Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#2371
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
04 Ottobre 2019, 15:31:11 PM
Vorrei fare una distinzione essenziale. I valori del cristianesimo sono importanti e sanciscono una tappa fondamentale della storia dell'uomo. Inoltre come italiani "non possiamo non dirci cattolici".
Ma questo non significa che bisogna accettare un tutoraggio manipolatore, per quanto nella forma di un simbolo culturalmente sbiadito.
La rigorosa separazione fra Stato e Chiese é una conquista che differenzia il mondo occidentale dal mondo islamico. In Italia, secolare periferia dell'Occidente, sopravvivono schegge arcaiche, pensieri medievali. L'uomo italiano é un po' come quello rappresentato da Le Goff per descrivere quello medievale: "un uomo che cammina in avanti con la testa rivolta all'indietro".
Per Anthony: sul fatto che noi possiamo liberamente parlare grazie al crocifisso, ho fondati dubbi, basati su molti dati storici, alcuni anche banali, dai quali si apprende che il libero pensiero era duramente colpito dalla Chiesa cattolica e che ora ha semplicemente fatto "buon viso a cattivo gioco".
#2372
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
03 Ottobre 2019, 20:41:52 PM
Anthony. Posso accettare che il crocifisso sia mostrato nelle scuole private. Ma quelle pubbliche sono appunto "pubbliche". Sono uno spicchio dello stato e devono mantenere il loro aspetto laico. Sempre in argomento. È indecente che ancora oggi il vescovo nomini gli insegnanti di religione, i quali ovviamente per quanto aperti saranno sempre cattolici. Io sarei dell'avviso di non togliere solo i crocefissi ma anche l'ora di religione, ora inutile, dedicata ai miei tempi al ripasso delle altre materie.
Che ci siano queste battaglie di retroguardia la dice lunga sulla arretratezza culturale del nostro paese.
#2373
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
03 Ottobre 2019, 15:45:35 PM
Essendo formalmente uno stato laico, i crocefissi non andrebbero apposti nei luoghi ed uffici pubblici e al loro posto andrebbero bandiere italiane ed immagini del Presidente della Repubblica in carica.
L'apposizione di detti simboli religiosi ci accomuna più ai paesi islamici che ai paesi europei.
#2374
Tematiche Filosofiche / Re:La felicità
03 Ottobre 2019, 00:34:30 AM
CitazioneLa Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti considera la ricerca della felicità un diritto inalienabile di tutti gli uomini. La sua utopica universalità è inconciliabile con i campi di concentramento e di sterminio.
Ma é proprio l'universalità a renderla conciliabile. È ovvio che il discorso può diventare scivoloso, ma possiamo provare a non cadere.
In realtà é proprio il pensiero universalistico nelle sue molteplici declinazioni ad essere (forse?) imparentato con Auschwitz. É l'esclusione dell'infelicità, come linea del pensiero moderno a creare l'esclusione dell'infelice. O meglio di colui che deve essere considerato l'obiettivo della ricerca dell'infelicità, affinché vi sia una futura felicità. Infelice intercambiabile, secondo mode e richieste socio-politiche ma sempre necessario alla visione del benessere, della felicità come diritto.
Ecco la "felicità come diritto" mi risuona come un oltraggio alla intelligenza, un connubbio indecente, pornografico.
Perché allora non stabilire per legge quanti amplessi al giorno, quanto cibo gourmet, quanto consumo di beni voluttuari servono per essere felici? In questa intromissione non c'è già forse la radice delle norme burocratiche che stabilivano quanto paia di ciabatte distribuire ai Kapò, quante selezioni al mese, quanti grammi di pane distribuire, che forma doveva avere il cubo del letto?
Se la felicità si può normare, perché non farlo per l'infelicità, se quella felicità può essere raggiunta, in un mondo manicheo come quello totalitario, solo attraverso l'infelicità del nemico.
Quello che in fondo voglio dire é un discorso ricorrente nella filosofia contemporanea: ovvero la technè come misura di tutto il mondo e della quale l'homo sapiens é diventato il servitore.
Casualmente ora mi sono imbattuto in questo pensiero di H. Arendt che può aiutare a chiarire meglio quello che voglio dire.
CitazioneQuando l'impossibile é stato reso possibile (dalla tecnica) é diventato il male assoluto, impensabile, imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato con i malvagi motivi dell'interesse egoistico...della smania di potere e che quindi non poteva più essere combattuto con la collera, con la carità, con l'amicizia. (Le origini del totalitarismo, p. 628).
