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Messaggi - acquario69

#241
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
12 Settembre 2017, 14:45:42 PM
Citazione di: Sariputra il 12 Settembre 2017, 10:55:38 AM
Bel post Acquario, molto ben sviluppato!
L'idea di progresso materiale continuo, che diventa volontà di dominio e d'imposizione a tutti, volenti o nolenti, di doversi adattare a questo sviluppo tecnologico incessante, e sempre più veloce, crea pure parecchia..."ansia", soprattutto nellla moltitudine di esseri inadeguati, come il sottoscritto, di imparare costantemente come funzionano le nuove tecnologie ,che si susseguono sempre più velocemente. Molti ne sono affascinati e ci sguazzano in questo, altri...non finiscono di imparare come funziona un accidente di computer o di cellulare e...già lo devono buttare, perchè sorpassato e ricominciare di nuovo con un altro più sofisticato. Mia figlia mi dice che mi aiuta a tenere la mente "allenata" e giovane  ::)...lei, come tutti i giovani "nativi digitali" ne è affascinata ovviamente. Io cerco sempre di instillarle anche qualche pillola di sana critica e autocritica...spero che nel tempo funzionerà!...
Però, una cosa che mi fa deprimere un pò, è che , poco a poco, in nome del "progresso", ci tolgono anche dei piccoli piaceri della vita. Per esempio, tra vent'anni dicono che la guida delle auto sarà totalmente autonoma, così che potremo restare connessi ai social e alla rete in maniera continua e incessante senza dover perdere tempo a guidare, concentrandoci solo su quello che possiamo acquistare online. Ma io...io amo guidare!...Uno dei piaceri della mia misera vita è prendere con il mio scassone d'auto una bella strada di montagna, di quelle semideserte, e godermi il semplice piacere di guidare. Spengo persino la radio e mi ascolto il suono del motore, intavolando una danza "armoniosa" con le curve che si succedono una dopo l'altra. :)
Un giorno questo piacere non sarà più possibile. Non troverai più un'assicurazione che ti copra se vuoi guidare "in manuale"...Questo per me è un autentico "furto di piacere" nei miei riguardi ( e penso anche in quello di molti altri...).
E' pericoloso guidare in manuale, si intasano le tangenziali? E bè...può essere un piacere anche un smoccolare verso un semaforo! ;D...Allora dico, ma concentratevi a trovare una soluzione per la moltitudine di malattie che ci fanno soffrire! ( e non solo quelle di noi panzoni occidentali...) e lasciatemi con il mio volante e con il mio cambio manuale a cinque marce +retro... ;D

P.S. L'ho messa un pò sul ridere, però credo che sia anche in tema con quel "Nun Me Scuccià" del titolo. Infatti a me , 'sta cosa, "scoccia" parecchio!... :'(


il post e' molto interessante ma il merito non va certo a me che l'avrei solo riportato e poi diciamo che certe idee esistono gia,(tra l'altro anche a me scrivere mi aiuta a chiarirle ancora meglio) 
la bravura degli autori e' quella di averle fatte emergere per farcele "vedere" anche a noi e in maniera limpida, chiara e pienamente riscontrabile..il che di questi tempi e' pure merce rara.

sulle auto automatiche non so,l'impressione che ne ho io e' che dietro ce' il solito abbaglio e la solita bella fregatura (un po alla Uber)..
a me viene piuttosto da chiedermi se tra vent'anni potrà ancora esserci uno spazio fisico libero e se nel frattempo il sistema intero non si sarà definitivamente congestionato...
be' male che va forse tu un piccolo vantaggio lo potresti gia avere...ed e' villa Sariputra!  :)  un pezzetto di terra per tirarci fuori le patate, un po di ortaggi, ci aggiungi qualche gallina e stai alla grande  :D ...scherzo ma in fondo mica tanto!...al posto tuo un pensierino ce lo farei (sul serio)  :)
#242
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
12 Settembre 2017, 06:36:44 AM
Come l'idea stessa del progresso ha eliminato il tempo
(riflessioni personali dalla lettura di un paio di articoli)

L'idea di progresso appare come uno dei presupposti teorici della modernità. Non senza ragione, si è persino potuto vedervi la vera "religione della civiltà occidentale".

...Il progresso può definirsi come un processo che accumula tappe, la più recente delle quali è sempre giudicata preferibile e migliore, ossia qualitativamente superiore a quella che l'ha preceduta. Questa definizione comprende un elemento descrittivo (un cambiamento interviene in una direzione data) e un elemento assiologico (questa progressione è interpretata come un miglioramento). Si tratta dunque di un cambiamento orientato, e orientato verso il meglio, al contempo necessario (non si ferma il progresso) e irreversibile (non c'è globalmente un ritorno indietro possibile). Essendo il miglioramento ineluttabile, se ne deduce che domani sarà sempre migliore.
I teorici del progresso si dividono sulla direzione del progresso, il ritmo e la natura dei cambiamenti che lo accompagnano, eventualmente i suoi attori principali. Nondimeno, tutti aderiscono a tre idee-chiave: 1) Una concezione lineare del tempo e l'idea che la storia ha un senso, orientato verso il futuro. 2) L'idea dell'unità fondamentale dell'umanità, chiamata nella sua totalità a evolvere nella stessa direzione. 3) L'idea che il mondo può e deve essere trasformato, il che implica che l'uomo si afferma come sovrano padrone della natura.
Queste tre idee provengono in origine dal cristianesimo. A partire dal XVII secolo, lo sviluppo delle scienze e delle tecniche comporta la loro riformulazione in un'ottica secolarizzata.

