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Messaggi - anthonyi

#2371
Magari non solo saper leggere e scrivere, diciamo che le verifiche dovrebbero essere anche un po' più ampie, ma non credo ci sia nulla di scandaloso nella cosa. D'altronde anche chi va nella scuola privata non va nella scuola pubblica, perché allora un genitore non dovrebbe potersi organizzare la scuola per suo figlio in casa? Allo stato basta controllare che gli obiettivi didattici siano rispettati e che la cosa non nasconda un disegno di segregazione sociale.
#2372
Citazione di: Jacopus il 01 Giugno 2023, 20:03:14 PMIl problema in Italia, se vogliamo allargare lo sguardo, sta in una concezione del capitalismo di stampo feudale che somma i difetti del capitalismo con quelli del feudalesimo. Faccio un esempio. Quante Corporations ci sono in Italia, intendendo con esse società per azioni, con il capitale così diluito, da essere gestito esclusivamente da manager? In Italia vige invece il concetto di "padroncino", che trasmette la ditta di padre in figlio, senza considerare se il figlio sia un emerito rimbambito. Il merito in Italia è troppo spesso un optional ingombrante ed è per questo che tanti italiani vanno altrove (questo scenario va moltiplicato per cento a sud di Roma).
Questi sono purtroppo i Mali italiani, corporativismo, familismo e scarsa cultura economico finanziaria, alla quale si aggiunge oggi l'atteggiamento populista perennemente indirizzato contro i giganti dell'economia, che si ritrovano perennemente indeboliti nella competizione con i giganti esteri, fino a che questi ultimi si mangiano le nostre imprese e diventiamo colonia. 
#2373
Citazione di: Freedom il 01 Giugno 2023, 16:21:25 PMIl tuo modo di vedere è di consegnare al datore di lavoro l'assoluta preminenza nelle questioni aziendali. Lui paga (e rischia!) e tanto basta a chiudere il discorso.

Ebbene è certamente vero che a lui spetta l'onere e l'onore di decidere la strategia aziendale e tutto ciò che concerne l'organizzazione del lavoro ma non possiamo dimenticare che l'azienda ha anche una funzione sociale. Non lo dico io ma la Costituzione italiana.

E scendendo nella realtà non credo che tu possa essere d'accordo sul fatto che, diversi lavoratori, siano pagati 600/700 € al mese (per 40 e anche più ore di lavoro). Tanto per rimanere sul generale e su un esempio molto diffuso.

Tu dirai che è un problema di domanda/offerta ma io credo che tutta una società si debba far carico di cercare (almeno tentare!) di creare condizioni di vita dignitosa e decorosa per tutti.

Se l'economia non si "umanizza" allora non compie il suo dovere sino in fondo.




Per rispondere anche al tuo precedente, io lo so che in Italia le leggi vincolano molto la contrattazione lavorativa, ma questo per me é un fatto negativo che genera basso sviluppo delle imprese, propensione ad andarsene, o a non venire(e so del caso concreto di un'azienda che in Toscana, pochi mesi dopo aver firmato un contratto di allineamento dei salari a quelli più alti pagati nel nord dalla stessa azienda, ha deciso di chiudere quello stabilimento, chissà perché), e basso livello dei salari, perché poi i costi dei vincoli legislativi le imprese li devono scaricare da qualche parte.
Io sono d'accordo che l'impresa ha una funzione sociale, ma questo che vuol dire? Che può essere caricata di costi sociali che spetterebbero alla collettività? Rimanendo sull'esempio concreto che mi fai di un salario marginale di 600 euro. Supponiamo di considerare come reddito dignitoso 1200 euro, per cui se quel lavoratore non ha altre altre entrate gli spetterebbero altri 600 euro. Secondo te é giusto che sia "costretto" (costrizione puramente formale perché poi gli imprenditori la soluzione la trovano) a metterceli chi gli da lavoro, che magari é un imprenditore marginale. Non é più sensato che questi 600 euro vengano dalla fiscalità generale? In un sistema di libero mercato le tutele sociali ci possono essere, per me ci debbono essere. Solo che non devono essere meccanismi che danneggiano il mercato. 
#2374
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 01 Giugno 2023, 12:24:02 PMA me questo non sembra poi così chiaro: se da un lato l'impresa mette a disposizione il proprio capitale, ovviamente per ricavarne degli utili, dall'altro, il dipendente mette a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze. Secondo me, tempo e competenze non sono meno importanti del capitale. Provate a chiamare un professionista (idraulico, elettricista, muratore o altro) e chiedetegli quanto prende per un intervento a casa vostra. Nella richiesta che fa il professionista sono compresi materiale e manodopera.
L'impresa non é quella che mette il capitale, l'impresa organizza i fattori, tra cui il lavoro, e decide chi assumere e il prezzo da pagare, visto che é lei a pagarlo. 
Anche per i professionisti credo valga lo stesso. Il professionista chiede un prezzo ma é chi lo chiama che decide se il prezzo é idoneo. 
#2375
Citazione di: Freedom il 01 Giugno 2023, 11:07:52 AMLo dico con umiltà e senza nessuna critica: avverto che siamo tutti vittima di una narrazione che non rispecchia la realtà storica e umana del mondo del lavoro.

