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Messaggi - niko

#241
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
04 Marzo 2025, 13:42:10 PM
Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 08:09:15 AMseeee come no, siamo alle solite nicce non è un filosofo, nicce il clown, nicce che dice che nulla ha senso.
ma bastaaaaa


Ahi come, la ragione dovrebbe dimostrare che l'assurdo risponde a cause ben precise pur non cessando di essere se stesso, cioe' dovrebbe dimostrare l'eterno ritorno, la moltiplicazione assurda dell'assurdo in mille assurdi  che per parossismo ce lo renderebbe sopportabile (equilibrio, tragico, tra apollineo e dionisiaco) e invece diventa un totem, per rimuovere e criminalizzare l'assurdo, e sostituirlo con un mondo di pura fantasia... la civilta' che volle essere la piu' razionale, e', ad oggi la meno, razionale...

#242
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
04 Marzo 2025, 13:32:30 PM
Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 08:05:40 AMAssolutamente d'accordo. L'idealismo hegeliano e secondo me anche il criticismo kantiano sembrano parlare di assoluto, come se la storia non esistesse.
Non la storia ideale (progressista salvifica) ma quella reale con tutte le sue brutture e storture.
No, sembri proprio non capire questo pezzo.
Non noti che sarebbe in contraddizione con quello che anche tu finora hai ammesso.
Ossia che Nicce è uno storicista. Se esistesse un eterno ritorno, sarebbe il mondo dietro il mondo.


E' il tempo lineare, invece, cioe' quello in cui vivono i deterministi e gli idealisti, ad essere il mondo dietro il mondo! Nel tempo lineare il passato e' extramondano e trionfante sulla volonta' proprio come lo e', anche, altrettanto extramondana, e altrettanto trionfante sulla volonta', la conoscenza. Il passato non e' nel mondo, ma e' nella mente, nel mondo della mente proprio come lo e' la conoscenza. E dunque la conoscenza e' conoscenza del passato, ed elemento sottomettente la volonta', a cui la volonta' deve sottomettersi. Recuperare il passato alla volonta', cioe' eterno ritorno (Dio e' morto, ucciso da noi, e il passato non e' il nuovo Dio!) significa, soprattutto, all'atto pratico, recuperare la conoscenza alla volonta'. E quindi, farsene qualcosa dell'uomo, cioe' della'animale della conoscenza per eccellenza, homo sapiens sapiens, per superarlo.

Quanto al futuro, nel tempo lineare esso e' inoggettuale, supportivo della in sendo logico della contraddizione e dell'indeterminatezza, e spesso del tutto irraggiungibile, proprio come il gia' umanamente "mentalizzato" passato, data la realta' innegabile della morte (cosa ne sara' di noi tra duecento anni? Tra un millennio? Tra dieci millenni? Eccetera).
Dire che il mondo e' "sottomesso al futuro", cioe' preda dei proggetti irrealizzabili e antivitali degli idealisti (scientisti, socialisti, cristiani eccetera) vuol dire, soprattutto, dire che il mondo e' sottomesso all'inconsistenza e all'inoggettualita', perche' il futuro, nel tempo lineare e' inconsistente e inoggettuale.

La volonta', nel duello, simbolico contro il passato perde, si rompe le corna, contro il futuro, peggio ancora, languisce nella mancanza di oggetto... e questo perche' nell'uomo, che e' animale della coscienza e della conoscenza, ogni possibile oggetto e' esperienziale e memorico, quindi di fatto consegnato al passato.
Non c'e' oggetto, disponibile all'uomo e per l'uomo, fuori dalla memoria e dalla conoscenza, quindi, dal punto di vista umano, (punto di vista che dobbiamo accettare, e incarnare, e assumere fino in fondo per poi finalmente liberarcene) non c'e' oggetto, umano, realmente giacente nel futuro.
La "volonta' di futuro", in quanto tale e' volonta' di nulla, volonta' di morte; infatti al di la' delle fole metafisiche, il futuro di tutti e' la morte, e dunque, alla morte punta la reale, e non immagginifica "freccia del tempo" presso l'umano. La mano della Silvia di Leopardi.

Solo l'eterno ritorno, da', cioe' dona, consistenza reale al futuro (perche' vi imprime la forma del passato) e "vince", sottomette, con la volonta' il passato, recuperandolo alla volonta' stessa. Insieme a tutta la conoscenza in esso "contenuta". Il futuro, manca di oggetto, il passato, di soggetto: l'eterno ritorno dona oggetto all'uno, e soggetto all'altro.

Se per te vuol dire che l'uomo e' sempre uguale e' perche' non l'hai capito. Pure il superuomo, e' sempre nell'eterno ritorno, subito dopo l'uomo. E allora? Cosa significa tutto cio'? Significa che e' la volonta', che manda avanti il tempo, che non e' garantito, che le cose andranno in un certo modo, solo perche' sono sempre gia' andate, in quel determinato modo. 

Non c'e' causazione tra due cicli temporali diversi ma amore. L'uno, dei due, a seconda di come li si guardi, vale come desiderio, l'altro come realta'. Perche' a un certo punto c'e' l'avvento di una certa forma vitale capace, di desiderare la realta', forma di vita che e' quella del superuomo. E il dominio di questa forma, realizza, il, non gia' fatidicamente garantito, eterno ritorno, insomma e' l'atto creativo stesso, dell'essere completamente disilluso da tutte le illusioni ma non per questo rinunciante a vivere, e a lottare, che si ripete.
Il mondo, lasciato a se stesso e per inerzia tenderebbe ad essere lineare, cioe' il paradiso, socio abitativo, degli idealisti, dei romanticoni e dei posapiano. Spegni il condizionatore >  e ottieni la pace. Preghi > e vai in paradiso. Rispetti famiglia, societa' civile e stato > ed entri nel rotary club. Piu' lineare di cosi'... Ma il superuomo lo rende "ciclico" o meglio infinitamente ritornante, nel desiderio, realizzato e realizzabile, della "realta' " intesa come cio' che, di non nullo, residua nell'oggetto di ogni possibile desiderio una volta dissolti i veli e i fantasmi (la terra...) cioe' il paradiso, socio abitativo, di se stesso.