...La teoria del progresso secolarizza questa concezione lineare della storia, da dove derivano tutti gli storicismi moderni.

...Per pervenire alla sua formulazione moderna, la teoria del progresso aveva dunque bisogno di elementi supplementari, che appaiono a partire dal Rinascimento, e sbocciano a partire dal XVII secolo.
Lo sviluppo delle scienze e delle tecniche, aggiunto alla scoperta del Nuovo Mondo, nutre allora l'ottimismo sembrando aprire il campo di un'infinità di possibili miglioramenti. Francesco Bacone, che è il primo a utilizzare la parola progress in un senso temporale e non più spaziale, afferma che il ruolo dell'uomo è di dominare la natura conoscendo le sue leggi. Cartesio propone ugualmente agli uomini di diventare padroni e possessori della natura. Questa, scritta per Galilei "in linguaggio matematico", diventa allora muta e inanimata. Il cosmo non è più portatore di senso di per se stesso. Non è altro che una meccanica che bisogna smontare per conoscerla e strumentalizzarla. Il mondo diventa puro oggetto dell'uomo-soggetto. L'uomo sperimenta la convinzione che, grazie alla ragione, può affidarsi solo a se stesso.
Il cosmo degli Antichi cede così il posto a un mondo nuovo, geometrico, omogeneo e infinito, governato da leggi di causa-effetto.
Il modello che vi si applica è un modello meccanico, più particolarmente quello dell'orologio. Il tempo steso diventa omogeneo, misurabile: è il "tempo dei mercanti" che sostituisce il "tempo dei contadini" (Jacques Le Goff). La mentalità tecnica sorge da questo nuovo spirito scientifico. La tecnica ha l'obiettivo principale di accumulare cose utili, ossia di aiutare a produrle.

...Georges Sorel vedrà più tardi nella teoria del progresso una "dottrina borghese".
Nel XVIII secolo, gli economisti classici (Adam Smith, Bernard Mandeville, David Hume) riabilitano dal canto loro il desiderio insaziabile: i bisogni dell'uomo, secondo loro, sono sempre suscettibili di essere aumentati. È dunque nella natura stessa dell'uomo volere sempre di più e agire di conseguenza, cercando costantemente di massimizzare il suo miglior interesse.

...Con una particolare insistenza, si sottolinea il carattere cumulabile del sapere scientifico. La conclusione che se ne trae è il carattere necessario del progresso: se ne saprà sempre di più, dunque tutto andrà sempre meglio. Essendo un buon ingegno "composto da tutti quelli che l'hanno preceduto", se ne deduce la costante superiorità dei Moderni: "Siamo nani collocati su spalle di giganti", dice Bernardo di Chiaravalle, ripreso da Fontenelle. Dunque non c'è più un'autorità degli Antichi. La tradizione è al contrario percepita come un naturale ostacolo alla marcia in avanti della ragione. Il confronto fra presente e passato, sempre a vantaggio del primo, permette nello stesso tempo di svelare il movimento dell'avvenire. Il movimento comparativo diventa così predittivo: il progresso, posto in un primo tempo come il risultato dell'evoluzione, si instaura come il principio di questa evoluzione.

...La nozione di progresso implica ancora l'idolatria del novum: ogni novità è a priori migliore per il solo fatto che è nuova. Questa sete di nuovo, sistematicamente considerato sinonimo di migliore, diventerà rapidamente una delle ossessioni della modernità. In ambito artistico, essa sfocerà nella nozione di "avanguardia" (che ha anche in politica le sue contropartite).
La teoria del progresso possiede ormai tutte le sue componenti. Turgot, nel 1750, e poi Condorcet, la esprimono sotto forma di convinzione: "La massa totale del genere umano marcia verso una sempre più grande perfezione". La storia dell'umanità è così percepita come definitivamente unitaria. Ciò che si conserva del cristianesimo, è l'idea di una futura perfezione dell'umanità e la certezza che l'umanità si dirige verso un fine unico.

...Parallelamente, l'uomo è posto non soltanto come un essere di desideri e bisogni continuamente rinnovati, ma anche come un essere indefinitamente perfettibile.

...Si presume che l'uomo realizzi la sua umanità solo opponendosi a una natura da cui gli è necessario affrancarsi per "civilizzarsi".
L'umanità deve allora affrancarsi da tutto ciò che potrebbe intralciare l'irresistibile marcia in avanti del progresso: i "pregiudizi", le "superstizioni", il "peso del passato". Indirettamente, qui si rasenta la giustificazione del Terrore: se l'umanità ha come fine necessario il progresso, chiunque ostacoli il progresso può a buon diritto essere soppresso; chiunque si opponga al progresso dell'umanità può a buon diritto essere posto fuori dell'umanità e considerato "nemico del genere umano" (di qui la difficoltà di riconciliare le due affermazioni kantiane dell'uguale dignità degli uomini e del progresso dell'umanità).
Questo atteggiamento di rigetto della "natura" e del "passato" è frequentemente rappresentato come sinonimo di un affrancamento da ogni determinismo. In realtà, la determinazione mediante il passato è sostituita dalla determinazione mediante l'avvenire: è il "senso della storia".
L'ottimismo inerente alla teoria del progresso si estende rapidamente a tutti gli ambiti, alla società e all'uomo. Si presume che il regno della ragione sfoci in una società al contempo trasparente e pacificata.  :o