La persona umana tende all'avidità. Questo vale sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. E' dunque imprescindibile regolare il rapporto di lavoro con leggi che tengano presente questo fatto strutturale.

Bisognerebbe poi stabilire l'obiettivo di questo regolamento. Che, a mio avviso, non può essere assoluto ma deve equilibrare le varie istanze. Non mi pare dunque corretto assurgere a valore assoluto la competitività e nemmeno l'interesse del lavoratore. Nonostante quest'ultimo sia, è bene ricordarlo, la parte più fragile della relazione.

Occorre trovare un compromesso che consenta la sopravvivenza dell'azienda cioè la sua capacità di produrre utili e la sopravvivenza cioè il vivere decorosamente e dignitosamente del lavoratore.

La difficoltà sta appunto nell'avidità reciproca e nell'incapacità, sempre reciproca, di fidarsi l'uno dell'altro. Negli anni '60 e '70 i rapporti di forza furono significativamente a favore dei lavoratori che, purtroppo, se ne approfittarono. Oggi, non è più così, e i rapporti di forza sono fortemente a favore dei datori di lavoro che, va da sè, se ne approfittano. Sono sotto gli occhi di tutti gli utili, in costante crescita, delle aziende quotate in borsa. Di tutto il mondo. E il potere d'acquisto di stipendi/salari nettamente inferiore alla crescita degli utili. Il fenomeno, come detto, è mondiale.

Questo è quello che rilevo.

Attribuire questa situazione all'incapacità negoziale dei sindacati mi pare ingeneroso. O meglio può essere vero ma non per la loro aggressività. Caso mai per il motivo opposto! La verità è che firmano tutto. Per accorgersene è sufficiente parlare con qualsiasi lavoratore. Non a caso le organizzazione sindacali soffrono un'emorragia di iscritti e si stanno riducendo ad associazioni di pensionati.

