Salve Sari e salve Ipazia. Eh già! Come mai tutta questa frenesia velocistica che sembra abbia assalito l'manità ? Sembra innegabile che, con lo scorrere delle vicende umane, le stesse "quantità" di tempo vengano sempre più riempite da un crescente numero di eventi.
Cosa mai potrebbe generare un simile andamento ?.
Secondo me ci sono tre tipi di approccio che possono tendere a dare una risposta in merito.
Il primo tipo è di impronta giudizial-sintetica ed è quello usato da Ipazia.
Dal momento che il fenomeno riguarda soprattutto l'attualità (qualche decennio o qualche secolo) evidentemente il responsabile è vicino o addirittura tra di noi e sta pure continuando ad agire. Fatta una rapida indagine, Ipazia ha individuato la causa nei comportamenti di una certa classe sociale.......vi lascio indovinare quale.
Il secondo tipo di approccio, un pochetto più distaccato, è quello usato da Sariputra.
Egli ha dilatato i propri tempi di indagine sino ad includervi, almeno tendenzialmente, l'intera storia dei comportamenti umani. Purtroppo mi sembra che egli non abbia trovato un qualche argomento archetipico che dovrebbe giustificare quello che ai giorni nostri è diventato il motto "chi si ferma è perduto".
Il terzo tipo di approccio (ancor più distaccato al punto che qualcuno lo troverà – sbagliando – fuor della cosiddetta "Grazia di Dio") è quello usato da me all'interno di un mio recente intervento richiestomi da Hlodowig e che riguardava il senso dell'attuale (invece, secondo me, eterno) andamento della globalizzazione. Lo replico qui sotto :
""""""La globalizzazione è la semplice conseguenza di una tendenza naturale espressa dal mondo fisico (ben ben ben ben prima di quello umano!) già a livello elementare.
La tendenza - generata dalla direzione dell'entropia - a contrastare la diffusione troppo omogenea dell'energia con ciò che generi il suo opposto, cioè la concentrazione locale dell'energia stessa.
L'unica possibilità di impedire che l'energia, trasferendosi inesorabilmente da dove ve n'è di più verso dove ve n'è di meno, si "spalmi" ovunque in modo omogeneo facendo cessare gli scambi termici (tutte le forme di energia sono riconducibili e misurabili in calore), è fare in modo che il suo trasmettersi tra i componenti fisici dell'universo generi anche una loro incessante modificazione, trasformazione, complicazione, tale da costituire un fattore di rallentamento ed allontanamento del destino tendenziale finale costituito dalla "morte termica" di un universo il quale, una volta raggiunta la completa uniformità, non potrebbe che "cessare di vivere" poichè in esso sarebbero cessati gli scambi termico-energetici.
Ecco quindi che il senso di tutto quanto accade intorno e noi (ma anche in noi) non è altro che un incessante lavorio che deve produrre il cosiddetto "disordine" vitale che deve opporsi all'"ordine" mortale rappresentato da un eccesso di uniformità.
Quindi la globalizzazione, che prima della nostra comparsa è ciò che ha prodotto atomi, molecole, composti chimici, cellule, tessuti, organi ed organismi...............sta tuttora lavorando, ed ora semplicemente lo sta facendo in modi che, poichè ci convolgono in tempi sempre più stretti (scesi quindi alla scala umana e non più astronomica, geologica o genericamente evoluzionistica) sono diventati a noi stessi riconoscibili.
Il cosiddetto progresso umano infatti non è altro che la veste antropica del meccanismo entropico.
Forse che non siamo in grado di riconoscere, al suo interno, gli stessi fattori che hanno generato e fatto evolvere ciò che c'era e c'è fuori di noi ?
Aumento vertiginoso delle velocità di spostamento e di comunicazione, ridondanza di produzioni e di varietà, spreco di risorse (la natura - oltre alla diversificazione - ama e pratica la ridondanza - però sa anche riciclare !).........................
Si può anche essere contrari alla globalizzazione, ma in tal caso si combatterà la classica battaglia di retroguardia.
