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Messaggi - Ipazia

#241
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
22 Luglio 2024, 06:52:37 AM
Condivido il fatto che la realtà è indipendente dall'osservatore, ma non sottovaluto il fatto che vi è una mediazione tra la realtà e come viene percepita e concettualizzata dall'osservatore umano.

Mediazione che si assottiglia fino a rendere inutili porte e chiavi nei saperi consolidati che solo le rivoluzioni scientifiche possono modificare. Prestando attenzione al ciarpame ideologico-affaristico che viene spacciato per tale, tanto in sede ontologica che epistemologica, nei media come nella "comunità scientifica".
#242
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
21 Luglio 2024, 19:06:12 PM
Nei saperi consolidati le porte si aprono senza chiavi e si può anche fare a meno delle porte. Liberi comunque di mettercele, pure con la chiave.

Il problema si presenta quando una rivoluzione scientifica demolisce la casa (ontologia). Ma a quel punto, con o senza chiave, si può fare ben poco. 

Bisogna ricostruire la casa.

È accaduto quando i numi non hanno più potuto fermare il sole e quando Napoleone scoprì che Dio sta sempre dalla parte dell'esercito con la migliore artiglieria. 

Così come l'epistemologia non ha l'imprimatur del metodo, l'ontologia non ha quello della realtà. Non quella umana.
#243
A monte di una descrizione corretta vi è un lavoro di ricerca in cui la scelta dei termini non è meramente convenzionale, ma funzionale alla chiarezza della descrizione.

Il fattore archetipico DNA non è una opinione tra le tante possibili, ma quella che, allo stato attuale delle nostre conoscenze, meglio di ogni altra descrive il dato di fatto, che abbiamo denominato specie.

Così come non abbiamo nulla di meglio della tavola di Mendeleev per descrivere la realtà della materia fino al livello chimico di definizione. Con tutto il derivato applicativo che consegue.
#244
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
21 Luglio 2024, 15:19:52 PM
La transizione posta da Maral tra aletheia e veritas trovo sia invece molto esplicativa del passaggio da una realtà misteriosa ad una infusa, soprattutto nella contrapposizione tra episteme naturalistica presocratica e veritas cristiana. Transizione già in nuce nella formalizzazione idealistica di Platone.

La episteme moderna è tornata al naturalismo presocratico, almeno in sede filosofica, rifiutando l'approccio violento sulla natura e l'incasellamento in ontologie preconfezionate, che invece la nuova religione tecnoscientifica predilige. Anche perché in ballo c'è un gran mucchio de quattrini.
#245
Forse si è confuso con Rubbia.
#246
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
20 Luglio 2024, 12:03:44 PM
Citazione di: iano il 20 Luglio 2024, 07:15:38 AMUna verità in divenire è la verità di chi divenire, non indipendente dunque da chi la cerca e dal modo in cui la cerca.
La critica alla ''cosa in se'' è per me il tentativo di prendere coscienza dell'uomo che fù e che ancora è in me.
Critica e presa di coscienza per me vanno in parallelo.
Ma si può criticare solo ciò di cui si può parlare, e a un certo punto della nostra storia abbiamo iniziato a parlare della ''cosa in se'', e questo è stato l'inizio della sua fine.

Non la farei così tragica. Ad un certo punto abbiamo scoperto di non essere il centro dell'universo e siamo sopravvissuti lo stesso. Vale pure per la cosa in sè.

CitazioneLa cosa in se esisteva anche prima che iniziassimo a parlarne, ma se ne stava al riparo di ogni critica, come una verità.
Quella che noi chiamiamo ricerca della verità è in effetti il superamento della verità, e in questa ricerca ci superiamo.
Prendere coscienza di quel che si è significa superare ciò che si è.
Resteremo ciò che siamo finché di ciò che siamo non potremo parlare.
Criticare la cosa in se è voler vincere facile, perchè fra tutte le definizioni è quella che più si presenta senza difese.

La cosa in sè non è mai esistita se non nell'illusione umana, ed è tutt'altro che indifesa, visto che ha tormentato per millenni anime e corpi di chi voleva sottrarsi alla sua forma suprema costituita.

CitazionePerchè dunque parliamo della cosa in se?
Perchè il parlarne richiama qualcosa che è in me, e che in me ha agito indisturbata, finché non l'ho richiamata, finché non ho iniziato con essa un dialogo, come fosse altro da me, e come in effetti altro da me sta diventando.
Diventa cosa in se ciò che porto fuori di me, acquisendo una sua indipendenza.
Finché stava in me nascosta, essa era la causa dell'evidenza con cui la realtà ci appare, e siccome ancora a questa evidenza partecipiamo non è ancora completa la fase di svelamento, svelamento che più va avanti meno la realtà ci appare evidente, e meno evidente ci appare più ne possiamo dubitare.

