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Messaggi - bobmax

#241
Non è tanto l'artefatto ottenuto con il cambio di sesso a preoccupare.
Perché se questa artificiosità può davvero alleviare la sofferenza di chi si sente inadeguato, non vi è ragione per opporvisi.

La questione è invece un'altra.
E riguarda invece il plauso verso questa pratica, quasi che questa artificiosità fosse una "conquista" di libertà!

Mentre non si tratta che di un palliativo per alleviare, ma non risolvere, il disagio di chi si ritrova diverso.
Si tratta cioè solo di un rimedio, ma non certo di una soluzione.

Eppure, invece che fermarsi di fronte alla sofferenza, che comunque permane seppur sperabilmente attenuata, vi è chi plaude!
Quasi che si trattasse di passare con un colpo di bisturi dalla infelicità alla felicità!

Quei tanti che plaudono, senza però alcuna loro intenzione di cambiare sesso, cosa mostrano in realtà?
Assenza di profondità, senz'altro, ma soprattutto nichilismo.
#242
Il male è la constatazione che il mondo non è come dovrebbe essere.
Che io non sono come dovrei essere.

Se a questa constatazione segue il rifiuto del male, inizia la metamorfosi.
Cioè il riconoscimento del non essere.
Riconoscimento che conduce dal non essere all'essere.
Dall'esistere all'essere.

Il male è il filo d'Arianna che permette al figlio di tornare a essere il Padre.
Se non vi fosse il male, il figlio sarebbe perduto nel regno della dissomiglianza.
#243
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
12 Aprile 2024, 09:40:59 AM
L'esistenza è comunicazione.
Infatti tutto ciò che esiste, esiste in quanto comunicazione.
La comunicazione lascia intendere che vi sia una origine e una meta della comunicazione. Cioè che la comunicazione consista in informazioni che vanno da uno all'altro.

Ma i poli della comunicazione sono sempre soltanto presupposti.
Perché possiamo indagarli quanto vogliamo, sempre ci ritroviamo con una comunicazione, che rimanda a "qualcosa" che dovrebbe comunicare.
Ma che è inevitabilmente irraggiungibile.
C'è davvero?

Anche il pensiero è comunicazione.
Infatti per pensare mi devo scindere, per poter dialogare tra me e me.
Parlo e mi ascolto, affermo e controbatto, dubito e divento certo, sempre si tratta di comunicazione.
Dove io, uno e bino, sono soltanto presupposto.

Quindi la comunicazione è la stessa esistenza.
Che non consiste in qualcosa che eventualmente comunica, ma è esistenza proprio in quanto comunicazione.

Perciò il linguaggio esiste non solo come strumento possibile di comunicazione.
È esso stesso comunicazione.
Il simbolo è esso stesso comunicazione.
Al di là del significato che gli si attribuisce.

Chi nega l'esistenza di Dio (ma anche chi l'afferma) dovrebbe a mio avviso considerare quale sia la propria stessa esistenza, visto che si tratta sempre e solo di comunicazione.
#244
Citazione di: Damiano Bergamaschi il 10 Aprile 2024, 11:44:07 AMÈ vero...ma io sono nel mondo. "Io" e "mondo" non sono 2 cose distinte quindi io sono nulla.

Sì, in quanto "io" tu esisti.

Occorre però considerare che "essere" non coincide con "esistere".
Esiste il qualcosa.
Ciò che non è qualcosa non esiste.
E ciò che non esiste... è nulla.

Viceversa, l'essere permette l'esistere ma, non essendo qualcosa, a sua volta non esiste.

L'essere non esiste, l'essere è.

E poiché l'essere non esiste... l'essere è nulla.

Essere = Nulla

Attenzione, "nulla" significa soltanto non esistenza.
Ciò che non esiste, perché non è qualcosa, è nulla.
Non vi è niente di arcano o minaccioso nel nulla. Perché non esiste.

Abbiamo così il paradosso, solo apparente però, che Essere = Nulla.
Questo dal punto di vista della esistenza.

