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Messaggi - Socrate78

#241
Il problema sta anche nel fatto se la psichiatria possa essere considerata a tutti gli effetti una scienza medica. Una scienza medica per essere tale deve sostanzialmente prevedere questi passaggi: Sintomi e segni del paziente- ipotesi diagnostica (ad esempio polmonite)- conferma strumentale (TAC, risonanza magnetica, radiografia, ecc.)- terapia conseguente o chirurgia.
La psichiatria salta il passaggio fondamentale della conferma strumentale, poiché lo psichiatra diagnostica il problema (ad esempio la schizofrenia) soltanto ascoltando i sintomi e i segni del paziente (allucinazioni, pensiero destrutturato, ecc.), ma non fa alcun esame cone una TAC o una risonanza magnetica del cervello per scoprire la causa e passa direttamente alla terapia farmacologica. Questo modo di procedere non è antiscientifico, poiché si "cura" qualcosa di cui non si sa la causa vera e quindi non si può nemmeno stabilire che cosa sia davvero?

#242
Secondo voi la follia (definita sempre in rapporto al concetto relativo di normalità) può essere un modo alternativo di percepire la realtà, in cui la persona ritenuta "folle" in realtà è particolarmente a contatto con se stessa, molto più del soggetto normale? Ad esempio uno schizofrenico che vede cose che non esistono, in realtà potrebbe vedere, materializzandole nelle allucinazioni, le proprie pulsioni inconsce, di conseguenza l'allucinazione non sarebbe così falsa, perché rappresenterebbe la sua realtà interiore e i suoi desideri. Di conseguenza la follia potrebbe anche essere una forma di neuro-diversità in cui si è più a contatto con il proprio inconscio rispetto alla normalità. Curare il folle  significherebbe in questo caso semplicemente spegnere qualcosa che rappresenta una particolarità: ad esempio lo scrittore William Blacke sembra che soffrisse di allucinazioni, ma forse proprio questo aveva dato linfa alla sua ispirazione artistica e forse lo metteva in contatto con un mondo spirituale.
Se si ammette inoltre la possibilità dell'esistenza di realtà spirituali (angeli, demoni, Dio, ecc.) non sarebbe possibile che in realtà almeno qualcuno di questi "folli" sia davvero più in contatto con questo mondo rispetto ai normali, e quindi la sua follia sarebbe in realtà una sorta di sesto senso?

Lo psichiatra e criminologo Vittorino Andreoli, una volta, fece un'analisi della personalità di Santa Teresa d'Avila, definendola affetta da una forma di delirio mistico con tratti schizofrenici: lo psichiatra però parlò da ateo/agnostico, e non tiene in considerazione il fatto che invece Santa Teresa d'Avila, con le sue visioni, le sue estasi, poteva effettivamente essere più in contatto con un mondo spirituale rispetto ad un soggetto definito normale.
Oggi un soggetto come Teresa D'Avila finirebbe sicuramente in un centro di igiene mentale, non sarebbe compreso, poiché la secolarizzazione della società ha fatto sì che determinati fenomeni siano considerati tendenzialmente come un delirio, e non come un reale contatto con la spiritualità.
Anche secondo voi la follia potrebbe essere vista in alcuni casi come una sorta di visione alternativa e geniale del reale, e non solo come patologia?
#243
Esaminiamo un attimo la questione dell'esistenza o inesistenza di Dio da un punto di vista oggettivo, nel senso sforzandosi (anche se è difficile) di non propendere per una visione piuttosto che per un'altra. Poi vediamo quale delle due ipotesi secondo voi è più probabile. Forse il topic è anche più adatto da inserire nella sezione filosofia, ma visto che si parla di Dio mi sembra opportuno inserirlo nella sezione "Spiritualità".
RAGIONI DELL'ESISTENZA DI DIO
Secondo me una delle ragioni dell'esistenza di Dio (o si può anche dire di una Mente Cosciente immateriale) sta nel fatto che tutto nel mondo avviene secondo leggi ben precise che poi determinano il funzionamento degli organismi, nella natura sono presenti le cosiddette CAUSE FINALI: le cellule del nostro organismo si differenziano ad esempio ciascuna per svolgere una determinata funzione, lo stomaco è finalizzato a digerire, il rene per secernere l'urina, il cervello per trasportare pensieri ed informazioni tramite le sinapsi e comandare l'intero organismo, ogni cosa sembra essere al suo posto e con una funzione precisa. Ora, come può uno zigote iniziale da solo (senza una coscienza) agire in maniera intelligente e in modo tale da produrre un prodotto ordinato e finalizzato come il corpo umano? Evidentemente esiste un'Intelligenza che informa la materia e la guida, e quest'Intelligenza può essere definita Dio.
