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Messaggi - green demetr

#2386
Argomento molto interessante.    :)  :)  :)

Centralissimo nel mio mondo filosofico.  8)

Io credo che il problemo dell'ego esista, e credo anche che esista un problema delle relazioni ego-Dio.

L'ego è il sè, e il soggetto è il sè che si riconosce tale. O meglio come dice Hegel che si PONE tale. Autocoscienza.
Parola da me odiata, perchè l'ho riconosciuta come l'origine di ogni mistificazione.

Ora potrei stare qui a perdere tempo a dimostrare che l'ego spirituale coincide con l'autocoscienza.
Non lo faccio.

Il punto che si perde nella discussione è che però benchè vi sia mistificazione, la mistificazione è del soggetto che la pone o di chi la accetta: Ma la spiritualità è altra cosa rispetto al soggetto!

Figuriamoci rispetto all'ego spirituale, che si costruisce, che si pone, che si autoproclama a capo del sè. Ossia come meta del sè.
Si giustifica come meta, ma esso è il prodotto delirante del sè. Non è "causa sui" ma conseguenza degli errori inferenziali del sè.
Problema filosofico per eccellenza: causa infinita di mali che perdurano sin dentro le nostre vite quotidiane.

Torniamo però ai mali di questo ego-sprituale.

bluemax
"Prima di allora non avevo mai pensato che esistesse un EGO distinto dal mio "ME" ultimo, ma grazie a meditazioni ed esperienze prima logiche poi inferenziali ho capito chi è il grande nemico fonte di ogni male ossia questo fantomatico EGO che non è altro che la proiezione di un ME stesso illusorio sul mondo circostante."

Esattamente! io quel "me ultimo", come lo chiami, lo chiamo trascendenza del Dio, nel sè.
Coincide esattamente nell'esserci di heidegeriana memoria. Ossia dell'esserci che non c'è, in quanto avviene un attimo prima dello stare nel mondo. Sarebbe il tema della lichtung. Della lucentezza, dell'io che è trasceso e che implode nel suo auto-da-fè che è l'io stesso formale, posto, sensibile.

Il passaggio che manca nel tuo ragionare-meditare è che questo me ultimo, il sè originario potremmo chiamarlo, non esiste nel reale.
Ossia nel sensibile. Come dici tu, già nei primi anni di vita, ma ormai la scienza può dire con certezza, che già nelle fasi pre-natali, il sè viene formato.

L'esserci al mondo (di memoria heidegeriana) è l'inevitabile inautenticità, a cui siamo destinati.
Siamo destinati ad essere ciò che NON siamo.

Quindi è esattamente in ciò che non siamo che si annida il me originario.

cit MONTALE ( l'EUSEBIO NAZIONALE ovviamente)
Ah l'uomo che se ne va sicuro,/agli altri ed a se stesso amico,/e l'ombra sua non cura che la canicola/stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,/sì qualche storta sillaba e secca come un ramo./codestosolo oggi possiamo dirti,/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."


cit Inverno
"Se invece di concentrarti cosi tanto su questo parolone tanto in voga (parlo di "ego") ti concetrassi su una parola un po in disuso ma che fornisce una chiave di lettura più ampia.. "ipocrisia" Tu vedi ipocrisia, e la detesti.. Perchè in definitiva, io penso, un vero percorso spirituale sia proprio questo, un indomita lotta senza quartiere contro l'ipocrisia"

Certo ma per poter andare avanti nella discussione, e quindi per poter trattare di nuovo dell'io e del sè in maniera produttiva, avrei bisogno che mi spiegassi come la spiritualità possa far guerra all'ipocrisia.
Nelle mie note di lettura a questa tua ipotesi, c'è il solito "non visto": ossia che non ci si pone MAI il problema del perchè si è ipocriti. (potrei citare Focault, ma su Youtube ho visto il video di Valentina Nappi, al festival di Pop-Sophia...l'imbarazzo della moderatrice e del pubblico dice già tutto quelle che c'è da dire! ossia che NESSUNO ha da dire qualcosa...questo ci porterebbe ASSAI lontani dalle nostre analisi....già chi vuole fare quelle analisi?)

cit anthonyi
"Più o meno questo è il lavoro fatto da S. Agostino, solamente che lui diceva che quando cercava la gratificazione fisica in realtà era alla ricerca dell'elevazione spirituale.
Il problema poi è che per la spiritualità l'uomo non può raggiungere la gratificazione nella materia perché questa si rivela sempre come un'illusione.
saluti"

Mi sembra che di danni Agostino nella sua vita ne abbia fatti davvero troppi per poterlo prendere a modello.
Dal mandare in carcere gente innocente, al trattar male la moglie, fino all'abbandono della stessa e del figlio per far carriera da vescovo, e continuare a fare danni probabilmente (mi sono fermato a lì tanto mi disgusta il santo).

Sì ecco me ne sono ricordato un altro: proiettare sul figlio i suoi principi etici deliranti, ed elaborare il lutto vedendolo come un santo....mi chiedo se il figlio abbia mai avuto un padre.
Se la relazione è il principio etico su cui lavorare, agostino è la sua nemesi.

cit angelo cannata
"Perché ricevere espressioni di piacere dovrebbe essere considerato un male? Per esempio Gesù amava farsi invitare a cena, qualche volta si autoinvitò da sé, amava il buon bere e il buon mangiare: perché demonizzare queste cose?"

Perchè Gesù non aveva il concetto di "MIO". 

cit angelo cannata
"La via per una buona esistenza non può essere quella di rifiutare la natura di cui siamo fatti; si tratta piuttosto di lavorare per gestire queste cose in modi sempre migliori, sempre più arricchenti, aprenti."

Certo ma per avere modi aprenti, è necessario abbassare le difese del proprio io.
Se ci si innalzano mura troppo alte, si finisce prigionieri di se stessi.

In un senso meno etico, e più originario, è esattamente quello che si scopre nella tenciche di meditazione indiane.
E non riguarda le relazioni con gli altri, a cui giustamente, per carità, tu ti riferisci, ma alla relazione con Dio.
Anche se bluemax non l'ha ancora sviluppata. Per ora parla di "io più vero" e di "io meno vero".

cit angelo cannata
"Sono in parte d'accordo con il discorso sull'ipocrisia di InVerno: tutti siamo ipocriti, non se ne esce, perché tutti interpretiamo e non esistono interpretazioni fedeli, ogni interpretazione è sempre una distorsione. "

Si questo discorso va bene a livello di ricerca formale su cosa sia o non sia "io".

Ma a livello reale, è un grande errore: vedere Valentina Nappi come ho suggerito a Inverno.

Vi sono interpretazione che ci alienano ed altre che sono più vicine a quelle che dovremmo essere in quanto uomini.
(in questo il critianesimo non finirà mai di pagare l'enorme debito che ha creato, sempre che MAI lo paghi, visto l'andazzo).

Rifugiarsi nell'estetico, arte borghese per eccellenza, è proprio NEGARE qualsiasi lavoro sull'io. Vedi alla voce Carmelo Bene.
(quattro discorsi sul nulla).

cit angelo cannata
Cioè, Nietzsche smascherò le spiritualità, ma non si rifugiò in un tentativo di annullare l'ego; al contrario, lo esaltò al massimo, in una maniera che a mio parere di può davvero dire artistica.

