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Messaggi - Jacopus

#2401
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'uomo forte
07 Dicembre 2019, 13:14:46 PM
Myfriend. L'avevo già scritto io che l'italia era a metà degli anni 80 più ricca. Ma bisogna comparare la situazione globale. Negli anni 80 non vi erano paesi emergenti ormai giunti a un passo da noi (come il Brasile e la Turchia). La nostra ricchezza derivava da settori a bassa ricerca tecnologica, abbigliamento, calzature e industria pesante
Ora con la fine dei blocchi e lo sviluppo dei paesi emergenti, pensare al sovranismo italiano è semplicemente ingenuo e comporterà un ulteriore impoverimento dell'Italia.
Una seconda obiezione per Myfriend: ti prego di rispondere sugli argomenti senza inferire giudizi fuori luogo sulle mie convinzioni politiche, sulle quali non sai niente. La reductio ad hominem è di solito usata da chi non ha altri argomenti più validi. Grazie.
#2402
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'uomo forte
07 Dicembre 2019, 12:20:50 PM
È possibile che non durerà a lungo. Ma i debiti sono debiti. Non viviamo nel mondo delle favole. Se la banca ti deve dei soldi e non te li da in nome della "teoria sovranista della banca", la reazione è tenere i soldi dentro il materasso, bloccando gli investimenti, facendo alzare i tassi di interesse.
Io sono abbastanza vecchio da ricordare il sovranismo monetario italiano che può essere riassunto così 
1) esportazioni in difficolta per l'impossibilità di mantenere il confronto tecnologico, per l'arcaicitá della distribuzione, per la burocrazia, per la corruzione  per il parassitismo.
2) svalutazione della lira.
3) ripresa delle esportazioni ed importazione di inflazione.
4) spostamento della ricchezza da chi aveva un reddito fisso (dipendenti) a chi aveva un reddito variabile (imprenditori-liberi professionisti, commercianti).
5) correzione di questa dinamica con la "scala mobile" che non faceva altro che aggravare il problema sia sul lato dell'inflazione che sul lato della competizione.
A differenza di te mi auguro invece che il sovranismo europeo duri a lungo . È ovvio che per avere voce in capitolo in Europa dovremmo avere interlocutori credibili e non i pagliacci che si alternano da 20 anni.
Comunque avanti con il sovranismo. Potrebbe essere la volta buona che qualcuno inizi ad aprire gli occhi.
#2403
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'uomo forte
07 Dicembre 2019, 11:38:16 AM
Myfriend. Ci sono 2 alternative.
1) Ricattare il resto dei paesi europei secondo il principio "too big to fail", che è una strada nota ed ampiamente esercitata, sotto altre prospettive, durante la guerra fredda.
Allora possiamo tirare la corda sperando che non si spezzi.
2) rivoluzione comunista, che però ha possibilità di successo pari a zero.
Il resto è aria fritta. Le tue considerazioni e altre molto simili che si sentono in giro sono il frutto di posizioni inapplicabili, una petito principii che si scontra con i rapporti di potere. Vogliamo davvero agire per cambiare i rapporti di potere? Non li cambiamo aumentando il debito e facendo investimenti pubblici. È ingenuo pensarlo. Vorremmo un "cambiamento virtuale", come se la realtà fosse un gioco on-line, ma mantenendo in realtà le stesse regole, eventualmente trasferendo il redde rationem alle prossime generazioni, che hanno comunque buone possibilità di non pagare nulla a seguito degli sconvolgimenti climatici. Letto in questo modo astuto, la tua proposta non è così campata per aria. Ma a quel punto non esisterà più né lo spread né questo forum.
#2404
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'uomo forte
06 Dicembre 2019, 21:24:40 PM
L'idea dell'uomo forte nasce da una semplificazione della realtà politica e sociale. E la semplificazione deriva da alcune cause che qui elenco brevemente:
1) incapacità, ratificata ultimamente anche dall'OCSE, del nostro sistema formativo nel creare dei cittadini competenti e in grado di riflettere criticamente su ciò che divulga il magma attuale dell'informazione. Di fronte a questa incompetenza riemerge la pulsione sempre presente in noi per il capo-branco.
2) illusione tipicamente barocca dell'italiano medio, per cui una volta raggiunto il gotha dell'economia, avremmo avuto il diritto di restarci per sempre (faccio notare che dal 5° posto di metà anni 80, siamo ora ottavi per l'FMI e noni per la Banca Mondiale). Questo a sua volta perchè in Italia permane ed è pervasiva una visione feudale della vita associata.
