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Messaggi - green demetr

#2416
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
05 Gennaio 2018, 23:03:21 PM
Citazione di: Apeiron il 05 Gennaio 2018, 22:45:00 PM
Ciao Green risposta flash (se ti va di leggerla prima di imbarcarti nell'impresa  ;D ),

direi che il paticca-samuppada è il "nucleo" del buddhismo (una sutta credo che faccia l'equazione Dhamma=paticca-samuppada). Ogni "fenomeno" è senza essenza perchè esiste a causa di condizioni ("nutrimento") e queste condizioni a loro volta esistono a causa di un nutrimento ulteriore, il quale a sua volta esiste se c'è nutrimento.... Se ci fosse un'essenza il nesso causale si bloccherebbe ad un certo punto (un po' come mettere un sasso in una corrente).

Mi ricorda Spinoza, anche se con le ovvie precisazioni. Secondo Spinoza (che però era determinista) da un lato c'era la catena di fenomeni ma dall'altro c'era la Sostanza che era la causa "ontologica" di questa catena.

Diverso è il discorso del buddhismo: similmente c'è la catena causale - questo dipende da quello, quello da quell'altro ecc ma non c'è un "principio ontologico" (senza il quale non esisterebbe nulla). La "liberazione" in fin dei conti è la "cessazione della catena". Quindi a questo punto la domanda è: cosa rimane?

Per Spinoza era semplice: la Sostanza stessa.

Per il buddhismo personalmente vedo un'ambiguità e non a caso ho parlato di 4 possibilità. 1) uno "stato indefinibile" "per il risvegliato non esiste alcuna misura ecc" 2) una "mente indefinibile"* 3) l'unica realtà incondizionata "esiste un non-nato..." 4) il nulla. La "4" secondo me nasce dall'utilizzo del riduzionismo: non siamo nient'altro che i condizionamenti.

Se il Sari ci porta 200 pagine di risposte... beh probabilmente farà azzittire la mia "mente di scimmia"  ;D



*Qui si capisce lo zen quando dice "tu sei già risvegliato, te ne devi solo rendere conto  ;D "


Ma secondo me con la metafora del fuoco il principio del patticca-samuppada è chiaro: la nostra "esistenza" (ovviamente parola da interpretare) è come una fiamma. Finché si nutre continua a bruciare, tolto il nutrimento si estingue. Ergo intuitivamente è chiaro: dove c'è la condizione del mantenimento del "divenire" (o "esistenza") questo continua, una volta tolta la condizione esso si estingue. Ovviamente una cosa è l'intuizione immediata, un'altra è l'interpretazione corretta (ovviamente la "4" volendo è la più intuitiva ma quella che è più sbagliata, secondo me  ;) )


Buona ricerca!


Leggere i testi sacri senza aiuto lo trovo impossibile, quando leggo i veda, non leggo niente, ho bisogno dei maestri che mi spieghino cosa ci vedono loro.
In poche parole ho bisogno di parole illumiate, che indichino Dio.

Ora il testo principale del buddismo parte dicendo che vi è una predisposizione alla sensazione, ovvero alla possibilità della stessa prima di tutto.

Che sia questa la nutrizione? Per quel che ne sò, e anche dentro di me, il fuoco, l'agni originario della religione indiana, è distruzione.

Ora bisogna vedere come dentro di te, si sviluppa questa immagine, e come possiamo alchimicamente commutarla in concetto all'interno di questo orizzonte misterioso che viene prima.

Ma questo venire prima è una pre-comprensione? (spero vivamente che lo sia perchè così la sento).
O è una pre-determinazione?  :(

Mi paiono domande tutte da sviluppare. Se prendiamo il testo alla lettera non mi convince, troppo sentenze e poca spiegazione.

(che ci sta in un libro che rivela antichi misteri, su cui l'umanità ha meditato, ma come già detto ho bisogno di maestri, perciò sebbene per via molto caotica, mi sto affidando anche a voi cari amici, per trovare questo maestro: non so se sia Nagarjuna come Sari mi ha consigliato. Ovviamente vi sarà sapere, solo per dire che questa lettura del canone pali non è nella mia lista principale, dove c'è già la bibbia, lo sarà invece quella del maestro/scuola che pazientemente aspetto si manifesterà)
#2417
Citazione di: InVerno il 05 Gennaio 2018, 10:26:31 AM
Citazione di: green demetr il 04 Gennaio 2018, 22:31:55 PMInverno attendo risposte!

Caro Green, hai divagato un po troppo, anche per colpa  mia che faccio troppe digressioni e tu giustamente vuoi approfondirle, permettimi di ritornare alla questione originale e ti lascio facoltà se vorrai di espandere in altri topic. Ora mi prendo un po di tempo e spiego ci tengo però a sottolineare che mi sento di dire ciò che ho detto solamente per Genesi, o comunque mi riferivo specialmente a Genesi in quanto mito appartente a una famiglia ben precisa (Cosmogonie medio-orientali), come mito di stato nascente coincidente con antropogonia, e come orizzonte cosmologico della tribù israelita. Ciò non si applica ai testi successivi  che hanno tutt'altro scopo e narrano e discettano su questioni ben diverse. Gli elementi in comune delle cosmogonie del medioriente di cui Genesi è il coccolattissimo esemplare meglio conservato lasciano supporre una memoria culturale* "originale" che poi si è frastagliata in varie versioni e dialetti. L'ispirazione a risalire la corrente di una memoria culturale* comune viene dal fatto che gli elementi e i simbolismi raccolti sembrano avere un unicità coincidente con il trascorso storico dell'area mesopotamica nel neolitico preceramico. L'enfasi che Cannata ha giustamente sottolineato sulla terra e sul lavoro dell'uomo (presente anche nel mito del monte Du-Ku sumero e altri) sembrerebbe indicare una memoria culturale della rivoluzione agricola apparsa ai piedi del Tauro. Prima di considerarla un analisi "impoverente" ti vorrei rammentare che l'antropologia negli ultimi dieci hanni ha portato alla luce una teoria che se se provata porterebbe degli importantissimi sviluppi riguardo alla conoscenza dell'essere umano. Mentre la teoria vittoriana vede la religione e la casta sacerdotale come una conseguenza di un surplus alimentare, il nuovo paradigma inverte i ruoli mettendo la casta sacerdotale e la creazione di una religione come causa della rivoluzione agricola, sedentarizzazzione e sviluppo sociale\statuale dell'uomo. Se antropologia e archemitologia arriveranno a "conferma" (in decenni) di questa nuova ipotesi dovremo concludere che l'uomo si è tolto dallo stato ferale\nomade ed ha sviluppato la società, a seguito di una necessità religiosa tribalmente organizzata (nemmeno spirituale\spiritista). Tale ipotesi potrebbe impattare come chiave di lettura della storia non solo prestatuale ma anche antica, perchè lo stesso tipo di dinamica non solo è accaduta, ma è anche continuata ad accadere, potenzialmente ben oltre l'invenzione della scrittura, potremmo rivedere il peso della "religione" nello sviluppo umano per tutto l'arco temporale avanti Cristo. Siamo lontani da ciò, ma questo non toglie che si tratti di un interessantissimo fronte esplorativo dell'uomo, e anche spirituale, non è questione se è nato prima l'uovo o la gallina, ma che cosa è stato il catalizzatore principale dello sviluppo
umano prescientifico anche in ambiti extraspirituali. Tutto ciò complimenta Genesi perchè la carica di una eredità culturale che essa stessa non si da (6mila anni contro 15). Per paradossale che sia, anche se in ambito non storico, Genesi fornisce elementi archeomitologici importantissimi per rispondere alla domanda fondamentale "come è cominciato tutto?"