B) Le leggi dell'Universo sono fatte in modo da far sì che esso si conservi e non si distrugga, il Big Bang sarebbe nato da un'energia iniziale che poi ha prodotto prima i quark e i fotoni, e successivamente l'intera materia e gli elettroni, ma tutti gli elementi poi si sono uniti secondo regole ben precise che sono studiate nella chimica e queste regole sono alla base della vita: il DNA ad esempio contiene tutte le informazioni che permettono poi al futuro organismo di diventare quello che è, quindi è come se la materia fosse stata "programmata" da un'intelligenza per produrre i singoli organismi secondo determinate regole. Anche qui sembra intuibile la presenza di un principio metafisico che tutto ordina e programma.
C) Un'altra ragione, anche se discutibile, può essere data dalle testimonianze di eventi inspiegabili dalla scienza e che sono qualificati come "miracoli": persone che guariscono da gravi malattie dopo aver invocato la divinità o dopo aver sentito voci misteriose, apparizioni in cui i veggenti hanno avuto messaggi che contenevano cose che non potevano conoscere, testimonianze di pre-morte in cui i sopravvissuti dichiarano di aver incontrato parenti defunti o altre "entità" da cui hanno ricevuto profezie che poi si sono avverate, miracoli eucaristici, ecc. Questi sembrerebbero indizi della presenza del soprannaturale o dell'anima.
RAGIONI DELL'INESISTENZA DI DIO
A) La vita delle singole persone appare spesso casuale, drammatica: vi sono individui che nascono con gravissimi handicap e malattie e muoiono in poco tempo, mentre altri sono fortunati e vivono in salute: se ci fosse un Dio agirebbe in maniera sicuramente più logica e giusta, invece sembra che tutto ciò che accade all'uomo sia lasciato al caso, senza una logica apparente (a meno che noi non riusciamo a vederla....).
B) Nella storia della Terra vi sono stati cataclismi, ere glaciali, impatti con asteroidi che hanno distrutto periodicamente una gran quantità di forme di vita prima esistenti: forse non erano importanti nel progetto di Dio ed andavano distrutte? Questa casualità negli eventi terrestri sembra deporre a sfavore dell'esistenza di un principio metafisico intelligente e fa pensare che il mondo sia retto dal caso.
C) Se Dio, come descrivono le religioni, è un Essere infinitamente Buono, come mai spesso l'essere umano (che dovrebbe essere creato ad immagine di Dio) ha dato prova e continua a dare prova di molta cattiveria, meschinità, è capace di azioni crudeli? Evidentemente non si trova nell'essere umano quel riflesso divino che viene sostenuto dalle religioni.
D) L'idea di Dio è stata spesso usata come strumento di controllo sociale per chi era al potere, è stata costruita un'immagine della Divinità in funzione di un controllo sociale dei comportamenti delle persone, con la rappresentazione di un Dio personale che giudica e punisce chi non rispetta determinate regole, che poi sono stabilite da chi comanda la società: ciò fa pensare ad un'origine sociale ed umana di molte religioni e mette in grave discussione il concetto di RELIGIONE RIVELATA.
E) Dio non è esperibile con i sensi e nemmeno con altri strumenti più sofisticati (microscopi, ecc.), quindi se dobbiamo adottare un criterio scientifico siamo obbligati a concludere che la sua eventuale esistenza non è dimostrabile né falsificabile e siamo scientificamente portati più a credere alla sua inesistenza.
Secondo voi quale degli argomenti che ho citato pesano di più? Quelli a favore della fede religiosa o dell'ateismo?
#244
Attualità / BUON NATALE A TUTTI!