#243
Citazione di: InVerno il 04 Marzo 2025, 09:06:57 AMZelensky mi fa venire in mente Hailé Selassié, che invaso dai fascisti italiani aveva preso alla stessa maniera a girare il mondo per cercare aiuto, divenne una superstar al punto che sulla sua figura fondarono una religione. Selassiè intervenne alla società delle nazioni avvertendo le diplomazie internazionali "se non lo fermate contro di me, voi sarete i prossimi". Ma gli occidentali anche in quel caso preferirono l'aria condizionata alla pace, fecero delle sanzioni spuntate che non comprendevano gli idrocarburi e quelle materie che davvero avrebbero messo in ginocchio l'Italia. L'impotenza dimostrata dalla comunità internazionale con l'Italia, fiaccherà la diplomazia internazionale accelerando l'obsolescenza della diplomazia e del diritto, i tedeschi poi vi metteranno i chiodi sulla bara. In un tempo dove tutti fanno a gara a chi ha vinto di più, ricordo che nel passato sembrava Mussolini il vincitore e Selassiè il perdente, eppure oggi mio zio può appendere con orgoglio in cucina la sua foto con Selassiè, la foto di Mussolini è coperta nell'infamia, il tempo è sempre galantuomo.



Si, in effetti pure intorno alla figura di Zelensky hanno costruito una religione, la chiesa ortodossa nazi-ucraina, quella con i disegni antisemiti e le rune celtiche in alcune chiese, c'e' di che andare fieri...

Ma su certe cose il tempo sara' galantuomo, ma per davvero... chi ha voluto duecentomila morti e oltre centinaia di miliardi spesi per le stesse identiche condizioni che avrebbe potuto ottenere anche gratis, passera' alla storia per millenni...

Personalmente non vedo l'ora di accendere il condizionatore, a palla, alla faccia degli sconfitti dalla storia e delle loro grottesche scaramanzie, i sacrifici propiziatori, li fanno i maya e gli aztechi...





#244
Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 18:39:40 PMQuesta volta la tua esposizione è stata meno lucida di altre volte.
Spero di aver capito.

Tu affermi che il peccato del Cristo sia quello di non essersi liberato come l'Edipo del padre.
In realtà l'Edipo non si è liberato del padre, per poterlo fare si deve accecare.
In Sofocle egli pecca di Ubris, di arroganza, in Freud pecca di carenza di personalità. Sono due edipi differenti, quello di Sofocle infinitamente più complesso.
In comune c'è però il peccato sessuale.
Il Cristo invece non pecca.

Il tuo discorso dunque si discosta abbastanza dalla discussione.
Ma è interessante comunque.
Tu dici che il Dio cristiano elimina il tempo.
Ma non mi pare che sia molto vero, già solo pensando alla dimensione di una salvezza da ottenere in vita. Senza tempo non ci sarebbe il tempo di ottenere questa salvezza.

Il tuo è un discorso che ragiona con lo gnosticismo, ma lo gnosticismo è una religione con scarse fonti, assai approssimativa.
E' lo gnosticismo che affermando che il mondo è una creazione di un Dio maligno, afferma automaticamente che senza questo mondo, saremmo in una condizione di increazione e dunque di atemporalità.
Il tempo infatti comincia col mondo.
E' vero che il cristianesimo fa un errore logico ponendo il Dio fuori dal tempo.
In realtà Dio è sì fuori dal tempo ma anche dentro.
Risulta evidente nella figura del cristo, che è figlio ma è consustanziale con lo spirito e Dio.
Cristo non è Dio, Cristo è contenuto nello Spirito, che è contunuto nel Dio.
In questo senso Cristo è uno e trino.
Me lo ha detto Tommaso.
Putroppo il credente contemporaneo si confonde con l'ignoranza dilagante delle masse.
L'individuo prima di appartenere a se stesso, appartiene alle masse.
E' questo l'errore della modernità, che non solo si rifiuta di accettarlo, ma addirittura ovviamente nelle figure degli illuminati oscuri (che sono gnostici non a caso) che usa questa ignoranza.
Non sanno gli illuminati che non hanno capito niente della vita.
E che finiranno nell'inferno.
Attento Nico ad avvicinarti al Nemico, a satana, il diavolo o come vogliamo chiamarlo.



Se Dio crea il mondo dal nulla, (ex nihilo) ne consegue che in principio, ci sono solo Dio e il nulla.

Se Dio e' il sommo bene, e il nulla e' nulla, la cosa si puo' semplificare, dicendo che, in principio, (qualunque cosa di atemporale o temporale sia "il principio") c'e' solo il sommo bene, in quanto, ovviamente, c'e' solo Dio.

Sommo bene = Dio .

Quanto al termine "nulla", si toglie dall'equazione, e quindi risulta: nulla

Secondo logica, lo stato fisico, o se vogliamo cosmico, iniziale, del mondo, o al limite del proggetto, divino, del mondo, costituito dal:

[Sommo bene + nulla]

Insomma lo stadio fatidico di Dio che galleggia nel nulla e "contempla", nella sua mente divina, la mera possibilita' della creazione...

Non e' ulteriormente migliorabile. 

Se lo fosse: 

o il sommo bene non e' il sommo bene (possibile; ma contraddittorio con le premesse).

