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Messaggi - niko

#2386
Attualità / Re: I giornalisti "al soldo" di Mosca!
08 Giugno 2022, 12:55:17 PM
Inverno ha scritto:

"essere a soldo di qualcuno è un'accusa estremamente grave per un essere umano"

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A modo mio sono d'accordo...

Proprio per questo la gloriosa urss rappresentava il tentativo, sia pure imperfetto, di realizzare il comunismo, ovvero di farla finita una volta per tutte con il lavoro salariato e con l'esistenza stessa del denaro.

Se avesse funzionato in tutto il mondo, nessun essere umano sarebbe stato più al soldo di nessun altro. A livello interindividuale-universale. Nessuno sarebbe stato più gravato in generale dalla necessità di vendersi. E dalla conseguente macchia sulla dignità.

La sottile differenza tra "vendersi" a delle nefaste spie straniere, e "vendersi" a un datore di lavoro qualsiasi invece, o all'auto sfruttamento nella propria stessa piccola impresa, la lascio invece ai moralisti chiacchieroni. Essa esiste solo da un punto di vista patriottico, e io patriota non sono.

La lista di proscrizione del corriere della sera, priva di ogni sia pur minima prova o indizio e ispirata a un clima di
neo-maccartismo e neo-caccia alle streghe, andrebbe del tutto ignorata nel dibattito civile, per dargli il meno risonanza possibile.

Spero solo che chi è stato infangato chieda e ottenga un risarcimento.

La gente comune di un paese europeo medio che spera che la guerra finisca, in stragrande maggioranza, non è né pro-russa, né pro-ucraina, è gente che non ce la fa più a pagare il gas, il pane e la benzina. E ha diritto al rispetto. Vero. Al rispetto, non alla compassione.

E il rispetto impone che si faccia qualcosa per la loro condizione. Ovvero che si ponga immediatamente fine alla guerra e alla partecipazione dell'occidente alla guerra, che, pesando su inflazione e prezzi, e taglio della spesa pubblica destinata al sociale, aggrava la loro condizione.

E qui torniamo ai corsi e ricorsi storici sull'urss e il comunismo.


#2387
Il topic originariamente era sulla diseguaglianza economica, poiché un topic non è definito solo dal titolo, di questo parlava, della disuguaglianza economica.

L'allargamento possibile possibile del discorso è un allargamento che va dalla disuguaglianza economica, alla disuguaglianza nella distribuzione del potere tra individui di una stessa società in generale.

E' chiaro che un discorso di tipo umanista o utopista, ed egualitario, questo secondo aspetto ha di mira, quello della disuguaglianza di potere tra individui in generale, perché il superare la disuguaglianza economica, se vuole essere volto al miglioramento dell'uomo, deve essere solo una parte, di un movimento complessivo volto a superare tutte le disuguaglianze, quindi anche quelle politiche o gerarchiche.

Io direi che superare la disuguaglianza economica è necessario a superare la disuguaglianza in generale, come la parte è in generale necessaria al tutto, per questo il liberismo non è riformabile, e non c'è un liberismo che mi piace.

Non dico che con il superamento della disuguaglianza economica finiranno tutte le disuguaglianze, dico che senza il superamento della disuguaglianza economica, non finiranno mai le disuguaglianze.

Il vero sacrificio e la vera resilienza, inutile, è accettare questo mondo così com'è. 
L'atto che rivoluziona il mondo dovrebbe essere l'esatto contrario, di un sacrificio.
L'atto del sacrificio è sempre classista, perché definisce presso un universo di significato chi si salva e chi no.

Amare gli altri, o almeno tenere conto di loro, non è un sacrificio, tanto meno per un animale sociale che tecnicamente non sopravvive da solo.



#2388
Citazione di: viator il 27 Maggio 2022, 16:36:19 PMSalve niko. Citandoti : " La natura NON fa gli interessi di una infima minoranza dei viventi a scapito di tutti gli altri,  quindi non e' una buona METAFORA del capitalismo, se non forse per un certo slancio, condiviso tra capitale e natura, verso l'infinito".


