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Messaggi - bobmax

#2356
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
10 Gennaio 2020, 17:48:56 PM
Citazione di: niko il 10 Gennaio 2020, 15:11:08 PM
Io penso che il numero, questo grande sistema di mediazione tra l'uno (l'uno nel senso pitagorico del termine, quindi l'uno che non è un numero) e l'infinito (infinito che è incalcolabile, quindi che anch'esso non è un numero), in ultima analisi sia illusione, e la realtà, ridotta ai minimi termini, quindi la realtà come non appare alla vita, si componga dei due non-numeri uno e infinito, con il mondo, che è uno, e le cose del mondo, che sono infinite.

Le cose del mondo ci sembrano finite, perché vediamo sempre una sequenza arbitrariamente estratta dalla loro serie. Espandendo arbitrariamente la nostra coscienza fino a farla coincidere col mondo, le cose ci sembrerebbero infinite.

Viceversa il mondo ci sembra sempre non-uno, duale, perché crediamo di esistere come viventi e di avere un mondo interiore, quindi di essere un mondo nel mondo, di costituire con la nostra stessa esistenza una contro-universalità rispetto all'universo che ci ospita e ci contiene; non ammettiamo fino in fondo che anche i nostri contenuti interiori di pensiero e -apparente- soggettività sono tratti dal mondo e lo compongono, quindi pur con tutta la nostra soggettività, emotività, senso di unicità e riflessività non siamo un mondo nel mondo, ma molto più banalmente una parte del mondo nel mondo. Riducendo arbitrariamente la nostra coscienza fino ad annullarla, il mondo ci sembrerebbe uno, noi smetteremmo di essere un mondo nel mondo, un contro-mondo.

Per un pregiudizio forse anche scientista, crediamo che la natura si esprima con i numeri, in realtà la natura è una, e si slancia verso l'infinito in ogni sua sia pur minima forma di esistenza, quindi quello da cui essa prescinde sono proprio i numeri.
Il numero, cioè la mediazione possibile e diffusa tra uno e infinito, l'arbitrariamente grande e l'arbitrariamente piccolo, siamo noi. E' la nostra coscienza nella natura, che ce ne restituisce un frammento arbitrario.

Concordo, il mondo è Uno.

Uno, che non è numero, non è l'uno numerico.
L'uno numerico necessita del due. Nasce dal due.
Perché il 2 viene "prima" del 1.

Prima si concepisce il molteplice e solo dopo si può identificare un suo componente, che è 1.
È 1 sempre e solo perché c'è il 2.

Viceversa l'Uno non ha niente fuori di sé, perciò non è 1.
E poiché ciò che non è né potrà mai essere 1 non esiste...
L'Uno equivale al Nulla.
#2357
Solo un chiarimento relativamente all'esempio.
 
La ripartizione paritaria dell'impegno parenterale è 50% ciascuno.
 
Nell'esempio, questo impegno è tale da richiedere in totale il 100% della disponibilità di un genitore. Infatti i due genitori hanno ciascuno una decurtazione del 50% del loro guadagno, ripartendo paritariamente l'impegno parenterale.
 
Se il genitore che guadagna di più contribuisce solo al 25% dell'impegno parenterale richiesto, potrà dedicare il 75% della sua capacità al lavoro retribuito, guadagnando in effetti 30.000 (40.000 x 75%)
 
Ma l'altro genitore, occupato per il 75% dall'impegno parenterale, potrà destinare al lavoro retribuito solo il 25%.
Di modo che il suo guadagno sarà di 5.000 (20.000 x 25%) e non di 7.000.
#2358
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
08 Gennaio 2020, 22:40:33 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Gennaio 2020, 15:26:58 PM
Citazione di: bobmax il 07 Gennaio 2020, 10:29:35 AM
L'infinito è una necessità logica, e allo stesso tempo è impensabile.

Il che dovrebbe permetterci di capire la differenza tra idea e azione, immaginazione e realtà. Mettendoci al contempo in guardia verso il cattivo infinito.

È impossibile distinguere davvero tra idea e azione, così come tra immaginazione e realtà. Una è compagna inseparabile dell'altra.

L'immaginazione svincolata dalla realtà è mera illusione.
E la realtà che non sia in sé stessa cifra immaginifica è un nulla assoluto.

Mentre l'azione non fondata su di un'idea è solo vuoto meccanismo.

Cogliervi una sostanziale differenza significa perciò perdere la profondità dell'esistere.