Questo processo vale per tutte le sfere che vivevano fuori dalla sfera della tecnica e che la tecnica tende a colonizzare, sia che si tratti di felicità oppure di purezza del sangue.
#2375
Attualità / Re:Voto ai sedicenni?
02 Ottobre 2019, 07:09:20 AM
Il problema, dal mio punto di vista, esiste e si chiama "senso del limite".
Gli adolescenti, a causa di profonde trasformazioni ormonali, tendono a dare risposte e agire comportamenti che tendono a "saggiare"il limite.
Gli adulti devono fronteggiare la sfida se vogliono aiutarli, e mantenere il limite.
Nella società attuale vi sono forze economiche e culturali che vanno in direzione opposta e la conseguenza é la diffusione del "narcisismo", della incapacità a reggere un fallimento.
Corentemente a questo quadro, si innesta il diritto di voto a 16 anni. Un ulteriore elemento di confusione fra diritti e doveri, un ulteriore abbassamento del senso del limite.
Per quanto il sistema politico elettorale sia ormai depotenziato simbolicamente, mantiene un suo valore di passaggio.
Pertanto, per coerenza, si dovrebbe abbassare a 16 anni tutta una serie di diritti e doveri, la maggiore età in primo luogo, e quindi anche la sottoposizione dei sedicenni al diritto penale ordinario, cosa che non credo sia possibile per via degli svariati trattati internazionali firmati dall'Italia.
In sintesi, é una proposta strumentale ad alcuni interessi di partito, che si armonizza con alcune tendenze di lungo periodo della società, ma che comporta conseguenze serie sul rapporto generazionale e sulla stessa maturazione degli adolescenti.
I traguardi bisognerebbe conquistarseli. Invece sembra tutto a portata di mano.
#2376
Tematiche Filosofiche / Re:La felicità
30 Settembre 2019, 08:33:36 AM
La felicità. Un bel tema. Nei pochi precedenti interventi sono emerse almeno sei definizioni: felicità come morte, come evento straordinario, come condivisione, come consumo, come vita ultraterrena, come desiderio.
Oggi pensavo a questo supposto diritto, che permea l'epoca contemporanea, il diritto alla felicità. Un diritto alla felicità che fa anche capolino dalla Costituzione degli Stati Uniti.
Ebbene a me pare che questo diritto alla felicità così proclamato e "imposto" per legge, così unilaterale e privo di ombre, possa essere connesso con i campi di sterminio e con i Gulag.
Non aspiravano forse a questo tipo di felicità i nazisti e i comunisti? In mondo dove il male, eradicato, non compaia più.
Una definizione assoluta di felicità in realtà non é altro che il male, sotto mentite spoglie.
Non è invece  più debole ma più adatto alla condizione umana pensare alla felicità come ad un oggetto che comprenda dentro di sé anche l'infelicità, la sconfitta, la malattia.
E se felicità fosse la capacità di dare significato alla propria esistenza, con i suoi momenti integrati di felicità e infelicità?
#2377
CitazioneCiò non toglie che si tratta di un razzismo altrettanto pericoloso e devastante quanto quello operato dai nazisti nei confronti del popolo ebraico.

Ah si? Mi dici dove sono i campi di sterminio per cortesia? Parli di persone che o sono in alto gerarchicamente...o sono privi delle loro facoltà mentali. Ti sembra questo il modo di fare una discussione? Sei in grado di usare dei modi educati o l'insulto ti parte di default? Mi spieghi in cosa consiste il tuo cosiddetto razzismo alla rovescia?
In un mondo dove 26 persone hanno la stessa ricchezza di 3.miliardi e 800 milioni di persone, di che razzismo dobbiamo parlare?
Non sarebbe ora di modificare o correggere certe storture invece che fare la guerra fra poveri. Tutte queste chiacchiere a vuoto insulse su razzismo e migranti e sulle storture di un sistema che uccide scientemente 43 persone su un ponte che non viene controllato per farci sopra più denari possibile? Su tutto questo un bel silenzio.
Però un po' hai ragione. Non sono un complottista ma credo che alla super-classe dirigente non dispiaccia che i mezzi morti di fame se la prendano con i morti di fame invece di allearsi fra di loro.
#2378
Presentazione nuovi iscritti / Re:Salve a lor signori.
28 Settembre 2019, 13:41:01 PM
Un saluto a te. E buone riflessioni.
#2379
Ti ringrazio Inverno per aver rianimato questo post. Che io sia il nemico di me stesso é piuttosto vero, anche se fra una guerra e l'altra vi sono dei lunghi armistizi.