26 Dicembre 2021, 18:42:24 PM
Tanto ormai l'inverno nemmeno più esiste veramente visto che il clima è diventato caldo (troppo caldo per i miei gusti, io vorrei sempre freddo e neve, addirittura gelo!), quindi cade anche il ragionamento del Natale come associato al troppo freddo. Quale freddo? A stento riesce a fare una gelata degna di questo nome, non nevica quasi più, piove a quasi 3000 metri di quota,  d'inverno c'è sempre il sole e la mitezza, gli inverni sono diventati o siccitosi e miti oppure una brodaglia piovosa, un clima schifoso per tanti aspetti, almeno per me è un clima schifoso.
#245
Attualità / BUON NATALE A TUTTI!
25 Dicembre 2021, 22:03:34 PM
Io Niko ci credo invece veramente e non in modo falso, quindi abbi rispetto per me che ci credo veramente in quella divinità che tu definisci archeo-salvifica.
#246
Non solo, un'altra cosa molto grave è che sul luogo del delitto non è stata fatta l'indagine importante con il LUMINOL, una sostanza chimica che è in grado di rilevare tracce di sangue anche quando le tracce ematiche sono state a lungo ben lavate! Il luminol avrebbe rilevato molte cose sulla dinamica delittuosa, su DOVE è avvenuto il crimine, se il corpo è stato trasportato da un luogo all'altro della casa, si poteva comprendere molto sulla dinamica. Ma non è stato fatto, ed è un'evidente e grave anomalia.
Inoltre vi è anche un'intercettazione molto strana di un discorso tra Viola Giorgini e una sua amica, in cui si dice: "Le pistole sono rimaste per tutto il giorno appoggiate sul DIVANO...", questa frase (un po' oscura a dire il vero) sembra suggerire che le armi non fossero nel bagno di caso, ma nel soggiorno dove c'era il divano, quindi il reato sarebbe avvenuto nel salone e successivamente il corpo sarà stato trasportato nel bagno che si trovava al piano di sopra.
Ma senza l'indagine del LUMINOL la dinamica per forza è rimasta oscura. Non sono stati sentiti molti vicini di casa che sono stati intervistati soltanto in trasmissioni televisive, come le IENE, quindi sembrerebbe che questo Antonio Ciontoli godesse della protezione di molti membri delle forze armate e forse persino appoggi politici essendo membro dei servizi segreti, visto che il PM non ha disposto il sequestro della casa.
#247
Secondo voi esiste veramente una legge morale UNIVERSALE, cioè un'idea universale di bene e di male scritta nella ragione di ogni uomo, a prescindere quindi dall'educazione ricevuta, dalla religione, dalla cultura di appartenenza? Per Kant tale legge esiste e trascende ogni cultura e si esprime nella forma dell'imperativo categorico "TU DEVI", sarebbe una voce della coscienza che di fronte alle scelte morali ci spinge a prendere la scelta eticamente corretta, poi possiamo anche non seguirla, ma per Kant questa legge esisterebbe davvero. Il relativismo etico, invece, propende per l'idea che i valori etici non siano mai universali, ma siano sempre relativi alla cultura e alle contingenze storiche, quindi si tratta di convinzioni momentanee e puramente convenzionali, suscettibili di cambiamenti e di modifiche. La prospettiva relativistica sembrerebbe vera, infatti i valori etici sono cambiati moltissime volte nel corso della storia, ad esempio nell'antica Grecia la pederastia era accettata socialmente, in alcune culture antiche la prostituzione era addirittura ritenuta sacra (i popoli Cananei precedenti agli ebrei), i sacrifici umani agli dei erano ritenuti azioni giuste e persino sacre. Adesso però tali pratiche vengono ritenute errate e barbare, quindi vi è stato un mutamento nella percezione del bene e del male, e questo sembrerebbe dar ragione ai relativisti. Tuttavia vi è un'obiezione che si può fare al relativismo ed è questa: come mai, ad un certo punto, determinate azioni e pratiche sono state ritenute sbagliate? Evidentemente ciò è accaduto perché i mutamenti storici e l'evoluzione della civiltà hanno fatto sì che si RISVEGLIASSE la legge morale presente negli uomini, ma questa legge morale era presente anche prima, soltanto che era soffocata dai pregiudizi, dall'educazione distorta, dal fanatismo religioso, dalle strutture sociali primitive, insomma da mille fattori che non rendevano gli uomini consapevoli di questa legge morale universale, ma essa comunque esisteva. Se nell'uomo non fosse esistita a priori la coscienza morale, allora tali azioni non sarebbero nemmeno ritenute riprorevoli, anzi, molto probabilmente l'uomo non avrebbe nemmeno sentito il bisogno di dividere le azioni in buone ed abiette, avrebbe agito soltanto per il proprio utile immediato senza porsi il problema dell'eticità dell'agire in sé.