Il cattivo infinito è l'infinito cosificato. Ossia la nefasta illusione di averlo "compreso".
Delirio della volontà di potenza.
#2359
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 14:10:46 PM
Citazione di: iano il 07 Gennaio 2020, 12:45:26 PM
Citazione di: bobmax il 07 Gennaio 2020, 09:04:23 AM
Ciao Eutidemo

Quando trattiamo i fondamenti della nostra interpretazione del mondo, non può esservi alcun ambito specialistico.

L'infinito non appartiene ad alcuna disciplina.
È un concetto necessario per il pensiero razionale.
Ed è necessario perché è la negazione del finito.

Tuttavia di per se stesso è impensabile.
Si illude chi lo considera "compreso".
Il suo senso è tutto racchiuso nel suo negare il finito.

E il bello è... che pure il finito è frutto di una nostra forzatura!
Lo diamo per scontato, certi di possederne appieno il concetto...
Ma se ci azzardiamo ad approfondirlo... ci ritroviamo con l'infinito!
Sono d'accordo , però anche se non conosco l'opera di Cantor se non per cenni , direi che il suo modo di trafficare con l'infinito è geniale e tutt'altro che nichilista.
Seppure finiti e infiniti siano nostre costruzioni mentali , riuscire a mettervi ordine come mi pare faccia Cantor mi sembra cosa notevole.
Notevole sicuramente dal punto di vista filosofico.
Credo che ogni concetto che costruiamo non abbia un diretto corrispettivo reale , ma serve a rapportarci con la realtà.
Quindi non solo l'infinito e la sua controparte finita non esistono nella realtà, come ci suggerisce la loro natura paradossale , ma niente di ciò che diciamo di conoscere esiste .
Io mi limito ad avere fede in una realtà inconoscibile di per se' ( non saprei neanche definire cosa significa conoscenza in se' ) con la quale riusciamo comunque a rapportarci anche attraverso affascinanti concetti come l'infinito.
La sua controparte , il finito , come ben dici non è meno fantastica e problematica , ma forse solo meno scenografica.
Diciamo che fa' meno notizia.
Ciò perché conosciamo le origini dell'infinito , che nasce come negazione del finito , mentre non conosciamo le origini del concetto di finito , come cosa sedimentata dentro noi , che perciò consideriamo come ovvia.
In sostanza Cantor si limita a farci notare che il nostro concetto di infinito è molto più ricco e stratificato di come può apparire a prima vista.
Il successivo passo dovrebbe essere , perché non mi pare sia stato fatto , quello di far riflettere tale ricchezza nel concetto di finito , dato che finito e infinito vivono ognuno della luce riflessa dell'altro.
Non sono un esperto , ma immagino si possa definire la mia posizione filosofica stessa come nichilista , però si tratta di un nichilismo operativo che pretende di dare nuova linfa all'analisi dei concetti incentivandone nuove elaborazioni , una volta che si sia rinunciato a una ingenua visione realistica.
Non sono un filosofo e annaspo io stesso coi concetti , ma spero di essere stato chiaro.

Sì, Iano, il nichilismo può essere senz'altro un'occasione. E forse, a ben guardare, è persino l'unica autentica occasione per la nostra evoluzione.
Tuttavia un nichilismo esplicito, cosciente di se stesso, cioè un nichilismo "forte", così come lo percepisco nelle tue parole.
Perché sovente il nichilismo è invece solo latente. Non se ne è consapevoli, ed è proprio questa la pericolosità di questo nichilismo "debole".
La differenza tra i due è proprio il "sapere di non sapere" che caratterizza quello forte, a scapito di quello debole, dove si è ormai convinti di aver "capito"!

Probabilmente neppure Cantor era un nichilista, nel senso deteriore del termine.
Tuttavia lo stesso "trafficare" con l'infinito ha reso questo concetto cosa tra le cose. Ne ha per così dire eliminato il pathos.
E ciò che è stato trasmesso, è appunto la "cosificazione" dell'infinito. Che non poteva che alimentare il nichilismo debole, che si nutre del convincimento (erroneo) di aver compreso.

Lo stesso Cantor, dubitando della bontà (morale) dei suoi studi, si era recato a Roma per aver il beneplacito della Chiesa...
La quale glielo diede.
La cosa è a mio parere un po' buffa, essendo la religione fondata proprio sul nichilismo (debole)... ma tant'è.

Poincaré aveva colto l'erronea attualizzazione dell'infinito da parte di Cantor.
Difatti, se segui l'argomento della diagonale con attenzione... potrai cogliere l'assurdità di una elaborazione all'infinito.
Un assurdo, perché se si dà per scontata la possibilità di giungere all'infinito e persino tornarvi... poi non vi sono più limiti all'immaginazione!
Si può persino dimostrare come gli stessi numeri naturali non siano numerabili...