Perché, come ben osservi, è in realtà il tuo esistere a non avere consistenza.
Come esistenza sei un non essere.

Chi sei allora?

Se ti coglie la Compassione per questo mondo dolente, se infine provi compassione pure per te stesso, allora il figlio, che tu sei, potrà iniziare a tornare ad essere il Padre.
#245
Seguendo la mistica, che è pensiero filosofico per eccellenza, si può constatare come le parole di Gesù siano in effetti filosofiche.
Nel senso che sono squisitamente spirituali, cioè a-religiose.

La religione cristiana verrà dopo, perdendo l'afflato filosofico e cadendo nel dogma.

La mistica non è perciò che il tentativo di tornare alle origini, cioè al pensiero filosofico di Gesù.

Perché l'invito di Gesù a perdonare, non segue una logica di scambio.
Bensì di amore!

E l'amore non segue alcuna logica.
Non calcola, non scambia, prescinde da tutto.

È la manifestazione dell'Uno in terra.
#246
La religione, per il filosofo, è da un lato fonte di ispirazione e dall'altro è una sfida problematica.
Perché nella ricerca della Verità, la religione non può essere declassata a banale credulità, in quanto la questione, a cui pretende di dare una risposta, interroga pure il filosofo.

La filosofia non è in grado di accettare la "verità" dogmatica religiosa, perché ciò comporterebbe il tradimento dello proprio stesso essere filosofia.
Ma allo stesso tempo, la filosofia non può nemmeno non interrogarsi su cosa vi sia di "vero" nella spiritualità religiosa.

Perché mai si dovrebbe perdonare?
Cosa vi è di vero in questo invito della religione?
Cosa sa la spiritualità che il pensiero razionale non riesce a comprendere?

Secondo me, il filosofo è costretto a inoltrarsi, con la ragione, nelle profondità che motivano la fede.
Magari seguendo chi lo ha preceduto in questa ricerca, come per esempio la mistica.
#247
Citazione di: Damiano Bergamaschi il 03 Aprile 2024, 15:22:20 PMCiao viator,
Da neofita in questo forum e non avendo mai intrapreso studi filosofici (se non per aver letto qualche pagina qua e la ogni tanto) voglio comunque cercare di capire il problema e provare a dare una risposta al quesito sul senso della vita.
È vero, possiamo vedere (secondo la logica di base) 2 vie.
Io però le vedo in questo modo:
1) c'è una causa della nostra esistenza
2) non c'è una causa della nostra esistenza.
Il problema è che se ammetto che c'è una causa, mi devo poi chiedere: "che cosa ha generato la causa?" E qui l'unica risposta che posso dare è:"un'altra causa" e si può andare avanti all'infinito.
Se, invece, ammetto che non c'è una causa allora noi e l'intero universo emergiamo da...nulla. E non posso pormi ulteriormente la domanda:"che cosa ha generato la non-causa?" Perché la non-causa (il nulla) non c'è.
Ma se, tutto viene da nulla, come fa tutto ad esistere? Dal nulla si genera nulla.
Forse, l'unica soluzione del problema è la prima opzione, la quale ammette una serie infinita di cause che producono effetti (come fa il processo causa-effetto). Ma non c'è una causa "prima" chiamiamola così. Ovvero non c'è una causa incausata (senza causa). Però la differenza è che nella prima ipotesi c'è sempre una causa che genera qualcosa. Non ci troveremo mai di fronte a qualcosa che viene generato da nulla.
Se andassimo all'inizio di questa "catena infinita" di causa-effetto troveremmo il nulla. Vero. Ma essendo infinita la catena non avrebbe inizio quindi...aspetta un momento! Essendo infinita troveremmo...nulla all'inizio! Quindi anche ammettendo una serie infinita di cause ed effetti ci troveremmo davanti il nulla!
Ora...abbiamo il nulla come principio ad entrambe le opzioni.
Cosa significa?
Che il quesito non ha soluzioni se non entrando nella contraddizione.
Ci sarebbe in realtà anche una terza opzione, ovvero, una via di mezzo tra causa e non-causa. Ma cosa sarebbe?
Hm...una causa non-causa. Ma mi starei contraddicendo quindi si...credo proprio che la mia risposta definitiva sia questa:
Quesito senza soluzioni.