O il nulla non e' nulla (palesemente assurdo)

Se agisse in modo puramente logico, come un calcolatore o un computer, Dio dovrebbe decidere di non creare.

Dato lo stato nullo interamente occupato dal sommo bene, l'unico possibile oggetto di creazione e' il male. E questo, proprio perche' nella dottrina ufficiale delle tre principali religioni monoteistiche, quantomeno ad oggi, si vuole ribadore l'autonomia esistenziale, e quindi differenziale, della divina creazione, prendendo congedo da tutte le visioni emanazionistiche o panteistiche.

Ma, secondo me, e credo anche secondo logica, la perfezione e' compiutezza e autocontenimento, e la perfezione deve poter essere predicabile di Dio in ogni "fase" o momento dello sviluppo cosmico e della sua stessa esistenza o sussistenza altrimenti, Dio non sarebbe perfetto (cioe' che, meramente a un certo punto di un ipotetico processo, divenisse, perfetto, non sarebbe, perfetto).

Insomma se Dio e' perfetto, anche lo stadio iniziale del mondo, e' gia' perfetto, e quindi, ne dovrebbe seguire che dio, se e' buono e proprio perche' e' buono, non crea. Semmai pondera, di creare, ma abborrisce e rifiuta la sua stessa intenzione o idea, in merito.

La prima forzatura assurda che tutte le religioni monoteiste o creazioniste, cristianesimo compreso, ci danno da intendere, e' che la perfezione non sia autocontenimento e compiutezza, ma sovrabbondanza di amore. Tutto il resto, della loro assurdita', quantomeno dottrinaria e quantomeno attuale, da questa forzatura iniziale, segue, 

Solo se perfezione e' sovrabbondanza di amore, solo se accettiamo tale, secondo me bizzarra, premessa, lo stadio iniziale del "pricipio" qualsiasi cosa il principio sia, che come abbiamo visto vale:

[Dio + nulla]

E quindi: [solo Dio]

E' ulteriormente migliorabile. E quindi una creazione che non sia creazione del male, insomma una creazione fatta dal padre buono come atto buono, e' possibile.

Ma chi ragiona in modo rigoroso, dal valore di dio, deduce il valore dell'increato, non della creazione. Da cui il mio interesse, per i pensatori gnostici e manichei.

Dio e' Laio, perche' eternamente nella condizione di non dover creare. 

E questo rende la creazione, e con essa l'umanita', un Edipo, cioe' un errore, per superbia, di Dio. Far derivare il male, da un errore, per superbia, dell'uomo, e' gia' di per se', una, foglia di fico. Posta sugli errori del Padre. Eventualmente scontati dal Figlio, nel suo essere (anche) Padre.

Prima o poi, Edipo disconisce e ammazza Laio. Il teicidio e' patricidio. Ed e' l'atto umano per eccellenza.



#245
Io penso che proprio nelle contraddizioni logiche del cristianesimo, si possa trovare la figura universale di Laio, prescindendo anche un attimo da Edipo..

Questa cosa per me e' da molto tempo abbastaza chiara: per il cristianesimo, la perfezione e' sovrabbondanza di amore, percio' Dio, il dio cristiano, pur essendo gia' egli sommamente perfetto, puo' creare il mondo, dal nulla, senza che tale creazione sia, o risulti malvagia.

Ora, per me questa e' una patente assurdita', l'inizio del credo quia absurdum, cristiano, che poi non fa che svilupparsi in tutto il seguito della dottrina, perche' per me, perfezione e' autoconchiusione, compiutezza assoluta di cio' che (gia') c'e' e pura non-sovrabbondanza, quindi lo stadio iniziale cosmo cristiano, in cui ci sono solo Dio e il nulla, e' gia' di per se' perfetto, e non e' in assoluto migliorabile, tantoneno, migliorabile con un (intrinsecamente nefasto) atto di creazione. Il mio ragionamento e':

Se nel punto zero del tempo assumiano che ci siano solo Dio e il nulla >

allora, nel punto zero del tempo, possiamo esplicitare meglio dicendi che ci sono solo il sommo bene (che e' Dio stesso) e il nulla >

> allora l'unico oggetto possibile di creazione, stante la presenza gia' totale del bene, e' il male.

Una creazione originantesi dal sommo bene, non puo' che essere malvagia. Perche' la perfezione non e' sovrabbondanza, tanto meno di amore  ??? , ma compiutezza e autocontenimento, in se stesso, di cio' che si dice perfetto.

Dio e' il Laio che non deve in alcun modo generare. E lo e' proprio perche' e' perfetto e originariamente "circondato" dal nulla. L'Edipo, di questo Laio, e' la creazione stessa. Il Cristo, viene disconosciuto e ucciso da mano umana, proprio perche' compare sulla terra come padre, e non gia', o comunque non solo, come figlio.

Per questo gli gnostici, anche cristiani (penso soprattutto a Basilide e Valentino), e in realta' anche i manichei, sono protesi a un recupero del valore etico dell'increato, e delle sue possibili reminiscienze presso gli esseri creati; e non riconoscono il dio creatore come dio, ma lo descrivono come arconte, anti dio o dio minore. Spesso rimarcando un parallelismo fin troppo "scisso" che l'ortodossia su tempi lunghi non avrebbe mai e poi mai potuto accettare, tra dio biblico veterotestamentario quale falso dio (concepito come arconte, quando non direttamente come diavolo) in quanto dio della creazione, e dio evangelico, quale vero dio, in quato dio dell'increato, insomma dio di un "giorno infinito" che ha caratteristiche molto piu' iperuraniche, (cioe' rispetto al sentimento umano del tempo retrospettive) che non paradisiache, cioe' prototipiche, e prospettive.

