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Messaggi - Phil

#241
Varie / Re: L'enigma del segno da inserire
07 Febbraio 2024, 10:55:40 AM
Vediamo se stavolta indovino:
-1-3-1=2-2-5
#242
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
07 Febbraio 2024, 10:51:41 AM
Citazione di: Pio il 07 Febbraio 2024, 00:27:12 AMIl gioco è piacevole. La vita lo è solo a momenti, e non per tutti.
Infatti: il gioco è piacevole per chi ci sa giocare bene "a modo suo", per chi sta vincendo o per chi ama il gioco; per gli altri, non lo è affatto.
Citazione di: Pio il 07 Febbraio 2024, 00:27:12 AME quando stai veramente male, e senza alcuna speranza, sai che consolazione se rifletti intorno al vuoto dietro le illusioni.
Se la pancia è vuota, non può essere certo un riflessione a riempirla; così come se la pancia è piena, non è detto che non ci siano afflizioni su cui vale la pena riflettere, per inquadrarle meglio e magari per risolverle; o decostruirle. Come? Ad esempio capendo che sono "solo un gioco" o che sono "vuote"; fermo restando che non è facile capirlo e non è nemmeno detto che sia davvero così.
#243
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
06 Febbraio 2024, 14:36:36 PM
In un certo senso, l'"essenza" del gioco è di non essere considerato come tale dai suoi giocatori; il giocatore che afferma «questo in fondo è solo un gioco...», rompe l'incanto, svela (a-letheia) l'illusione.
Il gioco è anche "luogo" della "trance agonistica", o meglio, "trance ludica", in cui si diventa tutt'uno con il gioco, con il proprio esser-giocatore, al punto che la realtà è quella del gioco. Si passa dunque dallo "stare al gioco" (si gioca, ma con celata consapevolezza dell'esterno, del "fuori-gioco"), al "giocare sul serio" («questo non è solo un gioco»).
Gadamer incontra Huizinga, con il denominatore comune dell'estetica (che non a caso è ciò che rende "semantico" l'uomo più di ogni altro animale).
#244
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
06 Febbraio 2024, 12:31:05 PM
Citazione di: Koba II il 06 Febbraio 2024, 11:54:53 AMCome dire, l'eterna potenza illusoria della filosofia. Anzi, del sapere nel suo complesso.
Ricordo sempre volentieri che «illusione» significa «stare al gioco» (in-ludere). Non a caso ogni illusione ha un suo contesto di "gioco", e ogni "gioco" è fatto da regole, giocatori, campo di gioco, etc. La filosofia, il sapere, etc. non fanno eccezione. Nondimeno va considerato che in ogni gioco accadono realmente fatti, eventi, scelte, etc. per cui nel gioco dell'illusione (sia essa religiosa o filosofica o scientifica), il mondo e le vite delle persone mutano e si condizionano e si modificano a vicenda realmente. Il livello ludico è quello del significato contestuale e, ancor prima, del "movente" di tali interazioni.
Con il tempo si sono moltiplicati i contesti di "gioco", quelli più antichi hanno magari cambiato le loro regole interne, alcuni "giochi" si sono estinti, etc. e anche il "jolly" dell'infalsificabilità (che in quanto tale spesso vale di più della verità) sta vivendo le sue vicissitudini storiche.
#245
Varie / Re: Enigma dell'orologio
06 Febbraio 2024, 10:57:27 AM
Credo che il prigioniero sia stato rapido nel rispondere perché abbia giustamente considerato come l'ultima ora, quella che inizia alle 11, non ha una sovrapposizione delle lancette, perché alle 11:55 non sono ancora sovrapposte (dato il vantaggio accumulato di quella delle ore) e quando si sovrappongono, sono ormai le 12. Quella sovrapposizione vale, nel computo, per due ore: quella delle 11 e quella delle 12. Dunque ogni ciclo di 12 ore ha 11 sovrapposizioni; 4 cicli (48 ore), 44 sovrapposizioni (qui un orologio "manipolabile": https://www.visnos.com/demos/clock).
#246
Varie / Re: Enigma dell'orologio
05 Febbraio 2024, 19:31:47 PM
A mente direi che ogni ora la lancetta dei minuti si sovrappone una volta a quella delle ore, quindi direi 48 volte, se includiamo anche il mezzogiorno "attuale" e quello del secondo giorno.
#247
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica in senso pieno.
31 Gennaio 2024, 18:18:22 PM
Citazione di: Pensarbene il 31 Gennaio 2024, 17:08:56 PMLa meta-logica è lo studio della logica da un punto di vista metafisico. La meta-informazione è lo studio dell'informazione da un punto di vista metafisico.
Questi due campi di studio possono fornire nuove prospettive sulla natura della realtà e sul rapporto tra mente e materia.
Ti segnalo che le definizioni di «meta-logica» e «meta-informazione» che hai dato, non corrispondono a quelle solitamente usate, anche se puoi ovviamente intenderle in quel modo (ma poi diventa un po' ambiguo considerarli "campi di studio").