Una volta si sarebbe detto : "Dio lo vuole !"..........oggi potremmo solo dire : "l'Entropia lo richiede !" """"".
Saluti.
Cosa mai potrebbe generare un simile andamento ?.
Secondo me ci sono tre tipi di approccio che possono tendere a dare una risposta in merito.
Il primo tipo è di impronta giudizial-sintetica ed è quello usato da Ipazia.
Dal momento che il fenomeno riguarda soprattutto l'attualità (qualche decennio o qualche secolo) evidentemente il responsabile è vicino o addirittura tra di noi e sta pure continuando ad agire. Fatta una rapida indagine, Ipazia ha individuato la causa nei comportamenti di una certa classe sociale.......vi lascio indovinare quale.
Il secondo tipo di approccio, un pochetto più distaccato, è quello usato da Sariputra.
Egli ha dilatato i propri tempi di indagine sino ad includervi, almeno tendenzialmente, l'intera storia dei comportamenti umani. Purtroppo mi sembra che egli non abbia trovato un qualche argomento archetipico che dovrebbe giustificare quello che ai giorni nostri è diventato il motto "chi si ferma è perduto".
Il terzo tipo di approccio (ancor più distaccato al punto che qualcuno lo troverà – sbagliando – fuor della cosiddetta "Grazia di Dio") è quello usato da me all'interno di un mio recente intervento richiestomi da Hlodowig e che riguardava il senso dell'attuale (invece, secondo me, eterno) andamento della globalizzazione. Lo replico qui sotto :
""""""La globalizzazione è la semplice conseguenza di una tendenza naturale espressa dal mondo fisico (ben ben ben ben prima di quello umano!) già a livello elementare.
La tendenza - generata dalla direzione dell'entropia - a contrastare la diffusione troppo omogenea dell'energia con ciò che generi il suo opposto, cioè la concentrazione locale dell'energia stessa.
L'unica possibilità di impedire che l'energia, trasferendosi inesorabilmente da dove ve n'è di più verso dove ve n'è di meno, si "spalmi" ovunque in modo omogeneo facendo cessare gli scambi termici (tutte le forme di energia sono riconducibili e misurabili in calore), è fare in modo che il suo trasmettersi tra i componenti fisici dell'universo generi anche una loro incessante modificazione, trasformazione, complicazione, tale da costituire un fattore di rallentamento ed allontanamento del destino tendenziale finale costituito dalla "morte termica" di un universo il quale, una volta raggiunta la completa uniformità, non potrebbe che "cessare di vivere" poichè in esso sarebbero cessati gli scambi termico-energetici.
Ecco quindi che il senso di tutto quanto accade intorno e noi (ma anche in noi) non è altro che un incessante lavorio che deve produrre il cosiddetto "disordine" vitale che deve opporsi all'"ordine" mortale rappresentato da un eccesso di uniformità.
Quindi la globalizzazione, che prima della nostra comparsa è ciò che ha prodotto atomi, molecole, composti chimici, cellule, tessuti, organi ed organismi...............sta tuttora lavorando, ed ora semplicemente lo sta facendo in modi che, poichè ci convolgono in tempi sempre più stretti (scesi quindi alla scala umana e non più astronomica, geologica o genericamente evoluzionistica) sono diventati a noi stessi riconoscibili.
Il cosiddetto progresso umano infatti non è altro che la veste antropica del meccanismo entropico.
Forse che non siamo in grado di riconoscere, al suo interno, gli stessi fattori che hanno generato e fatto evolvere ciò che c'era e c'è fuori di noi ?
Aumento vertiginoso delle velocità di spostamento e di comunicazione, ridondanza di produzioni e di varietà, spreco di risorse (la natura - oltre alla diversificazione - ama e pratica la ridondanza - però sa anche riciclare !).........................
Si può anche essere contrari alla globalizzazione, ma in tal caso si combatterà la classica battaglia di retroguardia.
Una volta si sarebbe detto : "Dio lo vuole !"..........oggi potremmo solo dire : "l'Entropia lo richiede !" """"".
Saluti.