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Messaggi - bobmax

#2386
Citazione di: myfriend il 19 Dicembre 2019, 17:22:22 PM
@bob

Il libero arbitrio non esiste.
Ma esiste la consapevolezza. Ed è sulla consapevolezza che si può lavorare.
La compassione non è la risposta.
Certo...quando guardiamo un bambino che ha paura dei fulmini e corre dalla mamma proviamo compassione. Ma subito dopo lo invitiamo ad andare a scuola a studiare i fenomeni atmosferici, cosa sono i fulmini e perchè ci sono i fulmini.
E magari lo portiamo al museo della Scienza e della Tecnica a vedere quella strana macchina che genera i fulmini.
In questo modo lavoriamo sulla sua consapevolezza e il bambino potrà maturare la consapevolezza che i fulmini sono un semplice fenomeno fisico del quale non avere paura.

Questo tuo insistere solo sul fatto che non esiste il libero arbitrio non ti fa vedere che noi abbiamo la consapevolezza e possiamo lavorare sulla consapevolezza.
Più siamo consapevoli e più siamo "liberi".
Certo....non potrà mai esistere la "libertà assoluta". Ma esistono gradi diversi di consapevolezza e inconsapevolezza. Che ci rendono più o meno "liberi".
Tutte cose che chi ha avuto figli sa benissimo.
Davanti ai comportamenti "inconsapevoli" dei nostri figli non basta provare compassione. Ma abbiamo il dovere di agire per far maturare in loro la consapevolezza in modo che possano agire con sempre maggiore "libertà".

Tu nemmeno te ne rendi conto. Ma questo tuo insistere sul fatto che non esiste libero arbitrio è un BLOCCO e un IMPEDIMENTO alla crescita della consapevolezza. E quindi è un BLOCCO e un IMPEDIMENTO al diventare più liberi.

Vedi la contraddizione?
Ammetti che il libero arbitrio non esista, poi descrivi il modo per diventare più liberi...

La Compassione non è una risposta.
Perché non si prova "compassione", si è Compassione!
E si è Compassione quando l'io si dilegua, cioè ne svanisce l'illusione.

Svanisce l'illusione, compare la Compassione.

E' l'Uno.

#2387
Citazione di: Jacopus il 19 Dicembre 2019, 06:55:33 AM
Bobomax. È una questione che abbiamo affrontato molte volte quella sulla libera volontà. È vero, ognuno di noi ha la sua storia che lo condiziona, il suo patrimonio genetico, altra precondizione, ma pensare che siamo conpletamente predeterminati è errato.
Se davvero così fosse, ogni atto dell'uomo nel mondo sarebbe stato, è e sarà il più giusto e morale possibile, date quelle precondizioni.
Hitler e Riina, Stalin e il banchiere che ti ha truffato sono moralmente giusti e da accettare, come, eventualmente, anche il tuo assassino, persona degnissima e a cui non si può far alcun biasimo.
Penso che l'origine moderna di questa impostazione derivi dalla tecnologia e dalla scienza, secondo le quali ogni evento del mondo fisico può essere spiegato nella sua causalità. L'essere umano viene piegato alla stessa dimensione degli eventi fisici, imponendo una posizione monistica ad una situazione che non può essere ridotta e semplificata così.
Al di là delle ovvie conseguenze nefaste di una impostazione del genere, essa ci renderebbe completamente irresponsabili ed incapaci di correggere i nostri errori.
A pensarci bene, una impostazione che spiana la strada al futuro dominio dell'intelligenza artificiale.

Non è affatto così, Jacopus.
Scusami, ma questa tua contestazione si fonda su di una fallacia logica.
Una fallacia diffusa, quasi universalmente, ma non per questo meno errata.

L'errore consiste nel non considerare la totale non esistenza del libero arbitrio.
Perché ci si ferma prima, di fronte all'orrore causato dal solo supporla possibile.
Ma la logica va tenuta ferma! Costi quello che costi.