...Condorcet propone di perfezionare razionalmente la lingua e l'ortografia. La stessa morale deve presentare i caratteri di una scienza. L'educazione tende ad abituare i bambini a sbarazzarsi del "pregiudizi", fonte di ogni male sociale, e a far uso della loro sola ragione.
La marcia dell'umanità verso la felicità è così interpretata come il completamento della felicità morale. Per gli uomini dell'Illuminismo, dato che l'uomo agirà in futuro in modo sempre più "illuminato", la ragione si perfezionerà e l'umanità diverrà moralmente migliore. Il progresso, lungi dall'interessare solo il quadro esteriore dell'esistenza, trasformerà dunque l'uomo stesso. Un progresso acquisito in un ambito si ripercuoterà necessariamente in tutti gli altri. Il progresso materiale causa il progresso morale.

...I termini di "progresso" e "civiltà" tendono contemporaneamente a diventare sinonimi. L'idea di progresso serve a legittimare la colonizzazione, che dovrebbe diffondere ovunque nel mondo i benefici della "civiltà".
Si riformula la nozione di progresso alla luce dell'evoluzionismo darwiniano, essendo la stessa evoluzione del vivente reinterpretata come progresso (in particolare in Herbert Spencer, il quale definisce il progresso come evoluzione dal semplice al complesso, dall'omogeneo all'eterogeneo). Le condizioni del progresso si trasformano allora sensibilmente. Il meccanicismo illuminista si coniuga d'ora in avanti con l'organicismo biologico, mentre il suo ostentato pacifismo cede spazio all'apologia della "lotta per la vita". Il progresso risulta d'ora in poi dalla selezione dei "più adatti" (i "migliori"), in una generalizzata visione concorrenziale. Questa reinterpretazione rafforza l'imperialismo occidentale: essendo la civiltà dell'Occidente presumibilmente la più "evoluta", essa è anche la migliore.
L'evoluzionismo sociale, che deve anch'esso tutto all'idea di progresso, arriva allora al massimo della popolarità. La storia dell'umanità è divisa in "stadi" successivi, che segnano le differenti tappe del suo "progresso". La dispersione delle differenti culture nello spazio è ritrasposta nel tempo: le società "primitive" rimanderebbero agli occidentali l'immagine del proprio passato (sono "antenati contemporanei"), mentre l'Occidente presenterebbe loro quello del loro avvenire. Già Condorcet faceva passare l'umanità attraverso dieci tappe successive. Hegel, Auguste Comte, Karl Marx, Freud, ecc., propongono schemi analoghi, che vanno dalla "credenza superstiziosa" alla "scienza", dalla "mentalità primitiva" (magica o teologica) alla mentalità "civilizzata" e al regno universale della ragione.

..Il razzismo appare così direttamente legato all'universalismo del progresso, che a sua volta ricopre un etnocentrismo inconscio o mascherato.

...La tematica del progresso resta tuttavia pregnante, anche solo a titolo simbolico. La classe politica continua a fare appello al raggruppamento delle "forze del progresso" contro gli "uomini del passato" e l'"oscurantismo medievale" (o i "costumi di un'altra epoca"). Nel discorso pubblico, la parola "progresso" conserva globalmente una risonanza o una carica positiva.
L'orientamento verso il futuro resta ugualmente dominante. Anche se si ammette che il futuro è carico di minacciose incertezze, si continua a pensare che, logicamente, le cose dovrebbero globalmente migliorare in futuro. Sostituito dallo sviluppo delle tecnologie di punta e dalla programmazione mediatica delle mode, il culto della novità resta più forte che mai. Si continua così a credere che l'uomo è tanto più "libero" quanto più completamente si strappa alle sue appartenenze organiche o a tradizioni ereditate dal passato.

...Ma soprattutto, la teoria del progresso resta largamente presente nella sua versione produttivista. Essa nutre l'idea che una crescita indefinita è al contempo normale e desiderabile, e che un avvenire migliore passa necessariamente attraverso l'accrescimento costante del volume dei beni prodotti e attraverso la mondializzazione degli scambi. Questa idea ispira oggi l'ideologia dello "sviluppo", che continua a guardare le società del Terzo mondo come (economicamente) in ritardo rispetto all'Occidente, e a fare del modello occidentale di produzione e di consumo il destino necessario di tutta l'umanità. Questa ideologia dello sviluppo è stata perfettamente formulata da Walt Rostow che, nel 1960, enumerava le "tappe" che tutte le società del pianeta debbono percorrere per accedere all'universo del consumo e del capitalismo mercantile. Come hanno mostrato diversi autori (Serge Latouche, Gilbert Rist, ecc.), la teoria dello sviluppo non è altro, alla fin fine, che una credenza. Finché non avremo abbandonato questa credenza, non l'avremo fatta finita con l'ideologia del progresso.