*(capace di dare luogo a tradizioni funzionalmente-simbolicamente inalterate nei millenni nonostante molteplici mutamenti sociali. La memoria comunicativa soggiace invece a costrizioni biologiche e non collega in genere più di tre generazioni. La  memoria culturale, controintuitivamente si manterebbe inalterata più facilmente prima dell'invenzione della scrittura, come testimonia la "lunga vita" di alcuni simboli preistorici. Probabilmente a quel punto il mito era ancora legato ad utilità pratica (es. miti che memorizzano percorsi migratori\esodi) perciò seppur Genesi sia relativamente recente rispetto alla rivoluzione agricola, la memoria culturale preistorica sarebbe sopravvissuta con un grado di alterazione tale da mantenersi parzialmente integra, e comparendo quindi nei vari simboli, compreso l'idea che si sia trattato di un evoluzione sociale immediatamente negativa per la qualità della vita dell'uomo, una corruzione, questione che trova riscontro nell'etnologia moderna a differenza di quella ottocentesca. Va da se che se questo non fosse accaduto e Genesi fosse stata scritta "ex novo" 4mila anni AC, non v'è ragione per giustificare la negavità impressa all'agricoltura nel mito, essendo che a quel punto della storia la gran parte delle immediate conseguenze negative della rivoluzione erano state assorbite e dimenticate.

Offtopics:
1) cosmoteandria non è duale ma triale (cosmos-teos-andros) ed è semplicemente una chiave di lettura trinitaria (ove "spirito santo" risulta ostico da sempre) per rimarcare la natura di relazione della divinità trinitaria, spesso nella pratica sostituita da un biteismo padre-figlio o un triteismo padre-figlio-madonna anzichè un monoteismo trinitario come i neotestamentari vorrebbero. Una divinità di relazione anzichè di sostanza dovrebbe avere meno appeal per il miracolismo, ma si sa come vanno a finire le cose.
2) Cacciari ha ragione nel dire che le chiese si stanno trasformando in fabbriche di atei, è una situazione cosi paradossale da attirare le simpatie anche meno sospette (come la mia) perchè al giorno oggi andare contro la Chiesa equivale a sparare sulla croce rossa. Cacciari però dimentica che questo modello funziona ancora benissimo negli stati del terzo mondo, e la Chiesa deve interoggarsi se vuole rimanere un amenicolo per popolazioni a bassa scolarizzazzione o "riformarsi" come gli ebrei (specialmente americani) hanno imparato a fare.
3) Distinguo spesso "Fede" da "fede in" (nel senso di fede che trova l'oggetto anzichè essere un cammino di ricerca (caro a Cannata) e speme) non mi interesso granchè di fede organizzata, perchè li siamo già oltre al naufragio in attività museale di conservazione dei reperti. Penso alla Fede come a una spiritualità in divenire anzichè la "fede in" che è un ossessione parastoricista (ricordo che per una gigantesca fetta di popolazione cristiana, spesso protestante, i fatti di AT sono "realmente accaduti") ritualizzati.

Si proprio di recente ho ascoltato questa teoria che rovescia la questione, ossia non sono razziatori i nomadi, ma sono razziatori i sedentari.
La deducevano dal racconto biblico di Caino e Abele.
In cui il nomade, viene espulso dalla società, Dio preferisce Abele, in nome del sacrificio.
Ossia la comunità si forma tramite il rito di sangue, solo tramite l'espulsione, dove il sangue sacrificale animale, sostituisce quello reale umano, frutto della solita proiezione e castrazione psicologica.

In questo senso rileggo i contributi che tu porti di questo cambiamento di paradigma, dove a questo punto se è vero il primo, e se è vero il secondo, e mi pare conseguente che lo siano, allora effettivamente il sacro nasce da questo delirio di onnipotenza.

Per non impoverire la questione, è che ogni delirio ha una sua formazione e un suo senso tragico nelle prassi che ci precedono, e che provano drammaticamente a narrare, per poterne uscire.

Solo così, penso anche la tematica dell'amore, che mi pare sempre una barzelletta, comincia invece ad avere dei contenuti, poichè è una tentativo di risposta, per via coesiva (ampiamente fallito, o tutt'ora fallibile), a questa infamia preistorica che incredibilmente dura a tutt'oggi.

Difficile trovare risposte dentro di noi, se è proprio dentro di noi che il sacrificio, il sacro nasce.

Molto interessante: grazie Inverno. :)

#2418
Tematiche Filosofiche / Re:Anima, Spirito, Mente
05 Gennaio 2018, 22:24:36 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Gennaio 2018, 02:21:17 AM
In effetti non è la prima volta che noto qualche tuo tentativo di piegare il discorso verso le tematiche che interessano a te. Tematiche senz'altro importanti, giuste, interessanti, necessarie, ma non mi sembra che il modo migliore di farle fruttare sia farle entrare in qualsiasi discorso.

O meglio, io in realtà sono interessatissimo a mettere in connessione le tematiche più distanti, però la connessione dev'essere individuata, studiata, cercata, altrimenti ci si riduce o a un semplice accostare tematiche sconnesse, oppure a piegare qualsiasi discorso verso chi riesce a far prevalere i propri interessi tematici; ma in entrambi i casi non si scoprono collegamenti, mi pare che non ne venga fuori nulla di produttivo.