Sì è un pensiero difficile, davvero difficile da fare, perché estremamente semplice.

Ma se vuoi almeno considerare la possibilità che il libero arbitrio non esista, lo devi fare fino in fondo.
Invece ti fermi prima. E giudichi...
Giudichi che cosa?
Non ti avvedi che il libero arbitrio, che pensi di aver cacciato dalla porta, è già rientrato dalla finestra?
Così parli di irresponsabilità, di dominio dell'IA, di incapacità di correggere i nostri errori...
Tutte cose che non c'entrano nulla!

Sai cosa succede quando ti rendi conto che il libero arbitrio non esiste?

Una grande, sconfinata, Compassione!
Altro che irresponsabilità...

Se ti riesce anche solo di intuire l'illusione del libero arbitrio... tutte le tue osservazioni svaniscono come neve al sole.
Perché non vi è nessuna "degna" persona, così come nessuna "indegna". Nessun "moralmente giusto" e neppure "ingiusto". Per la semplice ragione che non vi è proprio nessuno!
#2388
Citazione di: Ipazia il 18 Dicembre 2019, 23:44:02 PM
Citazione di: bobmax il 18 Dicembre 2019, 19:00:47 PM
...
Ma se fossimo stati lui, allora?

Ma anche se fossimo stati noi, allora. Ci siamo formati sui nostri errori e quindi comprendiamo anche gli errori altrui. Diabolico non é errare; é perseverare.

Ma se fossimo stati lui, avremmo avuto la sua storia di vita, non la nostra. Avremmo avuto le sue inclinazioni, i suoi desideri, i suoi pensieri... non quelli che noi abbiamo avuto.

Di modo che molto, ma molto probabilmente, non ci saremmo neppure noi preoccupati di curare i nostri artigli...
#2389
Citazione di: Ipazia il 18 Dicembre 2019, 14:01:18 PM
E allora smettiamola con sta pippa dell'abuso della credibilità altrui. E cominciamo a pensare che il turlupinato se lo merita perchè non ha curato gli artigli mentali che la natura gli ha fornito. Tenuto pure conto che tantissimi amano esser abusati nella loro credulità, non avendo nient'altro che li tenga intellettualmente in vita, eccetto quel farmaco ingannevole. E questo vale nella religione, politica e vita quotidiana. Già Platone l'avevo capito al tempo della sua caverna.

Quando pensiamo che "il turlupinato se lo merita perché non ha curato gli artigli mentali che la natura gli ha fornito" cosa intendiamo con quel "se lo merita"?

Evidentemente intendiamo che il turlupinato se l'è voluta. Perché aveva la possibilità di curare i propri artigli mentali, ma non lo ha fatto.

Tuttavia, che avesse davvero questa possibilità è solo una nostra supposizione, senza alcuna prova che la supporti.

In sostanza ci immaginiamo di essere nei suoi panni, e pensiamo che se non avessimo curato i nostri artigli ci meriteremmo di essere turlupinati.

Questa riflessione vale anche per noi stessi, laddove siamo effettivamente stati turlupinati: ce lo siamo meritato, perché avremmo dovuto curare i nostri artigli...

Tuttavia, lo pensiamo "ora", perché "allora" avevamo pensato diversamente.

E lo stesso vale, a maggior ragione, quando valutiamo le scelte di un altro: se lo merita, perché noi avremmo fatto diversamente!

Noi ora, non noi allora.

Noi ora, sì, avremmo fatto diversamente che non lui, nel preoccuparci di curare i nostri artigli...

Ma se fossimo stati lui, allora?
#2390
Ipazia, è sacrosanto pretendere la purezza, ma questa richiesta non può essere rivolta soltanto verso l'altro.
Quasi che noi ci trovassimo sull'Olimpo, a giudicare il mondo dall'alto della nostra purezza.

Noi siamo questo stesso mondo.
E non vi è nessuna differenza sostanziale tra noi stessi e tutto l'universo!