La natura non fa l'interesse di nessuno. Punto e basta. Lasciamo poi perdere l'infinito metafisico, concetto tipicamente umano, astratto e quindi "innaturale".

Il capitalismo invece - dal punto di vista naturalistico, è solamente l'espressione umana della tendenza cosmica (e quindi naturale) alla sempre maggiore complessità e diversificazione dell'esistente. Perciò è l'incarnazione (per molti spiacevole) del naturalmente "necessario" caos diversificatorio" contrapposto all'umanamente concepibile (e per molti desiderabile) "ordine egualitarista". Saluti.


Il tempo non e' complessita' che si accumula indefinitamente, quello e' il tempo di Topolino, e al massimo dell'uomo, che ha una memoria e con essa si identifica.

L'egualitarismo socialista non e' distruzione della diversita' umana in genere, e' distruzione selettiva e mirata della diversita' umana nel potere/dominio interinduviduale, e questo mi pare di averlo detto abbastanza volte da non dover perdere altro tempo con chi si diverte a far finta di non capire.

Il passato non e' egualitarista,  e' solo irreversibile, ma tutto il futuro sara' prima o poi passato, quindi irreversibile. L'accumulo indefinito e assoluto di complessita' sta solo nella mente di chi ha un'idea assolutamente ingenua, del tempo.

L'uomo e' libero laddove non c'e' Laplace, ovvero laddove le tre dimensioni temporali, passato presente e futuro non si causano tra di loro.

E le dimensioni non si causano tra di loro, laddove possono trapassare interamente l'una nell'altra, fare ognuna universo a se' .





#2389
Citazione di: anthonyi il 27 Maggio 2022, 17:45:46 PMForse a new York e in California si possono trovare queste maggioranze, ma poi c'é l'america profonda che si muove su altri schemi. Tu ragioni con la sensibilità di un italiano, ma non puoi applicare i tuoi schemi a quel popolo. Negli USA c'é la pena di morte, è per un politico sostenerne l'abolizione é peccato mortale, qui la consideriamo inconcepibile, così come consideriamo inconcepibile il fatto che le parti in causa vogliano assistere all'esecuzione. E' il rapporto con la morte che é differente.
Poi permettimi un'osservazione, ma se gli americani, come dici tu, hanno tutta questa voglia di socialdemocrazia, come mai Bernie sanders non riesce neanche ad arrivare alla candidatura come presidente?

Hai scritto:

"E' il rapporto con la morte che e' differente."

Questa frase mi pare la tipica frase volta a giustificare l'ingiustificabile, come la pena di morte in tempo di pace nel 2022.

A volte applicata su dei minorati mentali, su dei minorenni all'epoca del delitto, e formalmente applicabile anche per reati non direttamente di sangue o di omicidio, come terrorismo, tradimento o narcotraffico, perche' questa, e' la situazione della pena di morte negli usa.

Forse sul fatto che il sistema americano lascia crepare di malattie curabili chi non ha un'assicurazione sanitaria, mi verrai a racconteremo che:

"E' il rapporto con la malattia, che e' differente".

O sul fatto che in alcuni stati piu' barbari, come il texas, hanno ancora i lavori forzati obbligatori per i detenuti  :

"E' il rapporto con le palle al piede, che e' differente"

O sul fatto che vogliono vietate l'aborto in circa la meta' degli stati, in alcuni anche in caso di stupro o incesto:

"E' il rapporto con l'isis, che e' differente"

(infatti ufficialmente li combattono, sottobanco invece li pagano, li armano e ne copiano il modello femminicida e intrlegralista, solo in versione "cristianeggiante").

Il relativismo culturale, non dovrebbe mai giustificare l'abominio. Neanche quello dei "paesi amici".