Peraltro, questa che a me sembra una forzatura potrebbe anche essere vista come un tuo totale disinteresse verso il tipo di discorso che si sta facendo, come se a te interessasse solo e soltanto la possibilità di piegare gli altri discorsi al tuo, senza neanche curarti di quale discorso si stava facendo.

Prova a mostrare i legami tra il discorso che stavamo facendo e ciò che tu hai introdotto: se ci riuscirai, avrai dimostrato davvero che ero io a non averli saputi vedere; da parte mia, come ho detto, io sono sempre curioso di espandere le mie capacità di mettere in collegamento le tematiche più distanti. Però dev'essere collegamento, non un semplice piegare forzato o accostare fianco a fianco.

Hai ragione, non mi interessa il discorso più di tanto, troppo generico.

Avevo provato a fare delle domande molto generiche, ma nessuno mi ha risposto.

Non sono interessato all'aspetto epistemologico come lo sono Phil, Davintro, Sgiombo.

Ovviamente per me il problema del soggetto non è una forzatura ma una componente centrale del discorso, concetti contenitore come Anima, Spirito e Mente, sono indissolubilmente legati ad esso, d'altronde io continuo a professarmi un metafisico, e quindi ho l'orizzonte di Dio "in mente", ma per poter piegare l'intera questione, collegandola come tu chiedi a quanto vado dicendo-forzando io, ossia esclusivamente sul soggetto, con l'intera annosa problematica fra idealismo e realismo, richiederebbe un immissione di sottotematiche, ingestibile per una breve chiaccherata (motivo per cui, lascio stare).

Quando dico che Cartesio è un realista ribaltando la questione che di solito viene posta, ossia che lui fosse un mentalista, intendo dire che egli intendeva il numero come verità che decide del mondo.

Ma lo decide sempre in maniera determinata. E se qualcosa è determinato, al di là dei giochini linguistici di chi crede che gli unicorni esistano ( Phil Sgiombo Cannata), vuol dire che allora (poichè non esistono) che è vero il contrario, e cioè che ogni fondamento crede nella sua determinazione oggettiva reale.

E su uno mi dice che il Mondo, l'Anima sono Mente, e che Dio e lo Spirito sono Falsità, allora io mi permetto di chiamarli cervelli nella vasca, monisti riduzionisti.

Che è poi ESATTAMENTE quello che siete. Al di là dei vostri giochini linguistici e delle vostre illusioni rivoluzionarie.

Phil perchè scusa l'infinito che fondamento ha? e lo Zero? etc...etc...
#2419
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
05 Gennaio 2018, 22:09:05 PM
Ciao Sari e Apeiron

Passo molto velocemente:

Dunque il paticca-samuppada-vibhanga è un testo molto importante. Viste le reazioni immediate  ;)

Non ho ben capito perchè (sopratutto perchè sari ha minacciasto 200 pagine e passa di risposte...lol...fammelo leggere prima in toto allora) ma mi scuso subito.

Per carità, non vorrei fare l'elefante che entra nel negozio di cristalli.

alle prossime

#2420
Tematiche Filosofiche / Re:Anima, Spirito, Mente
05 Gennaio 2018, 02:07:25 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Gennaio 2018, 01:48:29 AM
Nel mio discorso non si presuppone né soggetto mentale, né res cogitans, né res extensa: sono tutte questioni che non c'entrano, almeno per quello che riesco a vedere io.
Ciò che hai aggiunto adesso mi pare proseguire ulteriormente su questioni che non hanno nulla a che vedere col discorso che stiamo facendo.
Non basta certo menzionare Cartesio e menzionare il soggetto per inserirsi nel discorso che stiamo facendo.
Ripeto: non ho nessuna intenzione di vietare che ognuno dica quello che gli pare. Io però da parte mia non riesco a vedere alcun nesso.

Non importa Angelo, sono intervenuto più che altro per vedere se Apeiron recepisce qualcosa del discorso generale riguardante il soggetto, che sia metafisico o meno per te, a me non interessa.

O meglio è appunto il solito tuo discorso che crede agli unicorni.
Ma non esistono gli unicorni  ::) ...esistono invece i massi e gli f-35.  8)

Non ci vedi un nesso? Non c'entra con la questione formale, che evita attentamente tutte le domande (da parte di tutti tra l'altro) che ho esposto nel mio primo post di risposta?

Bah contenti voi contenti tutti.  :'(

Ripeto non è certo il campo più fertile per la nostra comunione.  ;)

#2421
Tematiche Filosofiche / Re:Anima, Spirito, Mente
05 Gennaio 2018, 01:40:52 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Gennaio 2018, 01:28:25 AM
green demetr, non riesco a capire cosa c'entri ciò che hai scritto con la discussione in corso.

Scrivevi:

"A proposito, Cartesio ha trascurato il soggetto perché nel momento in cui ha ritenuto di averlo reso certo, l'ha oggettivato, l'ha reso oggetto, e in quell'istante ha perso di vista che tutti i ragionamenti che stava facendo erano condizionati dalla sua mente, cioè dal soggetto. Insomma, si mise a riflettere sul soggetto, ma ad un certo punto non si ricordò che il soggetto era sempre lui stesso. Non è possibile oggettivare il soggetto se non trascurandolo, perdendolo di vista, perdendo di vista che quel soggetto siamo noi stessi."

In cui ritieni che il soggetto sia mentale, quando invece è una narrazione.
(cosa tra l'altro ribadita più volte da Vattimo e Rovighi).

Non vi è errore in Cartesio, in quanto pensa che la res cogitans debba coincidere con la res extensa.
Ammettere che esista una res cogitans ma non una extensa, a patto che lo ha capito da subito lo stesso Cartesio, con il genio maligno, pone anche te nell'errore.

Ossia che noi siamo quella che ci diciamo di essere, e non quello che ci diciamo.

Infatti il delirio è credere che il soggetto sia la mente. Come se esistesse questa mente.
(e nessuno infatti ha risposto al mio primo intervento) cosa è la mente? (se non un altra narrazione fittizia di cosa sia il soggetto?).

Bisogna stare attenti al labirinto filosofico e a quello che punta.
Guardare il dito che punta la luna, e non la luna.



#2422
Tematiche Filosofiche / Re:Anima, Spirito, Mente
05 Gennaio 2018, 01:23:11 AM
Intervengo su spinta di Apeiron su altro 3d. (più in basso rispondo anche ad Apeiron)

Caro Angelo, vedo che ancora non hai capito il problema del soggetto.

Il soggetto è il frutto delle pratiche, non è una sua opposizione come continuamente ti ostini a credere.