Direi che se ne parla da tempi immemorabili per il bisogno umano di avere, citando il bravo Battiato, un centro di gravità permanente. Bisogno frustrato dalle evidenze epistemiche che ne hanno falsificato ogni pretesa ontologica, riducendola a più prosaiche e impegnative cose per noi.

CitazioneSe la conoscenza è ciò che ci permette di interagire con la realtà, questa conoscenza era già in noi se con la realtà già interagivamo.
Il portarla fuori comporta solo un diverso modo di interagire ed è l'inizio di una nuova storia della conoscenza, di quella conoscenza di cui si può dire, e che perciò non potrà più essere verità.

Prendere coscienza delle proprie verità significa esporle al dubbio decretandone la fine, dopodiché toccherà al dubbio fare il lavoro che prima faceva la verità.

Deo gratias. Era comunque una conoscenza empirica, evolutiva, inscritta nel dna: unica "cosa in sè" di cui possiamo avere qualche evidenza. Mentre le "verità costituite" hanno avuto, e avranno sempre, la sorte che si meritano.
#247
Essendo dotato di una intelligenza superiore la specie homo non ha altro da fare che dimostrare di averla. Impresa titanica vista l'imbecillità dilagante su base ideologica e metafisica, ma non impossibile. Come insegna da tempi immemorabili il venerabile Epicuro e chiunque si sia posto il problema di contemperare la incontrovertibile legge naturale col vantaggio esistenziale che comporta avere un'intelligenza superiore.

Medice, cura te ipsum, se la medicina che passa il convento fa schifo (che poi, avendo gli strumenti cognitivi per scegliere, non è neppure totalmente vero). E quando dike busserà alla porta reclamando il dovuto, andarsene con leggerezza, sapendo di avere la coscienza, con gli umani, la natura (per quanto possibile) e i numi, a posto.
#248
Come ho postato in altra discussione, l'episteme scientifica si limita alla verità possibile, alla verità conseguibile con gli onesti sensi e la ragione di cui l'evoluzione, o qualsiasi altro accidente, ci ha fornito.

Politica e religione sono fuori da questo contesto veritativo, perché per loro natura non possono andare oltre gli interessi di classe, casta, individuo, che le animano e le ideologie che producono. Oltre i loro bias illusionali e desideranti.

#249
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
20 Luglio 2024, 06:05:01 AM
Citazione di: iano il 19 Luglio 2024, 16:04:47 PME' un fatto.
Se è un fatto, siamo nell'ambito della verità.  Confondere i fatti con le opinioni e pretendere verità "assolute" (con le loro infinite catene causali "risolte") è il modo sicuro per soffocare qualsiasi ricerca di verità.

Noto in particolare un persistente mescolamento tra episteme scientifica e politica che alimenta la confusione, essendo l'adaequatio della prima comandata dalle cose naturali e la seconda dalle decisioni (soggettive, di classe,...) umane.

Per quanto auspicabile sia una "scienza politica" più "pura" possibile, essa non avrà mai l'oggettività dei fatti naturali, per cui il concetto di verità non potrà che aumentare il suo grado di relatività a seconda del grado di divisione in classi e interessi "particulari".

Spiegare a chi è nato in una reggia che tutti gli uomini nascono uguali appartiene al regno del comico, non della verità.  Anche la verità giudiziale rasenta l'assurdo in tale contesto e i giudici a Berlino latitano.

L'unica verità possibile nel contesto antropologico è la critica sociale che tiene conto dei disgiunti interessi tra le parti in causa. Perfino l'episteme scientifica viene travolta dalla contrapposta dialettica sociale, figurarsi gli aspetti etici, amore incluso.

Non resta che cercare la verità, comunque sempre in divenire sia ontologicamente che gnoseologicamente, nel contesto naturale, laddove le passioni e gli interessi "particulari" si stemperano nella fantastica rappresentazione del cosmo. Con tutti i suoi misteri, fecondanti ipotesi e "scoperte".  Essenze di a-letheia.
#250
I greci furono eccezionali costruttori di miti, ma le motivazioni delle guerre non erano diverse allora rispetto ad oggi.

E pure le crociate furono "un gran giro de quattrini", simmetrico a quello antagonista degli ottomani, in cui la religione fu, da entrambe le parti, il motore ideologico per le carneficine conseguenti.