Il fatto stesso che l'uomo abbia elaborato principi morali che vanno al di là dell'utile immediata (che deriva dall'istinto di conservazione) fa propendere per l'esistenza di una legge morale iscritta nella ragione, e tale legge sarebbe quindi universale, è presente in potenza in tutti gli uomini, sono poi le condizioni sociali a risvegliarla e a tradurla in atto.  Qual è il vostro pensiero in proposito? Siete orientati verso il relativismo etico oppure ammettete l'esistenza di una legge morale universale presente nell'uomo e quindi nella possibilità (forse utopistica) di definire un'etica valida per tutti?
#248
Un altro elemento che emerge tra le maglie di questa complessa vicenda di Marco Vannini consiste anche nel ruolo che potrebbe aver avuto Martina nel comprendere che il fidanzato era in una condizione di gravità a causa del colpo sparato. Martina, in tutti gli interrogatori, ha sempre asserito di non essersi resa conto che fosse partito un colpo dalla Beretta del padre, poiché, a suo dire, Antonio Ciontoli avrebbe detto che il rumore era stato prodotto da un "colpo d'aria" uscito dalla pistola! Quindi per Martina Marco non era stato colpito e tutti i suoi lamenti erano dovuto a un non precisato "attacco di panico", si sarebbe cioé spaventato per quel finto sparo. Ma quando hanno portato Marco dal bagno (se si dà per scontato che il crimine sia avvenuto lì, cosa non certa) alla camera da letto, Martina avrebbe sicuramente visto che la ferita sanguinava e, inoltre, ciò accadeva subito dopo il colpo di pistola, non ci vuole molto per fare 2+2. Inoltre non è credibile che Martina non si rendesse conto della gravità delle condizioni del fidanzato, poiché lei studiava scienze infermieristiche e tra i primi esami che si danno all'università vi è proprio quello di anatomia, ti insegnano a riconoscere i sintomi di condizioni come un'emorragia interna (pallore, freddezza alle estremità, torpore, sofferenza cerebrale, ecc.), e questi segni Marco li aveva tutti, era infatti pallido, il suo corpo presentava segni di dispersioni di calore, parlava male (mancanza di ossigeno al cervello), tanto che l'operatrice del 118 contattata da Antonio Ciontoli si chiede se per caso fosse "diversamente abile", poiché il suo modo di parlare era simile a quello di una persona con gravi handicap o con un ictus in atto. Ma la strategia difensiva di Martina e anche di Maria Pezzillo (le donne di casa) era sempre stata quella di sostenere che per molto tempo non si erano rese conto che era partito un colpo, nonostante le urla di Marco e il suo stato di coscienza alterata.
Vi è anche un altro particolare. Quando i paramedici giungono a casa del Vannini, lo trovano che era sdraiato a terra con le gambe tenute sollevate (avrebbero potuto farlo stare ad esempio sul divano, invece lo tenevano A TERRA), cosa sbagliatissima per un paziente che ha un'emorragia interna al torace, poiché in questo modo il sangue defluisce ancora di più al torace e il resto del corpo perde ossigeno. Secondo me lo sapevano che così acceleravano un processo in atto, quindi anche il fatto di tenerlo a terra con le gambe sollevato era "studiato" apposta per provocare prima il decesso.
#249
@Eutidemo: Sì, condivido le tue osservazioni, tuttavia la questione della doccia o del bagno alle 11:00 passate di sera (quasi di notte!) non mi torna per il fatto che non si tratta di un'ora consueta per una doccia o un bagno, inoltre Marco Vannini aveva lavorato tutto il giorno come bagnino e credo che prima di recarsi dai Ciontoli si sia fatto anche una doccia come si fa dopo una giornata di mare, quindi non vedo il bisogno di farsene un'altra a quell'ora così tarda.