Detto questo ti ricordo che il problema è come mai il soggetto si comporti come le pratiche gli ordinano di fare.

Cominciamo a capire questa cosa, che mi sembra la cosa principale rispetto a quello che vai dicendo..

Non vedi il problema dei big data, non vedi il problema del soggetto, non vedi il problema delle pratiche.

Eppure nella sezione religiosa vedi il problema dell'analfabetizzazione dei credenti.

Delle 2 l'una. Non puoi dire che le pratiche sono e non sono un problema. (o  meglio lo puoi dire ma almeno mostra i 2 pesi e le 2 misure).

Sul problema del soggetto gabbia aperto da Apeiron:

Ma certo può sembrare così,ma il soggetto non esiste, e dunque anche la gabbia è frutto di un errore di valutazione, poichè il soggetto è una narrazione.

Come fare a raggiungere l'altro? Per ora mi allineo alle istruzioni di Nietzche, ma andando al me giovane, potrei dirti a Montale.
Si tratta di stare sulle superfici, sugli sguardi, sulle cose in primo piano. (nietzche, auguri non potete capirlo ;D )

Direbbe Montale sugli amuleti, che forse testimoniano che esistiamo. (un filo flebile che ci possa dire: tu esisti!)
Immenso Montale  :-[
Meglio ancora seguendo la sua prima gloriosa e mai più superata collezione di poesie, gli ossi di seppia:

Cosa sono gli ossi di Seppia? sono ciò che rimane di un tempo antico, sono le spoglie dell'animale, slavato dal mare.

Ancora come dice il maestro Sini, sono la traccia.

Ecco cosa gli altri, sono ciò che rimane di loro in noi.

Capisci forse che si aprono territori inesplorati di indagine, con al primo posto il tema dell'accoglienza, dell'ospitalità.
Dell'Ebreo Errante.
Straniero in terra di stranieri. (non siamo "a casa"[la terra promessa] nè da noi, nè dagli altri)

E' vero che il soggetto si apre sull'oggetto, ma il soggetto, la persona, la maschera, semiologicamente puntano, simbolicamente puntano a ciò che esse (soggetto, persona, maschera) NON sono.

Ora aprire all'altro NON vuol dire puntare alle maschere di chi ci circonda o di chi crediamo di essere, ma puntare a ciò che esse ci comunicano veramente, appunto fuori dalle pratiche. Ci vuole un enorme sforzo di volontà, un enorme sacrificio, una umiltà divina, per svelare anzitutto la nostra maschera, quella sì, la nostra vera e unica gabbia. (ricordi il tuo amato platone vero?) Per capire che noi siamo ciò che in noi resta degli altri SENZA MASCHERA (entrambi dobbiamo SMASCHERARCI). (e su quel dobbiamo si innestano le polemiche amichevoli di Phil, ma anche ovviamente di Nietzche, perchè chi decide cosa sia maschera o meno? eh ma santo cielo è quello il vero problema della filosofia metafisica classica)
Solo allora i discorsi sulla comunità avranno un senso, un valore. Persino un etica (che sarà una ovvia conseguenza). Vedetevi l'ultimo capolavoro di Kubrik per entrare un pò nell'ottica. In un forum non è minimamente possibile farlo.

E di nuovo per essere un pò meno rassicurante, sempre che prima lo sia stato:
Non sarà mai come tu pensi, nella tua giovinezza innocente, una questione delle pratiche (delle etiche giuste), come si illude Angelo, lui per altro senza capire le assonanze che vi uniscono.
#2423
Citazione di: anthonyi il 14 Dicembre 2017, 07:11:16 AM
In questi giorni, anche a seguito dei fatti di Como, si parla di un ritorno del pericolo fascista.
Il riferimento al fascismo è molto usuale in tanti casi, si parla di fascismo per gli estremisti dell'Isis, si parla di metodi fascisti in generale in riferimento ad atti propri di sistemi dittatoriali, anche se magari questi sono ispirati ad ideologie comuniste.
Questa continua rinascita di un certo modello comportamentale mi sollecita a una domanda:
Il fascismo è un elemento culturale caratterizzante un periodo storico oppure in quel periodo storico si è concretizzato un elemento strutturale della nostra natura umana, un archetipo che ci portiamo dentro

Il fascismo storicamente riguarda i poteri particolari, perciò è una questione italiana, notarile. (ci ricordiamo il casino fatto dai taxisti all'epoca di Bersani? avete presente che in tutta europa i servizi del taxi on line, sono stati di fatto costretti a chiudere?roba del mese scorso)
Figlia della tradizione del diritto romano.
Fascismo deriva infatti dai fasci littori romani.

E' la grande eredità dell'impero romano. (e come detto sopra oooops il fascismo è ben presente nel tessuto nostrano ma a quanto sembra anche estero, roma ha fatto un buon lavoro)

A meno che non crediamo che l'impero romano sia una emanazione di Dio, come i partiti a destra credono che sia, io non lo riterrei un archetipo.

CVD
#2424
risposta breve:

Si ma la questione del governo come la risolvi?

risposta allargata  ;D :

Ma anzitutto i riferimenti base per stare nell'attualità.

La filosofia ci consegna una politica che può solo amministrare.

La politica si impegna invece a governare.

La democrazia è solo una forma della rappresentanza, che sia della amministrazione o del governo.

Il mito: alla lettera non c'è un mito della democrazia, forse si intende fare dell'ironia in questa sede, ipotizzando una rapprensentanza delle categorie. Ma ognuno di noi in fin dei conti è una categoria a se stante.
Ognuno di noi ha dei progetti dei sogni e delle aspettative, che inevitabilmente sono unici, non fosse che le materie prime non sono per tutti, e le donne non sono per tutti.

Totem e Tabù quindi più precisamente.

Lo scontro è inevitabile.
Con esso le violenze, per questo nasce dopo l'olocausto e le purghe maoiste e staliniane, la guerra civile americana e francese.
Un idea nuovo di governo, che si chiama appunto Stato Democratico (ossia possibilmente democratico).

Si trattava in fin dei conti da dopo la restaurazione del gran periodo della concertazione, quella che crea gli stati uniti d'america fino a quella che rimette in piedi la Germania con il piano Marshal.

La guerra fredda e infine l'imperialismo americano, che non avendo più nemici se li crea. Dalla guerra del golfo all'odierna Corea del Nord.

Insomma difficili amministrazioni frutto di politiche di governo quantomeno revisibili (si poteva fare meglio, dicono gli stessi protagonisti, durante il tour di accettazione del mandato di Trump).