Se vi fosse, per davvero una differenza, nessuna comunicazione sarebbe possibile.

Di modo che non vi è alcuna differenza sostanziale tra me e chiunque altro.

Così come tra te e il chierico che ti è più odioso...  ;)
#2391
Il fallimento del comunismo reale non mi sembra granché differente dal fallimento del cristianesimo "reale".

Anzi, direi che il comunismo nasce anche come risposta al fallimento del cristianesimo. 
In quanto il capitalismo nasce nel mondo cristiano ed è la negazione ipocrita dello stesso ideale cristiano.

Due fallimenti di quello che alla fin fine è il medesimo ideale: l'Uno.

Ma proprio perchè dell'Uno si tratta, non abbiamo nulla da temere.
Come sospettava Engels, il libero arbitrio non esiste.
#2392
Eutidemo,
se il tuo amico si è laureato, all'epoca, in ingegneria con 110 e lode... o è un genio, oppure per ottenere questo risultato ha probabilmente dovuto privilegiare (forzare) facoltà della sua mente a scapito di altre.
Ho avuto modo di riscontrare anch'io gravi lacune in soggetti che si erano spesi tantissimo, forse troppo, per ottenere il massimo dei voti.
Certo, poi bisogna vedere che università si frequenta...
 
L'aggravamento del fenomeno, al giorno d'oggi, penso che però poco abbia a che vedere con il troppo studio.
Anzi, l'impegno richiesto dagli studi universitari mi sembra ormai nettamente ridotto rispetto al passato.
La causa è un'altra. Ed è il nichilismo.
#2393
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Se naufraghi ,
16 Dicembre 2019, 17:05:41 PM
Citazione di: Ipazia il 16 Dicembre 2019, 09:04:11 AM
Citazione di: bobmax il 15 Dicembre 2019, 15:30:33 PM

Se si volesse davvero ricercare la semplicità, nel dramma dell'essere umano, dovremmo ripartire da noi stessi. Perché in noi stessi vi è già tutto il male e il bene del mondo.

Ed è proprio per questo motivo che siamo certamente in grado, scavando in noi stessi, di comprendere le ragioni di ogni cosa che nel mondo avviene.

La pensava così anche un'influente dama britannica:

" And, you know, there is no such thing as society. There are individual men and women, and there are families. "

"E come sapete, la società non esiste. Esistono gli individui, gli uomini e le donne, ed esistono le famiglie."

Magari senza rendersi conto che le famiglie sono già una micro-società e che il sociale è inscritto fin nel DNA di noi mammiferi (e degli uccelli), essendo l'unità madre-cucciolo il veicolo attraverso cui non transita solo il cibo ma pure l'ethos che a quel cibo incontrovertibilmente si associa. Divenendo al contempo nutrimento mentale e spirituale.

Nesso che sopravvive, proprio perchè inscritto nel DNA, a millenni di misogina riduzione a monade individualistica, negazionista di quel cordone ombelicale che intreccia il tessuto sociale.

Ipazia, confondi la monade con l'Uno.
Leibniz non è Spinoza.

Il guscio che pensi di avere è un'illusione. Tutto è Uno.
#2394
Scienza e Tecnologia / Re:Il mondo del fotone…
16 Dicembre 2019, 16:46:29 PM
Ciao Apeiron

In effetti il pensiero razionale non è in grado di affrontare il nulla. Per cui è sempre alla ricerca di un possibile qualcosa che, essendo appunto "qualcosa", esorcizzi il nulla.
Qualcosa vi deve pur essere!
In questo modo si suppone che qualche massa il fotone l'abbia comunque, magari piccolissima, ma non nulla! Perbacco!
Una massa che gli permetta di decadere, magari dopo miliardi di miliardi di anni (di nostri anni, per il fotone solo tre, e anche questo ha un che di comico...). Perché proprio nulla non è!
Un po' come le dimensioni dell'universo alla sua nascita, che non può essere davvero un punto. Perché se no sarebbe nulla...