I transgender hanno un elevato rischio di suicidio perché sono stigmatizzati ed emarginati. La loro propensione al suicidio deriva dalla convinzione trasmessa dalla società di essere "sbagliati", fuori posto, con tutto ciò che ne consegue in termini di relazioni di vicinato, carriera scolastica e lavorativa, mentre con l'esempio riportato, volevo far notare che é la stessa natura secondo modalità molto complesse a mettere un cervello di donna in un corpo maschile, a causa dell'assenza di una parte del cromosoma X, quello femminile per eccellenza. Però in questo caso regolante una funzione maschile (che guazzabuglio).
Il succo del mio discorso è: ognuno é portatore di una propria dignità ed é titolare di diritti soggettivi di uguale valore indipendentemente dal sesso, dalle inclinazioni sessuali e dalle identificazioni sessuali, al punto che paradossalmente potrebbe esistere (e forse esiste) un trans con corpo di donna che preferisce le donne.
Questo discorso inoltre lo connetto alla natura, alla casualità delle sue trasformazioni, necessarie alla vita stessa, e non solo ad un discorso socio-politicamente "corretto."
D'altronde il titolo richiama il "mito della perfezione naturale", non una supposta "verità della perfezione naturale".
#2380
Attualità / Re:Articolo 67 della Costituzione italiana
27 Settembre 2019, 16:56:37 PM
CitazioneL'esempio della Costituzione francese del 1791 è stato seguito dalle costituzioni successive, sicché il divieto di mandato imperativo è oggi presente in tutte le democrazie rappresentative, con poche eccezioni riguardanti, ad esempio, la sola camera alta di certe federazioni (come il Bundesrat tedesco).
Il principio non è accolto, invece, dalle costituzioni degli stati socialisti, nei quali i membri delle assemblee ai vari livelli territoriali, fino al parlamento a livello nazionale, sono soggetti a mandato imperativo e possono essere revocati dagli elettori (anche se, nella pratica, ciò non avviene, essendo ogni iniziativa politica controllata dal partito comunista).
tratto da Wikipedia: "mandato imperativo". Se ne può trarre qualche conclusione, ovvero che il mandato imperativo è più adatto a governi autoritari che a governi democratici. E' possibile che la Casaleggio & C. con uno dei suoi giochi da illusionista, faccia credere che gli elettori possano revocare i rappresentanti. In realtà significa che solo Casaleggio & C. oppure Stalin possono revocare i rappresentanti politici.
#2381
In effetti Ipazia hai ragione. In realtà con questa discussione volevo snidare quelli che pensano in termini di natura benevola/cultura malevola e quindi la necessità di applicare una ortopedia morale su basi naturali.
Ed invece siete giunti voi, che la pensate come me.
#2382
Menandro. La parte più creativa di me condivide il tuo pensiero comunque intelligente. La parte più razionale mi fa dire che si tratta di una disfunzionalità nella misura in cui sarà più difficile per questo soggetto procreare e quindi collaborare alla sopravvivenza temporale della specie: homo sapiens.
Al di là di questo é importante che le necessità biologiche di specie non diventino un grimaldello per politiche eugenetiche con varia coloritura oppressiva e/o patriarcale.
#2383
Un argomento tipico delle conversazioni ed anche di questo forum potremmo intitolarlo: "la perfezione della natura". In natura sembra tutto perfetto e funzionante secondo un'armonia superiore di cui iniziamo a conoscere i meccanismi ma non l'origine né lo scopo.
Di fronte a ciò l'uomo è accusato, con i suoi "vizi capitali", di compromettere l'ordine naturale, il che spesso é vero, basti pensare ai cambiamenti climatici.
Ma nel campo della sessualità umana mi sono imbattuto in un libro di epigenetica interessante.
Tutti sappiamo che l'uomo è dotato della coppia di cromosomi "xy" e la donna da quella "xx". Da un dato così banale si dovrebbe ricavare che l'uomo "naturalmente" dovrebbe fare l'uomo e la donna, la donna. È persino iscritto nella nostra genetica.