Invece il quesito ha soluzione.

Soltanto che non sta fuori di te, da qualche parte. La puoi trovare solo in te stesso.
Solo tu, in perfetta solitudine, puoi dire qual è il motivo della esistenza.

Sì, dal nulla si genera nulla.

Quindi...?

Cosa vale davvero per te?

Ora che percepisci la origine di ogni cosa, il Nulla.
E sai che dal nulla si genera nulla...
Cosa allora vale?

Se a questo punto scaturisce in te la compassione, per la sofferenza di questo mondo.
Questo  mondo che non è che puro nulla.
Allora, forse, nascerà in te la soluzione.

D'altronde, Essere è esser Vero.
Essere = Verità

E tu sei Essere, che altro mai saresti?
Tu sei la Verità.
#248
Ma la maggior responsabilità non è forse nello stesso pensiero filosofico?
Non è la carenza di un pensiero critico, che sappia mostrare una concreta diversa direzione, a permettere questa accelerazione verso l'auto distruzione?

E non dovrebbe essere proprio la filosofia la principale depositaria del pensiero critico?

Ma dove sono i filosofi?
Sono forse filosofi gli attuali pseudo intellettuali?
Sono filosofi i tanti professori che blaterano di scienza e tecnica senza averne la più pallida idea?

Per non parlare degli altrettanto pseudo scienziati, alla Rovelli e Toninelli, che si avventurano spregiudicatame in voli filosofici insensati. Potendoselo permettere proprio per la mancanza di una vera filosofia, vista la attuale rarità di autentici filosofi.
#249
Tematiche Filosofiche / Re: Tutto
03 Aprile 2024, 02:12:38 AM
Citazione di: Damiano Bergamaschi il 02 Aprile 2024, 11:07:38 AMPotremmo vedere il Tutto come contrapposto al Nulla. Ed entrambi i termini, essendo l'uno il contrario dell'altro, si "toccano" e diventano una cosa sola.
Per spiegarmi meglio userò l'analogia del cerchio.
L'angolazione zero gradi corrisponde a quella a 360 gradi.
In pratica l'inizio corrisponde alla fine. Quindi infinito è uguale a zero. L'essere è uguale al non-essere. Il Tutto è uguale al Nulla nonostante i concetti presi separatamente sono perfettamente opposti.

Sì, la coincidenza degli opposti è l'esito inevitabile quando si giunge al loro limite.

Che il Tutto non possa essere qualcosa, lo possiamo vedere considerando che il "qualcosa" è tale solo perché vi è qualcos'altro.

È l'altro a farlo essere qualcosa.

Ingrandendo e inglobando quanto ci pare in un qualcosa, questo sarà comunque tale perché c'è qualcos'altro.

Ma se infine consideriamo il Tutto... ecco che non vi è più alcun qualcos'altro!
Siamo giunti al limite.
Dove non vi è più la condizione necessaria per il qualcosa.

Non essendo qualcosa, non potendolo proprio essere, il Tutto è Nulla.

D'altronde, ciò che confina con il nulla non può che essere esso stesso nulla
E l'universo dov'è, un fin dei conti, se non nel Nulla?
#250
Tematiche Filosofiche / Re: Tutto
02 Aprile 2024, 06:49:24 AM
Il tuo ragionamento, Damiano, è autenticamente filosofico.
Sfortunatamente, è difficile trovare qualcuno che possa comprenderlo. Anche qui, vi è più che altro un chiacchiericcio inconcludente.

Tornando a noi, una volta constatato che Tutto è Nulla, dovremmo considerare la Verità.
Perché vi è la esistenza, che consiste nei qualcosa, e l'essere che essendo Tutto coincide con il Nulla.
Di modo che vi è la "verità" della esistenza e la Verità dell'essere.