——

...Ed eccoci cosi " final-mente " arrivati nel mondo dello shock del presente, dove tutto accade così veloce da essere simultaneo.
Benvenuti nel mondo del Grande Adesso!..l'imprigionamento nell'eterno presente puntiforme
Il senso radicale di questo fenomeno è escatologico e metafisico. Ogni uomo oggi fa esperienza della accelerazione crescente del tempo: una sensazione, una illusione, gli dicono gli scienziati – che si sono dotati di orologi precisissimi. Il tempo matematico, oggettivo, segnato da quegli orologi, non accelera affatto. La vostra è una «impressione». Proprio così: il tempo «quantità», materialmente misurato, scorre sempre uguale. Ma è la «qualità» del tempo ad essere più veloce. Ed è più veloce perché è più povera – e precisamente, più povera di significato: e il significato, il senso delle cose, lo coglie lo spirito umano, non gli orologi atomici.

https://www.youtube.com/watch?v=ySaYrlW-6y4


"Al suo limite estremo, la contrazione del tempo dovrà avere come conseguenza finale la riduzione di esso in un unico istante, e la durata allora avrà cessato di esistere (...) Così il tempo divoratore finisce per "divorare sé stesso"
(Rene Guenon)

Fonte e articoli in questione:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=14809
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=318425&Itemid=100021
#243
Citazione di: Sariputra il 12 Settembre 2017, 01:33:40 AM
Mi sfugge la logica dell'accostamento di colui che aspira ad una verità assoluta ad uno che " non può/vuole sopportare di tracciare la propria vita passo dopo passo". Andare alla ricerca di qualcosa di assoluto non è precisamente un lavoro da fare passo dopo passo? Non si devono sopportare notevoli difficoltà e/o incomprensioni? Non è invece colui che si accontenta di verità parziali e relative che rifiuta/ non sopporta questa sfida immane e un pò folle? Non è precisamente lui che rischia di "accontentarsi"? Per quale ragionevole motivo uno che aspira a qualcosa di "assoluto" non dovrebbe accorgersi delle bellezze "relative" che incontra? Si può benissimo correre in un campo di carote  aguzzando la vista in cerca del "carotone" e nel frattempo caricarsi lo zaino di piccole "carotine"... ;D  Una cosa non esclude affatto l'altra. Anzi! E' proprio perché aguzzo allo spasimo lo sguardo che mi accorgo della bellezza anche delle piccole carotine che mi circondano... ;)

Questi non hanno speranza di morte,
e la loro cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogni altra sorte


(Dante -terzo canto dell'inferno)


https://www.youtube.com/watch?v=mdjmKfUCFwc
.....Le pareti del cervello non hanno più finestre. 
#244
Citazione di: Carlo Pierini il 09 Settembre 2017, 15:38:58 PM
L'uomo, come tutti gli altri animali, è sempre stato schiavo del territorio; ed è grazie alle mappe se, almeno in parte, se ne è liberato. E continuo a credere che, se adesso sta diventando schiavo delle mappe, non è per colpa delle mappe, ma per colpa delle mappe ancora incomplete o inadeguate a cogliere la complessità del territorio. Per cui, la soluzione non è il rifiuto nichilista delle mappe, ma la passione per proseguire il cammino  verso un loro un graduale perfezionamento. Il "frutto proibito" ormai lo abbiamo morso, e ora non ci resta che portare il cammino fino alle sue estreme conseguenze: la conoscenza finale del Bene e del Male.   :)


L'angolo musicale:
VIVALDI: D'improvviso riede il riso, op. Tito Manlio
https://youtu.be/9xnGjYVCDuE?t=5

MOZART: Voi che sapete, op. Nozze di Figaro
https://youtu.be/bF_GQMPkaXo

Per come la vedo io la complessità del territorio...(che a mio avviso può essere complessa e semplice allo stesso tempo,e forse si potrà capire meglio più avanti nella mia spiegazione da cosa può dipendere l'una o l'altra) per arrivare a com-prenderlo (quindi significa non solo razionalmente ma integralmente) non bisogna avere un atteggiamento "oppositivo" ,nel senso di considerare il territorio come qualcosa di separato da noi, per cui si verrebbe a creare una contrapposizione che non e' reale e che risulterà inevitabilmente fatale

e non si tratta nemmeno di rifiutare le mappe, che possono andar bene ma solo in contesti particolari e relativi,ed e' pure nell'idea di "perfezionamento" (che poi e' esattamente il modello progressista occidentale a partire dall'illuminismo), che si crea quella frattura indicata pocanzi,perche sempre in riferimento al territorio ,quest'ultimo e' gia perfetto di suo e vi sarebbe solo da rispettarne il suo naturale equilibrio.

comunque su una cosa mi trovo d'accordo ..sul fatto che non ci resta che arrivare fino alle estreme conseguenze!  ;D  ???
#245
Citazione di: Carlo Pierini il 09 Settembre 2017, 13:25:04 PM
Citazione di: acquario69 il 09 Settembre 2017, 09:36:06 AM
Si la mappa ha preso definitivamente il posto del territorio...

cosi come dall'originale e l'autentico alla contraffazione e al suo simulacro,
il falso al posto del vero
dal reale al virtuale

...Oppure dall'originale all'opera d'arte che lo rappresenta, svelandone degli aspetti profondi che nell'originale sono velati;
...il ritratto d'autore che immortala il vero.
Anche la conoscenza è arte. L'arte dell'interpretazione creativa del mondo.


L'angolo musicale:
MOZART: Ah chi mi dice mai, op. Don Giovanni)
https://youtu.be/M8lLejRJUUE

VERDI: D'Egitto là sui lidi, op. Nabucco)
https://youtu.be/Ookel_AHqeQ

Si ma quando e' la mappa che prende completamente il posto del territorio,scompaiono pure i punti di riferimento,venendo a mancare l'originale (cio che ha origine) e che e' nel territorio,e a quel punto e' la stessa mappa che non ha nemmeno più senso, se non in una sua idiota autoreferenzialita al di fuori di qualsiasi realtà.