Insomma ce li ricordiamo tutti i referendum che hanno aperto anche in Italia la fine della partitocrazia e delle sue infinite metamorfosi come il partito dell'amore della pornostar Cicciolina.

Perchè è avvenuto? ma perchè si poteva amministrare felicemente insieme fin quando non c'era la crisi, ora che c'è la crisi, la forma migliore è quella presidenziale. Perchè è necessario governare! E' questo il motivo del tutto assente nella tua analisi viator.
(forse per via della tua gioventù, o forse perchè il tuo è un discorso con il paraocchi. Oltre che delirante come tu stesso hai ammesso, io ci devo ancora pensare se è così, prima di dirti la mia anche sulla questione utopica aspetto di ricevere la risposta alla domanda che ti faccio in cima).
#2425
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/un-dio-infinitamente-buono-non-puo-prevedere-l'inferno/15/?action=post;quote=17190;last_msg=17699

Grazie jsebastianB! anche se con un ritardo assurdo!!!!

Non so come ho fatto a perdere il filo di questo 3d.

jsebastianB

"In effetti il Libro di Giosuè riporta la conquista della "fatidica"  Terra Promessa - Ma promessa  DA  chi ? "


Certo se vogliamo vedere l'A.T. come un testo meramente storico, che giustifica la storia, ci sta questa critica.

Però intanto leggendo la Bibbia commentata in una vecchia edizione del corriere della sera, di cui ho solo il primo libro, ho cominciato nella mia lunga (probabilmente non riuscirò a finirla, ma non importa) ricerca sul popole eletto.

Una storia che dunque nasce e si dipana sul mediterraneo. La terra mediorientale non era dunque solo babilonia e sumer.

Vi erano anche i fenici, e una incredibile ricchezza di popolazioni semitiche, che rende la ricostruzione assai più complessa di come  me la potevo aspettare.

Di fatto se leggiamo il tutto in chiave economica, era la lotta sullo sbocco al mediterraneo. Il ponte naturale tra L'egitto e le popolazioni semitiche su su, fino alla russia. (e comincio anche a capire che dunque l'ebraismo russo, non è un fenomeno collaterale, come all'inizio immaginavo, ha ragioni antiche, antichissime).

Va bene, ma a questi eventi storici che ancora hanno una rilevanza assolutamente principale nello scacchiere politico contemporaneo, come se la storia non riuscisse a venirne a capo, vi è legata una storia, e sopratutto un crogiolo mistico di cultura antica.

La terra promessa, non è forse la fine della minaccia della guerra? Le mie sono solo intuizioni.

Le grandi culture non sono forse il diamante che nasce dalla sofferenza dalla guerra etc???

Anche se fosse solo storia, io nego che lo sia: perchè la religione è lo sforzo di superare la storia.

Ovviamente non sono un ingenuo come può esserlo un fedele, che si arma della sola fede.(e non per questo deve essere una cosa negativa, sebbene per me lo sia).

jsebastianB

"I lati oscuri di Dio _ crudelta' e violenza nell' A.T. / editor Claudiana -"

Sicuramente lo metterò nel paniere dei libri da leggere assolutamente.

jsebastianB

"Per questi gestori del sacro molto piu' importante imparare a memoria il catechismo dell' ekklesia !"

Sciocchi presuntuosi, miserabili amministratori di scartoffie.


jsebastianB

"Non tanto dell' amore cristiano MA dell' amore del dioYahwè ! e chi puo' essere secondo te ? 
Ovvio quel simpaticone del Tarso. 
Egli infatti nella sua celeberrima Efesini (2.4) riporta che tanto fu l' amore del dioIsraelita per le sue creature / seppur peccaminose / a tal punto che avrebbe inviato quaggiu' nientemeno che il suo divinfiglio.. eccc..eccc.. Ora questa Efesini Non è stata scritta di suo pugno - 
Allora ti ricordo la sua autentica Romani (5.  8 ) - che comunque riporta lo stesso concetto ! 

Ma Anche il dioYahwè manifesto' il suo sconfinato amore per il popolo di sua proprieta' - tanto da donargli la Torah ( erroneamente tradotta come Legge / mentre la corretta definizione è:  - Insegnamento/Istruzione tramite la RI-velazione divina."

In effetti i miei primi interventi non mi sono piaciuti un gran che, rileggendoli a distanza.

Perchè era ovvio, che il Dio di cui parlano nel medioevo, ossia il periodo in cui nasce iconograficamente prima che normativamente l'inferno, era Gesù e non il Dio del Terrore (della guerra).

Grazie ovviamente della delucidazione, sempre ad una cellula impazzita del movimento illuminati ci si riferisce. Addirittura l'intero cristianesimo. WOW. Grazie Paolo.


jsebastianB

"Tu scrivi: ma poi chi l'ha detto che Dio è buono ?? 

Quanto all' assunto che l' IddioYahwè è buono - gli autori del Tanak lo rimarcano sovente nei loro passi: 
Il Libro di Geremia ( cap. 33 ) - Esdra (cap. 3 ) - Lamentaz. ( cap. 3 ).. e come non ricordare i Salmi: 
- ne cito alcuni / 90 - 101 - 103 - 106 - 107 ...eccc...ecccc.....  "

Grazie della dovizia di fonti. Non avevo mai sentito parlare del Tanak. (ok è semplicemente la bibbia ebraica, l'A.T. "originale").

Questo è un bel problema. Pensavo sinceramente che fosse solo questione del Gesù. Quindi riguardante la nostra sensibilità, totalmente  fuorviata dalla vera trascendenza. 
E invece c'è un idea di bene, (ma sommo immagino sia questione solo medioevale) che sarà tutta da capire e ricostruire.

Sempre che non abbia ragione tu jsebastiaB e che allora come ora, si usi il termine bene, come mezzo per ammansire gli animi, rendere docili gli animi, e sopratutto ubbidienti. (vedere il film BIRTH OF A NATION, e rabbrividire grazie!).

Uso però le stesse frasi del prete del film, per ogni parola che parla di ubbidienza ve ne è una che parla di rivoluzione.
Sarà interessante andare a testare queste cose. Nella mia visione grandeur riconoscere la matrice della saggezza e della vita.


jsebastianB che risponde ad AngeloCannata

"MA ancor prima del Gesu' storico.. una prospettiva del giudizio e corrispondente "condanna" per i malvagi,  la si trova nella seconda parte del Libro di Daniele. Il capitolo tratta il tempo della fine.. allorquando verrebbe aperto il famoso libro della vita. 
L' autore apocalittico riporta che sara' salvato solo chi in esso è iscritto / e da qui l' anticipazione di quello che "dovrebbe" avvenire: Un gran numero di quelli che quelli che sono polvere si dovrebbero RIS-vegliare, in quanto  
- i meritevoli godranno della vita eterna, 
- gli altri invece per il ludibrio e per l' infamia "perpetua" !"