Le cause profonde di tutto ciò vanno ricercate, secondo me, nell'assenza (in tutto il mondo) di prospettive e/o progetti credibili di miglioramento sociale e politico. E dunque nella poca voglia di battersi per un mondo migliore. "Pigrizia" che colpisce tutti, non solo le parti sociali.
Il topic sono le strategie sindacali, e non le leggi inerenti il mercato del lavoro, Freedom. 
Pensare di risolvere questioni contrattuali con la coercizione espressa dallo stato é il rimedio peggiore possibile di qualsiasi tipo sia il problema. Le realtà lavorative sono profondamente differenziate tra loro e abbisognano di soluzioni differenti, e queste non possono essere regolate per legge. 
Personalmente poi non credo che il problema sia l'avidità, quanto la carenza di conoscenza della situazione aziendale. Trovare soluzioni armoniche nei rapporti di lavoro é conveniente per tutti, di solito questa soluzione l'imprenditore la conosce, cioè sa quanto é il massimo che può ragionevolmente offrire ai propri lavoratori, ma non glielo dice certo a loro. Qui ci dovrebbe essere il lavoro del buon sindacalista, che dovrebbe sapere quanto é opportuno chiedere per risolvere subito la questione senza costi per nessuno. Da notare che poi nelle contrattazioni sono parte integrante i piani d'investimento, che sono condizione di garanzia di occupazione futura. 
E per l'occupazione futura é importante che i lavoratori sappiano quanto é opportuno chiedere, perché se chiedono troppo é possibile che sul momento l'imprenditore li accordi, perché é stato preso alla sprovvista, ma poi si faccia i conti e si accorga che non gli conviene più tenere aperto, meglio produrre in Polonia. 
#2376
Citazione di: Ipazia il 01 Giugno 2023, 08:23:27 AMOggi il padronato si è pappato tutto e cambia a suo piacere le regole del gioco e le mitologie.
Se sono padroni dell'impresa é chiaro che il gioco lo fanno loro. I lavoratori possono sempre scegliere di non giocare o di cercare un altro tavolo cui giocare, o addirittura di organizzare il gioco per conto loro. Comunque se accettano il gioco del padrone é segno che gli va bene. 
#2377
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 01 Giugno 2023, 07:52:34 AMNon sono così convinto che aumentare l'utile delle imprese, corrisponda di pari passo all'aumento di stipendio dei lavoratori dipendenti o comunque di un loro miglioramento a 360 gradi, a meno che non si cambino la cultura generale e il pensiero che vuole ogni essere umano per forza improntato al maggior introito finanziario, nel minor tempo e col minor sforzo possibile. E' la mentalità generale da cambiare; è la cultura; è la consapevolezza che ogni cosa ha un proprio valore, e soldi e beni materiali (che in ogni caso non ci porteremo con noi al momento del trapasso)  non possono certamente stare in cima a questa scala dei valori!
Iniziando a ragionare fuori da ogni etichetta, per il bene comune, tutti indistintamente ne trarremmo giovamento. Io l'ho sperimentato quando ancora avevo il "brutto vizio" di lavorare. Cambiare modo di ragionare, paga!
Quindi, anche i sindacati dovrebbero smetterla di fare "muro contro muro", perché, oltre ad essere un atteggiamento inutile, se non controproducente, è sinonimo di paura. Come quel tale che aveva ricevuto un talento e l'ha sotterrato, così il sindacato che ha ottenuto dei successi, non li fa fruttare, ma si siede sugli allori, credendo di potersi beare in eterno di quei risultati. La vita, però, è continua trasformazione, è un continuo morire e nascere di cellule in ogni corpo, è un continuo nascere e morire di esseri viventi; l'universo è in continuo movimento, in continua trasformazione, così come tutto ciò che è fisico. Solamente la mente dell'uomo, spesso sembra statica, immutabile.
Io non ho parlato di utili, ma di competitività delle imprese italiane che purtroppo pagano il prezzo di una conflittualità sindacale tra le più alte del mondo, ed il rapporto di queste con il livello dei salari medi é iperdimostrato. 
#2378
Citazione di: baylham il 31 Maggio 2023, 23:23:37 PMPer inciso la parabola dei talenti è umanamente squallida, adatta alla cultura economica moderna prevalente.