Tutto questo e' gia riscontrabile (ovviamente per chi ancora e' in grado di rendersi conto di vivere ormai solo all'interno di una mappa -tipo Matrix-)
e infatti Tutto si sta riproducendo solo secondo i "criteri" della mappa,perché siamo noi stessi che, non avendo più all'orizzonte un territorio di riferimento,abbiamo finito per adeguarci a questa..
cosi che il mezzo si e' trasformato in fine e da liberi siamo diventati schiavi e per giunta inconsapevoli di esserlo

l'illusione della Mappa-Matrix sta emergendo e in maniera sempre più evidente e tutte le elucubrazioni mentali che si possono fare a riguardo per eluderla,alla fine non servono e non serviranno a niente
#246
Si la mappa ha preso definitivamente il posto del territorio...

cosi come dall'originale e l'autentico alla contraffazione e al suo simulacro, 
il falso al posto del vero 
dal reale al virtuale

corrisponde perfettamente
#247
Ho finito di studiarmi tutte le tue citazioni.. :)
mi ci e' voluto un po di tempo...ma non ero più abituato a fare i compiti nemmeno ai tempi della scuola.

Sempre secondo una tua citazione di Simmel (che riporto qui sotto) e che dice;

CitazioneCosa significa "LA Verità", dal momento che noi umani conosciamo solo le verità? La prima risposta che ci viene in mente è che LA Verità è la somma di tutte le verità possibili sul mondo, su noi stessi e su Dio.

Ma allora la domanda nasce spontanea: la somma di tutte le verità possibili è una somma finita o infinita?

dunque se non ho capito male secondo Simmel (e te implicitamente) la Verità e' una somma di verità...

Ma se La Verita e' una (cioè indivisibile di per se, essendo appunto una...e non due, tre,quattro,cinque....) non ha nemmeno senso dire successivamente che questa e' la somma di più verità, perche quest'ultime non riguarderebbero gia' più la Verità,essendo appunto Una e indivisibile.
Questo fa anche capire bene che La Verità e' tutt'altro che una questione di numeri,di somme,di calcoli, di molteplicità e di "quantità"..



-------
angolo musicale:

Snaporaz  - Ovosodo
https://www.youtube.com/watch?v=Q4C2y306sac
Almamegretta - Sud
https://www.youtube.com/watch?v=f-TFhtrI6fc
#248
Citazione di: giona2068 il 06 Settembre 2017, 14:43:24 PM
Citazione di: acquario69 il 06 Settembre 2017, 14:19:44 PMCerto che si può contemplare ogni cosa , ma una cosa è contemplare per  arrivare all'adorazione e ben altra cosa  è contemplare per scoprire la meraviglia del creatore. Nel secondo caso non si sfocia nell'adorazione perché il cuore è pieno di Lui. Per questo il comandamento dice di adorare solo Lui. Adorare solo Lui  è gioia per Lui e gioia per noi; La Sua gioia scaturisce dall'aver ritrovato un figlio e la nostra  dall'aver ritrovato un Padre che è immensa vita eterna.  Il cantico delle creature diventa così il nostro canto: Dolce sentire che non son più che son parte di un'immensa via....
In ogni caso adorare solo Lui è secondo  la nostra vera natura ed è per questo che chiunque adora Lui vive la PACE.

La rinuncia di cui si parla non quella che  indicherei io, ma quella indicata dal Padre Celeste che è Sapienza infinita. In ogni caso se  come tu dici. l'attaccamento alla rinuncia, diventasse un ennesimo attaccamento , in verità non sarebbe un ennesimo attaccamento ma l'unico attaccamento  verso cui la nostra anima tende e che conduce alla Pace perché, come già detto, sarebbe secondo la nostra vera natura.
Quando s'inizia il cammino della rinuncia al mondo si diventa consapevoli di quanto il maligno ci ha dominati e quanto domina il mondo. Per questo rinunciare  diventa cosa difficile. Quando  stiamo vincendo  si scatenano le persecuzione,  se il maligno non riesce a fermarci con i suoi inganni e le sue lusinghe, cercherà di fermarci scatenando contro di noi la persecuzione  tramite i suoi strumenti.
Nel cammino di rinuncia c'è la chiamata dell'Onnipotente senza la quale non se ne parla proprio. Se c'è la chiamata vuol dire che c'è anche il Suo aiuto dal quale nasce la nostra certezza di vincere e poter  gridare alleuja.  Questo è il cammino verso la vita e fino quando non intraprenderemo questo cammino chiameremo vita la morte/vegetare.