3) fragilità e necessità di una continua manutenzione dei meccanismi della vita democratica, che agiscono in modo più efficiente laddove esiste maggiore fiducia reciproca. Fiducia reciproca che è sempre stato un bene scarsissimo in Italia e sui cui molti economisti si soffermano come invece una dote fondamentale per il benessere socio-economico di una collettività.
4) Predisposizione per una burocrazia che blocca ogni decisione e sviluppo e che fa ardentemente desiderare un novello Alessandro in grado di tagliare ogni nodo di Buro-Gordio.
5) smarrimento e disorientamento rispetto ad un mondo nuovo, dove i valori di coesione e di corresponsabilità non sono più rintracciabili dentro l'oratorio o la casa di partito ma che devono essere ricostruiti in modo intelligente e non regressivo, nell'interesse di tutti.
#2405
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'uomo forte
06 Dicembre 2019, 21:04:31 PM
Accidenti che piano strategico Myfriend. L'ideale per andare in default in pochi mesi. Immagina solo lo spread che salto farebbe se un politico di spicco facesse suo un piano del genere. Sufficiente per farci pagare qualche miliardo in più di interessi in poco tempo.
Ne ho un altro invece più serio e nordeuropeo, che in quanto tale sarà deriso e considerato frutto "dei poteri forti".
1) Far pagare seriamente le tasse a chi continua ad evaderle da generazioni (il buco è attestato sui 110 miliardi/anno. Per fare una proporzione il reddito di cittadinanza, rispetto al quale si sono stracciati le vesti in tanti, costa fra i 2 e i 3 miliardi annui).
2) Creare un serio sistema meritocratico nelle amministrazioni pubbliche, per cui dirige e fa carriera chi se lo merita e viene declassato e incentivato ad andarsene chi non se lo merita;
3) Investire nei settori strategici lasciati più indietro in questi anni: istruzione e giustizia. Magari risparmiando qualcosina nella difesa, che è un vero "pozzo senza fondo" (avete idea di quanto costa un solo F35?); La lentezza della giustizia è uno dei fattori principali per far desistere qualsiasi multinazionale ad investire in Italia;
4) Creare politiche che incentivino la ripresa demografica dell'Italia. Non serve un genio e basta sfogliare qualche libro di storia per sapere che il declino demografico è il primo segnale della decadenza culturale, politica ed economica di un paese;

Il tuo piano Myfriend, non è una novità. E' stato applicato in condizioni economiche e culturali ben diverse dall'Italia fra il 1960 e il 1990 e ha prodotto il debito pubblico attuale. A proposito dell'entità del debito pubblico in Italia va detto che, sia pure nella sua grandezza, è collegabile ad un trend universale di tutte le economie mature, visto che nella proba Germania si attesta attorno al 70/80 per cento del PIL. Non è la presenza del debito a doverci impensierire ma la sua sostenibilità, e la sua sostenibilità deriva da una serie di azioni, che sono, a mio modesto parere, lontanissime dalla tua ricetta, riassumibile nell'eterno motto italiano "De Franza o de Spagna purchè se magna".
#2406
Presentazione nuovi iscritti / Re:Un saluto a tutti!
05 Dicembre 2019, 20:49:38 PM
Non dare retta a questi due sopra e comunque la presentazione nei forum ha un profondo significato filosofico di cui scriverò in una futura discussione nella sezione "sport".
#2407
Scienza e Tecnologia / Re:Patafisica e pseudoscienza
03 Dicembre 2019, 18:38:05 PM
Vorrei chiedere a myfriend come collocare le varie stirpi di ominidi che si sono estinte nel passato, molto prima dell'homo sapiens,  in questo affresco di progressivo e razionale e intelligente sviluppo della coscienza cosmica (il convitato di pietra di questa discussione).  Le varie stirpi  di ominidi estintesi molto prima dell'homo sapiens, dell'homo neanderthalensis e dell'homo denisoviani, ovvero dei tre ominidi, di cui conserviamo una eredità genetica. E in questo quadro così matematicamente superbo, che significato dare al fatto che conserviamo percentuali basse di denisoviani e neanderthalensis? Matematicamente mi apparirebbe più limpido e brillante la presenza di un solo patrimonio genetico. E invece quel birbante di homo sapiens ha pensato anche di copulare talvolta con altri ominidi, con i quali evidentemente era possibile generare dei bastardi, dai quali discendiamo tutti.