La parabola dei talenti é quello che ha già detto Aspirante. Una sollecitazione a dare fiducia agli altri, a collaborare con loro, e Dio sa quanto ce ne sarebbe bisogno nelle relazioni sindacali in Italia, perennemente inquinate da ideologie conflittuali il cui unico effetto é quello di abbassare la competitività delle nostre imprese e conseguenzialmente le opportunità di guadagno per i lavoratori stessi.
#2379
Bel thread, Aspirante filosofo. A me la parola sindacalista smuove tante riflessioni, ritengo sia una funzione che, per come funziona in Italia, sia poco utile perché troppo politicizzata. Quando parli di "diritti dei lavoratori" devi tener conto che i "diritti" sono un fatto politico, li decide il parlamento, non i sindacati.
Il sindacato invece ha il compito di tutelare gli interessi dei lavoratori, e lo fa in contrattazioni nelle quali é assolutamente naturale mettere a confronto differenti piattaforme, tra le quali c'é anche quella della scelta tra rischio e certezza. 
E' quella che é stata chiamata teoria partecipativa, la proposta cioè di far partecipare i lavoratori sia agli utili che alle decisioni d'impresa in cambio di minori richieste salariali. Peccato che questa cosa, che funziona bene in Germania, abbia funzionato molto poco da noi, perché, come tu giustamente fai notare, qui ci si fida poco, e, in particolare, i lavoratori si fidano poco dei datori di lavoro. 
Quello che vorrei rimarcare, però, é che spesso questa richiesta di certezze fa perdere ai lavoratori delle opportunità senza avere un effettivo guadagno in termini di certezze, perché l'economia non conosce certezze.
Qualsiasi conquista salariale non é un diritto, ma un'opportunità che si riproduce fin quando l'impresa ha convenienza a far lavorare per quel dato salario, quando la convenienza finisce l'imprenditore il modo lo trova per liberarsi da quella situazione al costo minimo possibile. 
#2380
Tematiche Filosofiche / Re: Decalogo liberale
29 Maggio 2023, 08:49:47 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 22 Maggio 2023, 20:30:43 PM« Quando sei confrontato da una opposizione, anche se dovesse trattarsi di tuo marito o dei tuoi figli, cerca di superarla con la discussione e non con l'imposizione, perché una vittoria ottenuta con la forza è fittizia  e illusoria.

Non avere alcuna venerazione per l'altrui autorità, in quanto si possono sempre trovare altre autorità ad essa contrarie.

Non utilizzare il potere per sopprimere opinioni che ritieni dannose, perché così facendo saranno le opinioni a sopprimere te.

Non aver paura di essere eccentrico nelle tue idee perché ogni idea ora accettata è stata una volta considerata eccentrica.

Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché, se apprezzi l'intelligenza come dovresti, nel primo caso vi è una più profonda consonanza con le tue posizioni che non nel secondo. »

B. Russel, "Un decalogo liberale", 1951.

Secondo voi quanto è attuale? Io mi ci trovo in alcuni punti, e voi?
Sono affermazioni che possono definire la base di partenza di un libero pensatore. Credo che però l'aggettivo liberale porti ad attribuire ad esso il riferimento a un sistema economico e sociale che a me non sembra Russell avesse intenzione di specificare. D'altronde le sue posizioni, di stampo tendenzialmente libertario, lo hanno spesso contrapposto a visioni di tipo liberale tradizionale.
Direi che quello problematico al riguardo é il secondo punto, cioè quello che tratta del rapporto con l'autorità, che certamente non deve essere venerata, ma rispettata se legittima, in quanto rappresentativa dell'azione pubblica. 
#2381
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
28 Maggio 2023, 15:55:07 PM
Citazione di: InVerno il 27 Maggio 2023, 14:16:40 PM". Se gli americani dicono niente mezzi nostri in Russia e gli ucraini ce li mandano lo stesso, la vendetta si serve fredda sulle pagine del NYT. 