Io non ci vedrei nessuna differenza sostanziale e nel cantico delle creature se non sbaglio sarebbe proprio quella comunione con tutte le cose del creato,percio e' l'unione con Dio nelle sue manifestazioni

credo che sia il nostro io-ego a permettere un certo attaccamento alle cose, ma non le cose in se (vedi appunto sopra)..ed e' in quel caso specifico che sono appunto le cose a impossessarsi di noi (ad esempio i vizi) ed e' in tal senso che rappresenterebbero il maligno appunto perché ci "separa" (diavolo = diabballon = separatore)
#249
una superficie sferica potrebbe dare l'impressione di "superficie infinita" ,pero rimane pur sempre una superficie finita.
La terra e' sferica (diciamo) ma sappiamo per certo che e' finita...certo poi posso farci il giro intorno un numero indefinito di volte (cosi come i suoi punti al suo interno) ma mai infinito.
l'infinito essendo tale non può avere alcuna determinazione

scrive Guenon:

L'indefinito non può essere infinito,perche il suo concetto comporta sempre una certa determinazione, si tratti dell'estensione, della durata, della divisibilità o di qualsiasi altra possibilità 

L'indefinito procede dal finito di cui e' lo sviluppo e al quale di conseguenza e' sempre riducibile
#250
Citazione di: giona2068 il 06 Settembre 2017, 10:14:06 AM
Noi uomini viviamo due mondi in contemporanea: Quello invisibile e quello visibile, ma non ce ne rendiamo conto. Indi e per cui a volte  ci sbagliamo. Nel caso del quale si sta parlando  a volte pensiamo che le cose belle, se belle sono,  le contempliamo ma non  le adoriamo. Per scoprire se veramente le cose stanno come pensiamo, c'è un solo modo: Rinunciarci!

E perché mai le cose qualora si arrivi a contemplarle non si dovrebbero adorare?..a me viene da pensare addirittura che sia proprio la contemplazione a scaturirne l'adorazione e che senza questa contemplazione non sarebbe nemmeno adorazione ma in quel caso attaccamento,che pero e' cosa completamente diversa
Per cui non vedrei nemmeno il motivo che porterebbe alla rinuncia...e in tal senso allora anche la rinuncia che indicheresti tu equivarrebbe secondo me ad un ennesimo attaccamento
#251
Citazione di: Sariputra il 05 Settembre 2017, 20:33:23 PM
Posto un breve dialogo tra il monaco Nagasena e il re Milinda ( forse il greco Menandro...) sull'argomento nutrimento:

"Nagasena, qual'è la differenza tra l'uomo appassionato e l'uomo senza passioni?"
"Uno è legato, l'altro è distaccato."
"Che cosa intendi dire?"
"Uno desidera, l'altro non desidera."
"Ecco come capisco la cosa: l'uomo appassionato e l'uomo senza passioni desiderano entrambi ciò che è buono (per esempio il nutrimento), ma non ciò che è cattivo."
"L'uomo appassionato, oh re, quando mangia, gusta il sapore e la passione del sapore; l'uomo senza passioni gusta il sapore, ma non la passione del sapore".
(tratto dal Milindapanha).

Appunto,dice bene Nagasena
..trovo assurdo che si dovrebbero rifiutare le cose buone (e belle) del mondo..
Un conto sono le passioni un altro le cose belle e buone del mondo e a maggior ragione non bisognerebbe rifiutarle a prescindere...quello si che secondo me sarebbe un vero peccato  :)
#252
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
06 Settembre 2017, 07:22:30 AM
Citazione"Filo-sofia" significa "amore per la sapienza", non amore per l'attività del pensiero fine a se stessa.

 Pienamente d'accordo !!

-----

La terra gira intorno al sole....vero!
in questo preciso momento sto scrivendo attraverso una tastiera...credo sia vero anche questo  ;D

Quindi credo sia legittimo dire che ci siano cose "vere"...

Ma affermare qualcosa di "vero" può corrispondere alLA Verità?

Secondo me no perché la Verità gia non e' "qualcosa" (nel vero senso del termine) ed inoltre perché la Verità e' una ed assoluta..e negli esempi sopra sono gia due  :)  .. ed anzi essendo appunto assoluta non sarebbe nemmeno corretto dire una, poiche gli darei gia una de-finizione, quindi un limite che entrerebbe in contraddizione con l'assoluto

la Verità quindi e' "al di la" di tutto... cio che può esser (parzialmente) vero
#253
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
01 Settembre 2017, 14:58:37 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 01 Settembre 2017, 14:28:14 PM
...Non ti scaldare, Acquarius, altrimenti ...i pesciolini finiscono lessi!  :)
Se tu mi propini dei brani altrui che criticano delle idee altrui, io ti faccio rispondere direttamente dall'altrui che è stato criticato, il quale sa benissimo difendersi da SE'!  Ubi major minor cessat, come disse un noto altrui.
Inoltre, vorrei ricordarti, che la conoscenza è un processo collettivo rispetto al quale l'altrui contributo è incommensurabilmente più grande e più importante del contributo che può dare ciascuno di noi come individuo. Per cui, se non si è affetti da gravi sindromi di egocentrismo galoppante, è più che naturale riconoscere il merito della maggior parte delle nostre conoscenze personali allo sforzo intellettuale altrui e alle idee preziose che ha prodotto, invece di illuderci vanagloriosamente di esserci fatti da soli. Noi siamo i famosi nani sulle spalle di quel gigante che è la cultura che ci precede; e se possiamo guardare un po' più lontano del gigante, lo dobbiamo solo ed esclusivamente a lui! ...Dico bene?