Interessante la questione del libro della vita, che riprende il motivo della seconda genesi.

Ma non si parla di inferno e di demoni, poichè ormai siamo in argomento ricordi se si parla di demoni nell'A.T?

grazie ancora, so benissimo di stare abusando della tua pazienza. Ma è un tema a cui tengo.(in quanto non lo capisco).

jsebastianB

"Bisogna credere (ad occhi chiusi e naso tappato) quello che è scritto nei testi ????"

No ma esiste anche il vangelo di Giuda, da te non citato, dove l'apostolo dichiara di essere stato ordinato da Gesù, perchè il più forte di tutti. 
Sempre per suggellare il sacrificio.

Ovviamente sono solo storie, Ma ogni storia chiede di essere interpretata e capita.
Non ho ancora capito se per via di quello che ti è successo, o per via meramente intellettuale, sembri totalmente avulso alla questione cristiana in toto?

Mentre ricodo benissimo che apprezzi l'A.T. Osea in primis (che non vedo l'ora di leggere).
#2426
Citazione di: Sariputra il 03 Gennaio 2018, 14:47:20 PM
Adam ciondolava su un ramo d'albero del Giardino dell'Eden e si sentiva molto solo. Allora Dio gli chiese: "Cos'è che non va?". Rispose Adam : "Non ho nessuno con cui parlare".
Allora Dio disse che intendeva creargli una compagna che sarebbe stata donna.
"Non dirà mai di avere mal di testa e ti concederà amore e passione ogni qual volta glielo chiederai." E Aggiunse: "Questa bella donna metterà insieme il cibo per te e te lo cucinerà, e quando scoprirai i vestiti, lei imparerà a lavarteli. Ella sarà d'accordo con te su ogni tua decisione che tu voglia prendere. Non ti scoccerà mai e sarà sempre la prima ad ammettere che ha sbagliato, quando tu non sarai d'accordo con lei. Ti loderà ed alleverà i tuoi bambini; non ti chiederà di alzarti di notte per prenderti cura di loro."
Allora Adam chiese a Dio: "Ma quanto mi costa una donna siffatta?".
Dio rispose: "Un braccio e una gamba."
Adam restò pensieroso per un momento, poi chiese: " Che cosa posso avere per una costola?".
Il resto...è storia.

P.S. Visto cosa succede a voler spendere poco?  :(

Caro Sari, guarda che te lo leviamo il vino nelle riserve della cantina!  ;D

Inverno attendo risposte!
#2427
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
04 Gennaio 2018, 22:24:35 PM
Citazione di: Apeiron il 03 Gennaio 2018, 19:01:59 PM
@Green, anzitutto dico che in linea di massima concordo con te: la "pienezza" e la "vacuità" sono opposti inscindibili. In fin dei conti se uno è un completo egoista la sua vita sarà vuota, viceversa se uno è "senza-sé" (anatta) la sua vita paradossalmente sarà "piena" (da qui il messaggio di Zhuangzi: "dimentica gli anni, dimentica le distinzioni. Salta nell'infinito e rendilo la tua dimora" (capitolo 2)...). Curiosamente sto apprezzando molto di più anche il cristianesimo dopo aver studiato i testi buddhisti...


Secondo me bisogna anche considerare il contesto in cui Buddha ha insegnato. Come dicevo tempo fa a Pierini allora andava di moda la ricerca del nettare (amrita, ambrosia...) e l'idea era che si beveva tale "succo" trovandosi la cosa giusta con cui identificarsi. Buddha capì che questa strada era ancora in fin dei conti "egoistica" e quindi per "salvare" ha messo in risalto la "vacuità" e ha lasciato "implicita" la pienezza ("Il Tathagata è profondo...", "non riesci a capire il Tathagata nemmeno ora in questa vita", "non c'è alcun modo di misurare colui che è risvegliato", "monaci c'è un non-nato, non-formato"...). Il problema è che dire all'uomo occidentale moderno "il Buddhismo nega Dio e l'anima" fanno capire all'occidentale che il buddhismo è un'antica forma di epicureismo, cosa falsa. Ergo secondo me forse se Buddha esistesse ora probabilmente direbbe le stesse cose ma rimarcando di più l'aspetto positivo.

Un altro pensiero. Buddha non ha mai negato esplicitamente l'esistenza dell'Io anche se ha detto "ogni cosa è senza Sé" (l'unica volta che gli è stato chiesto perchè non lo ha negato esplicitamente ha detto che la posizione "l'Io non esiste" suggeriva un "annichilazionismo"). Non lo ha fatto per un motivo preciso secondo me: in fin dei conti è proprio la domanda "cosa sono io" quella che fa iniziare la ricerca spirituale e dire "l'Io non esiste" avrebbe stroncato sul nascere il cammino (più o meno è l'obiezione che ho fatto a Cannata nel topic aperto da viator su anima e spirito). Ergo secondo me e mi compiaccio di vedere che tu la vedi allo stesso mio modo la "positività" è semplicemente "implicita". In fin dei conti l'idea è che la meditazione e il graduale "impoverimento" dell'io renda la mente "luminosa" (mal che vada secondo i testi buddhisti uno con la "mente luminosa" rinasce come "deva" - essere "luminoso"). In sostanza si potrebbe quasi dire che chi rinuncia a tutto paradossalmente "vince su tutto".

La catena casuale: https://www.canonepali.net/2015/05/sn-12-2-paticca-samuppada-vibhanga-sutta-analisi-delle-coproduzioni/.

Unica cosa: la vacuità non dice che prima c'era qualcosa e ora c'è la vacuità. La vacuità dice che ciò che per il Risvegliato non c'è più è avidya ed è "cessato" il processo che si basava su avidya. Anzi è proprio il fatto che avidya è una realtà condizionata "il filo di Arianna" (espressione usata da Schopenhauer) per uscire dall'esistenza ciclica.