Ma si sta scoprendo che il nostro codice genetico non è cosí unidirezionale. Infatti se il cromosoma "y" sovrintende a molte funzioni tipicamente maschili, come la discesa delle gonadi maschili e la produzione di testosterone, il cromosoma "x" svolge anch'esso funzioni necessarie alla identificazione sessuale come ad esempio la creazione dei recettori cerebrali del testosterone. Se questa parte del cromosoma "x" funziona male, il soggetto sarà fisiologicamente un maschio, dotato di testicoli e testosterone, ma  avrà un'indole femminile. Se nel suo ambiente verrà trattata come una bambina/ragazza/donna non ci saranno problemi. Se invece questa possibilità sarà rigettata per pregiudizi culturali, il testosterone presente nell'organismo si riverserà in altri ambiti, ovvero nelle aggressioni, nel comportamento antisociale o nell'assunzione di droghe.
Questa particolare condizione che si chiama "testicular feminisation syndrome" é quindi un processo naturale, genetico e pertanto non curabile che ci suggerisce alcune cose.
1. La natura non é così perfetta e procede per errori e prove, le quali sono anche la nostra ricchezza evolutiva.
2. Le teorie sul genere non sono teorie dei "centri sociali" ma si fondano su scoperte scientifiche.
3. La differenza fra uomo e donna é sottile e chi invece la sottolinea lo fa spesso per marcare una condizione di potere di un sesso nei confronti di un altro.
#2384
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
23 Settembre 2019, 23:30:02 PM
CitazioneAnche perchè pure le interpretazioni sono fatti. E producono fatti il cui sfondo incontrovertibile, in assenza di dei, diventa la natura, ivi compresa quella natura particolare che è la natura umana. In cui i significati non sono, ma si danno. E sopravvivono in base alla loro capacità di produrre più benessere e felicità.
Cari Ipazia e Phil. Il vs dibattito sta per diventare leggenda nella piccola storia di questo forum.
Ho leggiucchiato qua e là e sono spesso d'accordo. Dovrei concentrarmi di più in realtà.
Inizio con questo breve passo che racchiude molti altri discorsi.
"Le interpretazioni sono fatti" é di una verità sulla quale non pensiamo abbastanza. Se non sono fatti sono il movente dei fatti, sempre. Per questo le parole andrebbero trattate con cura e più alta é l'autorità più necessaria é la cura.
Ma poi anche il seguito é rilevante, poiché le conseguenze delle parole sono nella natura, in quella particolare natura, definita natura umana. Prometeo ha inventato la technè per trasformare la natura e quella continua a trasformare anche l'umanità, i suoi desideri, la sua storia, svincolata da ogni patto sacro. Zeus non poteva far altro che punirlo.
Siamo noi i responsabili della nostra etica e solo noi, sia come collettività che come singoli e questo è l'assillo della nostra epoca: "È bene? É male? Ripetuto in continuazione. Perché non c'è più alcuna verità rivelata. La verità va scoperta, quella sì con il sudore della fronte ( o meglio con il lavoro della neocorteccia, dal lato interno della fronte).
Solo sul finale dissento, Ipazia. Un dissenso relativo comunque. Perché quella ricerca del benessere e della felicità mi sembra sempre che nasconda un baco avvelenato. Mi si addice di più il detto latino "in hilaritas triste, in tristitia hilare". E comunque mi appare sempre come una riduzione della nostra libertà, questo correre tutti insieme verso questo benessere, in fondo un po' conformista e perfino totalitario.
E se l'etica avesse come sua compagna di viaggio la famosa frase di Brecht, sul voler stare comunque dalla parte di chi ha torto? Se nella storia si fosse sempre seguita quella frase, se ci si fosse seduti di più dalla parte del torto "visto che tutti gli altri posti erano occupati", quante spade non sarebbero state sguainate. Forse in realtà esistono le leggi universali dell'etica e una di queste la potremmo definire la mitezza, il perdono, il guardare il mondo ed avere pietà di noi e dei nostri simili, conoscere per il gusto di sfidare le colonne d'Ercole, riposarsi all'ombra di una quercia, quando siamo troppo stanchi della vicinanza degli altri. Oppure "lavorare ed amare", la ricetta sommamente filosofica di Sigmund Freud.
Ma anche una filosofia combattente potrebbe andare bene a fronte delle troppe ingiustizie. Si perdona se si ha la pancia piena e se a suo tempo si fecero quelle stesse malefatte, direbbero i seguaci di De Andrè.
IL dilemma è tutto qui. Sguainare la spada e attendere che il Minotauro si impossessi della propria anima o subire l'ingiustizia e perdonare? Esiste una terza via, dove sia possibile non essere contaminati dalle Furie della vendetta e conoscere la via del perdono? Non è questa la strada che dobbiamo costruire tutti insieme, con il sudore della neocorteccia?
#2385
Detto en passant. L'epigenetica dimostra come sia artificiale la distinzione fra natura e cultura.