Quello che rende Laio il Dio, e' la verita' logica secondo cui, a partire dalla perfezione, e al limite dal nulla che alla perfezione si unisce e si accompagna (in principio: solo dio e il nulla - quindi solo dio) non si possa creare o aggiungere che il non perfetto, ovvero in un qualche senso e misura il male. E questo, proprio perche' la creazione non e' semplice emanazione, e quindi richiede l'innovativita' e l'autonomia autentica di quanto effettivamente creato (e non meramente ipostatizzato, o generato).

Il padre, questo padre rapito dalla ibris, che non avrebbe dovuto creare e che ha, inspiegabilmente e contro ogno logica creato, deve, a posterori, in un qualche modo e in qualche senso avere il problema di dover scontare e rimettere, ben pure, i suoi peccati, e non solo, o non manco per niente, i nostri.

La vicenda cristica, e dell'incarnazione, puo' dunque secondo me essere vista come la grande peripezia del Laio/Dio, e della "creazione" (o meglio: della massa gemente, e giustamente accusante il padre... di noialtri creati) Edipo. Che sul padre, pur non riconoscendolo, in qualche modo si vendica. E ne usurpa la sposa.

L'eliminazione del padre, fa segno al desiderio di ritorno dell'essere presuntamente "creato", ad una (rinnovata; o quantomeno riscoperta) condizione increata. Che dato il male del mondo, risulta complessivamente meno "ingiusta", e quindi piu' sopportabile. E anche oiu' responsabilizzante.

Eliminando "il padre", cioe', in senso fisico e cosmico, eliminando il punto zero del tempo, l'origine temporalmente fissata di tutto cio' che esiste, e' sempre anche l'immensita' del passato (e con essa la verita' possibile che, per essere qui e ora, noiatri abbiamo attraversato per intero un infinito) ad essere recuperata. E contrapponibile a tutte le ideologie dell'immensita' del futuro, e decantanti tali immensita'.
Cristianesimo "ufficiale", nel suo essere serioso e creazionista per primo, ma non certo da solo. In buona compagnia degli scientismi, dei malintesi socialismi, dei fideismi in genere, delle rimozioni incaute della realta' della morte eccetera.


#246
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
27 Febbraio 2025, 12:15:57 PM
Citazione di: green demetr il 26 Febbraio 2025, 22:16:11 PMLa ripetizione non è anti-hegeliana, semplicemente non esiste alcuna ripetizione, come ha dimostrato Hegel.
TI riporto anche il primo dei filosofi:  Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va. (frammento 91a) cit Earclito.

Per capire Eraclito Nicce diceva che bisogna andare con lo scafandro.
Ora ti ripeto a te e a tutti i troll del forum: ma lasciate perdere nicce non lo capirite MAI.
E tanto io sarò sempre li a difenderlo.
Con me non si passa!

Parliamo come fanno tutti di kant di hegel, quelli si possono capire.


La vostra, intendo quellla di voi idealisti, è volontà di potenza: voi vedete nell'eterno ritorno una fisica, o addirittura una filosofia (quanto di più ridicolo :D ) perché non ci volete vedere la semplice situazione esistenziale e psicologica di una volontà (umana, troppo umana: la volontà di Nietzsche, non quella del personaggio letterario Zaratustra) che vuole, sanguignamente, il mondo (per i sordi > questo mondo) perché non può o non vuole volere l'immateriale o l'extramondano. Il mondo, è l'oggetto di una volontà demetafisicizzata, di una volontà che si è fatta carne. Questo mondo e non quell'altro. 

Non quell'altro, di mondo, si intende, tale per cui le masse, dai cristiani, agli hegeliani, ai consumisti bulimici da bacio Perugina, unica componente veramente attuale, del presente discorso, che tanto di cristiani e di hegeliani ne sono rimasti veramente pochi, vivono per la morte. 

Il doppio mondo, dionisiaco, è affermato contro il mondo dietro il mondo, apollineo e cristiano platonico. Contro la gerarchia e la dietrologia continue e asfissianti che i simili un po' meno evoluti, di Nietzsche, credevano di vedere tra reale e ideale. 

Nietzsche voleva sbattere i suoi contemporanei davanti a un paradosso, che poi è nient'altro che la vita reale. Se reale e ideale sono uguali, dov'è ora, cari contemporanei, la preferibilità dell'uno o dell'altro? Se perfino passato e futuro, lo sono? Che ne è, perfino del rapporto maschera-volto che voi credevate di vedere in essi e tra di essi? Se poniamo e accettiamo come premessa il fatto che due pupazzetti siano identici, sapreste ora indicare, tra due identici, quale sia quello "evidente" e quale sia quello dietrologico? Quello buono, e quello cattivo? Quello reale e quello illusorio? I giochi, in cui si trastullano gli uomini, mediamente sono stupidi. Sono tutte varianti del gioco gioco dei due pupazzetti.

Com'era professore? 

Noi dobbiamo amare la vita perché siamo destinati a morire?

E questo crede di averlo trovato in Nietzsche?

Secondo me, aime', Professore, questo, lei lo ha trovato in un bacio Perugina, e crede, di averlo trovato in Nietzsche, perché Nietzsche è contro, tutte le morali dell'effimero, è il profeta, e il cantore, dell'eterno ritorno.

Noi dobbiamo amare la vita, perché la nostra vita è tutto quello che abbiamo, e che avremo, e che abbiamo avuto, per tutta l'eternità. Nel nostro interesse. Non in quello della vita entificata stessa, che confina col nulla per senza essere il nulla.