Cantor comunque non c'entra evidentemente nulla con la diffusione del nichilismo debole.
Infatti a prescindere da lui e da tutti i matematici... il nichilismo deve essere attraversato.
#2360
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 10:29:35 AM
@Hlodowig
 
A mio parere, l'esempio dell'uomo e della formica ha davvero poco a che vedere con l'infinito.
 
Non è una questione di proporzioni. E neppure di dimensioni conosciute o meno.
 
L'infinito è una necessità logica, e allo stesso tempo è impensabile.
#2361
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 09:04:23 AM
Ciao Eutidemo

Quando trattiamo i fondamenti della nostra interpretazione del mondo, non può esservi alcun ambito specialistico.

L'infinito non appartiene ad alcuna disciplina.
È un concetto necessario per il pensiero razionale.
Ed è necessario perché è la negazione del finito.

Tuttavia di per se stesso è impensabile.
Si illude chi lo considera "compreso".
Il suo senso è tutto racchiuso nel suo negare il finito.

E il bello è... che pure il finito è frutto di una nostra forzatura!
Lo diamo per scontato, certi di possederne appieno il concetto...
Ma se ci azzardiamo ad approfondirlo... ci ritroviamo con l'infinito!
#2362
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 08:48:13 AM
Citazione di: Hlodowig il 07 Gennaio 2020, 00:07:15 AM
Salve agli amici tutti,

Mi introduco nell' argomento perché incuriosito e perché continuerò a seguire.

Solo una piccola precisazione per quanto riguarda il linguaggio binario (lo 0 e lo 1).

Che io sappia, nei vari chips elettronici (anche quelli che compongono una cpu), non esiste nessun linguaggio aperto/chiuso, ma semplicemente una differenza di potenziale tra una fase e l' altra. (che non è mai completamente on o off, ma; in e out)

Credo sia opera del sistema operativo e suoi sotto-programmi poi, analizzare questa fase di potenziale (milioni o miliardi, ecc.), quindi segnale elettrico e trasformarla in linguaggio comprensibile, appunto binario.

Spero di non aver detto qualche castroneria, nel qual caso, linciatemi pure.

Grazie ✋

Sì il segnale è analogico. In funzione del suo valore viene interpretato in 1 o 0.

Non conosco i computer quantistici.
Ritengo comunque che pure gli stati discreti che vi sono utilizzati, siano "discreti" solo a causa dei nostri limiti conoscitivi.

Non può esservi nulla infatti di veramente "finito", così come nulla di assolutamente infinito...
#2363
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
06 Gennaio 2020, 17:31:46 PM
L'attualizzazione dell'infinito è uno dei più gravi fraintendimenti della nostra epoca.

La pretesa di poter trattare l'infinito come cosa tra le cose dimostra quanto pervasivo sia diventato ormai il nichilismo nelle nostre menti.

L'argomento della diagonale di Cantor, con cui si dimostra la non numerabilità dei numeri reali, segue una logica allucinata. Tanto omaggiata quanto assurda: l'infinito non c'è!

Seguendo lo stesso procedimento, è infatti possibile dimostrare come gli stessi numeri naturali non siano numerabili!
Più assurdo di così...

Ma tant'è, ormai è dato per scontato che esistano infiniti di ordine superiore...
Nichilismo!

Le dieci cifre decimali permettono di comporre infiniti numeri. Così come le due cifre binarie.
Lo permettono, ma quegli infiniti numeri non ci sono, n'è ci saranno mai. Perché l'infinito non c'è.

Semmai, l'infinito è!
#2364
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
06 Gennaio 2020, 08:04:18 AM
Sì, Viator, ma la differenza quantitativa si fonda sulla quantità di qualcosa. 

E questo qualcosa, è tale solo perché diverso qualitativamente da ogni altro qualcosa...

Una differenza qualitativa che a sua volta non può che fondarsi su di una differente quantità...

Di modo che, in estrema analisi, occorre supporre che la reale differenza sia una differenziazione del Nulla.
#2365
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
05 Gennaio 2020, 22:49:50 PM
Tuttavia la differenza qualitativa rimanda ad una differenza di sostanza.

Vi deve necessariamente essere una differenza sostanziale, perché vi sia una oggettiva differenza qualitativa.
In caso contrario la differenza sarebbe solo soggettiva.

Ma la differenza sostanziale non può che essere, in ultima analisi, una differenza quantitativa...
#2366
Se mi trovassi a decidere per il nostro Paese, su come affrontare la questione dei migranti, non saprei cosa fare.
È una questione tragica.

