo dobbiamo (al solito!) basarci su di una definizione condivisa di "spirito".

Io proporrei "lo spirito consiste in un'anima dotata di coscienza".

Poi c'è l'anima, per la quale si pone lo stesso problema.
Io proporrei "l'anima di qualcuno o qualcosa consiste nella forma immateriale di quel qualcuno o qualcosa".

Poi c'è la forma (immateriale, non quella visibile), per la quale si pone lo stesso problema.
Io proporrei "la forma (intrinseca ed immateriale) è il modo in cui risultano disposti e connessi i contenuti di qualcosa e che permettono a questo qualcosa di svolgere una funzione".

Poi c'è la funzione, per la quale si pone lo stesso problema.
Io proporrei : "la funzione è l'insieme dei passi (fenomeni, eventi, trasformazioni) necessari alla realizzazione di uno scopo".

A questo punto rimane da definire il concetto di coscienza.
Che consiste proprio nella consapevolezza di ciò che il Poeta citava :

"Morìì come pietra e divenni pianta.
Morìì come pianta e divenni animale.
Morìì come animale: ecco divenni uomo."

Purtroppo, giunto alla spiritualità, l'uomo vedrà distrutta la propria coscienza, svaniti i propri scopi, cessate le proprie funzioni, scompaginata la propria forma, disseminata per l'universo la propria anima forse destinata a diventare altra pietra che intraprenda nuovi viaggi dal minerale al vegetale all'animale all'umano.

Come giustamente previsto non dai nostri sciocchi sogni e desideri, ma dal primo principio della termodinamica. Saluti.
#2361
Salve Ipazia. Citandoti : "Ciò che non ammetto è il condimento supponente dell'ariafrittologo.......................".
Appunto. Credo di capirti perfettamente. L'ariafrittologo possiede modi nè persuasivi nè diplomatici. In particolare credo NON AMMETTA l'esclusione aprioristica di una prospettiva metafisica dalla visione del mondo dei suoi interlocutori.
Certo, gli nuoce continuare a citare il concetto di "coscienza cosmica" senza mai darsi la pena di definire (compito peraltro arduo) cosa mai la "coscienza" in sè possa essere. Già chiamandola "consapevolezza condivisa" un piccolo passo si sarebbe potuto fare.
Saluti a entrambi.
#2362
Salve myriend ed Ipazia. Voi pensate che per intendersi basti usare una lingua comune, ad esempio l'italiano.

Anche solo da questopunto di vista i vostri rispettivi linguaggi sono incompatibili al di là di ogni loro merito poichè nessuno li traduce culturalmente.

Abbiamo una Ipazia che si esprime restando nell'ambito material-positivistico ed ignorando (non ammettendolo) un ambito ad esso esterno.
C'è invece myfriend il quale - ben consapevole dell'esistenza e del significato dell'ambito espressivo e mentale di Ipazia, da una parte non si sogna di contestarlo mentre da un'altra non lo ritiene sufficiente a contenere la propria visione del mondo, la quale risulta appunto proiettata nell'ambito (metafisico) che Ipazia - abbiamo detto - non riconosce adatto alla descrizione della realtà. Saluti.
#2363
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 16:18:01 PM
Salve Phil. Citandoti : "Detto più in sintesi: se sono consapevole di come funziona e cosa sia il cosmo, dalla galassia più lontana all'atomo più piccolo nel "mio corpo" (o di ciò che ritengo tale), dove troverò la risposta, o almeno qualche indizio, per affrontare un qualunque quesito etico (accoglienza migranti, teorie gender, bioetica, etc.)?".
Dal momento che bene, male, etica sono, come tu stesso ammetti ed io condivido, concetti relativi riferibili unicamente alla condizione umana, il tuo quesito di cui sopra perde secondo me ogni senso poichè tu lo riferisci ad una situazione in cui io risulterei onniscente, quindi in possesso di un attributo assoluto e completamente extraumano. Anzi, visto che non è che gli attributi assoluti rendano "simili a Dio", ma che risultano propri ed esclusivi di Dio................. Saluti.
#2364
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 16:03:24 PM
Salve myfriend. OK. Devo scusarmi dell'averti fatto una osservazione inappropriata, cedendo all'impulso di commentare nel mio solito modo sarcastico (ma sempre privo di intenzioni malevole) una tua espressione isolata dal suo contesto. Buone cose a te.
#2365
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 12:54:56 PM
Salve myfriend. Scusami. Pesco quasi a caso all'interno delle tue convinzioni : "Cioè noi abbiamo una natura superiore dove risiedono le nostre qualità specifiche (che sono manifestazioni della coscienza cosmica)".........................e provvedo ad integrare con mio commento ...............perchè, essendo noi i soli viventi che possiedono la capacità di mettersi davanti ad uno specchio e di trovarsi incredibilmente bravi e belli, (raccontandoselo pure !), è ovvio che noi si faccia parte di un aspetto della natura che noi stessi - dopo esserci guardati in giro e poi nuovamente allo specchio - abbiamo creato e denominato e ripartito in superiore (guarda caso, noi !!) ed inferiore (guarda caso, tutti gli altri viventi !!).

