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Messaggi - daniele22

#241
Citazione di: daniele22 il 16 Febbraio 2022, 18:33:07 PMRiporto qui un estratto da un riassunto tratto dall'Abc della relatività di B.Russel:


"Prendiamo un uomo che cammina per la strada e viene sorpassato da un automobile. Supponiamo che in quel punto della strada vi siano parecchie persone, alcune a piedi e alcune in auto. Tutte procedono a velocità diverse e chi in una direzione e chi in un altra. Dico che se viene emesso un raggio di luce dal punto dove si trova tutta questa gente, dopo che sull'orologio di ciascuno sarà trascorso un secondo, le onde luminose si troveranno a 300.000km da ciascuno di loro per quanto non siano più tutti nello stesso posto. Quando il vostro orologio avrà scandito un secondo, il raggio luminoso sarà a 300.000km distante da voi; e il raggio sarà sempre a 300.000 anche dagli altri, persino a chi va in direzione opposta e che il suo orologio abbia scandito sempre un secondo (supponendo due orologi perfetti). COME PUO ACCADERE?
Il solo modo di spiegare simili fatti è di supporre che gli orologi vengano influenzati dal moto. Non si intende dire che vengono influenzati in maniera tale da potervi rimediare ma è qualcosa di molto più fondamentale."

Mi piacerebbe sentire qualche vostra opinione in merito a questa specie di enunciato con premessa e conclusione


A costo di dire fesserie le dirò. Tralasciando l'esperimento mentale che andrebbe corretto nei dati ritorno al Tema. Ai sensi dell'articolo 80.024, comma 802 /bis del mondo intero ab urbe condita e in riferimento alla rimozione della premessa della fisica (vedi post 71 - i veri e falsi profeti - tematiche filosofiche) dirò ancora una volta bonariamente Dio stramaledica gli inglesi. La tautologia c'è tutta, ma come ogni tautologia un po'informa e l'informazione è nel suo contenuto: gli orologi che vanno più o meno in fretta, ma che si riferiscono comunque al tempo. E questa sarebbe la premessa semi vera da cui tutto consegue. Non so un'ostia di fisica, ma certamente la divulgazione di Russel sarebbe errata. La luce in natura non sarebbe continua, ma quantizzata sotto forma di onde sferiche di cui non immagino proprio la quantizzazione, tanto dell'energia quanto della frequenza, e che partirebbero da ciascuna stella intrigandosi con quello che non sappiamo o sappiamo vagamente, generando qualcosa che chiamiamo gravità ... luce fredda, materia oscura, energia oscura ... e disegnando contestualmente la forma dell'universo
#242
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
03 Settembre 2024, 09:50:37 AM
@Phil
Il post nr.55 è vero al 99% solo perché non riesco a immaginare l'un per cento che lo possa contraddire. Semmai questo 1% sarebbe contenuto nell'informazione "il motivo per cui si siano messi d'accordo".
Della tabella della verità quello che mi ha colpito sarebbe, probabilmente per l'esistenza di un codice matematico binario, il fatto che non si divida il periodo in tre parti, ovvero, premessa - argomentazione - conclusione. Se fosse invece così composta, nella "conclusione", che resta comunque nel vecchio campo della "conseguenza", con un piede qua e uno là, uno stato sovrapposto insomma, nella "conclusione" appunto si paleserebbe il motivo che muove la premessa. La gente non parla a caso. Riferendomi quindi a quell'uno per cento di cui sopra, mi sembra che Eutidemo abbia già messo i piedi avanti in questo senso. Per ora le forze armate, o meglio l'intelligence, anthonyi, non si è ancora pronunciato, anche se a dire il vero è stato lui a gettare il sasso, ma in combutta col principe Rastislav Eutidemo.
