La parola del titolo che mi ha colpito, e credo sia un fulcro su cui discutere, è "nemico": il nemico-nemesi è ciò che dall'esterno rafforza l'identità e il senso all'interno (e il senso dell'interno stesso); se poi si parla di un interno che scopre il fianco a ingerenze di tipo economico e politico (come ci insegna la storia delle religioni), allora il nemico diventa quasi più una necessità che una conseguenza (anzi, si possono così avere differenti tipi di nemici: la polemica-polemos diventa inevitabile...). Nella ricerca spirituale il nemico può essere metaforicamente presente, mentre nella prospettiva religiosa è realmente concreto, non è una licenza poetica, ma è il cattivone da combattere (sia esso un demone o un altro uomo).
Anche l'espressione, da te giustamente usata, "ricerca spirituale" allude ad una differenza non trascurabile: nelle religioni (dall'interno) non si cerca nulla, le risposte sono già tutte fornite dall'orto-dossia (in senso etimologico) e se non sono sufficienti, i ministri del culto hanno la possibilità di aggiornarle, reinterpretarle e contestualizzarle. La sfida, spesso molto ardua, proposta dalle religioni è quella di adempiere ai rispettivi comandamenti, di seguire la via della "Verità" accettata; si prova dunque ad essere buoni praticanti perché si è già trovato quale religione-verità praticare: l'impegno è "pragmatico", non teoretico o esistenziale. Quindi non c'è autentica ricerca, anzi, visto che siamo in tema, c'è il suo "nemico" (metaforicamente
): la fede... che accomuna, identifica ed è l'arma per affrontare il vero nemico (stavolta non in senso metaforico...).
Nella ricerca spirituale, la difficoltà è più "a monte" perché si cerca qualcosa che indirizzi verso le risposte (e che non è una tradizione già canonizzata), per cui non c'è, e forse non ci può nemmeno essere, un nemico reale da combattere. Direi che la "religione organizzata"(cit.) non cerca risposte e combatte i suoi nemici (spirituali, metafisici, ma talvolta anche umani), la ricerca spirituale non combatte ma cerca risposte (al netto delle possibili metafore descrittive...).
Risulta evidente come la religione fornisca la rassicurazione dell'appartenenza ad una comunità consolidata (con un passato importante), della condivisione di ideali e regole, mentre la ricerca spirituale "freestyle", soprattutto se individuale, ha l'eroismo malinconico dell'avventura esplorativa (con al massimo ostacoli da evitare, non nemici da distruggere).
Ci sarebbe poi da considerare se e come ciascuna delle due prospettive possa dialogare con il pluralismo, e quali ne siano le conseguenze, ma forse è meglio non spalancare troppo il discorso...
Anche l'espressione, da te giustamente usata, "ricerca spirituale" allude ad una differenza non trascurabile: nelle religioni (dall'interno) non si cerca nulla, le risposte sono già tutte fornite dall'orto-dossia (in senso etimologico) e se non sono sufficienti, i ministri del culto hanno la possibilità di aggiornarle, reinterpretarle e contestualizzarle. La sfida, spesso molto ardua, proposta dalle religioni è quella di adempiere ai rispettivi comandamenti, di seguire la via della "Verità" accettata; si prova dunque ad essere buoni praticanti perché si è già trovato quale religione-verità praticare: l'impegno è "pragmatico", non teoretico o esistenziale. Quindi non c'è autentica ricerca, anzi, visto che siamo in tema, c'è il suo "nemico" (metaforicamente

Nella ricerca spirituale, la difficoltà è più "a monte" perché si cerca qualcosa che indirizzi verso le risposte (e che non è una tradizione già canonizzata), per cui non c'è, e forse non ci può nemmeno essere, un nemico reale da combattere. Direi che la "religione organizzata"(cit.) non cerca risposte e combatte i suoi nemici (spirituali, metafisici, ma talvolta anche umani), la ricerca spirituale non combatte ma cerca risposte (al netto delle possibili metafore descrittive...).
Risulta evidente come la religione fornisca la rassicurazione dell'appartenenza ad una comunità consolidata (con un passato importante), della condivisione di ideali e regole, mentre la ricerca spirituale "freestyle", soprattutto se individuale, ha l'eroismo malinconico dell'avventura esplorativa (con al massimo ostacoli da evitare, non nemici da distruggere).
Ci sarebbe poi da considerare se e come ciascuna delle due prospettive possa dialogare con il pluralismo, e quali ne siano le conseguenze, ma forse è meglio non spalancare troppo il discorso...