Secondo me questo non ha senso, il nyt non é certo l'emissario del governo usa, può pubblicare notizie anche contro l'opinione governativa. Piuttosto credo che qui la questione sia normativa, tutte le armi vengono cedute a determinate Condizioni di utilizzo e il mancato rispetto può comportare effetti giudiziari. Certe etichette poi l'Ucraina le sta rispettando sempre, con le armi nato non ha mai attaccato ufficialmente, finora, il territorio russo. Io poi, ripetendomi, sono convinto che l'intesa tra usa e ucraina sia più profonda, e penso che l'Ucraina agisca sempre in intesa con questi, anche quando gli USA devono per ragioni di immagine dichiarare in maniera differente. 
#2382
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
27 Maggio 2023, 10:27:54 AM
Certo inverno, che queste "fonti segrete" tanto segrete poi non sono. E' chiaro che un giornale, quando ha una notizia interessante la rivela, ma perché questa notizia gli é arrivata, puó essere che sia una questione di rancore come tu dici? 
Secondo me no, in ogni notizia, è in ogni evento di questa guerra io vedo atteggiamenti molto strategici. Ti dirò che non sono stato mai nemmeno convinto di quella fuga di notizie avvenuta da parte di quell'addetto dell'aeronautica americana che pubblicó documenti riservati solo per farsi notare nella chat cui apparteneva. 
Secondo me le incomprensioni tra USA e ucraina sono assai più una costruzione strategica, atta a confondere e a dare false convinzioni al nemico, che fatti reali.
E' importante distinguere la guerra sul campo da ciò che appare mediatica mente nel suo essere/non essere. 
Come l'attacco oltre frontiera dei russi anti Putin, formalmente non é dell'esercito ucraino, ma tutti capiscono che é stata l'Ucraina a volerlo, e se come io affermo c'é questa comunità d'intenti con gli USA, allora l'hanno voluto anche loro, ma non si può dire e non lo si può dimostrare. 
Così come é stato per l'attacco al cremlino, a chi giova il fatto che si pensi sia realmente stato fatto dagli ucraini? Sicuramente non a Putin perché rivelerebbe comunque un buco nel sistema di difesa del cremlino. 
#2383
Citazione di: iano il 25 Maggio 2023, 23:57:31 PM.
C'è comunque la consapevolezza di dover giungere a un fine, che lo si chiami verità o dio.
Ci sono tensioni distinte verso  un fine che non può che essere comune, quindi unico, sebbene diversamente prefigurabile.

E questo su quali basi lo affermi, iano. Già l'idea di una consapevolezza comune di un fine é forte, e credo siano in tanti a non condividerla. Ma affermare poi la comunità o unicità del fine mi sembra davvero troppo. Il rapporto con la spiritualità é libero, non é soggetto ai vincoli collettivi che insistono certamente molto di più nella materialità. 
#2384
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 25 Maggio 2023, 09:08:27 AMMi sa che siete O.T. con le risposte. Io non ho chiesto di raccontare la vostra fede, legittima fin che volete, ma che tuttavia non risponde alla domanda iniziale. Vi sono religioni atee, religioni monoteiste, religioni politeiste. Chi segue i principi e i precetti della propria religione arriverà comunque a Dio?
Ti racconto una storia pertinente, Aspirante, quella del beato cornacchiola, tramviere romano, che passa dalla religione cattolica a quella battista perché convinto da un prete di quella parrocchia. Sviluppa una serie di atteggiamenti critici verso i dogmi della religione cattolica al punto da comprare un coltello con il quale voleva uccidere il papa. Poi nella zona delle tre fontane, dove portava i suoi bambini a giocare appare, prima ai suoi bambini, poi anche a lui, quella che sarà denominata vergine della rivelazione.
Per me questa storia non vale nel senso di affermare la superiorità di una delle due fedi sull'altra, ma nel senso di affermare che ciascuno ha la sua fede, che viene dalla sua storia e dalle sue origini, che é la sua strada per la verità. Ingannarsi prendendo altre strade, che non sono le proprie, vuol dire usare la religione come un feticcio, molto più facile continuare la propria, quella che ti ha assegnato il destino. E lo stesso vale anche per i portatori di una religiosità atea che se seguono una via di ricerca del bene e della verità nel loro mondo interiore (perché Dio, o il non Dio, se lo scopri, lo scopri sempre dentro di te) la troveranno anche loro. 
#2385
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
24 Maggio 2023, 20:16:36 PM
La definitiva conquista di backmut da parte di prygogine sembra abbia aperto un nuovo fronte. I militari patriottici russi, che combattevano a backmut insieme agli ucraini contro il tiranno Putin, hanno infatti spostato il loro obiettivo verso belgorod, sono entrati nel territorio russo e dicono di aver ucciso decine di militari russi, e sembra siano riusciti ad impossessarsi anche di un blindato. 
Kiev naturalmente nega sia di aver saputo, sia di aver approvato l'operazione. 
Comunque sia a Kiev questa cosa potrebbe tornare utile, Putin sta muovendo gli uomini che erano rimasti in Bielorussia verso il donbass, per rinforzare l'area di backmut, e magari si troverà costretto a dirottarne alcuni verso le frontiere con l'Ucraina per sicurezza.