La lezione cattedratica, se vogliamo pedantesca, del Nietzsche filosofo e soprattutto storico, della filosofia, è che voi dovete imparare, a vedere i caratteri, cioè i tipi umani, dietro la filosofia. Tu fai una certa filosofia, perché hai un certo carattere, e la tua filosofia è l'espressione del tua carattere. Il Nietzsche razzista, e addirittura sospettabile di nazismo ante litteram contraffatto che sia o no dalla sorella, è una versione parodizzata, e brutalizzata, del Nietzsche attento ai caratteri umani in quanto realtà e carnalità della filosofia e della sua storia, insomma è quello che succede quando si danno perle ai porci. Quello che era sarebbe dovuto essere un carattere, cioè il superuomo stesso, a un certo punto è diventato una razza. Diosanto. Il carattere, di Nietzsche, è un carattere che non vuole le illusioni metafisiche, di nessun tipo, e quindi, non potendo volere il nulla, finisce per volere, l'eterno ritorno dell'uguale.

La complessità, semmai, si dischiude quando si cerca di capire, che questo doppio mondo, dionisiaco, non è un doppio essere, o un doppio ente, o un doppio divenuto, ma un doppio divenire. Se quello che vuoi è il reale, quello che vuoi, è sfuggente. E lo devi accettare così com'è, sfuggente. Non puoi eternizzarlo. Nemmeno in una morale dell'effimero.

Le complessità fisiche, e metafisiche dell'eterno ritorno, stanno lì dove devono stare, cioè lì dove un desiderio, che non può più rivolgersi a una fantasia, si rivolge a una realtà, ma la vede come realtà diveniente, e si rende conto che, se vuole "afferarla" deve farsi esso stesso, in quanto desiderio, desiderio diveniente. La ragione, non si sostituisce, come un totem nel cielo, all'assurdo (decadenza, e di fatto errore, dell'occidente: non razionalità, ma mistica, della ragione), la ragione è uno strumento, che serve a dirci che l'assurdo, pur rimanendo tale e trionfando come tale, risponde a cause ben precise, quindi è diecimila volte più assurdo (non meno, assurdo!), di quanto all'uomo comune già non sembri. Quello che si moltiplica, quello che "ritorna" è il non senso, che pur rispondendo a leggi e principi razionali, rimane non senso. Nessuna causa, è esaurita dal manifestarsi del suo effetto. Socrate, aveva una vita atopica, e acronica, Nietzsche, mostra la atopicità e acronicità in generale di ogni vita. Socrate, è il destino, di chi non "regge", psicologicamente ed esistenzialmente, un desiderio panico, ovvero un desiderio che sia realmente, un desiderio, antimetafisico, della realtà, rivolto alla realtà. 

Soffrire, è sapere la differenza, tra il desiderio e la realtà. Non soffrire, è lanciarsi nel progetto, di annullare questa differenza. Rifare, daccapo, il mondo per rifarlo e al limite per il sottile piacere di di rifarlo, non per migliorarlo. La vita degli animali, delle piante, dei bambini. Che sono recuperati e non irrisi, nella figura del superuomo. Non soffrire è un porre, questa identità, un fatto positivo, perché la felicità non è, un puro negativo della sofferenza, ma è un qualcosa, non è, un puro gesto rancoroso consitente nel negare un qualcos'altro. La differenza tra desiderio e realtà che poi è la sofferenza, non si annulla verso un nulla, ma verso una sfilata, trionfante degli identici, di questi due termini, rivelatisi identici. Il contrario, esatto, di una via crucis. Dove la sofferenza, non è prezzo di niente, ma valore, di tutto. Gli identici, che differiscono, ancora, solo per il carattere, dell'essere, l'uno realtà, e l'altro desiderio. E ancora, e ancora, e ancora.
E in nulla-altro, nulla-di-altro. La vita, si spende completamente e sacrificalmente nell'essere se stessa fino a non avere più qualità residue, energie residue, targhette residue, macchie di sangue residue, di cui abbisognerebbe, per essere unica. Più cricifissa del crocifisso. Se tu sai, dell'eterno ritorno, allora cambi, le tue priorità. Compresa quella di venire qui a darmi del troll. Se ben ricordi, io ti ho già fatto, una domanda: ma scusa, se io sono un troll, tu che cavolo ci parli e ci interagisci a fare, con me? Vuoi forse qui rappresentare, l'eterno ritorno, dei simulacri atemporali, del troll? Ma allora, sai che ti dico: fatti una vita, se proprio di non ne hai già, e non ne vedi in giro già, abbastanza!



#247
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
26 Febbraio 2025, 19:03:19 PM
Citazione di: green demetr il 26 Febbraio 2025, 02:56:11 AMAi vari troll del forum.
Voi dite che l'eterno ritorno è il tema centrale di Nicce.

Ma se vi è un eterno ritorno, e dunque l'uomo è sempre lo stesso uomo, come può esistere un super-uomo, altro tema che voi dite essere centrale in Nicce???



Come fa a essere dinamica visto che dici che tutto si ripete?

In cosa consiste questo dinamismo? Nel fatto che tutto si ripete?

Ma se tutto si ripete perchè si muore?

Volete dirmi per caso che Nicce credeva nella trasmigrazione dell'anima?

Tra l'altro voi dite che Nicce era darwinista. Ma come fa ad esserci evoluzione se tutto ritorna uguale?

etc etc etc

Forse è meglio che torniate a parlare di Darwin e Dawkins.

Nicce non lo capirete MAI.




Ma secondo te, no, mediamente, fa piu' la figura del deficiente un troll, o un tizio qualsiasi di passaggio (la marea ne deposita tanti...) che non interrogato parla e prende la parola per primo con un troll?