Inoltre, non so se lo sai, ma tra gli altri particolari del caso vi è la maglietta scomparsa del Vannini, Marco possedeva una maglietta blu con la scritta "Majorca" e questa maglietta non si è più trovata, poiché non era tra i vestiti che la famiglia Vannini aveva recuperato da casa Ciontoli. Evidentemente è plausibile che la maglietta sia stata fatta sparire dai Ciontoli proprio perché conteneva la prova dello sparo, forse vi era del sangue e un buco, quindi l'avranno gettata via per liberarsene.
Un saluto :)
#250
Io invece penso che non ci sia stato nessuno scherzo e che abbia proprio sparato intenzionalmente Federico Ciontoli e per uccidere il Vannini. La mia teoria è forse fantasiosa ma vorrei esporla qui, I vicini infatti poco prima dell'ora dello sparo (le 11:20 circa della sera del 17 maggio 2015) sentono una discussione accesa tra Marco e la fidanzata Martina, con una voce femminile (quella di Martina) che dice: "Lo vedi papà, lo vedi papà. In quel "LO VEDI" secondo me vi è tutto il movente dell'omicidio, Martina aveva scoperto qualcosa di molto compromettente che riguardava Marco Vannini e lo ha mostrato al padre Antonio. Successivamente, pochi minuti dopo del litigio, i vicini sentono lo sparo che fa un rumore piuttosto soffocato, tanto che non pensano ad un colpo di pistola. Che cosa avrebbe scoperto Martina? Si possono fare ipotesi, ma potrebbe aver scoperto che il Vannini la tradiva proprio con VIOLA GIORGINI, la fidanzata di Federico Ciontoli! Ecco quindi un movente grave, il tradimento di Marco Vannini all'interno della famiglia Ciontoli, per cui Federico, mosso dall'odio, avrebbe sparato a Marco, visto che gli rubava la fidanzata e per giunta facendo un grave torto anche alla sorella Martina. Un tradimento consumato all'interno del nucleo familiare e da lavare con il sangue quindi. Il fatto che i soccorsi siano stati ritardati sarebbe in quest'ottica fatto apposta per provocare il decesso, i Ciontoli avrebbero calcolato diabolicamente il tempo per rendere Marco impossibilitato a dire che gli aveva sparato e per farlo dissanguare lentamente.
Non solo, ma vi sono anche altri particolari raccapriccianti e macabri che si intravedono. Il foro lasciato dal proiettile era apparso ai sanitari che visitano il Vannini in questi termini: "Un buchino piccolissimo, che sfido chiunque a dire che fosse il foro di un proiettile perché era ASCIUTTO, quasi cicatrizzato, come se fosse una bruciatura di sigaretta". Sono le parole della paramedica che ha esaminato il corpo di Vannini. Antonio Ciontoli aveva affermato alla telefonata al 118 che Marco era "caduto" e si era fatto "un buchino" cadendo su un "pettine a punta" (cosa IMPOSSIBILE, come ci abbiano creduto resta un mistero). Ora, che cosa era necessario fare per rendere quantomeno credibili tali parole? Era necessario nascondere il foro del proiettile e manometterlo, per farlo sembrare un piccolo buco, una bruciatura di sigaretta. Come avrebbero fatto? Secondo me i Ciontoli hanno asciugato la ferita del Vannini con il Phon per capelli per cauterizzarla e farla sembrare appunto una bruciatura di sigaretta, provocandogli di conseguenza dolore a causa del conseguente bruciore, infatti i vicini sentono Marco urlare di dolore dicendo più volte a Martina: "Ti prego, basta, Martì, basta....", le stesse parole che pronuncerebbe una persona torturata che supplica il suo aguzzino di cessare la tortura.