Sì questo è corretto, sebbene non mi piace leggere Nietzche come artista.


cit viator
"Salve. Trovo mal collocato l'argomento che secondo me è di taglio psicofilosofico e non fideistico o spiritualistico. Comunque a mio parere il nostro ego è - secondo una interpretazione così radicale da risultare impersonale - null'altro che la combinazione del nostro istinto di sopravvivenza e della nostra coscienza, cioè da una parte l'origine e dall'altra il prodotto della psiche umana."

E dove si trova questa origine? nella mente? e chi ha generato la mente in quel caso?
E cosa è la psiche umana? un prodotto della mente? e come la puoi dimostrare questa produzione?

Sono d'accordo che il taglio non è fideistico, ma grazie al cielo non di solo cristianesimo si vive, nel mondo spirituale.

cit angelo cannata
"Trattandosi di un problema assolutamente impossibile da affrontare, e tanto meno risolvere, con metodi oggettivizzanti di qualsiasi genere, siano essi di impostazione scientifica oppure filosofica, credo che l'unica cosa da fare rimanga solo quella di assumere quest'io e porlo in atto rinunciando a capirlo."

Ma era proprio questo il punto da cui era partito bluemax! evidentemente non presti attenzione.
Non sei addentro al discorso di come si formi un "io".

Se tu prendi per buono che esista un io, e il tuo per giunta! siamo lontanissimi dal punto di attracco da cui secondo me il 3d ambisce disormeggiare.

Qua il problema è stabilire se vi sia una gerarchia di "io".

Nel linguaggio dell'india, che in parte è arrivato anche in occidente, si tratta di capire il livello di coscienza (o autocoscienza se proprio volete farmi uscire dagli stracci).

Il punto appunto è se esiste questo "io" e se sì come si forma.

E' proprio dalla problematizzazione dell'incipit, che poi si riesce a capire il problema dell'altro.

La formazione dell'io che è poi la politica dell'avere di memoria di From, del feticcio memoria di Freud, di feticizzazione di Marx, di vendetta di Nietzche. E' sempre la politica di negazione dell'altro.

Ossia di negazione dell'io che si relaziona. E' appunto l'io che si crede Io, l'io senza finestre di Leibniz, e di Cartesio.

Su su fino all'io senza finestre di Kant.

E' allora che la filosofia diventa una controstoria, ossia storia dell'io, storia delle relazioni dell'io, e cioè superamento dei deliri dell'io come Dio. (Dell'io che è senza Dio, e orfano di quello si crede Dio. Ha fede in Dio, e cioè ha fede solo in sè stesso.
Si autopone, decide che esiste solo lui, e crea politiche contro gli altri.Fino al delirio dello Stato, lo Stato come Dio.Il leviatano memoria di Hobbes.)
Diventa cioè vera filosofia. Prima era solo un sogno.

Non è affatto vero che non conosco l'altro, perchè è solo a contatto con l'altro che riconosco me stesso, e dunque per logica è vero anche l'inverso, che l'altro conosce se stesso, tramite me.


cit Freedom
"Credo siano maturi i tempi per sfatare il mito che sottende la più grande fregatura della ricerca spirituale: arrivare da qualche parte sulla base degli sforzi personali. Spaccarsi schiena, cervello e tutto il resto per trionfare su....su che cosa? Sul male? Sulla morte? Va bè, al di là del fatto che nessuno sa dove vuole andare (per forza siamo ciechi nati!) la consapevolezza decisiva è relativa al fatto che, da soli, non si arriva da nessuna parte.
Al contrario incaponirsi porta certamente fuori strada.
Bisognerà pur accettare la realtà!"

Ma forse i  tempi erano più maturi nell'antichità, dove era chiaro che il problema principale era la salvezza dalla morte.

Oggi la morte è bandita da qualsiasi discorso sulla modernità. Il problema del nostro tempo è dunque più nel trovare nuove forme del lutto. In una parola sola: Hollywood, grazie al cielo! Ma questo è veramente un altro discorso.



cit angelo cannata
"Soggettività significa esplorazione dell'io, dell'ego, e mi sembra che il miglior modo di esplorarlo sia tener conto che si tratta di un io umano, predisposto a realizzare il massimo delle sue capacità nel relazionarsi con altri io umani. Ecco il camminare infinito, la cui infinitezza non dispiace affatto, perché consente un continuo crescere e arricchirsi. Tutto l'opposto del tentare di annullare l'io: piuttosto che tentare di annullarlo, di fonderlo in una fantomatica unità universale, non è infinitamente più arricchente porlo in un cammino di esplorazione delle migliori e più arricchenti possibilità di relazioni con gli altri io, le cui possibilità positive sono peraltro sostenute dall'esperienza?"

E no! Poichè in cosa consiste questa esplorazione umana senza Dio, se non in un cammino di progressiva distruzione della natura?

FINE PARTE 1  :(
#2387
Percorsi ed Esperienze / Re:#sconnessiday
18 Febbraio 2018, 17:19:30 PM
ok aderisco.

spero di ricordarmi  ;)

basta che sia un giorno  ;D
#2388
Citazione di: loreT815 il 06 Febbraio 2018, 15:51:44 PM
Salve, ora vi propongo una mia riflessione e mi farebbe piacere se aggiungeste anche voi cosa ne pensate a riguardo.
L'umanità ha problemi di odio necessario. La sociologia e la psicologia dell'uomo ci dicono che cose come auschwitz sono naturali, che l'uomo è portato a fare cose così. Ed è un problema dell'umanità, non solo dei tedeschi cattivi. Se vai ad auschwitz e piangi ricordando ciò che è accaduto in quel luogo, pensi che tu sei buono mentre chi ha fatto ciò è cattivo. Ma non è vero, in realtà anche io sono così. Se pensiamo di essere perfetti e buoni non impareremo mai dagli errori di quelli che riteniamo cattivi e orrori come auschwitz si ripeteranno. L'umanità tende a far fuori il diverso. Se lo vedo ho ribrezzo. Anche oggi, anche se uno non è diverso, noi ce lo facciamo diventare, ne abbiamo bisogno, è nella nostra natura. E ciò va superato, dobbiamo sforzarci. E' un brutto pregiudizio che nasce sulla base di esigenze normali e comuni a tutti e si serve di meccanismi propri della mentre umana (come gli idola di bacone). Una tra le più importanti esigenze dell'uomo è la difesa di una serie di regole, di norme di vita, di modelli di cultura (tipo il volk di fichte se vogliamo) che sentiamo nostri, perchè abbiamo bisogno di certezza e di sentirsi parte di un gruppo. ma questo ci porta a catalogare tutto il resto come diverso, che assume subito un significato negativo.

Esatto, sottoscrivo tutto frase per frase.

Questa è però la fasa destruens, quella critica.

Ora bisognerebbe passare alla fase creativa, costruttiva.

Come sai ( o forse no) il massimo teorico di come le cose stanno è stato Hobbes.

L'uomo è lupo all'uomo, il buon Hobbes,  e si dice anche il buon Hegel, credono che la fase costruttiva sia quella dello Stato.

Il punto che manca nella tua analisi perfetta, è che il modello culturale dell'occidente è quello di Hobbes.
Ossia lo stato DEVE far paura.
(nel caso dell'Italia, il parastato delle mafie, fa ancora più paura, ma il principio è lo stesso).