Conclusione: il motivo che muove la "premessa", ai miei occhi risulta essere stato rimosso in almeno tre discipline umane: in ordine cronologico la filosofia, la fisica e la linguistica. Sembra che così facendo abbiano fatto il classico passo più lungo della gamba consegnando le questioni che riguardano l'individuo alla scienza. Ai miei occhi è una follia, ma per altri può essere buono. Detto cioè sinteticamente, ammesso che entrambe le visioni socio/economiche, una potenzialmente però (quella attuale), consentano una fruizione "gratuita" dei beni, personalmente preferisco vivere il vecchio "lupus in fabula" piuttosto che creando emozioni con la mentalità che c'è oggi; almeno fintanto che non sia chiaro a tutti l'anello di congiunzione tra filosofia e scienza, che, in senso cronologico inverso dovrebbe giungere dalla teoria del significato nella scienza del linguaggio, che però non è la linguistica attuale, quella del dopo Chomsky, bensì la filosofia, ovvero l'antropologia.
@Eutidemo
Tu confondi il mago Thelma con il profeta, ma lo fai apposta. È solo al tempo che si rivolge un profeta: il suo linguaggio palesa solamente forze che emergono a fronte di forze che si esauriscono; non si occupa di cose o fatti, ma dei fatti miliari che le rendono possibili. La sua maestria sta solo nell'individuare correttamente tali fatti miliari desunti dalla storia che lui realizza guardandosi attorno. Insomma, un buon filosofo è un profeta
#243
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
02 Settembre 2024, 22:47:13 PM
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2024, 15:33:02 PMLa logica formale ha il problema della compilazione dei valori, ossia del rapporto con la realtà delle proposizioni per A, B, etc. Ad esempio, l'implicazione logica A → B, è nel complesso vera o falsa secondo la seguente tavola di verità:

Usare una notazione logica purtroppo non salvaguarda da errori, né formali (può comunque essere usata male, non c'è un correttore ortografico-sintattico per la logica, almeno credo), né contenutistici (assegnazioni di valore ad A e B), ma talvolta può comunque aiutare a chiarire la struttura dell'argomentazione e le relazioni fra gli elementi coinvolti.
Ciao, la prima domanda che vorrei fare è ¿Se io volessi porre a una tavola di verità un responso sul mio post 55 in relazione a ciò che lo precede, cosa direbbe? 
E la seconda, quale sarebbe l'orientamento sulla compilazione dei valori?
#244
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
02 Settembre 2024, 15:34:47 PM
Che mmona!! Bastava verificare che su Mt:24-23,24 cesstà scritto ... CEI eh!, in ottavo ... "Allora, se qualcuno vi dirà: ecco, il Cristo è qui!, oppure è là! Non credeteci ..(sembra vasco).. perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e grandi miracoli...etc .... Vi siete messi d'accordo tu e anthonyi 
#245
Racconti Inediti / Re: SINESTESIA - Tra sogno e realtà
02 Settembre 2024, 09:18:15 AM
Citazione di: Visechi il 01 Settembre 2024, 18:28:23 PMSollevò il viso minuto e puntò lo sguardo su di me.
Restammo in silenzio per alcuni minuti.
Poi, con una dolcezza infinita, con occhi ricolmi di lacrime, mi chiese cosa fosse un'assenza.
Con tenerezza le carezzai una guancia e, forse intimidito, voltai il capo.
In un sussurro, dopo poco, le dissi che non ero in grado di spiegarle cosa fosse, ma che doveva sicuramente essere di color arancio acceso. Lo stesso che assume il cielo pochi attimi dopo che il sole si tuffa nel mare e i suoi cocenti raggi sfrigolano dentro l'acqua, inebriando le nubi di screzi violacei.
Il suo profumo quello del rosmarino, che si effonde nell'aria la sera, quando la calura estiva si stempera, lasciando spazio alla brezza di Ponente che accarezza la pelle, portando con sé le note di canti lontani.
Il suo suono quello leggero del vento che gioca con i rami degli alberi, e della risacca del mare che si frange sulla battigia impreziosendo l'aria di piccole perle arcobaleno, dipinte dal sole che muore.
Una lieve sinfonia prodotta dal mare, dal vento e dagli alberi scossi, cui i grilli fanno da acuto contrappunto.
La sua consistenza seta vermiglia, che lieve ricopre le spalle e svolazza ad ogni soffio di vento.
È una gonna di donna che scopre le gambe. Un sorriso di bimbo, bianco come chicchi di riso, che risplende nel buio. Una mamma che allatta il suo piccolo al seno. È il sonno di un cucciolo protetto e accudito. Son gli occhi dei bimbi africani che guardano il mondo. Una piccola mano protesa cheincontra tantissime mani di mille colori che vogliono stringerla. È la danza gioiosa di giovani donne.