Secondo me la massa relativistica è un concetto un po' fuorviante, ritengo sia più corretto considerare la relatività in termini di impulso.

Ciò come:







Dove la massa è quella a riposo.
In effetti con m=0 e v=c possiamo ben vedere come l'energia del fotone sia indeterminabile.

Ma interessante a mio avviso è pure la possibilità di un'energia negativa, dove il tempo va all'indietro...

Rimanendo al fotone, secondo me il fotone è ben più di un'apparenza. Perché, e qui la dico grossa, ma lo sospetto fortemente, il fotone è ciò che sta fermo, assolutamente fermo!
È invece tutto il resto a muoversi, e si muove alla velocità della luce rispetto allo stesso fotone. Di modo che ogni nostra accelerazione, non importa in che direzione, non fa che ridurre la nostra velocità intrinseca (c), che è appunto quella della luce.
Ciò che noi interpretiamo come accelerazione è perciò in realtà una decelerazione. Che se riuscissimo a completare del tutto... ci farebbe tornare a riposo, un riposo assoluto.
Il fotone è perciò il messaggero del Nulla/Essere/Uno, cioè è il testimone dell'autentica realtà.

****

Sì conosco Spinoza, per il quale provo tanto affetto.
Il suo pensiero è profondo sebbene non unico, difatti solo diverso è l'approccio, essendo la sostanza della filosofia sempre la medesima.

Vi è tuttavia in Spinoza una impostazione che lo rende difficilmente proponibile per una moderna metafisica. Perché il pensiero di Spinoza si sviluppa a partire dalla sua fede, che postula Dio.

Un postulato al giorno d'oggi difficilmente digeribile, perché troppo usurato dalle innumervoli superstizioni che ne hanno stravolto l'essenza.
Oggi sarebbe meglio stare più con i piedi per terra, e quindi incominciare a valutare quanta "verità" vi sia nell'esistenza del libero arbitrio...

E qui in Spinoza ravviso una carenza. Una mancanza che è da ricercarsi, a mio avviso, nelle sue idee inadeguate. Perché è proprio su questo punto, dirimente per tutto il suo impianto panteistico, che non riesce a chiudere il cerchio.
In quanto, date le sue premesse, non può esservi nessuna idea inadeguata!

Ma accettare questa inevitabile constatazione, implica un prezzo da pagare. E occorre essere attrezzati per pagarlo... Il prezzo infatti è la morte dell'io.

E così veniamo alla giustificazione del male... Non vi è alcuna giustificazione possibile!
Anzi la fede nel Bene comporta la più grande sofferenza per il male che c'è.
Perché lo sfondo, ossia che il Bene è, è tale solo attraverso la mia fede.

Sono io e solo io, in perfetta solitudine, ad affermare che il Bene è!
Dio ha bisogno di me.

Attenzione a quel "io"!

Perché quel Bene che è l'Essere, più è REALE e più io ne vengo annichilito!
Perché, seppure il Bene è, io ho scelto il male, il male è in me, io stesso sono il male!
Di modo che, mi ritrovo all'inferno, dove è giusto che sia.
Perché... il Bene è!

E' come se tutto il male del mondo fosse mia responsabilità...

Può allora succedere che l'io si dilegui, e la Compassione avvolga ogni cosa.

E' l'Uno.
#2395
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Se naufraghi ,
15 Dicembre 2019, 15:30:33 PM
@Niko
 
Condivido il tuo pensiero.
Questo voler vedere sempre il complotto, dietro ogni evento economico/politico, non è che una semplificazione forzata di ciò che, per sua natura, è ben più complesso.
 
Inoltre vi traspare un certo manicheismo, con dei malvagi, pochi, che fanno il buono e cattivo tempo a scapito di tutti gli altri, buoni o anch'essi malvagi che siano.
 