Vedi, perché se rispondi la prima, sei nella trascendenza, e quindi aspetti (e speri...) che la natura digradi dolcemente nel nulla/Dio evitando ogni anti hegeliana ripetizione, di se stessa in se stessa, con la seconda, sei nell'immanenza, e quindi puoi capire l'eterno ritorno.





#248
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
21 Febbraio 2025, 16:28:22 PM
Citazione di: sapa il 21 Febbraio 2025, 13:24:23 PMCiao niko, secondo me mi confondi con qualcun altro, non ho mai parlato in questo forum di reincarnazione, anche se potrebbe essere un concetto di eternità della vita per me  più digeribile. Io, più che altro, contestavo il fatto che sia logico parlare di vita eterna, quando sappiamo benissimo che la vita non è affatto eterna, recando in sè quasi per definizione il concetto di morte. La vita eterna, in quanto senza fine, non può essere neanche concepibile. Come ha detto Inverno, una vita senza morte sembrerebbe anche a me una specie di lobotomia spirituale.



E' vero, scusa, ti confondevo con Bahylam!

Sto troppo con la testa tra le nuvole, ultimamente...

Comunque, per me, ogni singola vita e' una cosa che puo' accadere, e che non contraddice nessuna legge della natutra, e quindi e' eterna in quanto manifestazione di una possibilita' che non si esaurisce nel suo manifestarsi. La causa, di una cosa, non si esaurisce, perche' quella cosa succede una volta. Se lanci un dado e fai 6, questo non rende "irripetibile", il 6, il sei puo' ancora uscire.

La vita e' complessa, e la singola vita di ognuno, piu' complessa ancora,ma per me, nascere e vivere in delle certe circostanze che "costituiscono" il mondo intorno a noi, e' come fare, mettiamo, 7499 su un grosso e complicato dado, con, mettiamo, con 10.000.

A tempo e spazio infinito, o comunque molto esteso, 7499 uscira' di nuovo, o uscira' altrove.

Il senso dell'effimero, e della caducita', dipende dai punti di vista, e dal fatto che qieusti di solito, sono molto ristretti.

Restituendo un senso "dell'unico", che, spesso e' molto illusorio.

Mentre reale, e' il simulacro cioe' l'insieme delle copie, o anche solo delle somigluanze, di cui nessuna e' l'originale, ovvero, una tea le altre privilegiata per essere vera.

La morte, sarebbe possibile solo se noi "abitassimo", in senso animico l'originale. E imvece, io sono abbastanza convinto, che noi, abitiamo uno dei tanti simulacri, di noi stessi. Questo, e non altro ci "incatena", per modo di dire, all'eternita'.

La vita, dopo essere il dispiegarsi ordinario delle leggi naturali presso le circostanze, materiali che la "attivano", insomma che attivano, la vita stessa, come fenomeno, non ha in se' nessuna "realta' ", o "verita' " residua per essere unica, o vivibile e avvertibile come unica.

Quindi, la vita non ha tanto in se' il marchio, o la scintilla, della morte, ma quella del suo stesso valore infinito.



#249
Citazione di: Eutidemo il 20 Febbraio 2025, 13:24:58 PMNaturalmente mi  riferivo a Putin e Trump O:-)


Ok, e allora la prosdima volta che di a Trump di mettersi qualcosa in quel posto, non aggiungere: "la stessa cosa per tutti i troll", angioletto :)

Che poi, non e' manco detto che Trump, la risolvera' (davvero) lui, questa guerra... e' tutto in fase assolutamente iniziale, il tentativo, a lungo termune, di risoluzione, e la guerra di fatto continua...

Per questo, sono "strane", cioe' indicative di altro, e che il problema vero sottostante sia un altro,  tutte queste alzate di scudi preventive, dei tifosi da divano, di una certa parte, nella guerra stessa...


#250
Citazione di: anthonyi il 20 Febbraio 2025, 04:32:56 AMMagari la prova dei pagamenti no, però anche guardando al contenuto dei post si può fare qualche ragionamento.
Mi riferisco al tuo post n 71 del  topic sui due criminali, un post in stile tipicamente minaccioso, in Italia diciamo "mafioso", che evidenzia una logica di intimidazione nel modo di ragionare.
Naturalmente io sono convinto che quel post sia genuino, anzi sia un'espressione fin troppo sincera del tuo modo di ragionare, molto più dell'utopia eurasiatica.
E comunque il "mettersela in quel posto" di Eutidemo é riferito a Putin e Trump. Per cui in ogni caso non devi prendertela, a meno che tu non sia, o pensi di essere, uno di quei due.


Eutidemo ha scritto, testualmente:

"Possono anche mettersela in quel posto (...) La stessa cosa vale anche per quei troll "

cioe', come credo di aver dimostrato al di la' di ogni dubbio, per me (con il suo "quei troll" egli si riferisce ai presenti, non solo allusi, ma proprio specificamente indicati e nominati, vedere tutti gli interventi precedenti, che lo provano).

Ma tu lo sai che vuol dire anche in italiano?

Secondo te, qui, io mi devo prendere del troll e, di quello che deve andare a mettersela in quel posto, in una discussione in cui non ho nemmeno scritto niente? Che forse non ho nemmeno ancora letto?

E' possibile fare delle affermazini, e premettere che chi non e' d'accordo, e' un troll e se la deve prendere in quel posto?

Io penso che, per il sentire comune, ancora, in questo bistrattato paese, e' chi vuole una guerra, che ha delle opinioni un po' bizzarre e deve spiegarsi educatamente e dettagliatamente per creare un clima cordiale, non chi vuole una pace...certo, poi, se costui interiormente si sente gia' in trincea e gia' guerra (dal divano) e circondato da spie e delatori pagati... che dire..  se non, un grosso: problemi suoi!