Un bacio di donna. Un campo fiorito dai mille colori. La musica mesta di un pianoforte. Un cantocorale che si sperde nell'aria. Una corsa di bimbi che inseguon sé stessi.

Un'assenza è un ago nel cuore che effonde nell'anima un'immagine dolce di un qualcosa che fu e mai più tornerà, che vive nel cuore, che nessuno potrà mai fare svanire. Un vuoto ricolmo di tanta, tantissima nostalgica gioia.

Non so dirti cosa sia un'assenza.
Commosso, le diedi un bacio sulla fronte e tacqui.

Lei mi guardò e mi sorrise. La presi per mano; salutammo la mamma e il freddo marmo che l'accoglieva, unica presenza di un'assenza incolmabile e la riaccompagnai nella sua piccola casa di roccia.
Ciao. A parte poche, anche qui c'è una certa assenza di espressioni artistiche. Benvenuto
#246
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
02 Settembre 2024, 09:05:18 AM
Citazione di: Eutidemo il 02 Settembre 2024, 06:51:55 AMNon capisco a cosa ti riferisci!
Veramente non so se credi a quello che vai dicendo, ma visto che hai postato su tematiche filosofiche ti richiamerei a stare coi piedi per terra, altrimenti detto "adaequatio rei et intellectus". Se fosse vero che come dici Maometto fosse un falso profeta, o uno sprovveduto, il che, in questo contesto sarebbero più o meno la stessa cosa, io direi al contrario che lo sprovveduto in tal caso sarebbe Gesù. La premessa era questa:
Gesù: "sorgeranno falsi profeti"
Sigillo del profeta, sempre ammesso che la formula non sia stata taroccata dato pure il precedente:"tutti i profeti che sarebbero venuti dopo di lui (Maometto) sarebbero stati dei falsi profeti".
Dato che non si capisce bene come tu possa avere attribuito valore di oggettività a "sorgeranno soltanto dei falsi profeti" e dato che su quella profezia (quella del sigillo) di Maometto ad oggi nulla si può dire ne deriverebbe che il falso profeta sia Gesù. Ma i musulmani, giustamente, avrebbero interpretato il "sorgeranno dei falsi profeti" senza aggiungere quel "soltanto" che hai aggiunto tu, però, a differenza dei cristiani, categorizzano Gesù nella casella dei profeti. Per quel che riguarda la tua incomprensione sulla festa grande che grande poi non è, e dato che mi chiamo Daniele, conformemente al libro del profeta (Daniele) faccio profezie sugli stessi fatti che già si sono già compiuti ... eeeh, ma allora così è facile ... Anzi, di profezie in verità dovrei proprio non farne perché raramente c'azzecco. Ti sarà quindi rivelato ... ah!, ti hanno tolto le armi?
#247
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
01 Settembre 2024, 22:31:02 PM
Citazione di: Eutidemo il 01 Settembre 2024, 17:01:40 PMRibadisco che Maometto, riconoscendo che Gesù era un autentico profeta, poichè lo stesso ha profetato che dopo di lui non ci sarebbero più stati veri profeti, è come se avesse ammesso che lui era un profeta fasullo! ;)

Oggi è festa grande! Liberate quell'impudente, togliete le armi  dalla sua casa e state attenti alle trappole che di sicuro ci saranno ... ah! Anche il porto d'armi, almeno quello legale
#248
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
01 Settembre 2024, 15:30:41 PM
Citazione di: Eutidemo il 01 Settembre 2024, 13:12:11 PM
Ed infatti, poichè Gesù aveva profetizzato che, dopo di lui, ci sarebbero stati dei falsi profeti, Maometto, riconoscendo che Gesù era un autentico profeta, è come se avesse ammesso che lui era un profeta fasullo! ;)
Ma questa non è una "aporia", bensì solo una dimostrazione di quanto Maometto fosse uno sprovveduto! ;D
Forse non ci vuole un profeta, ma tra me e me avevo profetizzato che avresti prodotto la risposta di cui sopra. il fatto è che non sta in piedi, la tua risposta intendo. E ora mi svelo, io non sono il dodicesimo Imam, bensì il duca Mistislav. Se entro le 5, beh, facciamo anche le 6 e trenta  ... che non si dica dopo che tratto male i miei prigionieri ... se entro le sette meno un quarto di domani non mi dirai perché non sta in piedi........ Uhm, forse è meglio non spaventarti adesso. Risparmiati comunque risposte che possano irritarmi
#249
Tematiche Filosofiche / Re: I "veri e i "falsi" profeti
01 Settembre 2024, 10:46:31 AM
Gesù: "sorgeranno falsi profeti",
Sigillo del profeta:"tutti i profeti che sarebbero venuti dopo di lui (Maometto) sarebbero stati dei falsi profeti",
La contraddizione sta, come ha detto anthonyi, nel risolvere un'ambiguità, cioè attribuendo a "sorgeranno falsi profeti" un senso esclusivo prodotto da quel "soltanto".