L'angolo musicale:
PAISIELLO (Cavatina, op. Barbiere di S.)
https://youtu.be/xFat-8HOOgs

cosa ti avrebbe fatto pensare che mi sia riscaldato?
dici bene..infatti finalmente esprimi qualcosa di tuo..che senz'altro ci proviene pure dai giganti che ci precedono...la cosa fondamentale infatti e' che quei messaggi che ci hanno indicato li facciamo "nostri" interiormente in modo che possano realmente coincidere


Angolo musicale J.J Cale - Guitar Man
https://www.youtube.com/watch?v=ZRm1WdSIU70
#254
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
01 Settembre 2017, 13:33:30 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 01 Settembre 2017, 12:30:09 PM
Citazione di: acquario69 il 01 Settembre 2017, 10:44:23 AM
Scrive Evola;
...Tale è dunque il luogo e il senso della "seconda religiosità". Il quadro può essere completato rifacendosi al Guénon il quale ha constatato che dopo che il materialismo e il "positivismo" del XIX secolo avevano provveduto a chiudere l'uomo a ciò che sta effettivamente al disopra di lui - al vero sovrannaturale, alla trascendenza - correnti molteplici del XX secolo aventi appunto sembianza "spiritualistica" o di "nuova psicologia" tendono ad aprirlo a ciò che sta al disotto di lui, al disotto del livello esistenziale corrispondente, in genere, alla persona umana formata. Si può anche usare una espressione di A. Huxley, e parlare di un "autotrascendimento discendente" opposto all'"autotrascendimento ascendente".

Scrive Guenon; (menzionato precedentemente da Evola)
...Certuni adottano anche, come sinonimo o equivalente di "subconscio", il termine "inconscio", che, preso alla lettera, sembrerebbe riferirsi a un livello ancora inferiore, ma che, a dire il vero, corrisponde meno esattamente alla realtà; se ciò di cui si tratta fosse veramente inconscio, non vediamo neppure bene come sarebbe possibile parlarne, soprattutto in termini psicologici; e peraltro in virtù di che, se non di un semplice pregiudizio materialista o meccanicistico, si dovrebbe ammettere che esista realmente qualcosa d'inconscio? Comunque, ciò che è ancora degno di nota, è la strana illusione per cui gli psicologi arrivano a considerare degli stati tanto più "profondi" quanto più sono semplicemente inferiori; non v'è forse già in questo un indizio della tendenza ad andare contro alla spiritualità, che sola può esser detta veramente profonda, perché essa sola è inerente al principio e al centro stesso dell'essere? D'altra parte, poiché il dominio della psicologia non s'è esteso verso l'alto, il "superconscio", naturalmente, le rimane completamente estraneo e del tutto precluso; e, quando le accade di venire in contatto con qualcosa che vi si riferisce, essa pretende puramente e semplicemente di annetterlo assimilandolo al "subconscio"; tale è, segnatamente, il carattere pressoché costante delle sue presunte spiegazioni concernenti cose quali la religione, il misticismo, e anche certi aspetti delle dottrine orientali come lo Yoga; e in questa confusione del superiore con l'inferiore, c'è già qualcosa che può essere propriamente considerato come una vera sovversione.

Non so se qui Evola e Guénon si riferissero alla "nuova psicologia" di Jung. Se così fosse dimostrerebbero, ancora una volta di non aver capito una minchia del paradigma junghiano. Bastano solo le seguenti poche righe a smontare l'eventuale insinuazione:

"Gli autori parlano allegramente di "subconscio", senza rendersi conto di quanto implichi presunzione la pregiudiziale che essi avanzano in tal modo. Come fanno a sapere con tanta certezza che l'inconscio è "sotto" e non "sopra" la coscienza? In questa terminologia, di sicuro c'è solo il fatto che la coscienza si immagina di stare più in alto, più in alto degli stessi dèi".[JUNG: Simboli della trasformazione - pg.418]

Riguardo, invece, a quanto scrive Guénon: <<...se ciò di cui si tratta fosse veramente inconscio, non vediamo neppure bene come sarebbe possibile parlarne, soprattutto in termini psicologici>>, egli dimentica che l'inconscio, pur essendo ordinariamente inaccessibile alla coscienza, in particolari condizioni animiche (sogni, visioni, ispirazioni, stati alterati di coscienza, ecc.) può manifestarsi alla coscienza. Non c'è niente di assurdo in tutto ciò: persino certe entità fisiche - come le leggi della dinamica, l'energia, la gravità, l'atomo, ecc. - sono inaccessibili ad una osservazione diretta, ma si può risalire alla loro esistenza dall'osservazione della loro influenza causale su fenomeni direttamente osservabili. Scrive Jung:

"Dell'inconscio si può avere esperienza indiretta grazie alle sue manifestazioni. Senza dubbio esso costituisce in sé un'ipotesi, che però ha perlomeno altrettanta verosimiglianza di quella dell'atomo".   [JUNG: Mysterium coniunctionis - pp.462-3]

"L'esistenza psichica dell'inconscio si riconosce soltanto dalla presenza di contenuti capaci di divenire coscienti; possiamo perciò parlare di un inconscio solo in quanto siamo in grado di indicarne i contenuti quando questi si manifestano alla coscienza (sogni, visioni, intuizioni, ispirazioni, ecc.) sotto forma di immagini tipiche universalmente diffuse nella storia della cultura: gli archetipi".   [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pgg. 3-4]