#2390
Citazione di: anthonyi il 27 Maggio 2022, 13:10:10 PMNegli USA il diritto costituzionale di detenere armi ha una storia lunga. Non a caso gli esponenti democratici nelle campagne elettorali usano molto poco l'argomento della restrizione all'uso delle armi, perché sanno che non porta voti. Non so dove tu abbia trovato, inverno, questo dato del 90 %, incompatibile col fatto che a detenere armi é il 39 % della popolazione.


se è per questo ci sono pure politicanti e "consulenti" negli usa talmente corrotti e infami da arrivare a dire che la soluzione alle stragi nelle scuole (elementari!!!) non è limitare la circolazione delle armi, ma: "armare e preparare gli insegnati".

E se lo dicono, anche ad altissimi livelli, tipo procuratore generale di uno stato, e per giunta dello stato in cui è appena avvenuta la strage, non temono più di tanto di perdere voti, né tantomeno di essere mandati a zappare patate a calci nel sedere, come meriterebbero.

Quindi non solo una pistola automatica a ogni maestrina dalla penna rossa, ma anche che poi la sappiano usare. Tutte a fare i corsi paramilitari della nra, e a spese loro.

La sicurezza scolastica sarà così una questione di volume di fuoco.

Altroché Franti coi petardi.


https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/strage-texas-procuratore-di-stato-dobbiamo-armare-gli-insegnanti_50641629-202202k.shtml

#2391
Citazione di: viator il 27 Maggio 2022, 11:25:17 AMSalve, incommensurabile daniele22. Citandoti : " Sarebbero dunque gli offesi a generare il problema. Spetta dunque agli offesi, se cercano giustizia e pace, trovare un modo di agire che non offenda i capitalisti".


Dicci la verità : oltre a pensarla veramente così come l'hai scritta, questa l'hai scritta per il divertimento sadico poter leggere quanto niko si incazzerà ! Dai, non essere sadico !. Saluti.

La natura NON fa gli interessi di una infima minoranza dei viventi a scapito di tutti gli altri,  quindi non e' una buona METAFORA del capitalismo, se non forse per un certo slancio, condiviso tra capitale e natura, verso l'infinito.

Tutti i viventi in un dato istante pensabili sono come una grande aristocrazia, un grande emblema del privilegio, nel loro emergere dal molto piu' sterminato numero annoverativo dei viventi e dei morti. Aristocrazia effimera ed eterna. Che dovrebbe diventare coscia del proprio destino di alternanza, e del proprio sfuggire a, e da, una mortfiera entificazione.





#2392
Citazione di: InVerno il 27 Maggio 2022, 07:06:03 AMNel momento in cui hai il bene morale e materiale superiore a tutti gli altri in una comunità, la sopravvivenza della prole, che viene continuamente messo "in discussione" dagli interessi economici, e più del 90% degli americani che sarebbero a favore di una limitazione della libertà economica (comprare armi) per salvare la prole, ma niente accade, per quasi vent'anni, hai una situazione di irrilevanza politica, perchè altrimenti ci metterebbero cinque minuti, quel 90%, a determinare una diversa situazione. Che poi questo si tramuti in asservimento, è nelle cose, a parti inverse, se gli interessi della gerarchia politica sono talmente sovrastanti la gerarchia economica da asservirli, hai quello che successe nell'URSS, che non è chiarissimo, ma diciamo che ad un certo punto le statistiche sulla mortalità infantile nell'URSS sparirono dalla circolazione e il crollo demografico..

L'Europa è quella parte del mondo che fino a qualche tempo fa, temperata dai due opposti, riusciva a formulare una media ponderata tra le due  forze virtualmente rappresentate (destra/sininistra) senza mai renderle fattuali, per questo ribadisco il valore dell'anelare, della proiezione. Sarebbe perciò tempo, lo è da un pezzo, che gli europei oltre ad elaborare il lutto dell'URSS, elaborassero il lutto americano, e cominciassero a pensare con la propria testa, mantenendo le posizioni massimaliste in senso virtuale, e coltivando la ponderazione attraverso la mediazione politica.