Tragico è infatti ogni problema dove nessuna soluzione è davvero "giusta" del tutto...
Qualunque scelta si prenda, si commette sempre qualche ingiustizia. E anche non scegliere è comunque una scelta.

Occorrerebbe essere Dio.
Cosa deciderebbe Dio se fosse al mio posto?

Ma Dio non risponde...

E allora dobbiamo farci carico di tutta la nostra responsabilità della scelta. 
E dell'inevitabile male, che è a causa nostra.

Un male più o meno grande, a seconda di quanto siamo vicini alla Verità.
Ma comunque sempre presente in ogni nostra scelta, nel tragico.

Un male mai eliminabile del tutto.

Finché siamo un io...
#2367
Problemi utilizzo forum / Re:Risposte con citazione
01 Gennaio 2020, 10:12:24 AM
Citazione di: anthonyi il 01 Gennaio 2020, 10:08:45 AM
Citazione di: bobmax il 01 Gennaio 2020, 09:43:44 AM
Secondo me occorre selezionare l'opzione indicata dal puntatore tra parentesi quadre. Posto in basso a destra.
Grazie Bobmax, come puoi vedere FUNZIONA !!!!
Lo avevo trovato per caso...
Buon anno!
#2368
Problemi utilizzo forum / Re:Risposte con citazione
01 Gennaio 2020, 09:43:44 AM
Secondo me occorre selezionare l'opzione indicata dal puntatore tra parentesi quadre. Posto in basso a destra.
#2369
Tematiche Filosofiche / Re:Si può prevedere il futuro?
31 Dicembre 2019, 14:46:58 PM
Ok Eutidemo, direi che ci siamo chiariti.
Proseguire non avrebbe senso.

Anche per il dovuto rispetto della logica. In quanto è un dono di Dio.

Eviterò ulteriori confronti o letture.
#2370
Tematiche Filosofiche / Re:Si può prevedere il futuro?
30 Dicembre 2019, 18:50:58 PM
Ciao Eutidemo

Vedo che non sono riuscito a farti vedere l'errore...

Mettere la cosa in terza persona non cambia niente, la fallacia logica rimane.

Ciò che tu ipotizzi (vuoi ipotizzare) è un assurdo di per se stesso.
Solo che non ne cogli l'assurdità perché mischi il presente con il futuro.
E riguardo alla "volontà" questo non è possibile: è erroneo.

Perché ciò che vuoi, lo vuoi adesso, in questo preciso istante.
Ed è "adesso" che puoi decidere (volere) che in futuro vorrai questo, piuttosto che quell'altro.
Ma quando quel futuro diventerà adesso... vorrai quel che vorrai allora (che sarà adesso). A prescindere da quanto avevi in precedenza deciso che avresti voluto.

Tu, invece, presupponi che il tuo volere "ora" coincida con il tuo volere "allora".
Un presupposto senza fondamento!

***

Non ce l'ho affatto con la logica!
Amo la logica, e soffro quando viene oltraggiata.
In particolar modo quando sono proprio io ad oltraggiarla...

Ti ricordi l'indovinello dei tre cappelli? Avevo risposto di getto, per poi accorgermi di aver sbagliato. Così mi corressi, ma l'errore era stato fatto...
E allora soffrii, ma non per l'errore in quanto tale, perché tutti sbagliano. Soffrii per la mia presunzione, l'arroganza del mio pensare che pretendeva di aver subito capito!

Il fondamento della logica è l'Etica.

***

Riguardo alla pellicola cinematografica era solo un modo per evitare ripetizioni:
Anche coloro che negano il continuum quando pretendono di conoscere un'alternativa cadono in una trappola. Perché pretendono di conoscere la "verità".

***

Comprendere vuol dire afferrare, ossia fare in qualche modo nostra una "verità".

Ma la Verità non può essere posseduta, "presa".
Semmai siamo noi, da sempre e per sempre, ad essere posseduti dalla Verità.

***

Riguardo al libero arbitrio... dovresti invece sperare che sia proprio un'illusione!

E' proprio con il suo svanire che Dio compare. Attraverso la beatitudine.

Il libero arbitrio, se reale, confermerebbe la scissione come assoluta.
Difatti il due è il sigillo dell'esserci. Non vi sarebbe esserci senza il molteplice.
Ma il due è pure l'origine di ogni male.

Viceversa la pace, il Bene, è nell'Uno.
Di modo che solo nell'Uno, che coincide con il Nulla, vi può essere libertà.

***

Un'ultima cosa riguardo al "volere"

Vorrei osservare che non è possibile volere di volere!
Cioè non posso fare in modo aver ora una volontà piuttosto che non averla.

Voglio o non volgio... non dipende da me. ;)