Se si volesse davvero ricercare la semplicità, nel dramma dell'essere umano, dovremmo ripartire da noi stessi. Perché in noi stessi vi è già tutto il male e il bene del mondo.

Ed è proprio per questo motivo che siamo certamente in grado, scavando in noi stessi, di comprendere le ragioni di ogni cosa che nel mondo avviene.
#2396
Tematiche Filosofiche / Re:Il merito. Esiste davvero?
14 Dicembre 2019, 05:10:22 AM
Non vi è alcun autentico merito così come non può esservi alcuna "vera" colpa.

Perché il libero arbitrio è un'illusione.

Vi è però l'idea del merito e della colpa.
Queste idee sono importanti perché derivano dal nostro stesso io. 
Sono la diretta conseguenza del suo esserci.

Con lo svanire dell'illusione del libero arbitrio, il merito e la colpa perdono di significato. 
E con essi si annulla l'io.
#2397
Scienza e Tecnologia / Re:Il mondo del fotone…
13 Dicembre 2019, 22:27:36 PM
Ciao Apeiron
Provo ora a rispondere alle tue osservazioni.
Con la premessa che lo sfondo da me scelto è il Bene.

Le mie risposte dovranno rispettare la logica, perché la logica va rispettata, sempre!

Ma perché deve essere rispettata?
Già qui possiamo vedere quanto importante sia la premessa...
Perché il motivo di questo rispetto è ben diverso se il Bene è, oppure no.

Se il Bene è, quando mi ritrovo ad errare, oppure a confrontarmi con qualcuno che si fa gioco della logica, inevitabilmente soffro.
Questa mia sofferenza non dipende dal mio amor proprio ferito o dal fastidio verso la disonestà intellettuale. Deriva invece dalla ferita inferta a ciò che c'è di più sacro: il Bene.
Perché un suo dono prezioso, la logica, è stato così bistrattato. La logica è infatti nient'altro che una manifestazione del Bene, un suo dono d'amore.

Viceversa, se non vi è alcuna fede nel Bene, l'errore logico, lo sprezzo per la logica, non causano una reale sofferenza, perché non ci toccano in prima persona. Sono respinti perché non conformi, sconvenienti, dannosi nel raggiungimento di obbiettivi, ma non perché non etici!

Citazione di: Apeiron il 10 Dicembre 2019, 21:40:33 PM
Sì, da quanto ho capito del tuo pensiero, il 'Nulla'/'Essere' è completamente indeterminato. Non ha 'proprietà' e non può essere 'distinto' dal resto.

Ma se è così non può nemmeno essere 'sorgente' di entità come fotoni, elettroni, rocce e noi esseri umani. Infatti, se lo fosse avrebbe la proprietà di essere sorgente e sarebbe distinto da ciò che produce. Potrai, forse, obbiettare dicendo che, per te, il molteplice è illusorio. Ma anche in questo caso, come può essere reale l'Uno/Essere/Nulla stesso se rimane comunque una illusione di molteplicità?

Cosa significa "reale"? Non significa forse "esserci"?
Cioè è reale ciò che è oggettivabile. Ossia sta a valle della scissione originaria soggetto/oggetto.

E a monte della scissione?
Non c'è nulla! Proprio perché non è più esserci. E ciò che non c'è è nulla.

Vi è una incommensurabile differenza tra Essere e esserci.
Quando diciamo "essere" in realtà intendiamo "esserci"
Ciò che conosciamo, o pensiamo di conoscere, è solo esserci, mai Essere!

Questa constatazione risulterà di lana caprina se il nostro sfondo non considera il Bene.
Viceversa, diventa "cifra" che rimanda all'Assoluto, per chi nel Bene ha fede.

Questo Essere di cui noi nulla sappiamo, nè potremo mai conoscere in quanto siamo esserci, coincide evidentemente con il Nulla.
Il Nulla trasmette però una qual negatività, ha a che fare con la morte, con la distruzione.
Meglio allora utilizzare il termine "Verità".
Maiuscolo, per indicare l'assoluto.