"Non è decidibile se la divinità e l'inconscio siano due grandezze diverse. Ambedue sono concetti limite per contenuti trascendentali. È però possibile constatare empiricamente che nell'inconscio si presenta un archetipo della totalità che si manifesta spontaneamente nei sogni e che esiste una tendenza indipendente dall'Io che mira a mettere altri archetipi in rapporto con questo centro. [...] Esso produce una simbologia che sin dai tempi più lontani ha permesso di caratterizzare e di esprimere per immagini la divinità. [...] L'immagine di Dio non coincide, rigorosamente parlando, con l'inconscio nel suo complesso, bensì con un particolare contenuto di questo, cioè con l'archetipo del Sé". [JUNG:Psicologia e religione - pg. 449]



L'angolo musicale:
TONI CHILDS: I've got to go now
https://youtu.be/zYgsVbN96_k


Carlo Pierini
tu fai sempre quasi esclusivamente riferimento a diciture altrui...ma sai parlare (scrivere nel nostro caso) seguendo cio che ti dice il "cuore" (cioè' il SE') ?
ti dico francamente che non ho nessuna intenzione di ficcarmi nei meandri labirintici senza via di uscita della psiche ...quello che dovevo dire l'ho detto...

PS: Grazie per i tuoi bellissimi angoli musicali!
#255
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
01 Settembre 2017, 10:44:23 AM
Scrive Evola;

...Tale è dunque il luogo e il senso della "seconda religiosità". Il quadro può essere completato rifacendosi al Guénon il quale ha constatato che dopo che il materialismo e il "positivismo" del XIX secolo avevano provveduto a chiudere l'uomo a ciò che sta effettivamente al disopra di lui - al vero sovrannaturale, alla trascendenza - correnti molteplici del XX secolo aventi appunto sembianza "spiritualistica" o di "nuova psicologia" tendono ad aprirlo a ciò che sta al disotto di lui, al disotto del livello esistenziale corrispondente, in genere, alla persona umana formata. Si può anche usare una espressione di A. Huxley, e parlare di un "autotrascendimento discendente" opposto all'"autotrascendimento ascendente". Come è vero che l'Occidente si trova attualmente proprio nella fase disanimata, collettivistica e materialistica corrispondente al chiudersi di un ciclo di civiltà, del pari non v'è dubbio che la grandissima parte dei fatti interpretati come preludio ad una nuova spiritualità hanno semplicemente un carattere di "seconda religiosità". Essi rappresentano qualcosa di promiscuo, di sfaldato e di sub-intellettuale. Sono come le fluorescenze che si manifestano nelle decomposizioni cadaveriche; per cui, nelle tendenze accennate è da vedersi non l'opposto dell'attuale civiltà crepuscolare ma, come dicevamo, una sua controparte, la quale potrebbe perfino preludiare ad una fase regressiva e dissolutiva più spinta della medesima, nel caso che esse prendessero piede. In particolare, là dove non si tratta di semplici stati d'animo e di teorie, là dove l'interesse morboso per il sensazionale e l'occulto si accompagna a pratiche evocatorie e all'apertura degli strati sotterranei della psiche umana - come non di rado ne è il caso nello spiritismo e nella stessa psicanalisi - può ben parlarsi, ancora col Guénon, di "fessure della grande muraglia", di pericolosi cedimenti di quella cintura di protezione che, malgrado tutto, nella vita ordinaria preserva ogni individuo normale e dalla mente lucida dall'azione di forze oscure reali nascoste dietro la facciata del mondo dei sensi e sotto la soglia dei pensieri umani formati e consapevoli. Da questo punto di vista, il neo-spiritualismo appar essere dunque più pericoloso dello stesso materialismo o positivismo....

Su di un altro piano, vediamo uno Jung "valorizzare" in termini psicanalitici ogni specie di insegnamenti e simboli misterici...

Julius Evola: Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo


Scrive Guenon; (menzionato precedentemente da Evola)

...Certuni adottano anche, come sinonimo o equivalente di "subconscio", il termine "inconscio", che, preso alla lettera, sembrerebbe riferirsi a un livello ancora inferiore, ma che, a dire il vero, corrisponde meno esattamente alla realtà; se ciò di cui si tratta fosse veramente inconscio, non vediamo neppure bene come sarebbe possibile parlarne, soprattutto in termini psicologici; e peraltro in virtù di che, se non di un semplice pregiudizio materialista o meccanicistico, si dovrebbe ammettere che esista realmente qualcosa d'inconscio? Comunque, ciò che è ancora degno di nota, è la strana illusione per cui gli psicologi arrivano a considerare degli stati tanto più "profondi" quanto più sono semplicemente inferiori; non v'è forse già in questo un indizio della tendenza ad andare contro alla spiritualità, che sola può esser detta veramente profonda, perché essa sola è inerente al principio e al centro stesso dell'essere? D'altra parte, poiché il dominio della psicologia non s'è esteso verso l'alto, il "superconscio", naturalmente, le rimane completamente estraneo e del tutto precluso; e, quando le accade di venire in contatto con qualcosa che vi si riferisce, essa pretende puramente e semplicemente di annetterlo assimilandolo al "subconscio"; tale è, segnatamente, il carattere pressoché costante delle sue presunte spiegazioni concernenti cose quali la religione, il misticismo, e anche certi aspetti delle dottrine orientali come lo Yoga; e in questa confusione del superiore con l'inferiore, c'è già qualcosa che può essere propriamente considerato come una vera sovversione.

non sarebbe esagerato vedervi uno dei mezzi specialmente attuati per accrescere il più possibile lo squilibrio del mondo moderno e condurlo verso la dissoluzione finale 

Rene Guenon: il regno della quantità e i segni dei tempi