Ma, tornando al sodo, come disse quel geniale e fortunato ugonotto: "Parigi val bene una messa".
#251
Citazione di: PhyroSphera il 19 Luglio 2024, 10:24:40 AMLa scienza non promette, mostra e senza spiegare.

Mauro Pastore

Certa che la scienza promette e mantiene. Basta premere l'interruttore della luce per dimostrare che funziona e leggere un manuale di elettrotecnica per trovare la spiegazione. Avendone il bagaglio cognitivo richiesto  ;D
#252
Citazione di: PhyroSphera il 19 Luglio 2024, 10:03:41 AMLe previsioni su base scientifica non sono esse stesse scientifiche.

La filosofia contemporanea ha mostrato indicando l'evento dell'essere che gli accadimenti del mondo hanno sempre una possibilità di imprevedibilità per il pensiero scientifico, perché questo si basa su premesse essenziali e invece "l'esistenza precede l'essenza".
Durante l'antichità c'era il pensiero eracliteo, ai nostri tempi quello heideggeriano.

Esempio:
Fino ad ora tutte le previsioni scientifiche fatte sulla durata del sole sono sempre state smentite e ultimamente la scoperta della "materia oscura" ha mostrato che si trattava di imprese un poco assurde.

Le previsioni su base scientifica in realtà sono coadiuvate da informazioni di altra provenienza e aspettazioni e intuizioni non scientifiche e queste ultime sono determinanti.


Mauro Pastore


Ci sono previsioni e previsioni. Disonesto elencare solo quelle con minori contenuti di certezza, a fronte di fantamiliardi di previsioni tecnoscientifiche che mantengono le loro promesse, rendendo più facile la nostra esistenza. Nessuno scienziato degno di questo nome spergiurerebbe sui suoi calcoli astronomici, così  come nessuna scienza applicata produrrebbe macchine che non funzionano, spacciandole per funzionanti.

Altrettanto non può dirsi della religione.

E della sua ingiuria alla verità. 
#253
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
19 Luglio 2024, 08:07:15 AM
Si procede per ambiti di conoscenza consolidata attraverso un procedimento deduttivo-induttivo progressivo:

1)  il fuoco brucia
2) sempre
3) si può spegnere con l'acqua
4) ...

Tutto ciò era vero e noto millenni prima che Lavoisier spiegasse il meccanismo chimico della combustione scoprendo l'elemento chimico "ossigeno".

Ora ne sappiamo di più, ma erano vere anche le deduzioni precedenti. E gli sforzi per individuarne le cause. Sappiamo pure che la combustione avviene anche in assenza di nostre osservazioni per "motu proprio". Gli esiti di un incendio sono incontrovertibili quanto le tracce dei fossili.

La verità funziona così. In laboratorio, tribunale e nella vita quotidiana.
#254
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
18 Luglio 2024, 22:43:28 PM
La definizione migliore di verità per me resta quella dell'aquinate: "adaequatio rei et intellectus". Avendo chiaro che è l'intelletto che si deve adeguare alle cose, così come fa la matematica quando traduce in funzione un fenomeno naturale. 

Se la funzione ci azzecca sembra un evento eccezionale, mentre si tratta soltanto di abile uso di uno strumento logico.

Citazione1. Ciò che pur agendo resta celato non si può negare, cioè non gli si può impedire di agire.
Come corollario aggiungo che nel momento in cui si svelasse gli impediremo di spadroneggiare, entrando alle dipendenze della coscienza giudicatrice.

Più che di giudizio si tratta di azione: si indaga un fenomeno sconosciuto, si individuano gli agenti causali, e si opera. Consueto metodo scientifico.

Citazione2. una ipotesi scientifica non si può negare, perchè non si può negare ciò che liberamente si afferma, potendosi solo rifiutare l'affermazione.

Ma si può falsificare, uscendo dal terreno della doxa ed entrando in quello della "verità". La falsificazione non è opinabile, che ci si trovi in laboratorio o tribunale.
#255
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
18 Luglio 2024, 16:11:09 PM
La scienza, come osservato da knox, scopre le verità  che ha gli strumenti d'indagine per scoprire: analisi chimica, cannocchiale, microscopio, bilancia, ...

L'atomo è ben nascosto ai nostri sensi; era stato intuito dagli atomisti ellenici, ma c'è voluto la potenza tecnologica della chimica moderna per darne una rappresentazione verosimile.

Non c'è una (cono)scienza per tutte le stagioni, ma solo per quelle tecnologicamente propizie.