Citazione di: green demetr il 04 Dicembre 2024, 00:57:30 AMIn Freud non c'è nessuna pretesa antropologica, sopratutto nella costruzione del complesso edipico, L'Edipo è invece l'opera di Sofocle.Non pretendo di sapere il suo rapporto con S. Freud, provo a metterle di fronte un interrogativo che potrebbe rivolgere a sé stesso, volendo: da dove vengono i benefici, realmente?
Freud comincia a raccogliere dati sul problema antropologico più in là proprio quando l'antropologia tutta cominciava a fare i primi step da neonato: che poi lo portarono a scrivere dell'uomo Mosè, affrontando di petto l'argomento che in filigrana sta sotto la sua ricerca (fra le varie ed eventuali), ossia il rapporto con l'ebraismo.
Questo solo per dire che la complessità di Freud è oggi largamente ignorata.
Mai compresa, anche da cari colleghi come Ferenczi, figuriamoci Jung, da cui era legato da un forte sentimento.
Purtroppo c'è solo Freud, ho ascoltato recentemente alcuni epigoni contemporanei di Ferenczi, in cui addirittura si nega la seduzione come resistenza, e la si cerca ancora come rimozione, fantasmatica allucinata dell'orrore della psicanalisi contemporanea, sentivo l'aurea di questa cosa in giro, ma l'ho trovata espressa in maniera precisa da quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo allievo di cui si fidava.
Almeno Jung questa cosa non gliela fece mai. Anche se si rinchiuse nella sua di fantasmatica.
Freud non è il padre di una fantasmatico, come lo sono tutti quelli che dopo di lui vengono, ma di una indagine scientifica.
Di cui lui stesso è stato lo scopritore e il maggior contributore (dalla seconda topia in poi).
Io con Freud ho un rapporto molto fruttuoso, difficile da mettere per iscritto.
Appunto io dicevo di coincidenze. Freud non aveva una pretesa antropologica? Per un periodo ebbe la pretesa di invertire di ruolo antropologia e psicologia. Dicevo in altro messaggio - non so se in questa stessa discussione - dell'analisi di Fromm, che attribuiva a Freud la concezione artefatta di un "Homo Psicologicus". In verità è una smania di molti neurologi: convinti di aver scoperto i mattoni base della vita, vivono la psicologia come una conferma, fino a quando non se ne stancano (ovviamente). In questo bisticciano anche coi biologi. Lo fanno anche per nobilitarsi. Per raccontare l'amore facendo tappa su frizioni e percezioni fisiologiche si profondano nella psiche senza ottenere cognizioni sulle oscurità raggiunte... e si infatuano della dimensione psicologica dell'esistenza. Freud lasciò detto che la psicologia era stata la più grande passione della sua vita: ciò a ben vedere insegna molto sul suo lavoro, non da vero psicologo ma da interessato e studioso della psicologia.
Invece che stravedere su S. Freud senza farsi le domande giuste sui perché e i come, non sarebbe il caso di considerare seriamente i valori scientifici di tutte le psicoanalisi, il lavoro anche degli analisti propriamente tali e non solo entrati nella materia da estranei, come S. Freud?
Ci vuole un reale rispetto per la scienza, per il voler capire la scientificità oltre le semplici pubblicazioni di servizio! Freud lavorava su mandato degli psichiatri, dicevo.
S. Freud dichiarò di non vedere nulla di più profondo nell'animo umano che il complesso di Edipo. Giustamente Jung descrisse questo suo quale stato negativamente patologico. La vicenda di Edipo è di eccezione, non si presta per simboleggiare l'intera vita umana. La lettura che ne fece Freud attesta un pessimo rapporto da parte sua anche con la cultura, greca e occidentale, non indica l'ultima parola della scienza sulla mente umana! Eppure Freud così visse la sua ricerca, fino a cadere in un negativismo psicologico assai eloquente. Sofocle non usava i propri personaggi per dire dei fatti di chiunque; la indicazione dell'animo umano era per questo tragediografo una questione indiretta... qualcosa di simile al sovrasenso della Divina Commedia di Dante. La letteralizzazione attuata da Freud fu un disastro anche culturale e in fin dei conti un torto di superficialità.
MAURO PASTORE