E ancora meglio chiamarlo: Negazione della negazione.
(Un concetto assurdo, perché impensabile per davvero in quanto il pensiero si fonda sulla negazione della falsità, mentre qui la falsità è una possibilità esclusa. Ma è un concetto necessario alla luce del Bene)

Negazione della negazione perché la Verità non è la verità nell'esserci. Che nel nostro mondo consiste essenzialmente nella negazione di ogni possibile sua falsificazione.
La Verità non necessita di negare alcunché! È Uno!

Quindi ha proprietà?
Sì, e pure no!
Perché ha senz'altro tutte le possibili proprietà, ma allo stesso tempo non ne ha nessuna.
Le ha come espressione di se stesso, ossia come Amore. Non le ha se tramite esse si vorrebbe definirlo. È il Nulla!

E' sorgente?
Certamente, ma in quanto Essere, ossia superamento della scissione soggetto/oggetto.

Entità come fotoni, elettroni, rocce e gli esseri umani non sono "distinti" dall'Essere, come potrebbero mai? Di modo che il molteplice non è propriamente "illusione", ma espressione del Nulla/Essere.
Ma neppure l'oggettività in sé è però verità assoluta. Non può proprio esserlo.

Ciò che conta, d'altronde, non è l'effettiva realtà degli enti, ma che il Bene sia.
E più teniamo ferma l'assolutezza del Bene, e più la loro oggettività in sé perde di significato.

Un modo, tra i tanti, di sperimentare l'irrealtà dell'oggettività in sé può realizzarsi riflettendo sul Tutto.
Se ci riflettiamo liberi da ogni condizionamento, animati solo dal Bene... potremo cogliere come il Tutto non sia affatto "qualcosa"!
L'oggettività in sé per il Tutto non vale.

E allora il Tutto che cos'è?
Ecco che siamo ricaduti nell'esserci...

Citazione di: Apeiron il 10 Dicembre 2019, 21:40:33 PM
Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2019, 07:11:40 AM
Ma se ogni cosa percorrere la propria geodetica, non è essa già in pace?  

Nella relatività generale, percorrere una geodetica equivale ad essere in caduta libera. In presenza di interazioni diverse dalla gravità, non si percorre la geodetica...

Mi riferivo infatti alla sola gravità.

Che tuttavia anticipa, pur nei suoi limiti, le condizioni perché noi si possa confidare che il Bene è.
#2398
Scienza e Tecnologia / Re:Il mondo del fotone…
12 Dicembre 2019, 19:08:37 PM
Ciao Apeiron
 
Le questioni che poni sono fondamentali.
Tuttavia sono convinto che vano sarebbe cercare di affrontarle senza aver fatto prima una premessa.
 
Questa necessaria premessa non è una "verità" logica a sostegno di possibili risposte. È invece la consapevolezza dello "sfondo" in cui tutte le questioni vengono poste.
Questo sfondo è sempre presente, anche se spesso non ne siamo consapevoli.
Sebbene... siamo proprio noi a sceglierlo!
 
Perché è il risultato di una nostra intima decisione, un aut-aut in cui si gioca l'eternità.
 
Questa decisione riguarda il Bene assolto, e ci chiama in causa in prima persona. Perché solo noi, in perfetta solitudine, possiamo stabilire se il Bene è, oppure no.
Non vi è nessuna prova che ci possa supportare nella scelta, nessun appiglio a cui aggrapparci. Perché che il Bene sia, è, nel nostro esserci mondano, un'assurdità.

Per cui questa nostra decisione può fondarsi solo su noi stessi.
Solo dalla profondità del nostro essere deve scaturire la risposta.
Sì, il Bene assoluto è, oppure no.
 
Lo sfondo riflette questa nostra scelta. Forse l'unica autentica scelta libera che possiamo avere.
E' importante considerare come questo sfondo sia comunque sempre presente, anche se spesso non ne siamo per nulla consapevoli. Sebbene esso dipenda da noi...
 