Insomma mi sembrano indizi di una certa confusivitâ e casualità piuttosto che del piano di un Grande Ingegnere (un mito che ormai celebra, nei suoi diversi marchi filosofici, i 400 anni di età e che trovó  in Pangloss uno dei più fieri sostenitori).
#2408
Scienza e Tecnologia / Re:Patafisica e pseudoscienza
02 Dicembre 2019, 08:50:54 AM
Accanto alla patafisica, problema serio e reale, di un approccio hobbistico alle hard sciences, vi è anche uno speculare fenomeno che possiamo chiamare iper-scienza, definendo con essa la pretesa di comprendere e modificare il mondo umano delle sotf sciences, antropologia, sociologia, psicologia, pedagogia, politica, criminologia, esclusivamente attraverso metodi scientifici tanto univoci quanto incapaci di fare i conti con una complessità se non superiore, almeno pari, a quella dei fenomeni fisici. Basti pensare al monismo di molti correnti neuroscientifiche, che sembrano ridurre l'interazione umana a interruttori sinaptici neurali.
#2409
Secondo me non parlano perchè hanno da difendere solo i loro profitti, procurati sulla pelle degli operai e la coda di paglia, a contatto con l'aria, brucia. Più che farli parlare bisognerebbe fare loro un processo con tutti i crismi. Di come ormai si sia deteriorato il senso etico del capitalismo, è l'ennesima prova il crollo di un ponte autostradale, sulla Savona-Torino, del gruppo Gavio. Non è ancora chiaro se ci siano vittime.
A fronte di tutto ciò, senza voler fare di tutta l'erba un fascio, direi che prima di chiedere la parola, il capitalismo e i suoi cavalieri dovrebbe fare atto di penitenza e donare almeno un centinaio di milardi di euro, complessivamente. Poi possono anche parlare.
#2410
Tematiche Filosofiche / Re:Amor fati
24 Novembre 2019, 13:46:49 PM
Riprendendo il discorso di solitariosocieviole (che già dal nick sento intellettualmente vicino), non esiste alcun destino già scritto, né alcun libero arbitrio assoluto. Le nostre scelte influenzano la nostra vita e il mondo circostante e viceversa (la nostra vita e il mondo circostanza influenzano le nostre scelte).
Pensare ad un destino già scritto e definito una volta per tutte, da un lato è autoassolutorio ( "non potevo farci niente"), dall'altro ipostatizza i rapporti di potere, cioè la realtà come oggettivamente ed hegelianamente razionale, rendendo appunto razionali e legittimi l'olocausto, i totalitarismi, le brigate rosse, jack lo squartatore, e giú giú fino alle violenze domestiche, gli atti di bullismo e i piedi sul sedile dell'autobus.
#2411
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
20 Novembre 2019, 15:01:32 PM
CitazioneNon è forse la reciprocità di tale esperienza una traccia se non una prova della nostra eternità? 
Direi di no. La capacità di "metterci nei panni degli altri", compresi quelli funebri, fa parte della nostra architettura cerebrale, neuroni specchio, circuito dell'empatia, autoriflessivita'. Un cervello pertanto alquanto complesso, ma che non è collegabile al momento, ad una situazione di immortalità, se non nei termini della poesia o della religione.
#2412
Sono i contesti socio-storici a fare la differenza. E la dimostrazione è data dagli arabi o nigeriani che diventano imprenditori o scienziati se migrano nei paesi occidentali e viene loro offerta l'opportunità. Siamo sempre il frutto di una società alla quale offriamo il nostro contributo. La genetica non c'entra.
#2413
La visione junghiana dell'etica attraverso il riconoscimento dell'ombra è un passo importante ma è chiaramente riconducibile alla sua epoca, essendo un processo riconducibile al borghese individualista che costruisce il suo modello scavando dentro di sé. In questo è molto simile alla psicoanalisi di Freud.
Ma l"etica, fortunatamente ha una storia molto sfaccettata e ricondurla a Jung come ultima istanza definitiva è ingenuo e, sotto sotto, getta nuovamente una impronta teologica ed escatologica.
#2414
Viator. Ovviamente hai ragione anche tu. Il merito e il lavoro vanno premiati. Anche questa è giustizia. Non siamo tutti uguali.