¿Come si spiegherebbe altrimenti che i musulmani ritengano Gesù un profeta? Mica sono scemi; ne annunciano peraltro un ritorno.
P.Q.M. Nessuna contraddizione
#250
L'ontologia produce necessariamente due vie che hanno a che fare con il principio di indeterminazione di Heisemberg. Da una parte si ricerca la posizione, ovvero l'ente in quanto tale, dall'altra la quantità di moto, ovvero dove sarà l'ente nell'istante futuro... Analogia giusta, o traveggola?
#251
@Phil
Grazie, era solo per curiosità. Quindi si tratta sempre di un'informazione data dall'ontologia, se l'ontologia è lo studio sull'essere dell'ente o più semplicemente lo studio dell'ente al fine di determinare da cosa l'ente sia mosso. Non capisco quindi cosa c'entri la scienza, la quale a mio vedere non avrebbe alcun primato sulla filosofia. E lo si capisce bene quando si consideri che il primo atteggiamento scientifico "arcaico" fu la teologia, il secondo la filosofia e il terzo la scienza. Come dire che da cosa nasce cosa. Ci sarebbe da fare un distinguo per la fede in Dio poiché in questo caso sarebbe irrilevante la ricerca terrena, ma ciò che alla fine rilega è solo un atto di fede. Io non nego la fede, negando bensì ciò che la fede ha prodotto complessivamente fino ad oggi con molti pregi e difetti; nego quindi il valore veritativo di tutte e tre le branche essendo fondate sul valore veritativo della lingua, del logos umano, nego cioè la consistenza del sostantivo che renderebbe sdrucciolevole il terreno sul quale si muove il discorso 
@Koba II
Hai ragione a rilanciare l'indagine ontologica dicendo:
"Si è detto giustamente che le cose non esistono ma sono aggregati che siamo spinti, per ragioni fisiologiche e culturali, a estrapolare dal tutto.
Rimane però la domanda sul perché si è scelto di leggere il mondo a partire da alcuni aggregati piuttosto che altri. La domanda non può trovare risposta dal solo lato del soggetto, dall'ontologia implicita della propria lingua, della propria cultura etc.".
Rispondo allora per l'ennesima volta, e che vale in parte pure per la cellula, che noi conosciamo solo ciò che è utile in funzione del nostro spavento di fronte alla morte futura (la cellula probabilmente ne sta fuori) e in funzione della nostra preoccupazione a stare in prossimità al piacere (anche benessere), ma più che altro distanti dal dolore (anche malessere). Altre ipotesi non vedo, ma siamo qui per valutare
#252
Citazione di: Phil il 30 Agosto 2024, 21:12:12 PMLe questioni risolte in modo perentorio non sono necessariamente tali solo per dogmatismo, anzi il dogmatismo è perlopiù un modo per non risolvere davvero una questione, ma solo per smettere di affrontarla (il che presuppone esattamente che non abbia già avuto chiara e condivisa risoluzione). Quando Koba II chiede se la filosofia «Apporta conoscenza oppure no? Studiando la tradizione arrivo a conoscere qualcosa del mondo...» e gli rispondo che «La risposta è già stata data (e viene per ora confermata) dalla storia» siamo all'antitesi del dogmatismo, ossia alla mera constatazione. Il dogmatismo ti dice «è così, fidati e non chiedermene le prove», mentre l'appello alla storia afferma «è (stato) così, se non ti fidi consulta pure le fonti storiografiche, sono pubbliche e in tutte le lingue». Nel dettaglio, il fatto a cui mi riferivo, ossia che «La filosofia ha contribuito alla conoscenza, in senso contenutistico, sempre meno; con il consolidarsi di discipline specializzate...» non è un dogma, ma un'evidenza storica (sempre fino a prova contraria).