La verità della esistenza è relativa ai qualcosa. E consiste sostanzialmente di una negazione. È infatti la negazione di ogni possibile falsità che, se fosse vera, la renderebbe falsa.
Cioè nella esistenza la verità necessita della falsità possibile, per negarla!

Viceversa, la Verità dell'essere non necessita di nient'altro che non se stessa. Non ha bisogno di negare alcunché.
La Verità è negazione della negazione.

Perciò il tuo discorso delle infinite possibili logiche è senz'altro coerente.
Perché tutto è Verità.

Da questa constatazione, possiamo già intravedere l'autentica libertà dell'Essere.
Ossia il Nulla fonte di infinite possibilità.

È il Caos
#251
Tematiche Filosofiche / Re: Tutto
01 Aprile 2024, 21:41:36 PM
Sì, possiamo constatare che il Tutto non è qualcosa. Non può proprio essere qualcosa.

È questo che vuoi evidenziare?
Che il Tutto non è qualcosa?

Concordo, senz'altro non può essere qualcosa.

E poiché ciò che non è qualcosa non esiste e ciò che non esiste è nulla:
Tutto = Nulla

Mi sembra un buon punto di partenza...
#252
Tematiche Filosofiche / Re: Tutto
01 Aprile 2024, 18:53:11 PM
Qual è la differenza tra "Tutto" e "il Tutto"?
#253
La realtà si presenta come molteplice.
È necessario il molteplice per poter apparire.

L'Uno appare a se stesso sotto forma di molteplice.
È la scissione originaria.
Necessaria affinché l'Uno si mostri.
Perché Uno = Nulla

Ma il molteplice di per sé non ha alcun senso. Se non rimandando all'Uno.
E come rimanda all'Uno?

Tramite l'etica.
L'etica è ciò che dona senso al molteplice, mostrando le sue radici nell'Uno.

Una prova di ciò?
L'amore.

Osserva l'amore che ricevi e l'amore che dai.
Non si ama mai in generale, non si ama "i molti" in quanto molti.
Semmai si ama i molti in quanto Uno.

Ami e sei amato sempre e comunque perché Uno.
E Uno = Nulla
#254
Citazione di: PhyroSphera il 30 Marzo 2024, 10:49:18 AMIo non dicevo la morte del pensiero determinato, dicevo la fine del pensiero della verità.

Mauro Pastore

In questo caso non può invece esserne un inizio?
Il pensiero della Verità non nasce forse proprio quando ogni distinzione si fa incerta?

Non è la Verità negazione della negazione?

Perché un conto è la verità nel nostro mondo determinato. Dove la falsità è comunque sempre necessaria. Perché solo negandola la verità può imporsi.

Ma la Verità non necessita di alcunché che non se stessa.
Negazione della negazione.
#255
Il sasso oltre a essere un ente è pure un evento.
Così come la esplosione oltre a essere un evento è pure un ente.

Non vi è mai una netta distinzione tra essere e divenire.
Se il tempo si fermasse, non avremmo una realtà formata da enti congelati in quell'istante. Semplicemente non vi sarebbe alcun ente!

Non vi è alcun concetto della sostanza metafisica.
Perché la fantomatica sostanza coincide con il puro nulla.
Questo è il fondamento metafisico della filosofia.

Se viceversa si vuol parlare di scienza, allora bisognerebbe tener presenti i suoi presupposti. E questi presupposti sono metafisici.
Ma per averne contezza bisognerebbe masticare un po' di scienza. Che so... un po' di fisica classica.

Ecco, l'etica traspare nella metafisica.

Se viceversa si è all'oscuro della metafisica filosofica e scientifica, allora sarebbe meglio accontentarsi di trattare l'etica come ciò che conta, a prescindere.

Così come fanno i tanti filosofi naturali, che non sono istruiti ma comunque dei giganti.