Infatti durante la deposizione Maria Pezzillo, moglie di Antonio Ciontoli, dichiara che dopo che il Vannini aveva fatto la doccia gli avevano asciugato i capelli, ma quando i paramedici giungono all'abitazione (alle 12:20 circa) Marco Vannini aveva i capelli BAGNATI, quindi non era vero che la famiglia gli aveva asciugato i capelli, poiché altrimenti sarebbero stati asciutti! Inoltre Marco Vannini aveva delle tracce di polvere da sparo sulle sue SCARPE, quindi non era affatto vero che era nudo a farsi la doccia nella vasca da bagno al momento dello sparo, forse era sì in bagno, ma ben vestito e con le scarpe: la doccia gliel'avranno fatta DOPO, l'avranno spogliato, sottoposto a doccia per lavarlo dal sangue, e ovviamente avendo un proiettile in corpo tutti questi spostamenti del corpo non facevano altro che provocargli emorragie interne continue ed atroci dolori, infatti i vicini non sentivano altro che urla provenire dall'appartamento, una vicina non sentita in tribunale  sostenne persino che le urla di Marco erano paragonabili a quelle di un maiale che veniva scannato! Sono stati gli spostamenti del corpo a causare la progressione del proiettile dal braccio (sotto l'ascella) sino al torace e poi al cuore, e i Ciontoli sapevano benissimo che agendo in questo modo avrebbero aggravato le condizioni di Marco, ma per me ne volevano la morte ed erano assolutamente coscienti di questo.
Secondo me tutti i Ciontoli per l'estrema gravità di questo crimine avrebbero meritato come pena un ergastolo OSTATIVO, cioé con la negazione di tutti i permessi previsti dalla legge, in galera per sempre e senza possibilità di riscatto gettando la chiave. Comunque secondo la mia non dimostrabile teoria non c'è stato NESSUNO SCHERZO, ma il movente è da ricercare in un tradimento subito da Martina (forse neanche con Viola Giorgini), percepito come particolarmente grave dal nucleo familiare e quindi un'onta da lavare con il sangue. Quest'ipotesi è corroborato anche dal fatto che la madre di Marco aveva affermato che 15 giorni prima del delitto Antonio Ciontoli aveva detto a Marco: "Tu ora esci da questa casa e non farti mai più vedere!", la madre aveva detto di non sapere il motivo di queste parole, ma a mio avviso erano dettate dal fatto che vi era un sospetto di tradimento, tanto che i due fidanzati si lasciano temporaneamente per poi ritornare insieme proprio pochi giorni prima del crimine.
#251
@jACOPUS: La medicina e la scienza sono in EVOLUZIONE, quindi non è affatto detto che quello che si afferma oggi sia definitivo, tra un secolo tutto potrebbe essere molto rivisto, con conclusioni ben diverse. Secondo me il fatto che tutto parte sempre e solo dal cervello è falso, perché il cuore stesso ha un cervello di circa 50.000 neuroni, e questi neuroni sono in grado di imparare, prendere decisioni rapide, ricordare, e le informazioni partano non solo dal cervello al cuore, ma anche dal cuore al cervello in un dialogo continuo. Il paradigma secondo cui il cervello è l'unico comandante assoluto a mio avviso è superato, esistono in realtà TRE cervelli diversi: quello della corteccia (sede del giudizio razionale), del sistema limbico e appunto del cuore. Questi tre cervelli sono in sinergia tra di loro, ma non esiste uno che comanda sugli altri e gli altri eseguono passivamente. E poi io penso che la Coscienza o Anima sia staccata dal corpo, e sia un'energia che determina lo stato di tutto il corpo, io non credo nelle teorie materialistiche. Anzi, io ritengo pure che una parte di coloro che la psichiatria definisce "folli" perché avrebbero delle allucinazioni (voci che gli ordinano di fare determinate cose), in realtà alcuni non siano soltanto dei pazzi allucinati, ma alcuni di loro siano veramente in contatto con entità che si insinuano nella loro mente/Anima (per me spesso si tratta di DEMONI) e vogliono portarli a compiere azioni spesso abiette, dannose per se stessi e gli altri. La psichiatria in particolare secondo me è una PSEUDOSCIENZA, tutti i suoi assunti sono indimostrati assolutamente e non vi è nessuna dimostrazione scientifica secondo cui le malattie mentali derivino da squilibri cerebrali, anzi, non vi è nemmeno nessun accordo tra gli psichiatri su quale sia l'equilibrio corretto nei neurotrasmettitori, nessuna dimostrazione secondo cui con un basso livello di serotonina o dopamina si sia veramente depressi. Molti pazienti depressi con gli psicofarmaci sono peggiorati e sono giunti al suicidio addirittura, prova evidente che fin dall'inizio non vi era alcuna prova che i loro sintomi derivassero da mancanza di serotonina o altri neurotrasmettitori. E mi ritengo assolutamente libero di avere la più totale sfiducia nella psichiatria e nella psicologia.