In cambio di cibo e sicurezza lo stato firma un patto di obbedienza.

In realtà lo stato non dà nè il pane nè la sicurezza, è per questo che la gente, schizza, va via di testa, e si costruisce mondi immaginari, dove è protetta.
Come dici tu si barrica nelle sue realtà (lavoro e famiglia) ed esclude terrorizzata tutto il resto.

Tutto questo orrore è quindi necessario?

Sembra proprio di sì. Fin che l'uomo come nella pretesa di Hegel, diventi consapevole di sè, e delle sue potenzialità, dovremo aspettare.

Viviamo in tempi buj, e di sempre più buj arriveranno. Rimani sintonizzato sul forum  ;)
(o scappa, forse è meglio  ;)  )

Ah scusa, manca il punto di luce che volevo mettere.

E' molto semplice: mettere relazioni con le persone.

Il piacere che si ha ad avere una relazione con una persona, è sempre maggiore della volontà di reprimerla.

Ovviamente dipende dalla qualità della relazione.
Un lavoro privato a cui già d'ora bisognerebbe misurarsi, e poi confrontarsi in luoghi pubblici o virtuali.

Purtroppo c'è ancora l'idea che la relazione si debba misurare come se fosse una macchina.
(indici di felicità e altre sciocchezze simili).

DI solito infatti quegli indici misurano il grado di confort della sicurezza del cibo e dei propri averi.

Ma abbiamo detto prima che quelle sono le cose brutte per cui poi si fa descriminazione!!


Insomma caro amico...attenti al lupo!  ;D
#2389
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
18 Febbraio 2018, 16:50:05 PM
cit paul
Gli anglosassoni sono protestanti e anglicani, hanno tolto il sacro, il "dispositivo" costruito da loro è più nella prassi che nella filosofia, sono più pratici che teoretici, la cultura del fare ,della manifestazione è più vera della metafisica secondo la loro interpretazione mediata da una religione che ha contestato l'antico sacro, e infatti la cultura statunitense è fondata sul pragmatismo così  come l'analitica.

eh no! il pragmatismo è sotto la cappella di Dio.
sempre in nome di dio, lo fanno.
Il capitalismo è figlio del protestantesimo, della nuova classe borghese, del nuovo verbo, della nuova legge, in nome di dio però sempre etc.....  (il puritanesimo signori! il puritanesimo ahimè!)
come anche tu dicevi prima il problema culturale si rivolge sempre ad una filosofia, ma tutte le filosofie hanno la malattia della metafisica, e cioè sono teologiche.



cit Paul
"La Legge sta sopra il Mercato ,da sempre, è il concetto di sovranità della polis e del mercato che collude, collima, confonde la legge e il mercato, perchè al sovrano ,ormai allontanato da quella cultura antica di ordine naturale e sacro, gli interessa il potere, conseguito politicamente esercitato finanziariamente e temuto con le armi."

Certamente, ma la cosa interessante è che la legge è gerachica.
Dal capo di stato in giù fino a chi non ha nemmeno i diritti civili.
E che essa corrisponde la legge teologica! (la famosa gerarchia angelica studiata sempre da Agamben)

E' che tu ragioni ancora con la vecchia mentalità sovrastatale, e se invece la sovranità fosse sovraeconomica....non credi ti tornerebbe di più la teologia del debitore-creditore?

E cosa cambia rispetto allo stato? che applicava il signoraggio?
E' la stessa cosa.

Il problema Paul, proprio per quanto dici, non è nella moneta in sè.
E' nell'incapacità di creare comunità dell'uomo.

Qualcosa rispetto alla storia è cambiato (non sono così sciocco)...ma la strada è ancora lunga.
#2390
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
18 Febbraio 2018, 16:28:46 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 18 Febbraio 2018, 14:26:12 PM
Citazione di: paul11 il 18 Febbraio 2018, 12:29:24 PM

ciao Mauro.
Stiamo avvicinandoci ai fondamenti.
Von Hayek sbaglia,  non è "lo stato di natura" ciò che argomenta, è una menzogna.





A proposito del "sacro" sono in linea di massima d'accordo, come dicevo in una precedente risposta (non so se ti è sfuggita).
L'unica distinzione che farei è quella circa un "sacro" che io vedo, nella contemporaneità, come debole (il sacro che sempre si ricostituisce manifesta
una sua intrinseca debolezza, come nel pensiero di E.Severino cui accennavo in quella risposta).
Naturalmente la strada da percorrere per arrivare ad una piena consapevolezza della sostanziale nullità del sacro è ancora molto lunga (chiaramente
senza voler con questo darne alcun giudizio di valore, anzi). Ritengo però il processo come già avviato, e gli elementi ed i momenti storici che
mi portano a crederlo sono svariati (ad esempio, dice Camus ne: "L'uomo in rivolta", la decapitazione del Re durante la rivoluzione francese come
la decapitazione dello stesso Dio; o la classica - ed assai malcompresa - nietzschiana "morte di Dio").
Sta di fatto, e ti dò in questo piena ragione, che allo stato attuale delle cose il "sacro" è ancora ben presente.
Sicuramente è presente nel pensiero di Von Hayek, il quale crede di combattere lo "scientismo" ove in verità finisce con l'offrirne uno degli esempi più
estremi. Che dire, inoltre, della sua affermazione (una affermazione che, dicevo, ricorre da secoli nella filosofia anglosassone) per cui le entità
collettive (in definitiva gli arcaici "universali") non esistono? Che vuol dire "non esistono"? Non esiste forse l'influenza della società sull'individuo?
La sacralizzazione che Von Hayek e tutta la filosofia anglosassone fa dell'individuo è poi particolarmente palese nell'idea che essi hanno dello stato. Ma
non mi soffermerò ulteriormente su aspetti dei quali abbiamo sostanzialmente la medesima opinione.
Come nell'antica Cina l'usurpatore denunciava il mancato rispetto del "mandato celeste" da parte del sovrano deposto allo scopo di legittimare la propria
presa del potere, così oggi le elite al potere si servono di una arbitraria e distorta idea di "razionalità scientifica", ammantandosi in tale modo di
una "autorità" che per sua stessa definizione non può che essere "politica".
Detto in altri termini, è la volontà di potenza delle elites dominanti a servirsi "tecnicamente" di una sacralità che è implicita nello stesso concetto
di "autorità".
Questo discorso mi rimanda quindi direttamente al significato che diamo ai termini di volontà di potenza e di tecnica (e qui sono costretto, per non
ripetermi, a rimandarti alla precedente risposta che dicevo).
Tanto per aggiungere qualcosa, dirò che mi sembrerebbe opportuno chiedersi se la volontà di potenza sia un mezzo, uno scopo, o tutti e due
indissolubilmente con-fusi, come nel pensiero di Severino. A parer mio la potenza è, tutto sommato, ancora definibile come uno scopo (sia chiaro
però che, come dicevo, ammetto le buone ragioni di chi ritene questa distinzione non più sussistere). Uno scopo che usa la tecnica come mezzo.
Come dice Severino, oggi il capitalismo (ma io preferisco "mercatismo") è lo strumento più potente di cui la volontà di potenza può servirsi.
Ma perchè lo è? Perchè mai non potrebbero esserlo, ad esempio, le armi nucleari?
In questo preciso punto torna una categoria che a me sembra fondamentale: l'emersione prepotente nella civiltà occidentale dell'individuo.
Un arma nucleare in fondo serve a poco nella contrattazione fra individui (almeno si spera...). A molto serve invece il Mercato così come venuto
a definirsi nella contemporaneità, è evidente.
Lo strapotere del Mercato è allora indissolubilmente legato all'emergere dell'individuo. E ciò vuol dire che il Mercato è lo strumento più
potente di cui la volontà di potenza DELL'individuo può servirsi.
saluti e stima


Credo che ti confondi: per Severino la tecnica, il cui scopo è quello di migliorarsi, è la vera volontà di potenza, infatti si autopotenzia, a scapito dell'uomo.