La rilevanza del potere politico negli usa sta nel suo subordinarsi al potere economico, ma per me uno stato asservito al capitale continua  pur sempre ad esistere, come stato e come monopolio della forza; non si puo' trasformare il denaro in potere senza polizia e senza forza militare.

#2393
Se i soldi garantiscono il rispetto dell'individualita' , andiamo bene...

Se in generale il mero fatto di poter avere piu' soldi di un altro, magari del vicino, garantisce il rispetto dell'individualita' , andiamo meglio.

Se un potere politico totalmente asservito al potere economico viene confuso con un potere politico "irrilevante", andiamo ancora meglio.

Chiedetelo a quelli che oggigiorno finiscono in galera per aver rubato o fatto piccoli reati per miseria e per essere nati disagiati, o per aver protestato a una manifestazione (secondo voi per definizione riassorbita dalla cibernetica del sistema) se il potere politico capitalistico occidentale attuale, per quanto servo dei ricchi, sul piano delle sue conseguenze materiali sulle singole umane vite sia "irrilevante"!

Chiedetelo a quelli che vengono buttati fuori di casa dalla celere e non ne hanno un'altra...

Chiedetelo a quelli che in galera fanno una protesta per il diritto ai colloqui e vengono pestati a sangue e torturati...

Servitu' non significa irrilevannza, quando si tratta di monopolio/oligopolio della forza e capitalismo!

La cifra del potere e' ormai quella di essere strumento dei ricchi, ma non e' vero che con cio' il potere in quanto monopolio della forza scompaia, semmai con cio' il denaro diviene la diretta "misura" diretta del potere interinduviduale, e quindi il tramite di una sua ipotetica  e sovversiva redistribuzione.

Quando parlo di redistribuzione del denaro, parlo di redistribuzionebuzione del potere, e ne parlo da una attualita' che ha costituito di fatto la corrispondenza tra potere e denaro. Mi  interessa direttamente la redistribuzione del potere ai fini dell'uguaglianza, molto meno mi interessa quella che potrebbe essere una regressione o una scissione inattuale del potere dal denaro, e dunque le varie utopie verdi, "fricchettone" e comunitariste, che comunque rispetto, ma le vedo come un qualcosa di meno prioritario rispetto alla redistribuzione della ricchezza secondo gli standard con cui il potere stesso definisce attualmente la ricchezza, quindi, appunto, la redistribuzione del denaro.

La storia indietro non torna, e l'individualita' sara' rispettata solo quando saremo davvero tutti liberi e uguali: in negativo sara' la fine della violenza come violazione del consenso, in positivo, una societa' orientata al benessere degli individui e non al culto di se stessa.

#2394
Citazione di: viator il 26 Maggio 2022, 18:24:40 PMSalve niko. Citandoti : " L'universalità nella distribuzione equa del reddito sarà contigua all'abolizione del denaro".

Oramai ti sei lanciato.............e chi ti ferma più ?. Spiegaci in cosa dovrebbe consistere un reddito (universalmente egualitario) una volta abolito il denaro.

Torneremo al baratto ? I giovanotti proporranno di barattare i loro cetrioli con le prugnette delle signorine ? Amazon ed i Bitcoins che fine faranno ? Sicuramente spariranno i "vù cumprà" ed i "cche ciai n'euro ?".....(almeno quelli!!). Saluti.



Contigua nel tempo cavolo, prima l'obbiettivo di dare a tutti lo stesso quantitativo di denaro, poi quello di abolire il denaro... contigua intendevo pure che non credo passeranno dei secoli, tra una fase e l'altra.

Il fascino perverso del denaro ormai è poterne avere di più dei propri simili, se tutti ne avessero lo stesso, esso perderebbe il suo fascino perverso, e si sarebbe a un passo dalla sua abolizione.