Ma non ti viene il sospetto che quanto noi diciamo di noi stessi possa rispecchiare i nostri desideri invece che il nostro ruolo all'interno del mondo ? Saluti.
#2366
Tematiche Filosofiche / Re:Dei pregiudizi dei filosofi
25 Novembre 2019, 14:52:35 PM
Salve davintro. La mia affermazione di scetticismo circa la verità (non LE verità) non è - dal punto di vista OGGETTIVO - nè vera nè falsa poichè appunto LA verità è una chimera oggetto di eventuale fede o dubbio del tutto SOGGETTIVI.

LA verità al singolare consiste in un puro concetto astratto (uno dei numerosi abiti mentali del concetto di ASSOLUTO) definibile, secondo me, come "ciò che esiste indubitabilmente".

Quindi vedi tu come considerare l'OGGETTIVAMENTE l'inesistente.

Per quanto riguarda invece LE verità, sopportiamone la convenzionale esistenza (diversamente non potremmo prendere alcuna decisione di prassi) tenendone ben presente - oltre alla loro convenzionatità (e CONVENZIONALE significa COLLETTIVAMENTE SOGGETTIVATO) anche la ovvia relatività.

Ovviamente tali considerazioni risultano valide pure per il concetto di REALTA'. Saluti.
#2367
Tematiche Filosofiche / Re:Amor fati
24 Novembre 2019, 17:27:52 PM
Salve ilsolitariosocievole. (mi sa che replicheranno in pochi a chi come nickname ha scelto una espressione lunga come una mezza risposta). Citandoti : "Dal punto di vista cristiano, questo è inaccettabile: se Dio è destino, allora anche Auschwitz era destino".
E perchè cristianamente la cosa dovrebbe risultare inaccettabile ? Lo sarà semmai dal punto di vista logico-filosofico.

Se il cristiano crede in un Dio che tra i suoi dogmatici attributi include sia l'imfinita incondizionata onnipotenza che l'infinita indiscutibile bontà, allora vuol dire che Auschwitz (che cinicamente noto fu evento nuocente agli ebrei e non ai cristiani) è stata anch'essa frutto della volontà e della benevolenza divina.

Che poi dal punto di vista umano si trovi in ciò una contraddizione, dipende solo dal fatto che i concetti divinamente intesi ed applicati (esempio : il bene) evidentemente non coincidono sempre con il nostro raziocinio, la nostra etica, la nostra sensibilità, la nostra utilità, il nostro egoismo.

Mettere in dubbio l'operato e gli attributi di Dio - per un credente - non sarebbe altro che una bestemmia. O ai credenti è permesso credere solo agli aspetti divini che fan loro comodo? Saluti.
#2368
Tematiche Filosofiche / Re:Dei pregiudizi dei filosofi
24 Novembre 2019, 17:05:15 PM
Salve. Secondo me solo i filosofi sciocchi intraprendono il loro cammino nelle speranza di imbattersi nella verità.
E' la stessa cosa che avviarsi fisicamente verso una destinazione che qualcuno o molti dicono che esista ma della quale nessuno sa descrivere il cammino per raggiungerla. Solo un imbecille può partire sulla base di tali informazioni.
Molto meglio - materialmente e filosoficamente - muoversi nella consapevolezza di voler solo andare a zonzo, trascurando inoltre pure sia i consigli di chi si trova lungo la nostra strada sia i cartelli indicatori "verità a km......". Saluti.
#2369
Salve Ipazia. "L'orizzonte di senso da dove lo trae la filosofia ?".
Dall'istinto di sopravvivenza mentalmente interpretato. Utilizzando l'unica arma mentale - l'intelligenza - allo scopo di contrastare vanamente ma inevitabilmente il frutto di ciò che a sua volta generò l'intelligenza. La consapevolezza della propria mortalità rivelataci dell'acquisizione di una coscienza. Saluti.
#2370
Salve Sariputra. "Il perché la vita sia o non sia un valore è infatti un problema filosofico e non una questione scientifica".
Filosoficamente è un valore per chi fa filosofia non nichilistica.
Scientificamente la vita non è un valore ma (con significato immensamente più valido e profondo) una necessità. Saluti.