Dunque la volontà di potenza dell'uomo che tu vedi come problema, in Severino è succube di una potenza più grande.

Al di là del problema della tecnica, che poi diviene il problema dell'inadeguatezza dell'uomo e porta ai deliri, alle fantasie della nuovo cività delle macchine.

Rimane il problema dell'altro, del suo controllo. (a cui mi sembra di conseguenza dovrebbe virare il tuo discorso, se lo volessi approfondire).

In generale credo, con i giusti distinguo, che caratterizzano le inevitabilmente diverse posizioni nostre, siamo d'accordo sulle premesse.

Dei ritorni ai nazionalismi (fantasmatici, in quanto inadeguati alle regole di scambio, che per inciso non sono come quelle di von hayek-keynes, regole di mercato, ma quelle del già da Paul dette, politiche del debito-credito, come esemplificato dal video che avevo postato qualche post più sopra.) alla necessità dei nuovi imperialismi (la corsa ai carbon fossili, la guerra per l'acqua, l'introduzione in chiave planetaria tra stati debitori e creditori, e chissà quant'altre meraviglie future).

il problema è cioè sempre lo stesso: non riconoscimento degli altri.

Credo che sia questo il problema utopico ideologico (buono, che vale) a cui le politiche di sinistra dovrebbero puntare.

Sempre rimanendo la non regolamentazione della nuda vita, il punto principale da sostenere.

NB piccolo sfogo personale.
(purtroppo i 5 stelle hanno all'interno delle loro fantasie, utile, qualcosa che possono effettivamente fare, e cioè di dannoso: la regolamentazione del cibo.....ECCO proprio quello CHE NON DOVEVANO fare!
Purtroppo è la storia della politica, che invece che agire a livello sociale, non potendo, perchè ricattata dai poteri forti, si dedica al principio di morte, irregimentando il barcone burocratico, e andando proprio verso la gestione della nuda vita.
Pensavo ci sarebbe arrivati altri, partiti, invece sono proprio i 5stelle.
Penso quindi che rivoterò per liberi-uguali.....ORRORE! ma è un buon modo di rimandare le cose brutte, che verranno, 5stelle (più veloce) o meno.

Insomma se nella musica come diceva il maestro Abbado, si va sempre verso il meglio, in politica si va sempre verso il peggio!!!!
#2391
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
18 Febbraio 2018, 16:10:36 PM
cit 0xdeadbeef
"A parer mio il problema della comunità è essenzialmente politico. Per mille motivi, e in quanto il "diritto", cioè il corpus normativo di uno "stato", può darsi solo all'interno di un gruppo sociale culturalmente omogeneo (o perlomeno non eccessivamente disomogeneo)."

Perchè il problema della norma è il fatto che sia teologica.
Ed è d'altronde il motivo per cui critichi a ragione Hayek, ma potremmo farlo anche per Keynes etc.....

Questo non significa che non vi possano essere tematiche politiche inerenti alle teologie economiche, e alle norme conseguenti.


Per fare un esempio, rispetto alle solite argomentazioni.
Perchè il denaro deve essere legato all'oro? è una presa di posizione altrettanto apodittica, che quella presa dal non legarla a niente, se non ai suoi scambi commerciali.
In questo senso le criptovalute sono un tentativo di reintrodurre un circuito chiuso tramite la criptazione del block-chain.
Esperimento già fallito, sappiamo benissimo che il bitcoin è una bolla enorme.
E sappiamo benissimo che gli indirizzi di controllo del Chain sono oggetto d'appettito delle grandi lobby finanziarie.

Questo anche un pò per rispondere a Paul.

cit Paul
"E' sfuggito totalmente il "reale", la moneta oggi e il concetto del debito e credito è pura metafisica che solo le convenzioni dell'economia di scambio e la forzatura della legalità degli Stati permette che sia una "dura realtà"."

Si ma le convenzioni sono la realtà. (come più volte Varufakis fa notare, rispetto alle economie alternative).
In particolare per Varufakis le contrattazioni sono il reale banco di lotta politica.

cit Paul
"Non si esce da questo "dispositivo" discutendo di politica ed economia come scienze; il problema è nei fondamenti storico giuridici a loro volta retaggio della forma filosofica.. E' il retaggio millenario della nostra cultura."

Non se ne esce a livello di comunità, ma a livello di regole, è assurdo rinunciare alla politica, in quanto garante di condizioni di vivibilità, di nuda vita appunto.

Certo a livello filosofico non bisognerebbe parlare di nuda vita, ma a livello politico, mi sembra invece piuttosto importante.

Se ci organizzano la nuda vita, è impossibile anche alcuna filosofia, sempre ammesso, che per fare filosofia la finestra sia ancora aperta.

Sini per esempio ha il coraggio di dirci che la finestra è chiusa.
(io non lo credo, ma bisogna ascoltare bene perchè un grande filosofo arriva a dire queste cose. Vedi "Inizio" di Sini per i tipi della jaca book.)
#2392
Citazione di: Socrate78 il 16 Febbraio 2018, 20:39:04 PM
Lo dicono perché tirando in ballo Dio possono dare maggiore autorità a tutto il loro discorso, poiché si riferiscono all'autorità assoluta per antonomasia. E' come dire: "Se Dio mi è a favore, allora anche ciò che dico è cosa buona e giusta". O non era questo che intendevi Green?

Certo, e lo fanno a ragione veduta, e cioè politica.

Ora non è che gli scienziati non ambiscano ad avere quel tipo di "rispetto".