Non solo, sono documentate esperienze di persone clinicamente morte (con cuore fermo anche per più di mezz'ora) che hanno visto se stesse all'infuori del corpo riferendo perfettamente tutti i particolari che avevano attorno, i dottori che cercavano di rianimarle, i discorsi che i parenti facevano, alcuni di loro erano addirittura in procinto di essere trasferite in obitorio quando sono ritornate alla vita: successivamente affermano di essere entrate in contatto con entità luminose che gli avevano detto che non era ancora giunto il loro momento per morire e che dovevano tornare alla vita.  Era il cervello a produrre tutto questo? Secondo me NO, era la loro anima che si era svincolata dai legami fisici e quindi si trovava all'infuori del corpo, in un'altra dimensione che esiste ma a cui noi non abbiamo accesso.
#252
@Jacopus: Il bene non è affatto solo un fatto cerebrale, questa è una teoria materialistica che io NON condivido e non ritengo vera. Il cervello è solo un mezzo per veicolare la vita della coscienza, è come il televisore che accendi quando vedi un programma, il programma esiste indipendentemente dal mezzo che usi, certo se il mezzo non funziona bene vedrai male il programma, ma il programma esiste lo stesso, è solo il mezzo che è inadeguato. Il bene è scritto nella Coscienza spirituale, ed anzi io non credo nemmeno che la sede di questa coscienza debba ricercarsi nel cervello, hai mai visto ad esempio una persona che quando dice "IO" si porta la mano sulla testa? E' un dato importante se ci pensi, quando diciamo "IO" ci portiamo tutti la mano sul CUORE, non sulla testa, questo significa che individuiamo istintivamente nell'organo CUORE la sede principale della coscienza. Il cuore infatti ha dei neuroni, esiste un cervello nel cuore, ed è da lì a mio avviso che partono tutte le vibrazioni energetiche dell'anima che influenzano il corpo intero, quindi anche il cervello, come anche gli altri organi. Il cuore genera il più potente campo elettromagnetico del corpo umano ed è connesso all'anima in maniera forte, la sua attività genera legami con tutto il corpo.
#253
Secondo me, ma ne sono convinto, l'Inferno esiste purtroppo veramente ed è una condizione dell'anima (Anima come Coscienza) in cui dopo la morte l'energia della persona (a cui sono associati pensieri e sentimenti) produce un mondo orribile che è lo SPECCHIO di una condizione interiore di cattiveria e di lontananza dall'amore. Tutto è ENERGIA, quindi anche l'anima è da intendere come un ammasso di energia quantica a cui sono associati determinati stati d'animo e pensieri. L'anima, separata dal sommo Bene che è Dio come Amore, va lontano dal bene. Non è Dio a mandare all'Inferno, ma è la Coscienza della persona a produrre la realtà negativa che la circonda, nell'Al di là saremo solo pensiero puro e quindi se siamo pieni di odio produrremmo una realtà negativa attorno a noi. Non solo, ma staremo insieme alle anime che la pensano come noi, poiché l'anima non è altro se non vibrazione energetica, ed una vibrazione associata all'invidia, al male, all'odio, non fa altro che essere attratta dalle altre vibrazioni simili: quindi si ha una condizione in cui l'anima non fa altro che soffrire, perché vede con chiarezza il male presente in essa e anche quello delle altre anime. L'anima ad esempio di un assassino violento sarà attratta da anime simili, e quindi ci sarà uno scenario di odio reciproco, paura, repulsione, pensieri di odio trasmessi telepaticamente tra le anime e cose simili. Oppure se una persona in vita è stata attaccata troppo alle cose materiali, viziosa e dipendente dai piaceri terreni, ecco che si può produrre un altro tipo di scenario infernale, l'anima resterà legata alla Terra e ricercherà di continuo vagando i piaceri che amava nella vita, senza poterli ottenere (poiché sarà puro spirito), un supplizio di Tantalo insomma. E a chi dice che di inferno non bisogna parlare perché produce paura, io dico che invece la paura di far finire la propria anima nella condizione descritta sopra bisogna averla, poiché in questo modo si lavora su se stessi e si evita di rimanere invischiati nel male.  Io credo però che l'Inferno non sia ETERNO, poiché Dio, nel suo Amore, fa sì che l'anima nello stato infernale ad un certo punto comprenda i suoi errori e la sofferenza sperimentata servirà allo spirito per evolvere, per comprendere che senza Dio non c'è pace, salvezza, amore, futuro, c'è solo un deserto di male, quindi per quanto l'anima possa essere immersa nel male prima o poi sarà salva.