Riguardo al discorso della filosofia indiana vs occidentale. Sì concordo con te ed è un altro motivo per cui non riesco ad abbracciare in pieno la filosofia indiana. Nella Repubblica si richiede al "filosofo" addirittura di tornare indietro nella Caverna ad amministrare la politica (per certi versi ciò è simile al cristianesimo "bisogna essere nel mondo ma non del mondo"...). Una cosa simile difficilmente verrebbe in mente ad un indiano (non a caso indù e buddhisti vogliono uscire dal "ciclo" il prima possibile col "parinirvana") - però è anche vero che il buddhismo mahayana (e il daoismo...) sono più vicini alla posizione per cui bisogna rimanere nel mondo ma non essere "del mondo". Sinceramente questi parallelismi fanno riflettere. "Meravigliano"... ovvero inducono a riflettere  ;D

P.S. Se non erro https://www.canonepali.net/2015/06/udana-1-10-bahiya-sutta-bahiya/ contiene un parallellismo con un passo biblico:
"Dove acqua, terra, fuoco ed aria non trovano appoggio:
[le stelle non splendono]*

il sole non è visibile,
la luna non appare,
l'oscurità non si trova.
"
Mi pare che nella Bibbia si dica che nel Regno dei Cieli anche in assenza di Sole e Luna l'oscurità non si trova...
*nelle versioni inglesi è presente la frase "le stelle non splendono"

Ciao Apeiron,

Sì infatti anch'io (forse per altre ragione dalle tue) cerco la positività del buddhismo, così come la cerco nell'induismo.  :)

Penso che però per come stanno le cose, quel voler introdurre il nulla, il niente con la soppressione delle predisposizione mentale sia veramente un rischiare di non dire nulla di sensato (cioè di positivo).
Certamente cercare di fuggire dal dolore ha senso in sè.
Nessuno di noi vuol soffrire, ma tant'è.

Il senso di sublime, come lo avevano chiamato i romantici, è sicuramente da ricercare nella solitudine, e nel silenzio. Mi sembra che il tuo entusiasmo derivi in gran misura da quello.

Non vedo come coniugarlo in chiave filosofico-buddhista. Tra l'altro potrebbe benissimo appartenere a qualsiasi visione religiosa.(ma su quello ti vedo molto aperto, e questo è un bene).

Insomma io voglio la luna (vedi post mio sopra), e da questi ultimi passaggi non mi pare di poterla evincere.  :-[

Non sto intervenendo nel 3d di viator, proprio perchè mi sembra troppo generico.
Ho presente l'obiezione di Angelo, ossia se il soggetto sia poi così importante:
ma va da sè che mancandogli le basi filosofiche e le intuizioni che lo sorreggono non abbia in testa il problema vero.
Nel buddismo invece la questione viene presa di petto, e annichilita in maniera abbruttente e assolutamente anti-filosofica.

Apro una parentesi.
Ma c'è maestro e maestro. Nel medioevo indiano i pensatori che univano misticismo e filosofia sono parecchi. Per quel che ne sò il lavoro di riscoperta è agli albori.
Basta andare a vedere l'incredibile numero di testi scansionati dalle università.
Chissà quante perle, quante sorprese ci riserva questa culla delle civiltà e del pensiero!
Il problema contemporaneo è che non esiste ancora una filologia locale.
Di fatto i giovani indiani, stanno apprendendo il metodo di studio proprio da noi occidentali, stanno imparando e vogliono impegnarsi nella riscoperta del loro patrimonio nascosto.
Li attende un lavoro enorme, io sono rimasto un pò fuori, dovremmo guardare ovviamente alle pubblicazioni in inglese. Perchè da quando feci il mio corso di Sanscritto all'università (e no, non l'ho passato  ;) ) saranno passati anche una ventina d'anni  ;D . Mi auguro che nel frattempo qualcosa di meraviglioso sia uscito nel frattempo. A presto.
#2428
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
04 Gennaio 2018, 22:00:18 PM
Preso da uno delle mie demoniache intuizioni mi chiedevo:

"Dunque c'è una catena causale. Mi pare strano non ammetterla."

Che voleva dire, che non ammetto il nulla, ma che invece ,mi aspetto qualcosa dal Buddismo, nelle sue correnti più filosofiche, che sia una vera rivelazione, una vera illuminazione, ossia cosa viene illuminato? il dito punta alla luna, o punta a se stesso?


La coproduzione causale.

Un tema che mi ha lanciato apeiron.

Di nuovo mi ritrovo a seguire questo sentiero nel labirinto filosofico.

A Savatthi... "Monaci, vi descriverò e vi analizzerò le coproduzioni condizionate.
"E cos'è una coproduzione condizionata? Dall'ignoranza come condizione derivano le predisposizioni karmiche. Dalle predisposizioni karmiche come condizione deriva la coscienza. Dalla coscienza come condizione derivano il nome e la forma. Dal nome e dalla forma come condizione derivano i sei sensi. Dai sei sensi come condizione deriva il contatto. Dal contatto come condizione derivano le sensazioni. Dalle sensazioni come condizione deriva la brama. Dalla brama come condizione deriva l'attaccamento. Dall'attaccamento come condizione deriva il divenire. Dal divenire come condizione deriva la nascita. Dalla nascita come condizione si producono l'invecchiamento e la morte, il dolore, i lamenti, l'angoscia e la disperazione. Tale è l'origine di questa massa intera di dolore e sofferenza.

Intanto la parola co-produzione a me non piace, infatti benchè esista una coscienza (e non una mente) essa non è co-producente.
La produzione, termine centrale su cui sto meditando da mesi, non è che del soggetto, e di nessun altro.
Se la produzione è insieme a qualcuno, allora è produzione comunitaria (ed è quello a cui ambisco).
Ma la produzione non è insieme a Dio, per intenderci.

I miei demoni mi suggeriscono di partire al contrario, perciò...ossia dal soggetto sensibile.
Per quel che posso vedere e ricordare il bambino prende atto del suo esistere, sensibile, solo in concomitanza di una paura primordiale, difficilmente spiegabile (gli scienziati parlando di memoria genetica, possibile spiegazione, seppure immaginifica).

Dunque è subito la paura di non esserci: frattanto un altra intuizione mi è sorta sul momento.
Poiche il testo parla di angoscia, è proprio di quell'angoscia, studiata da Freud, l'umwelt (il principale apporto di freud a mio parere), ossia quel non sentirsi a casa propria, pur essendo a casa propria.
La mia intuizione è proprio la sintesi tra queste 3 riflessioni, ossia che il soggetto si instaura praticamente da subito come minaccia di estinzione, ossia il soggetto ha paura radicalmente, originariamente.

Solo dopo arrivano i lamenti, il dolore e infine la morte, ossia l'apertura sull'abisso, la massima riflessione umana, è già nell'infanzia. Non è difficile trovare nel testo, la stessa identica funzione di riconoscimento, là chiamata "nascita".

