Citazione di: iano il 20 Luglio 2024, 07:15:38 AMUna verità in divenire è la verità di chi divenire, non indipendente dunque da chi la cerca e dal modo in cui la cerca.
La critica alla ''cosa in se'' è per me il tentativo di prendere coscienza dell'uomo che fù e che ancora è in me.
Critica e presa di coscienza per me vanno in parallelo.
Ma si può criticare solo ciò di cui si può parlare, e a un certo punto della nostra storia abbiamo iniziato a parlare della ''cosa in se'', e questo è stato l'inizio della sua fine.
Non la farei così tragica. Ad un certo punto abbiamo scoperto di non essere il centro dell'universo e siamo sopravvissuti lo stesso. Vale pure per la cosa in sè.
CitazioneLa cosa in se esisteva anche prima che iniziassimo a parlarne, ma se ne stava al riparo di ogni critica, come una verità.
Quella che noi chiamiamo ricerca della verità è in effetti il superamento della verità, e in questa ricerca ci superiamo.
Prendere coscienza di quel che si è significa superare ciò che si è.
Resteremo ciò che siamo finché di ciò che siamo non potremo parlare.
Criticare la cosa in se è voler vincere facile, perchè fra tutte le definizioni è quella che più si presenta senza difese.
La cosa in sè non è mai esistita se non nell'illusione umana, ed è tutt'altro che indifesa, visto che ha tormentato per millenni anime e corpi di chi voleva sottrarsi alla sua forma suprema costituita.
CitazionePerchè dunque parliamo della cosa in se?
Perchè il parlarne richiama qualcosa che è in me, e che in me ha agito indisturbata, finché non l'ho richiamata, finché non ho iniziato con essa un dialogo, come fosse altro da me, e come in effetti altro da me sta diventando.
Diventa cosa in se ciò che porto fuori di me, acquisendo una sua indipendenza.
Finché stava in me nascosta, essa era la causa dell'evidenza con cui la realtà ci appare, e siccome ancora a questa evidenza partecipiamo non è ancora completa la fase di svelamento, svelamento che più va avanti meno la realtà ci appare evidente, e meno evidente ci appare più ne possiamo dubitare.
Direi che se ne parla da tempi immemorabili per il bisogno umano di avere, citando il bravo Battiato, un centro di gravità permanente. Bisogno frustrato dalle evidenze epistemiche che ne hanno falsificato ogni pretesa ontologica, riducendola a più prosaiche e impegnative cose per noi.
CitazioneSe la conoscenza è ciò che ci permette di interagire con la realtà, questa conoscenza era già in noi se con la realtà già interagivamo.
Il portarla fuori comporta solo un diverso modo di interagire ed è l'inizio di una nuova storia della conoscenza, di quella conoscenza di cui si può dire, e che perciò non potrà più essere verità.
Prendere coscienza delle proprie verità significa esporle al dubbio decretandone la fine, dopodiché toccherà al dubbio fare il lavoro che prima faceva la verità.
Deo gratias. Era comunque una conoscenza empirica, evolutiva, inscritta nel dna: unica "cosa in sè" di cui possiamo avere qualche evidenza. Mentre le "verità costituite" hanno avuto, e avranno sempre, la sorte che si meritano.