Tutta questa storia, dei troll e dei non troll, e' offensiva per un sacco di persone, appunti in generale, in questo paese, oltre me, che sono stato esplicitamenre nominato, qui, dal maleducato di sinistra moderata esaltato di turno...

Persone che peraltro votano, quindi, poi non vi lamentate, a posteriori, se a un certo punto capita che sprofondiate nell'irrilevanza assoluta per qualche decennio, cari fenomeni della democrazia... detto tra noi eh, sPutin a parte.

#251
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
20 Febbraio 2025, 12:31:18 PM
Citazione di: sapa il 20 Febbraio 2025, 09:44:15 AMLa paura della morte è innata nel vivente e si chiama istinto di sopravvivenza. La vita eterna è un ossimoro.


Te l'ho gia' detto in un'altra occasione, mentre cercavo di spiegarti come dal pensiero dell'eterno ritorno possa derivare una morale; incidentalmente, si diceva, una morale "superominstica"; ma anche, visto che non era affatto quello il problema che tu ponevi, sarebbe meglio dire, quasiasi, una morale qualsiasi; il tuo argomento era infatti che l'oblio tra una vita e l'altra renderebbe inderivabile
qualsivoglia morale a partire dall'eterno ritorno. E quindi, per ovvio automatismo, anche (per forza) una morale superomistica.

Io a quel punti ti ho spiegato come uno possa avere la consapevolezza, o comunque il dubbio, o il pensiero, di dover ripetere la propria vita innumerevoli volte. Sono cose che si possono sapere, se vuoi per "fede, che possono entrare nella cognizione umana, anche a prescindere da un effettivo "ricordo". 

Se ci pensi vale pure per teoria della reincarnazione: gli induisti credono cio' che credono, e fanno cio' che fanno, per fede, e per adesione a una certa codificata dottrina, non certo perche' tutti quanti loro "si ricordano", come se fosse ieri, le loro, presunte, vite precedenti. 
Io credo che gli induisti che accettano la loro dottrina per dato cognitivo e fideistico saranno, al mondo statisticamente, che ne so, cento milioni di persone; invece, quelli tra tutti questi induisti, (con tutto il rispetto: secondo me un po' suonati) che hanno la certezza assoluta, voglio dire dantesi al di la' della necessita' della fede, che la reincarnazione esista, perche' loro si ricordano, nitidamente, che  erano, nella loro vita precedente, un elefante, e si ricordano di quando per scherzo schizzavano gli altri elefanti del loro branco al ruscello con la proboscide, saranno, che ne so, tra tutti questi cento milioni, dieci, o al massimo cento.

Conclusione: > si puo' accettare la reincarnazione  o metmpsicosi, come dato cognitivo, e trarre da essa una morale, anche senza avere "ricordi" delle proprie vite precedenti.

Conclusione estesa: > lo stesso vale pure, per la dottrina dell'eterno ritorno. In cui i "ricordi" estendentisi tra una vita e l'altra, se pure vi fossero, sarebbero piu' che altro dei deja vu, o premonizioni. Che non sono strettamente necessari alla dottrina, e questo e' il punto. 

Non e' quindi vero il tuo paradigma, che pone:

Assenza di ricordi, tra una vita e l'altra 

= uguale =

 assenza, in assoluto, di derivabilita' di una morale partente dall'assunto, dell'esistenza, per l'individuo, di piu' vite.

Quantomeno perche' senno', manco l'induismo esisterebbe. Dato empirico, prima ancora che logico o filosofico.

Se hai avuto la pazienza di seguirmi fino qui, a questo punto avrai capito di certo dove voglio arrivare: la paura della perdita, o della morte, sara' pure innata nell'uomo, ma si puo' superare. Ricordi "mistici" o no. Se uno crede, ad esempio, nell'eternita' della propria vita, avra' piu' paura del dolore, della noia, della mediocrita', e soprattutto del lutto, in quanto morte dell'altro, che non della morte in quanto morte del se' (e falso problema). Perche' la perdita, non e' vera perdita, mentre il dolore, e' vero dolore. Epicuro pure, diceva qualcosa di simile. Platone, sulla sovrapposizione tra maieutica, quale metodo migliore di trasmissione della filosofia e del sapere umano in generale, e ritorno di ricordi mistici da uno stadio disincarnato, dell'esistenza, ci ha costruito la sua fortuna.

Che cosa e' la morte? Questa e' la domanda che, secondo vi dovete fare.

E pure qui, mi ripeto.

Se vi rispondete e' una entificazione, di cio' che prima, entificato non era, fate bene ad averne paura. Fifa, orrore, eccetra.

Se e' un annientamento o un sonno eterno, fate male, ad averne.

Poi, liberissimi di continuare, a sbagliare.  ;D

#252
Senti Eutidemo, tu devi portare rispetto a quelli che tu chiami "Troll", se non in assoluto (impossibile, del resto, insegnare l'educazione a uno come te...), quantomeno nella misura in cui fai sorgere, nei tuoi lettori, il dubbio che tu ti riferisca ai presenti.

Ora visto che nei post 4, e 65, del tuo precedente argomento "La pace tra i due gangster" hai detto chiaramente che io sarei annoverato tra quelli che tu chiami "Troll", dimmi, ora, come devo interpretare questo tuo, a questo punto chiaramente personale, invito a

"mettermela in quel posto" ?

Stai scherzando, o vuoi litigare davvero?

Per me sei da moderazione, che comunque, non ricordando tutto a memoria, non puo' aver capito al volo, che ti riferivi specificamente a qualcuno dei presenti (sei stato "furbetto", finche' la furbizia e' durata).