Chi ci "smena" è il ricercatore serio, scienziato o spirituale, che sia, che si ritrova nel bel mezzo di botte e risposta.
Come diceva il commentatore di Carmelo Bene, Maurizio Grande, l'Italia è il paese degli Arlecchino e Pulcinella, c'è chi le dà e c'è chi le prende!  ;D

E' una frase che adorooooo  :D  ;D
#2393
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
16 Febbraio 2018, 21:11:48 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 16 Febbraio 2018, 15:37:46 PM
Ciao Paul, e grazie della tua "solita" interessantissima risposta...
Beh, per volontà di potenza non posso che intendere la brama di potere, di gloria, di fama, di successo, di soldi. Per me, ti dicevo, volontà di
potenza e tecnica non coincidono, anche se ammetto che coloro (fra i quali Severino, al quale mi riferirò spesso in questa mia risposta) i quali
affermano questa coincidenza hanno, tutto sommato, delle buone ragioni.
Naturalmente concordo (come non potrei...) laddove affermi la tecnica essere, probabilmente, il fondamento assoluto di tutta la civiltà occidentale
(quindi essere a fondamento del capitalismo come noi occidentali lo intendiamo).
C'è tuttavia un elemento che a me sembra tu non inquadri, diciamo, nel "giusto" posto che gli spetta all'interno della civiltà occidentale, cioè
l'individuo. Un individuo, ritengo, lungi dall'essere "vittima sacrificale sull'altare del sacro", bensì essere proprio colui che quell'altare
del sacro individua e "pone". Cioè essere lui il "carnefice".
In realtà l'occidente non ha davvero l'esclusiva dell'indole guerriera e conquistatrice. Altri popoli ed altre culture sono state altrettanto
caratterizzate dall'indole guerriera; ma nessuna è stata così caratterizzata, come quella occidentale, dall'emersione progressiva e prepotente
dell'individuo.
Un individuo che, come nel fondamentale pensiero di Von Hayek, con i suoi "traffici" ed interscambi è a fondamento dello stesso "stato" e di ogni
entità collettiva.
Quella volontà di potenza che ritroviamo in ogni civiltà e cultura diventa così, in quella occidentale, volontà di potenza DELL'individuo. Ed essendo
l'individuo "occidentale" monade, ovvero bastevole a se stesso, si serve della tecnica oltrepassando qualsiasi "tabù", qualsiasi "barriera" che la
tradizione gli pone innanzi (e la tradizione è essenzialmente religiosa e comunitaria - "Dio è la comunità", disse Durkheim).
L'individuo occidentale ha in questo modo "rotto" qualsiasi argine, ed ogni cosa gli diventa possibile IN QUANTO tecnicamente possibile. L'individuo
occidentale, per usare la terminologia di Severino, ha "flesso cioè che era originariamente inflessibile".
Severino, a mio parere molto acutamente, rileva però che l'inflessibile tende a ricostituirsi sempre. Ecco che allora l'individuo occidentale, come dire,
"ricostituisce" un Dio di cui ha decretato troppo frettolosamente la "morte". E lo ricostituisce nella maniera che anche tu decrivi; ma lo ricostituisce
a mio parere soprattutto in una scienza assunta come si assume una Fede. In una scienza che cioè diventa "scientismo".
Senonchè, dice sempre Severino, l'inflessibile una volta flesso e ricostituito non è più lo stesso inflessibile originario. Come una barra di acciaio
piegata e poi raddrizzata presenta le fibre ferrose compromesse, così l'inflessibile flesso e ricostituito non presenta più lo stesso grado di
inflessibilità originaria. Ogni tentativo di ricostruire una "sacralità" è dunque alla lunga vano: non esiste più modo di fermare il possibile di ciò
che è tecnicamente possibile.
Ne: "Il tramonto della politica" Severino dice che oggi la volontà di potenza governa di fatto, non di diritto (essendo ancora, "di diritto", ancorata
ad una visione filosofica e religiosa tradizionale). Il tempo della "grande politica", dice, verrà allorquando la volontà di potenza, corroborata
dal pensiero del "sottosuolo filosofico degli ultimi due secoli", capirà di poter governare di fatto E di diritto, essendo "morto" Dio e con lui
ogni visione sacrale della tradizione.
Ogni "mano invisibile" ed ogni "equilibrio perfetto" (riferendomi con ciò alle note tesi economiche neoclassiche) appariranno allora per quello che
realmente sono (articoli di fede), e cadrà il velo con cui la volontà di potenza degli individui dominanti se ne è "tecnicamente" servita allo scopo
di mantenere il potere.
Esattamente allo stesso modo in cui (dice Severino evidentemente sulla scia di Heidegger) ci si è "tecnicamente" serviti dell'edificazione degli
"immutabili" al tempo dell'accettazione del "divenire delle cose" (il celebre "parricidio" platonico).
Ma evidentemente moltissimo ci sarebbe ancora da dire.
saluti e stima
mauro

Certamente fai bene a porre l'attenzione sul concetto di individuo.
Non mi torna però il tuo ragionamento.

Infatti sembri proporre un ritorno al sacro, quando invece nella risposta di Paul, il sacro è esattamente il problema!  :-[

E infatti l'individuo è individuo perchè rispetta la sacralità del suo essere individuo.
Ossia volendo vivere, si consegna alla morte del proprio sè, dove c'è sacralità non c'è mai una sana politica.


"la brama di potere, di gloria, di fama, di successo, di soldi" io la convertirei in brama di dominio dell'altro.
(anche perchè, l'arrivismo come lo chiamo io, nella società liberale, del tuo amico Hayek, è proprio vista bene! mi sembra che tu eri a favore della meritocrazia etc...).

Sempre in vista di una rivitalizzazione della politica (e tralasciando un attimo il problema della comunità che è un affare filosofico) è dunque necessario anzitutto avere una etica del rispetto dell'altro.

E cioè riconoscere l'altro come tale, e non come nemico, che è invece il principio su cui si basa la teologia politica, per rifarmi ai post miei e dell'ottimo Paul.
#2394
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
16 Febbraio 2018, 21:02:06 PM
Citazione di: acquario69 il 16 Febbraio 2018, 13:39:54 PM
Dal Capitalismo al Consumismo il passo ("o il parto?") e' stato breve ...ed anzi la sua ovvia conseguenza,visto che per sua stessa natura lo conteneva già in se.
dopodiché e' successo che siamo entrati nell'era dei morti viventi
(Video qui sotto, descrizione perfetta!)

https://www.youtube.com/watch?v=DABysd8KPqU

Lol  ;D  è vero, ma la cosa più importante è che lo zombie non sa cosa sia la vita.
Se uno vive e consuma, io non ci trovo niente di male.
#2395
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
16 Febbraio 2018, 20:59:48 PM
Citazione di: paul11 il 15 Febbraio 2018, 14:13:05 PM
Citazione di: paul11 il 04 Dicembre 2017, 14:53:29 PM
Citazione di: anthonyi il 04 Dicembre 2017, 11:51:43 AM
Citazione di: paul11 il 28 Novembre 2017, 13:17:31 PM
.il problema è squisitamente politico, perchè le teorie capitalistiche del libero scambio non è vero che ala fine siano in equilibrio, perchè la concentrazione dei capitali porta a cartelli oligopolistici o monopolistici.
.

La formazione di oligopoli e monopoli non dipende dalla concentrazione dei capitali (Semmai è vero il contrario). Oligopoli e monopoli nascono per effetto di innovazione e sviluppo tecnologico, e, garantendo profitti positivi, sono i motori logici dello sviluppo economico.
Naturalmente è chiaro che i monopoli naturali e legali sono fuori da questo ragionamento.
In una prima fase di mercato perfetto più competitori ,che sono l'offerta, si scontrano sul mercato della domanda.
A parità di innovazione e miglioramento tecnologico due sono i fattori competitivi: costo e fatturato.
Entrambi sono degli aggregati, per cui o chi abbassa i costi o chi riesce ad entrare meglio nella distribuzione con prezzi di vendita più bassi dei competitor, vince fette di mercato.
La seconda fase è la scelta imprenditoriale : può decidere di abbassare i prezzi mettendo fuori mercato i competitor che hanno costi così alti per cui i lprezzo non compensa un margine di profitto, ma va in deficit. Quind ialtra acquisizone di fette di mercato.
Il mercato si concentra  su un imprenditore e sempre meno competitori che riescono più o meno a stento a stare dentro   nella forbice fra prezzi(fatturato) e costi di esercizio.
Ricorderei che i margini di utile di bilancio, l'imprenditore può decidere quanto incamerare come utile azionistico(se è una spa) e quanto reinvestire in innovazione miglioramenti ,in ricerca e sviluppo.
La terza fase potrebbe essere improntata sulla politica di stabilizzazione del prezzo con uno o più concorrenti.
Il ragionamento è "perchè farci del male e ammazzarci con prezzi bassi che rischiano di non tradursi in utile di esercizio, ma semmai fare stragi di competitori?", "mettiamoci d'accordo,su   un prezzo finale, per cui allo stesso prezzo semmai guadagnerà di più chi abbassa i costi, sempre che le fette di mercato in questo esempio ipotetico rimangano costanti.