E' il desiderio umano, che mantiene in vita le finzioni e le istituzioni. 

Uguaglianza senza equalizzazione della disponibilità pro capite del denaro attuata in vista di una sua totale abolizione, è impossibile.

#2395
Io credo che, a lungo termine il problema della disuguaglianza, per i padroni del vapore, sarà il problema della loro stessa esistenza, vi corrisponderà perfettamente, quindi sarà, anche per loro, prioritario.

Ormai i soldi, e lo squilibrio anche di informazioni e conoscenze, e il monopolio, o meglio l'oligopolio, della forza e della violenza legittima, comprano direttamente il potere dell'uomo, e della macchina, sull'uomo, comprano direttamente l'arbitrio e l'ingiustizia, più o meno folle, non lo sviluppo o la sicurezza dell'uomo.

Nelle ultime e recenti tendenze storiche occidentali noi non scambiamo libertà per sicurezza, scambiamo libertà per il nulla assoluto spacciato per sicurezza, quindi perdiamo (senza compenso) libertà, e basta.

Il deteriorarsi degli spazi di dibattito e l'emergere di una propaganda mediatica sempre più martellante sostiene proprio questo, che la perdita della libertà, o della dignità economica, sia un sacrificio compensato dalla maggiore sicurezza, quando questo non è vero, è puro accentramento di potere, e pura gratuità della schiavitù dei più.

Soros di recente a Davos, dove alcuni ricchi illuminati hanno chiesto le tasse per i patrimoni dei miliardari, ha ripreso e ribadito, con le sue parole, il concetto mediatico, già da mesi martellante, scaturito dalla crisi ucraina, che il mondo attualmente si divida in democrazie e dittature; il che è la classica foglia di fico propagandistica per non far capire, neanche davanti ai provvedimenti o alle omissioni di provvedimenti più abominevoli, che il mondo si divide in oppressi e oppressori, e che la priorità è appunto il problema dell'uguaglianza, la questione sociale.

Tutti noi, in quanto parte della "democrazia", dovremmo fare fronte comune e prospettiva identitaria unica tra oppressi e oppressori nati o residenti in un certo punto del globo; contrapposti a un nemico altrove residente e nato e paranoicamente costruito, per paralizzare sul nascere qualsiasi forma di rivolta, di lotta di classe o di senso critico interno, trasversale al fronte di guerra paranoico.

Ma la lotta di classe significa proprio che noi siamo uguali, a certi tipi di "nemici", e siamo diversi, da certi tipi di "amici".



#2396
boh, io non ho niente né contro la formula dell'uno vale uno (che problema sarebbe questa formula? semmai una cosa positiva...) , né contro il consumo liberalizzato e consapevole di sostanze psicotrope o la frivolezza dello "sballo" (l'ebrezza esiste da quando esiste l'umano), quindi, pur ritenendomi per l'uguaglianza e per la libertà, fatico a seguirvi...

Ribadisco il mio concetto, finché il mondo ruoterà intorno ai soldi e alla parola: "soldi", l'uguaglianza sarà averne tutti la stessa cifra, in vista del traguardo finale dell'abolizione del denaro...

Volete essere i migliori in qualche ambito o campo? Ripeto, Non usate il vostro essere migliori per avere più soldi del prossimo, e nessuno, nell'utopia egualitaria che ho in mente io, vi vieterà di essere i migliori in altri sensi.

I soldi oramai sono una misura pura misura del potere dell'uomo su l'uomo, ovvero valgono, e sono ambiti, direttamente in funzione della loro distribuzione sperequata, appunto a forbice, in vista dell'assoggettamento dell'uno sull'altro (piramidale e tribale) tra i membri dell'umana società e non per quello che in effetti essi "possono comprare".

L'universalità nella distribuzione equa del reddito sarà contigua all'abolizione del denaro.