Sul resto del tuo discorso, come detto, sostanzialmente concordo: restando pragmatici, considerando l'umana tendenza a «produrre attribuzioni di senso per questioni vitali»(cit.), non resta che essere governati da altri (o scendere in politica, oppure fare gli eremiti), con la consapevolezza che il passaggio "dall'utopia alla localizzazione", dalle promesse elettorali ai decreti, etc., comporterà inevitabilmente qualche boccone da ingoiare, non ugualmente amaro per tutti, proprio perché non siamo in un'utopia (e comunque non abbiamo tutti la stessa "bocca").


Non c'entra nulla col tuo discorso, essendone invece solo una conseguenza di quanto già stabilito. Bene. Devo dire che sei riuscito a spiazzarmi. Posso solo sperare che la formula che condivido (citandoti): "Il falsificazionismo funziona in ambito epistemologico, mentre in ambito esistenziale è inevitabilmente preda delle aporie proprie dei meccanismi di attribuzione di senso, la cui assolutizzazione è costitutivamente e strutturalmente u-topica", sia questa formula appunto e in un certo senso "farina del tuo sacco" e non sia invece già di dominio in ambito Accademico. Il mio timore infatti, già in quel nucleo di un dialogo che postai nel tema filosofico "esistenza e conoscenza" più di tre anni fa, veniva così espresso:
"- Caspita! Sicuramente hai fatto scoperte inaudite per produrre pensieri sì nebulosi. In ogni caso non mi hai ancora detto nulla.
- Perché ho paura che siano scoperte fasulle, tra l'altro sarebbe solo una la scoperta ... O peggio! Temo che lo sappiano tutti, la scienza intendo, e che anche sapendolo ciò non abbia prodotto nulla di fruttuoso ... E ti assicuro che si tratta senz'altro di una bella avventura psichica ... Naturalmente io non ho contatti con filosofi, antropologi, psicologi, neuroscienziati e via dicendo ... dico ... si fa presto a scambiar la luce della lampara per quella della luna.".
Quindi, nella malaugurata ipotesi che sia di dominio dell'Accademia, potresti fornirmi qualche succinta coordinata sulla disciplina che la formulò, sul modo e sul tempo storico in cui è stata accettata?
Fermo restando che tale formula sia comunque informativa e di natura filosofica, dato pure che io sono giunto alla medesima conclusione senza metodo alcuno che non sia quello selvaggio
#253
Citazione di: Phil il 30 Agosto 2024, 10:35:03 AMTemo tu mi abbia confuso con altri (forse iano?), non ti ho imputato un "dogmatismo ben celato" né altre posizioni. Su cosa accadrebbe in assenza di prospettivismo umano, siamo probabilmente d'accordo, ma di fatto l'uomo quel prospettivismo ce l'ha (o meglio, lo è).
Una premessa su Cacciari. Il suo porsi (video postato da Green demetr) potrebbe essere anche veritativo in senso forte. Non ho letto ancora il suo libro, ma una quindicina di giorni fa, sul tema del diritto alla cittadinanza, durante la trasmissione "in onda" Luca Telese si è rivolto a lui dicendogli espressamente: "Lei, che da riformista etc etc". Il professore ha bofonchiato qualcosa prima di rispondere e poi ha iniziato con: "Ci sarebbe semmai da decidere se io sia un riformista o un rivoluzionario".