Il divenire non mi pare possibile legato alla nascita, infatti come la morte è un tema che si può comprendere solo dopo.
Sono quindi estremamente critico su questo passaggio, che è chiaramente inferenzialmente errato.
(e già di per sè inficerebbe la dottrina che lo presenta, che infatti crede che esista questo divenire: non esiste alcun divenire, esiste solo un soggetto e la sua destinalità.)

A questo punto passiamo all'attaccamento, questa volta mi sembra molto forte come premessa, è abbastanza facile credo ravvisarlo.
L'infante comincia ad essere attaccato, a credere nel suo soggetto sensibile.

Certamente il sensibile è legato alla sua disperazione di non essere più, e perciò è legato come la filosofia occidentale ci insegna al proprio oggetto.
Ma andando più a fondo, e cioè insieme a Hegel, l'unico finora che lo dice esplicitamente, si unisce con l'oggetto che ha il terrore di perdere, tramite il nome. Si comincia a famigliarizzare con il linguaggio e cioè il soggetto sensibile sta per fare quel grande salto che lo distingue nel soggetto vero e proprio, ossia quello trascendentale. Ossia il soggetto sensibile entra nel regno del linguaggio, tramite il regno del nome. Quindi mi aspetterei da questi geni dell'intuizione profonda che sono gli indiani, che il prossimo passo sia il nome.
E invece rileggendo vedo che il nome è più in alto nella catena.
Questa scuola introduce il desiderio, la brama nella traduzione.
Accolgo volentieri questa proposta, in quanto rientra nella mia triade di interesse (soggetto-desiderio-oggetto).
La accolgo come in fin dei conti essa si deve essere presentata al bambino, la voglia di rivedere la medesima cosa.
(lo posso osservare facilmente). Non mi va a genio che si appiattisca solo a questo, ma è evidente, che è una riflessione non sul linguaggio, ma sull'origine. Sulla nascita.
A questo punto prima della senzazione, mettono il nome. Errore pacchiano, come può esserci nome senza sensazione?

E a questo punto la scuola si sfilaccia senza più rimedio, perchè credono che il nome e le forme, non siano dunque l'esito delle sensazione ma della coscienza. Dunque la coscienza è un oggetto, e come tale è dunque mente. Questa scuola non fa i conti con l'intero panorama filosofico occidentale. In paricolare ovviamente Cartesio: la mente come si concilia con l'oggetto? tramite Dio? tramite un genio maligno?
Siamo forse un cervello nella vasca??? etc...etc...io detesto la filosofia analitica e i loro falsi problemi.

C'è un grado superiore alla coscienza-mente, ed è quello karmico. Che poi sarebbe il cervello nella vasca versione orientale.

Dunque la diagnosi della proposta fattami da Apeiron è assolutamente negativa, non si indica la luna, l'illuminazione, ma si indica il dito, ossia che possa esistere questa fantomatica mente. E che quindi dietro la mente, c'è la mente. Uno di quei mortiferi A=A che non volgiono dire niente. Ahimè!

Più in fondo a esplicitare ancora meglio dove sia l'errore:

""E cos'è la coscienza? Questi sono i sei i tipi di coscienza: coscienza visiva, uditiva, olfattiva, gustativa, fisica e mentale. Questo stato è chiamato coscienza."

Coscienza è coscienza dei sensi. Dunque è mentale.

Interessante il "dunque" della questione filosofica, se il dolore è mentale, allora bisogna bloccare la mente.

Ossia diventa una questione scientifica. E infatti la psicologia del profondo di matrice olandese, transumana mi sembra, sta riscuotendo un grande successo nella cura paliativa ai malati di cancro.

Con la meditazione profonda è possibile bloccare i sintomi del dolore. (io c'ho provato con il mal di denti: non ha funzionato)


Ovviamente Apeiron ha sbagliato a propormi questo autore del pali, mi attendo ancora grandi cose dal pensiero medievale indiano.
#2429
Stavo pensando che però il problema dei BIG DATA, che sicuramente è lo specchio reale della forma democratica, non sia solo una questione inerente la comunità futura (o le comunità future), ma anche e forse sopratutto, almeno di questi tempi, di chi possiede le informazioni.
Infatti nel rapporto strategico con il potere, la massa è sempre in ritardo, sempre in affanno, ma qui siamo nei pressi dell'impossibilità stessa di ogni strategia.

Sicuramente nel breve, consegnando l'utopia a tempi molto più distanti.

Ci stavo pensando perchè rileggendo mi sembra che abbiamo banalizzato un pò troppo, troppo ottimistica la descrizione (seppure amara di sostanza), troppo esemplificativa.
#2430
Ciao Phil,

Analisi come al solito lucidissima, e che condivido in toto.
Ai giovani filosofi non si può dire che la democrazia è sbagliata, perchè è l'ideologia imperante, che nasconde il suo opposto.
Io temo che debbano testarlo di loro, sulla loro esistenza.

Questo ovviamente è il preambolo paziente a cui ognuno è chiamato a testare.
Se si ha onestà intellettuale, si apre l'orizzonte alla comunità (non mi importa affatto se sia democratica o altro, basta che sia comunità, ossia cosciente nell'ingranaggio in cui si è presi).

Non sono d'accordo che la storia sia letteratura, perdonami proprio, ma questa è una dei mezzi con cui il pensiero unico cerca di depistare gli intellettuali.

L'utopia foss'anco letteraria deve puntare, essere segno di qualcosa di reale.
Se non lo fosse sarebbe mera sciocchezza.

Siamo d'accordo che è un problema se ci fermiamo al nomen, nichilismo e tecnica, se servono solo a fare polemica contro qualcosa o qualcuno, non hanno nulla di filosofico.

Si tratta di vedere se nel reale quei nomi hanno una incidenza o meno.

Per questo serve una grande apertura mentale, una strategia di ampio respiro, senza buttare niente della storia persona, come tu stesso nella prima parte affermavi, salvo contraddirti nella seconda.

Perchè ogni filosofo ha scritto della utopia. Se non lo ha fatto, se non c'è orizzonte, non è filosofia.

Ecco forse su questo non siamo d'accordo, ma come dicevo a Kobayshi : non è importante, è la vita ad essere importante. Non certo il forum. che mi declassi a pop-sophia.....MA IO ODIO LA POPSOPHIA e i suoi eroi (FERRARIS). ;D

"nella taverna
la disputa scoppia di nuovo
luna velata
"
(Masaoka Shiki 1867-1902)   ::)


buon anno ancora!  ;)