Il Paradiso è l'opposto, l'anima, che è nell'amore puro, produrrà una realtà di Luce attorno a Lei, sarà attratta dalle altre anime che sono nel Bene, e quindi si produrrà un contesto di assoluto benessere, tanto più intenso tanto più l'anima in vita si sarà evoluta nel perdono, nella virtù, nell'amore.
Ma tanto vedo che siete tutti atei o al massimo agnostico, per voi dopo la morte c'è il Nulla, ma a mio avviso niente è più falso della teoria materialistica che riduce tutto a materia negando la realtà spirituale, anzi, per me è il contrario, è la Coscienza spirituale a produrre la materia e non il contrario.
Io comunque non compio affatto il bene per andare in Paradiso come per ottenere una ricompensa interessata, ma per rendere nel mio piccolo la Terra un luogo migliore e quindi più vicino a Dio, solo che non potendo raggiungere, qui sulla Terra, il Bene Assoluto, ecco che tendere al Paradiso equivale di fatto a tendere verso la perfezione.
#254
Il senso della storia umana è l'EVOLUZIONE della specie umana. Esistono ed io ne sono convinto mondi molto meno civili del nostro ed altri evolutissimi (dal punto di visto morale e tecnologico), per cui noi uomini siamo sulla Terra per crescere in consapevolezza, per evolvere nella tecnologia e nel sapere, per crescere nell'amore per gli altri e per la natura, per combattere per i diritti umani ed impegnarci a creare un Pianeta migliore.  L'autocoscienza è il grande dono che ci è stato dato proprio per crescere ed evolvere. Poi le persone più evolute continueranno la loro evoluzione incarnandosi in pianeti più civili, mentre resteranno sulla Terra coloro che ancora hanno da imparare, ma si potrà giungere al punto in cui l'umanità nel suo complesso sarà pronta ad evolvere e a trasformare la Terra in un pianeta migliore, oppure sulla Terra potranno rimanere solo in gran parte i soggetti meno evoluti ed in quel caso il pianeta regredirà. Infatti gli "alieni" provenienti dai pianeti meno civili continuano ad incarnarsi sulla Terra (perché devono migliorare anche loro), ma questi alieni purtroppo mantengono basso il livello di evoluzione del pianeta, e se prevalgono loro allora rischiamo di restare fermi o di regredire. Le persone che sono egoiste, crudeli, sadiche, che non rispettano il pianeta e vivono nella materialità senza spiritualità alcuna, insensibili ed avide, sono secondo me anime che provengono da mondi molto meno civili del nostro, mondi in cui è normale la violenza dell'uomo sui suoi simili, e quindi devono incarnarsi qui sulla Terra per imparare ed evolvere, ma nello stesso tempo influenzano anche negativamente gli altri, quindi sono un freno per l'evoluzione stessa.
#255
Ecco, ho notato una cosa di me: le persone troppo gentili e compassionevoli non mi piacciono, nonostante io sia abbastanza gentile, ma una persona troppo gentile mi dà sui nervi, mi risulta antipatica, e addirittura dentro di me quasi con un certo sadismo mi piacerebbe che si trovasse in situazioni in cui perda la pazienza, diventi aggressiva e sia anche ridicolizzata per questo.
Poi riflettendoci mi sembrano pensieri cattivi, certo, ma la gentilezza eccessiva mi dà quasi l'idea che quella persona sia in realtà ipocrita e manipolatrice, voglia mostrarsi migliore per apparire brava ed ottenere apprezzamento ed ottenere quindi favori, autostima e potere sociale; a volte provo simpatia all'opposto per persone difficili, scontrose, che tutti evitano, proprio perché mi sembrano più autentiche e sincere rispetto a tanti buoni che mi sembrano siano più che altro furbi, opportunisti. I presunti "cattivi" mi sembrano insomma persone sole che in fondo soffrono e quindi meritano solidarietà e non rifiuto.
Anche a voi capita che la gentilezza eccessiva vi provochi un senso di rigetto e non di apprezzamento?