Detto questo, non ho mai percepito accuse di essere un dogmatico, né da te, né da iano. La mia stizza era provocata dal tuo potenziale dogmatismo in questa tua affermazione: "La risposta è già stata data (e viene per ora confermata) dalla storia, al punto che diventa difficile riaprirla con un «secondo me...».". Se io leggo la frase senza dargli un senso non vi è traccia alcuna di dogmatismo, eppure io ho percepito un'astuzia ... è sembrato ai mie occhi cioè che tu avessi già cassato la questione (dogma). Fine del discorso. Ora ti mostri in accordo con me circa un generico prospettivismo umano. Sono andato quindi a rileggere con attenzione il tuo post 60 perché ricalcavi con altre parole quello che avevo detto ad Alberto nel post 59 circa il fatto che la scienza certifichi le sue verità attraverso un metodo, mentre in filosofia tale certificazione di fatto non ci sarebbe. E infatti così diceva il tuo pensiero: "Il falsificazionismo funziona in ambito epistemologico, mentre in ambito esistenziale è inevitabilmente preda delle aporie proprie dei meccanismi di attribuzione di senso, la cui assolutizzazione è costitutivamente e strutturalmente u-topica". È per me chiaro che noi si viva in questa "costrizione" , condizione dovuta probabilmente al fatto che nel qui e ora, a parte quando si agisce in automatico ci troveremmo sovente a produrre attribuzioni di senso per questioni vitali o dintorni. E così assolutizziamo la attribuzione di senso con la nostra azione in risposta, a volte urgente; e di fatto passiamo da un'utopia a un luogo. Proprio come quando si certificò la proprietà privata; di questo ne parlai un paio d'anni fa con anthonyi. Visto quindi che quando si dialoga si producono in risposta solo azioni verbali va da sé che queste siano ineluttabilmente assolutistiche. Ma questa sarebbe una certificazione del nostro essere irrazionali, o solipsisti, o soggettivisti. Non ti sembra? Ma se siamo tutti così che senso ha farci governare da altri "matti"?, sempre dando per scontato che allo stato attuale delle cose non si possa procedere che così. Cambiasse però almeno la prospettiva di azione anziché insistere ancora su quella via
#254
@Phil
Premetto che il mio post era poco meditato, innescato più che altro da un senso di stizza nei confronti del tuo dire che grazie all'ambiguità del logos umano aveva per me il sapore di un dogmatismo ben celato. Ovviamente la mia stizza è priva di qualsiasi fondamento, ma si manifestò.
Comunque possiedo una parziale comprensione del pensiero orientale (A.Watts e Suzuky) ed era proprio Suzuky a banalizzare la conoscenza umana in quanto semplice emanazione derivante dalla separazione del conoscente dal conosciuto. Forse non sarà la stessa cosa che separare "io" da "altro da me", ma secondo te,¿se non esistesse la percezione, la conoscenza, del dolore e del piacere, si attuerebbe la conoscenza? Non ci troveremmo invece di fatto in un luogo senza il problema che sarebbe responsabile del fatto che noi si attui tale separazione? Questa è la domanda che io pongo all'Essere, o anche all'esserci dato che si tratterebbe della stessa cosa, la cui risposta apre a due realtà ben distinte che implicherebbero, a mio giudizio, inauditi giudizi sulla giustizia e sull'etica.
Un vettore (la conoscenza che aspira a trascendere) abbisogna di intensità, direzione e verso e io rilevo un'intensità che va scemando e un verso errato, tutto qua
#255
@Phil 
Il fondamento dell'ipotetico "cuore della cosa" emerge dalla conseguenza di non rendersi conto che la separazione tra io e altro da me ("la cosa") non ha alcun fondamento.
La cosa non è un nulla perché se corro nella direzione di un muro mi fermo, tanto che sia fatto di mattoni quanto di atomi. Se fosse semplicemente "realtà esterna al mio corpo" come si sarebbe sviluppata la scienza? 
Il riaprire la filosofia con un "secondo me", come sta facendo peraltro Cacciari, ha senso perché probabilmente i grandi del pensiero erano asserviti alla propria condizione sociale. E qui emerge tutta l'ambiguità del logos umano. Un buon esempio è dato da Keines se non sbaglio quando disse che si rendono conto (gli economisti) che il capitalismo è brutto e cattivo, ma guardandosi attorno non vedevano nulla di alternativo. Arte del nascondersi! Da quando in qua uno che sta assettato in una comoda sedia metterà la prima pietra per privarsi magari di privilegi di cui gode? Suvvia, cerchiamo di non fare gli scolaretti