#248
Onestamente non saprei cosa scrivere; sia perché non credo ci sia un «accordo» condiviso da «tradurre», sia perché ho avuto come interlocutore non "la gente comune", ma Alberto (e anche Ipazia); se ci fosse stato lo stesso discorso in un bar, probabilmente non sarei nemmeno intervenuto.
Se il mio linguaggio non è risultato comprensibile, al punto da non poter essere capito cercando su Google (o sul dizionario) il significato delle eventuali parole o espressioni ignote, sono chiaramente disposto a rispondere a precise domande in merito.
#249
Il mio spunto era perlopiù l'assenza di una conclusione cristallizzata (la famigerata "Verità dei filosofi"), in virtù del processo (sulla scia della dialettica hegeliana) di confronto/collaudo con posizioni divergenti; confronto che anche se non si risolve con il concordare, può secondo me comunque far riflettere (se non altro su come affrontare le divergenze assiomatiche e su cosa le renda possibili). Tuttavia parlavo soprattutto di metodo, dando ad Alberto la mia opinione su come rapportarsi alla storia della filosofia (cercando confutazioni più che conferme, etc.) e suggerendo alcune domande metodologiche (per andare oltre Hegel). Non colgo su quali contenuti mi inviti a "concludere" (indizio: Alberto ha già fatto riferimento alla maieutica socratica...).
#250
Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2024, 19:18:32 PMIn una dialettica razionale tra persone motivate ad addivenire ad una sintesi razionale possono verificarsi le sinergie proposte da phill, nel caso vi siano finalità comuni e differenze di formazione, contenuti, conoscenze. Più difficile arrivare ad una sintesi quando le finalità e i presupposti "forti" non siano condivisi.
Citazione di: Alberto Knox il 27 Gennaio 2024, 21:59:21 PMIn più quando due principi inconciliabili si scontrano hai voglia di mettere in pratica questi bei propositi di edificazione.
A scanso di equivoci faccio notare che, a differenza del pensiero ottocentesco e/o hegeliano, non ho parlato di "armonizzare le differenze prospettiche alla luce di un inveramento di principi universali ed edificanti", ma solo di collaudare la propria posizione individuale confrontandola con ciò che è divergente, per evitare il comfort delle "echo chamber" filologiche e il bias di conferma.
Anche la coesistenza faccia a faccia (o muro a muro) fra principi inconciliabili ha una sua "morale della favola", che nei secoli ha assunto interpretazioni differenti (e, secondo me, è sempre un peccato fermarsi all'ottocento...).
#251
Puoi farlo a livello di contenuto, come hai ben intuito, ma anche a livello di metodo: quale metodo è l'antitesi di quello hegeliano (tesi) e può essere comunque utile al pensiero?
Se vuoi uscire dalla dialettica tesi/antitesi (la sintesi non è altro che la nascita di una nuova tesi): come puoi collaudare il tuo pensiero senza confrontarlo con la sua antitesi (rinunciando alla dialettica)?
Sono solo spunti di metodo, non c'è una risposta esatta.
#252
Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 22:25:03 PMCioè mi son servito di Hegel.
 Ma Lo penso ancora, penso ancora che noi siamo logos e siamo anche caos, per quanto le due assunzioni sembrino contradditorie. E per dare forza a questa affermazione mi rifaccio anche alla contradictio di Hegel. Sento che non è tanto fuori dalla tesi Hegeliana ma alcontempo  quando si tratta poi di spiegare questa "contradictio est regula veri:.." ecco che il riassunto di quello che sapevo non basta a spiegarlo . E allora adesso ho capito che la cosa è un pò più complessa di quella che credevo.
Hegel è un cliente difficile e soprattutto lungo da "masticare e digerire".
Se posso permettermi un consiglio metodologico sull'uso della storia della filosofia: se vuoi «dar forza» ad una tua tesi, non rivolgerti ad autori che dicono qualcosa di simile o assonante, ma a quelli che dicono l'opposto. Accatastare citazioni autorevoli in cui riecheggia una tua idea, non la rende più "vera" (la "verità" non ha bisogno di bibliografie, e se si tratta di un'opinione, è meglio saperla argomentare in autonomia, senza appoggiarsi a "vecchi bastoni").
Solo confrontandoti con chi sostiene l'opposto, sia esso autore o interlocutore, puoi verificare davvero quanto sia solida la tua tesi. I collaudi si fanno stressando il macchinario, persino cercando di romperlo per testarne i limiti, non incollandoci sopra "bollini di qualità".
#253
Lungi da me il dare lezioni su Hegel, ma credo che forse ci sia un equivoco: Hegel rivaluta il ruolo della negazione (non-A), non della contraddizione ("A = non-A"). Nel processo dialettico non si dà mai "A = non-A", ma piuttosto "A → non-A", nel senso che A diventa altro da sé, in una condizione che la nega (come il fiore, non-A, è negazione del seme, A; tuttavia "quella cosa" non è al contempo seme e fiore, A e non-A).