Insomma le dinamiche cicliche parlano chiaro: ci sono momenti in cui conviene ammazzare la concorrenza e altri in cui connviene mettersi d'accordo per straguadagnare. ma alla fine risulta che da un mercato iniziale perfetto ed in equilibrio nascano oligopoli e monopoli.
La "morale" è che sono le scelte soggettive imprenditoriali ,vale a dire le politiche a decidere come le teorie influisca no meno e non le teorie a decidere come funziona il mercato.
L'imprenditore può utilizzare nel suo "cruscotto" quali indicatori di bilancio utilizzare facendo benchmark.
Sono in gioco tali e tante dinamiche economiche , ma che portano sempre ad un mercato "perfetto" ad un regime monopolistico od oligopolistico, in cui pochi o solo qualcuno decidono come gestire anche i prezzi.

Nello specifico Antonyi. bisogna avere risorse economiche per investire in innovazione e miglioramento , e questo lo dà o l'autofinanziamento tramite  alto utile di esercizio (fatturato - costi) o prestiti bancari (aumentando  i costi finanziari).
Sono le strategie di investimento  o dismissione di asset che decidono se saranno vincenti o meno.
si può fare innovazione e miglioramenti di processo ,di sistemi, di logistica distributiva  accorciare le filiere fra il fornitore /cliente, ecc, tecniche di marketing.

Quindi se dalla prima fase del mercato perfetto a parità di condizioni economiche emerge come fattore competitivo la bravura di un imprenditore o di pochi, questi approfitteranno del aver rosicchiato mercato ai concorrenti e le maggiori risorse economiche e finanziarie li porranno come leader di mercato con sempre più risorse e quindi loro faranno innovazione , perchè quei competitori al limite della concorrenza, non avranno risorse sufficienti per poter investire: quindi il mercato si concentra in mani di pochi.

la matematica ci dice che: se cinque competitori hanno ognuno il 20% del mercato e dopo la prima fase uno ha conseguito il 30%, lui cresce e tutti gli altri ovviamente perdono mercato, oppure addirittura qualcuno è uscito dal mercato per fallimento.
Ma ancora matematicamente: se colui che  è leader del mercato ne detiene il  30% di questo e il suo fatturato cresce del 10%,così pure gli altri competitori che sono scesi al 15% del mercato, ogni anno, tenendo costante il saggio di profitto di tutti gli imprenditori (anche se non è vero...), aumenterà il differenziale fra chi ha più mercato e quindi più fatturato, rispetto a coloro che ne hanno meno.
Chi "mangia" più mercato fatturando di più aumenta sempre più la forbice verso coloro che hanno meno mercato e meno fatturato.

ciao Mauro, bentrovato.Mi ricordo eccome nel vecchio forum di discussioni interessanti.
Nel merito che poni ,cosa intendiamo per volontà di potenza?
Bisogna interrogarsi del perchè sia stata la cultura occidentale ad aver sviluppato il capitalismo, perchè il mercato esiste ovunque,
ma non nelle caratteristiche sviluppate nella nostra cultura e si è sviluppata come "technè",di pari passo alle innovazioni e trasformazioni acquisite con scoperte e invenzioni. Ma ancor prima nel fondamento della cultura occidentale: quale è il pensiero
che ha potuto sviluppare capitalismo, tecnica, e "volontà di potenza".Alessandro magno conquista parte dell'India, non ho mai sentito che l'India abbia conquistato l'occidente.
Allora due possono essere gli aspetti: un indole "guerriera" e conquistatrice, tipica dell'uomo occidentale e delle sue antiche genie e inisieme una cultura che lo giustifichi e lo accompagni. Se fosse così allora il problema è all'origine della nostra cultura e nella nostra indole.

Recentemente ho trovato che Giorgio Agamben, filosofo politico che va per la maggiore non solo in Italia, ha problematizzato
gli stessi concetti che avevo anch'io da tempo. I"dispositivi" in cui siamo ingabbiati linguisticamente(in senso generale, non solo come parola, ma come gesto, comportamento, come "mentale"), nascono proprio dal lontano passato.
Non esiste una società umana  che non sia sacralizzata da un concetto metafisico.
Nelle socialità gregarie animali, il maschio alfa sa che dovrà difendere la sua posizione, ma gioco forza, prima o poi qualcuno lo spodesterà.Il branco, se la intendi come comunità, vive senza contraccolpi l'andarivieni dei capibranco.

Nelle organizzazioni umane, che vanno dalla tribù aborigena alla federazione degli Stati Uniti d'America, qualcosa deve essere sacralizzato, istituito, prima ancora della formazione Che sia un totem o una costituzione è comunque un'idea metafisica che presiede dalla teoretica e che si infilerà nelle pratiche,nel  momento in cui la comunità ha accettato la "legge".

Devo necessariamente tagliare corto.
Solo nella nostra società il denaro, l' economia di scambio che sopravanza quella d'uso e il baratto, poteva inventarsi una bugia, una finzione:il denaro. Questo concetto contemporaneo del denaro, che noi riteniamo fortemente materialistico, in verità non ha più nulla a che fare con l'economia reale, con una pianta di grano, un automobile. Fin quando qualcuno convenzionalmente accetta il denaro come metro di scambio perchè è "forzoso legale"(attenzione stanno nascendo le cripto-valute), convenzionalmente il fornaio ci dà materia fisica,un panino, con un titolo al portatore che è una banconota firmata da Draghi della BCE.
Riflettiamo..............perchè questa è metafisica della materialità e viene dal "dispositivo" dal meccanismo antico metafisico della "sacralità" di una legge interpretata dal capo comunità, dai parlamenti moderni, che decidono, in nome di una sacralità,che la "nuda vita" sia asservita alle derivazioni metafisiche di ciò che la cultura ha sancito per intoccabile e quindi  sacro.

Il diritto romano,e ha colpito giusto Agamben parla dell"homo sacer", di colui che per la comunità è fuori legge,ma non può essere ucciso .Il diritto ,nasce dalla legge e la legge dal un qualche concetto metafisico che è ritenuto sacro, Quel sacro non è solo teo-logia, ma può benissimo essere un concetto di "natura", appunto capitalistico e follemente materialistico, perchè cala dalle teoretiche ed entra nelle prassi imponendosi come cultura.