 Ma quando, come nel mondo attuale, una trentina di persone ha la stessa ricchezza della metà più povera del mondo, ovvero di 3 miliardi e mezzo di persone, credo che lo stesso sistema capitalistico, nel suo interesse, qualche provvedimento dovrebbe prenderlo e non è più questione di merito. È tutta una questione di misura, perché i parassiti, quelli potenti e letali, non hanno la pelle nera, ma sono asseragliati dentro le loro roccaforti lussureggianti.
Sempre a proposito del merito. Si dovrebbero tassare pesantemente le ricchezze ereditate, poiché in una eredità non c'è alcun merito.
#2415
CitazioneTu sei, invece, ancora fermo all'etica. Dal concetto di etica nasce - inevitabilmente - quello di religione...di dogmi e di gerarchia religiosa preposta a salvaguardare la purezza di quell'etica.
Dopo migliaia di anni di guerre di religione, di eresie, di roghi, di inquisizioni, di processi a Galilei tu sei ancora qui a proporre un'etica, una religione e - inevitabilmente - una gerarchia preposta a salvaguardare quell'etica.
Mi verrebbe proprio da dire che la Storia non ti ha insegnato nulla. Probabilmente perchè non l'hai mai studiata....o perchè non l'hai capita. (risposta 38 di Myfriend)
Mi soffermo su questo passo per due motivi. Il primo è il più semplice ed è un ammonimento. L'ultimo periodo è assolutamente fuori luogo perchè non obietta o confuta ma è la solita "reductio ad hominem".
La seconda è più sulla sostanza della tua tesi. Associ, a mio giudizio in modo scorretto, l'etica, tradizionalmente intesa, alle guerre di religione e all'etica religiosa imposta, mentre la tua vera etica, se ho capito bene, è un processo che nasce dalla consapevolezza della propria ombra, cioè del lato malvagio/egoista/ferino di ognuno di noi. Una volta che questa consapevolezza viene alla luce, è possibile migliorarsi e non proiettare più sull'altro le proprie meschinità.
L'etica in realtà ha una storia parallela alle religioni e molto più antica delle guerre di religione. Essa è quella che gli antichi greci chiamavano praxis per distinguerla metodologicamente (anche se c'era necessariamente un collegamento) dalla episteme, o farla rientrare nella physis come sua parte, da contrapporre alla metaphysis.
Una accettazione della propria ombra è sicuramente un atto importante, una presa di coscienza che tra le altre cose, non è unicamente appannaggio delle correnti junghiane della psicologia, ma che si ritrova equamente apprezzata dalla psicoanalisi, dalla teoria sistemico-relazionale e da quella della psicologia cognitiva.
E' possibile quindi che chi abbia preso coscienza della propria ombra sia eticamente/moralmente più evoluto di coloro che continuano a perpetuare il meccanismo del capro espiatorio e della proiezione, ma, sfortunatamente, la storia dell'etica non si conclude nel momento teorico in cui tutti acquisiscono coscienza della propria ombra.
Il male nell'uomo può essere anche un male "freddo", consapevole del suo agire malevolo, senza aver bisogno di scuse e di proiezioni, come ad esempio sembra comunicare Nietzsche (vabbè lasciate perdere polemiche su Nietzsche qui ;D). Il male può nascere dai traumi, che fanno esplodere la violenza come lava e non necessariamente sono fondati sulla proiezione, ma sulla necessità di controllare il trauma originario, rivivendolo da carnefice. Chi adotta la mentalità della proiezione può cognitivamente sapere benissimo che esiste la sua ombra malevole ma preferisce adottare questa strategia per ottenere e gestire strumentalmente il potere. La consapevolezza c'è ma c'è anche la consapevolezza della grande efficacia delle dinamiche proiettive per ottenere il potere. Il male può nascere dalle organizzazioni, che gestiscono quel male e lo amministrano freddamente, come ha esemplarmente descritto Hanna Arendt. Il male può essere semplicemente adottato come processo di apprendimento e non riconosciuto come tale. In tutti questi meccanismi e in altri che non elenco per brevità, è possibile che vi siano aspetti proiettivi, ma è anche possibile che siano assenti, e comunque vanno considerati anche altri aspetti ugualmente importanti.
Insomma pensare alla sconfitta dell'ombra come raggiungimento del "bene etico assoluto" è molto semplicistico e fa rientrare dalla finestra quella visione ecclesiastica e gerarchizzante che si voleva far uscire dalla porta.