Citazione di: Alberto Knox il 15 Agosto 2022, 23:34:06 PManche questo è un concetto poco filosofico, come si fa a sapere di essere felici se non si conosce la tristezza? come si può compiere un opera di bene se non si conosce il male? come si fa a dire di amare se non si conosce l'odio? come si fa a pensare se non si possono dire i se, i ma , i però, i forse.
Non credo che il male serva a farci conoscere il bene per opposizione dialettica, se è questo che intendi.
Bene e male in fondo riguardano la volontà, non la conoscenza, e, in una concezione non banale della vita, vi è contraddizione, se non anche gerarchia di priorità, tra conoscere e volere.
Il male ha a che fare con il principio di individuazione, non con la conoscenza. Il male é differenza/differimento tra desiderio e realtà. Diverso per tutti e uguale per tutti. Un contrasto tra essere e volere.
Qualcosa contro cui si invoca il potere del tempo, come metafora di una richiesta di amore all'altro. Il tempo, che sembra sovvertire tutto, verrà a sovvertire anche il male? La differenza, implicita nel desiderio, si risolverà in uguaglianza? Si risolverà in una comunità almeno duale di desiderio tra il sé e mondo, tra sé e l'altro?
Questa secondo me è la domanda umana sul male. Una domanda che chiede se l'altro voglia quello che vogliamo noi. Se la comunità e la legge siano possibili nel desiderio.
Che va oltre, il principio stoico per cui si conosce il bene tramite il male. Il bene è l'oggetto del desiderio, ma in natura si è nemici, con chi ha il nostro stesso oggetto del desiderio, e amici con chi ha, in modo più "immediato", e condiviso, il nostro stesso desiderio, a prescindere dall'oggetto. La pace è la dinamica degli uomini che si tolgono i desideri, tra di loro, la guerra quella degli uomini che si tolgono gli oggetti del desiderio, tra di loro. La comunità di intenti la fa il male, non il bene. L'esperienza, non la conoscenza.