Il problema è quindi nel "dispositivo" originario della cultura occidentale che oggi si dice "in nome del popolo italiano.....", "in nome dell'Europa......., o "in nome di qulche dio..........." .che fanno guerre e in cui la nuova vittima sacrificale su quell'altare del sacro, è l'individuo.

Non ne possiamo uscire.Mi sembra che Agamben e prima di lui Benjamin, rispondano con "l'inoperosità".
Essere contro ideologicamente è ancora farne parte, per questo quindi o si torna a capire l'origine della contraddizione , o il mercato, il capitalismo si adatterà forte di una sua idea "sacra" quanto il corso legale forzoso della banconota.

Ah il caro Agamben.
Vorrei però ricordare la critica di Calciolari che vede nell'inoperosità una risposta debole, paranoica.
Infatti esattamente come nella teologia negativa, negare l'operosità, significa ammetterla.
Aggiungerei anche Pier Levy, nel circolo dei filosofi contemporanei che intravedono il problema della teologia politica.
Su questo Severino è intransigente, l'operosità significa l'adempimento del destino umano: la sua annichilazione (armata).

Tra l'altro se vogliamo usare il termine volontà di potenza, bisogna andare a chi meglio l'ha formulata.
Leggendo per l'ennesima volta l'introduzione di Umano Troppo Umano, Nietzche chiama esattamente volontà di potenza, la volontà di sopravvivenza.
Dunque alla base del sacro sta propio la soppressione della vita.
Calciolari suggerisce che dunque la sacralità sia il doppio, la schisi, muore qualcun altro al posto mio. (totemismo, poi totem ossia tabù).
Che è esattamente il nome del padre. Nella teoria psicanalitica.
La soluzione è dunque veramente quella di agire per una utilità generale umana, e non in nome di una utilità generale umana.

Il problema tornerebbe quello politico, che è poi quello che è nella realtà.
Il mio utile edonista equivale al mio agire.

In questo senso l'invenzione del denaro è stata la più grande invenzione, perchè migliora lo scambio delle merci, che migliora l'edonismo delle genti, in esso coinvolta.

L'errore è quello di scambiare il mezzo, per il fine. Come già Kant aveva capito.

Se la gente la smette di sdoppiarsi e pensare al Dio come denaro, già è più facile che si formino politiche più credibili.

Altrimenti la lotta politica sarà sempre quella in nome di una idea e non di altre.

La conseguenza, è che l'accumulazione delle merci, senza più edonismo, senza più desiderio, diventa vera malattia, si consegna al gusto della collezione per sè.

Il feticismo, meccanismo perverso che Marx ha capito così bene. Non è ancora stato debellato.
(e il suo motore inconsapevole è il capitalismo, che non si cura della cura delle persone, in sè il capitalismo NON è un problema).
Le malattie della coazione a ripetere, oggi dilaganti ne sono il campanello d'allarme più evidente.
(tralascerò qui le considerazioni dolorose sul fatto che la psichiatria le traformi nel suo contrario, ossia le intende come malattie del desiderio e non della cessazione del desiderio).

Dunque è la vita, è il desiderio che va seguito....grazie al cielo c'è Hollywood! me lo ripeto sempre più spesso!
#2396
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
16 Febbraio 2018, 20:32:15 PM
Citazione di: cvc il 15 Febbraio 2018, 10:36:22 AM
Capitalismo, cristianesimo e socialismo sono radicati nel nostro dna. Come un figlio non può cambiare i propri genitori, così una civiltaà non può rinnegare i valori da cui è nata e di cui è imbevuta. Occorre uscire dal contesto storico di classificazioni sociali troppo rigorose. Nessuno può definirsi oggi integralmente in una categoria, ma nemmeno può negare di avere comunque un qualcosa anch'egli delle classi che avversa. Sistematizzazioni troppo rigorose nascondono ai nostri occhi i sentimenti - figli anche di tradizioni e contesti storici - che sono alla base delle ideologie. Perciò le ideologie vengono considerate solo alla luce della loro coerenza razionale e non per i sentimenti che rappresentano e/o suscitano.
Che la rivoluzione ingormatica ci abbia illuso di essere usciti dall'eterna dicotomia fra ragione e sentimento?

Ma certo, il punto è che però una ideologia può avere anche una coerenza interna forte, ma non essere reale.
E dovremmo essere a buon punto nel capire che le ideologie erano tutte false.
#2397
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
16 Febbraio 2018, 20:30:03 PM
Citazione di: InVerno il 14 Febbraio 2018, 19:59:11 PM
A parte che non esiste nessun reale asse cino-russo (i cinesi rimangono isolazionisti)

Mmm vedo che non segui Bloomemberg o Russia Today.
La strategia di Putin è chiarissima. Tagliare fuori dal commercio globale gli stati uniti, riformando l'antica via della seta. Proponendo all'Europa grosse fette di guadagno.
(puntualmente gli stati europei si mostrano impreparati a questi scenari, con dispetti vari, l'ultimo quello della turchia, all'italia, con il caso eni).
Cipro diventerà una zona, lo è già, piuttosto calda nei prossimi anni.
La risposta militare degli USA con le portarei davanti la corea del nord, con la scusa, è anche davanti alla cina. Testimonia di come la politica usa sia consapevole del pericolo e di come gestisca le cose, ossia col solito metodo, con le armi.
Vedere anche l'imbarazzo della corea del sud contesa tra i 2 assi.
(vedi l'imbarazzante presenza dipolomatica della corea del nord ai giochi invernali, che hanno fatto gridare al miracolo, e che invece è la spia più che luminosa delle strategie militari che nascondono).

Citazione di: InVerno il 14 Febbraio 2018, 19:59:11 PM
Russia e Cina possono ben poco militarmente contro gli USA e sono ancora economie instabili (dipendenza dal greggio etc).

Sul fatto miliatare non c'è discussione. Sul fatto che le economie sono instabili, lascio parlare i numeri. Russia e Cina sono tra le prime economie del mondo.
Che la lotta sia alle risorse energetiche è evidente. Se è per questo allora tutte le economie sono instabili.



Citazione di: InVerno il 14 Febbraio 2018, 19:59:11 PM
L'idea di un "bombardamento" è fuori da ogni prospettiva, non è semplicemente necessaria in una situazione di 13 portarei a 2 (in caso di asse cino-Russo,altrimenti 1) i recenti investimenti di Putin nell'ammodernamento militare possono essere intesi come un semplice flusso di denaro pubblico verso la "libera industria" high-tech. Infatti quello che manca nel video linkato sta anche in questo, la famosa "Silicon Valley" dove sarebbe senza gli investimenti in ricerca in strutture finanziate pubblicamente come il MIT? Gli iphone sono fatti di brevetti finanziati quasi interamente dal pubblico, i geni della silicon valley stavano a ridosso delle università per ottenere ciò che ora la farmaceutica e la biotecnologia vuole: ricerca. Il capitale è più timido di quanto può sembrare, senza il pubblico rimangono le reiterazioni di idee finanziate originariamente dall'inutile stato.. e marketing. Per fine degli stati non si può intendere un riassetto dei confini, quello al contrario sarebbe un ritorno degli stati.