Di solito non ci rendiamo neppure conto di questa nostra responsabilità. Ma ne viviamo le conseguenze.
Perché di norma non ci poniamo neppure la questione, visto che diamo per scontato che nel mondo vi sia un po' di bene e un po'di male... Ma così facendo diamo per implicito che il Bene assoluto non è!
Credere nel Bene non può quindi essere che una pia illusione.
 
Importante è perciò tener presente che, a seconda che in noi si affermi la fede nel Bene o meno, abbiamo un differente sfondo al nostro inoltrarci nel mondo.
 
Ora probabilmente dirai: "Ma tutto questo che c'entra?"
Ecco, appunto, puoi rispondere solo tu se c'entra oppure no...
(Perché dell'Uno si tratta...)
 
Una volta consapevoli dello sfondo, che è o etico oppure no, possiamo ora inoltrarci nel mondo.
La nostra ricerca non sarà per nulla influenzata dallo sfondo, come potrebbe? I risultati che potremo ottenere dipenderanno dal nostro pensiero razionale, che nulla ha che a vedere con l'etica (difatti pure i nazisti avevano una notevole capacità logica).
Ma ben diverso sarà l'effetto che tali scoperte avranno su di noi, cioè cosa risveglieranno in noi stessi, a seconda se saremo convinti della Verità del Bene oppure no.
 
Nel primo caso (il Bene è) sarà il "limite", in cui la nostra ricerca non può che finire per imbattersi, a suscitare il nostro maggior interesse. In particolare quel limite contro il quale la mente razionale si arresta perplessa.
Perché proprio quel limite sembra accennare a qualcosa che sta oltre la sua stessa capacità razionale.
Di modo che saremo consapevoli di poterci trovare di fronte ad un'autentica "cifra" di quella Verità (Bene) in cui abbiamo fede.
 
Nel secondo caso, invece, ogni limite verrà interpretato come semplice ostacolo. Che magari un giorno verrà superato, oppure non lo sarà mai, ma che di per se stesso non è affatto "cifra" che rimanda ad altro. Fa anch'esso parte, nella sua totalità, di questo mondo immanente.

Un'ultima considerazione.
Le occasioni per ritrovarci di fronte al limite non sono certo circoscritte allo studio del mondo fisico. Ogni momento di vita può mostrarci il limite e diventare così "cifra".
 
Forse il più emblematico è quando abbiamo a che fare con la morte. La morte nostra come futuro evento ineluttabile o la morte dell'altro.
Se poi l'altro che muore è l'amato, il limite si manifesta in tutta la sua dolorosa imperscrutabilità.
 
Se l'etica per noi è vano orpello, allora possiamo solo o abbandonarci alla cupa disperazione che ci annichilisce, oppure cercare di razionalizzare la cosa, perché così "funziona" il mondo. In entrambi i casi il pathos va perduto.  
 
Se viceversa per noi il Bene è, allora quella può diventare, nel dolore, un'occasione per la ricerca di noi stessi.
 
***

Fatta questa premessa, in un successivo post proverò a rispondere alla tue cruciali osservazioni.
Dove spero di riuscire chiarire il "ruolo" dello sfondo.
#2399
Be' lo scopo di questo thread mi sembra evidente: è un tentativo, a mio avviso maldestro, di convertire.
O meglio riconvertire, probabilmente al cristianesimo, comunque a una delle religioni del Libro.

Utilizza una forma di mantra per far rammentare vecchi insegnamenti di catechismo, in modo da risvegliare la fede in quanto allora appreso, una fede che forse ora è andata perduta.
#2400
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'è la "vita"?
10 Dicembre 2019, 13:17:39 PM
Penso, Ipazia, che la coscienza sia solo uno strumento. Uno strumento che alla fine si abbandona una volta giunti alla meta.

Di modo che, di coscienza ce n'è una sola ed è quella... 
che hai tu! :)