#2397
La libertà è l'eguaglianza vanno perfettamente d'accordo, basta che la disuguaglianza che il singolo può acquisire per merito o per doti naturali non si traduca nella possibilità di essere più ricchi degli altri o di esercitare un potere arbitrario sugli altri.

La legge, o la costituzione della società egualitaria, deve vigilare proprio su questo: sul fatto che i "più dotati" di una società umana, se mai esistono in senso meritocratico, possano ben usare, legalmente e legittimamente, le loro doti per progredire cognitivamente o spiritualmente, non certo per "progredire" nella corsa all'accaparrarsi più ricchezza o più privilegio dei "meno dotati".

E' molto semplice in realtà: uno può essere più dotato degli altri in un campo che la cultura di appartenenza ritiene "meritevole" o "virtuoso", ma non per questo essere autorizzato ad usare indefinitamente le sue doti per appagare il suo egoismo accumulando potere arbitrario o ricchezza.

Anche in una società egualitaria, ci saranno dei geni dell'arte o della matematica per esempio, ma questi non diventeranno automaticamente più ricchi, o più potenti degli altri. Troveranno soddisfazioni più cognitive e spirituali, ad esempio, insegnando, o esercitando la loro arte. Il premio del loro sforzo potrà essere al massimo il prestigio, che è altra cosa dal potere.
La forma di vita di questi geni dovrà essere molto simile a quella di un uomo comune, in fatto di potere e ricchezza. Se vogliono coltivare la loro "genialità", ebbene la coltiveranno senza secondi fini. Sembra tanto strano, solo perché viviamo in una società capitalistica e ad essa siamo abituati, quindi abbiamo l'idea che, il genio, prima o poi vende un certo brevetto o vince un certo concorso, e comincia a fare i milioni, per sé e per la sua famiglia, e magari a influenzare le decisioni dei governi. E' appunto la nostra idea particolare di relazione tra merito e società, che non ha però valenza universale.

Ad esempio, uno dei tratti ispiratori e fondanti del socialismo, che è la forma prodromica del comunismo, è che ognuno al mondo percepisca la stessa somma di denaro come reddito, dal primo ministro, al grande artista o scienziato, al comune operaio o agricoltore. Ognuno con gli stessi soldi in tasca. In attesa dei presupposti politici e culturali per l'abolizione completa del denaro (comunismo pienamente realizzato).

Non potendo usare le proprie doti per fare più soldi, le doti non scompariranno, ma semplicemente, ognuno dovrà trovare metodi più originali, e pacifici, ed evolutivi, per usare le proprie doti.

Mentre i "più dotati" solo perché sono "figlio di" o cugino di", cioè la classe sociale non realmente meritocratica ma fondata sulla mera trasmissione ereditaria del privilegio, è proprio quello che una rivoluzione che instauri la società libera ed egualitaria dovrebbe eliminare.

#2398
Citazione di: Ipazia il 25 Maggio 2022, 07:19:33 AMIl divenire è una costante dell'essere di ogni vivente. Farsene una ragione e farsene carico ha un carattere sacrale onnicomprensivo che Nietzsche chiamò amor fati.

Fato in cui ciascuno gioca la sua libertà marginale valorizzando la propria vita nel contesto naturale e sociale che gli è dato e che trasforma.

Disvelando i misteri e superando gli ostacoli con l'arte ermenautica, ermeneusi sempre in movimento, rattoppando la sua nave di Teseo e restando al contempo sempre Teseo. Nell'opera al bianco che è la sua vita. Scolpendola al meglio che gli  è possibile nello spirito del mandala. Sapendo la sua caducità e la sua fine. Che nulla toglie al suo qui ed ora di bellezza.