La stessa "sintesi" non è altro che negazione della negazione (ecco un'altra rivalutazione "positiva" della storicamente bistrattata negazione), ma trattandosi di un contesto processuale, e non meramente astratto-formale, ecco che la negazione della negazione di A, non dà di nuovo A, bensì una A differita e processata, che è quindi C (considerando non-A come B). 
Tutta la «Storia della fenomenologia» hegeliana (senza indugiare su Spirito, assoluti, etc.) mi pare confermi questa proceduralità che si basa sul ruolo "produttivo" della negazione (non della contraddizione logica).
#254
Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 12:53:37 PMSe le logiche non escludono il fattore tempo allora devono parlare dell essere non come ad uno stato ma come ad un processo relazionale fra il soggetto conosciente e l'oggetto in divenire.
Esatto, l'applicazione della logica intende tale processo soggetto/oggetto come una successione di stati in determinati istanti: t1, t2, t3, etc. Questa visione a "fotogrammi" del "video" del divenire ha certamente i suoi limiti, sin dai tempi di Zenone, ma nondimeno pare avere anche una certa funzionalità.

Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 12:53:37 PMUn auto è un auto finchè non la faccio diventare anche  una casa. Come sai per alcune persone la loro auto è sia auto che sia la propia casa . [...]Se le logiche vogliono eliminare questa contraddizione allora devono eliminare il soggetto.
In realtà è il contrario: se le logiche vogliono eliminare tale (apparente) contraddizione devono anzitutto considerare il soggetto, colui che, come accennavo, compila le variabili astratte, dando loro sia un senso che, soprattutto, un referente concreto. Se l'auto è anche una casa e anche una spesa e anche un'alcova amorosa, siamo sempre alla tautologia A = A, dove per «A» si intende «auto, casa e alcova amorosa». Per un altro parlante la medesima auto è una minaccia? Bene, siamo sempre ad A = A, ma questo secondo parlante assegnerà ad «A» il valore di «minaccia». E così via.

Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 12:53:37 PMQual'è la dimostrazione di questa definizione ? l'attribuzione?  se è così una lancetta che tu attribuisci a lancetta di orologio io le attribuisco la qualità , l'efficacia e la consistenza materiale di uno stuzzicadenti.
Sì, le definizioni sono attribuzioni di identità; il che non impedisce a me di identificare l'auto anche come «casa» ed a te di identificarla anche come «pericolo». Allo stesso referente è possibile assegnare identità differenti, ed è così che nascono i fraintendimenti, le differenze prospettiche e i dibattiti (in molti ambiti).
Il limite, inaggirabile ed extra-logico, è quello della sensorialità: non puoi attribuire la consistenza materiale di uno stuzzicadenti ad una lancetta, se ciò non è materialmente possibile (ad esempio, non puoi attribuire consistenza materiale di uno stuzzicadenti ad un soffio di vento, senza poi che tale attribuzione sia empiricamente falsificata).
Se identifichi la lancetta come stuzzicadenti, si è sempre ad A = A, con te che compili «A» con una attribuzione di identità che ritieni opportuna («stuzzicadenti»).
#255
Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 01:19:12 AMX=non X  non è falso , è  il principio di non contraddizione formulato da Aristotele
Perdona l'appunto nozionistico, ma "X = non-X" è sempre falso, proprio essendo una contraddizione. Esattamente come "X = X" è sempre vero, essendo una tautologia (credo che il manuale di logica lo confermi).
Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 01:19:12 AMInfatti una casa è una casa e non un altra cosa non ha alcun senso per Hegel, un domani può diventare un ospedale o una Chiesa.
Le logiche non escludono il fattore tempo; quando la logica viene applicata si usa ad esempio "t1" per indicare l'istante di tempo che la logica prende in considerazione. Nell'istante t1 la casa è una casa (A = A), nell'istante t2 (dopo che c'è caduta una bomba), le macerie della casa sono le macerie della casa (B = B). La logica serve nel momento in cui le sue variabili vengono "compilate" con riferimenti alla realtà.
Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2024, 01:19:12 AMprima parli di attribuire , attribuzione dell identità ma poi..

Poi mi pare che parli di identità come identità propia ,
L'identità, come già ricordato da Pio, si attribuisce, sempre; è il risultato arbitrario di un processo analitico, non è una "cosa in sé" o una "essenza" (sempre per dirlo in antiquario "metafisichese"). Una volta attribuita, possiamo parlarne come di identità definita.
Come detto, posso dividere l'identità di una cosa, in tante sotto identità fino ad arrivare all'atomo ed oltre, ma ogni identità, per essere oggetto di un ragionamento logico, ha bisogno di essere uguale a se stessa e non uguale a ciò che essa non è (v. contraddizione all'inizio del post).