Gli stati non se ne andranno mai, casomai vi sia qualche dubbio.
Semplicemente visto che i capitali hanno orizzonti più larghi, nasceranno intese diverse.
Non serve certo che ti ricordi che la Crimea è stato a sè. (almeno lo è per i russi, non è passato anche in tv, il disguido diplomatico degli arei americani in suolo di crimea?)
Che la Siria sarà presto divisa in tre stati distinti. Con tre bandiere diverse.(zona di influenza russa, zona di influenza americana, zona di influenza della rampante turchia).
Spero non serva che ti ricordi che la via della seta PASSA per la Siria per arrivare in Europa.
Vogliamo parlare dei conflitti in Tibet, in Sri Lanka?
Che l'Europa sia esente da questo è solo un caso storico.
(riascolta il messaggio del capo dello stato italiano di fine anno caro inverno)

per quanto riguada il finanziamento pubblico, ti voglio ricordare che le università americane funzionano tramite quello privato.....
E comunque il problema è quello del leverage....è chiaro che se sono le banche e non gli stati a deciderlo, è uno scacco politico enorme.
Ma appunto, quale politica?
#2398
Citazione di: Socrate78 il 12 Febbraio 2018, 18:53:31 PM
Spesso, anche tra i dialoghi tra atei e credenti, io noto come molti credenti, messi alle strette, cercano di screditare o sminuire la razionalità per cercare di difendere la presunta verità della loro fede. Ad esempio di fronte ad atei che affermano che Dio, poiché esiste tanto male nel mondo, non può esistere, rispondono che la nostra ragione non può comprendere tutto e quindi anche realtà terribili possono avere una ragion d'essere che non comprendiamo. Quindi questi credenti dicono in sostanza di non fidarsi dell'intelletto. Ora, l'argomento mi sembra assolutamente fragile e anzi fa acqua da tutte le parti. Infatti se tutto deriva da Dio, anche l'intelletto dell'uomo sarebbe un suo prodotto e, di conseguenza, Dio stesso avrebbe potuto crearlo perfetto, senza fallacie ed errori, altrimenti Egli stesso finirebbe per sminuirsi. A questa domanda nessun credente sa rispondere, se non invitando a mettere da parte la mente analitica per far posto solo a sensazioni soggettivi legate alla fede.

Per come la vedo, la chiesa si basa invece molto sulla ragione.
Si scontra invece con le idee fallaci dell'evoluzionismo.
Infatti l'uomo non deriva dalla scimmia. (leggere Leoroi Ghouram per credere).
Alla fine diventa una lotta a chi detiene il potere di poter dire cosa è vero e cosa no.
Se una scienza pensa di poter dire la sua sulle cose di proprietà intelletttuale della chiesa, si illude di grosso.
Ma questi sciocchi non si chiedono mai perchè i predenti americani dicano sempre "grazie al popolo e all'aiuto di Dio" nel loro discorso di apertura?
Ah ah, beata semplicità.
#2399
Tematiche Spirituali / Re:Dubbio << mentale >>
16 Febbraio 2018, 19:56:29 PM
cit Apeiron
"Più chiaro adesso il mio "dubbio" con questi due messaggi?"

Mica tanto  :-[

Vediamo di fare domande più semplici per poi reimmentterle nel discorso generale.

Allora tu mi pare propenda di più per questa visione del tutto in divenire.
E che non ti torni perchè poi sia necessaria la nichilazione del "tutto cessi!".
E non del "tutto scorra!".

Mi pare una domanda legittima.

Non ho idea di come mai la tradizione abbia sviluppato questo ulteriore (non necessaria?) distinzione.

Forse perchè proviene proprio dall'insegnamento Induista.

Infatti ho scaricato un paio di giorni fa la biblioteca buddista, e ho letto che il buddismo è considerato una branca dell'induismo, una forma non ortodossa.
Pensavo fossero distinte, ma in effetti anche ad un primo sguardo non lo sono affatto.  :)

Una curiosità ma il buddismo non ha una cosmologia?
#2400
Tematiche Spirituali / Re:Dubbio << mentale >>
16 Febbraio 2018, 19:33:40 PM
cit sariputra
"Non capisco cosa c'entrano i preti con la definizione che ho cercato di dare di sila...va bene che Nietzsche aveva l'ossessione verso i preti, ma il mio discorso non aveva nulla a che fare con i preti...
Devi però spiegare cos'è concretamente, nella fattibilità, l'etica nicciana. Ovviamente al di là della mera utopia..."

Ne sto parlando, a volte condividendo, a volte scontrandomi, con Garbino, sul 3d, quale filosofia per il futuro.
Nella mia interpretazione significa andare oltre il discorso paranoico.
Ritengo Nietzche lo abbia fatto. Cioè abbia affrontato di petto il discorso paranoico.
(in teoria le basi per lavorare ce le ho da febbraio scorso, ma per darti idea di quanto per me sia penoso proseguire, sono fermo alle premesse).
Detto questo, è per dovere di precisazione, nel buddhismo, e nell'induismo non possiamo proseguire su questi binari.
Infatti per "loro" il problema non esiste.
Diciamo che mi interessa la saggezza che scaturisce da un percorso di meditazione, più che da una prassi etica.
Mi pare inutile qua affrontare una tematica complessa come quella nicciana.

cit sariputra
"Capisco che N. possa essere stato un genio, il sommo, ecc. e mi dirai che è troppo per me, che non capisco una mazza"

Ma queste cose potevo pensarle a 18 anni, non a 40....
Semplicemente credo che tu abbia interessi diversi.
E con interessi intendo proprio "uno stare nel mondo".
Per questo mi piace dialogare con te.

cit sariputra
"ma ...concretamente la risposta ...qual'è? Come si attua, si organizza, si fa esperienza possibile questa utopistica comunità di amici fondata sull'etica del conflitto continuo ?"

Il conflitto ovviamente non è inteso uno contro l'altro a livello fisico, ma a livello di preconcetti. Ammesso che la comunità, che per Nietzche, ovviamente, è da venire, sia consapevole del problema a monte dello "stare insieme".

cit sariputra
"Insieme di persone unite tra di loro da rapporti sociali, linguistici e morali, vincoli organizzativi, interessi e consuetudini comuni".

Non intendo certo questo. Per me questo è impossibile, non tanto a livello organizzativo, quanto per via del crocevia degli interessi.
Che sono direttamente influenzati dalla società in cui viviamo.
Una società edonista, come scopo avrà il piacere di tutti, e qualsiasi "devi" ipotizzabile, sarà sempre un controsenso.
Che poi nella realtà l'edonismo è per pochi è solo un dettaglio.
Non fare i conti con questo è per me sognare ad occhi aperti di nuove forme di civiltà. E comunque sia mi pare più un discorso politico.
Che spirituale.

cit sariputra
"ma come fai a sostenere che è l'ossessione di tutti?"

Sarà per via della forte impressione che Freud, Marcuse, Reich hanno avuto su di me. ;)
Ovviamente non è detto affatto. Infatti in realtà la mia è una posizione un pò più "morbida".


cit sariputra

"Credo che , per il momento, come io sono lontano dal comprendere Nietzsche, tu lo sia parecchio dal comprendere il significato di vacuità ( shunya) come è interpretato nel Buddhismo. :)
Comunque, non preoccuparti, non lo capiscono neanche un buon 80% degli stessi buddhisti..."

Ah ah beh ci ho provato ;)

Rimaniamo sintonizzati sul tema però!  ;)