Non vorrei fare un discorso solo tangenzialmente legato al tema della discussione, comunque o intendo il divenire e la relazionalità di ogni cosa in senso forte; il divenire e la relazione non sono solo qualcosa di necessario, ma di esaustivo: ogni cosa è riconducibile alla sua relazione col resto e al suo divenire. Non c'è "altro" da dire sulla cosa, non c'è un'essenza altra della cosa che possa emergere da tutto questo insieme, immaginabile come "flusso" (rispetto al divenire), o come "rete" (rispetto alla relazionalità).

Il tempo, o meglio il divenire, è ai miei occhi sostanzialmente due cose: enantiodromia -danza degli opposti che si sempre si invertono- ed eterno ritorno.

Parlo qui soprattutto di come il tempo possa essere oggetto del desiderio umano; quindi della condizione universale del sofferente, che invoca la cessazione (enantiodromica, appunto) della propria sofferenza nel tempo, e del guadente, che invoca il ritorno o la conservazione (ciclica) del proprio piacere nel tempo. Una constatazione antropologica dunque, non cosmica.

E' l'uomo, che dice: "mai piu' ", soprattutto quando è triste, e che dice: "sempre", soprattutto quando è felice.

L'amor fati in questo senso è saper desiderare entrambi gli aspetti del divenire valutato dalla volontà umana -sovvertitore e ciclico- contemporaneamente, quindi non essere identificati né con il modello umano del sofferente né con quello del gaudente, rispetto alla propria personale relazione col tempo.

Nell'alchimia stessa, abbiamo metafore sia dell'inversione, che della ciclicità nel flusso stesso delle trasformazioni, e quelle sulla ciclicità sono al termine dell'Opera, che non è dunque un vero termine.


#2399
Io per giudicare parto dalla mia, di vita, e riscontro che, in essa, anche le cose comunemente ritenute "costanti" entrano come cose cangianti, o non ci entrano per niente.

Fosse anche solo per il flusso della mia coscienza.

Tante cose, come essere procreato o dover morire, non le ho neanche scelte io. 

E alla mia coscienza fanno da limite.

Il sacro sta nella vita, nella vita ci sono alcune cose e alcuni aspetti sacri... e altri no. 

Entro i limiti di quello che della mia vita io conosco. 

Questo esclude, almeno per me, che la vita sia sacra in modo semplice e diretto; lo e' al limite solo se si riflette sull'ombra e sulla negazione determinante del sacro. E se tale aspetto si considera. Se A sta in B, allora B non e' A, almeno non lo e' in modo semplice e diretto.

Si puo' pensare che si facciano sacrifici per fare essere la vita, o per farla divenire: continuare al limite si, ma non identica a se'.

Certe cose, si possano salvare solo facendole divenire.

E' la nostra liberta'. O quantomeno la sua illusione.


#2400
Non c'e' una significazione ulteriore o una separazione da qualcosa della vita.

Quindi se sacro significa: "significazione ulteriore del dato", o "radicale separazione", sacro e vita non vanno d'accordo. 

La vita e' un tutto, e non riesce a significare oltre se stessa.

A meno di non credere ciecamente a una qualche religione rivelata che ci dica che la vita e'   sacra, in quanto dono di Dio. Ma allora a mancare sarebbero le prove empiriche,  e il fondamento razionale, di tale, secondo me mera, tradizione e credenza.

Noi parliamo da dentro la vita, giudichiamo e separiamo da dentro la vita, e la vita ha il suo sacro, e il suo profano.

Parliamo di sacro, applicato alla vita, nel senso di profondo rispetto, per la vita.

Ma quello di cui parliamo, secondo me, o e' solo la parte della vita che ci piace, la felicita' e il suo desiderio, o l'intera vita come mezzo per la parte della vita che ci piace, l'essere disposti a soffrire pur di essere felici, il che e', giustamente "sacro" , e sacrificio-sacro.

Ma c'e' sempre qualcosa che non e' sacro, nel "sacro" della vita.

Perche' non si puo' avere una posizione definita e ritualizzata intorno a cio' che sempre cambia.
Neanche una di assoluto rispetto.

E la vita' e', cio' che sempre cambia.