Per quanto, scrivere che si ha odio e livore per una pace, e si desidera la continuazione a tempo indefinito di una guerra, (perche' di questo stiamo parlando, non giriamoci intorno e non prendiamoci in giro), e si invita chiunque non sia d'accordo a "mettersela in quel posto", non mi pare comunque il massimo, e gia' di per se' moderabile.

Qui non sei al tiro a segno, a cui ti eserciti con la foto di Putin, da solo, o insieme ad altri "amanti delle armi", come te, non so.

E in generale, a proposito di Troll, presenti o no, se qui qualcuno ha delle prove, che qualcun altro e' pagato, per scrivere quello che scrive, le presenti,  oppure presenti direttamente il certificato dello psichiatra attestante il (suo) disturbo paranoide di personalita', perche' la normalita' sociale media, ormai, non e' piu' "normale", e non e' piu' normalita': e' solo melma, melma sociale, in cui si puo' dare della spia, o del troll, a chiunque...

E comunque, Sempre con la foto del grande nemico esterno, ci si esercita al tiro a segno... che paese di Leoni...lo spirto (arcaismo, non refuso) guerriero italico...  ROARRR!!!







#253
Citazione di: anthonyi il 19 Febbraio 2025, 18:41:54 PMGli ucraini non hanno odio per i loro eterni aguzzini, lo dimostra il trattamento corretto che fanno ai russi arrestati. Solo che lo sanno che i russi non molleranno, e non lo faranno neanche dopo aver firmato qualsiasi documento. Per loro é inutile illudersi di una fantomatica pace, meglio combattere fino all'ultimo uomo, preferibilmente russo.


Sai, anche io penso, che la razza umana in generale, degli ultimi due secoli, non abbia mai covato un vero e proprio "odio" per i suoi eterni aguzzini (e sicari prezzolati): russobianchi prima, e nazisti poi.

Li ha solo spediti all'altro mondo come ha potuto, ogni volta che ha potuto, per autoguarigione e autodifesa.

Questo a prescindere da ogni definizione etnografica, o tanto piu', etnocentrica :D


#254
Citazione di: Adalberto il 19 Febbraio 2025, 21:43:11 PMTranslator



Nel particolare ti posso dire che non mi è mai piaciuta questa pretesa di assolutezza nel distinguere il bene dal male.


Non piace neanche a me. 

Ma proprio per non distinguere in modo "assoluto", tu personalmente, devi accontentarti di saper "distinguere" (prospettiva immanente) in un mondo socialmente e spiritualmente impazzito, che vorrebbe il trionfo del "bene" al di la' della distinzione dicotomica stessa, ovverosia l'annullamento, o la sussunzione, provvidenzialistica o come grado di perfezione minore, del male (prospettiva trascendente).

Per questo, come ti ho detto rivaluto i manichei. Che a quanto pare, lo avevano ben capito, loro, che Il male desidera il bene, e non viceversa. Se invece accettiamo una logica di redenzione, o di sacrificio, vale il folle, viceversa. In cui Il bene, desidera il male, sia pure per sussumerlo o redimerlo. In questa prospettiva, l'uomo, impazzito della follia "tipica" di un certo "occidente", non si accontenta piu' di distinguere, ma vuole il monismo, oltre la distinzione. Per questo, tu intuisci che le religioni monoteiste "fissano", o meglio inaugurano, un certo tipo di distinzione, piu' "rigido", oltre la distinzione "morbida" tra complementari.

Il metodo della filosofia, lo avrai capito, non e' cercare pedissequamente la traccia storica o etnografica, ma rendere ragione dei concetti, possibilmente attenzionamdo i caratteri, dei tipi umani che li esprimono (la cosiddetta coerenza, che non e' solo fare gli eremiti o morire per la patria).


#255
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
19 Febbraio 2025, 20:40:53 PM
Non desidero quello che non esiste (aldila', concetti trascendenti, significazioni trascendenti del dato di fatto della morte, tra cui: cultura dell'effimero, del negativo, della morte come consolazione, riposo eccetera), nom desidero nulla di nulla di tutto cio',  per mia grande fortuna (piuttosto che merito)...

Quanto a quello che esiste (cioe' questa vita: e veniamo, finalmente, alle cose serie...), vado a momenti, piu' no che si', purtroppo.

Io penso che i mediocri hanno paura della (comunemente intesa) morte, cioe' della morte del se'; le persone, esistenzialmente o spiritualmente "grandi", hanno paura del lutto, cioe' della morte dell'altro. E con esso dell'ulteriore, della "trasformazione" in genere. E il significato della eternita', e' (certo) una eternita' di altro, non certo una eternita' di se', laddove, dell'eternita' stessa, non ci sarebbe bisogno. Difficile, da desiderare, ma non impossibile.

Bisogna comprendere che cosa davvero sia la morte, per comprendere se essa ci fa paura.

La morte, e' entificazione, sottrazione al divenire, e all'assurdo, per essere consegnati all'essere. Consegna, agli altri e al mondo, del (proprio) cadavere, cioe' dell'ente perfetto, e perfettamente razionale. La mietitrice, si', ma del grano in quanto prodotto umano rispetto alla natura selvaggia.

Di questa roba qui, se cosi' immagginata e concepita, e' giusto (cioe' etico) aver paura.

Se, invece, ancora la intendiamo, questa stessa morte dico, come sottrazione, di noi stessi, all'essere, per essere consegnati al divenire e al nulla, cioe' se ancora siamo immaturi, bambini nel senso peggiore del termine... allora...che dire...

Di questa roba qui non e' giusto (e non e' etico) aver paura. Meglio la reterica dell'eroe, dell'immortale, dell'esteta, del piantatore piu' o meno naturale o culturale di semi eterni eccetera. Cioe', "meglio", qui lo dico, nel senso di, meno, peggio.